Alla ricerca di un braccio smarrito. , Iniziativa: "What ever happened to Baby Jane?"

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view post Posted on 23/8/2022, 22:40
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Era affamato, fin troppo affamato. E in Sala Grande stava già terminando il consueto pranzo.
In un momento pieno di speranza si vide seduto comodo al tavolo della sua casata, pronto a riempirsi lo stomaco con la zuppa del giorno e con l’ormai famoso stufato di carne. Se si fosse concentrato a sufficienza avrebbe potuto persino immaginare il tipico odore di buono farsi largo tra le sue narici… prima di tornare alla brusca realtà!
In quel momento Mike stava percorrendo a lunghi passi la prima rampa di scale del castello, quella che invece di portarlo in Sala Grande l’avrebbe condotto dritto dritto al corridoio principale del piano terra. Quel luogo, solitamente caldo soleggiato e accogliente, era anche sede della famosa “Segreteria Scolastica”, un luogo che per gli studenti poteva definirsi ostile quasi quanto il più noto “Ufficio del Custode”.
Odiava quel lato burocratico del suo essere Caposcuola, ma quando Thalia il giorno prima l’aveva supplicato, o per lo meno, così l’aveva intesa lui, di passare di lì per consegnare ed archiviare gli ultimi rapporti della settimana, cos’altro avrebbe potuto fare?
Insomma, una mano lava l’altra, e con tutt’e due si fa una pozione.
Quel giorno indossava una felpa scura sopra ad una camicia bianca, e aveva con sé la consueta borsa a tracolla che, per l’occasione, era piena di resoconti sulle ultime ronde notturne e di rapporti di dubbia utilità su qualche primino particolarmente indisciplinato.
Una noia mortale e, per archiviarle tutte, ci avrebbe impiegato una buona mezz’ora. Forse anche di più, vista la sua insofferenza verso quel tipo di attività.
Seppur controvoglia, aveva ormai raggiunto il suo obiettivo; una porta non troppo grande, ma di legno curato, con affissa l’inconfondibile targhetta della Segreteria. Si fermò per un istante fuori dall’ingresso, giusto il tempo per sorridere tra sé perché, insomma, non tutti i guai dovevano venir per nuocere. Aveva dovuto dire addio alla sua zuppa, al suo stufato, e probabilmente anche ad una generosa fetta della sua torta ai mirtilli preferita, ma se non altro avrebbe trovato quell’ufficio completamente vuoto.
In tempi normali, infatti, Lucille Darmont, una mitologica donnina di cinquant’anni alta un metro e un boccino, presidiava quel luogo con fare severo e rigoroso. In quel momento provava invidia addirittura per lei, per quella figura soprannominata un po’ malignamente come l’incrocio tra un Goblin, per le sue ovvie caratteristiche fisiche, e una Sfinge, per la natura velatamente violenta sempre pronta a distruggere l’autostima altrui a suon di giochetti psicologici. Anche la Darmont, per quanto potesse sembrargli strano, doveva pur nutrire sentimenti e bisogni umani quali il richiamo del cibo.
Lasciandosi andare ad un ultimo sospiro, aveva già aperto la porta senza preannunciarsi, per poi lasciar cadere la borsa sulla prima sedia che aveva trovato libera.
Aveva perfino sbadigliato sonoramente, visto che non aveva assolutamente voglia di mettersi ad archiviare scartoffie inutili; ma in quella stanza sembrava esserci qualcosa di strano rispetto al solito. In tutte quelle rare volte che c’era stato, Mike aveva sempre trovato le finestre spalancate, con il sole intento a baciare con energia tutti gli angoli di quella stanza. In quell’occasione, invece, gli scuri erano semichiusi e la penombra faceva assomigliare quel luogo all’aula di pozioni, vista rigorosamente dopo l’inizio del coprifuoco.
Immaginate dunque la reazione dell’inglese quando, nel voltarsi verso l’intera stanza con l’intento di dirigersi verso l’enorme cattedra, si ritrovò a intravedere la figura di una strega. Per un istante gli sembrò di immaginare il vecchio stile di quei biondi capelli ricci, prima che la realtà lo riportasse alla ragione. Insomma, forse aveva avuto un momento di debolezza dettato da una mancanza di energie, ma a scrutarlo con curiosità c’era comunque un viso noto, decisamente più familiare.
«Oh, ciao Emma! Posso chiederti cosa ti spinge fin qui?»

 
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La Grifondoro aveva da poco finito di pranzare, quel giorno non aveva avuto molta fame, si era limitata a mangiucchiare un po' di pollo e a giocherellare con la forchetta in un piatto di piselli. Decise di andarsene anche se i suoi compagni di Casa erano ancora intenti a mangiare. Stava per lasciare la Sala Grande quando Nancy si era precipitata alle sue spalle mettendole le mani sugli occhi - indovina chi sono! - La voce fastidiosamente squillante della Tassorosso era inconfondibile, Emma non poteva di certo sbagliarsi sull'identità misteriosa della strega. Nancy era solita fare questi stupidi giochetti, la Grifondoro ne era abbastanza infastidita, ma per qualche strana ragione del cuore, aveva finito per iniziare a volerle bene. La Tassorosso le aveva parlato di una bambola che il professor Cravenmoore aveva animato per qualche stramba ragione, e che dopo essere stata accidentalmente fatta a pezzi, i suoi arti, compresa la testa, erano stati nascosti, sparsi nel castello dal fantasma più fastidioso e burlone di Hogwarts. Emma detestava quel dannato poltergeist.
Ci sarà una ricompensa, eh? - aveva chiesto all'altra strega. La cosa cominciava a interessarle, così, dopo essersi informata meglio sulla questione, decise che mettersi a cercare le parti di quella sventurata bambola non sarebbe stata una cattiva idea se il bel professore avesse davvero dato loro una ricompensa in cambio del favore.
Ci vediamo Nancy… e grazie per l'informazione - aveva detto alla Tassorosso mentre era già diretta verso l'uscita della Sala Grande. Dove avrebbe potuto nascondere i pezzi quel piantagrane di Pix? Avrebbe cercato ovunque rimandando lo studio alla sera. Da dove poteva iniziare? Visto che si trovava al piano terra, decise di cominciare dalla segreteria. Arricciò il naso pensando a Lucille: la segreteria di Hogwarts non era famosa per essere gentile o accondiscendente. Percorse il corridoio canticchiando sottovoce "Fighting against the dark", la sua canzone preferita. Adorava davvero Malala Wisk: stava cercando di collezionare tutta la sua discografia, così aveva anche una scusa più che valida per andare da Evviva lo Zufolo e vedere Oliver anche fuori dal castello.
Quando la strega raggiunse la segreteria, notò con gioia che la donna non era presente, forse stava ancora pranzando? Aveva un giorno libero? Il motivo della sua assenza poco importava alla Grifondoro che sorrise compiaciuta di quel po' di fortuna che quella giornata le stava riservando. Continuò a canticchiare Fighting against the dark, noncurante del fatto che Lucille potesse arrivare da un momento all'altro. Non c'era molta luce in quella stanza, così Emma pensò di usare la bacchetta per illuminarla, quando avvertì una presenza irrompere alle sue spalle. *Lucille…*, pensò a malincuore. In meno di un minuto provò a pensare ad una scusa per giustificare la sua presenza lì, ma quando si voltò un sorriso spontaneo le comparve sulle labbra, le guance arrossate per lo spavento cominciarono pian piano a ritornare al loro naturale pallore - Mike… sei tu… - era più che sollevata di vedere il Caposcuola Serpeverde e non Lucille - sto cercando i pezzi della bambola del professor Cravenmoore… tu non ne sai nulla? - fece qualche passo verso il ragazzo, stranamente quella penombra lo rendeva ancora più affascinante - che ne dici di aiutarmi? Potremmo dividere la ricompensa! - propose dopo aver raccontato al mago tutta la faccenda, proprio come Nancy aveva fatto con lei poco prima.
Allora… ci stai? - chiese ancora con gli occhi castani e speranzosi puntati su Mike.



Edited by Miss Effe - 24/8/2022, 00:20
 
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Mike avrebbe potuto intravedere il riflesso della curiosità farsi largo lungo quei grandi occhi marroni, e se da un lato era sollevato di non essersi trovato faccia a faccia con la Darmont, soprattutto dopo essersi lasciato andare a quel vistoso sbadiglio, dall’altro lato le circostanze di quell’incursione all’interno della Segreteria Scolastica continuavano a sembrargli sospette.
Inizialmente provò a porre attenzione alle parole della giovane Grifondoro, ma più le ascoltava e più quella situazione gli risultava paradossale.
Perché mai il Professor Cravenmoore avrebbe dovuto creare una bambola di ceramica? Certo, il francese gli aveva sempre dato l’idea di essere un mago piuttosto eccentrico e stravagante, ma le modalità di quella caccia al tesoro continuavano a sembrargli del tutto inverosimili.
«Insomma, vorresti farmi credere che Cravenmoore si diletta con la costruzione delle bambole? Lo pensavo un po’ vecchio per queste cose...»
Lo sguardo dell’inglese riassumeva tutta la sua perplessità, ma visto che era lì perché non provare con un bell’incantesimo? In fin dei conti c’era di mezzo una ricompensa, e forse anche qualcosa di più. Mike sapeva bene che una mano lava l’altra, e l’eventuale riconoscenza del docente avrebbe potuto riservargli anche qualche altro vantaggio. *Se non altro, sarà più facile ottenere un Oltre Ogni Previsione al prossimo compito…*
Sorrise tra sé nell’estrarre la bacchetta di Prugnolo, per poi puntarla verso l’orizzonte.
Era alla ricerca di qualcosa, della giusta ispirazione, ma non riuscì a concentrarsi a sufficienza su un obiettivo:
*Accio… bambola?*
Il momento era serio, perché nella sua mente non riusciva a mettere a fuoco l’eventuale modellino creato dal docente. Come sarebbe potuta essere? E, visto che era stata fatta a pezzi, cos’avrebbero dovuto trovare in Segreteria seguendo la scia lasciata da Pix?
Aveva ancora la bacchetta puntata a mezz’aria quando provò a rivolgersi nuovamente ad Emma, che ormai sembrava voler far coppia con lui in tutte le ricerche più strane e stravaganti alle quali aveva preso parte. «Io ero qui per archiviare alcuni documenti, ma se si tratta di una breve ricerca potrei anche aiutarti. Sai per caso come dovrebbe essere fatta questa bambola? O cosa dovremmo cercare?» Insomma, in quel momento qualsiasi tipo di informazione sarebbe stata utile, addirittura essenziale, per continuare nella rapida ricerca di quell'oggetto.
Mike non aveva molto tempo a sua disposizione, ed anche in quell'occasione il suo fare dubbioso sembrava fare da contraltare allo sguardo speranzoso di Emma, sempre pronta a lasciarsi trascinare da ciò che era in grado di stuzzicare il suo interesse. «Se non abbiamo un qualcosa di specifico temo che si dovrà procedere alla vecchia maniera, aprendo armadi e cassetti.»
Triste all’idea di dover spegnere anche all’ultima flebile speranza di riuscire a mettere insieme qualcosa per pranzo, l'inglese avrebbe dovuto sperare nella provvidenza per trovare qualcosa di vagamente commestibile all’interno della sua borsa. È ormai noto che con la pancia piena si è in grado di riflettere al meglio sugli eventuali problemi del giorno, ma proprio in quell’istante il suo stomaco iniziò a produrre una serie di suoni sordi simili ad una lunga serie di borborigmi.
Imbarazzato, questa volta furono le guance del Caposcuola a tingersi di un tenue rossore.
«Oh, temo di aver saltato il pranzo, ma spero di aver qualcosa da mettere sotto i denti nella borsa.»
Giratosi di scatto, avrebbe iniziato l'ennesima, e forse vana, ricerca all’interno delle tasche laterali della tracolla. Un gran bel modo per dissimilare quella situazione. E per perdere dell'ulteriore tempo prezioso.

 
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Emma sperava davvero che Mike l'aiutasse nella sua ricerca: in due avrebbero sicuramente avuto più possibilità di trovare almeno uno dei pezzi della bambola del professor Cravenmoore. Di certo l'insegnante, oltre ad avere un grande ascendente sulle donzelle del Castello (professoresse comprese), aveva anche un lato stravagante che Emma non comprendeva appieno, ma che iniziava davvero ad apprezzare. Un'altra cosa che cominciava ad apprezzare era il tempismo del Caposcuola Serpeverde: era la seconda volta che appariva quando la strega aveva bisogno d'aiuto per ritrovare qualcosa; prima con Snooty nei sotterranei e in quel momento con la bambola fatta a pezzi di Cravenmoore.
Non so perché l'abbia fatto, sinceramente - ammise facendo spallucce - Nancy Miller mi ha detto che forse c'entra la sua fidanzata… - diede uno sguardo all'area circostante chiedendosi se valesse la pena rischiare iniziando proprio dall'ufficio della segretaria. Tuttavia avrebbero dovuto cercare ovunque non sapendo dove si trovassero i pezzi, quindi magari approfittare dell'assenza di Lucille per perlustrare l'ufficio non era poi una cattiva idea. E poi Mike era un Caposcuola, la donna non se la sarebbe presa con loro in presenza del mago Serpeverde… o forse si? In ogni caso il ragazzo sembrava scettico e sollevò la bacchetta con l'intento di castare un incantesimo, probabilmente. Emma lo osservò, non aveva capito bene quali fossero le sue intenzioni, poi le rivolse nuovamente la parola cercando di farsi dare più informazioni riguardo alla faccenda - l'unica cosa che so è che questa fantomatica bambola è stata fatta a pezzi. Smembrata tipo in Jack lo squartatore… - sostenne come se fosse scontato che anche Mike conoscesse quel film dell'orrore babbano - solo che il serial killer londinese in questo caso è quel piantagrane di Pix - sollevò un sopracciglio infastidita: detestava davvero quel poltergeist da quando le aveva rubato il diario segreto per nasconderlo in giardino, dove poi Simon lo aveva trovato… e letto. Dannazione a entrambi.
Sono d'accordo… se fosse servito semplicemente sfoderare la bacchetta, probabilmente a quest'ora Cravenmoore avrebbe già riavuto la sua adorara bambolina - si avvicinò a Mike di qualche passo e lo guardò negli occhi cercando di capire se fosse davvero convinto di mettersi alla ricerca dei pezzi con lei - quindi sei con me? - chiese prima di sentire uno strano borbottio. Era così vicina al Serpeverde da capire cosa stesse succedendo - mi dispiace che tu non abbia pranzato… - prima che il mago potesse trovare qualcosa nella sua tracolla, Emma aveva già iniziato a frugare nel suo zainetto color caramello in cerca di qualcosa di commestibile da poter offrire al suo… cosa erano loro due? Poteva considerarlo un amico? Un complice? Solo il tempo avrebbe portato una risposta a questo quesito.
Ecco, tieni! - esclamò porgendogli un pacchetto di cracker - si sono leggermente sbriciolati nella borsa, scusami… però posso assicurarti che hanno un buon sapore - accennò un sorriso - ti servono energie se dobbiamo perlustrare questo posto - il suo fu un tentativo di essere gentile senza doppi fini, non lo aveva fatto per cercare di convincerlo; ma sperò comunque che Mike si fosse convinto ad aiutarla a prescindere dai suoi cracker quasi sbriciolati.

 
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view post Posted on 31/8/2022, 21:49
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Se fino a quel momento aveva trovato qualche difficoltà ad immaginarsi Cravenmoore alle prese con la creazione di una bambola, la sola idea di una sua ipotetica vita sentimentale riuscì a mandarlo completamente in affanno.
Mike, che fino a quel momento non si era mai posto problemi in merito, cercò di annotarsi mentalmente quell’informazione per evitare eventuali e future visite improvvisate alla sua Capanna. Non sarebbe più andato a trovarlo senza un congruo preavviso, e a ben pensarci, avrebbe potuto anche non andarci più, a prescindere dalla motivazione di fondo. Insomma, dal suo punto di vista sarebbe stato meglio fermare il docente dopo una lezione piuttosto che mettere alla prova le sue labili, o almeno così gli era sembrato, doti organizzative.
Il ragazzo aveva comunque continuato ad ascoltare la giovane Grifondoro, anche se in cuor suo continuava a trovare tutta quella situazione piuttosto singolare.
Lì per lì la sua mente vagò verso le immagini delle statue animate che aveva osservato l’anno prima presso la sala Frank Tenner, immaginandosi la bambolina ormai smembrata con ossa, muscoli e organi in bella mostra.
Una scena decisamente forte, ma l’immagine di Jack lo Squartatore aveva fatto correre tutta la sua fantasia più macabra e splatter.
Ed ora, che fare? In condizioni normali non si sarebbe mai fatto corrompere da un singolo pacchetto di cracker, ma la fame era fame e lui non era ancora riuscito a trovare nulla all’interno della sua borsa.
Accettò dunque il gentile gesto di Emma, accennando appena un sorriso sincero. Avevano caratteri decisamente diversi, ma nei suoi modi di fare c’era un qualcosa che a tratti lo incuriosiva, mentre altre volte si era ritrovato ad osservarla con un leggero sospetto.
«E va bene… proverò a passare domani ad archiviare quelle quattro scartoffie… Dunque, da dove iniziamo?»
Con fare un po’ rassegnato, l’inglese si sarebbe guardato brevemente attorno, osservando attentamente tutta la stanza. Per loro fortuna non si trattava di un ufficio particolarmente grande, ma quasi ogni lato di quel luogo era disseminato di cassetti e armadi. Meglio dividersi?
«Io provo ad iniziare da qui» puntando alla sua destra Mike avrebbe iniziato a muoversi con un crescente dinamismo all’apertura di ante e cassetti.
Raccoglitori, cataloghi e pratiche di ogni tipo. Tutto sembrava vorticare davanti ai suoi occhi con grande velocità, ma non c’era l’ombra di oggetti in ceramica vagamente somiglianti ad una bambola. Aveva persino iniziato a sudare, e non gli ci volle molto per arrivare all’idea di togliersi la felpa da sopra la camicia.
«Qui non ho ancora trovato nulla, e tu?» I minuti continuavano a trascorrere, inesorabili, fin quando non si decise a passare ai cassetti più bassi, decisamente più scomodi e impolverati. Colpito in pieno da una nuova di polvere, Mike avrebbe iniziato a tossire vistosamente, imprecando mentalmente tra sé per non aver utilizzato un Gratta e Netta preventivo.
«Bah…» aveva appena preso in mano una raccolta dall’aria piuttosto recente quando Emma richiamò la sua attenzione. Avevano forse fatto centro?
Quell’ipotesi l’aveva già messo di buonumore e dopo essersi sollevato da terra stava già scrutando con curiosità ed interesse verso la zona presidiata dalla Grifondoro. Poi, un senso di disgusto e di repulsione si impadronì del suo corpo. La curiosità della giovane ragazza era senza eguali, e questo l’aveva spinta a mostrargli qualcosa di vagamente simile alla…. *La dentiera di Lucille??* Nauseato da quell’aggeggio mordicchiante che nel frattempo aveva preso a muoversi per la stanza sbatacchiando qua e là, Mike non arrivò mai a chiedersi il motivo per il quale la vecchia strega avesse lasciato lì quell’oggetto. In quel momento ringraziò soltanto di non essersi ritrovato a stomaco pieno, mentre l’istinto gli faceva portare la mano destra verso la bacchetta. Ciò che seguì fu la naturale conseguenza della sua innata predisposizione all’autoconservazione. «Immòbilus!»
Calmo e completamente concentrato sulla robustezza di una pietra, l’inglese avrebbe cercato di indirizzare la sua magia verso quell’oggetto, cercando di immobilizzarlo in maniera definitiva
«Non voglio sapere cosa fosse quella strana… dentiera? Ma questo dovrebbe fermarla per un bel po’… credo.» Nel suo viso si era fatto strada il sentimento delle preoccupazione. Lo spavento lo aveva colto di sorpresa perché, Lucille Darmont a parte, in tutti quegli anni aveva visto la Segreteria come un luogo particolarmente tranquillo.

 
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Mike aveva accettato il pacchetto di cracker della Grifondoro accennando un sorriso, accettando persino di aiutarla. Anche la strega aveva sorriso flebilmente, cercando di non sembrare troppo entusiasta della cosa mostrandosi contenuta. Va bene… allora io comincio da quest'altra parte - disse dirigendosi verso un armadietto di legno graffiato in alcuni punti e usurato dal tempo: doveva trovarsi lì da parecchi anni, pensò la strega. Speriamo bene - mormorò tra sé e sé aprendo le ante. Strinse tra le mani la sua bacchetta puntandola verso l'obbiettivo da perlustrare - Lumos! - La punta del suo catalizzatore di cipresso si illuminò migliorando di gran lunga la visuale della strega, ma oltre a fogli, libri e raccoglitori; sembrava non esserci nulla di interessante, purtroppo per i due studenti. Emma si inginocchiò a terra e appoggiò la bacchetta accanto ai suoi piedi affinché potesse continuare ad illuminare l'interno dell'armadio. Cominciò a tirare fuori dei volumi molto pesanti adagiandoli sul pavimento con molta cura, non avrebbe mai trattato male un libro, anche se non era di sua proprietà. Al suo fianco ben presto si era venuta a formare una torre di tomi ben allineata, affiancata da una pila di fogli che in seguito Emma colpì sbadatamente, facendo sparpagliare quelle carte ovunque sul pavimento accidenti… - mormorò mordendosi il labbro inferiore dopo essersi accorta di quello che aveva combinato. Rivolse lo sguardo a Mike, che nella penombra di quell'ufficio si stava sfilando la felpa rimanendo con la camicia bianca ed immacolata che aveva sotto di essa. Emma stranamente arrossì e distolse lo sguardo schiarendosi la voce prima di rispondergli - ehm… nemmeno io ho trovato ancora nulla… forse dovremmo andare a cercare altrove… - posò gli occhi su un altro piccolo mobiletto che giaceva in un angolo buio - aspetta, controllo anche qui… - raccolse dal pavimento la bacchetta ancora illuminata dal Lumos e cominciò a frugare. Sembravano esserci solo pergamene arrotolate e impolverate, ma dopo un'occhiata più accurata, Emma notò qualcosa che pensò potesse essere la testa della bambola di Cravenmoore, ma si rese conto subito che si trattava di un piccolo teschietto, era come quello che aveva comprato anche lei alla mostra nella sala "Frank Tenner": quel giorno era stata indecisa su quale forma scegliere ed era stato proprio Mike a consigliarle il teschio. Successivamente notò un'altra cosa strana, anche quella era abbastanza inquietante da poter essere un pezzo della bambola, così lo prese tra le mani rendendosi conto solo dopo che si trattava semplicemente di una dentiera. Sbuffò per la delusione.
Mike, guarda questa… - mise all'attenzione del Serpeverde quell'oggetto alquanto disgustoso - ...secondo te è di Lucille? Forse i suoi denti non sono veri? - improvvisamente le gengive di quella cosa cominciarono a muoversi nella sua mano e la Grifondoro la mollò a terra per lo spavento. Quella dentiera infernale cominciò a sbattere i denti freneticamente muovendosi velocemente verso di lei. Emma prese ad indietreggiare velocemente per non farsi mordere le scarpe. Per fortuna il mago sfoderò la sua bacchetta e in pochi istanti riuscì ad immobilizzare quell'aggeggio. La Grifondoro riprese a respirare e si rivolse al Caposcuola con riconoscenza - ti ringrazio… che roba assurda che nasconde la nostra segretaria.
Dopo la disavventura con la dentiera indemoniata, la strega non si era fatta abbattere, seppur quella robaccia l'avesse leggermente scossa perché l'aveva presa alla sprovvista. Continuò con la ricerca salendo in piedi sulla scrivania e guardando sopra gli armadietti - nemmeno qui sopra c'è uno straccio di pezzo… - scese cercando di non farsi male - ...accidenti… vorrei trovare almeno un capello… ammesso che ne abbia - stava parlando con Mike, ma i suoi occhi castani girovagavano per la stanza in cerca di un piccolo indizio. Ormai nemmeno il pensiero che Lucille potesse arrivare da un momento all'altro la sfiorava più. Aveva perso anche la cognizione del tempo… da quanto stavano cercando? Ormai l'entusiasmo iniziale pian piano si stava affievolendo e la strega si stava decisamente demoralizzando: cominciava a pensare che avessero scelto di iniziare dalla stanza sbagliata. Stava per rivolgersi a Mike quando quest'ultimo riaccese la sua speranza. Si precipitò al fianco del mago per vedere con i suoi occhi, le pupille dilatate per la poca illuminazione si restrinsero non appena la bacchetta di cipresso venne rivolta da lei stessa verso le mani del Caposcuola - per tutte le bacchette Mike… credo proprio che sia un pezzo della bambola! - Esclamò felice di aver trovato almeno uno di quei dannati pezzi - cosa ci importa del disastro! - disse non prendendo in considerazione il fatto che Mike fosse un Caposcuola e che in un'altra situazione avrebbe potuto sottrarre alla sua Casa dei punti per colpa di quello che avevano combinato, ma per fortuna c'era dentro fino al collo anche lui.
Non sapranno mai che siamo stati noi - sentenziò guardandosi intorno. In realtà quel soqquadro fece rabbrividire anche lei, ma non se ne curò, la cosa che le importava di più in quel momento era portare il pezzo al Professore. E tutto sommato si era divertita a distruggere quell'ufficio insieme al Serpeverde. Fece per prendere il loro piccolo trofeo dalle mani del ragazzo e si rese conto solo in quel momento che quest'ultimo stava sanguinando. Era solo un taglietto, ma Emma prese dalle sue tasche il fazzoletto bianco con le sue iniziali ricamate: era un regalo di sua nonna, non lo usava mai, se lo portava dietro come una sorta di portafortuna. Prese la mano di Mike e premette sulla sua piccola ferita con delicatezza - così dovrebbe fermarsi… puoi tenerlo fino a quando ti serve… e non mi devi ringraziare - disse lasciando la presa. Non le importava che il suo prezioso fazzoletto si sarebbe sporcato di sangue, tanto per le macchie ostinate c'erano gli efficaci incantesimi di zio Cam.
I lineamenti contorti del viso del mago erano la prova inconfutabile della sua preoccupazione.
Non essere in pena, davvero. Se nessuno dei due ammette le sue colpe, nessun altro mai, oltre a noi, verrà a sapere chi sono gli artefici di questo… - indicò l'area circostante - ... di questo… ehm… - riportò lo sguardo sul viso del Serpeverde - ...in realtà non so nemmeno come chiamarlo quello che abbiamo combinato - ammise sfoderando un sorriso sincero e divertito.
Sembrava fosse andato tutto sommato per il meglio, ma fu proprio quando i due studenti credevano che l'avrebbero fatta franca che un rumore di tacchi fece gelare ad Emma il sangue nelle vene. In pochi secondi la Grifondoro non riuscì ad elaborare un piano migliore di quello che venne in mente a Mike - non ho nessuna intenzione di scappare e lasciarti qui da solo con lei. Resterò qui e ti appoggerò con il tuo piano. Così il Serpeverde andò incontro alla donna prima che varcasse la soglia. Il mago cominciò a dare la colpa di tutto a Pix e la Grifondoro restò davvero stupita delle doti recitative del ragazzo. Emma non sarebbe mai riuscita ad essere così convincente, così si limitò ad annuire e a confermare tutto quello che Mike diceva.
Saranno state le doti recitative del mago, dal suo fascino o da chissà cosa, ma Lucille sembrò credere a tutta la sua storia. La giovane strega trattenne a stento le risate quando finalmente si allontanarono da lei.
Sei davvero un ottimo bugiardo Mike, complimenti - sorrise divertita - ci conviene raggiungere in fretta la capanna del professor Cravenmoore il prima possibile, così ci butteremo questa storia spaventosa alle spalle - e con spaventosa si riferiva alla segreteria di Hogwarts, ovviamente.
Raggiunta la capanna i due ragazzi avrebbero bussato e avrebbero atteso che il professore aprisse la porta per potergli consegnare il pezzo della piccola e meravigliosamente inquietante Baby Jane.

 
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Riprese le ricerche, il giovane inglese aveva continuato a chiedersi cosa potesse ancora celarsi di così tanto strano all’interno di quell’ufficio. Non era più così sicuro di quel che stavano facendo, ma stava comunque cercando di non darlo a vedere.
Così, dopo essersi sincerato più e più volte che non vi fossero altri pericoli all’orizzonte, Mike avrebbe continuato la sua ricerca proprio dal luogo nel quale si era accovacciato qualche minuto prima.
Aveva appena rimesso la mano destra all’interno di quell’ultimo cassetto quando il suo polpastrello cozzò contro una superficie particolarmente tagliente.
«Auch, aspetta… qui forse c’è qualcosa!»
Controllando con cautela, il tatto sembrava indicargli la presenza di un oggetto decisamente più consistente e freddo rispetto alla carta, con un bordo affilato e… soprattutto inanimato!
L’afferrò per riportarlo alla luce, ma dal suo polpastrello iniziava già ad uscire un piccolo rivo dal color rubino.
Ce l’avevano fatta, e questa volta per davvero. Ignorando quel piccolo indolenzimento, Mike avrebbe sollevato trionfalmente quello che secondo lui poteva essere un pezzo di quella strana bambola, prima che una punta d’orrore iniziasse a comparire sul suo viso. «Dimmi che è questo, ma soprattutto, dimmi che non abbiamo davvero creato tutto questo disastro.»
Tra una cosa e l’altra, avevano completamente messo a soqquadro l’intera Segreteria Scolastica. Tutti gli armadi erano aperti e alcuni cassetti erano stati addirittura divelti. I fogli erano ovunque, così come le cartelline e i raccoglitori, finiti per terra senza troppi complimenti. Ed ora, che fare?
La Darmont sarebbe potuta rientrare nel giro di qualche istante, e da soli non sarebbero mai riusciti a sistemare tutto quel marasma.
«Ok, calma e sangue freddo. E faccio finta di non aver sentito ciò che hai appena detto.»
Squadrò Emma con fare sottile, ricordandole che si trovava pur sempre dinanzi ad un Caposcuola. Le alternative a loro disposizione, tuttavia, erano davvero poche, e anche Mike avrebbe dovuto ricredersi per abbracciare la stessa teoria della Grifondoro.
Era agitato e visibilmente a disagio nel trovarsi in quella situazione, ma in quel momento Emma riuscì a farlo desistere dalle sue preoccupazioni. L’aveva vista avvicinarsi con un fazzoletto di stoffa, e nella generosità e gentilezza di quel gesto Mike avrebbe percepito l’inizio di un legame che sembrava andar oltre le loro innumerevoli differenze caratteriali. Il suo era stato un gesto semplice e sincero, che mai e poi mai si sarebbe aspettato in un frangente del genere. «Grazie.» il tono era delicato e lieve, ma in quel momento non c’era altro tempo da perdere.
Mike avrebbe distolto subito lo sguardo dalle sue mani, lasciando quel contatto, per concentrarsi su un piano d’uscita. Non potevano sistemare tutto e, anzi, dovevano andarsene alla svelta da lì.
Le sue preoccupazioni dovevano essere ben visibili sul suo volto, ma quando avevano mosso un primo passo verso la porta d’uscita, un lontano rimbombo di tacchi sulla dura pietra lo fece sprofondare in uno stato di angoscia e sconforto.
Qualcuno doveva avergli fatto il malocchio, non c’erano altre spiegazioni. I due avevano ancora pochi secondi per trovare una via d’uscita, ma forse Mike avrebbe potuto far leva sulla sua figura da Caposcuola modello e Irreprensibile per uscirne pulito.
Per farlo, tuttavia, doveva essere solo.
«Emma, ascoltami bene. Prendi il braccio della bambola e corri via da qui. Io mi occuperò di inventare una scusa per Lucille.»
Sperava di averla convinta con quelle poche parole, e senza aspettare risposta aveva già afferrato felpa e tracolla per uscire a sua volta dalla stanza.
La recita aveva inizio, e lui era il protagonista principale di quell’atto. Sguardo sbigottito, aria confusa e preoccupata, Mike sarebbe andato incontro al nemico con fare sconcertato.
«Miss Darmont! Che sollievo incontrarla!» S’interruppe appena un istante per dar più enfasi alle sue parole, prima di inoltrarsi in una lunghissima spiegazione su ciò che doveva esser successo all’interno di quell’ufficio.
«Pix ha superato il limite, ma ora andremo a chiamare il Professor Cravenmoore. L'ho visto passare da qui poco fa e sono sicuro che assieme a lui riusciremo a sistemare il tutto in pochissimo tempo!»
Detto fatto, i due avrebbero fatto di tutto per dileguarsi da lì e per arrivare il prima possibile alla Capanna del Guardiacaccia augurandosi di trovare il bel professore solo soletto..

 
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