Casey Bell vs Sirius White, Studente vs Docente | Giornata del duellante - Finale

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view post Posted on 30/4/2022, 12:54
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Il Fato

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La Giornata
del Duellante



Benvenuti, tra breve il duello avrà inizio e il mio compito è quello di arbitrarlo.
Vi prego di postare i punti statistica e gli incanti con i quali vi siete iscritti (N.B. il punteggio massimo per ciascuna categoria è di 300 perciò se eccedete riportate la cifra massima consentita).
Se vincete potrete avere fino a 4 punti statistica per ogni campo.
Se perdete potrete avere fino a 2 punti statistica per ogni campo.
La quantità precisa verrà scelta da me, alla fine, in base ai vostri meriti e demeriti.
Ogni utente ha a disposizione 72 ore per postare, pena la perdita del turno; alla terza assenza si incorre nell'esclusione dall'evento, con conseguente vittoria dell'avversario. Non ci saranno richiami, semplicemente se postate in ritardo la vostra azione non verrà considerata e il turno è ritenuto saltato. Sono concesse fino a 3 proroghe da 24 ore ciascuna a patto che queste vengano richieste prima dello scadere del proprio turno.
Per eseguire un incantesimo siete pregati di seguire le indicazioni che trovate in Descrizione Incanti nel Reparto Apprendimenti della Biblioteca.
Non si possono usare le Maledizioni senza perdono, incantesimi oscuri e incantesimi letali.

Consultate il regolamento dei duelli per tutte le regole, l'ambientazione, l'entità dei danni e le eccezioni d'uso.
Buon divertimento!

Iniziate!

 
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view post Posted on 3/5/2022, 14:46
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CASEY BELL
vs. Sirius White
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• PM:297/297 •
LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Il mosaico scarlatto ricopriva a sprazzi i pavimenti della Torre di Astronomia sin dagli ultimi gradini della scalinata di fronte alla Signora Grassa. Sotto i suoi passi pesanti, sotto un cumulo di preoccupazioni e stanchezza, i primi petali sussultarono teneri sgualcendosi fra le fughe delle piastrelle. Percependone il rumore ovattato, Casey sollevò lo scarponcino e osservò la mistura di carni sottili, linfa e polvere. Sbigottita, le sopracciglia un disegno sghembo sotto la fronte, seguì le trame dell'insolita tappezzeria fino all'orlo del ritratto, dove la Guardiana dei rosso-oro ridacchiava tutta guance e riccioli dietro un calice di vinello.
«Qualcuno ti vuole bene, mia cara.»
«Che sta succedendo lì dentro?»
Non capendo, la ragazza si avvicinò alla dama con aria inquisitrice.
«Oh, io so. So tutto, io. Ma non posso dire nulla.»
La Signora delle Stranezze, così avrebbero dovuta chiamarla. Spiona e ciarliera nei momenti peggiori, criptica all'occorrenza. Probabilmente ci avrebbe capito di più entrando in sala comune.
Detta la parola d'ordine, il passaggio si aprì, ma prima di lasciarla passare la Signora Grassa le parlò ancora.
«In bocca al lupo per domani, Bell-ina cara. Battersi con White sarà un grande onore, ma ancor più grande è l'onore di avere due membri di Godric sul podio!»
«Grazie mille, speriamo ben-» si fermò in mezzo al buco del ritratto. «COOSA? DOVRÒ BATTERMI CONTRO WHITE?!»

***

La rosa rossa, benché appuntata sulla giacca nera, possedeva gli stessi toni accesi e la stessa carnosità di quando la trovò sul suo letto.
Come tutti, anche lei alla prima impressione pensò che al castello ci fosse un folle bulletto autore di strani scherzetti (o un folle spasimante, anche se per lei era meno probabile). Ritrovarsi la camera piena di rose dell'amore poteva solo essere un astuto piano per metterla sotto i riflettori e illuderla per renderla lo zimbello della casata. Il biglietto, ovviamente letto e custodito lontano dagli occhi altrui, chiarificò ogni cosa. Quel rosso rappresentava il leone di Godric e un affetto ben più puro di qualsiasi adolescenziale malizia.
Oliver aveva i suoi modi per manifestare il proprio sostegno. Non si sarebbe mai potuta abituare alla sua galanteria, non faceva parte del suo mondo. Sul momento una parte di lei sussurrò si trattasse di un fraintendimento. Poi vide l'articolo incorniciato e cadde a peso morto sul letto tempestato di petali.
Avrebbe dovuto duellare col professor White.
White, che era un signor mago, un signor duellante, un uomo col triplo dell'esperienza di lei.
Sarebbe morta.
Ecco cos'erano quelle rose: fiori sulla sua tomba.

I pensieri fluirono via non appena si arrese. Coccolata dalle lenzuola e dai fiori, dal profumo intenso che avvolgeva l'aria, si ritrovò con la mente vuota. Il tempo pareva essersi fermato.
In quel momento, stringendo i petali fra le dita, percepì quell'affetto prorompere da ogni dove. Il cuore si scaldò, il suo vuoto nella testa pulsare richiamando il ricordo mancante1, e si disse che andava bene così.
Quelle non erano rose su una tomba, né una consolazione. Erano stima, erano sostegno, erano orgoglio. Era il "va bene così" di Oliver, denso del suo affetto più grande.
Non si parlavano spesso da quando… quando? La data esatta era un mistero. Ma luinutriva ancora qualcosa per lei, e lei per lui.
Il cuore le sussultò.
Avrebbe dovuto confrontarsi col suo professore preferito, col suo maestro di Pozioni. Con un uomo che stimava tanto, non con un perfetto sconosciuto o con un conoscente. Questo era peggio. Come avrebbe potuto caricargli addosso tutta la sua ira? Come avrebbe potuto scagliargli contro una fattura?
Altri studenti di Hogwarts avrebbero reputato un privilegio poter aggredire impunemente un insegnante. Forse anche lei, ma non con lui.
In ogni caso, prima di potergli far qualcosa avrebbe dovuto sopravvivergli.

Si presentò in Congega ben vestita per i suoi standard. Una giacca di velluto nero, con la rosa rossa spillata sul cuore a rimembrarle il sostegno da cui poter attingere; una camicia bianca, un paio di jeans e scarpe da tennis comode.
Vide la folla, i giornalisti, il pubblico, gli altri duellanti pronti alla finale. Lei era pronta? Non lo era mai stata. Si era sempre lasciata cogliere alla sprovvista dalla sua emotività.
Si sforzò di scacciare via ogni pensiero superfluo dalla mente, anche se tremava dalla paura. Doveva cominciare a sbarazzarsi di tutto quello per rimanere lucida.
Si sedette sul gradone più basso degli spalti di fronte alla pedana del duello. La testa fra le mani, i gomiti ritti come spilli infilzati sulle cosce. Quante persone avrebbero visto quell'incontro? Cosa avrebbero scritto dopo la sua sconfitta? Cosa si aspettavano che combinasse una studentessa?
• CONOSCENZE: X


1. Sorge qui il motivo del io breve ritardo, come ho riferito al Master Adepto. Volevo aspettare un attimo una risposta sulla mia quest di Divinazione, aperta qualche giorno fa. Come concordato con lui, il secondo step di Divinazione sarà ambientato qualche giorno dopo il duello, onde evitare strani paradossi dato che non sarà semplice da un punto di vista mentale e fisico.

In bocca al lupo, Sir. ♡
E grazie, Oliver, per i fiori. ♡
 
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view post Posted on 3/5/2022, 20:49
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SIRIUS WHITE
vs. Casey Bell
• PS:300/300 •
• PC:300/300 •
• PM:300/300 •
LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Disciplina, ordine, sacrificio.
Aveva accolto ogni beneficio da ogni esperienza, sospinto il proprio corpo fin sull’orlo dello sfinimento ma non si era mai dato per vinto. Era stato forse questo a portarlo alla finale di uno torneo duellanti tanto famoso e prestigioso come lo era quello della congrega duellanti?
Probabilmente eppure il carissimo professore non era affatto in grado di riconoscere la bontà dei propri successi. Sembrava capitasse tutto a caso, qualche volta, spinto da chissà quale sprizza di autostima, era riuscito finanche ad autocelebrarsi ma raramente. Il suo passato, le sue scelte, lo avevano condotto su sentieri bui di cui si portava ancora gli strascichi.
Quanto avrebbe voluto cancellare il passato, essere diverso, nascere diverso ma questo gli era toccato. E lui non aveva ancora imparato a conoscersi affondo.
Era impegnato nella lettura di alcuni fogli di pergamena sulla ben note proprietà dell’algabranchia quando una candida civetta, facendosi spazio tra le torrette del castello, giunse recando l’invito a partecipare alla finale del duello.
Non s’aspettava di finire con quel particolare candidato giacchè l’idea di potersi scontrarsi con Emily Rose, la caposcuola di Serpeverde, lo aveva stuzzicato. Così, nell’apprendere del di lei abbandono alla competizione, aveva sospirato un tantino dispiaciuto. Non sarebbe forse stato una buonisima opportunità per saltare tutti i loro conti in sospeso? Vero, anzi, verissimo ma il fato aveva saputo essere più benevolo di quanto lui non fosse mai stato con se stesso e questo non perché non apprezzava la sua nuova sfidante ma perché, eliminata Emily dai suoi pensieri, l’oscuro passeggero che lo accompagnava poteva tornare a dormire facendo spazio al candido e correttissimo docenti di Pozioni.
Aveva già conosciuto Casey, l’aveva interrogata di persona, vi si era confrontato in occasione di un colloquio di orientamento e l’aveva apprezzata in tutta la sua singolarità oltre che per le numerosissime poitenzialità con le quali si accompagnava.
Non aveva mai visto una studentessa tanto brillante come la caposcuola rosso-rosso o forse sì; Gli rammentava proprio lui.
E così un semplici scontro tra duellanti apriva dinanzi a sé ogni più inverosibile prospettiva. Docente e discente, adulto e adolescente, ordine e caos, vecchio e nuovo, passato e futuro.
La faccenda lo eccitava. Aveva sorriso e l’idea divertito così tanto da attendere il giorno promesso con trepidazione e non poca ansia. Non si trattava di paura, non lo era mai stato. Si trattava solo di desiderio ardente di mettersi alla prova, di confrontarsi con una studentessa che sapeva perfettamente di essere abile e che lo avrebbe sicuramente sorpreso come peraltro già era accaduto in passato.
Dopotutto le vie del fato non eran forse numerose ed imperscrutabili?
<< E tu che ci fai ancora qui ? >>
In piedi accanto proprio a quella studentessa che aveva raggiunto appena fatto il suo ingresso nella sala, avrebbe posato, dolcemente una mano sulla spalla, porgendo l’altra libera, come un invito ad sollevarsi da un gradone fin troppo basso.
Un sorriso come un silenzioso incoraggiamento.
Che lo volessero o no, il momento era giunto e dovevano esser pronti.
Così quando e se la fanciulla avesse colto il suo invito, porgendo i suoi saluti all’arbitro che per l’occasione era stato designato, avrebbe scortato la giovane a quella pedana che li attendeva per la competizione, non più anonimi ma coraggiosi sfidanti senza paura.
<< Buona fortuna….>>
Le avrebbe sussurrato, allontanandosi di sua volta per raggiungere il lato opposto di quella pedana.
<< Ne avrò bisogno anche io! >>



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view post Posted on 7/5/2022, 13:15
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Jago Jenkins aveva vissuto più avventure di quante fosse disposto ad ammettere e attorno alla sua figura circolavano le storie più fantasiose. La sua indole menefreghista ed egoista lo aveva portato ad essere odiato perfino dai suoi figli; i momenti in cui aveva deluso le loro aspettative erano stati tanti quante le volte in cui si erano trovati a pensare “Adesso ha davvero raggiunto il fondo, non potrà mai fare di peggio” e invece, sorprendentemente, capitava qualcosa che ribaltava le loro convinzioni. Da giovane JJ aveva spiccato nel panorama duellistico nazionale e prometteva di diventare un campione, non fosse stato per un brutto incidente che gli era valso la carriera. A quel punto aveva dovuto rimettersi in discussione e non volendo abbandonare del tutto lo sport che adorava, aveva scelto di diventare arbitro imparziale sfruttando la fama e le conoscenze acquisite in gioventù.
Tra manie e vizi, il più curioso era la passione smodata per il succo di zucca che Jago beveva in quantità spropositata; c’era chi sosteneva che, a furia di berlo, il suo incarnato avesse assunto un colorito arancione, chi invece lo vedeva predisposto ad abbronzarsi ferocemente in estate. Qualunque fosse la verità, anche quel giorno il mago teneva incastrata sotto l’ascella una bottiglia piena di succo.
Si materializzò nella sede della Congrega dei Saggi Duellanti in perfetto orario e si diresse verso l’impiegato di turno che lo accolse con modi gioviali.
Buongiorno signor Jenkins, non sa che duello interessante le si prospetta!
L’uomo fumava una pipa, riempiendo l’abitacolo che separava la sua postazione di lavoro dal pubblico di un odore pungente; oltre la coltre di fumo il suo viso appariva entusiasta.
Una manciata di rughe si diramò sulla fronte dell’arbitro ed un paio di fossette emersero agli angoli delle labbra curvate in un sorriso soddisfatto - i canini lievemente aguzzi rendevano inquietante il volto di colui che nutriva per il mondo dei duelli magici la massima riverenza.
Continua, Fitzgerald lo esortò avanzando di qualche passo verso il divisorio oltre il quale il funzionario si barcamenava tra un plico di scartoffie e l’altro.
Le è stata assegnata la Sala numero 3. Gli sfidanti sono Sirius White e Casey Bell, entrambi già noti a questa sede.
Jago si vide passare due pergamene informative che lesse con gran rapidità.
Una volta ultimata la lettura i suoi occhi brillavano di eccitazione.

Pochi istanti dopo il signor Jankins fece il proprio ingresso nella sala. Era molto ampia e luminosa, sulle pareti spiccavano alte finestre provviste di tende che permettevano alla luce diurna di filtrare ed illuminare la pedana ed il soffitto raggiungeva i sei metri d’altezza. Oltre alla struttura predisposta per i duelli e lo spazio riservato agli spalti che abbracciava l’intera pedana ad una distanza di sicurezza, nella sala spiccavano una serie di oggetti: un lungo tappeto sulla pedana, due armadi (uno con libri e l’altro con coppe e trofei) addossati alle pareti laterali alla pedana, quattro armature - una per angolo - otto torce che oscillavano, un enorme lampadario appeso sopra il centro della pedana composto da trentasei candele, due candelabri a tre braccia, una quindicina di quadri, arazzi e stendardi alle pareti, quattro statue gargoyle poste agli angoli della sala, due puff, due file da dieci sedie poco distanti dai due lati lunghi della pedana, un tavolo addossato al muro e quattro ganci appesi al soffito per appendere gli stendardi.
L’arbitro sistemò il mantello e prese posto sulla sedia perpendicolare alla pedana. Scandagliò Sirius e Casey con manifesto interesse, quasi si aspettasse qualcosa con quel gesto banale.
Salve, signori. Il mio nome è Jago Jenkins e arbitrerò il vostro duello secondo le normative vigenti in questa Congrega. Arrivare fin qui non vi permette di adagiarvi su piume di jobberknoll, ma anzi deve essere un monito per impegnarvi fino all’ultimo incantesimo. Volse il braccio in direzione della platea riunita per assistere alla finale, come a dire che Sirius e Casey avrebbero avuto la responsabilità di impegnarsi non solo per loro stessi, ma anche per chi li supportava. Jago aveva imparato, durante la sua carriera sulle pedane, che il pubblico e i fans erano la miglior miccia per innescare i duelli più memorabili, assieme alla grinta e alle capacità del duellante.
Esigo un duello pulito al massimo delle vostre capacità; ritengo vi siano i presupposti perché possa aspettarmelo riprese, traendo dalla tasca un galeone raffigurante una creatura magica su ciascuna faccia Wampus o Serpecorno?
Similmente al Testa o Croce babbano, a seconda dell’esito sarebbe stato decretato con equità chi dei due sfidanti avrebbe dato inizio al tanto atteso duello.
Casey Bell
PS: 279/279
PC: 254/254
PM: 297/297

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3

Sirius White
PS: 300/300
PC: 300/300
PM: 300/300

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3


Benvenuti al gran finale!
Reminder: per permettere uno svolgimento celere e dinamico del duello, vi è richiesto di postare entro 72 ore (tre giorni) dall'ultimo masteraggio. Nel caso foste impossibilitati a rispettare le tempistiche, vi esorto a mandarmi tempestivamente un mp così da concordare una proroga. Disponete in tutto di 3 proroghe da 24h ciascuna, in caso di mancata risposta entro il tempo stabilito si incorrerà in un richiamo - al terzo il duellante verrà espulso e automaticamente vincerà l'avversario.
In bocca all'Ippogrifo e che vinca il migliore!


 
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view post Posted on 8/5/2022, 16:20
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CASEY BELL
vs. Sirius White
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• PM:297/297 •
LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Il vuoto nel cervello costituiva un momento saliente della preparazione al duello. Eliminare ogni superfluità fra i pensieri e concentrarsi sui sensi permetteva alla mente di tranquillizzarsi e ai muscoli di distendersi.
Non doveva passare in rassegna gli incantesimi imparati, non doveva pensare alle potenzialità e ai difetti propri e dell'avversario. Simili appunti bisognava memorizzarli ancor prima che l'emozione giungesse, giorni e giorni prima, e lasciarli a momenti più lucidi. Ormai aveva imparato, ormai possedeva una sua routine. Ma era sempre più difficile scontrarsi con l'ora X.
Era ancora nel suo mondo quando si sentì chiamare. Sirius White le venne incontro. Gli sorrise, un po' stordita dai respiri profondi della sua semplice meditazione. La mano sulla spalla e il tono gentile sciolsero in parte le sue tensioni.
«La stavo aspettando.»
Si alzò. Le tremavano le gambe, volevano afflosciarsi come vittime di un Gambemolli. Non sapeva come avrebbe potuto desiderare di far del male a quell'uomo.
«Non crede anche lei che si tratta di uno sport fin troppo violento?» chiese. In quel preciso momento li raggiunse l'arbitro.
«Buongiorno.» Lo salutò d'impulso, non appena fece la propria entrata in sala. Lo guardò intimorita, mentre Sirius l'accompagnava alla sua postazione sulla pedana. Un'occhiata laterale, che ne notò i canini e solo dopo il colorito aranciato della pelle. *Una carota malefica assassina*.
Sirius, prima di allontanarsi verso il suo posto, le augurò "buona fortuna". Gli disse «Grazie» e un risolino nervoso la fece sussultare alla sua frase successiva.
«Ne avrò bisogno anche io!»
*Non credo proprio* si disse, *ma...* «Allora buona fortuna anche a lei!» gli rispose mentre si allontanava.
Da suo angolo di pedana, poi, ascoltò le parole dell'arbitro Jenkins.
*Un duello pulito. C'è mai stato un duello pulito qui dentro? Se per vincere bisogna mettere K.O. l'avversario, non esiste un modo davvero pulito per farlo. Forse chiede di non fare mosse stupide come... tentare di assassinarci a vicenda? Strano detto da uno con quei canini. Magari è pure un vampiro.*
I pensieri di Casey cominciarono ad accavallarsi, e lei a sudare freddo. Sapeva di starsi agitando e saperlo l'agitava ancor di più.
*White potrebbe mai tentare di uccidermi? Magari non lo farebbe apposta, ma magari non sono abbastanza forte per resistere ai suoi colpi e...*
Si conficcò le unghie della destra nei palmi, stringendo le dita attorno all'impugnatura del Nocciolo.
Stavano per cominciare.
*Basta, basta, basta! Non pensare a niente!*
L'arbitro chiese loro di scegliere una fra le due facce della medaglia: Wampus o Serpecorno.
«Wampus!» esclamò di getto. Non aveva la minima idea di cosa fossero entrambe, ma non amava particolarmente i serpenti. Sperò che quel coso dal nome strano e sconosciuto le portasse almeno un briciolo di fortuna.

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view post Posted on 9/5/2022, 20:53
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SIRIUS WHITE
vs. Casey Bell
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

L’arrivo dell’arbitro per il loro duello ruppe ogni forma di galanteria e in breve tempo, dopo i saluti di rito, entrambi raggiunsero le postazioni che gli erano state assegnate. A confrontarsi ai due lati di una pedana, circondati da una folta schiera di spettatori e di giornalisti, c’erano un professore e una studentessa, un uomo adulto e una giovane studentessa che avevano dato prova di essere all’altezza di una competizione simile, i migliori di due gironi separati pronti a darsi battaglia.
La situazione tanto singolare, meritava l’attenzione di entrambi i parteciparti ma in particolare quella di Sirius, soprattutto per le difficoltà nelle quali era incappato. Il docente di pozioni sapeva molto bene cosa significava per lui quel torneo duellanti così come lo sfondo in cui era stato organizzato ma sapeva anche altrettanto bene quando arduo sarebbe stato per lui confrontarsi senza esitazioni con una studentessa, a maggior ragione la Bell. L’aveva conosciuta durante le lezioni, approfondito il rapporto durante il colloquio di orientamento. Rischiava molto, soprattutto perché, a fronte della esplicita necessità di far ammenda per i suoi e altrui sbagli come quelli di Raven, far del male a una sua studentessa era davvero una ipocrisia.
Così, mentre la sua figura prendeva posizione sulla pedana, la sua psiche ritrovava nuovamente quella frammentazione da cui aveva tentato di tenersi lontano da quando Raven era stato arrestato.
Qualcuno avrebbe visto un insegnante e una studentessa quella mattina sulla pedana, ma in verità c’erano più di due persone a confrontarsi: da un lato una studentessa eccezionale, abile e preparata più di quanto non avesse mai visto, dall’altro il docente con la sua psiche fratturata, Sirius e Re, bene e male, luce e oscurità che avrebbe dovuto ben guardarsi dal mostrare.
Ci sarebbe stata espiazione? Forse alla fine se ne sarebbe ritrovato purificato? Non lo sapeva ma doveva fare tutto il possibile per tornare ad essere la persona che era stata un tempo nonostante gli errori e le cicatrici e tutto quello che l’accompagnava.
<< Serpecorno sia, dunque >>
C’erano quasi. La bacchetta di salice era stretta nel pugno della mano dominante. Il primo passo di quello scontro sensazionale, l’avrebbe fatto dunque fatto il fato.
Non dovevano far altro che stare a guardare.


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view post Posted on 13/5/2022, 17:40
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Il gesto di galanteria del docente di Hogwarts fu apprezzato dal giudice che si passò i canini acuminati sul labbro inferiore, segno indicatore di un fenomeno che aveva carpito il suo interesse. Con una buona dose di sadismo, Jago sogghignò nel notare l’agitazione della povera studentessa costretta a competere contro il proprio docente. Quali macchinazioni del Fato avevano permesso questo? Quale sublime maestria doveva animare una giovane riuscita ad arrivare tanto in alto? Ma un mentore restava un mentore e superarlo sarebbe stato assai difficile. E come avrebbe vissuto quel duello l’interessato sapendo di doversi giocare il tutto per tutto con la propria alunna? Sarebbe stato magnanimo oppure non si sarebbe fatto problemi a scagliarle contro i più potenti incantesimi pur di raggiungere la vittoria?
La folla di tifosi si era riversata a fiotti nella sala, raggiungendo un numero impressionante che probabilmente non si registrava dall’inizio dell’evento. Aveva preso posto ovunque fosse stato possibile, smaniosa di assistere con i propri occhi ad un duello che prometteva di restare impresso nella storia della Congrega. Una volta che tutto si fosse concluso, nei cuori dei presenti sarebbero rimaste a sobbollire le più disparate emozioni.
Molto bene commentò l’arbitro una volta che i contendenti ebbero operato una scelta, rigirando la moneta tra le dita in modo che una volta apparisse il Wampus, una volta il Serpecorno.
Il primo, dall’aspetto di un agile felino, era veloce, forte e quasi impossibile da uccidere. Jago si domandò se quella della giovane Grifondoro fosse stata una scelta casuale o meno e se si sarebbe dimostrata altrettanto difficile da abbattere durante il duello. Gli esemplari di Serpecorno godevano di grandi dimensioni ma, ironicamente, Sirius White non appariva molto più alto della sua sfidante. Chissà se sarebbe stato abbastanza agile da schivarne gli attacchi.
Con uno scatto che fece scricchiolare il polso, l’arbitro lanciò la moneta verso l’alto. La superficie dorata proiettò diverse sfumature che rifletterono l’ambiente circostante mentre il galeone roteava incessantemente; poi cominciò a scendere in caduta libera finché non trovò un valido appoggio nel palmo della mano destra.
La sinistra si richiuse a scatto, celando il piccolo oggetto dorato alla vista. Con un ghigno mefistofelico, Jenkins attese qualche secondo in più del dovuto prima di rendere la moneta nuovamente visibile, al fine di incrementare il pathos. Durante quel lasso di tempo scandagliò le figure dei contendenti con vivo interesse per le loro reazioni. Per natura il mago amava avere la bacchetta dalla parte dell’impugnatura, ma presto avrebbe dovuto sistemarsi nell’ombra per lasciare spazio ai veri protagonisti dell’evento.
Ed osservarli con grande attenzione.
Quando il mago decise che era giunto il momento di scoprire le carte, con un rapido gesto rivelò la faccia che avrebbe decretato chi due due contendenti avrebbe aperto le danze.
Iniziate!
Jago trasse la preziosa bottiglia di succo di zucca ed iniziò a sorseggiarne il nettare aranciato, pronto a godersi lo spettacolo.
Casey Bell
PS: 279/279
PC: 254/254
PM: 297/297

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3

Sirius White
PS: 300/300
PC: 300/300
PM: 300/300

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3


Non ci resta che aspettare di scoprire chi dei due inizierà: se uscirà il numero 1 il turno spetterà a Casey, 2 invece corrisponderà a Sirius. Colui che inizierà il duello avrà a disposizione 72 ore per postare a partire dal presente masteraggio mentre l’avversario dovrà calcolarle dal momento in cui l’avversario posterà.

Lancio dado: 2
  • 1d2
    2
  • Inviato il
    13/5/2022, 18:40
    Master Adepto
 
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view post Posted on 15/5/2022, 09:24
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SIRIUS WHITE
vs. Casey Bell
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Capitata di rado e non era affatto una coincidenza che i suoi propositi venissero soddisfatti e in effetti nemmeno in quella circostanza lo erano stati. Il lancio della monetina e la scelta della prima mossa erano momenti niente affatto semplici o scontati come invece piacere agli altri e questo perché non solo da essi dipendeva buona parte del corso del duello ma anche perché scegliere la prima mossa era impresa assai ardua. Avrebbe preferito non doverlo fare, contando sul fatto di potere rispondere ad attacco come voleva ma come si era detto, spesso i suoi propositi non erano oggetto dell’altrui contemplazione.
Pazienza.
Si ritrovò dunque così, dal lato della sua pedana, la sfidante di fronte e un insolito, inquietante arbitro a far da testimone alla competizione.
Da parte sua il docente aveva già impugnato la bacchetta in legno di Salice, assunto la posizione che gli si richiedeva, dopo il solenne inchino di cortesia ma ora?
Trasfigurazione o incantesimi? Attacco o difensiva? Destabilizzazione o dura offensiva?
Il duello magico godeva di regole ben precise ma la prima mossa celava in sé ogni possibile rosa di possibilità. Non che fosse difficile prendere una decisione, altrimenti lo avrebbe fatto senza colpo ferire ma che ci fosse proprio Casey Bell di fronte a lui, complicava ancora più la situazione.
Eppure doveva prendere una decisione.
Gli era già capitato e sollecita gli era saltata alla memoria il suo primo duello con una studentessa. Nihandra gli aveva fatto sudare talmente tanto quella vittoria che alla fine dei giochi aveva imparato più lui da docente che come discente.
Occasione preziosa che non voleva per nulla al mondo sprecare.
Strategia ed azione, magia insidiosa e violenta offensiva ma ne era venuto a capo come peraltro nel duello che gli si era succeduto.
Diverso nelle modalità e negli approcci con il quale si era consumato lo scontro con Mauritio, aveva una sola cosa che ora rammentava finalmente bene: quel fastidio, quel dolore pungente, quella difficoltà a trovare una concentrazione, quella spina maledetta nel fianco.
Sapeva perfettamente cosa doveva fare.
Amava la simmetria e soprattutto apprezzava che per quella tipologia di incantesimo l’esecuzione fosse decisamente rapida. La memoria del passato, il fastidio che aveva provato gli sarebbero stati da testimone, ingredienti principali di una azione che sperava sarebbe andata a buon fine. Ne riportò ogni carattere nella sua presentazione mentale nell’intento, una volta che il ricordo fosse stato ben chiaro, di proiettarlo magicamente al suo sfidante. Doveva essere tutto ben più che chiaro: le fitte, la difficoltà di concentrazione, la contrattura muscolare alla tempia, esattamente come lo aveva sperimentato per ben due volte in passato.
Il docente di pozioni protese in avanti la bacchetta facendo in modo che l’estremità puntasse proprio alla fronte di Casey.
La pronuncia non verbale sarebbe allora giunta lesta e senza grosse difficoltà, dettata almeno in quel momento dalla volontà di non palesare le sue mosse. La prima mossa poteva costituire uno svantaggio per lui ma questo non voleva dire che non nascondesse alcun vantaggio.
* Cefalèa *
Chiara e limpida nella sua mente, esattamente come l’aveva immaginata, l’accento posto sulla seconda e. L’incantesimo enunciato non verbalmente non avrebbe peccato di quella intenzionalità di cui si sarebbe fatto portavoce.
Non aveva ceduto la prima mossa e per quanto possibile non si era limitato. Rispetto prima di tutto.
E ora la mossa spettava a Casey.



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view post Posted on 19/5/2022, 09:23
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CASEY BELL
vs. Sirius White
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Il vuoto, sebbene con un po' di fatica, riuscì finalmente a (s)tingersi nella sua testa. Ignorare il chiacchiericcio della folla non era semplice, tantomeno la vista di tutte quelle persone. Sentì qualcuno chiamarla dal pubblico, ma a parte un sorriso a palpebre socchiuse, non cedette in alcuna effusione gioiosa.
Aveva imparato un po' a conoscere i propri limiti nel corso dei duelli precedenti. Le emozioni, prima di tutto, andavano preservate. Dovevano confluire come benzina nel suo serbatoio senza sgocciolare all'esterno. Mantenere il controllo sull'ira, sulla gioia e sul dolore è come la fissa di disegnare dentro i bordi: i colori vengono ammaestrati a trovare spazio di manovra nei perimetri, a fondersi al loro interno dove possono divenire più brillanti.
Nei duelli era molto simile. Non poteva lasciarsi governare dalle emozioni ma non poteva rinunciarvi, poiché esse stesse erano la forza pulsante dei suoi incantesimi. La rabbia era il carburante più potente di cui avesse mai usufruito, l'ansia, invece, un boia alle sue spalle.
Silenzio. Orecchie tese, occhi aperti.

***

Serpecorno.
La fortuna sembrava non voler passare mai dalla sua parte. Tre duelli su tre decise di lasciarle la seconda mossa ponendo in vantaggio l'avversario.
*Eppure gli altri due li hai vinti* pensò. Questa però era una situazione diversa, Sirius un rivale molto diverso.
Il cuore le batté fortissimo nel petto, impietoso, tentando di ricordarle del boia alle sue spalle. O dei canini disturbanti dell'arbitro, o della foga della folla. Del fatto che avrebbe potuto fare una brutta figura.
Scacciò via tutti quei pensieri. La rabbia si impose in una ventata d'adrenalina, imponendole di non degragarsi ai suoi stessi occhi.
Strizzò gli occhi e fece un respiro profondo. Poi li aprì su Sirius e si mise in posizione da schermidore come le avevano insegnato. Bacchetta diretta verso un punto arbitrario del rivale, spalla e braccio sinistro più indietro per dar slancio. Alla pari le gambe e i piedi.
La vena sulla sua tempia pulsava, mentre le pupille fisse sull'avversario bramavano il primo accenno di un movimento. E non appena Sirius avesse attivato i propri muscoli, spostando la bacchetta, Casey, pronta, lo avrebbe seguito di conseguenza.
Disarmare l'avversario, o tentarci, era il primo vero approccio a un duello dal suo punto di vista. In particolare se l'altro era di gran lunga più in vantaggio. Avrebbe spostato la punta del proprio Nocciolo verso quella del Salice di Sirius. Rapida, l'articolazione del polso in un piccolo cerchio antiorario, avrebbe consegnato la bruciatura, mentre con voce imperiosa avrebbe lanciato la formula con l'accento sulla seconda "a". «Flagrate!» La mente si era proiettata sul calore della lava bollente, identificando la magia con un la furia del fuoco. Disarmarlo, in un certo, le avrebbe valso sin da subito un vantaggio. E lei voleva vincere, a tutti costi, abbandonare la possibilità di un'umiliazione. Sirius o non Sirius.
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view post Posted on 2/6/2022, 14:16
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Il Fato

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Il Fato parlò per mezzo della moneta e fu il professor White a dare inizio al duello. Le variabili erano molteplici, così com’era vasta la gamma di azioni a cui il docente poteva attingere per mettere a punto la propria strategia. Non si trattava delle sue amate pozioni dal lungo e preciso procedimento, ma di un gioco forza dove la ragione doveva necessariamente adattarsi a tempi serrati sia in fase di attacco che di difesa.
Sfruttando il vantaggio con cui la sorte lo aveva graziato, Sirius White non perse tempo e con una stoccata della bacchetta manifestò un attacco celere, ma non la scelta dell’incantesimo. Nello stesso istante Jago serrò la presa attorno al contenitore di succo di zucca ed il liquido arancione s'innalzò lievemente, come animato dallo stesso entusiasmo che scorreva nel corpo di Jago, senza chiaramente fuoriuscire dalla bottiglia.
Per Sirius l’effetto sorpresa si avvalse della scelta di non formulare oralmente la formula dell’incantesimo, senza dare quindi modo all’avversaria di comprendere (ed adeguarsi) l’incantesimo che Sirius intendeva lanciarle. L’effetto fu rivelato quando ormai Casey non avrebbe potuto fare niente per contrastarlo, se non cercare di evocare una barriera in modo da schivarlo ed eventualmente farlo rimbalzare al mittente. Ma la sua tattica fu un’altra e le scelte avversarie unite alla componente temporale e alla bravura del mago, le valsero l’effetto totalitario del Cephalea. Rapidamente una fortissima emicrania s’impossessò della sua mente duttile (- 5 PS, - 4 PM), inficiando la sua capacità di concentrazione. Una cosa che avrebbe avuto un forte impatto sulla sua capacità di ideare un valido contrattacco.

Il movimento circolare necessario all’esecuzione del Flagrate che Casey aveva scelto prima di venir centrata dall’incantesimo del suo docente, frappose quel minimo ma cruciale ritardo utile al Cephalea per non venir contrastato per tempo. La scelta, dunque, di non avvalersi a sua volta di un incantesimo punta e scaglia, bensì di uno che richiedeva un piccolo movimento circolare, ebbe un piccolo ma decisivo impatto temporale. Si trattò di una frazione di secondo, durante la quale Casey riuscì a scagliare all’altro duellante il proprio incantesimo, che però subì l'effetto di concentrazione minata dal Cephalea. La risultante giocò a sfavore di ambedue le parti: da un lato Casey si trovò a dover fare i conti con la fortissima emicrania che avrebbe minato per un po’ la sua concentrazione, dall’altro il suo Flagrate (castato con la rapidità propria di chi desidera in tutti i modi contrastare un avversario già favorito dalla possibilità di attaccare per primo e che aveva astutamente optato per un incantesimo che non necessitava di movimenti rallentanti) riuscì nell’intento di scaldare il salice avversario (- 7 PS, - 1 PC).
La concentrazione minata della giovane Grifondoro rese il Flagrate meno potente di quanto sarebbe potuto diventare in circostanze più rosee, pertanto Sirius perse momentaneamente la concentrazione sulla sua avversaria dopo che il Cephalea andò correttamente a segno. La presa sulla bacchetta si allentò, ma non al punto di fargli perdere la presa. Sirius avrebbe sentito un lieve bruciore sulla superficie della mano dominante, come se avesse toccato di striscio una superficie che scottava. Una sensazione che avrebbe indotto il docente quasi a lasciare la presa sul legno. Le dita si sarebbero parzialmente aperte di scatto, la bacchetta sarebbe rimasta sul palmo ma avrebbe iniziato a scivolare perché libera della ferrea presa.

Casey Bell
PS: 274/279
PC: 254/254
PM: 293/297

Assenze: 0/3
Proroghe: 1/3

L’incantesimo Cephalea ti ha centrato la fronte provocandoti una fortissima emicrania che mina sensibilmente la tua concentrazione. Per 3 turni accuserai queste condizioni perdendo inoltre 4 punti mana ogni turno, se non ti attiverai per contrastarlo a dovere.
Turni Cephalea: 1/3

Sirius White
PS: 293/300
PC: 299/300
PM: 300/300

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3

Il Flagrate ha surriscaldato la tua bacchetta, facendoti avvertire un lieve bruciore sulla mano dominante. Ciò ha compromesso momentaneamente la tua concentrazione e la presa sul catalizzatore si è allentata, tuttavia non ti cade. Avvertirai per una manciata di minuti un progressivo dolore alla mano dominante, che scemerà poi in maniera naturale. Le dita si sono parzialmente aperte e la bacchetta sta scivolando, sebbene al momento sia ancora nel palmo della mano.


Turno a Casey.
La scadenza per postare è prevista per il 5 giugno.


 
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view post Posted on 5/6/2022, 11:22
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CASEY BELL
vs. Sirius White
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Non si possono controllare le proprie emozioni. Si possono conoscere, si possono arginare, ma mai del tutto controllare. Era questo che Casey non riusciva ad accettare, rinunziando persino alla possibilità di accettare le sue emozioni e di lasciarsi attraversare da loro come se fosse la cosa più normale di sempre.
Per ora si percepiva solo come una ragazzina spaventata di fronte a un mago adulto, e l'emotività in ciò era solo un grande ostacolo.
Il Flagrate non sembrò andare a segno. Sirius teneva ancora la bacchetta in mano, ma lei stessa fu inabile di confermarselo per via del forte dolore alla testa che la travolse. Questa doveva essere la natura dell'incantesimo scagliatole dal docente. Nulla di violento alla pari dei duellanti delle scorse manche ma, doveva ammetterlo, abbastanza potente.
In concomitanza con l'arrivo del dolore sentì il panico salirle alla gola come bile. Lasciarsi dominare dall'ansia l'avrebbe solo resa ancor meno lucida di quanto quell'incantesimo già facesse. Anzi, sarebbe potuta uscirne, e poteva sfruttare quel dolore a suo vantaggio. Come accadde con Mike quando le scagliò contro un Nebula Antigravitas, i cui effetti lei sfruttò per farlo precipitare più facilmente in una situazione simile alla sua e trascinarselo con sé nel baratro.
L'istinto le disse di non osare incantesimi troppo complicati in risposta, ma di sbrigarsi con qualcosa di utile, semplice e potente. Quel forte dolore che provava generalmente poteva scatenarsi per qualsiasi causa, come ad esempio una luce immensa, in grado di ferire gli occhi e di contrastare i riflessi.
Si sarebbe concentrata sul proprio dolore, figurandoselo come la risultante dell'esposizione prolungata degli occhi alla luce vicina di un faro, come se una grossa lente colpita dai raggi solari puntasse dritto contro le pupille. Lei stessa in quel frangente, per il bruciore alla testa, si percepiva come prossima a una stella dalla luce accecante ed incandescente. L'abbaglio sarebbe stato enorme, direttamente proporzionale al suo dolore, e si sarebbe propagato in tutte le direzioni investendo platea ed arbitro. Nella sua mente, però, la lente sarebbe stata diretta verso Sirius come le sue intenzioni, per bruciargli temporaneamente gli occhi ed infliggergli un dolore simile al suo.
Serrati i propri stessi occhi per proteggerli, avrebbe dunque teso velocemente il braccio in avanti, con la bacchetta ancora dritta verso Sirius, e avrebbe gridato la formula, sfogo del dolore al testa e metafora della portata della luce che intendeva produrre. «LUMOS MAXIMA!»

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view post Posted on 6/6/2022, 16:43
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SIRIUS WHITE
vs. Casey Bell
• PS:300/300 •
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Seppe poco del successo della sua azione e non perché non vi avesse posto la giusta attenzione ma perché il bruciore che il docente avvertì alla mano dominante che impugnava il salice gli aveva rivelato fin troppo chiaramente ove l’azione della grifondoro fosse andata a parate. In svantaggio, in difensiva fin dalla sua prima mossa eppure insidiosa da subito. Tenace, forte ma soprattutto astuta, doveva ammetterlo. Con Casey Bell non si poteva scherzare.
Non si trattava infatti nè di potenza né di esperienza ma di strategia e fiducia nelle proprie possibilità. Il quadro era già perfettamente ben delineato.
Dal canto suo Sirius conosceva fin troppo bene l’incantesimo per non coglierne la natura e il significato ma sebbene avesse dato il disarmo come conseguenza inevitabile, così non era stato.
Una fortuna o quanto meno il segno indiretto che il suo cefalea avesse fatto la sua parte.
Casey mirava a metterlo in difficoltà, a minare la sua potenza offensiva, a metterlo fuori gioco prima che lui potesse mettere in campo tutto il meglio del suo arsenale.
Aveva capito.
Avrebbe risposto.
Avrebbe rispedito chiaro e limpido il messaggio al mittente non perché fosse animato da un grandissimi spirito agostino o da una rabbia indomabile ma perché aveva letto nel gesto, in quella azione, qualcosa che non poteva permettere passasse inosservato. Si era trattata di una frazione di secondo ma sufficiente affinchè il bruciore, pur limitato nella sua intensità magica, fosse riuscito a fargli aprire le dita della mano ed così allentare la presa sul legnetto di salice. E c’era voluta tutta la sua forza di volontà, contraria a ogni fisiologico riflesso perché la mano si ritraesse allontanando l’arto dalla fonte di dolore. La bruciatura era stata solo di striscio, tangibile ma bacchetta era rimasta sola sul palmo della mano, pronta a scivolare dalla sua presa.
Pericolo. Non era stato disarmato ma se non avesse fatto qualcosa per evitarlo avrebbe ugualmente perso la presa sulla sua arma e allora sarebbe stata la fine.
Aveva offerto il fianco, in quel momento si trovava sbilanciato, doveva agire.
Presto.
Cerò di ignorare il dolore, serrando nuovamente le dita della mano intorno al legnetto e sperando che il calore del flagrate fosse già scemato. Non sarebbe bastato: per assicurarne la presa avrebbe accompagnato alla prima anche la seconda mano lasciando che le dita si serrassero intorno a quelle della mano dominante già chiusa.
Una presa a due mani, solida, sperava efficace.
Micidiale.
Se fosse stato fortunato nella manovra, cercando di restringere quanto più possibile la finestra temporale tra una azione e l’altra avrebbe rivolto allora la punta della sua arma verso il tronco della sua avversaria.
Non si illudeva di poterla fermare al 100% ma almeno non gliela voleva fare facile. Se anche lui avesse dovuto pensare agli effetti di una qualche fattura che gli fosse arrivato contro in quel frangente, Casey avrebbe visto aggiungersi agli svantaggi del cefalea anche quelli di un incantesimo che nei duelli poteva quasi dirsi il suo preferito.
Immaginò una fune sufficiente leggera, il suo era un incanto evocatico che doveva avere il tempo di raggiungere il suo avversario, nella speranza che il suo incantesimo fosse più rapido. Nessuna catena dunque, una semplice corda, spesso quanto bastava per avvolgere il corpo di Casey e allontanare la sua bacchetta da lui.
Nella mente di lui, ogni filo di iuta progressivamente si sarebbe intrecciato, in una corsa a spirale per comporre la sua creazione. Frazioni di secondo ma consumati durante la sferzata che avrebbe anticipato l’enunciazione del suo incantesimo.
Non aveva bisogno di alcun effetto di sorpresa in quel momento. Doveva solo essere efficace e soprattutto trasmettere tutta la sua volontà al suo incantesimo.
Volontà di fermare, volontà di contenere, di intrappolare.
Ora.
<< Incarceramus!!!!! >>
Urlato a pieni polmoni. Con tono deciso. Non avrebbe ammesso alcuna replica.
Casey Bell doveva finire legata come un salame.



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view post Posted on 19/6/2022, 21:15
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Il Fato

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1TF7q1h

Che Jago fosse elettrizzato dal duello era un dato di fatto, ma non facilmente individuabile. Compresso in un fascio di muscoli compatto, i bulbi oculari tesi per lo sforzo di non perdere di vista nemmeno la piega di un tessuto e le labbra leggermente dischiuse rivelavano una fetta delle sue emozioni era la presa attorno alla bottiglia. Sempre più ferrea, le giunture ricalcate dalla pelle tesa, appariva l’equivalente di una tenaglia capace di schiacciare il recipiente con un’unica possente stretta. Abilità tecniche, strategie, menti allenate e determinazione parevano animare i due contendenti obbligati a fare i conti con le scelte avversarie e a trovare modi per restituire il favore ai mittenti. L’imprevedibilità era la sola costante permessa ed attesa, la percezione di potersi aspettare sempre di meglio correva di pari passo con gli effetti degli incantesimi scelti.

Il Cephalea ebbe un effetto significativo sulla mente di Casey e gli fu accordato il permesso di continuare ad influenzarla giacché la giovane strega scelse di sfruttare il favore del nuovo turno con un altro attacco, anziché cercare di contrastarle l’incantesimo (- 4 PM). Forse la ragazza riteneva di potersene occupare una volta che l’avversario fosse stato messo temporaneamente fuori gioco (guadagnando così un po’ di tempo) forse la sua mente era abituata a dolori di quel tipo, forse aveva familiarità con gli effetti di quello specifico incantesimo perché divenuta sua schiava temporanea in un duello passato o forse, più semplicemente, il Cephalea stava facendo il suo lavoro creandole difficoltà a concentrarsi
su come agire. Jago non poteva saperlo, ma studiò attentamente le sue scelte e quelle avversarie. L’incantesimo, va ricordato, apportava anche un altro effetto molto importante: la forte emicrania e la conseguente difficoltà di concentrazione avevano un considerevole impatto anche sull'esecuzione degli incantesimi.

Pur godendo del vantaggio di iniziare il nuovo turno e nonostante avesse saggiamente optato per un incantesimo che non richiedeva una mira precisa (che sarebbe stato difficile da effettuare, date le condizioni in cui la sua mente versava) l'abbaglio prodotto dalla sua bacchetta non fu enorme come da sue speranze, ma proporzionato alle capacità magiche che il Cephalea ancora all’attivo le permise. Fu saggio anche scegliere un incantesimo semplice e rapido, che le riuscì nonostante le problematiche che la stavano ostacolando. Un forte raggio di luce abbagliò Sirius (- 7 PS , - 5 PM) e una fetta della platea, ma Jago riuscì a portare preventivamente la mano libera all’altezza degli occhi, lasciando che una minima fessura non perdesse d’occhio la situazione proposta ed evitando che la vista non ne risentisse. Il Lumos Maxima non era una novità nei numerosi duelli che aveva arbitrato nel corso della carriera ed aveva imparato a prevederli tramite la gestualità dei duellanti poco prima di scagliarli.

Sirius, che doveva fare i conti con il recupero di una presa salda sulla bacchetta e lanciare il suo incantesimo, perse tempo utile ad un eventuale tentativo di schivare l’incantesimo che quindi lo colpì frastornandolo e indebolendogli la vista. Ad ogni modo, occupato a recuperare la presa sulla bacchetta, così come Casey aveva perso tempo a causa del Cephalea, Sirius riuscì a lanciare l’Incarceramus poco dopo il lancio di Casey, visto che l’incantesimo evocativo che scelse, contrariamente a quello dell’avversaria, richiedeva una mira precisa.
La presa sulla bacchetta era stata recuperata per tempo, ma lo smarrimento derivato inficiò sulla concentrazione con cui il docente elaborò il contrattacco mediante l’Incarceramus. Tutto quello che Sirius s'impegnò a realizzare in un unico giro di boa - recuperare la presa della bacchetta, subire il Lumos Maxima e, nel frattempo, completare l'esecuzione dell'Incarceramus - influenzò la portata del suo attacco.
Il mago immaginò con precisione il tipo di mezzo con cui avrebbe desiderato incatenare la vittima, optando per delle leggere e resistenti corde, ma senza mirare un punto preciso del corpo di Casey. Pertanto, l’incantesimo andò parzialmente a segno data la potenza e bravura del castante, ma le corde non si strinsero attorno ai polsi e alle caviglie della Grifondoro, bensì partirono dalle caviglie immobilizzandole rapidamente la parte inferiore del corpo sino alla vita della strega. Se Casey fosse riuscita a contrastare a sufficienza gli effetti del Cephalea che progressivamente stavano scemando, avrebbe potuto ricorrere alla parte superiore del corpo per liberarsi usando la magia. Sul momento accusò un dolore sempre più forte propagarsi nei punti dove le corde avevano iniziato ad avvilupparla (- 14 PS).

Casey Bell
PS: 260/279
PC: 254/254
PM: 289/297

Assenze: 0/3
Proroghe: 1/3

Gli effetti del Cephalea stanno scemando, ma non vanno sottovalutati. Continueranno a manifestarsi, seppur in maniera più lieve, ancora per un turno se non lo contrasterai. L’Incarceramus ti ha parzialmente colpita e la situazione al momento è questa: hai ambedue le gambe immobilizzate dalle corde, resti in piedi ma più che ancheggiare e muovere leggermente le ginocchia non puoi fare spostamenti. Le corde sono salite fino alla vita dunque hai le braccia libere. Puoi castare un incantesimo, ma non godrai di una postura ottimale e di movimenti fluidi.
Turni Cephalea: 2/3

Sirius White
PS: 286/300
PC: 299/300
PM: 295/300

Assenze: 0/3
Proroghe: 0/3

Il Lumos Maxima ti ha stordito e indebolito la vista, che al momento non coglie forme ben definite e pallini luminosi sparsi di diversa grandezza punteggiano la tua visuale. Ciò ha ovviamente un impatto sulla tua capacità di castare incantesimi sia in termini mentali, relativi alla concentrazione, che fisici date le problematiche legate alla vista che scemeranno a breve.
Turni Lumos Maxima: 1/1


Turno a Sirius.
La scadenza per postare è prevista per il 22 giugno.




Edited by Master Adepto - 19/6/2022, 23:22
 
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view post Posted on 22/6/2022, 09:27
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SIRIUS WHITE
vs. Casey Bell
• PS:300/300 •
• PC:300/300 •
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Mosse e contromosse.
Non si trattava di uno scontro facile e già dalle prime battute, i propositi di entrambi i duellanti parevano convergere verso un’unica direzione: indebolire il proprio avversario. Lo aveva dimostrato Sirius con la sua prima fattura tesa a minare la concentrazione della sua avversaria, lo aveva ribadito la stessa Casey che celere aveva fatto ricorso a un incantesimo di base, prima di disarmo poi di indebolimento della vista ma dagli effetti decisivi.
L’incarceramus poi, lanciato qualche attimo prima, aveva avuto la singola intenzione di legarle finalmente le mani ma il docente non aveva avuto sentore della riuscita completa o meno del suo incantesimo evocativo.
Era stato interrotto. Il lampo accecante, il bagliore, giunto senza preavviso, lo aveva costretto a chiudere gli occhi lasciandogli una visuale ridotta, puntellata di pallini luminosi, e forme non ben definite.
Dove era Casey?
Avrebbe inveito se ne avesse avuto i modi e le occasioni ma non faceva parte dei suoi costumi sebbene la rabbia montante lo stesse travolgendo minando i suoi precedenti buoni propositi.
Ma tutto poteva giocare a favore suo se avesse mostrato il coraggio e la forza di approfittarne.
Il docente non si poteva fermare.
Aveva messo in moto una strategia, anche se con difficoltà, stava cercando di portarla a termine. Non era ancora finita perché sapeva già perfettamente cosa avrebbe dovuto fare. Non era la prima volta che subiva quell’incantesimo, ne conosceva fin troppo bene gli effetti. Doveva solo arrangiarsi tenendo conto del malus che gli era capitato.
Niente a cui una magia, potente e a lungo raggio non potesse rimediare ma doveva sbrigarsi.
Il bagliore che lo aveva accecato gli rammentò una cocente giornata d’estate, uno sguardo incauto al sole che lo aveva lasciato per qualche attimo abbagliato.
Azione e reazione senza alcuna soluzione di continuo. Sarebbe stato il punto di partenza della sua nuova controffensiva.
Nessun incantesimo volto a indebolire quella volta, solo pure potenza offensiva che Casey avrebbe subito nelle condizioni in cui si trovava. Non gliela avrebbe fatta fare franca. Doveva solo andare a buon fine.
Per questo motivo, la reazione istintiva lo avrebbe in qualche modo facilitato. Avrebbe staccato la presa della mano non dominante da quella che impugnava la bacchetta. A presa ristabilita non c’era infatti alcun motivo di conservare quella posizione a due mani che invece ora gli necessitava fossero libero, per l’appunto, per potersi avvalere del suo incantesimo evocativo.
Rammentò una placida distesa d’acqua, il sole che si specchiava sulla sua superficie. Il fatto che avesse gli occhi socchiusi per via del lumos maxima sperava facilitasse la meditazione di quell’attimo. Ne avvertì la quiete, si impossessò della sua calma contenendo in quel solo frangente tutta la sua rabbia, l’avrebbe isolata ma senza allentarla, tenuta in angolo affinchè potesse poi rilasciarla al momento opportuno. Avvertì il cuore che rallentava i suoi battiti, il suo respiro farsi sempre più regolare, più lungo come in una sorta di meditazione, il tutto per migliorare la sua fase di concentrazione. Piano piano, lasciando che le sue emozioni venissero a galla da quelle profondità in cui le aveva rilegate, rilasciò la rabbia, il desiderio di ledere e di colpire Casey, il dolore prima della scottatura, poi dell’accecante lumos maxima.
Avrebbe lasciato ribollissero iniziando a smuovere i flutti, ad agitare e increspare la superficie del suo placido mare.
Sarebbe allora esploso di rabbia, sentendo le correnti animarsi intorno a lui. Non poteva vedere il suo obiettivo ma le loro posizioni non dovevano essere significativamente variate. Inoltre potendo sfruttare l’offensiva ad ampio raggio del suo incantesimo era confidente sul riuscire comunque a coinvolgere Casey, fosse stato anche solo di striscio. Doveva solo colpire, doveva solo sfogare tutta la rabbia. La mole di acqua sperava, lo avrebbe difeso anche da un eventuale attacco.
Tutta la fase di concentrazione sarebbe durata qualche breve attimo. Ormai ne era avvezzo ed essendo coinvolto in un duello doveva essere rapido.
A mani staccate, rivolte dinanzi a sé, avrebbe eseguito un immaginario semicerchio verso l’interno con le mani partendo dall’alto e poi prolungato allargando le braccia. La mano sinistra si sarebbe mossa in senso orario, la destra in senso antiorario.
<< NEPTUNO!!! >>
Rapido, deciso in quella esplosione della formula a cui di certo non avrebbe dimenticato di calcare sulla U volendo semplicemente prolungarla.
Voleva travolgere ogni cosa, spazzare via tutto quanto con la sua violenza e potenza.
Non sapeva come Casey avrebbe reagito ma non gli importava benchè era giunto il momento di fare sul serio. Se lo avesse colpito con violenza, lui avrebbe fatto altrettanto.
Botta e riposta. Sempre. Senza sconti e incertezze.


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view post Posted on 10/7/2022, 22:39
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LA GIORNATA DEL DUELLANTE

Si era chiesta spesso come fosse possibile che in Congrega facessero duellare persone adulte e con una lunga carriera magica alle spalle contro dei semplici ragazzini. Aveva cominciato a covare un odio profondo verso l'istituzione e, in particolar modo, verso se stessa. Se non ce l'avesse fatta, se non avesse vinto contro Sirius White, evidentemente si sarebbe confermata una debole. Partendo dal ragionamento che se tali scontri erano plausibili e che per gli arbitri della Congrega era scontato che un ragazzino potesse battere un mago adulto, allora lei doveva trovarsi ben al di sotto della media. Perché da quando avevano cominciato aveva preso solo calci in culo.
Casey non era il tipo che si dava tregua. Non credeva nelle gerarchie né nel darsi tempo per migliorarsi. Tutto per lei si era sempre ridotto ad una dimostrazione di forza, e l'aggressività era sempre stata la sua arma più micidiale. Sentirsi con le spalle al muro era quanto di peggio le potesse accadere, e come un animale selvatico non sapeva far altro che farsi grossa e partire all'attacco.
Si era ripetuta spesso che di fatto la Congrega, come qualsiasi altra istituzione sotto i riflettori dei media, fosse un mondo estremamente performativo. Il duello fra uno studente e un adulto ne risaltava un altro aspetto del tutto tossico: porre un ragazzetto nella posizione di farsi pestare a sangue oppure di risaltare come il nuovo fenomeno da baraccone, enfant prodige, era un modo su cui speculare come cani lobbisti. E lei? Mica lo era un enfant prodige. Quei cani erano in attesa, seduti sugli scranni ai lati della pedana, a giudicarla, a capire se fosse un genio o una nullità. Proprio in quel momento alla fitta lancinante alla testa si unì la stretta alla parte inferiore del corpo e capì di aver perso altri punti ai loro occhi. Non poteva più muoversi e aprì le palpebre prima serrate.
Un altro mito era passato da quelle parti circa un anno addietro. Un altro oggetto su cui speculare. Raven Shinretsu fra le aule della Congrega aveva ucciso uno dei suoi duellanti e innumerevoli persone. Un duello senza dubbio leggendario secondo le voci di corridoio che glielo descrissero, ma una leggenda che divenne tragedia in un rogo di maledizioni.
Era molto piccola quando sentì per la prima volta parlare di Shinretsu. Vath Remar non le risparmiò dettagli cruenti, anche se si trattava di una bambina di undici anni. In qualche modo l'affascinò, forse per il trasporto con cui il mago ne parlò. Interessi criminologici senza dubbio, forse perché era uno dei primari obiettivi del Ministero, e Remar era un tutt'uno col Ministero.
In sostanza si domandò a lungo cosa potesse portare un uomo a tanto, a uccidere una persona con cui non aveva nulla a che fare solo per sport, e innocenti che assistevano o che passavano lì per caso facendo implodere lo stesso edificio.
Un pensiero sottile come una lama si insinuò nel suo cervello, un ago che iniettava strane sensazioni. Dopo tanti anni, nello stesso luogo sebbene ricostruito dopo il tracollo, finalmente poteva far boccheggiare una risposta dal mare ignoto in cui navigavano le sue domande sul terrorista. Stava provando compassione per lui, poiché il garbuglio d'odio e miseria in cui era avvinghiata sotto quei riflettori - in cui era sempre stata avvinghiata - non poteva che convincerla di poter carpire almeno un millesimo di quanto lo spinse a divenire una bestia.
Raven Shinretsu aveva ucciso per un motivo. Magari perché qualcosa gli esplodeva nel petto, magari perché questo mondo così inautentico e stretto al potere desiderava solo un'altra capriola per cui applaudire. Provava a empatizzare, falsando ogni cosa, in un lampo di dolore alla testa e in un istante di fitte alle gambe. Ma sapeva che tutto ciò che egli aveva fatto era sbagliato, vergognoso, da condannare.
Si trattava solo di una combinazione molto buffa, però, trovandosi forse nella stessa aula che egli aveva varcato, con occhi e bacchette puntate contro, e il desiderio di purificare ancora una volta col fuoco il mondo dal suo cancro.
Lei però non era Raven, e nemmeno Sirius. Non era potente quanto loro. Se lo sentì nella testa e nelle gambe. Questo era il dolore più atroce.
Non avrebbe potuto contrastare nessun incantesimo del suo sfidante. Anche un Protego sarebbe valso la metà di un suo attacco. L'unica arma di cui si sarebbe potuta avvalere era l'ambiente esterno. Poteva torcergli contro qualsiasi cosa. Distrarlo, rendergli impossibile camminare sulla stessa terra che aveva sotto i piedi.
Non appena aprì gli occhi, dopo il lampo di luce solare e la fitta al corpo attanagliato dalla morsa dell'Incarceramus, l'istinto la guidò sulla soluzione dell'inciampo. Qualsiasi cosa avesse fatto Sirius, qualsiasi incantesimo dalla potenza inaudita le avrebbe scagliato contro, sarebbe stato del tutto vano se egli fosse scivolato sul sedere. Testa contro il pavimento, gambe all'aria, bacchetta verso il soffitto, e magari gli sarebbe caduto pure un pezzo di cemento addosso se malauguratamente avesse scagliato uno Schiantesimo. Doveva solo scivolare, come se stesse duellando su un vialetto ghiacciato. Sul ghiaccio non bastava restare fermi e immobili per non cadere. Figuriamoci castando un incantesimo.
La sua bacchetta era ancora puntata verso di lui. Le ci sarebbe voluto poco per spostarla verso i suoi piedi, la porzione di pedana su cui erano poggiati. Un'area piccola, ma su cui si fondava tutto l'equilibrio di Sirius. Il ricordo della sensazione di profondo disagio dovuta al ghiaccio che rivestiva i vialetti degli esterni della scuola nell'avvicinarsi dell'inverno, prima che Gazza lo stanasse col sale, sarebbe tornato immediatamente in suo aiuto. Il legno di quella porzione di pedana sarebbe dovuto diventare liscio e scivoloso al suo volere, come il giaccio della superficie del Lago Nero all'arrivo della primavera, che sta per sciogliersi e su cui l'acqua comincia a scorrere levigando ogni appiglio per le scarpe.
Dopo aver puntato l'obiettivo con la bacchetta, il polso si sarebbe mosso lesto e deciso dall'interno all'esterno mentre Casey avrebbe pronunciato la formula: «Lapsus!»
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Heilà! Grazie per la proroga. Questo duello, ammetto, è più difficile della laurea. O l'uno o l'altro :ihih:
 
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