Parenti serpenti, Privata

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view post Posted on 18/2/2022, 19:34
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Helena S. Whisperwind | 12 anni | I anno

helena2
La Sala Grande si riempiva lentamente. Studenti dagli occhi assonnati o con volti già lucidi e diligenti, entravano e si sparpagliavano qua e là, ognuno verso la propria tavolata.
Non era abitudine di Helena far parte di quel gruppo di mattinieri. Poter ammirare le lunghe tavolate ancora impeccabili, con cibarie di ogni genere intatte, non tocchicchiate né mal disposte da chissà chi, era sicuramente un'esperienza da provare almeno una volta nella carriera di ogni studente di Hogwarts.
Camminando piano verso le panche della tavolata Tassorosso accanto a Memory, sua compagna di stanza, strizzò gli occhi per cercare di scorgere tra le file verde-argento quel mentecatto di suo cugino, senza successo. Da una parte si sentiva quasi prendere fuoco per la rabbia, mentre dall'altra quello sconcerto così profondo per la situazione in cui si era trovata, le aveva svuotato la mente, per poi riempirla con un'unica grossa domanda: "perché?".
Suo cugino Zacharias, Serpeverde del secondo anno, l'aveva avvicinata la sera prima nei sotterranei con la scusa di due chiacchiere. In genere la ignorava, così come quasi tutti gli altri cugini ("una mezzosangue in famiglia, oh, che disonore!"), ma quella sera era apparso sinceramente curioso di sapere come stesse "zio Ewan", padre di Helena, che il naturale atteggiamento guardingo della giovane strega nei confronti del ragazzino, aveva fatto spazio ad un ingenuo ottimismo. E così quando tra una chiacchiera e l'altra lui le aveva offerto uno dei suoi insospettabili dolcetti, fu naturale per Helena prenderne uno e gustarlo senza pensarci troppo. Purtroppo per lei non aveva appena ingerito un normale pasticcino e quella notte appena trascorsa le sbatté la realtà in faccia. O peggio, nello stomaco. Qualsiasi sostanza ci fosse lì dentro, non era di certo stata pensata per essere destinata ad una persona amica. Se non fosse stato per il prezioso supporto di Memory, che per tutta la notte rimase al suo fianco a tamponarle la fronte bollente con uno straccio zuppo, probabilmente Helena avrebbe passato la notte in infermeria.
Una volta accomodate al tavolo una di fronte all'altra, Helena prese una fetta di pane abbrustolito e fece per spalmarci sopra un po' di burro, ma soltanto vedere la lama del coltello imbiancarsi a contatto con quella materia grassa, fece sussultare il suo stomaco. Sentiva ancora un forte senso di nausea e la testa sembrava volerle scoppiare da un momento all'altro, ma salire per mangiare qualcosa, o quantomeno provarci, era sembrata una buona idea ad entrambe.
Ritrasse qiundi la mano e lentamente posò la stoviglia appena sporca sul fazzoletto di cotone. Ci avrebbe provato più tardi.
«Mem...» Si schiarì la voce, un tantino roca per la stanchezza e per aver parlato per la prima volta dopo parecchio tempo. Alzò lo sguardo verso la tassina e un sorriso riconoscente si fece largo sul suo viso piuttosto provato.
«Grazie. Davvero. È stato molto carino da parte tua prenderti cura di me.»
Probabilmente non l'avrebbe mai ringraziata abbastanza.
 
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view post Posted on 27/2/2022, 11:21
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Memory MacWood | 12 anni | II anno

mem
Una sera di relax in Sala Comune ogni tanto era d’obbligo. Soprattutto quando una giornata era stata particolarmente piena di pergamene da riempire con il saggio di Storia della Magia. Qualunque fosse l'argomento, Memory finiva per sprofondare in mezzo a pile e pile di volumi in cui leggeva tutto il possibile, per poi sommergersi di appunti, prima di arrivare ad una stesura che la soddisfacesse. E anche se, naturalmente, alla fine aveva tra le mani qualcosa di cui sentiva di essere entusiasta, e anche un tantino fiera -almeno fino al voto; anche se doveva ammettere che, in ogni caso, quella conoscenza era stata davvero interessante, be', alla fine era proprio stanchissima.
Quindi starsene per un po' in Sala Comune, tra il chiacchiericcio degli altri e il crepitare del camino perennemente acceso, le ricaricava i pensieri.
Difatti anche quella sera, ormai inoltrata, aveva recuperato le giuste energie per andare a leggere l'ultimo numero della Gazzetta che, dopo un veloce scorrimento di titoli e annunci era rimasto in camera in attesa di ulteriori approfondimenti.
Arrivata in camera, aveva trovato Pipe che rincorreva Lingualunga, la quale rotolava sparendo e riapparendo da sotto il letto con il continuo svolazzare della pipistrella stuzzicata dal cespuglietto peloso.
«Da brave, su.» - fu il debole richiamo della ragazzina. Tanto sapeva che Pipe avrebbe subito preferito i suoi capelli, fino ad uscire per la caccia da lì a poco; mentre Lingualunga avrebbe ancora rotolato sul pavimento, solo per il tempo necessario affinché la Tassina si sarebbe fermata sul letto, accoccolandosi poi lei stessa nell'incavo tra collo e spalla.
Ed ecco finalmente Memory aprire il Profeta alla sua pagina preferita: un articolo sul Quidditch.
Era arrivata circa a metà, quando sentì l'ingresso di una compagna.
«Ciao Helena, è andata bene la tua giornata?»
Succedeva spesso che chi si trovava già in camera esordiva con tale saluto. E altrettanto spesso le ragazze raccontavano qualche aneddoto o… più semplicemente la lezione che quel giorno era stata più particolare del solito.
Era tornata al suo articolo, perciò non si accorse di come era potuto succedere, ma d'un tratto aveva sentito dei lamenti sommessi provenire dal letto dell'altra Tassina.
«Tutto bene? Qualcosa non va?»
Esitò qualche istante in attesa della risposta, che arrivò con una voce che non le piacque molto. Perciò rimase con le orecchie ben tese e appena percepì un altro mugugno, che la compagna sembrava cercare di soffocare, abbandonò il giornale e scese giù dal letto andandole vicino.
«Non sembra affatto che vada bene, direi.»
Perfino Lingualunga, per la familiarità della presenza di quell'altra umana, rotolò giù dalla sua spalla: andò a fare una pallina vicino ad una mano di Helena, nel tentativo di consolarla.
Ebbe inizio così per Memory, un lungo trascorrere del tempo, cercando di capire cosa poteva essere successo e cosa poter fare per aiutare la compagna. Dopo mille ipotesi e dopo aver fatto appello a ogni idea che le potesse venire in mente, aveva dovuto arrendersi al fatto che nel tentativo di aiutare, molto probabilmente avrebbe finito con l’arrecare danno all’altra ragazza. Essendo già piuttosto provata, Memory concluse che il miglior modo allora poteva essere quello di restarle vicino. Di tanto in tanto le accarezzava la fronte, scostando le ciocche di capelli che tendevano sempre più ad appiccicarsi alla pelle madida. Le sembrò di notare che il peggioramento crescente ad un certo punto ebbe un andamento più costante. Fu solo per questo che si lasciò convincere a non portarla immediatamente in infermeria. A parer suo, sarebbe stata quella la scelta migliore, ma l’altra non ne voleva sapere: continuava ad insistere che non era poi così tanto grave. Memory si era data un limite oltre il quale avrebbe portato Helena con la forza là dove secondo lei avrebbe dovuto stare e farsi soccorrere. Quel limite non fu raggiunto e a Memory non restò altro che il dubbio di aver fatto comunque la scelta sbagliata a non ascoltare il proprio istinto e chiedere aiuto.
Forse le remore erano dovute anche al fatto che lei per prima era sempre riluttante nei confronti dell’infermeria… Cercò di riempire il lentissimo spazio di tempo continuando a parlare con toni calmi e di cose superflue.
Vedendo che in un qualche modo le cose sembravano tornare sulla buona strada, quando le sembrò essere mattina, seppur molto presto, chiese ad Helena se se la sentiva di provare a far colazione.
In realtà non credeva veramente possibile che ne avesse voglia, ma le sembrò una buona scusa per uscire dai sotterranei, farle prendere una boccata d’aria fresca e poter giudicare meglio il suo stato fisico. Tanto più che la compagna acconsentì.
Dunque andarono in Sala Grande, ma Memory non fu come al solito attratta da ciò che si trovava sulle tavole. Piuttosto si guardò intorno a lungo, cercando di scrutare i pochi presenti, soprattutto membri delle altre Casate. Non aveva capito bene, ma per quel poco che aveva inteso, poteva essere stato il brutto tiro di qualcuno a causare tutto quel malessere e per istinto la ragazzina sentiva una voglia irrefrenabile di scoprire di più.
La voce, ancora piuttosto debole, di Helena la riportò a loro. Quasi come un automa si era seduta accanto alla concasata che stava accompagnando, ma adesso le sue parole le sentiva ben chiare. La guardò dritta negli occhi e ancora una volta le chiese:
«Allora che ne dici se, almeno per sicurezza, adesso non lo facciamo un salto in Infermeria?»

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view post Posted on 28/2/2022, 21:55
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Silias Thom Morgan | 11 anni | I anno

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La maledezione dei morgan, la maledizione del corvo. Questo era il fardello che silias si portava su le spalle fin dalla sua nascita, quando suo nonno gli fece visita, per rapirlo e portarlo con se. La sua maledizione era talmente oscura che nessun mago avrebbe mai voluto sopportare. Da li a poco il ragazzo si trascinò quel peso per anni, sapeva che qualcosa non andava, sapeva che dentro di lui cresceva qualcosa di sinistro. Ma non aveva mai ceduto ad esso, anche quando durante il sonno essa si manifestava sotto forma di incubo, traportandolo davanti un grosso albero con un corvo che beccava gli occhi dei suoi genitori impiccati ad un ramo. Quel incubo era fatale, talmente orribile, che gli negava il sonno. Le sue occhiaie ne erano una prova evidente,.. " ancora quel sogno, dovrò informare papà, ormai non riesco più a dormire neanche con l'infuso della mamma, ma cosa mi sta succedendo " i suoi pensieri erano ricolmi di negatività, e mentre si vestiva per scendere a lezione , i suoi viaggi mentali iniziavano a correre come treni in corsa...."sarà meglio passare per la sala grande dovrò pur mangiare, "...non aveva stretto amicizia con nessuno, e nessuno lo aspettava per fare colazione, e di certo lui non si faceva avanti. La sua indole solitaria, lo portava spesso a essere odioso, anche il suo carattere lo era, ma il ragazzo si era premesso di cambiare, con la consapevolezza che non ci sarebbe riuscito dall'oggi al domani. Percorse i sotterranei, lasciando la sala comune per raggiungere la sala grande, dove ogni volta alla sua vista restava stupito , davanti
a tanta grandezza e a tanto cibo, su il suo volto nasceva sempre un sorriso, e per un attimo i tanti problemi svanivano. I suoi occhi ballavano
su le immense tavolate, non aveva mai visto tante cose buone tutte insieme, e ogni volta si chiedeva da dove apparivano, e chi c'era dietro la sua lavorazione. .." questa magia dovrò impararla prima o poi, sempre se di magia si tratti, dovrò informarmi su l'argomento con qualche prefetto "...mentre si prestava a raggiungere il lungo tavolo con i colori della sua casa, notò un gruppetto di serpeverde ridere , con la sguardo diretto da qualche parte. Pensò all'inizio che stavano ridendo
di lui, forse aveva della carta igienica attaccata a le scarpe, oppure del dentifricio su la faccia, ma
poi notò che i loro sguardi non erano diretti a lui ma verso due ragazze tassorosso. Le due ragazze sembravano molto amiche, e si vedeva che c'era del feeling cosa che silias non aveva mai provato con nessuno... " strano, non vorrei sbagliarmi ma credo che stiano guardando loro " ...poi notò che una delle due aveva un aria molto pallida, si vedeva che era stata male, e che non aveva toccato nulla di tutto quel ben di dio servito su il tavolo " credo siano del secondo secondo anno, mi sembra di averli incrociati qualche volta, ma sono passato inosservato hai loro occhi, mi chiedo perchè stiano ridendo con lo sguardo rivolto a queste due ragazze, dovrò forse chiedergl--...nooo ...no e poi no "...silias tagliò dritto, ma poi subito dopo averle superate si fermò e cambiò idea ... " mi ero ripromesso di cambiare, e poi non ho voglia di mangiare di nuovo da solo, e di sicuro sono in errore, ma come sempre io faccio della mia curiosità virtù, e ci provo, oggi voglio conoscere qualcuno "....con fare rude si sedette di colpo vicino alla ragazza con i capelli lunghi castani ... Buongiorno , sono silias...disse mentre prese un pò di succo di zucca e una ciambella...sono un serpeverde, primo anno ...vengo da una lunga notte insonne...indicò le occhiaie ...l'alchimia mi distrugge, non fa per me...disse mascherando il suo vero problema...voi siete ? ....con la coda del l'occhio vide che i ragazzi ora stavano fissando anche lui, come se gli avesse rovinato il divertimento ...
 
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view post Posted on 13/3/2022, 11:31
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Helena S. Whisperwind | 12 anni | I anno

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I ricordi della nottata appena trascorsa erano nebulosi e riaffioravano frammentati tra i pensieri di Helena. Non era sicura di aver raccontato la causa del suo male all'amica, né poteva giurare di non averlo fatto. E non era nemmeno dell'idea che suo cugino volesse avvelenarla in modo serio o farle avere gravi conseguenze, perciò alla domanda di Memory rispose con un mezzo sorriso e un cenno di capo da sinistra a destra e viceversa.
Delle risatine giunsero alle sue orecchie e la costrinsero a voltarsi di scatto verso la fonte, che, com'era da immaginare, era accomodata alla tavolata Serpeverde. Il movimento improvviso del capo le causò uno strano effetto. Come quando una brocca riempita di acqua per metà viene mossa velocemente e l'acqua al suo interno sbatte prima su una parete e poi sull'altra. Ecco, fu più o meno questo ciò che Hel percepì nella sua testa, dove l'acqua bruciava più come lava incandescente. Dopo aver strabuzzato gli occhi in reazione al fastidio e aver rivolto lo sguardo verso il gruppetto, il ridacchiare cessò. Le iridi della giovane strega si apprestarono ad analizzare i loro volti in lontananza, ma anche in quel momento non scorsero alcuna traccia di Zacharias. Non appena si volse nuovamente verso Memory, il vociare riprese gradualmente.
Era in procinto di iniziare una conversazione con l'altra tassina, quando vide con la coda dell'occhio apparire al suo fianco una figura maschile con una divisa nera dai ricami verde argento. Una voragine le si aprì alla bocca dello stomaco, ma non appena notò una folta chioma castana, quella si richiuse all'istante. Falso allarme, non era lui.
Il nuovo arrivato si accomodò senza troppe cerimonie al suo fianco e salutò le due tassine con disarmante naturalezza. Helena si irrigidì e lo osservò di sottecchi per qualche secondo che sembrò interminabile, senza proferire parola. Era forse stato mandato da suo cugino per chiedere scusa? O per accertarsi che non fosse morta nel frattempo? O ancora, per continuare a tormentarla come se la nottata non fosse già stata abbastanza? O forse quel tipetto era piombato li casualmente, magari incuriosito o preoccupato per l'aspetto provato della tassina? Le ipotesi si accalcavano tra i suoi pensieri in un susseguirsi disordinato di interrogativi. Qualunque potesse essere il motivo e la ragione ad averlo spinto lì da loro, Helena l'avrebbe scoperto a breve.
«Silias. Serpeverde. Hm.» Ripetè il suo nome non appena si fu presentato, sospettosa. Sollevò poi le sopracciglia con espressione attonita nell'osservare la sua mano afferrare prima la caraffa del succo di zucca e poi una ciambella, senza che nessuno gli avesse offerto nulla. Non che quelle fossero le sue personalissime vivande, ma un po' di buone maniere non avrebbero guastato. Volgendosi verso Memory per condividere il suo stato d'animo, sentì poi tre parole -lunga-notte-insonne-, che insieme furono il coltello affondato nella piaga, il tocco pesante sul nervo scoperto. Fu quello il momento esatto in cui sbottò come un drago sputafuoco: «MA TU CHE CA-...»
Si interruppe subito dopo.
Aveva appena intercettato e notato l'espressione angosciata di lui e questo fu rivelatorio: che fosse stato vittima dello stesso scherzo? E perché mai avrebbe dovuto essere lì per prenderla in giro dato che anche lui era chiaramente sofferente? O era solo una messinscena?
Inspirò profondamente e cercò di calmarsi. «Senti, Silias, io non so perché tu sia qui e non al tuo tavolo, ma voglio dirti una cosa: se sei stato mandato da quello stupido di Zacharias per provocarmi o per rompere le scatole, puoi anche tornare da dove sei venuto.»
La sua affermazione era ancora troppo rude ma più il tempo passava, più tornava in sé e in forze e più si sentiva adirata e ferita. Ancora non poteva sapere se il ragazzino stesse meritando o no tutta quella collera. Probabilmente non aveva nulla a che fare con suo cugino e si era trovato lì solo per scambiare due chiacchiere, al posto sbagliato e al momento sbagliato. Ma era ancora troppo presto per dirlo. Sbuffò e per tentare di allentare la tensione cercò conforto nel volto amico di Memory. La lava dentro la sua testa si era spostata sulle sua gote, arrossandole e infiammandole.
 
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view post Posted on 27/3/2022, 23:39
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Memory MacWood | 12 anni | II anno

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Da quando erano entrate in Sala Grande, Memory si era guardata intorno. Non certo con una qualche particolare attenzione. Solo era un’ora insolita per lei. Sulle grandi tavolate riservate a ciascuna delle Casate il cibo era già ben disposto in grandi vassoi distribuiti con cura tra le stoviglie e i bicchieri. Le due ragazze avevano ben presto raggiunto il loro tavolo, ma a quanto pareva nessuna delle due aveva molta fame. Memory era ancora sovrappensiero per lo stato fisico della sua amica e l’altra ancora piuttosto malconcia. Oltre loro due, nella sala stavano qui e là alcuni altri studenti. Memory saltò con lo sguardo da uno all’altro senza troppa attenzione, fino a che tornando a guardare la compagna di nuovo le rivolse la domanda retorica. Tanto lo era che non si stupì affatto del diniego che ebbe in risposta. Esattamente come si aspettava. E come altre volte aveva già fatto durante la notte.
Ma come già durante la notte, il pallore si impossessò del viso della Concasata.
«Per tutti i Granciporri Hel, stai di nuovo cambiando colore!» - e così dicendo le versò un po’ d’acqua nel bicchiere, pur sapendo che quasi di sicuro non l’avrebbe bevuta.
Il brusìo della sala, d’un tratto si animò e le due ragazzine si voltarono immediatamente entrambe nella direzione da cui provenivano delle risate.
Serpeverde. La Casata con la fama peggiore. Anche se di tanto in tanto qualcuno dei suoi appartenenti eccepiva, per lo più tendevano a tenere fede al loro cattivo nome.
Fu per questo che anche il suono di quelle risa potè sembrare a Memory come stridente, quando si accorse che per di più stavano anche loro guardando nella loro direzione.
In circostanze normali, forse, non avrebbe dato peso alla coincidenza. Ma quella mattina veniva da una lunga, lunga notte di veglia e questo la rendeva meno incline a prendere le cose con leggerezza. Raddrizzò per bene la schiena e per l’impressione corrugò così tanto la fronte che qualcuno avrebbe anche potuto dire che quasi le sopracciglia volessero toccarsi.
«Chissà poi cosa mai ci troveranno da ridere.»
Si chiese se Helena avesse avuto mai direttamente a che fare con loro, ma non fece in tempo a proferire parola perché una nuova presenza sopraggiunse.
Un ragazzino, ostentando sicurezza, si accomodò vicino alla sua amica.
Memory restò in silenzio mentre ne osservava le movenze. Indossava proprio i colori Serpeverde, ma allungò le mani lungo il tavolo, più volte quante gliene occorsero per servirsi di cibo e succo di zucca. Incredibile come cianciasse liberamente di sè e di come avesse trascorso una notte difficile.
A quelle parole le sopracciglia di Memory si distesero oltre modo. Alzò gli occhi verso il cielo incantato del soffitto della Sala Grande e scosse il capo in segno di esasperazione. Tirò su una grossa presa d’aria, anche allora però non fece in tempo a rendere quel respiro in parole. Fu Helena a parlare per prima. E con una veemenza piuttosto non da lei. Riversò sullo sconosciuto ragazzino tutto il malcontento della situazione.
*Non ha proprio tutti i torti, però…* - iniziò a pensare, trovando del vero nel discorso della compagna. Tuttavia Helena stessa, tra le righe, stava lasciando al ragazzo la possibilità di difendersi. La stessa possibilità che, dopo tutto, gli avrebbe dato anche Memory grazie al dubbio insinuatosi nei suoi pensieri.
«Ok, ok. Calma adesso Hel, non ti fa per nulla bene.»
Le gote in fiamme della sua amica, in un modo o nell'altro, riaccesero in Memory la voglia di dar fiato all'impazienza che quel ragazzino aveva suscitato.
«E tu, a proposito, sicuro di sapere bene su quale libro passare le tue notti? Non credo, per la verità, sia stata Alchimia a tenerti sveglio.»

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view post Posted on 30/3/2022, 20:00
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Silias Thom Morgan | 11 anni | I anno

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Senza neanche notarlo mi sedetti al tavolo dei tassorosso con disinvoltura. Non era da me reagire e comportarmi in quel modo, io che ero stato sempre un ragazzo riservato e introverso. Ma quella mattina notando il gruppetto dei serpevwerde che ridevano nella direzione di quelle due ragazze, in me qualcosa si accese. Io che fin da piccolo non avevo mai avuto modo di essere amico di qualcuno, ritrovandomi sempre da solo ad affrontare i problemi. E poi c'era la storia di mio nonno, una ferita aperta che non si sarebbe mai rimarginata. Non potevo vederlo, e non potevo parlargli, non sapevo neanche come era fatto di persona, e questo mi logorava. Ma davanti a quelle risa tornai indietro con gli anni, e volevo aiutare. Questo mio strappo alla regola, non venne preso bene dalle due signorine che reagirono un po male e giustamente aggiungerei al mio comportamento strambo . .."forse prima di sedermi sarebbe stato meglio chiedere il loro permesso, per non parlare che mi sono servito da solo, iniziamo proprio male"...la ragazza dai capelli lunghi castani, che sedeva vicino a me, quasi
sbotto, vomitandomi a dosso tutta la sua rabbia nominando un certo Zacharias che quasi sicuramente era uno del gruppetto che se la rideva. Notai subito che non gli aveva fatto piacere vedere il colore della mia divisa, e dalle sue parole, percepii che volesse sapere qualcosa da me, come se io avessi partecipato in qualcosa di losco nei suoi confronti, e mentre mi sclerava in faccia, mi accorsi che la sua cera in viso era peggiorata. L'altra ragazza invece si tenne su le sue, scosse la testa in segno di rassegnazione, e cercò di calmare la sua amica, ma anche da lei ricevetti disapprovazione, eseguì un notevole giro di parole, dove era palese di capire che non credeva al motivo della mia notte insonne, e che gli stessi nascondendo qualcosa ...." ci hai preso, l'alchimia è l'ultimo dei miei tanti problemi , anche se quella materia per davvero non la digerisco "...pensai mentre cercavo qualche soluzione per uscire dal quel fraintendimento . Poi decisi di girarmi verso il gruppetto che si trovava sotto gli stendardi dei serpeverde, subito dopo quelli dei grifondoro e con il succo in mano dissi .... Ammetto di essere stato maleducato sedendomi e presentandomi cosi senza permesso, ma ho agito d'impulso perchè anche io ho dei trascorsi, e il tuo aspetto ...indicai il viso della ragazza dai capelli castani...ha risvegliato un qualcosa in me che mi ha portato a infrangere alcune regole che mi sono dettato...feci una pausa ....non so chi sia questo Zacharias di cui parli, e sono certo che centri qualcosa con il tuo stato attuale, ma questi colori che non sono di tuo gradimento, rappresentano non solo attitudini per le arti oscure , ma anche ambizione, intelligenza e determinazione...sorseggiai un po di succo con gli occhi fissi su quel gruppetto, che ora si erano zittiti e alloro volta mi stavano guardando frustati... non giudicarmi da essi, perchè oltre all'argento e il verde c'è silias, un mago dalle grandi ambizioni...mi voltai per un attimo fissando negli occhi la tassorosso al mio fianco... se posso mi piacerebbe conoscere i vostri nomi...non attesi una loro risposta, e tornai con lo sguardo su la compagnia dellirante , indicandoli con il dito...chi tra questi serpeverde è Zacharias ?...
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Helena S. Whisperwind | 12 anni | I anno

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La presenza di Memory si stava rivelando per Helena davvero rincuorante, come se fosse capace di assorbire un po' delle sue emozioni negative. Persino ascoltare il suono dell'acqua che le stava versando per riempirle il bicchiere, aveva un effetto calmante.
Non appena fu colmo, ad Hel venne spontaneo specchiarcisi dentro, o quantomeno provare a farlo. Il risultato non fu quello sperato, perché oltre una macchia rosea, due puntini azzurri e due linee scure, non poté notare altro riguardo il suo colorito. Inspirò profondamente e si sforzò a bere qualche sorso, riponendo in quell'acqua la speranza che potesse lavare via le sue sofferenze.
Se alla reazione spropositata di Hel il ragazzetto non pareva in alcun modo scosso, alla domanda di Memory iniziò a farfugliare parole a caso, spostando poi il discorso su certi trascorsi, l'aspetto di Helena, regole, ambizioni e...Arti Oscure. A queste ultime due parole la tassina sgranò gli occhi e senza farsi notare da Silias allungò un piede cercando quello di Memory, per accertarsi che anche lei avesse udito per bene. Se inizialmente l'aveva ascoltato con disattenzione, era arrivato il momento di riportare il focus su di lui.
Pareva sincero sulla questione Zacharias. Il suo tono di voce, le sue parole, il suo sguardo, non sembravano quelle di un bullo che voleva prendersi gioco di lei, ma avevano quasi un'aria di greve serietà. Che fosse stato vittima in prima persona, di Arti Oscure? Si pentì di non aver ascoltato con attenzione quanto lui aveva appena detto, persa nel tentativo di tenere sotto controllo il suo stato di salute.
In ogni caso, a riprova di quanto diceva, il gruppetto di Serpeverde aveva preferito il silenzio alle risa nel momento in cui il nuovo arrivato ci aveva posato lo sguardo sopra. Non avevano l'aria di aspettare un qualcosa di divertente che di lì a breve sarebbe dovuto accadere, anzi, piuttosto quella di chi ha appena visto sfumare la propria occasione di spassarsela.
Per quanto il suo sesto senso le volesse suggerire di abbassare un po' la guardia e rilassarsi, il malessere che la prendeva e poi la lasciava andare, come un'altalena che saliva e scendeva all'impazzata, le impediva di essere del tutto lucida e, per istinto di conservazione, la induceva a non lasciarsi andare ancora del tutto. E poi c'era da chiarire la questione Arti Oscure, perché quelle due parole insieme, pronunciate da un ragazzetto del primo anno, non preannunciavano nulla di buono.
Helena spostò lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde, seguendo quello di Silias. «Io sono Helena. E no, nessuno di loro è Zacharias...» Dell'insopportabile cugino, nemmeno l'ombra. Ma non appena Helena terminò di pronunciare la sua frase, qualcosa a quel tavolo poco distante stava per accadere. Una ragazzina coi capelli così biondi da sembrare bianchi si era avvicinata al gruppetto e aveva presumibilmente detto loro qualcosa di importante, perché buona parte di essi si alzò e si avviò fuori dalla Sala Grande con espressione semi-seria.
Helena scrutò le figure allontanarsi, in silenzio. Non aveva più voglia di pensare a quanto accaduto perché più ci pensava e più sentiva i nervi ribollire, più li sentiva ribollire e più stava male, più stava male e più odiava che tutto quello fosse causato da uno scherzo così stupido. E così via, un gatto che si morde la coda.
Dato che non sembrava che il Serpeverde volesse andarsene, né che si fosse seduto accanto a lei con l'intenzione di tormentarla, tanto valeva intavolare una discussione con lui e cercare di capire meglio chi avesse davanti e quanto le sue volontà fossero prive di luce. «Allora, Silias... perché non ci racconti quali sono le tue grandi ambizioni?»
Cercando di non dare ascolto a quelle antipatiche fitte alla testa, la Tassorosso prese una fetta di apple pie e ci affondò la forchettina dentro tagliandone la punta. Portò il piccolo pezzetto alle labbra e dopo essersi accertata che il profumo non le causasse nausea, iniziò a mangiarla con estrema calma.
«Una fetta di torta, Mem? Dovresti provarla, è deliziosa!»
A Silias l'avrebbe offerta più tardi. Forse. A seconda della sua risposta.
 
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Memory MacWood | 12 anni | II anno

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Vedere l’amica soppesare il bicchier d’acqua e finalmente bere un sorso, rincuorò Memory, significava che finalmente cominciava a reagire. Ma la novità di quel ragazzo che sembrava del tutto inconsapevole di non essere padrone del mondo, riaccese ancor più la scintilla negli occhi di Hel. E allora, se di per sè il suo modo di fare spazientì la Tassorosso, quando Hel la colpì al piede, al di sotto del massiccio legno del tavolo, un sorrisetto di sfida comparve sul suo viso. Distese le sopracciglia e fece spallucce alla volta di Helena. Voleva far capire all’amica che aveva inteso bene anche lei e che era giunto il momento di sentirne di più. Lasciò il tempo alla compagna di seguire i suoi pensieri e rispondere se voleva a ciò che le era stato chiesto, mentre lei osservò il nuovo arrivato gustarsi con soddisfazione ciò di cui s’era servito. Quell’aria di chi ne aveva il pieno diritto continuava a suscitarle una punta di fastidio, ma allo stesso tempo cominciava a divertirla.
Intanto che Hel si presentava, all’altro tavolo sembrò giungere una qualche notizia che spostò gli interessi dei Serpeverde lontano da lì. Chissà cosa era successo… E chissà come mai al ragazzo non stesse arrivando quella stessa notizia. Probabilmente aveva detto la verità e non c’entrava niente con loro.
«Io sono Memory e mi chiedevo se non volessi condividere con noi qualcuna delle regole che ti sei dettato. Sono sicura che anche un Verde-Argento potrebbe nascondere della nobiltà d’animo. Credi anche tu, Hel?»
Enfatizzò con malcelata ironia, anche se adesso stava cercando di ammaliarlo, per poter giocare un po’ al gatto e al topo. Pian piano, con la complicità di Helena, che seppe subito dare man forte chiedendo altri dettagli sull’argomento, si sentiva sicura che avrebbero trovato un modo per arrivare al dunque e capire quanto fondata era la sua allusione alle Arti Oscure.
«Molte grazie, accetto ben volentieri una fetta di torta.»
Già, quale miglior modo se non mettersi comode per sentire quanto avrebbe raccontato il ragazzo.

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Silias Thom Morgan | 11 anni | I anno

silias
Quante volte gli era stato detto di contare fino a dieci prima di parlare ? ...tante, ma Silias continuava a ignorare questo consiglio. Le sue parole venivano da sempre fraintese, e più delle volte si trovava a passare per uno snob, cosa che lo infastidiva e cosa che purtroppo allontanava chiunque provasse o meglio tentasse di conoscerlo. Per chi non lo conosceva i suoi modi di fare risultavano irritanti e soprattutto infantili. Questo era dovuto al fatto che il suo modo di parlare e di comportarsi facevano alludere a un ragazzino che si atteggiava a uomo vissuto. Ma non lo faceva apposta, non voleva realmente questo, era solo penalizzato dal fatto che fin da piccolo leggeva molto, e questo gli aveva aperto talmente la mente che il suo approcciarsi con gli altri era diventato impossibile, in quanto da parte loro sentire tali idee e tali concetti espressi da un tredicenne era pressoché fuori luogo....le mie ambizioni ? mmm .. per un attimo frenò la lingua, ma poi rispose sinceramente...le mie ambizioni , sono quelle di uscire di qui, e chissà provare a diventare Auror, ma ho anche altri piani per la testa...le due ragazze dopo essersi presentate, erano diventate strane, come se quel difetto di Silias fosse stato scoperto...e per la cronaca spero che il concetto da me espresso in precedenza non sia stato frainteso...menzionare le arti oscure era sempre arduo, e nominate da uno che indossava i colori serpeverdi era ancora peggio...volevo solo dire che non tutti i serpverde nutrono l'ambizione di diventare dei maghi oscuri, il passato ci penalizza...fece una pausa per sorseggiare ancora il suo succo di zucca, mentre manteneva lo sguardo fisso su il gruppetto verde-argento, che stranamente dopo l'entrata in scena di una loro compagna stavano lasciando la sala grande...in pratica, non siamo tutti cattivi, ci sono anche grandi maghi tra loro, io non sono di certo uno di loro, ma punto a diventarlo...le due tassorosso, iniziarono a mangiare un po di torta, helena sembrava non essere infastidita dal suo sapore, e questo fece piacere al ragazzo che voleva consigliargli di mangiare qualcosa...Memory giusto ?...disse con lo sguardo fisso sulla ragazza mentre afferrava un pezzo di torta...comunque le regole che mi sono prefissato, sono semplici... non parlare con nessuno - vivere la mia vita scolastica da eremita e ignorare chiunque mi rivolga la parola, professori esclusi...ancora una volta quella antipatia stava di nuovo emergendo...queste regole nascono dal fatto che fin da piccolo causa cose che non vi sto a dire, ho preferito rinnegare la società decidendo di crescere da solo, non ero libero di uscire come gli altri bambini, e credo che i libri siano diventati i miei migliori amici...in quel momento non voleva risultare patetico, e di certo non voleva essere compatito , così si limitò a cambiare argomento...comunque se posso chiedere, visto che ormai ho infranto le mie regole...poggiò il bicchiere sul tavolo, e rivolgendosi ad helena si pronunciò con curiosità...scommetto che tu sei stata vittima di uno scherzo o bullismo ? - scusa la parola forte, ma io con questi argomenti ho un po di esperienza, ancora oggi ne soffro, anche se qui il nonnismo non c'è, pensavo di esser preso di mira, ma a quanto pare nessuno mi calcola...non sapeva come arrivare al dunque limitandosi a fare un'ultima domanda ....se vuoi parlarmi ti ascolto, ma sempre se vuoi , anzi volete...si rivolse anche a memory...posso anche andarmene e tornare alle mie regole, non ho alcun motivo di insistere ....
 
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view post Posted on 18/8/2023, 15:05
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No rain, No flowers

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Helena S. Whisperwind | 12 anni | I anno

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Bastò uno sguardo e un segno di complicità tra Helena e Memory per comprendere che entrambe stavano pensando alla stessa cosa e avevano le stesse intenzioni.
Curioso, l’arrivo di un Serpeverde sconosciuto proprio in quel giorno. Ancora più curiosa la sua sfacciataggine e più che curiosa, bizzarra, la sua self-confidence nel nominare le arti oscure. Chi non si sarebbe insospettito? Quando però il ragazzetto ebbe modo di spiegarsi meglio, le sue intenzioni divennero sempre meno sinistre, e sempre più umane.
Il discorso del serpeverde catturò l'attenzione di Helena in modo inaspettato. Mentre si trovava immersa nelle sue riflessioni che scaturivano da quei racconti, una mano estranea le picchiettò con decisione la spalla, facendola quasi sobbalzare per quell'improvviso contatto.
La ragazzina biondissima di prima, quella che per qualche ragione era stata capace di far spostare la cricca di serpeverde, le porgeva una pergamena arrotolata e sigillata con un po' di ceralacca verde-argentea, con una W graziata in rilievo. Era lo stemma utilizzato dai membri della famiglia paterna di Helena, i Whisperwind, per corrispondenza formale e informale. Helena si sentiva così poco rappresentata da quell’emblema, tanto che non aveva mai usato quello in suo possesso e non era nemmeno sicura di averlo portato ad Hogwarts.
«Sei Helena Whisperwind, vero? Tua cugina Alexandra ti manda questa.»
E senza aspettare conferma, lasciò la missiva nelle mani della tassorosso e andò via, seguendo gli altri fuori dalla sala grande. La destinataria lanciò un’occhiata all’amica e a Silias e subito la aprì per leggerne il contenuto:

Ciao Helena,
so che quel rimbecillito di mio fratello ne ha combinata un'altra delle sue.
Voleva farti uno scherzo (?) ma si è ingannato con le sue stesse mani. Per farla breve, convinto che il pasticcino "speciale" fosse solo quello che aveva offerto a te, si è trangugiato con il suo amico Murphy tutti i restanti della confezione. A quanto pare invece erano tutti avvelenati e adesso sono entrambi in infermeria e stanno come due pezze.
Penso che con uno non dovresti avere troppi problemi, ma in caso fatti dare uno sguardo da mr Kang.

P.S.: Se ti va di trasfigurarlo in un furetto o in una scolopendra pelosa, fai pure. Io farò finta di non saperne nulla.

Ci si vede!
A.W.

«Svelato l’arcano! Zacharias è proprio uno stupido, ma questo di certo non era un mistero.»
Rilesse il contenuto della lettera, stavolta a voce alta in modo che anche i due commensali ne fossero al corrente, e concluse con uno sbuffo sarcastico e un mezzo sorriso amaro.
Era ancora delusa e arrabbiata con suo cugino e non riusciva proprio a capacitarsi di cosa avesse potuto trovare di così dannatamente divertente nell'avvelenare qualcuno. Ma c’era una piccola parte di sé (e fu difficile e triste ammetterlo) che quasi gongolava nel saperlo a letto e malandato per colpa delle sue stesse cattiverie.
Karma. Karma istantaneo.
Zia Juls le aveva raccontato che spesso succede che il male che uno fa, trova il modo di tornare indietro. Così come le buone azioni, come in un equilibrio cosmico, cause ed effetti che si susseguono incessantemente. Aveva definito questo concetto “Karma”, e ad Helena piaceva immaginare che potesse esistere davvero. Magari questo Karma istantaneo che aveva deciso di punirlo, sarebbe potuto tornargli utile come lezione di vita!
Ripensò poi ad Alexandra, che si era resa conto della cavolata che Z. aveva fatto. In fondo, scavando sotto quella corazza di cinismo, individualismo e freddezza, era una tipa a posto. C’era un lato positivo in lei: non riservava la sua indifferenza solo ad Helena in quanto “cugina mezzosangue”, ma era semplicemente così con tutti e lo sarebbe stata anche con Salazar Serpeverde in persona, se solo avesse avuto la possibilità di conoscerlo.
«Mi spiace di aver dubitato di te ed essere stata così scortese nei tuoi confronti, Silias.» mormorò rammaricata Helena.
«Puoi stare qui con noi, certo. E anzi, grazie per esserti preoccupato per me. Immagino tu abbia capito dalla lettera che cosa è successo.»
Quel ragazzo si era solo trovato nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Era ormai chiaro per tutti che non aveva nulla a che fare con suo cugino né con quel genere di persone che godono nel violare la libertà altrui con stupidi “scherzi”, vessazioni oppure odio gratuito.
«Non si può stare sempre soli però. È così bello sapere di avere accanto una persona con cui condividere esperienze ed interessi comuni! Una persona su cui poter contare, di cui potersi fidare, con cui potersi confidare, poter crescere, confrontarsi… insomma, un'Amica
Osservò Memory con un sorriso. Complici sicuramente la casualità dell’essere state assegnate alla stessa stanza, le chiacchiere serali, i momenti condivisi durante i pasti e nelle ore libere dalle lezioni, ormai era certo per Helena il fatto di poter riporre in Memory la sua completa fiducia.
Nonostante fossero passati solo pochi mesi da quando avevano iniziato a conoscersi, il legame tra le due tassorosso sembrava sempre più solido e l'episodio della notte precedente avrebbe di sicuro contribuito a rafforzarlo ulteriormente.
 
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view post Posted on 27/8/2023, 23:17
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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Memory MacWood | 12 anni | II anno

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Il ragazzo si addentrò in quelle che per certi versi potevano dirsi confidenze e Memory lo ascoltò con vero interesse. Giusto una buona parte della sua attenzione rimase rivolta alla deliziosa torta. Allo stesso tempo teneva d’occhio Hel. Sembrava ormai stesse riprendendo sempre più vigore, anche se lentamente. Per quanto potesse notare Mem, Helena stava ascoltando anche lei le ammissioni del giovane Serpino.
Tra un sorso e l’altro Silias stava sciorinando una serie contrastante di informazioni, idee, aspirazioni e luoghi comuni. Memory non lo interruppe per un po’, non ancora per la stessa cortesia che sembrava cominciare a nutrire la sua Concasata, quanto piuttosto perchè il disappunto per l’aria spavalda del ragazzo non aveva ancora abbandonato il suo animo. Grazie alla squisita opera degli Elfi, la permalosa ragazzina ebbe altro a cui attribuire priorità. Ciò nonostante non si perse nulla, soprattutto quando egli si rivolse direttamente a lei. Annuì per confermargli il proprio nome e aggrottò le sopracciglia, quasi non riuscisse a credere alle sue orecchie. Auto-isolamento pur in mezzo ad altra gente…
*Per tutti i Granciporri! Come può un ragazzino aver stabilito una roba del genere per se stesso? Sta quasi diventando esasperante…*
Mem avrebbe quasi sbottato e fatto “no” con la testa, se non fosse arrivata un’altra persona.
La biondissima Serpeverde di poco prima.
La nuova arrivata interagì immediatamente con Helena, suscitando tutta la curiosità di Memory. Per lo stupore dimenticò in un attimo l’animosità verso l’intruso al suo tavolo di casata. Anzi, dopo una rapida occhiata alla scena tra la bionda ed Helena, si volse nuovamente verso Silias e questa volta con l’intenzione di coinvolgerlo nella voglia di scoprire cosa contenesse la pergamena e sapere cosa ne pensasse lui di quell’arrivo.
Tornò poi di nuovo su Helena e ricambiò la sua occhiata, come per incoraggiarla.
Attese in silenzio, ingoiando la sua impazienza, tutto il tempo necessario ad Helena per controllare il fregio, rompere il sigillo, srotolare il papiro, leggere le parole che si susseguivano nelle varie righe…
Finalmente la ragazza capitolò in un commento sulla stupidità del cugino. Poi subito lesse in loro favore.
Memory catturò ogni parola e subito le incastrò nella sua testa in un quadro che cominciava a prendere nuova forma nella sua immaginazione. Quando l’amica sbuffò nel riavvolgere la pergamena, subito chiese, curiosa e un po' soprappensiero:
Chi è tua cugina Alexandra? Anche lei è qui ad Hogwarts?
La buona Helena, col suo fare gentile verso il loro ospite, riportò i pensieri di Memory a quanto poco prima Silias stesse raccontando loro. Quindi lasciò che la sua amica elargisse i suoi consigli e colse la palla al balzo. Apparentemente le stava solo dando ragione, appoggiando la sua tesi che ciascuno deve avere delle amicizie. In realtà nella sua mente, Silias cominciò a rappresentare una potenziale opportunità.
E’ vero Silias, non si può star sempre da soli.
Prego, perchè non prendi anche tu una fetta di torta? E’ davvero buonissima e starà perfettamente col tuo succo di zucca. Ora, forse è un po’ presto per sentirti certo di poter contare su di noi, ma ti assicuro che sulla squisitezza della torta puoi fidarti di me.

Gli sorrise con fare amabile, poi si voltò verso Helena:
Hel, pensi sia il caso di farti controllare?
Il peggio sembrava essere passato, ma solo la ragazza avrebbe potuto dire se lo era davvero o meno. Se l’amica avesse declinato l’invito, Memory non avrebbe resistito dal proporre, con un filo di allusione nella voce:
Potresti parlarci un po’ di tua cugina e di suo fratello… Come diceva poco fa il nostro Silias qui, non tutti i Serpeverde sono cattivi…
Alexandra suggerisce di ricambiare… Tu che ne pensi?

Riprese ad affondare la forchetta nel suo pezzo di torta, come se fosse del tutto innocente. Nel frattempo guardò di sottecchi il Serpeverde, per capire quanto interesse avrebbe mostrato per quella conversazione.


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view post Posted on 30/9/2023, 08:26
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Silias Thom Morgan | 11 anni | I anno

silias
Una strana sensazione emerse in Silias, che con sguardo confusionario, se ne stava a fissare le due tassorosso. Non si aspettava che le due ragazze iniziassero a prenderlo in considerazione, come se le sue parole avessero mutato i loro pensieri diffidenti. Naturalmente non era abituato a tutto quello che stava succedendo… “ possibile che abbiano già cambiato opinione di me ? ’’...questa domanda comparve nella sua mente, mentre una ragazza si avvicinò al loro tavolo consegnando una lettera ad Helena, che con fare deciso si prestò ad aprire dopo il congedo della serpeverde.

Ascoltando la lettera su il viso di Silias emerse un'espressione che non era per niente rilassata, anzi si notava che i suoi occhi erano arrabbiati, come le sue sue labbra che si erano arricciate in segno di disgusto verso quella combriccola di stupidi che per gioco avevano rischiato di far male a una loro compagna.

Un dio esiste a quanto pare…si espresse cosi, mentre Helena forse iniziava a pensare di aver dubitato della persona sbagliata…ben gli sta questa fine è per i stupidi che giocano con la salute degli altri…considerava il cugino della tassina uno scemo - ma chi è tanto idiota di avvelenarsi con il proprio veleno ? - possibile che non era riuscito a distinguere i pasticcini avvelenati da quelli non contaminati ? - non riusciva a togliersi dalla mente queste domande…

Le due ragazze erano arrabbiate come Silias d'altronde, il fatto che un ragazzino potesse mettere in atto una cattiveria del genere non lo faceva ricredere della razza umana, che continuava a deluderlo. …Tranquille la solitudine mi ha dato modo di pensare e riflettere di quanto sia deludente la razza umana, e questa è l’ennesima prova…rispose così alla preoccupazione delle tassorosso, che ricollegandosi alle sue parole gli avevano consigliato di cambiare modo di fare, e aprirsi di più, facendo amicizia e vivendo una vita sana rispetto a quella che stava portando avanti…Il concetto di cattiveria, viene sempre ricollegato a un elemento che ne fa uso o ne ha fatto uso, in molti pensano che questi colori siano associati alla malvagità, ma non tutti sanno che questi colori sono associati anche al bene, non tutti siamo fanatici della razza pura, e neanche persecutori, siamo solo indottrinati dalle nostre famiglie, si cresce per volere loro, e no per il nostro, i miei non erano serpeverdi, pensate mio padre è un grifondoro e mia madre una tassorosso, ma entrambi mi hanno detto quando ho vestito questi colori di non preoccuparmi, perchè è una divisa come un’altra, sta a me imprimere in essa la mia vera natura…

Silias si era sempre fidato della sua testa, sapeva cosa voleva e sapeva come ottenere i suoi obbiettivi, per questo si era isolato, per questo si era identificato come apatico e antipatico, il suo volere prelevava su tutto, la biblioteca era il suo castello, la sala grande il punto di osservazione e le aule il suo laboratorio, aveva tutto chiaro in mente, e questo lo metteva un passo avanti su tutto…

Ricambiare ? …per un attimo silias guardo sorto Memory che aveva avanzato una soluzione poco pratica e al pari del livello di stupidità del cugino di helena…Secondo me ricambiare non ti porterà a nulla, ti abbasseresti semplicemente al suo livello, e i tuoi occhi mi dicono che non sei una stupida, ma sveglia, quindi io ci penserei, potrebbe essere una trappola, per prima cosa accertiamoci se sia veramente in infermeria e se tua cugina è quello che dice di essere, potrebbe essere in combutta con lui...

Purtroppo Silias non si fidava di nessuno e non sarebbe stato quello il giorno in cui avrebbe cominciato a farlo…


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