Spalti— La Giornata del Duellante, Fase finale

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view post Posted on 5/5/2022, 19:03
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Il Fato

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La Giornata
del Duellante

spalti

Fase finale


Non si registrava un'affluenza simile dall'inaugurazione dell'evento. Le porte della Congrega faticavano a trattenere la folla di astanti. Il personale stava facendo il possibile per snellire la fila, invitando gli spettatori a muoversi seguendo la segnaletica indicata. Un depliant lasciato in mano a ciascuno riportava i nomi dei finalisti, già divulgati da Vinstav —reporter ufficiale per la Gazzetta del Profeta.

Nel pubblico figurava anche qualche nome famoso, la cui faccia era già appesa sulle pareti dell'edificio o tra i memorabilia. Non occorreva dimentica, infatti, che l'evento facesse parte del programma di riqualifica della Congrega stessa e dunque era possibile —tra un duello o l'altro— anche ripercorrere la gloriosa storia dell'istituzione ammirando le sale in cui erano esposti trofei e medaglie conquistati da illustri membri del club.

Per chi, invece, aveva furia di arrivare al sodo erano stati predisposti gli spalti che abbracciavano le varie pedane, pur garantendo una distanza di sicurezza al fine di non interferire con lo scontro e di essere al contempo riparati da fatture fuori controllo.
 
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view post Posted on 11/5/2022, 09:11
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"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

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Il piano era semplice: Ariel sarebbe entrata per prima perché addetto alla copertura stampa e avrebbe preparato tutto con la complicità di un pagato collaborativo collega reporter, Jolene l’avrebbe raggiunta dopo con il resto dei selezionati tifosi e spettatori per prendere prima del tiro della moneta la maglietta.
Già. Magliette. Perché queste sarebbero state distribuite ad ogni studente (e faccia nota di Ariel) che avrebbe potuto incrociare.
Col benestare delle guardie che del semplice cotone non potevano avere certo timore, sarebbero state diffuse lungo gli spalti dei pezzi limited edition, memorial dell’industria tessile, gemme primavera/estate ventidue: le magliette faziose della Giornata del Duellante.
Volevi fare il tifo? Ariel ti dava il tifo.
Volevi far capire che la conoscenza vinceva sull’audacia? Magliette pro White.
Te ne fregavi dei pronostici e wè wè Casey sei proprio Bell? Ecco qua la maglietta pro Bell.
Disponibili nei colori “Nero potere, nero forte”, perché costava meno a Diagon Alley farle fare tutte così, vantavano variopinti design Made in Ariel e Jolene.
Siccome la giornalista era palesemente di parte, l’inventiva aveva deciso di soffermarsi più sul Caposcuola che il favorito Professore, complice la speranza che “la ragazza che mi ha mandata a fuoco al primo giro vinca”.

Armata di cartellino identificativo della Gazzetta del Profeta, orribile cappello da stadio a scacchi oro-rosso e una doppietta di strisce dello stesso colore sulle guance, la giornalista aveva appena finito di poggiare alcune magliette ripiegate (con design in vista) sulle sedie delle prime file.
Tenendo fra le mani la sua macchina fotografica magica era china contro una delle balaustre dello spalto per poter fare degli scatti in anteprima della pedana vuota e la sala sempre più gremita.
Oltre a trucco e cappellino, indossava semplici scarpe di tela nere, un pantalone color sabbia e una delle magliette diffuse.
«Hey now you’re an allstar, get your wand up, now.» Canticchiava a mezza voce una nota canzone babbana, mentre riaggiustava la messa a fuoco dell’obiettivo. «hey you’re an allstar, get your show on, get paid. Piripi ~ »
Non ricordava più cosa dicesse la canzone in origine e nel vedere l’arbitro cominciare a prepararsi, aveva già perso l’attenzione necessaria per cambiarne il testo sul momento.
Ora mancava solo l’arrivo degli altri spettatori e il lancio della moneta.

Benvenuti alla “terribile iniziativa con grafica discutibile”.
Ariel e Jolene on game hanno fatto fare e distribuito magliette tematiche che potete decidere di aver trovato e scelto dalle sedie o dalle distribuzioni di pg e png all’ingresso.
Also, dall’ufficio avevo tempo da perdere ieri e ho fatto loghi brutti con una specie di paint per delle role scheme da tifoseria. Trovate tutto in spoiler.
Ricordate che se scherza, prendete tutto con leggerezz.
Mi piace il trash


Magliette
1. It’s bell time
2. Mi hai incendio il cuor
3. It’s a Bell Sensation
4. Mi hai veronesi il cuor

Role scheme Casey
CODICE
<div align="center"><div style="width: 520px; height: 570px; background-image: url(https://www.mistralcamerette.it/wp-content/uploads/2020/03/mistral-finiture-jam-s150-256x256.jpg)"><div style="width: 510px; padding-top: 10px;">[IMG=PqMKiZF]https://i.postimg.cc/K815KVWr/Cheseibell.png[/IMG]</div><div style="width: 484px; height: 450px; overflow: hidden; padding: 20px;"><div style="overflow-x: hidden; overflow-y: scroll; width: 490px; height: 450px; padding-right: 35px;"><div style="float: left; margin-right: 10px; margin-top: 5px; width: 120px; border: solid 1px #655d4e; padding: 1px; opacity: 1;">[IMG=gryffignor]https://i.postimg.cc/mZw3mM1n/gryffignor.png[/IMG]
[IMG=New-Project-8]https://i.postimg.cc/SKsHKkFS/New-Project-8.png[/IMG]
[IMG=trouble]https://i.postimg.cc/vHwRtJ9h/trouble.png[/IMG]
</div><div style="text-align: justify; font-family: arial; font-size: 12px; letter-spacing: 0.2 px; line-height: 110%; color: #90846f;">Gregory is my beautiful gray Persian cat.
He walks with pride and grace, performing a dance of disdain as he slowly lifts and lowers each paw with the delicacy of a ballet dancer. His pride, however, does not extend to his appearance, for he spends most of his time indoors watching television and growing fat.
He enjoys TV commercials, especially those for Meow Mix and 9 Lives. His familiarity with cat food commercials has led him to reject generic brands of cat food in favor of only the most expensive brands.
Gregory is as finicky about visitors as he is about what he eats, befriending some and repelling others. He may snuggle up against your ankle, begging to be petted, or he may imitate a skunk and stain your favorite trousers. Gregory does not do this to establish his territory, as many cat experts think, but to humiliate me because he is jealous of my friends.
After my guests have fled, I look at the old fleabag snoozing and smiling to himself in front of the television set, and I have to forgive him for his obnoxious, but endearing, habits.</div></div></div></div></div>

Role Scheme Sirius
CODICE
<div align="center"><div style="width: 520px; height: 570px; background-image: url(https://www.mistralcamerette.it/wp-content/uploads/2020/03/mistral-finiture-jam-s150-256x256.jpg)"><div style="width: 510px; padding-top: 10px;">[IMG=PqMKiZF]https://i.postimg.cc/28cwSm0S/WHITEFALLINERI.png[/IMG]</div><div style="width: 484px; height: 450px; overflow: hidden; padding: 20px;"><div style="overflow-x: hidden; overflow-y: scroll; width: 490px; height: 450px; padding-right: 35px;"><div style="float: left; margin-right: 10px; margin-top: 5px; width: 120px; border: solid 1px #655d4e; padding: 1px; opacity: 1;">[IMG=PqMKiZF]https://i.postimg.cc/C1bBnykt/talkless.png[/IMG]
[IMG=N0NQ7KM]https://i.postimg.cc/mZw3mM1n/gryffignor.png[/IMG]
[IMG=bCIp4Ih]https://i.postimg.cc/hvPDDNrV/duel.png[/IMG]</div> <div style="text-align: justify; font-family: arial; font-size: 12px; letter-spacing: 0.2 px; line-height: 110%; color: #90846f;">Gregory is my beautiful gray Persian cat.
He walks with pride and grace, performing a dance of disdain as he slowly lifts and lowers each paw with the delicacy of a ballet dancer. His pride, however, does not extend to his appearance, for he spends most of his time indoors watching television and growing fat.
He enjoys TV commercials, especially those for Meow Mix and 9 Lives. His familiarity with cat food commercials has led him to reject generic brands of cat food in favor of only the most expensive brands.
Gregory is as finicky about visitors as he is about what he eats, befriending some and repelling others. He may snuggle up against your ankle, begging to be petted, or he may imitate a skunk and stain your favorite trousers. Gregory does not do this to establish his territory, as many cat experts think, but to humiliate me because he is jealous of my friends.
After my guests have fled, I look at the old fleabag snoozing and smiling to himself in front of the television set, and I have to forgive him for his obnoxious, but endearing, habits.</div></div></div></div></div>
 
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Una gran fetta del mondo magico britannico si era ammassata nella sede della Congrega e tra questi non poteva mancare Cravenmoore. Chiamatela solidarietà tra colleghi (anche se, a conti fatti, il francese non aveva mai speso due parole col collega di Pozioni perché non ve n’era mai stata occasione) o semplice passione per il sano sport magico, ad ogni cercò di farsi spazio nella calca minacciando di cruciare chiunque si fosse parato sul suo cammino. Gli sarebbe piaciuto portare Leviosa in modo da farle vedere con i suoi piccoli occhietti a cosa sarebbe incorsa se al padrone fosse girato il neurone e avesse deciso di iscriverla a qualche combattimento clandestino tra Diricawl e Jobberknoll, ma aveva cambiato idea al pensiero che potesse venir calpestata - visto che non poteva volare. Però aveva portato con sé Silas, abbarbicato al collo sottile.
Proprio mentre stava per cercare posto tra i tifosi di White, intercettò le strepitose magliette faziose e, senza pensarci due volte, recupererò quella per la tifoseria di Casey. Un ossimoro come lui. Ricordiamo che il docente di Cura delle Creature Magiche non amava le resse, perciò si era prodigato per allontanarle. Tra sguardi sdegnanti per la scelta nemica e chi temeva la presenza del serpente, i più si allontanarono da lui, lasciando diverse panchine libere nell’eventualità che qualcuno di sua conoscenza desiderasse raggiungerlo.
Per omaggiare lo slogan graffiante “Drinks up for a Bell’s sensation”, ad imitazione della stampa raffigurante una pozione ne recuperò una delle sue per drogarsi godersi meglio lo spettacolo. Scoccando uno sguardo severo all’arbitro cannibale, Lucien cercò di salutare il docente con un sorriso a trentadue denti ed uno più simile ad un ghigno riservato a Casey. Trovava stuzzicante l’idea di metterla ancora più in agitazione con la propria presenza - da lei piuttosto mal gradita già al castello, figurarsi in una situazione di tensione come quella. Pregustava un duello all’ultimo respiro (in senso lato, chiaramente) ed un’occasione per due validi esponenti del mondo magico per dar prova delle proprie abilità e coraggio.
 
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view post Posted on 14/5/2022, 20:28
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L'entusiasmo che Jolene provava per il duello era in larga parte da attribuirsi ad Ariel. Era stata la francese, infatti, a parlargliene incessantemente, arrivando perfino a coinvolgerla nel suo progetto delle magliette da tifoseria. Jolene non aveva mai duellato e, a dire la verità, in vita sua aveva visto la Congrega una sola volta, in occasione dei primi round di quella stessa competizione. Ciò nonostante, era stato naturale lasciarsi coinvolgere da Ariel, arrivando ad aspettare il giorno decisivo con reale impazienza.
Non era stato semplice scegliere chi tifare: né Sirius né Casey erano per lei dei perfetti sconosciuti, anche se in entrambi i casi si trattava di legami labili e poco definiti, nutriti dall'abitudine di vedere i loro volti in Sala Grande e per i corridoi, e poco più. Certo, c'era stata quella volta in cui lei e Casey avevano indagato sulla scomparsa di Eustacchio, ma si era trattato di un caso isolato di inaspettata collaborazione. Questo metteva Jolene davanti ad un grosso dilemma: prendere posizione con la Caposcuola, studentessa in gamba e promettente – oltre che decisamente favorita di Ariel –, oppure con Sirius, collega con cui cenava regolarmente al tavolo del personale scolastico? Avevano perfino lo stesso cognome, accidenti. Forse anche quello avrebbe dovuto valere qualcosa, magari erano cugini alla lontana. Le sarebbe dispiaciuto tradire così un fantomatico ramo del suo albero genealogico.
Nel dubbio, Jolene aveva deciso di tenere i piedi in due scarpe. Si era bardata di conseguenza: sopra ai jeans aveva infilato la maglietta della tifoseria di Sirius; poi aveva recuperato un vecchio cappellino da baseball di Oscar e, essendo ormai troppo tardi per personalizzarlo come Merlino comanda, si era limitata a scrivere su un pezzettino di pergamena BELL'S TIME, per poi appiccicarcelo di prepotenza.
Decisa a seminare confusione nei tifosi ben più polarizzati di lei, dunque, si presentò alla Congrega con un po' di anticipo. Seguì le indicazioni per la sala numero tre, dove si sarebbe svolto il duello di suo interesse; il pubblico stava già cominciando a prendere posto, e lei gongolò felice nel vedere che molti indossavano le magliette personalizzate.
Nel sondare la folla, scorse una chioma sbarazzina a lei ben nota; Lucien era voltato dall'altra parte, ma lei si ripromise di andare a salutarlo. Prima, però, era decisa ad individuare Ariel.
Ed infatti eccola, appoggiata alla balaustra che guardava sulla pedana, inconfondibile con il suo cappello a scacchi e il trucco coordinato. Jolene le si affiancò rivolgendole un sorriso smagliante. «Credo che le magliette stiano piacendo un sacco, vedo tanti che se le stanno mettendo!» Voleva che Ariel fosse fiera di quel successo. Le passò un braccio intorno alla vita e si strinse a lei in un abbraccio. «C'è anche Luce, si è preso una maglietta di Casey» la informò a bassa voce, come se si trattasse di un segreto, prima di staccarsi da lei. Si raddrizzò il cappellino in un gesto di saluto. «Vado a raggiungerlo, quando vuoi ci trovi da quella parte.» E per poco non schiaffeggiò un povero malcapitato che passava di lì proprio mentre lei allungava tutto il braccio per indicare le tribune dove aveva preso posto Lucien.
Si affrettò presto a seguire la direzione del proprio stesso braccio, e finì per lasciarsi cadere nel posto accanto all'amico. «Ehi, Luce! Che bello vederti qui ad incoraggiare Casey, sarà contenta di sapere che ha un docente dalla sua parte.» Accennò con il mento alla sua maglietta. Tra quella e il suo cappellino pro-Bell, erano i bersagli perfetti per le occhiatacce degli altri spettatori. «Senti anche tu questa energia negativa?» chiese facendo correre uno sguardo dubbioso sui tifosi vicini.


Interazioni con Ariel e Lulù.
Jolene confonde le acque indossando la maglietta di White e un cappellino casereccio pro-Bell.
 
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view post Posted on 15/5/2022, 10:10
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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La Congrega aveva riaperto le sue porte per accogliere centinaia e centinaia di maghi venuti da tutto il Regno Unito per un duello che prometteva di essere a dir poco avvincente. Era sicuro che Casey si fosse fatta valere, per essere riuscita ad arrivare in finale, ma se addirittura Sinister non aveva battuto ciglio quando gli aveva chiesto un permesso da lavoro solo per poter attendere a quell’evento, era segno che fosse qualcosa di davvero grandioso. Un’esperienza, forse, unica nella vita.
Si chiese come si sentisse Casey a riguardo, se fosse più agitata o elettrizzata.
Draven, dal canto suo, si era caricato di una tale adrenalina al solo pensiero di vederla combattere, che a malapena aveva notato la folla astante. Era riuscito a entrare nell’edificio con relativa facilità e, seguendo la segnaletica indicata all’ingresso dallo staff, aveva presto raggiunto gli spalti della sala numero tre, luogo in cui si sarebbe svolto il duello. Nel farsi largo tra le persone in cerca del posto perfetto e cercarne uno per sé, notò che i presenti indossavano delle strane t-shirt: ce n’erano di diverse fattezze, alcune erano pro-White, altre pro-Casey…


Hey, dove l’hai presa?chiese, fermando uno dei ragazzi dello staff che aveva indosso la maglietta di White. Il ragazzo gli indicò le sedute, facendogli notare che alcune di quelle t-shirt erano state lasciate lì per essere indossate dalla tifoseria.

Puoi prendere quelle che vuoi.gli rispose poi, lasciando Draven da solo a contemplare quella pacchianeria. Non aveva mai visto niente di più divertente. L’uso del plurale da parte del ragazzo fu come un lasciapassare… Quindi, senza esitazione, Draven si avvicinò alle sedute a lui più vicine e prese un modello di t-shirt per ognuno degli slogan a favore di Casey: a prescindere da come fosse andato quel duello, una simile esperienza meritava di essere ricordata per la vita e Casey non sarebbe potuta uscire da lì senza sapere che la sua tifoseria aveva indossato quella roba solo per lei!
Mentre un sorrisetto divertito si fece largo sulle proprie labbra, Draven intravide con la coda degli occhi l’arbitro arrivare in sala. Si affrettò, dunque, a prendere posto, tenendosi abbracciato le magliette per Casey; le impilò di fianco a lui, per fingere che stesse tenendo i posti occupati per qualcuno, così da evitare eventuali incontri spiacevoli, poi concentrò la propria attenzione davanti a sé, lì dove a momenti avrebbe avuto inizio qualcosa per cui aveva delle aspettative altissime. Non aveva mai assistito a un duello e si sentì particolarmente elettrizzato all’idea che ci fosse proprio la sua amica lì, in procinto di combattere.
C’era un tale caos in quella zona degli spalti, che non riuscì a decifrare nemmeno una parola di ciò che disse l’arbitro, ma nascosto dall’entusiasmo del pubblico intorno a lui, si portò le mani intorno alla bocca e urlò un
Vai, Casey! che, con molta probabilità, sarebbe passato inosservato, ma che in cuor suo sperò potesse raggiungere le orecchie e la motivazione dell’amica.


Draven sgraffigna una t-shirt per ogni modello pro-Casey. :fru:
 
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view post Posted on 19/5/2022, 23:33
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La massiccia campagna mediatica che aveva accompagnato quel momento, alla fine aveva coinvolto anche lui. In dubbio fino all’ultimo istante, la curiosità aveva poi prevalso sull’opportunità di starsene tranquillo per i fatti suoi. Insomma, anche se non nutriva un particolare trasporto emotivo per i due contendenti, quella rimaneva comunque la finale del prestigioso Torneo!
Il significativo afflusso di maghi e streghe proveniente da tutto il paese era evidente, ma l’organizzazione si stava mostrando impeccabile e già all’ingresso si poteva percepire tutta l’importanza dell’evento.
La Congrega, restaurata e tornata a risplendere come prima del tragico attentato che l’aveva coinvolta, era ormai pronta a proclamare e a celebrare il nuovo vincitore. Ma chi sarebbe stato? La giovane sfidante o l’esperto e stimato professore?

In quel contesto, regno dell’entusiasmo e della frenesia, sembrava spiccare la compostezza di Mike che, silenzioso, procedeva mite in mezzo alla calca. Era ormai prossimo agli spalti quando notò che lungo la prima fila delle tribune erano state sistemate diverse magliette faziose e gadget celebrativi dell’evento.
Un’idea brillante, che per un istante riuscì a sorprenderlo e ad accendere la sua fantasia: Casey o Sirius, Sirius o Casey?
Gli spalti sembravano ormai divisa a metà, ma fino a quel momento Mike non si era minimamente posto il problema su chi supportare. L’inglese, mosso da uno spirito ben più nobile e da un desiderio che andava oltre il semplice tifo, era lì per assistere ad un incontro che si augurò essere coinvolgente; voleva conoscere e apprendere nuove tecniche, nuove strategie, meravigliarsi per gli effetti degli incantesimi più potenti e, perché no, capire come se la sarebbe cavata la Bell dinanzi ad uno sfidante decisamente più preparato e capace.
Tuttavia, tra tutta quella gente festante l’entusiasmo iniziò a contagiarlo e, doveva ammetterlo, le magliette a tema erano davvero simpatiche. Certo, non stava prendendo l’ardore dei tifosi più focosi, ma l’idea di indossarne una iniziava a piacergli.
Selezionandola principalmente per il simpatico logo a tema alcolico, ne prese una della sua taglia per portarla con sé, ma non si sarebbe poi schierato apertamente né per l’una né per l’altra parte. Pur simpatizzando e nutrendo una profonda stima per Mr. White e per il suo metodo di insegnamento, Casey restava pur sempre una collega. Erano diversi, certo, ma non rivali e antagonisti.

Il momento sembrava ormai giunto; i contendenti avevano preso il primo grande applauso della giornata e l’arbitro stava per apprestarsi all’ormai celebre lancio della moneta. Mike, nel frattempo, complice l’ardore generale che si respirava tra le tribune, stava maturando aspettative sempre più elevate su quell’incontro. Se lo immaginò sempre più avvincente, pieno di colpi spettacolari e di incantesimi mai visti prima. Ma sarebbe stato accontentato?
In tutto ciò, gli rimaneva ormai poco tempo per prendere posto tra gli spalti. Poco distante dalle scalinate gli sembrò di intravedere il corpo slanciato di Draven, ma sarebbe stato difficile avvicinarsi e sincerarsene prima del “via” ufficiale all’incontro. Così, notando una seggiola vuota nei pressi della prima fila, l’inglese avrebbe cercato di sistemarsi lì, almeno in un primo momento. Per raggiungerla, tuttavia, doveva passare a fianco ad un gruppetto di maghi, orami attempati, che con movimenti sgraziati e poco eleganti stavano cercando di animare il tifo in quello spicchio della tribuna.
Poi, l’imprevisto: una burrobirra finì a terra e, subito dopo, uno di quei signori sembrò scivolare, sbattendo la fronte accidentalmente contro il seggiolino libero. Mike, a due passi, era uno dei pochi testimoni di quel misfatto.
«Signore, si stente bene? Signore, mi sente??»
La moneta era ormai in volo, ma in quella zona era il caos. Tra cori, urla, incitamenti e richieste varie, le prime macchie vermiglie iniziavano a confondersi con la burrobirra rimasta a terra.
*Dannazione!* Il taglio lungo il viso era evidente, anche se superficiale, ed in mezzo a tutta quella gente sarebbe stato difficile afferrare la bacchetta senza cavare l’occhio a qualcuno, anche se già qualcun altro vicino a lui si stava muovendo per chiamare un eventuale soccorritore.
Insomma, per il momento la scelta tra Wampus e Serpecorno era passata in secondo piano.
.

Mike si impossessa di una maglietta "Drinks up for bell's sensation" e nota Draven prima di assistere ad un piccolo imprevisto. Insomma, Jane potrebbe darci una piccola mano.
 
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view post Posted on 22/5/2022, 15:46
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Non era esattamente nei suoi piani andare a seguire in prima persona la finale della Giornata del Duellante: prima di tutto, la presenza consistente di persone prevista per l’evento non rendeva il posto così allettante ai suoi occhi. Secondo, aveva un libro che attendeva di essere finito in quello che avrebbe dovuto essere un giorno di riposo trascorso sul divano. Invece la portata dell’evento e il quantitativo di folla previsto avevano attivato tutti i meccanismi di protezione magica possibile - nessuno voleva che si sfiorasse una nuova tragedia - e il direttore Dwight aveva stravolto tutti i turni dei Medimaghi del San Mungo, fornendo un quantitativo extra di personale a supporto delle streghe e dei maghi già previsti per l’evento. Era così che Jane aveva dovuto cancellare ogni auspicio di nullafacenza per quel giorno e già qualche ora prima dell’inizio del duello aveva varcato la soglia della Congrega per ritrovarsi con i suoi colleghi. Dopo un’accurata ispezione dell’edificio e delle vie di fuga con gli Auror del Ministero, i Medimaghi si erano divisi in piccole squadre e sparsi tra l’interno e l’esterno della sala prescelta per lo scontro finale: più il momento si avvicinava, più si poteva avvertire l’emozione e l’agitazione del pubblico crescere istante dopo istante. Le tifoserie avevano impiegato poco tempo per suddividersi e iniziare ad inneggiare al loro favorito, mentre diverse magliette a tema avevano iniziato ad essere distribuite.
Assegnata come team medico di supporto al lato di spalti in cui si erano disposti i tifosi del professor White, stava controllando le scorte di garze e pozioni con Marcus - un giovane infermiere che aveva iniziato da poco a lavorare al San Mungo - quando una strega si era avvicinata a loro reggendo tra le mani una pila di magliette scure. « White o Bell? Sceglietene una e supportate i nostri finalisti! » Jane aveva dato un’occhiata agli slogan con sguardo confuso, incerta se fosse permesso anche a loro di schierarsi così apertamente: in realtà di suo non aveva una preferenza vera e propria, da un lato White era stato suo docente fino a qualche anno prima, dall’altro la Bell si era sicuramente distinta per l’abilità con cui era arrivata in finale. Fortunatamente, fu Marcus a risolvere il dilemma al posto suo. « Che dici, Jane? Siamo dal lato di White, per essere totalmente imparziali prenderei una maglietta di Casey! » La strega annuì sorridendo e in pochi istanti drinks up for Bell’s sensation fu visibile sotto la giacca della divisa che li identificava come personale sanitario.

Un boato della folla annunciò l’ingresso dei due sfidanti, per cui Jane e il collega si affrettarono a prendere posto nelle sedie a loro assegnate, le bacchette in mano pronte nel caso di necessità. Dopo uno sguardo distratto in direzione del docente, che appariva calmo e disteso, focalizzò la sua attenzione su Casey, riconoscendola nella studentessa che aveva incrociato qualche mese prima al ballo invernale di Hogwarts. La osservò genuinamente incuriosita, mentre le reazioni delle tifoserie venivano momentaneamente interrotte dall’ingresso dell’arbitro e dalla spiegazione delle regole. Stava attendendo di scoprire chi avrebbe scelto il Wampus e chi Serpecorno per il lancio della moneta, quando un mago si intromise nel suo campo visivo, il volto pallido e il fiato corto. « Sangue! C’è un sacco di sangue… » Le aveva afferrato il braccio destro, stringendolo con veemenza. « Un signore… a terra. Deve venire! »
Il tempo di lanciare uno sguardo veloce a Marcus, Jane si era alzata di scatto e aveva seguito il mago fino al luogo del presunto incidente, a pochi passi dalla loro postazione. Ad una prima occhiata un anziano giaceva a terra tra cocci di vetro e una macchia di liquido chiaro, il sangue che scorreva copioso da un taglio sul volto mentre un gruppo di persone si agitava intorno a lui. « Sono un medimago, fate passare! » Si fece largo tra due anziani che borbottavano agitati, avvicinandosi al ferito. « Signore, mi sente? Signore? » Un pacco di garze le levitò davanti al volto e si affrettò ad utilizzarlo per arrestare l’emorragia, mentre alle sue spalle Marcus si occupava di allontanare gli astanti per avere un po’ di spazio in più. L’uomo era incosciente e non rispondeva a nessuno degli stimoli, anche se avvicinando il volto alle sue labbra poteva avvertirne il respiro leggero. « Qualcuno sa cos’è successo? » si guardò intorno mentre con la mano ancora teneva premute le garze che continuavano ad impregnarsi di liquido cremisi, individuando un volto familiare proprio di fronte a lei. Non era forse il ragazzo che lavorava da BiblioMagic, che l’aveva servita qualche giorno prima? « Hai visto cos'è successo? » Alle loro spalle intanto la moneta volteggiava per aria, il fato pronto a scegliere chi avrebbe scagliato il primo incanto. Il duello sarebbe iniziato senza alcun intoppo, quel piccolo incidente non avrebbe interrotto nulla se non procurato un po’ di agitazione in più alle persone lì vicine.

A quanto pare non si può nemmeno seguire un duello in santa pace :secret:
Jane soccorre il nonnino sbadato e interagisce con Mike.

Ah, per rendere più piacevole il soggiorno nella tifoseria di Sirius,
lei e il collega indossano una maglietta pro-Casey ✨
 
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view post Posted on 25/5/2022, 09:58
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Inutile dire che la Tassorosso si sarebbe presentata sugli spalti anche questa volta, che avrebbe fatto i salti mortali pur di arrivare in anticipo ed accaparrarsi uno dei posti migliori per riuscire a posare gli occhi sull'intera pedana, senza avere alcun angolo oscuro. Per nulla al mondo avrebbe rinunciato ad essere lì presente per Casey, a maggior ragione se il suo avversario era un'insegnante con molta più esperienza di lei. Erano giorni che non si parlava che della finale e degli ultimi duellanti in lista. E se persino la Nieranth era in ansia per la sua compagna, non osava immaginare cosa stesse provando la stessa Caposcuola: per quanto potesse essere impossibile prevenire la variabilità delle situazioni, cercava sempre di dimostrare di avere tutto sotto controllo e la forza che ostentava giorno per giorno era sempre stata fonte di ammirazione per la Tassorosso, che ignorava quanto la Grifondoro potesse in qualche modo prevedere l'imprevedibile.
Come la scelta del fuoco nei suoi primi duelli, Casey divampava spesso nelle sue stesse emozioni, rischiando di bruciare chiunque osasse avvicinarsi troppo. La Nieranth non si era mai spinta oltre il limite di quella rovente barriera, era intrinseco nella sua indole non immischiarsi troppo nelle emozioni altrui, come se bisognasse essere autorizzati; ma come ogni fiamma che si rispetti, Casey sapeva riscaldare chi le era vicino senza che nemmeno se ne accorgesse, o almeno questo calore era il motivo principale di affetto nei confronti della Grifondoro: la Tassorosso non avrebbe mai smesso di fare il tifo per lei.

Si era preparata ore ed ore prima, per raggiungere la Congrega il più presto possibile, ed era arrivata quando già un particolare ed interessante trambusto si stava creando tra gli spalti: erano state messe a disposizione di tutti gli spettatori delle fantastiche magliette. Chiunque avesse deciso di prepararle aveva avuto un'idea geniale, bastò poco a farle capire che poteva prenderne una senza alcun problema. Non esitò quindi ad impossessarsi di una taglia larga di "It’s bell time" che trovò su una delle prime file, dal lato degli spalti per la tifoseria della Caposcuola. Lesse cosa c'era scritto solamente dopo averla indossata al di sopra della sua – aveva scelto la taglia larga apposta! – preoccupandosi dell'ultima frase contro il professore: avrebbe potuto offendersi e prendersela con gli studenti che gli davano del perdente? Probabilmente no, ma meglio non fargliela vedere in futuro.
Si mise seduta comoda e felice di quella interessante trovata. Poi si guardò intorno per assicurarsi di avere la pedana sotto i suoi occhi, ma un tizio altissimo e coi capelli ricci – che classico – oscurava parte del lato sinistro della sua visuale; non era assolutamente concepibile. Si alzò in fretta per spostarsi dove avrebbe avuto il campo visivo più libero e mentre cercava il posto perfetto, notò qualche trambusto dal lato degli spalti per la tifoseria del professor White: non sembrava essere successo nulla di grave, ma la curiosità dei presenti fu inevitabile, come anche quella della Tassorosso che osservò per qualche istante in quella direzione. Ma tutto si azzerò completamente quando i due sfidanti attesero che l'arbitro lanciasse la fatidica moneta, il resto non aveva più importanza e l'ansia prepotente oscurò qualsiasi altra emozione. Quanto avrebbe dovuto sopportare Casey questa volta? Sarebbe riuscita a vincere ancora? Avrebbe voluto gridare ed incoraggiarla, come aveva appena fatto qualcun altro, ma riuscì solamente a stringere i lembi della nuova maglietta, in totale apprensione.


La Tassina si impossessa della maglietta Ding Dong! e la indossa senza esitazione!
Che meraviglia petrichor, graziee :sbrill:

Si trova, ovviamente, dal lato della Caseyria (sarebbe un "Casey" più "Tifoseria" aiutatemi)
 
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view post Posted on 25/5/2022, 17:20
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Tornare a Londra le aveva fatto torcere lo stomaco, dopo l’ultima volta avrebbe preferito rimanervi il più distante possibile, darsi il tempo di metabolizzare maggiormente l’accaduto. Ma, allo stesso tempo, non poteva certo scappare come una criminale. Inoltre, la notizia del fatidico “Duello Finale” girava da giorni tra i corridoi di Hogwarts e lei si era incuriosita. Una sfida all’ultimo incantesimo tra un Caposcuola ed un Docente, chi lo avrebbe mai detto? Ciò era bastato ad accendere gli animi dell’intero corpo studentesco, il quale in gran parte vi avrebbe preso parte come pubblico. Per lei, più che altro, era stata una valida scusa per distrarsi un po’ con della sana tifoseria.
«Duelli…questa è nuova, non credevo t’interessassero…» assieme a Jordan erano in piedi in attesa di entrare, una fila interminabile e imperfetta, un sinusoide appena accennato, si delineava di fronte a loro.
«Beh, ecco, in circostanze normali non ci avrei neanche pensato di mettere piede in un luogo del genere, maaa...» però non si trattava di un’occasione normale «Per fartela breve, praticamente mezza Hogwarts oggi è qui per sostenere il Caposcuola Bell. Dovrà sfidare, pensa un po’, l’Insegnate di Pozioni. Onestamente, m’intriga l’idea di scoprire chi darà una lezione a chi stavolta…» in realtà aveva gran rispetto e stima per il Professore, ma in quel momento ammirava di più Casey per aver accettato di affrontarlo sulla pedana. Insomma, in quanti avrebbero detto di sì con la consapevolezza di ritrovare il proprio avversario in aula il mattino seguente?
«Intendi White? Interessante, lo ammetto…» la folla intanto si stava smaltendo e, dopo un buon quarto d’ora, si ritrovarono a fare i conti con la sicurezza. Niente di drastico, in rapida sequenza venne depositato un dépliant esplicativo tra le loro mani e proferito l’invito cortese a seguire con cautela, senza correre, la segnaletica che conduceva alla sala teatro dell’imminente duello. Suo cugino la tenne delicatamente per un gomito, onde evitare di perderla nella fiumana di gente.
Trovare la destinazione non era stato così difficile, ma avevano perso troppo tempo ai controlli, facendosi scappare di conseguenza i posti migliori in prima fila. Per fortuna ne trovarono un paio non troppo distanti, in terza fila, con una buona visuale.
«Pronto per-» non riuscì a terminare, una ragazza mora e tutta pepe si avvicinò con l’aria di voler rifilare loro qualcosa.
«Volete? Ne hanno distribuite in quantità industriale…» disse con una vocetta stridula, mettendo in mostra una serie di T-Shirt che stringeva tra le braccia.
«Cosa…» ne prese una per scoprire cos’avevano di tanto speciale. Sorrise genuinamente quando lesse i divertenti slogan da ultras che riportavano sul davanti. «Sì, direi che le prendiamo!» ormai decisa, si mise a scegliere la propria.
«Ehi, aspetta un momento, vuoi indossarla davvero?» il povero Jordan sgranò gli occhi, tutt’altro che propenso a lasciarsi andare.
«Certo che sì! Tu quale vuoi?» doveva ammetterlo, un po’ ci godeva a prenderlo in giro.
«Io non la metto, non ti azzardare…» non gli diede il tempo di protestare, gli fece piombare in mano quella della tifoseria opposta.
«Ecco, questa andrà bene, almeno White non ti ritirerà i M.A.G.O in pozioni per alto tradimento!» si voltò per provare a nascondere il suo sghignazzare soddisfatto.
«Io, invece, prendo questa…» la scritta “Ding Dong, it’s Bell time” campeggiò in breve sul suo petto. Ringraziò la ragazza, che si allontanò raggiante in cerca di nuovi clienti.
«E tu non rischi di beccarti una T in pagella?» la Tassorosso lo guardò con aria interrogativa, non capendo cosa ci fosse di offensivo in un’innocua maglietta. Suo cugino ammiccò verso il fondo, in direzione di una frase messa a mo di postilla.
«Merlino ladro…vabbè, mica ci vede fino a qui e poi non la indosserò di certo a lezione…» fece spallucce, tornando a concentrarsi sulle due figure che stavano salendo sulla pedana.
«Ok, nel dubbio…FORZA PROFESSOR WHITE!» razza di scellerato, perché aveva gridato in quel modo?
«Ma sei matto? Già ti stanno guardando male per quella…» indicò la T-Shirt in suo possesso «Ci tieni a scatenare una rissa adesso?» borbottò a mezza voce un istante prima che la monetina volteggiasse in aria.


Ok, Camille si trova tra la tifoseria di Casey assieme al debosciato cugino che grida "Forza Professor White" :ph34r: Lei indossa la maglietta pro Bell "It's Bell Time" e se la mette in inventario a breve, lui quella pro Sirius :aiuto:


Edited by Camille Donovan - 25/5/2022, 18:38
 
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view post Posted on 6/6/2022, 19:17
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Quando il Carro avanzò all'attenzione, era già troppo tardi. S'accostò lentamente, come l'ultimo tra gli arrivati – terribilmente scortese. Pur nell'incanto che governava, brillante nelle rifiniture d'oro e bronzo, non conquistò la gloria dello sguardo: la sua, d'altronde, era una strada in corso, non era che parte di una processione più complessa. Al trotto di cavalli sempiterni, d'inchiostro e di carta, l'Auriga appariva in ogni caso maestoso – nel porgersi alla vista, scivolando nel contatto della pelle e del legno, trottò come sospeso a mezz'aria, e gli zoccoli delle bestie suonarono fortemente. Nella solitudine cui s'era invischiato, incuneato tra simbologie che nulla potevano in confronto, il Carro primeggiava delle luci dell'alba: oltre la finestra imperversavano le tinte pastello, in un turbinio che s'accentuava istante dopo istante; e dalle crepe sottili, di vetro e di ferro, raggi nuovi omaggiavano la corona regale, e lo scettro, e le ruote in successione. Pur nella staticità cui s'era avvinto, l'Arcano viveva di potere, un potere naturale che s'addiceva al senso delle cose. Portava così segreti, e fiere impavide, e coraggio, e vittoria. Il Carro infondeva certezza.
«Mi sembra buono.» Sembrare. Sembrare. Assaporò la parola a sua volta, lasciando che danzasse dalla bocca rosea di chi gli era accanto. Nell'ingenua, semplice rivelazione che l'Arcano offriva agli occhi di Penny, lui vi scovò la delicata promessa di un sorriso; e tremulo, allora, scoprì l'incresparsi delle guance, coinvolgendo labbra tirate. Non commentò, e sul volto non comparve sollievo: l'amico peccava, avventato com'era nella lettura degli enigmi del tempo. Non s'avvedeva, dolcissimo, dell'ambivalenza manifesta.
Osserva i cavalli, voleva dirgli. Guidare l'ambra delle pupille dell'altro, portarlo con sé, stringerlo a sé, non desiderò altro. Nel portarsi avanti, verso il tavolino già vestito di carte, concesse al gomito di sfiorare l'avambraccio del compagno, nel contatto vicino di chi non parlava, ma tutto comunicava. Osserva i cavalli, voleva chiarirgli. Nell'intreccio del moto in atto, il trotto era asimmetrico: l'uno verso destra, l'altro verso sinistra, la direzione offriva la scelta intangibile. Il Carro, tra tutti, paventava il rischio di cui più aveva timore, e mai, mai avrebbe potuto sottovalutarne l'imprevedibilità. Gli garantì, tuttavia, un collegamento: una vittoria, una protezione, un supporto, tutto sfumava perfettamente alla cornice d'insieme. Nel limbo della notte prima del Duello che avrebbe visto Casey e Sirius affrontarsi magistralmente, lui leggeva tarocchi. Non chiudeva occhio, non un attimo, rinnegando innaturalmente quel riposo di cui continuava ad essere più o meno privo; nel silenzio delle ore lontane, al pianoterra della Sala Comune, c'erano soltanto loro – lui e i tarocchi, al punto da dimenticare per un attimo d'avere qualcun'altro accanto. Penny lo aveva raggiunto poco prima dell'alba, forse accortosi d'essere solo, di nuovo, nel dormitorio condiviso. E se l'amico vestiva comodità, nel pigiama azzurrino e nella coperta colorata sulle spalle, l'altro accoglieva la compostezza di cui invece non avrebbe avuto bisogno: in divisa, scarpe allacciate, l'unico segno in disordine s'avvicinava alla cravatta allentata, il nodo disperso in un colpo di mano.
Erano insieme, com'era già stato – notti d'occidente, notti d'estate. Penny lo tallonava, e nell'apatia che germogliava energicamente nel suo cuore, talvolta lo aveva respinto bruscamente. Non ora, non ora. Averlo affianco, pur nei commenti che sciorinava incessantemente, era quanto di più simile ad un dono stesse compiendo verso di sé, soltanto per sé. Cacciarlo via gli era stato impossibile, e nel profumo di caffè che gli aleggiava attorno, lui stesso ne trovava il risveglio dei sensi. Non pretese una tazza, non pretese nulla. Chiuse gli occhi, stemperando in quel modo il brivido che lo aveva colto: Penny ne ebbe immediato sentore, perché l'attimo seguente scostò la coperta ad avvolgere le spalle proprie, e quelle di Oliver. Restarono così, sul divano tappezzato: il camino acceso pur nei mesi di calura, lo zampillio di fiamme raffreddate dalla magia, l'intera Sala Comune era un porto d'approdo. Le carte erano spezzate: pretendeva verità da tarocchi maldestri per l'assenza cui aveva condannato il mazzo.
Arcani maggiori mancavano all'appello: la Forza, perduta nell'empatia per Nieve; e le Stelle, che non aveva più chiesto indietro da Casey, o che forse – perdeva memoria, assuefatto dal distacco – aveva dimenticato nelle miniere dei goblin, anni addietro. Frammenti privi d'ordine, con un esito a malincuore comune: i tarocchi erano incompleti. Penny aveva preteso più volte di comprarne un blocchetto nuovo, uno che potesse favorire una visione maggiore: lui che sapeva, lui che gli era sempre accanto, comprendeva l'impatto che un artefatto come quello aveva verso chi come Oliver.
No, no, no, gli aveva ripetuto. Non poteva essere Penny, non poteva nessuno. Aveva bisogno di un nuovo mazzo, era vero. Ma avrebbe dovuto pensarci da sé.
Non volle continuare, non di più. Sentì d'essere stanco, ad un tratto più di quanto non fosse mai stato – stringendo un lembo della coperta con la mano destra, accolse in grembo le carte dorate che non aveva scoperto, e si abbandonò alla familiarità dei cuscini dietro di sé. Forse aveva tempo, pensò. Un'ora, almeno un'ora, prima che gli altri scendessero in fretta, prima che la giornata iniziasse. Non poteva mancare al Duello, sentiva d'esserne intimamente coinvolto – per Casey, per Sirius, per Grifondoro. Eppure, una parte di lui credeva di non aver motivo d'esservi presente; una parte di lui, perfidamente codarda, rintracciava già il prosieguo di qualcosa che s'accingeva a realizzarsi. Quando sollevò le palpebre, di nuovo, il sole inondava la saletta circolare: lo spettro di Sir Nicholas s'aggirava furtivo, paradossalmente assonnato, trascinandosi oltre un'armatura, e via verso il ritratto della Signora Grassa, la cui voce in saluto giunse come eco del buongiorno. Non aveva idea di quanto avessero dormito, la Sala Comune cominciava tuttavia a riempirsi, e qualcuno svettava occhiate curiose verso entrambi. Mentre i primi concasati scivolavano dalle camerate, tutti già vestiti in modo diligente, percepì un brivido lungo la pelle. Gli bastò un'occhiata per comprenderne il motivo: nell'assopirsi, le carte erano scivolate dalle mani a terra, e formavano così una ragnatela scomposta di colori, decorazioni e raffigurazioni singolari. Colse l'una dopo l'altra, nel movimento svegliò indirettamente l'amico – imprecò silenziosamente, la bocca contratta in una smorfia: alla fine si gettò in basso, come un cacciatore sulla preda, e le carte si strinsero convulsamente nella presa di dita che non ammettevano la consueta gentilezza. C'erano tutte, tutte quante: perfino sotto il divano, per sicurezza, non ne scovò altre. Quando si sollevò per recuperare i tarocchi sul tavolino in legno, le carte gli ricordarono la lettura approssimativa che aveva compiuto durante la notte.
Il Carro, simbolo di potere, emblema di vittoria. Altre, altre carte...
«No La voce s'era spenta, roca com'era nel silenzio scelto fino ad allora. Si disperse come un sussulto, nei convenevoli di chi popolava le schiere di leone; soltanto l'espressione crucciata, tra le sopracciglia e giù nello sguardo, intrappolava lo spavento. Sul tavolino era apparsa una carta di cui non aveva concreta memoria, certo com'era di non averla recuperata dai tarocchi. Era lì, l'Arcano Maggiore. Ed era bellissima, infinitamente – nel connubio del corpo che mutava in spirito, nell'approssimarsi di dita che si tendevano fin quasi a sfiorarsi, nell'intreccio di occhi che svestivano l'antica promessa d'unione. Ed era bellissima, lo era davvero. In alto, bagnato di candore, il Cherubino incoccava la freccia docile, in volo, sospeso in cornice; e il Regnante, il Sacerdote, il Cerimoniere, pure s'accostava vivamente nella mano sulla spalla dell'uno, e nella conferma sul cuore di entrambi. Herbelia, apparsa d'improvviso, portò con sé profumo di rose, e partì di raffica nel racconto dell'omaggio di fiori che qualcuno, qualcuno, aveva lasciato il giorno prima per la Caposcuola Bell.
«Hey tutto bene? Sembri impaurito.» Sentiva d'essere sul punto di... bruciare, di bruciare tutto. Le carte, il tavolino, l'arredo, tutto. Nel sorrisetto di Penny, percepiva l'idea folle che quell'Arcano – così poetico – offrisse il privilegio di una relazione sincera. Invece... invece. C'era molto di più, tanto da averne paura.
«No» ripeté. «Sono in attesa.»
Gli Amanti, rovesciati, beffeggiavano il tempo.

***

Che vi fosse un legame, che sentisse un legame verso Casey e Sirius, non ammetteva dubbi. Per entrambi custodiva quell'affetto genuino che il tempo aveva già posto alla prova, in modi impossibili, tanto da averne infine fatto tesoro – era grato per l'amicizia, il rispetto e la vicinanza di cui avevano saputo fare dono, e oltre gli anni credeva fortemente che fossero tra le persone più importanti. Allora, s'interrogava. Se all'una s'era accostato per vie traverse, nella connessione di un diario fitto di segreti, dall'altro s'era invece allontanato per vie dirette – il ricordo del fuoco, nella sfera di cristallo, divorava l'insonnia. Non ricordava quanto fosse stata l'ultima volta che avesse volto attenzione alla coppia di amici, quando fosse stata l'ultima vera occasione che avessero trascorso insieme: sentiva d'esserne colpevole, e d'esserne... bloccato, imprescindibilmente bloccato. C'era qualcosa, nella ricerca delle linee future, che poneva i sensi in allerta. Come a dirgli: attento, bambino mio; attento, attento. Non sapeva se per la connessione che nutriva verso entrambi, per i pericoli che già aveva svelato, o forse ingenuamente per la stupida certezza d'essere una minaccia di cui entrambi avrebbero voluto – e dovuto – fare a meno. Quando s'avviò lungo il pendio che conduceva all'esterno dei confini scolastici, la mente divagava da sé. Penny parlottava, i concasati ridacchiavano, e lui s'appesantiva in quel modo di una solitudine che non gli donava grazia. Stringeva una coccarda rosso-dorata, che avrebbe dovuto appuntare al petto, e nello zainetto alle spalle portava con sé festoni che gli erano stati affidati. Era felice, felice per Casey e per Sirius. Ma era assente, per qualche ragione che non comprendeva per bene. Oltre il cancello, altri studenti inseguivano la strada che avrebbe condotto tutti loro alla Congrega di Londra; non sarebbe stato un percorso semplice, ma erano in molti e pur di evitare la trafila di caminetti, passaporte e treni all'occorrenza, lui stesso aveva proposto al gruppetto dei concasati una serie di tappe tramite Materializzazione Congiunta. Già stringeva la bacchetta magica, attingendo alle dinamiche che una pratica magica come quella imponeva – s'affidava alla familiarità del percorso che spesso, a sua volta, compiva verso Evviva Lo Zufolo. Stessa direzione, poco più lontano: offriva così l'avambraccio a chi tra gli amici, e lo stesso facevano Penny, Herbelia, e i più grandi tra loro. Pronti com'erano, s'accorse tuttavia di un profumo particolarissimo, che risvegliò il borbottio di uno stomaco a digiuno.
«Chi ha portato una pizza?» Si allentò la propria tensione mattutina con quel commento, accompagnato dal bizzarro cenno del capo. Poco dopo, al sapore di formaggio filante, pomodoro e basilico, volteggiarono insieme fino ad essere inghiottiti dal buio. Il viaggio, in effetti, durò abbastanza da far rimpiangere ad alcuni concasati d'aver mangiucchiato troppo; evitando spiacevoli conclusioni, si diresse così in compagnia verso la Congrega dei Duellanti, e da lì scovare la sala d'interesse non risultò affatto difficile. C'erano segni, ospiti e spettatori vari, e apprezzò tanto pensare che fossero tutti lì per qualcuno che lui stesso conosceva dal vivo. Più rasserenato, cercò rapidamente posto in una delle file migliori, nella tifoseria della Caposcuola Grifondoro. Provò ad individuarne uno abbastanza centrale da far capire che parteggiasse per entrambi. Sì, avrebbe fatto un po' avanti e indietro, tra un momento propizio e l'altro: c'era anche lui, c'erano anche loro. Come poteva mancarvi?


Grazie ad Ariel per lo schema che mi ha salvato da tre ore di ricerca (ops), cambierò un po' qui, un po' lì perché Oliver è team Casey/Sirius. In arrivo con altri Grifondoro!

Al momento Oliver è nella Caseyria (ndr. Suguni e per Sirius come si chiamerà?)
In bocca al Grifone!
 
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view post Posted on 16/6/2022, 17:30
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Le dicerie sull'evento non erano poche, la gente non faceva altro che parlarne da settimane e finalmente il giorno era arrivato. Lo scontro finale, Casey Bell contro Sirius White. Inutile dire quanto il dormitorio Grifondoro fosse pieno zeppo di accessori da tifoseria nemmeno si trattasse della finale di campionato di Quidditch, la gente sembrava dare così tanto di matto da mettersi a dipingere quasi fin sulle pareti. Alice aveva avuto un periodo difficile per cui aveva cercato di rimettere insieme i pezzi un po' disordinati del suo cuore, si era concentrata molto su se stessa , isolandosi dal resto per cercare di non perdersi all'interno della vastità del mondo. Era a conoscenza dell'evento naturalmente ma la verità era che non sapesse come si sentisse a riguardo; da quando era affogata nel lago, qualche mese prima faceva ancora più fatica ad affrontare le proprie emozioni. Le rifiutava, le ignorava, preferiva seppellirle all'interno, nasconderle sotto il tappeto e cercare di dimenticarsene. Poi tornando a casa sua era esplosa, aveva lasciato andare tutto, senza freni. Dopotutto sapeva che quel paracadute nascosto tra le colline della foresta nera, era sempre pronto ad accoglierla, anche nei momenti più bui e a proteggerla con il suo affetto. In ogni caso era curiosa di vedere il fantomatico scontro, sentiva anche da una parte il peso della responsabilità in quanto prefetto, di dover partecipare e mostrare supporto per il suo caposcuola, per la sua casata. La realtà era che si sentiva fuori posto. Cosa ci faceva lei in mezzo alla tifoseria Casey Bell? Da quando il caposcuola si era rivelato ai suoi occhi le sembrava di aver toccato una realtà diversa, più profonda e insieme ad essa un rigetto piuttosto chiaro. Casey Bell non voleva aver nulla a che fare con lei, era chiaro, quasi trasparente. Si guardò allo specchio un ultimo secondo prima di uscire, i capelli erano ormai cresciuti fino alle spalle e stranamente le ciocche bianche erano cresciute con essi, come se ormai fossero parte di lei. Alice non copriva più nemmeno le sue cicatrici, sperando che il processo le permettesse in qualche modo di abituarsi alla nuova realtà. Faceva ancora piuttosto male vederle, come una ferita che brucia, ma almeno non cercava di negare la loro esistenza. Venne di nuovo riportata alla realtà da un tonfo piuttosto pesante provocato da un fuoco di artificio mezzo esploso. E ti pareva che non doveva andare a far dare una regolata ai suoi concasati, questa cosa del duello li stava facendo uscire di cervello << Raga ma che diavolo--- Oh non fatemi fare il poliziotto cattivo anche oggi. Gills forza dammi i fuochi, ma dico vuoi cavare un occhio a qualcuno qui dentro? Almeno aspetta a scoppiarli dopo che la Bell avrà vinto!>> scosse la testa e uscì riversandosi per i corridoi, era facile stesse andando per dovere, per lealtà. Per un attimo spense il cervello e come parte del flusso di gente che si dirigeva alle passaporte, trascinata dalla tifoseria della sua casata, dall'entusiasmo che sembrava balzare da un faccino all'altro, si diresse verso il luogo dello scontro. Si vociferava di smaterializzazione congiunta tramite studenti più grandi, quindi la Rossa organizzò un gruppetto da portare con sè così da sfruttare malamente i colleghi più grandi. Il posto non era nuovo per Alice, ricordava di esserci già stata tempo prima, in vesti più piccole e risate decisamente più giganti. Ricordava di aver percorso gli spalti con dei cartelloni enormi ideati insieme a Vivienne e di quanto si fosse sgolata per tifare il suo prefetto, di quanto avesse desiderato diventare come lei in futuro, di quanto l'avesse ammirata. E ora tutta quell'ammirazione era riversata letteralmente su una miriade di gadget tra magliette ed altro passando da studente a studente, era impressionante. Alice prese un grosso respiro << Guarda cosa hai combinato Bell. >> rifletté a bassa voce tra sè e sè << Hai finito per piacere alla gente, perfino >> era ironica con il tono, mentre un sorrisetto appena accennato si faceva spazio sul viso e l'occhio accennava alla pedana. Ricordava bene di come il caposcuola le avesse parlato di non essere proprio la preferita di turno, eppure non si poteva dire che non brillasse. Gli spalti erano illuminati dai suoi colori e dal suo talento. Il risultato finale non importava. Anche se avesse perso, soccorsa, mezza disfatta sul lettino dell'infermeria, chiunque avrebbe portato nei propri cuori l'ispirazione di quel momento. Era semplicemente qualcosa di grandioso.
Alice proseguì cercando di scansare la gente che le lanciava magliette e cappellini, individuando un posto che potesse fare al caso suo, occhieggiando a tratti la pedana dove i due duellanti si sarebbero scontrati, chissà come doveva essere la sensazione da là sotto, com'era vedere gente radunata nella propria curva a fare il tifo per la propria vittoria? Qual era l'emozione predominante? Ansia, paura o gioia, voglia di mettersi in gioco? Scorse tra le fila della Caseyria e vi notò un faccino piuttosto sconosciuto, quello di Oliver Brior. Si avvicinò con fare malandrino << Brior! Accidenti, potremmo finalmente tifare per lo stesso team addirittura? >> gli sorrise allegra, poggiò la battutina delicata tra le righe e indicò il posto accanto a lui << Posso farti compagnia?>> le sembrava di non vederlo da una vita e forse quella poteva essere l'occasione per scambiare due chiacchiere, anche se il duello sembrava tenere tutti con il fiato e il cuore sospesi.


Ariel e Jo ve se ama per la fantasia siete belliffime e bravifffime <3

Alice si trova nella Caseyria (Sugu hai creato un nuovo nome?)

Interazioni: Oliver
 
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view post Posted on 18/6/2022, 20:02
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Man mano che la Congrega dei Duellanti si riempiva, cresceva la sensazione d'essere in un luogo di cambiamento – per il duello in sé, di certo, e per un'altra ragione che non aveva ancora afferrato. Era come trovarsi in un museo, affascinato com'era dalla schiera di volti più o meno familiari: spuntavano da un punto all'altro, talvolta in solitaria come lui, talvolta in compagnia; nonostante la scelta del posto lontano dai concasati, dietro la scusante dell'ambivalenza del proprio sostegno, Oliver s'accorse di non esserne né disturbato né impensierito, anzi ne era quasi pienamente... incuriosito.
Era fermamente convinto che la folla fosse in crescendo per i protagonisti della sfida: Casey Bell portava con sé l'intera tifoseria di rubino, i colori fiammeggianti di Godric sfavillanti in lungo e in largo tra decorazioni, stendardi, poster e tanto, tanto altro di simile; Sirius White incontrava il decoro della Casata e quello di affetti esterni di colleghi, conoscenti e sostenitori nel mondo magico. Per entrambi, ad ogni modo, brillava gloriosa la certezza che vi fosse Hogwarts sullo sfondo – lui stesso, sebbene non fosse stato così partecipe in prima linea alla vicenda, era stato contento alla consapevolezza che né Ministero né altre istituzioni fossero in gara per la vittoria. La Scuola di Stregoneria custodiva talenti già oltreconfine.
«Vi raggiungo dopo.» Nel borbottio di voci degli amici, liquidò il commento scortese di Penny – troppo affranto, a quanto pareva, all'idea di non poter avvelenare anche lui con uno dei famosissimi cupcake a forma di leone fatti in casa – e s'allontanò gentilmente dagli altri. La postazione che aveva scovato, in effetti, gli sembrava perfetta: oltre ad avere una visuale nitida della pedana dei duellanti, non risultava ad ora tanto gremita da perdere completamente la cronaca dell'arbitro. Ingenuamente aveva sentito alcuni giornalisti della Gazzetta del Profeta tessere lodi di tutto rispetto nei riguardi di Jago Jenkins: un campione con un passato degno di nota, un duellante perseguitato dall'ombra della sfortuna, e qualcos'altro che non aveva potuto collegare per bene. Era consapevole che vi fossero esponenti di spicco, in tribuna e nella congrega per intero: da un lato la finale ne giustificava la presenza, dall'altro il richiamo della neo-Campionessa di Londra ne attirava intimamente ogni interesse, anche oltremanica. Quando il galeone decisivo tinteggiò l'avvio del combattimento, allora, già sentiva d'esserne intimamente coinvolto. Dalla tasca anteriore della borsa a tracolla trafficò appena per recuperare un oggettino che somigliava moltissimo ad un binocolo. Nella regolazione di linee e numeretti, tutti in superficie, si assicurò spazio sufficiente tra una testa e l'altra di chi sedeva davanti. Omniocolo oramai pronto, uno degli acquisti migliori mai fatti in vita propria, poté mettere a fuoco il profilo di Sirius e di Casey. Non credeva di poter essere visto, tuttavia vi accompagnò un sorrisetto di buona fortuna; si soffermò più a lungo sulla figura di Bell, non avrebbe saputo spiegarne il motivo: c'era qualcosa, nella raffinatezza del tempo in arrivo, che annunciava grandezza – e pericolo, suggerirono i tarocchi. Nel dettaglio del bocciolo di rosa appuntato al petto dell'altra, il cuore sfumò prima della mente in un moto d'affetto senza eguali; erano quei gesti, pensò, a fare la differenza.
Brior. La voce familiare di Alice lo riportò indietro, in fretta. Con l'Omniocolo tuttora ad altezza volto, l'occhio destro somigliava a quello di un gigante – la pupilla di smeraldo che batteva al fervore della palpebra – propriamente puntato verso l'amica. Poté apparire buffo, nulla tuttavia che il Prefetto non avesse già adocchiato tempo addietro.
«In versione gigante sei imbattibile.» Commentò così, ammiccando un'ultima volta attraverso la lente; un riflesso dorato balenò rapidamente, disperdendosi leggero, finché il binocolo magico abbandonò il volto del ragazzo. Aveva sorriso fin dalle prime battute in risposta, battendo con la mano libera sul posto libero accanto. Invitava così a sedersi senza neanche chiederlo una volta di più. Poté osservare l'amica privo d'impedimento dell'oggettino con lui – quest'ultimo, tra l'altro, acquistato proprio alla finale delle Harpies contro Kestrels, quand'erano entrambi insieme – e mostrarsi così più divertito di quanto non fosse stato fino ad allora. Non ricordava quando fosse stata l'ultima volta che lui ed Alice fossero stati davvero in compagnia, ad esclusione delle ultime ronde di Oliver prima del passaggio della spilla e degli incontri che una vita parallela, in Sala Comune, sapeva offrire. Nel soffio nostalgico che accolse nel profondo, scoprì d'esserne ad un tratto... triste – una mancanza, quella, che fomentava il malessere dell'ultimo periodo. Non indugiò troppo sull'altra, non indugiò sui tratti peculiari che non ricordava in lei.
Si accostò rapidamente, nella carezza di un contatto di spalla – un saluto d'abbraccio accennato. Nel battito di ciglia prima di tornare in attenzione sulla pedana, tuttavia, la tela di un luogo boschivo s'infranse nel presente, e guizzò in quello che gli ricordò l'ululato di un cane. Ne catturò soltanto l'impronta in visione.
«Questa volta è facile, entrambi sono Grifondoro.» Si riprese come se nulla fosse stato. Nel frattempo lo scambio d'offensive iniziava, rafforzato dal mormorio in tribuna.
«Sei arrivata anche tu con la Materializzazione? O in volo come un'arpia?»
Lei avrebbe capito, e nel caso... quasi mimò artigli in volo con la mano.
«Quale follia delle tue hai portato per tifare?»


Interazioni: Alice, l'Arpia del mio cuore oops
 
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view post Posted on 10/7/2022, 13:16
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Alice osservò il volto di Oliver per qualche istante, era buffo con quell'occhio gigante a fargli da contorno tanto che Alice non riuscì a trattenere una risata << Hm non credo che i nostri amati concasati direbbero lo stesso.>> Pungente e ironica come al solito, il ritmo delle loro chiacchierate era solitamente puntellato da piccoli scherzetti. Questo più di ogni altra cosa era ciò di cui aveva bisogno al momento, una risata che le rallegrasse il cuore. Ricambiò il suo abbraccio, stringendo appena le braccia intorno al corpo con tutto l'affetto che sentiva di non aver dato in parecchio tempo. Non si vedevano spesso e se lo facevano erano incontri brevi, fugaci, due sorrisi scambiati tra i corridoi, una battutina piazzata tra due sospiri, un saluto caloroso in Sala Grande.
Oliver le era sempre sembrato un tipo che preferisse starsene per i fatti suoi, nonostante molti sostenessero che non fosse sempre stato così. Chissà cosa gli era successo. Alice poteva capirlo molto più di prima ora che, come lui, sentiva la compagnia degli altri come d'intralcio per il collante che tenesse insieme i suoi pezzi. Eppure c'era qualcosa di familiare in lui, qualcosa che le ricordava di casa << Ah, ovviamente. Noi arpie sappiamo sempre come arrivare con stile. >> Sorrise con il suo solito fare malandrino, finendo in uno sbuffo di una risata. Voltò poi lo sguardo verso la pedana, il duello stava per cominciare. Sentiva uno strano nervosismo arrovellarle le budella nel vederli lì, uno di fronte l'altra << Temo che a questo giro abbia portato solo il cuore. >> Lo disse con naturalezza perché effettivamente la decisione era stata presa di pancia, ma il fatto di essere stata così sincera, senza approfittare di una battutina, la sorprese. Non pensava che le parole potessero ignorare il cancello che aveva messo su per isolarsi dai sentimenti, eppure la vicinanza con l'ex caposcuola rendeva tutto più facile << Ah mi sto rammollendo Brior, spero solo che non si devastino completamente--- sai per quanto me ne lamenti sarebbe dura sostituirlo come prof. >> indicò Sirius lì a lato della pedana, spostò lo sguardo su Casey << Senza parlare poi del nostro caposcuola.>> Il duello iniziò sfavorendo la Bell che nonostante tutto cercò di difendersi con la miglior maniera, l'attacco. Sirius di suo canto aveva un'eleganza incredibile ogni volta che castava un incantesimo, tanto che Alice stessa si accorse solo in ritardo di quanto l'incanto lanciato da Sirius avesse colpito il caposcuola. Quando lo aveva fatto esattamente? Come ci era riuscito? Alice sbattè le palpebre più e più volte, sentiva l'ansia iniziare a scioglierle le vene, poi la risposta di Casey, un Lumos Maxima. La luce generata dalla bacchetta arrivò fino a loro seduti sugli spalti, Alice ne fu accecata e d'istinto chiuse gli occhi ma il cuore le batteva forte. Cos'era successo?


Interazioni: Oliver
 
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view post Posted on 29/7/2022, 23:12
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Nelle tasche interne della camicia, gli Arcani si univano nel sospiro di una bocca colta in tremito: all'apparenza silenziosi, sussurravano misteri che presto – l'uno dietro l'altro – mutavano in singulti. Sottostava, umano com'era, al limbo di suggestioni in successione, a stento comprendendone il pericolo prossimo. La carta gli dava l'impressione di bruciare tra tessuto e pelle, spingendolo in quel modo a sfiorarne il contatto con un gesto passeggero, l'invisibile piega di un indumento invece perfettamente ordinato. Non avrebbe dovuto portare i tarocchi con sé, non in quella circostanza: nella Sala dei Duellanti s'inneggiava il circolo degli àuguri, nel cicaleccio di voci sibilline che giungevano da un punto dietro l'altro. Come in alterazione, il petto si piegava in forma indomita, finché Oliver non chiuse gli occhi e vi trasse sostegno. Il diniego del tempo, d'altronde, era un'esperienza che non avrebbe mai augurato a nessuno, consapevole di quanto facile invero fosse abbandonarvisi pienamente. Sarebbe stato così dolce, l'abbraccio del divenire – una frattura che nessun altro avrebbe vissuto, un capovolgersi di trame cui avrebbe assistito in prima linea. Porsi distante, fin dall'esordio, esigeva il prezzo di un capogiro, e di un altro, e di un altro ancora. Il cuore gli si strinse convulsamente, il battito calante di una condanna che vestiva fin sottopelle. Non ora, diceva. Non ora, non qui. Lo sciabordio dell'acqua, il guaito di un cane, il profumo dell'erba tagliata, quelli ristabilirono l'assaggio ultimo di un luogo e di un tempo che non conosceva. Mentre la voce di Alice lo conduceva dolcemente alle rive presenti, Oliver non poté fare a meno di domandarsi quanto, di lei, vi fosse nelle percezioni appena gustate. Non gli era nuova, la vicissitudine di un corpo che si schierava all'incuria – perdersi e ritrovarsi, oramai, era un binomio che gli apparteneva e con il quale s'era costretto a convivere. Si dondolò lentamente, come a sistemarsi meglio sul sedile scelto: ben presto riallacciò il filo della conversazione, nell'accenno di un sorriso che si adagiò al fascio di luce in arrivo dalla pedana. L'assalto procedeva, il duello di Sirius e Casey respingeva così le prime battute ed entrava nel ritmo che tutti – lui pure, non poteva negarlo – attendevano per davvero.
«Posso risolvere subito.» Non impiegò troppo per recuperare la borsa a tracolla: una coppia di maschere dalla forma di leone – ricoperte di pelucchi sull'arancio e sull'ocra – saltò tra le mani. Ne indossò una subito sulla testa, le fauci della bestia in tessuto che gli coprivano allora la fronte, la criniera che si sparpagliava sui riccioli castani.
«Cosa ne pensi? Queste sono le maschere di un vecchio Carnevale, guarda qui.» Fece scattare i denti in un secco zac, talmente forte da attirare qualche sguardo più curioso tra gli spalti. In effetti, pur nella magia palesemente attivatasi, i canini s'erano ispessiti e ingigantiti al punto da trasformarsi in vere e proprie zanne; lo scoppio divertito che ne conseguì sfumò nel ruggito della fiera, mentre gli occhi si rimpiccolivano in pupille leonine interamente dorate, tutto sulla scia dell'effetto della maschera.
«Ho anche un bracciale che ti fa ricoprire di pelliccia, ma iniziamo con queste. Non accetto un no di risposta, lo facciamo per... insomma...» Indicando il centro della sala, il riferimento a Casey poté essere lampante – una parte di lui lo faceva semplicemente per divertimento, nella pretesa del ritrovo di tempi in cui tutto gli sembrava più spensierato. Passò la maschera ad Alice, lasciando a lei naturalmente la scelta di recuperarla o meno; non escludeva che l'amica potesse gettarla fuori dagli spalti, darla in pasto al tenente Toby oppure incantarla ad un colpo di bacchetta, ma si affidava alla verve più folle che tuttora – almeno ci sperava – poteva vivere in lei. Nel frattempo, l'Incarceramus attirò nuovamente la sua attenzione sulla pedana: trovò la scelta del sortilegio impeccabile, una di quelle strategie che aveva già associato all'amico. Né Casey risultò da meno, in una controffensiva che guadagnò il singulto comune della tifoseria. Il duello si scaldava, letteralmente.
«Sai, questa è una sfida storica.» Cominciò così, parlando di nuovo al Prefetto.
«Sirius White non è solo il nostro Docente di Pozioni, è stato una colonna importantissima per Grifondoro. Sapevi che anche lui, a suo tempo, sia stato Prefetto e poi Caposcuola? Una volta...» Non si accorse di come il tono mutasse nella nostalgia che tanto gli aveva cambiato la vita e che, di nuovo, lo trasportava lontano. Oltre il momento, in memorie di semplicità e di bellezza – di quando Sirius aveva aiutato tutti loro a scappare da una stanza piena di uova di Ashwinder in esplosione, di quando erano insieme in viaggio alla Corte di Enrico VII, perfino di quando s'era ritrovato invischiato in un labirinto di Schiopodi Sparacoda e tanto, tanto altro ancora.
«Sarà un duello eccezionale. Come ti sta sembrando fino ad ora?»
L'ultimo sorrisetto apparve nello scintillio di zanne affilate.


Interazioni: Alice
 
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