An arrow leading to the Dark, Proseguimento Missione Es ~ Thalia

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view post Posted on 6/7/2022, 17:47
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Il freddo sembrava esser passato in secondo piano.
Forse grazie l’adrenalina o, forse, per via della paura di farsi scoprire, in quell’ora concitata il freddo sembrava essersi messo da parte per lasciare spazio alla più temuta incertezza.

Infatti, valicando i confini del castello, Thalia aveva sancito la fine del suo essere nel territorio amico per recarsi in uno meno battuto e ricco di imprevisti.
Ethan Carter, camminava con fare tranquillo lungo il sentiero che di lì a pochi minuti lo avrebbe portato ad Hogsmeade, non curante della presenza.
Sapeva o non sapeva di essere pedinato? Questo ancora non lo si riusciva a capire, ma si poteva intuire la reale strafottenza di un uomo che sentiva di avere il mondo ai suoi piedi.
Certo che se si pensava che in qualche modo quel bifolco era riuscito a comandare un centauro, si poteva anche capire il motivo per cui si atteggiasse, ma non era di certo per lui il caso di attrarre le attenzioni di qualche sconosciuto.

Arrivando nei pressi del Testa di Porco, sollevando lo sguardo al cielo attese l’arrivo del suo interlocutore.
Disturbato da quel ritardo, iniziò a gironzolare in maniera impaziente lungo una stradina senza passanti dove sui lati si rinvenivano una serie di oggetti abbandonati.
Oltre ai secchi di immondizia posti sul lato sinistro della strada, vi era un armadio rotto, uno specchio arrugginito, un pezzo di steccato a cui vi era attaccata una grande lamiera e un divano, sul quale alla fine si sedette il guardiacaccia.

Ora Thalia doveva capire come ammazzare il tempo e nascondersi dagli occhi di quel personaggio.
Se non l’aveva scoperta fino a quel momento di certo non era il caso di farsi scoprire ora, nel momento dell’incontro.
I dubbi su chi stesse arrivando si facevano sempre più grandi, ma la verità sembrava essere sempre più vicina.
Bisognava aspettare solo un altro poco. Un altro poco e tutto sarebbe stato -forse- più chiaro.






 
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view post Posted on 6/7/2022, 18:39
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Niente era più snervante dell’attesa fine a se stessa. Seguire Carter le aveva lasciato addosso una serie di dubbi - il primo dei quali, forse banale, riguardava la possibilità di un suo ritorno ad Hogwarts - che erano sfociati, semplicemente, nell’ansia generalizzata di essere scoperta. Era sicura, quasi almeno, che lui la stesse ignorando: non poteva pensare che un uomo capace di incantare una creatura magica non fosse a conoscenza di ciò che gli accadeva intorno; non poteva dubitare nemmeno del senso dell’udito sviluppato in anni di onorato servizio, prima al Ministero e poi alla Scuola di Magia. Si illudeva, quindi, nel pensare di essere al sicuro? Probabilmente sì.
Carter procedeva col suo passo tronfio, dandole l’impressione di guardarsi attorno come se fosse a capo dell’intero Villaggio. Hogsmeade non pareva godere del piacere di eventi straordinari quel giorno; tutto sembrava insolitamente calmo e questo a Thalia non piaceva. Nella quiete si originavano spesso le condizioni peggiori per dar vita a pessime decisioni; ovviamente, quel pensiero verteva immancabilmente sulla sua idea, molto stupida, di pedinare il Guardiacaccia. Ormai, pensava, la pozione era versata e, mano a mano che il silenzioso inseguimento la portava lontano dai cancelli di Hogwarts, Thalia sperava che Carter si fermasse in un posto qualunque anche soltanto per sistemarsi meglio la giaccia sulle spalle.
Quando lo fece, proprio di fronte al Testa di Porco, un brivido le scese lungo la schiena. Quel posto era perfetto per uno come lui, ma qualcosa - forse la sottile intelligenza che lo contraddistingueva da qualsiasi altro avventore del locale malfamato - le faceva credere che quella fosse a malapena la meta. Che ci fosse qualcosa, insomma, ancora da fare. Così lo vide svoltare in una viuzza laterale, indecisa se mantenere la distanza di sicurezza tenuta sino a quel momento.
Non era nata per comportarsi da Auror, eppure quel ruolo le era sceso addosso e, inutile dirlo, all’inizio le era anche piaciuto. L’adrenalina ancora le scorreva a fiotti nelle vene al pensiero di essersi slegata da Derek, lasciando il compagno solo con altre gatte da pelare, inseguendo un diabolico Carter capace di imprigionare e forse torturare un Centauro. Ora che si trovava lontano dalla sua zona sicura, però, Thalia capiva di aver fatto un passo troppo lungo. Comprendeva di aver, forse, sottovalutato la situazione.
Seguire Carter era una questione spinosa, certo, ma nell’eventualità di uno scontro si sarebbe trovata alla pari - quanto meno con un margine sottilissimo - con lui; diversa faccenda - tuttavia - sarebbe stata trovarsi ad affrontare due maghi adulti, ben più esperti di lei e pronti a non lasciare traccia alcuna delle proprie malefatte, qualunque esse fossero.
Fu trattenendo il respiro che cercò di trovare un posto non lontano dal Testa di Porco, evitando la via in cui Carter si era fermato accomodandosi su un divano tarmato, ma potendo - volendo - monitorare l’area circostante. Avrebbe continuato a tenere attiva la protezione dell’incantesimo di occultamento, ma la mano stretta sull’elsa della bacchetta si sarebbe dimostrata pronta per procedere in caso di pericolo.

Thalia J. Moran
PS 289 | PC 226 | PM 254 • EXP 47.5
Inventario&Conoscenze

Oggetti:

Bacchetta - Legno di Salice, Crine di Mooncalf, 10 Pollici, Elastica
Ciondolo Capello di Veela - incanta l'avversario in quest per un turno
1 Fiala di Decotto al Dittamo

Incantesimi:

I Classe - Completa
II Classe - Completa + Orcolevitas
III Classe - Completa + Iracundia
IV Classe - Completa + Circumflamma, Colossum, Ignimenti, Neptuno
V Classe - Flagrate, Expecto Patronum, Plutonis, Cave Inimicum, Exhalo, Candends/Candens Missìle, Aliquid Condensare, Heolo benedici, Deprimo
VII Classe - Legilimens
I Classe Chiara - Atlantis Cage, Rituale Perfetto

Incantesimi Alchemici:
Langue Verte

Vocazioni:

Legilimens Apprendista (I Livello)
Occlumante (II Livello)
Elementalista Inesperta (I Livello) (Acqua)

Thalia porta con sé anche Smilzo, un Asticello che possiede da qualche mese.

Riassunto & Danni

Allineata alla descrizione del post precedente, Thalia prosegue con la sua intenzione di monitorare le attività illecite di Carter. Cerca anche un luogo appartato, possibilmente, ma con una buona visuale, in attesa che arrivi il presunto complice del Guardiacaccia. Ho evitato di dilungarmi in descrizioni che potrebbero risultare diverse rispetto all’idea del luogo parzialmente descritto dal Master. In ogni caso, il Seocculto dovrebbe essere ancora attivo (nel caso non lo fosse c’è da considerare che Thalia stia, effettivamente, cercando di occultarsi fisicamente alla vista).
 
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view post Posted on 13/7/2022, 20:54
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Quando ci si trova in situazioni del genere, il tempo sembra non scorrere mai; lento e implacabile, avanza verso la sua metà senza però rivelare ciò che ha da raccontare.
Era per quel motivo che a Thalia sembrò passare un eternità nell’osservare quell’uomo corpulento, il quale continuava ad apparire assolutamente ignaro della sua presenza.
Osservando con tranquillità i dintorni dallo sporco divano, senza incontrare mai lo sguardo della Tassorosso, ogni tanto grattava la gola come a volerla riscaldare.
Che doveva fare? Cosa lo stava aspettando? Cosa aveva da dire?
Passò altro tempo davanti a loro e nulla accadde. Molteplici secondi si accumularono nelle loro vite fino a che il guardiacaccia, spazientito, si alzò per muoversi alla rinfusa.
Fu proprio in quel momento che un tiepido “pop” fece capolino alle orecchie dei presenti.
Lenti passi si sentirono sul terreno volti alla direzione dell’uomo.


-Cosa ci fai tu qui?-

Disse Ethan preoccupato, sistemandosi nuovamente il giaccone, sulle spalle.
Non attese risposta né un cenno di consenso; continuò a parlare come se non fosse necessario sapere la risposta del suo interlocutore.


-Prima che tu inizi a parlare, voglio dirti che ho imprigionato il loro leader e imperiato il centauro più forte del branco. S-si può fare! I centauri sono nostri. Lui… Il Signore Oscuro! Lui sarà contento, vedrai!

Una risata insolitamente nervosa partì dalla sua bocca, felice e al contempo spaventato per il suo successo.
Il guardiacaccia aveva fatto quello che non doveva fare: disobbedire ad un ordine.




O.T: Thalia prima di postare devi attendere ancora un altro turno, nel quale comparirà un altro personaggio.

 
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view post Posted on 3/8/2022, 10:40
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Each betrayal begins with trust.
Lei era già lì, in attesa.
Lui la osservava in silenzio, ammantato dall’Oscurità che ne carezzava, con riverenza, i tratti irreali, cinerei.
Lo sguardo era assorto verso il camino di pietra in cui aleggiava un sottile rivolo di fumo, memore di fiamme già arse.
La bianca mano, stringendosi flebilmente attorno alla bacchetta, volteggiava appena nell’aere tremante. Stava riflettendo. Nella sua mente, non v'era mai stato spazio per il dubbio, aveva già deciso ma lei si sarebbe mostrata all'altezza?
Vesper capeggiava tra i suoi Fedeli. Dedita alla causa, serbava la giusta dose di volontà e follia da soddisfare egregiamente ogni suo capriccio ma era proprio quella follia che avrebbe potuto mettere a rischio la missione che stava per comandarle.
- Vesper - , un sussurro a rompere il silenzio: ecco quanto sarebbe bastato per far vibrare il cuore della donna, gelarle il sangue, far sì che s’alimentasse dell’adrenalina che ora prendeva a tormentarle l’addome, risalendo fino ai seni, bramando la gola. Col petto ansante attendeva l’ordine che, con ogni fibra del proprio essere, sperava sarebbe giunto.
- Nessuno deve vederti -, il viso s’assottigliò ma la donna non avrebbe avuto il piacere di bearsene - Il corpo… Lascialo pure lì. -, aggiunse con l’ilarità che colorava il fulcro del disprezzo più puro. Il suo cadavere sarebbe stato utile tanto quanto l’uomo lo era stato da vivo.
- Voglio che gli altri vedano qual è il segno, indelebile, di chi osa peccare di futile vanagloria. -
- E se vi sono altri? -, tentò, con la voce insicura mentre mai avrebbe smesso di cercare la considerazione del suo Signore.
- Nessuno… - e alzò di poco la voce, in maniera impercettibile ma bastò a farle rinnegare di avere osato così tanto. Era solo una stupida, avrebbe pensato lei, non meritava nemmeno che la scegliesse per compiere il suo Volere, era soltanto… - Nessuno deve vederti - concluse, ancora una volta, la mano perlacea ora serrata intorno all’arma, lì dove la pazienza stava per esaurirsi.
- Non la deluderò, Mio Signore - asserì, mentre il corpo già bramava la vicinanza che non l’era - e mai le sarebbe stata - concessa.
- No che non lo farai, Vesper. -




- Cosa ci fai tu qui? -
Con la maschera nella mano libera dell’arma, Vesper osservava quel ridicolo pezzo di carne che osava definirsi uomo. Che osava dirsi leale.
- Prima che tu inizi a parlare, voglio dirti che ho imprigionato il loro leader e imperiato il centauro più forte del branco. S-si può fare! I centauri sono nostri. Lui…Il Signore Oscuro! Lui sarà contento, vedrai! -
Un leggero sorriso deturpò il volto rilassato di lei. La cicatrice che le attraversava il volto brillò appena al rivolo di luce che s'arrischiava a bagnare un angolo minuscolo di quel logoro vicolo. Si voltò per accertarsi che fossero soli, lasciando che il buio della viuzza celasse nuovamente la sua figura.
- Oh ma Lui sa già tutto, mio caro Ethan - e la bacchetta vorticò appena, una chiara allusione al modo in cui il Suo Signore l’aveva accolta. Si morse il labbro, assaporando la dolce ricompensa che sarebbe seguita. Era lì per Lui, il Signore Oscuro aveva scelto lei.
- E non è per nulla contento, sai? Anzi, ha mandato me -, il volto, prima ancora che potesse venir illuminato al suo avanzare verso la debole luce, si coprì della maschera inargentata.
- I centauri non sono nostri, perché lui non sa che farsene - spallucce, la voce rotta dal metallo che celava l’espressione ma ne accentuava l’eccentrica ilarità.
Vesper Lennox appariva ora diversa, animata dal desiderio, dalla passione di asservire allo scopo designato per lei.
- E non sa che farsene di te…-
Levò la bacchetta in direzione del cuore di Carter, consapevole che nessuna difesa avrebbe retto.
- Avada Kedavra -
La voce, scandita a dovere, non nascose alcuna incertezza poiché Vesper stessa desiderava che l’inetto, l’infedele, morisse.
Assolto il compito, sarebbe scomparsa così come era arrivata, non lasciando di sé alcuna traccia.

©harrypotter.it | ©Ârwen
 
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view post Posted on 5/8/2022, 19:29
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Cominciava a perdere la speranza che qualcosa accadesse in quel vicolo. Carter pareva provare lo stesso brivido sulla pelle, quello dell’attesa che snerva fin nel profondo, mentre forse l’ansia lo divorava lentamente da dentro. Non agiva da solo o non sarebbe rimasto seduto su quel logoro divano per minuti interminabili.
Si chiese che cosa stesse facendo Derek, se a lui - inevitabilmente - fosse toccata la parte più dinamica e pericolosa insieme; liberare il Centauro imprigionato, scovare la ragione di tutto questo attraverso di essi… forse avrebbe fatto meglio a lasciare Carter solo con chiunque avesse da incontrare. Non c’era nulla che le confermasse davvero le intenzioni del Guardiacaccia e un legame vero e proprio con quanto accaduto nei dintorni della sua capanna.
Cominciava ad accusare il malessere della stessa posizione rannicchiata, le gambe insensibili per il poco afflusso di sangue e il freddo. Le dita congelate cercavano ricovero strette tra le braccia e il costato, come se quella piccola alcova di calore corporeo fosse sufficiente ad evitarle il congelamento.
Pensava già ai passi successivi, a che cosa avrebbe raccontato alla successiva riunione dell’Esercito, mentre l’udito cercava di cogliere i movimenti dell’uomo nel tranquillo mattino. Era strano che non si muovesse nulla: era abituata ad Hogsmeade brulicante di vita, nei fine settimana di uscita degli studenti o nei pomeriggi liberi dopo gli esami di fine anno. La primavera aveva un tocco speciale sul Villaggio, con i vasi di fiori alle finestre e le ghirlande sulle porte di ingresso. L’inverno, però, era magico. I tetti aguzzi delle casupole addossate le une alle altre si ammantavano di un candido velo intonso, le strade di coprivano di nevischio e pericoloso ghiaccio. Sottili stalattiti congelate scendevano come decorazioni naturali dalle sporgenze di davanzali e grondaie. Sembrava impossibile che in un contesto simile potesse verificarsi quanto sarebbe, in effetti, accaduto.
Stretta in un abbraccio con se stessa per necessità, rimase in ascolto quando l’inconfondibile rumore della Smaterializzazione proruppe nel silenzio. Istintivamente si fece piccola, quanto più possibile, e attese. Aspettò che quel pedinamento sospeso nel tempo e nello spazio avesse un senso.
Non vide nulla, ma udì Carter rivolgersi a qualcuno con un tono di ansiosa sorpresa; probabilmente non si aspettava di ricevere quella visita. Lasciò da parte le congetture e si concentrò per non perdere un briciolo di quella conversazione breve e lapidaria.
Carter e i suoi Centauri erano inutili, disse allora una voce di donna. Le sembrava meschina, ma d’altro canto come poteva non esserlo? Aveva appena nominato un terzo individuo con il rispetto che si riserva solamente agli idoli. Ed esisteva solamente una divinità in un corpo fatto di carne ed ossa che potesse esigere una simile venerazione.
Nell’ascolto il corpo si tese tutto, dalla sommità del capo e lungo la schiena, le braccia le cinsero ancor più il busto e i fianchi e smise di respirare. Lo fece letteralmente, troppa la paura - quella vera e che non lascia scampo - di essere scoperta.
La donna parlò, la voce convinta del messaggio che veicolava, e ci fu un momento in cui si aspettò che Carter replicasse, che dicesse qualcosa per giustificare le sue azioni.
Col senno di poi, Thalia seppe che non ne aveva avuto il tempo.
Il lampo di luce, verde e brillante, sarebbe bastato a chiarire le intenzioni della sconosciuta a lei invisibile da quel punto; la formula che lei pronunciò, decisa come una lama a fendere la carne, fece il resto.

Non provava nulla per Carter. Non era nessuno, se non un dipendente della Scuola.
Di lui ricordava solamente gli sguardi quasi sospettosi e in tralice dalla tavolata degli insegnanti durante i pasti, o gli improperi lanciati contro studenti ficcanaso attorno alla Capanna o ai Recinti.
Dopo aver scoperto del suo coinvolgimento con i Centauri, Thalia provava per lui il ribrezzo che si riserva alla malvagità senza senso e alle persone incapaci di fare del bene nonostante le innumerevoli occasioni. C’era stata la delusione, prima del disgusto, ma ora le cose erano cambiate.

Non provava affetto per quell’uomo schivo e a volte maleducato, vanesio e sciocco.
Eppure fu costretta a coprire la bocca, le labbra schiuse in una smorfia di orrifico stupore, stringendo con i denti la manica della veste che indossava. Le mancava il fiato, mentre la vista si appannava, e il grido di orrore rimaneva impigliato nella gola, tra i singulti che le scuotevano il petto.
Non aveva mai assistito alla morte di nessuno prima di quel momento. Si era macchiata di azioni eticamente discutibili, ma la morte non aveva mai giocato un ruolo nelle sue mosse. La violenza dei suoi attacchi, fisici o mentali, non erano destinati a sopprimere la vita di un altro essere vivente. Poteva spingersi al limite, esigere da se stessa un sacrificio in termini, ma quella soglia - l'omicidio - non faceva parte di lei. Provò sollievo nel sapersi diversa dall'assassina, ma non bastò a scacciare il tremore della mano con la bacchetta in pugno o la stretta dei denti sul tessuto spesso.
Aveva visto quell'uomo farsi beffe di ragazzi e creature magiche. Lo aveva osservato aggirarsi tra i vivi come chiunque altro. Il suo passo, la sua voce, perfino l'odore di terra umida che pareva portarsi costantemente addosso... tutto sarebbe stato un ricordo.
Il grido che non emise le rimbombò nella testa per lunghi secondi senza fine. Lo sguardo fisso incamerava la visione del vicolo, ogni sordido e stupido dettaglio, ma non osava andare oltre.

Quando la donna sparì, così com’era venuta, Thalia rimase immobile.
La tratteneva il terrore.
La spaventava l’orrore di quanto aveva avuto luogo nel candore di un inverno scozzese.
Il vuoto s’impossessò di lei per un momento, prima che la consapevolezza di dover fare qualcosa riprendesse possesso delle sue membra.

Attese, non potendo fare altro.
Attese che le gambe smettessero di tremare sotto il suo peso.
Attese che qualcuno accorresse al posto suo.
Per la prima volta sentiva di non poter partorire un pensiero lucido e razionale oltre al bisogno di restare proprio dove si trovava. Se avesse potuto accasciarsi al suolo e piangere lo avrebbe fatto.
Eppure nemmeno le lacrime sembravano appartenerle.

Trascorsero minuti, forse, o solo pochi istanti, ma il rumore sordo dell'incanto che si era abbattuto sul corpo di Carter era una memoria uditiva estremamente disturbante. Era così che uccidevano i Mangiamorte? Un colpo di bacchetta, nemmeno un suono da parte della vittima... ed era finita. Nessuno sconto, nessuna ammenda.
Certa di non gridare più passò le dita sulle labbra secche, cercando di trovare un senso a quanto aveva visto. Via via più lucidamente, si rese conto di non poter indugiare su quei pensieri, non quando un cadavere si trovava in un vicolo di un centro abitato alla luce del giorno. Avrebbe dovuto avvisare l'Esercito, ma come? Il Galeone non funzionava a quel modo e non veicolava messaggi diversi da quelli degli appuntamenti e delle missioni. Vedeva Carter a terra, esanime, e si sentiva stringere il cuore dall'incapacità di agire; era doveroso fare qualcosa, prima che qualcuno lo trovasse e lanciasse l'allarme. Eppure, correre lei stessa nel vicolo non era una idea saggia. Se qualcuno l'avesse vista il rischio di essere scoperta era troppo alto. Doveva agire, questo era evidente.
Raccolse il coraggio a piene mani, tornando in posizione eretta e cercando di esaminare meglio la situazione da una nuova prospettiva. Il Marchio non era stato lanciato dall'assassina, il che a conti fatti poteva voler dire soltanto due cose: la donna era nei paraggi e non aveva ancora finito oppure non voleva che l'omicidio fosse collegato ai Mangiamorte. In ogni caso la situazione era delicata, troppo per poterla sbrogliare da sola.
Cominciò allora a compiere i primi passi in quella direzione, con la bacchetta sguainata e i sensi all'erta.

Thalia J. Moran
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Lunga parentesi descrittiva a parte, Thalia “assiste” al dialogo tra X (aka Vesper) e Carter. Shock, paura e la sensazione di essere gelatina si impossessano di Thalia finché non “decide” di restare esattamente dov’è, almeno in un primo momento. Non brilla per lucidità, ma sa che l’assassina potrebbe non essere andata via; ragionamenti si susseguono, finché non decide di avvicinarsi, pronta a reagire in caso di pericolo, sperando che la soluzione le sovvenga rapidamente.
 
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view post Posted on 1/9/2022, 08:12
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Il silenzio avvolse quel luogo.
Seppur ci fosse stato anche prima per innumerevoli minuti, ora si faceva insolitamente rumoroso, difficile da sostenere.
Carter era morto e lo aveva fatto senza troppa logica; era morto disattendendo gli ordini di quello che neanche era il suo capo.
Ora si trovava lì, steso come un verme in quella sorta di fanghiglia data dalla neve sciolta.
Sogni, pensieri e parole erano stati spezzati da una sola formula magica, un raggio verde che non aveva lasciato nulla attorno a sé se non paura e sgomento.
Sparita l’assassina, Thalia, si incamminò lentamente verso il suo destino.
Bacchetta alla mano, cercava di trovare forza in quel momento in cui aveva bisogno di supporto, di qualcuno che le dicesse che non stava rischiando di fare la fine del Guardiacaccia, di chiudere la sua vita dopo averla solamente assaporata.
Era sola e contro quella solitudine doveva combattere, contro quell’incessante fremere doveva muoversi per ritornare in lei.

Mentre si avvicinava al corpo notò che non era stato lanciato il Marchio Nero.
Quella osservazione le aveva garantito di fare delle ipotesi, una delle quali era vera.
Un passo dopo l’altro e il suo corpo fece capolino vicino a quello scomposto di Carter.
Era in una posa irreale, con la faccia piegata dal dolore di chi aveva dovuto subire per un ultima volta il male.
Nuovamente gli occhi si posarono sul giaccone, il quale si era spostato per un ultima volta dalle sue spalle, lontano da quella persona sulla quale si era ripromesso di non stare.
Osservando i dintorni, la Tassina potè notare che non vi era nulla di interessante e stessa sensazione avvertì osservando il torso dell’uomo, solamente coperto da una logora maglia di colore azzurro.


-… direi che il lavoro è l’ultimo dei miei problemi.-

Sentì non poco lontano da lei.
La voce era quella di un passante, uno dei tanti che sarebbe potuto arrivare nelle vicinanze e trovarla in quella scomoda situazione.
Se da un lato l’incanto Prior Incantatio le avrebbe potuto dare una mano, dall’altro farsi scoprire fuori dalla scuola nel pieno dell’orario scolastico e con un cadavere ai piedi le avrebbe potuto creare non pochi problemi.
In quegli istanti Thalia doveva fare una scelta.
Era meglio provare a continuare l’indagine correndo il rischio di venir scoperti o lasciar il cadavere là per tornare di corsa verso il castello?
Sembrava che la scelta dovesse esser fatta scegliere in fretta, i rischi erano troppo elevati.




Bene Thalia, possiamo considerare la tua missione conclusa.
Ora, hai la possibilità di fare due scelte: 1) il post di chiusura, quindi una fuga senza problematiche 2) Un ulteriore ispezione.
Ricorda però che ogni scelta ha la sua conseguenza e la scoperta della tua presenza sul luogo del delitto può portare a non poche problematiche.

Ti informo inoltre che, dopo aver concluso la tua missione dovrai rilasciare qui un breve report di quanto accaduto e che ti darà il diritto a ricevere una gratifica da parte dell’Es per quanto fatto.
Siccome è la prima volta che viene effettuato un report in questo topic, qualora avessi dubbi, ti invito a contattarmi per Mp senza alcun problema.

 
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view post Posted on 9/9/2022, 15:59
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I passi incerti l’avevano condotta al corpo esanime di Carter con l’inerzia tipica di chi si veda costretto a muoversi, nonostante la reticenza o la fatica; si sentiva prigioniera del proprio corpo, con la mente ben decisa a prendere le distanze da quel luogo e dall’accaduto e le gambe dotate di quella forza necessaria ad opporsi alla volontà.
La morte non l’aveva mai toccata così da vicino, ma non se ne era mai - ovviamente - sentita immune. Se si fosse sentita così non avrebbe fatto quanto aveva già compiuto e, soprattutto, non sarebbe entrata in quel gruppo di utopisti convinti che il bene potesse sovvertire il male. Eppure, ora che torreggiava sul cadavere di Carter, si rendeva conto che quello era il fine della vita stessa: rettitudine e perdizione, vizio e virtù conducevano alla stessa meta. Non importava quanto fossi stato gentile col prossimo, quante volte avessi pestato i piedi a qualcuno. La morte arrivava per tutti, inesorabile, e rendeva tutti estremamente alla pari.
Nel tragitto tra il suo nascondiglio e il luogo in cui il Guardiacaccia giaceva aveva avuto modo, per quanto brevemente, di mettere in parte a tacere l’orrore per quanto aveva dovuto osservare e la paura di esserne vittima. Non riusciva a liberarsi, però, dell’impressione che non potesse essere tutto quanto lì.
Sollevò lo sguardo dal volto distorto dal dolore e dalla sorpresa di Carter per rivolgerlo al cielo grigio: non c’era il Marchio, la Mangiamorte era sparita nel nulla e lei era sola ad affrontare quello che non sapeva come avrebbe potuto spiegare al resto dell’Esercito. Dall’indagine spicciola nei dintorni di una Capanna aveva finito per essere la testimone di un omicidio. Rabbrividì, riabbassando gli occhi sul corpo ignorandone il volto. Carter meritava rispetto, nonostante la sua vita - almeno nella sua fase finale - fosse stata dettata dall’incoscienza e dalla superbia, ma lei aveva del lavoro da svolgere. Deglutì a fatica, inginocchiandosi accanto a lui, senza scorgere sui suoi vestiti nulla che potesse darle un indizio - anche minimo - sulla prossima mossa. Con la punta della bacchetta sollevò il bavero della giacca per esporre eventuali tasche interne nella fodera, ma proprio quando aveva deciso con estrema fatica di provare a cercare qualche indizio altrove, la voce di un uomo la fece trasalire e rialzare velocemente. Se l’avesse trovata lì accanto le risposte da fornire sarebbero state troppe. Era andata, non poteva rischiare di essere trovata lì, nemmeno per errore.
Prese a compiere qualche passo indietro, avendo cura di trascinare un piede per cancellare le proprie orme sul nevischio, fino a dare le spalle all’edificio oltre il quale - immaginava - il passante stava camminando.
Chiuse gli occhi e mai come prima di allora immaginò con nitidezza la forma dei cancelli di Hogwarts: il metallo ricurvo della sommità, le sbarre di ferro nere e lucide sotto un velo di brina e ghiaccio; lo stemma della scuola, proprio sulla sommità dei battenti che coincidevano e il selciato che da essi partiva per inoltrarsi nell’entroterra scozzese e poi nel Villaggio di Hogsmeade. Immaginò, fino al punto di percepirne la forma sotto i piedi, i ciottoli che componevano il sentiero, la pietra del muro di cinta della Scuola sotto le dita proprio come se il braccio teso vi si stesse appoggiando. Doveva raggiungere i cancelli ad ogni costo, spostare il proprio baricentro nel ruotare su se stessa ad occhi chiusi fino a che con la bacchetta stretta in pugno non fosse stata pronta a balzare nel vuoto, lasciandosi avvolgere da esso.

Se la smaterializzazione fosse andata come doveva, forse avrebbe avuto il tempo di risalire il pendio erboso - lasciando perdere il sentiero che dai cancelli avrebbe condotto gli ospiti fino alla scuola; era tardi, non poteva rischiare di incontrare nessuno, nemmeno un compagno curioso, e doveva sperare solamente che Derek avesse avuto più fortuna di lei. Doveva raggiungere la Stanza delle Necessità, scrivere nero su bianco quanto accaduto e lasciare che il Fato facesse il resto. Il passante, nel trovare Carter, avrebbe allertato il corpo degli Auror al posto suo; sarebbero seguite indagini a cui l’Esercito non avrebbe preso parte, ma presto o tardi qualcuno avrebbe unito i puntini che separavano i fatti della Capanna del Guardiacaccia alla sua prematura dipartita.
Thalia J. Moran
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Incantesimi:

I Classe - Completa
II Classe - Completa + Orcolevitas
III Classe - Completa + Iracundia
IV Classe - Completa + Circumflamma, Colossum, Ignimenti, Neptuno
V Classe - Flagrate, Expecto Patronum, Plutonis, Cave Inimicum, Exhalo, Candends/Candens Missìle, Aliquid Condensare, Heolo benedici, Deprimo
VII Classe - Legilimens
I Classe Chiara - Atlantis Cage, Rituale Perfetto

Incantesimi Alchemici:
Langue Verte

Vocazioni:

Legilimens Apprendista (I Livello)
Occlumante (II Livello)
Elementalista Inesperta (I Livello) (Acqua)

Thalia porta con sé anche Smilzo, un Asticello che possiede da qualche mese.

Riassunto & Danni

Qualche riflessione sul senso della vita (?), un primo tentativo di indagine sul corpo e la scelta forzata di smaterializzarsi presso i cancelli di Hogwarts per sfuggire agli occhi indiscreti del passante. La fase narrativa post smaterializzazione è del tutto ipotetica e serve a chiarire le intenzioni di Thalia dopo essere “fuggita” (qualora il Fato lo consenta). Vuole rientrare a scuola con tutta l’accortezza necessaria, per raggiungere la Stanza delle Necessità e fare rapporto: è consapevole che il cadavere di Carter sarà trovato e gli Auror saranno interpellati, ragion per cui decide di non immischiarsi immediatamente nelle ricerche alla capanna.
La scelta della Smaterializzazione è coerente con le tempistiche ristrette e lo scenario descritto in quanto Thalia, uscendo da un vicolo e con un cadavere in bella vista, potrebbe essere confusa per l'assassina.
 
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view post Posted on 14/9/2022, 18:30
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Fu proprio in quel momento che il fato osservò con sguardo severo le azioni della studentessa.
Se solo avesse fatto la scelta che per un secondo aveva pensato di fare, non solo non avrebbe trovato alcuna informazione ma si sarebbe trovata a fronteggiare una spiacevole condizione che l’avrebbe vista trasformarsi da vittima a carnefice.

Evitando la perquisizione, cancellando le sue tracce, fece alcuni passi indietro, quelli essenziali per sparire nel medesimo momento in cui il passante si trovò ad incontrare la morte, fermandosi nel bel mezzo del suo concitato discorso.
Thalia, non avrebbe potuto sentire le grida dell’uomo spezzare l’aria di Hogsmeade, il suo sguardo osservare nelle profondità quella massa informe, priva di vita, assimilabile ad un sacco di spazzatura.
Di lì a poco la squadra di Auror sarebbe arrivata e si sarebbe accertata della morte del guardiacaccia per via di un incantesimo oscuro, dando la notizia in pasto ai giornalisti.

Nel caos che si era generato lei si sarebbe trovata davanti ad un conosciuto cancello scuro.
Piegandosi lentamente sulle ginocchia, sentendo la nausea arrivare tumultuosa nel suo corpo, avrebbe iniziato a respirare un aria nuova, fatta di speranza e scrosci di gioia.
Delle grida felici in lontananza sarebbero arrivate a lei come un canto di sirene, mentre una creatura dal manto scarno e scuro si sarebbe avvicinata per accertarsi della sua condizione fisica.
Con sguardo vitreo, muovendo il robusto collo verso destra come a voler capire cosa le fosse successo si sarebbe soffermata su Thalia con curiosità.

Il Thestral l’avrebbe osservata inconsapevole di aver per la Tassina un chiaro gusto di morte.




I miei complimenti! La tua missione è definitivamente conclusa! Attendo il tuo report nell’apposita sezione per il relativo premio. A presto!
 
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7 replies since 6/7/2022, 17:47   302 views
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