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|  Heron Orval • 11 • Nato Babbano • schedaLa Evergreen era in fermento quella mattina del primo settembre. Non era una gran novità, in realtà, c'era sempre un gran via vai la mattina, quando ci si preparava per la colazione. La casa-famiglia veniva riempita di piccole voci canterine, che si facevano compagnia durante i preparativi: pulire la tavola, mettere la tovaglia e i tovaglioli, le posate, i bicchieri e le piccole prelibatezze, preparate dai piccoli abitanti stessi. Una volta seduti tutti insieme, si faceva un brindisi per una buona giornata. A volte, i brindisi erano speciali, diretti a qualcuno in particolare, come quel giorno.
A Heron! Che possa trovarsi bene nella sua nuova casa.
A Heron!
L'occhiolino di Nolan, rivolto al bambino, significava più di quanto gli altri bambini potessero immaginare. Peccato che il diretto interessato non fosse altrettanto entusiasta.
E non lo era nemmeno il più piccolo della combriccola. Particolarmente affezionato al teppistello del gruppo, alla partenza si era messo a piangere e non l'aveva voluto lasciar andare. Come risultato, Heron e Nolan si stavano dirigendo verso King's Cross con un veloce passo sostenuto. Mancavano solo cinque minuti alle 11 quando erano giunti al Binario 9¾.
Giusto in tempo! Coraggio, andiamo.
Andiamo? Dove??
Nolan aveva sogghignato e posando una mano sulla schiena del bambino, aveva preso a correre, spingendo anche l'altro. Lo sguardo di terrore era stato presto sostituito da uno di stupore. Ma anche irritazione.
Ma sei impazzito! E se non avesse funzionato?!
Non credevo fossi un fifone.
Il bambino aveva continuato a sostenere uno sguardo arrabbiato, ma poi si era guardato intorno. Quel treno era incredibile, non poteva negarlo, però... non era per niente convinto. E Nolan lo sapeva.
So che è una novità molto grande, ma vedrai che non te ne pentirai.
Non è questo che voglio, lo sai.
Sì, lo so e farò in modo di farti avere quello che vuoi. Ci penso io. Tu devi pensare a te, adesso. È davvero importante.
Nolan era buono, Heron lo sapeva e se anche non ci fosse riuscito, sapeva che avrebbe fatto del suo meglio e questo gli bastava. Doveva. |
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