“Nel dubbio, vai in biblioteca.”, Privata - Silias - Camille

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view post Posted on 19/5/2022, 20:28
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Snape

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Silias Thom
Morgan
«“Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere”.»

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on era da me rinvangare il passato, ma la situazione in cui mi trovavo lo richiedeva. La causa di questo ripensamento, come al solito fu mio nonno, quando quella notte mi urlò di essere maledetto, essendo un possessore del marchio dei morgan. Non capivo allora cosa volesse dire e non lo capisco tutt'ora, e chiedere spiegazioni a mio padre era inutile, in quanto cercava sempre di sviare il discorso per non darmi le risposte che cercavo. ''Lo fa per proteggermi ''...pensavo tra me e me, ma questa speranza stava andando scemando a causa di questi maledetti incubi che mi annodavano l'anima facendomi perdere sonno prezioso, e vivere nella paura. Volevo uscirne con tutto me stesso da questa situazione cosi decisi di fare un qualcosa che non mi apparteneva. Non sono il tipo che si cimenta in cose tipo infrangere le regole, ma questa volta dovevo farlo. Ultimamente i sogni o per meglio dire gli incubi, erano diventati più frequenti, e a causa del lavoro dei miei genitori non ricevevo alcuna risposta d'aiuto da parte loro. Continuavo a curarmi con il tonico di mia madre, e il talismano di mio padre, ma sembrava che questi rimedi ormai non funzionassero più, in quanto gli incubi stavano diventato sempre più reali, come se mi trovassi realmente li. Ormai in preda all'esasperazione più totale, decisi di fare una ricerca per conto mio, e dedicare le mie ore di buco dalle lezioni per investigare su questi fenomeni che mi stavano capitando. Iniziai a cercare, sfogliai molte pagine di libri, e consumai litri di tè, ma non trovavo quello che stavo cercando. Fin quando mi imbattei in un libro, scritto da un certo Salomone. Questo libro parlava di un anello, un anello che poteva bloccare le oscurità più profonde, ma che purtroppo era andato smarrito nei secoli. Poi trovai un'altro libro, trovando un rimedio più alla mia portata, evitandomi ricerche fuori dalla scuola. Al suo interno cera una citazione che parlava di un arte proibita che risvegliava il proprio io interiore. ...'' Questa parte è interessante, ma non c'è alcun approfondimento su l'argomento, visto che si tratta di arti oscure ''...sapevo bene che toccare tali arti macchiava l'anima, e che praticarle non avrebbe donato nessuna cura hai miei mali ma gli avrebbe solo alimentati. Ma ero disperato, e dovevo saperne di più, forse quella era la chiave di tutto.... '' quello che non puoi vedere non vuol dire che non esiste ''...pensai mentre i miei occhi si poggiarono su il reparto proibito. Un nodo in gola si formò strappandomi il respiro, volevo davvero farlo ? ...la risposta era si, dovevo farlo dovevo distruggere la mia integrità morale, e compiere un atto di cui me ne sarei pentito. Ormai avevo deciso e quella notte stessa, sarei entrato in quel reparto senza il permesso di un professore... '' Questa volta troverò quello che cerco, sono sicuro che troverò la chiave di tutto, ne vale la pena silias, ne vale pena'' me lo stavo ripetendo come un mantra, perchè sapevo che stavo commettendo quasi un crimine. Ma ormai ci stavo dentro, e dovevo continuare. Tornato al mio dormitorio, mi preparai per andare a letto vestito, passando inosservato a gli occhi dei miei compagni di casata , visto che per loro ero quasi inesistente. Non avevo amici, e neanche ne soffrivo, ma negli ultimi tempi quella solitudine mi stava stretta. Erano le due di notte, quando sgattaiolai fuori dalla sala comune dei serpeverde con passo felpato, diretto nella biblioteca. Accesi la bacchetta, pronunciando lumos, come avevo appreso a lezione, e pian piano con paura e ripensamenti, mi avviai verso la meta, il reparto proibito. Entrato in biblioteca mi avvicinai alla cordicella e iniziai a perlustrare da lontano tutti i libri …' deve essere qui, lo so che sei qui, vieni fuori non ho tempo se mi beccano sono fottuto ''...la mia bacchetta illuminava quella stanza e tutti i suoi libri riposti su gli scaffali, fino a quando non lessi un titolo che catturò subito la mia attenzione …'' Segreti dell'arte più oscura ? È qui dentro quella pratica che ho trovato oggi pomeriggio, ne sono sicuro, qui ci sono le risposte alle mie domande, forse saprò cosa diavolo è questo marchio, e come spezzare la maledizione
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Edited by Silias Thom Morgan - 22/5/2022, 19:51
 
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view post Posted on 22/5/2022, 17:06
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Quarto Piano. Lì avrebbe dovuto fare la ronda quella sera, così recitava l’orario appeso in bacheca nel Bagno dei Prefetti. Poteva sembrare uno dei compiti più gravosi, ma in realtà a lei piaceva, le dava modo di rilassarsi e, quasi sempre, godersi da sola il silenzio surreale del Castello. Ogni tanto era bello scappare dalla confusione generale.
Stavolta, però, la tranquillità non le venne concessa. Pix, come suo solito, si stava impegnando con ogni mezzo per darle il tormento. Lei, d’altro canto, tentava in tutti i modi d’ignorarlo.
«Pix è qui per ogni desiderio esaudir, basta tirar qui per farlo apparir!» detto fatto, le strattonò con ben poca delicatezza una ciocca di capelli.
«Ahia! Giuro che se non la smetti…» sibilò, puntando contro di lui la bacchetta, ben salda nella destra, accesa sulla sommità e, contemporaneamente, serrando a pungo la mancina. La flebile luce oltrepassò facilmente il corpo etereo di quel fastidioso essere. Quella creatura molesta non avrebbe ceduto tanto facilmente, il ghigno che mise su lo lasciò intendere benissimo.
«Oh che paura! I Caposcuola vuoi chiamar? Oppure, peggio ancora, Gazza e la sua gatta pronta come un Pirata ad assaltar?» la sbeffeggiò mettendo le piccole mani sui fianchi in segno di sfida, per poi piroettare a mezz’aria. Se solo fosse riuscita ad acchiapparlo…
«Credimi, magari Mrs. Purr potesse mangiarti in un sol boccone! Sarebbe la volta buona che ci liberiamo di te…definitivamente lo rimbeccò. Provò a seminarlo allungando il passo, ma fu inutile come il non farsi condizionare dalle sue parole, in pochi istanti l’affiancò nuovamente.
«Oh sarebbe una micia fortunata, pare che Pix abbia una carne pregiata!» quelle sue assillanti filastrocche. Roteò gli occhi al cielo, stava per ribattere, ma la sua attenzione venne attratta da ben altro.
Si trovava di fronte alla Biblioteca che, stranamente, aveva qualcosa fuori posto. La porta era aperta. Chi mai poteva essersi intrufolato lì dentro a quell’ora? Chiunque fosse, avrebbe dovuto risponderne a lei o, peggio, ad un Caposcuola.
«Non ti fidi, vuoi assaggiare?» continuò a provocarla, allungando una gambetta come fosse un cosciotto di pollo appena sfornato.
«Senti, poltergeist dei miei stivali, non è il momento! E ora, taci senza stare ad ascoltare ulteriori vaneggiamenti s’intrufolò lei stessa in biblioteca, sbattendogli il massiccio portone di legno in faccia.
Sembrava tutto tranquillo, nessun rumore sospetto tranne il ticchettio delle sue scarpe sul pavimento in pietra che riecheggiava in lungo e in largo. «C’è nessuno?» certo, come no, nessuno sano di mente sarebbe sbucato fuori di sua spontanea volontà, specialmente se consapevole di aver contravvenuto alle regole. Magari si sbagliava. Magari la bibliotecaria si era semplicemente dimenticata di chiudere la porta a fine turno, no? Aveva ormai perlustrato ogni centimetro di quel luogo senza risultati, tant’è che stava per andarsene e tornare sui suoi passi per finire la ronda. Sì, stava. Mentre passava di fronte al reparto proibito, la sua bacchetta illuminò la figura di un intruso.
«Che ci fai lì al buio? Stavi cercando di nasconderti per caso?» non aveva ancora ben chiaro chi fosse lo studente, ma sicuramente non l’avrebbe passata liscia. «Beh non ha funzionato! Lo sai che l’ufficio dei Caposcuola è qui vicino, sì? Non ci metterò molto a convocare il tuo!» era meglio che avesse una spiegazione valida. «Non credo che la scusa dello studentello studioso reggerebbe, non a quest’ora fidati…» incrociò le braccia, illuminando al col tempo il volto che si era fatto severo, inarcò un sopracciglio e attese che l’altro parlasse in sua discolpa. Non era detto che gli togliesse punti, a patto però che non stesse per cacciarsi in guai più grandi di una semplice violazione del coprifuoco.

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view post Posted on 22/5/2022, 18:53
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on sapevo a cosa stessi andando incontro, l'ansia saliva, e il sudore iniziava a palesarsi su la mia fronte in modo prepotente. La paura mi sussurrava all'orecchio mentre udivo dei passi avvicinarsi.... '' sono fregato, sono letteralmente fregato, se mi scopre finisce male ''...notavo la sagoma di quella persona nel buio semi illuminata dalla sua bacchetta, mentre gridava se ci fosse qualcuno ... '' non sono cosi matto da risponderti ''....dalla voce capii che si trattava di una ragazza, e dal tono della voce sembrava che ad essere più impaurita fosse lei... ''vattene per favore, non ti avvicinare, non voglio essere espulso ''...Non sapevo come fare, non sapevo come agire, e quando trovai la soluzione, venni scoperto, ritrovandomi una bacchetta accesa davanti alla faccia...Io no non stavo cercando di nascondermi...la ragazza nel buio giustamente mi chiese cosa stessi facendo li, d'altronde ero nascosto nel buio davanti al reparto proibito, come non porre tale domanda... ecco stavo , ecco io in pratica...ehm...io...bhè io dovevo fare una ricerc....e proprio quando pensavo di fregarla, lei mi anticipò palesando che la scusa dello studente sfegatato non reggeva, minacciandomi di chiamare il mio caposcuola...Ok, non serve nessun caposcuola, ora calmati, ti spiegherò tutto promesso, ma ora calmati...per un attimo ripresi colore, e cercai di far appello alla mia astuzia, e quando cercai di convincerla avvicinandomi a lei, fu allora che la vidi, era stupenda, dire bellissima è riduttivo, quasi mi spezzò il fiato, restando fermo come un imbecille...Allora sono qui perché cercavo una risposta, una risposta che potevo trovare solo a quest'ora, lo ammetto le mie intenzioni non sono buone e spero che la mia sincerità possa persuaderti nel chiamare qualcuno, sai io sono un morgan, e la mia famiglia ha molti segreti , io sono nato mezzosangue, e questo a mio nonno non piace, per fartela breve mi odia e se sono qui oggi è perché sono stato spinto dalla disperazione...non volevo approfondire ancora l'argomento, ma non la conoscevo, e quello che contava per me era uscire da quella situazione con zero rischi...quindi facciamo cosi...dissi avvicinandomi a lei, con sguardo a dir poco serio...io adesso me ne torno al dormitorio, senza fare deviazioni, e lei...notai il distintivo da prefetto, e la sua la divisa oro ...signorina prefetta, mi lascerà andare dandomi una sonora strigliata domattina...non sapevo cosa altro dire, non si notava ma stavo tremando dentro, e forse stavo facendo troppo lo sbruffone , d'altronde era pur sempre una prefetta...giuro non lo farò più, non si ripeterà un errore del genere... la mia bocca pronunciò tali parole, ma lo sguardo tornò fisso su quel libro, e per un attimo avvertii la sua chiamata profonda e soave nell'oscurità, come se mi stesse avvolgendo in un limbo di serenità. In quel momento indietreggiai, e mi voltai ...scusa non c'è la faccio, avverto qualcosa di strano, potresti accompagnarmi per favore, non credo che reggerei da solo per tutto il tragitto di ritorno hai dormitori...mi voltai di scatto verso di lei...credo che io mi stia perdendo....ero troppo giovane per provare tali emozioni , non potevo gestirle tutte da solo e tutte insieme, mi serviva una mano di conforto, dovevo liberarmi di quel peso...davvero , credo mi stia perdendo...dissi per l'ultima volta con lo sguardo di nuovo fisso su quel libro, in attesa di una sua risposta...
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view post Posted on 26/5/2022, 18:26
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Non aveva alcuna fretta, era tutta orecchie, pronta ad ascoltare con quale astrusa scusa si sarebbe tolto d’impiccio. Ad ascoltare quanto fosse stridulo lo scorrere delle sue unghie sul vetro, mentre cercava di arrampicarsi su uno specchio. Fu accontentata, anche troppo in realtà. Un fiume d’informazioni la travolse e lei dovette cercare di arginare il tutto prima di annegare «Ehi, frena, frena, così m’incoraggi ancora di più a portarti in punizione, non so se te ne rendi conto?» lo osservò ancora più accigliata, non sempre la carta della verità toglieva dai guai, anzi. «Disperato o meno, non credo che a…» illuminò il volto del ragazzino, passando poi la luce da capo a piedi come uno scanner, giusto per avere qualche indizio su quale fosse la sua casata di appartenenza: Serpeverde. Lo stemma sulla divisa parlava chiaro «…a Minotaus interessi! Tanto meno a me, soprattutto quando piccoli sbruffoncelli come te tentano di giocare stupidamente col fuoco per poi scottarsi!» se gli studenti volevano mettersi nei guai fatti loro, ma sfortunatamente erano sotto la responsabilità non solo dei Docenti, ma anche di Prefetti e Caposcuola, quindi se capitava qualcosa era colpa loro che gli avevano persi di vista.
«Inoltre, giusto per ricordartelo, sono io il Prefetto, quindi si fa a modo mio…intesi?» il tono si fece minatorio, l’altro stava decisamente esagerando, ci mancava solo che provasse a minare la sua autorità, giusto per il gusto di aggiungere altre infrazioni alla lista.
Lo lasciò ribollire ancora po’ nel suo brodo, lasciandogli assimilare il fatto che non l’avrebbe passata liscia tanto facilmente prima di proseguire «Ammetto di non voler dare delle grane a Mike, non gli piacerebbe sapere di avere un’altra testa calda tra le fila di Salazar…» asserì calma stavolta, con voce piatta. Insomma, con la storia di Narcissa al Ballo delle Fate aveva avuto già abbastanza preoccupazioni, almeno così immaginava «Non toglierò punti a Serpeverde…per stavolta. Non ora che per una volta la vostra clessidra è più piena del solito…» aveva in mente una punizione decisamente migliore per lui.
«Vieni qui domani pomeriggio, dopo le lezioni. Non te la caverai con una strigliata, troppo semplice!» asserì decisa, un po’ come un generale che dà ordini al suo esercito.
«Ti piacciono tanto i libri? Per aggirati qui non può essere altrimenti! Beh, la Bibliotecaria sarà felice di saperlo…» la povera donna si era ammalata, accumulandosi sulle spalle lo spiacevole lavoro arretrato di un’intera settimana. Sarebbe stata lieta di avere un po’ d’aiuto da parte di entrambi. Lei si era già proposta quella mattina stessa, dopo colazione, non restava che coinvolgere anche il giovane esploratore notturno «Vedrai così tanti volumi che ti stancherai presto, ti assicuro che non vorrai più toccarne uno…» gli sarebbe servito da lezione, poco ma sicuro.
Stava per liberarlo dalla sua presenza, pronta per terminare il giro di ronda, quando le fece una richiesta che la bloccò sul posto, con la schiena voltata verso di lui «Riaccompagnarti? Veramente dovrei…» ruotò nuovamente su stessa, per parlargli guardandolo negli occhi quantomeno «Ti senti bene?» da come aveva reagito non sembrava «Se ti senti strano ti conviene andare in infermeria!?» chi meglio di Miss White poteva aiutarlo? Ma se ci teneva tanto a tornare in dormitorio non lo avrebbe costretto «Intanto andiamocene di qui, prima che ci becchi Gazza e cominci a farci domande…» lo prese delicatamente per il gomito, trascinandolo fuori di lì se glielo avesse permesso «Ti conviene riposare, ti aspetta una lunga giornata domani.» era pronta a scommettere che la notte successiva, complice la stanchezza assicurata, sarebbe crollato come un angioletto tra le braccia di Morfeo anziché bazzicare per i corridoi.

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Beh, insomma, qualcuno ha ancora il coraggio di dire che Camille è un pasticcino? :picchiare: Sorry, ma la spilla la costringe ad essere piuttosto severa con i trasgressori :fru:

Due appunti però, che ti saranno utili (anche se non solo a te) per il futuro:

1. Ho visto che il primo post è stato modificato, togliendo l'ultima azione, dopo la mia risposta. Ecco, non si fa, stai attento. Se è stato accidentale non importa, ma volontariamente non è concesso per una serie di motivi, soprattutto durante una quest :flower:

2. Non descrivere le emozioni o i toni di voce della mia PG, soprattutto se non lo faccio io per prima :meow:

CITAZIONE
dal tono della voce sembrava che ad essere più impaurita fosse lei

Non ho scritto che fosse impaurita, attenzione :flower:

Non importa che tu modifichi i tuoi post comunque, sono sciocchezzuole, fai solo attenzione in futuro, mi raccomando :flower: :<31:


Edited by Camille Donovan - 26/5/2022, 20:34
 
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view post Posted on 29/5/2022, 13:21
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C
on quella prefetta di tassorosso, ci eravamo lasciati in malo modo, il mio essere sbruffone non migliorò la mia situazione, visto che ricevetti una sonora punizione. D'altronde mi era andata anche bene visto che non fu chiamato il mio caposcuola, e l'espulsione non era arrivata. Ero stato fortunato, se fosse stato un professore o un qualsiasi altro caposcuola di certo non me la sarei cavata così bene. Tornai al dormitorio e mi coricai, il mio sguardo era rivolto al soffitto con tanti pensieri che albergavano prepotenti nella mia testa, non permettendomi di dormire. Ma quel libro , quel libro era come se mi stesse parlando, come se sapeva che io avessi bisogno di lui. Ma allo stesso tempo ringraziavo quella ragazza di avermi fermato nel compiere un qualcosa di cui me ne sarei pentito... '' ma quanto era bella ''...il fascino della prefetta mi invase, i suoi occhi per quanto brevemente ero riuscito ad ammirarli erano cosi dolci, e il suo tenermi testa, senza paura mi fece pensare che era una tipa tosta. La mattina seguente quando aprii gli occhi dopo aver trovato non poche difficoltà ad addormentarmi, mi accorsi che il grande giorno della punizione era giunto, e in parte ero anche felice, visto che potevo ammirare di nuovo gli occhi stupendi di quella ragazza...''' ma che ore sono ? sarà meglio che mi muova ''...guardai l'orologio posto sopra il grande caminetto giù nella sala comune ...'' è tardissimo ''...dovevo sbrigarmi, dovevo correre, non potevo arrivare tardi, visto che era stata chiarissima, non potevo di certo farla aspettare...'' se arrivo tardi quella tigre mi sbrana sicuro '' ...corsi lungo i sotterranei raggiungendo la biblioteca, luogo di incontro per la mia punizione, avevo quasi intuito tramite le sue parole a cosa stessi andando incontro, ma più che una punizione era una manna dal cielo, io e la biblioteca avevamo un solido rapporto d'amicizia. Giunto a destinazione mi prestai a cercare con lo sguardo la mia inquisitrice, pronto ad accettare qualsiasi punizione mi sarebbe piombata a dosso .
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view post Posted on 3/6/2022, 18:54
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Sistemato il ragazzino, il resto della serata trascorse come di consueto: tranquillamente. Terminò la ronda senza ulteriori imprevisti, senza nuovi trasgressori nottambuli all’orizzonte e tantomeno Pix a tormentarla, rifugiandosi poi nell’accogliente dormitorio.
«Finalmente un po’ di meritato riposo, vero Pinky? Sono stanca morta!» si buttò di peso sul letto a baldacchino, lasciando che la testa si posasse placidamente di fianco alla piccola puffola accoccolata sul cuscino. Non ci mise molto, dopo aver calato finalmente le palpebre, ad abbandonarsi al sonno e ad addormentarsi nel caldo abbraccio della coperta patchwork nera e gialla. E dormì. Dormì beata come un’infante fino al mattino successivo.

******


Le ore di lezione volarono via velocemente. Come promesso, o meglio minacciato uscita dall’aula di Storia della Magia si recò in Biblioteca, ma non per scrivere la solita relazione da riportare come compito il giorno seguente, bensì per incontrare lo studentello in vena di passeggiate fuori dal coprifuoco che aveva beccato a bazzicare in quella stessa ala del Castello la sera precedente.
«Salve, come sta? Sono qui per darle una mano, si ricorda? Insomma, con tutto il lavoro arretrato avrà un gran bel da fare immagino…» si presentò così alla Bibliotecaria, una dolce signora di mezza età, i capelli lievemente imbiancati, che stava seduta alla sua scrivania, nascosta dietro un’alta pila di libri piuttosto traballante.
«Oh, oh, ma certo! I-io sto bene adesso, grazie! E grazie anche per l’aiuto, ovviamente…» sorrise, mentre con il tremolante indice della mano destra raddrizzava le mezzelune che le incorniciavano gli occhi nocciola.
«Ne sono felice e, mi raccomando, non si sforzi! A tal proposito, non sarò da sola ad aiutarla…un nuovo acquisto di Serpeverde si è gentilmente offerto di raggiungerci!» più che offerto lo aveva costretto quasi con la forza, ma se non altro le pareva una punizione piuttosto equa.
«Ma che splendida notizia!» quasi si commosse, lacrime che si rifiutarono però di sgorgare le inumidirono lo sguardo rendendolo liquido. «E chi sarebbe di preciso?» si fece più curiosa, non vedeva proprio l’ora di sapere l’identità del giovanotto.
«Non lo conosco bene in realtà, l’ho incrociato quasi per caso, ma mi ha detto di chiamarsi Silias Morgan…Dovrebbe presentarsi a momenti, sempre che non sia in ritardo! Sa, ha fatto le ore piccole, mi auguro non si sia addormentato da qualche parte prima di raggiungerci…» ci scherzò su, era meglio non svelare troppo dei suoi trascorsi da avventuriero notturno nel suo sacro posto di lavoro.
«Povero ragazzo, immagino abbia tirato per le lunghe a studiare. Insomma, dato che si è offerto di passare mezza giornata qui dentro spero sia uno studente diligente o quantomeno un’amante delle pergamene consunte, sai non vorrei fosse maldestro o non ci sapesse fare con queste delicate creature!» disse apprensiva, guardando con amore i voluminosi tomi come se fossero dei figli.
«Non immagina quanto gli adori!» al momento lo sperava vivamente, anche se non garantiva per il post-punizione «Guardi, eccolo là!» lo indicò, prima fare cenno a Silias di avvicinarsi.
«Allora non sei scappato, bene bene…» squadrandolo, lo avrebbe accolto così appena si fosse avvicinato. «Come saprai, Mrs. è la nostra cara Bibliotecaria, l’avrai sicuramente incrociata girovagando qui nelle ore di studio! Lui invece è il Signorino Morgan…» tentò di fare le dovute presentazioni «Come ti accennavo, Mrs. ha del lavoro arretrato da portare avanti e insomma, tieniti pronto a faticare…» un occhiolino d’incoraggiamento e cedette la parola a chi di dovere. La Bibliotecaria abbandonò la sua comoda sedia, mettendo in mostra una figura dalle curve morbide, date dalla non più giovane età, e non molto alta avvolta da un completo color carta da zucchero. Con modi gentili cominciò ad illustrare loro alcuni dei compiti meno gravosi in cui avrebbero potuto cimentarsi.
«Come potete vedere, poco più avanti ho ben tre tavoli traboccanti di volumi…» ammiccò verso alcune postazioni vicino alle vetrate a sesto acuto lungo la parete opposta «Alcuni sono semplicemente da riporre rigorosamente nell’apposita sezione, per autore e in ordine alfabetico quando possibile! Altri invece vanno segnalati in questo registro e poi riposti…» picchiettò con le dita su un tomo ben chiuso di fianco a lei «Purtroppo durante la mia assenza non potevo tenere sotto controllo personalmente chi prendeva in prestito cosa, ma ho lasciato scritto in bella vita sulla bacheca di allegare al libro un pezzetto di pergamena con nome, cognome, data di ritiro e successiva consegna…» accennò ad un piccolo tabellone in legno e sughero alle sue spalle «Troverete le pergamene con le informazioni all’interno dei libri, vi basterà sollevare la copertina…» li osservo con aria preoccupata, forse timorosa di aver chiesto loro troppo «Spero di essere stata chiara, ma soprattutto di non aver preteso eccessivamente…In ogni caso, per qualsiasi dubbio o problema sono a vostra disposizione!» si batté un colpo sulla fronte, come se avesse dimenticato un dettaglio importante «Ecco, questi vi saranno utili…» dopo aver frugato in alcuni scomparti, estrasse due boccette d’inchiostro e due piume «Buon lavoro ragazzi!» era tutto, le cose da fare erano chiare.
«Non la deluderemo!» sì, al plurale, perché se l’altro avesse sgarrato anche solo di una virgola lo avrebbe consegnato al diretto responsabile. Recuperò il materiale per scrivere e lo mise senza troppe cerimonie nelle mani del ragazzino, aggiungendo poi «Su, forza, direi che non abbiamo tempo da perdere!» lei invece prese il registro, per dirigersi infine a passo svelto e deciso verso i tavoli indicati.

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view post Posted on 10/6/2022, 23:10
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icevere una punizione non era un problema, in fondo nella mia vita di punizioni ne avevo ricevute tante. Ero il classico ragazzino vivace, quello dispettoso perché invidioso o perché arrogante nei confronti di chi non reputava alla sua altezza. Non me ne vanto, anzi me ne faccio una colpa, mi accuso ogni giorno di essere una testa calda, il quale non ha amici perché si ritrova questo carattere cosi oscuro e perturbante. Ma oggi volevo essere diverso, volevo incontrare la signorina prefetto, e abbracciare la sua punizione come una benedizione. Quella sera, davanti al reparto proibito stavo perdendo la mia strada, stavo perdendo me stesso, mi stavo tuffando all'interno di un pozzo nero senza fondo. Ma per fortuna lei entrò accese la sua bacchetta e insieme ad essa la mia speranza. Arrivato in biblioteca venni subito accolto con estrema energia, come se non vedesse l'ora di farmi penare '' questa ragazza stuzzica troppo la mia curiosità ''...mi presentò alla bibliotecaria, e la trovai subito dolce e disponibile, cosa che avevo già notato quando accingevo hai libri che custodiva con grande cura. Le mie mansioni erano molto complicate e per niente leggere, anzi, dovevo svolgere un lavoro che richiedeva un estremo sacrificio al mio cervello '' io amo leggerli i libri, ma purtroppo non mi compete la loro cura nel sistemarli, capisco solo ora il lavoro che c'è dietro per soddisfare le richieste dei lettori''...spingevo il mio carrello pieno di libri, con un registro che avevo preso per documentare i testi presi in prestito, aiutandomi di tanto in tanto con la bacheca dove c'erano dei foglietti con annotati il nome e il congnome di chi aveva preso in prestito il libro con tanto di data di ritiro e di consegna...'' ok ammetto che questa punizione un po mi sta divertendo, aiutare la signora mi riempe di gioia, poco importa che la signorina prefetta ci resti delusa , punirmi non è mai semplice ''...mentre scarellavo tra gli scaffali guardavo camille alle prese con le sue mansioni ... '' però devo ammettere che è bella da togliere il fiato ''...guardarla alla luce del sole era ancora più appagante, i suoi lineamenti e i suoi occhi brillavano , come se davanti i miei occhi ci fosse una creatura fantastica che mi ipnotizzava... '' devo parlargli ''...spinsi il mio carrello urtando il suo.. ops mi spiace signorina prefetta, non volevo ... dissi con tono dispiaciuto accompagnato da un sorriso, palese che si trattava solo di una scusa per attaccare bottone...Non meritavo una punizione così cattiva, non trova ?...volevo fargli credere che ero dispiaciuto ma a dirla tutta era il giorno più felice della mia vita, ero felice solo stargli
vicino...'' che sia lei ? ''..

 
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view post Posted on 16/6/2022, 17:09
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In realtà un po’ di tempo, almeno lei, si concesse di perderlo, nonostante si fosse assunta la responsabilità di occuparsi di Silias e aiutare la bibliotecaria con gli arretrati. Essere circondata da libri era sempre un piacere. Poter respirare a pieni polmoni l’odore dolciastro della pergamena antica. Insomma, il paradiso.
Per trasportarli comodamente nei vari reparti, decise di adagiarne un po’ su un carrellino, che recuperò nell’angolo ad est vicino alla finestra. Prese il primo. Se lo rigirò tra le mani, carezzando poi la costina con le dita affusolate, saggiandone piacevolmente il cuoio della rilegatura. Sollevò con attenzione la copertina, controllando se vi fosse o meno uno dei bigliettini descritti. Ed eccolo lì, in bella vista come preannunciato.

Alicia Turner
Ritiro: 13/O5 Consegna: 18/05


Appuntò tutti i dettagli sul registro, con la sua solita grafia tutta ghirigori. Dopodiché lo depositò sul carrello di fianco a lei, pronta a trasportarlo nel reparto di Erbologia, smistandolo assieme agli altri. Ripeté l’operazione altre volte, guardando ogni tanto di sottecchi il giovane Serpino nel tentativo di sorvegliarlo. Per il momento rigava dritto senza lamentarsi, il che la fece ben sperare. Intanto, un altro paio di testi vennero segnalati tra i prestiti di suo pugno, altri quattro o cinque erano stati semplicemente dimenticati sui tavoli da studenti svogliati, e andavano ricondotti alla loro legittima postazione.
Ormai aveva assunto un ritmo tutto suo. Non frettoloso, ma calmo e regolare come il suo respiro.

Archie Cooper
Rit-


No, per sua sfortuna non riuscì a terminare di scrivere l’appunto. Un rumore metallico vicino a lei la distrasse, facendola sobbalzare per la sorpresa. La mano perse il controllo, portando alla piuma a rigare malamente la pergamena. Ma non solo, finì per urtare con la stessa la boccetta d’inchiostro, che si rovesciò sul tavolo. Il lato positivo? Almeno non macchiò ulteriormente il foglio.
«Ma porco Merlino!» sibilò a denti stretti. Si voltò per vedere cos’era successo. A quanto pare un altro carrello aveva urtato il suo e, alzando ancora di più lo sguardo, capì anche a chi appartenesse. Un sospiro, accompagnato da un’espressione rassegnata, per tornare poi a curarsi del danno. Prima doveva porre rimedio, successivamente avrebbe cercato di capire il perché.
Senza indugiare oltre, estrasse la bacchetta dalla tasca posteriore della divisa, mantenendo la presa ben salda. Immaginò il delicato strumento che stringeva nella destra come un piccolo aspirapolvere, o, ancora meglio, come una cannuccia. Quei fantastici bastoncini di plastica che i babbani utilizzano per risucchiare le bibite. Nella sua mente tramutò la bacchetta in cannuccia, con un’invisibile bocca poggiata all’estremità pronta a gustare il liquido che colmava il “bicchiere”. Con questo pensiero fissato vividamente, immerse la punta del mandorlo nell’inchiostro, pronunciando decisa «Tergèo!» questo scomparve, senza lasciare alcuna traccia sulla superficie lignea.
«Fa niente, ma….» lo osservò per qualche istante, giusto per carpire cosa passasse nella testa del ragazzino «Puoi tranquillamente darmi del tu, non sono tua madre….» sollevò scherzosamente il sopracciglio, facendosi scappare poi una risata malcelata, che provò a soffocare mordendosi il labbro inferiore «Al massimo potrei essere tua sorella maggiore!» scosse la testa divertita. Ancora non capiva perché gli altri studenti, soprattutto i più piccoli, continuavano ad avere nei suoi confronti un’aria tanto reverenziale. “Il lei”. Non si rendevano conto che non importava essere tanto affettati, alla fine mica erano professori?
«Punto secondo…» si fece un filino più seria, tornado a concentrarsi sull’altro «Cattiva è una parola grossa. Credimi, poteva andarti peggio, molto peggio…» fece una pausa, sfogliando un nuovo volume per poi riporlo automaticamente sul carrello «Lo sai come il Caposcuola Bell ha l’abitudine di punire chi trasgredisce? Li manda a pulire il bagno delle ragazze al secondo piano, assieme a Mirtilla Malcontenta…» sì, forse ci stava prendendo un minimo di gusto a ingannarlo, o meglio a fargli fare i compiti assegnati senza lamentarsi più del necessario. «Quindi…» si sporse verso i libri recuperati da Silias, prendendone uno a caso «O i gabinetti sporchi, oppure riposizionare questo libro di Pozioni…scegli» decretò con tono falsamente minatorio dopo aver letto la copertina.
«Su, dai, corri a metterlo sullo scaffale, ti raggiungo subito. Devo passare anch’io per quella sezione…» glielo porse, dedicandosi poi ai suoi. Ne recuperò altri tre prima di seguirlo.

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view post Posted on 21/6/2022, 19:22
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I
l mio piccolo avvicinamento non ebbe i risultati sperati. Pensavo che approcciarmi a lei sarebbe stato più facile, che sarebbe bastato poco per aprirmi e catturare la sua attenzione. Ma purtroppo non fu cosi, la sua reazione fu molto strana, e quasi mi pentii di averlo fatto, avevo causato anche un mezzo disastro con il suo inchiostro, e per un attimo pensai di averla fatta infuriare veramente. Tutta quella tensione svanì quando i miei occhi si posarono su i suoi, riusciva a trasportarmi all'interno di un imbarazzo fuori dal comune. Non so spiegarlo, ma era come se riusciva ad incantarmi, facendomi uscire con estrema facilità per una attimo da tutti i miei pensieri. Quello che provavo però era articolato e contorto, perché per quanto io avvertissi quelle sensazioni, sapevo in cuor mio che le provavo solo per il fatto che non ero mai stato considerato realmente. Le sue parole rivolte in modo serio o in modo giocoso, o forse tanto per, riuscivano ad accendere un pò di luce nel mio animo oscuro. Di oscurità ne avevo molta , tantissima, avvertivo che cresceva giorno per giorno, e per bloccarla mi serviva un aiuto. Cosi seguii il suo consiglio, afferrai il libro tra le sue mani e mi avviai verso il scaffale d'appartenenza, quasi scappando. Ogni tanto mi voltavo indietro con la speranza che mi stesse seguendo, ma poi mi fermai e fissai la copertina del libro.... '' ma cosa perdendo, d'altronde sono un ragazzino che si è cacciato nei guai...finita questa punizione non mi rivolgerà più la parola ''...posai il libro su il suo ripiano, mentre la fissavo da lontano...'' chissà cosa si prova a vivere normalmente, cosa si prova ad amare '' ...ero un involucro vuoto, fissavo il mio carrello, e come un robot saltavo da un ripiano all'altro cercando di sistemarli il prima possibile... '' tutti i nomi di questi ragazzi, chissà se hanno anche loro i miei stessi problemi, ma ne dubito fortemente, la mia testa è una roccia paragonabile a uno scoglio ''...vivere per me non era mai stato facile, ma dare una svolta ripulendomi da tutta quella melma era pressoché impossibile.... '' non sono un vero morgan, mio padre sarebbe riuscito a conquistarla, a farla ridere, diventando subito suo amico, le su abilità oratorie sono impeccabili, io invece sono un essere inutile, timido e privo di sentimenti, non capisco perché sia cosi apatico e poco interessante, forse è colpa mia ''...i miei pensieri vennero interrotti da camille, che mi raggiunse come promesso, ma non mi voltai in sua presenza, rimasi con la testa bassa su i miei libri, ignorandola... '' finita questa punizione ognuno per la sua strada, inutile illudersi ancora, sono solo un ragazzino con mille problemi''... aspettai che fosse lei a chiamarmi, comportandomi da stupido, in fin dei conti ero pur sempre il vecchio silias. ..

scusa ma il mio personaggio è lunatico, si sente una nullità, e non riesce a farsi amici, è un bel granchio versione camaleonte :asd:
...

 
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view post Posted on 2/7/2022, 17:30
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Prima di lanciarsi come Teseo nel labirinto di scaffali, si assicurò di avere tra le sue mani una boccetta nuova, ma soprattutto colma, d’inchiostro. Si guardò attorno e, non appena scorse la bibliotecaria, le andò incontro per chiedere il necessario «Mi scusi, Mrs.» attirò gentilmente l’attenzione della donna dietro la scrivania, troppo assorta da chissà quale storia in cui aveva immerso il volto «Potrei averne un’altra…» le mostrò il contenitore di vetro ormai vuoto stretto nella mano «Si è rovesciata accidentalmente, e…»
«Oh diamine, i miei-» l’espressione preoccupata dell’altra, probabilmente in pensiero per i figli in carta e cuoio, le impose di rassicurarla sul fattore pulizia ed integrità.
«Oh, oh, stia tranquilla, non si preoccupi, ho già sistemato tutto io!» comprensiva, dopo aver frugato in un cassetto la bibliotecaria le passò il materiale immacolato.
«Ecco a te, mi raccomando non farla cadere di nuovo…» la riprese con fare quasi materno, prima di congedarla e lasciarla al suo compito di aiutante.
«Grazie, le prometto che non accadrà più!» lo sistemò sul carrello assieme ai libri e, senza fretta, si diresse al reparto dedicato alla pozionistica.
Ritrovò Silias senza troppa difficoltà. Stava facendo ciò che gli aveva caldamente consigliato, come sperava. E anche lei, né più né meno, cominciò a riporre i volumi al loro posto. Il fruscio delle pagine ed il delicato toc dell’esoscheletro rigido sul legno scandivano piacevolmente il tempo. Tic, toc. Tic, Toc. Come un vecchio pendolo che grida nel silenzio. Un silenzio in cui anche l’altro pareva crogiolarsi e, alla fine, a lei non dispiaceva. Anche se, doveva ammetterlo, si stava domandando perché fosse tanto taciturno. La parlantina non gli mancava, lo aveva appurato. Si era offeso per qualcosa che aveva detto o fatto? Se così fosse non sapeva neanche se o come scusarsi. Alla fine cosa si aspettava il ragazzino? Il trasgressore era lui, aveva già fatto tanto a non presentarlo ai Caposcuola. Ma era anche vero che, con ogni probabilità, come quasi ogni studente e studentessa del I Anno ad Hogwarts aveva semplicemente voglia d’integrarsi, con approcci più i meno impacciati. Certo, gironzolare di notte non era il metodo migliore, ma tant’è. Magari lo aveva fatto persino per scommessa, i Serpeverde non erano tutti zuccherini, lo sapeva bene. Non si sarebbe sorpresa se come usanza di Casata avessero quella di gettare i novizi in pasto alle autorità della scuola per iniziarli. Ne avrebbe parlato con Daniel, era sinceramente curiosa a questo punto.
«Hai deciso di scoprire quanto riesci a stare senza aprire bocca?» lo punzecchiò, alzando contemporaneamente un sopracciglio indagatore. In effetti le ricordava un gioco che faceva sempre da piccola con i cugini, quando la beccavano, nascosta in giardino, a mettere il muso.
«D’accordo, ci provo anch’io, vediamo chi avrà la meglio allora!» senza fare una piega, tornò a fissare la rassicurante parete di voluminosi tomi di fronte a lei.
Spesso i gesti dicono più delle parole, soprattutto con chi metteva piede al Castello per la prima volta. Da Prefetto aveva capito che i novellini non erano tutti uguali, anzi. I più schivi andavano trattati in un certo modo, più dolcemente, solitamente facevano più fatica ad ambientarsi, mentre i più estroversi andavano già per la loro strada, senza voltarsi, senza farsi trasportare dalla nostalgia.
Ben presto avrebbe capito di che pasta era fatto Silias. Dipendeva da lui. Lui soltanto poteva dimostrare se era il tipo che parlava persino con la cancelleria mentre studiava, oppure no. Nel frattempo lei avrebbe proseguito con i suoi compiti.
Riportando l’attenzione sui testi ancora da sistemare, il suo sguardo venne catturato da uno in particolare, che trattava di Trasfigurazione. Puntando gli occhi al cielo, si rese conto di essersi dimenticata che da lì ad un paio di giorni doveva consegnare la tesina sull’argomento della lezione precedente. Di certo non voleva deludere proprio la sua Capocasa. Prendendolo tra le mani, decise di verificare se contenesse qualche informazione utile prima di riporlo, in caso lo avrebbe preso in prestito per portarlo con sé in dormitorio. Ronde permettendo, si stava già preparando a passare una lunga nottata in bianco. Si mise comoda, lasciandosi scivolare sul freddo pavimento in pietra, incrociando poi le gambe dove adagiò il libro che con tutta calma iniziò a sfogliare, accompagnando il fruscio delle pagine con un respiro tranquillo e regolare.

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view post Posted on 5/7/2022, 20:12
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A

ttendevo che la voce di camille mi raggiungesse, e nel frattempo sgattaiolavo avanti e indietro, svolgendo le mie mansioni. Notai che la boccetta del mio inchiostro era quasi esaurita, cosi l'afferrai intenzionato a cambiarla. Appena mi voltai vidi che la prefetta stava parlando con la bibliotecaria, cosi indietreggi, e attesi che finisse. In quel momento mi ritrovai tra le mani un libro, con su scritto... '' alchimia ''...dal nulla comparve un sorriso su il mio volto, mi tornò in mente quando mio padre dopo aver usufruito del l'angolo bar, si rilassava su il divano, e iniziava a parlare a raffica dei suoi anni da studente. Io in quelle occasioni, mi sedevo per terra su il tappeto, e ascoltavo fin quando non crollava addormentato. Quel libro riportò alla luce un ricordo, mio padre che stringeva il suo bicchiere di cognac, illustrandomi come meglio poteva quanto fosse stata difficile per lui studiare tale materia. Nei suoi occhi durante questi tuffi nel passato, assaporavo la magia di Hogwarts, e quanto fosse stato incredibile per lui aver potuto metterci piede. Ma il mio sorriso scomparve, quando pensai che io hai miei figli non avrei avuto niente da raccontargli, perchè i miei piani erano ben altri, il mio futuro era scritto, e questa scuola che sognavo da bambino era diventata uno strumento per scalare le mie ambizioni. Presi un'altro libro rimanendo incredulo...'' incredibile, sembra che questi testi siano stati messi in questo ordine di proposito''... a tornarmi in mente fu mia madre... '' Misteri botanici sub-acquatici , questo libro è il preferito di mia madre, ricordo ancora oggi quando si sedeva vicino il caminetto a leggerlo, nonostante lo conoscesse a memoria ''...la mia famiglia era sempre stata distaccata, avevo ricevuto tanto amore, ma ognuno dei miei genitori quando avevano una pausa dal lavoro si dividevano per dedicare un po di tempo alle loro passioni, e credo sia stata questa la colla che gli ha fatti restare uniti, nessuno dei due ha mai ostacolato l'altro. Mentre stringevo tra le mani quel libro, cercando di ricordare il profumo di mia madre, avvertii che camille mi rivolse la parola....allora hai perso in partenza, io ci vivo nel silenzio, sai passo inosservato proprio per questo, sono un fantasma se mi ci metto, peccato che le mie doti da uomo invisibile non abbiano funzionato con te...cercai di scandire le parole, in modo di attirare la sua attenzione su di me, facendola staccare dal libro che stava leggendo... noto che questo libro riesca a intrattenerti meglio di me.....notai il suo titolo quando lo prese, sicuramente lo stava analizzando, chissà forse per un compito o per semplice interesse....trasfigurazione ! ...bella materia, materia stupenda, davvero bella, peccato che sia talmente difficile da perderci il senno...desideravo che i suoi occhi si posassero su di me, cosi continua a stuzzicarla, cercando di fargli perdere il filo della lettura...comunque se posso permettermi, vorrei chiederti ..dopo aver terminato gli studi, a cosa ambisci, hai un sogno in particolare ? Io non ho progetti per il futuro...feci una breve pausa portato la mano destra su il mento... oltre a questo vorrei chieder...ecco volevo chiederti...mmm, ho un domanda che spero tu non fraintenda ..tentennai, e iniziai un po a sudare , non sapevo come chiederglielo in modo da non sfociare in equivoci... mi chiedevo, e spero sia a tu a darmi le dovute spiegazioni, a come posso accedere a quel reparto ?..indicai il reparto proibito...sai vorrei leggere un manoscritto citato in un libro trovato per caso durante le mie ore di lettura...non sapevo come l'avrebbe presa, ma ancora ci speravo ad acedere a quel reparto, volevo sfogliare quel testo, sentivo di doverlo fare per trovare le risposte che cercavo...
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view post Posted on 19/7/2022, 16:59
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«Sai, credo che sia tu quello che ha perso in partenza!» a seguito di un respiro profondo e rumoroso, fece riemergere il volto dalle pagine, chiudendo di scatto il volume di Trasfigurazione «O era un altro ad aver rotto il silenzio, interrompendo la lettura con una sfilza di domande?» con quella precisazione retorica in sospeso, sollevò un sopracciglio e lo osservò con aria falsamente interrogativa. «La curiosità uccise lo kneazel ficcanaso, ne eri a conoscenza? E tu ne hai parecchia, Silias!» con tono serio, misto ad una spruzzata di finta irritazione per la brusca interruzione, o per le domande stesse, nessuno poteva esserne certo, continuò a guardarlo dritto negli occhi.
«Ma sono felice di scoprire che Mrs. Purr non ti ha mangiato la lingua mentre ero distratta!» gli rivolse un sorriso, non nascose il suo divertimento nel prenderlo bonariamente in giro. Portò poi l’attenzione altrove, su un punto non identificato davanti a sé, cominciando a riflettere su cosa e come rispondere.
Non che lei avesse un futuro sicuro, disegnato ad arte da un’entità superiore, ma avrebbe fatto del suo meglio per intraprendere la strada che desiderava. Abbassò il volto, forse condizionata dall’aver sentito nominare il tomo depositato sul suo grembo «Sì, materia molto interessante…» convenne, picchiettando distrattamente e lentamente l’indice sulla copertina che stava fissando «E, difficile o meno, devo impegnarmi per mantenere una buona media con i compiti e gli esami, visto che è uno dei M.A.G.O obbligatori per provare ad entrare nel corpo degli Auror!» non sarebbe risultata un’impresa semplice, ma non era un motivo sufficiente per demordere «Questa, più che un’ambizione, è una speranza è c’era una bella differenza, almeno per lei «Diciamo che se non dovessi riuscirci non me la prenderei. Ci rimarrei male? Probabile, non posso negarlo, ma cercherò di tenere qualche porta aperta, dei piani B...» gli imprevisti e le delusioni incombevano dietro l’angolo, ma le opzioni erano molte, al momento debito sarebbe stato tutto più chiaro e i frutti delle fatiche raccolti.
«Vedrai che anche tu troverai la tua strada, non c’è fretta!» era sincera.
«Per quanto riguarda invece la tua attuale ambizione, è meno complicato di quanto tu creda, ma sempre più difficile di come appare…» alla fine entrare legalmente nel reparto proibito non era impossibile, tento meno complesso, non richiedeva chissà quale prova di coraggio, stava tutto nell’essere convincenti, degli ottimi oratori se così si può dire.
«Devi chiedere ad un docente di firmarti un permesso ufficiale che, attenzione, vale per un unico ingresso! Se necessiti di recarti lì più di una volta, dovrai ripetere sempre e comunque il seguente iter…» ma molti insegnati, a giusta veduta, erano molto restii e selettivi nel decidere a chi concederlo. «Devi presentarti in orario di ricevimento e, da lì, spiegare la situazione e dar loro le corrette motivazioni che ti spingono a voler accedere! Non è una cosa banale, sappilo, ti faranno un sacco di domande per appurare che tu non voglia attingere a qualcosa di pericoloso. Pericoloso per te e per gli altri, s'intende…» non tutto ciò che vi era contenuto era adatto a finire in mani inesperte come quelle di un giovane primino «Insomma, ci sono testi di magia piuttosto avanzata, alcuni contengono fatture che non possono essere utilizzate con leggerezza! Spero tu te ne renda conto!» preferiva ammonirlo lei stessa, anche se chi di dovere glielo avrebbe ribadito fino alla nausea.
«Nessuno comunque ti chiuderà la porta dell’ufficio in faccia, tranquillo!» sono tutti piuttosto disponibili ad ascoltare, spesso fin troppo, in quanto a concessioni era tutto da vedere. Sodisfatte le curiosità del ragazzino, lo lasciò a rimuginare, oltre che a finire di sistemare, mentre si recava dalla Bibliotecaria per farsi notificare il prestito del testo che stringeva ancora tra le mani come un tesoro. Avrebbe passato la serata con la testa immersa tra le pergamene, doveva assolutamente cominciare a stendere la tesina. Sempre se non cadeva addormentata, esausta per il girovagare in lungo e in largo tra gli scaffali durante un pomeriggio che proseguì pacifico, senza ulteriori grane per lei o il Serpeverde.

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Qui chiudo.
 
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