Adotta una Mandragora

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view post Posted on 10/9/2022, 18:52
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Castello di Hogwarts
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Serre di Erbologia
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Prof. Mìreen Fiachran
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Dire che era emozionata era poco. Aveva preparato quell’evento con estrema attenzione e dedizione, approfittando di un periodo tranquillo senza altri doveri e impegni. Ogni dettaglio era stato perfettamente organizzato, dalla serra, alle piante, alla spiegazione in ogni più piccolo elemento, tenendo in considerazione che avrebbe avuto a che fare sia con suoi studenti, sia con adulti già perfettamente formati. Finì di mangiare la colazione in Sala Grande molto lentamente, neanche si accorse di esser rimasta l’ultima tra i Professori ancora seduta al tavolo… decisamente troppo distratta dal rileggere i suoi appunti o ad annotarsi qua e là quello che le passava per la testa, che fosse una parola più adatta nel suo discorso o un semplice disegnino. A scuoterla dai suoi pensieri ci pensò la sua piccola Gìl, quando le volò sulla mano con un piccolo biglietto legato alla zampetta. Era un messaggio di suo fratello, l’avvisava che anche gli ultimi preparativi erano stati ultimati con non poca difficoltà e che, naturalmente, era in debito con lui per aver accettato di farle da assistente. Uno sbuffo le uscì dalle labbra, subito seguito da un sorriso… immaginava cosa le avrebbe chiesto il caro fratellino adolescente Grifondoro. Diede un bacetto alla gufetta, per poi alzarsi, raccogliere le sue cose e incamminarsi verso l'Ufficio. Mancavano poche ore all'incontro pomeridiano, non avrebbe fatto neanche un minuto di ritardo.

Il Castello di Hogwarts aveva aperto le porte fin dall'orario di pranzo, invitando chiunque - anche ex studenti - ad unirsi all'usuale banchetto, prima dell'incontro accademico. Per gli adulti in visita, infatti, i cancelli erano stati aperti in concordanza con l'arrivo delle Passaporte dal Villaggio di Hogsmeade: chi da Londra, chi da Diagon Alley, chi da Edimburgo o da Dulbino, il viaggio poteva avvenire da un punto all'altro del paese. Alle porte d'accesso, il Custode e alcuni assistenti scelti accuratamente avrebbero controllato il biglietto di partecipazione, confermando poi che tutto fosse in regola. A quel punto vivere l'emozione di tornare alla Scuola di Hogwarts avrebbe fatto la differenza. Il pranzo, aperto a tutti, era stato sensazionale come sempre: leccornie, bevande e pietanze d'ogni genere, lasciando poi il tempo di riposarsi e di ritrovarsi in gruppo. Fin dall'ingresso della Sala Grande, infatti, attendeva un gruppetto formato da studenti più grandi, maghi e streghe chiamati per l'incontro e, naturalmente, la Professoressa Mìreen Fiachran.

Che fossero arrivati dalla Sala Grande o direttamente per la lezione, l'appuntamento avrebbe guidato tutti loro alle Serre di Erbologia, nell'incantevole giardino. La giornata prometteva sole fin dalle prime ore, il cielo era azzurro splendente e tutto era finalmente pronto. Accanto l'accesso alle Serre, era stato sistemato un tavolo di legno, sufficientemente lungo per nascondere le sorprese della sala in cui sarebbero entrati. Sullo stesso c'era una tovaglia color caffellatte, che scivolava in basso in figure che ricordavano radici, foglie e rametti. Si sentiva un profumo zuccherino, terroso e piacevole: sul tavolo vi erano infatti alcune teiere decorate con delicati fiori colorati da cui uscivano fumi di vapore aromatizzati, mentre in delle caraffe vi era lo stesso liquido con aggiunta di ghiaccio, una colorazione simile. Intorno vi erano così tanti cupcake, pasticcini e tazze di tè da realizzare un piccolo ricevimento in grande stile.
Appena iniziarono ad arrivare i partecipanti, Mìreen li accolse tutti con gran sorrisi e gentilezza, ma alle domande curiose e in cerca di anticipazioni sulla lezione, avrebbe risposto con un divertito e misterioso “lo vedrai” oppure “le domande a tempo debito”, invitandoli ad avvicinarsi alla tavolata allestita per l’attesa. L'orologio scandiva le 15.30, puntualissimo. Quando furono arrivati tutti gli iscritti, felice ci fossero facce a lei conosciute, prese parola con un leggero colpetto di mani. Dopo un profondo respiro nel tentativo di scacciare ansia e “panico da palcoscenico” si rivolse ai presenti.
«Buon pomeriggio a tutti voi. Alcuni di voi mi conoscono già, sono Mìreen Fiachran, Professoressa di Erbologia. Sono felice che abbiate deciso di partecipare a questo evento e a nome mio, della Gazzetta del Profeta e soprattutto di tutta Hogwarts vi ringrazio per le offerte generosissime, che saranno utilizzate per istituire un fondo benefico per l'Infermeria del Castello. Come avrete già letto nell’articolo pubblicato sul Profeta, per il quale ringrazio e faccio di nuovo i miei migliori complimenti alla nostra studentessa, Miss Donovan...» Cercò la Tassina tra la folla, regalando in ogni caso un sorriso sincero, poi riprese subito. «Questa iniziativa è partita con l’intenzione di adottare povere mandragore che sono state maltrattate, accidentalmente o purtroppo intenzionalmente, e che cercano una casa dove poter crescere, riprendersi e tenervi compagnia coi loro adorabili urletti! No dai, scherzo. La Mandragora ha numerosi effetti benefici, in parte sono già stati illustrati adeguatamente nell’articolo, in parte li affronteremo nel corso della lezione.» Piccola pausa.
«Poiché ad esservi iscritti, con mio sommo piacere, siete stati in parecchi, ho sentito il bisogno di chiedere un piccolo aiuto. Mio fratello Lyam sarà mio assistente, insieme ad alcuni dei miei migliori studenti degli ultimi anni. Saranno tutti a vostra disposizione nel caso abbiate bisogno e io non sia subito disponibile, hanno preso il massimo nel compito e vi assicuro che non ho fatto favoritismi». Con un sorriso, indicò il gruppetto di assistenti, tutti giovani maghi e streghe già armati di divisa, paraorecchie e guanti. Si avvicinò infine all'ampio tavolo decorato.
«Prima di entrare alle Serre e iniziare la lezione, potrete gustarvi un infuso di mandragora fatto da me. C’è una versione sia calda sia fredda, le tazze sono a sufficienza per tutti. Ci sono anche pasticcini e cupcake, anche questi realizzati con foglie e radici di mandragora. Scoprirete che il gusto sia molto pastoso, talvolta dolce e un pizzico pungente, hanno tutti proprietà rigeneranti e porteranno un guizzo di energia in più che non farà male. Per i più coraggiosi, troverete sempre sul tavolo delle radici di mandragora seccate e lavorate con liquirizia, sono più amare e sono ottime per il sistema cardiovascolare. Se vi piacciono, potete trovare le ricette in un opuscolo che vi sarà dato a fine corso con un'ulteriore sorpresa per tutti.»
Guardò il gruppo, attendendo eventuali partecipanti in ritardo. «Servitevi pure e prendete poi uno zainetto che trovate ai piedi del tavolo, c'è tutto l'occorrente per la parte pratica che affronteremo in corso: paraorecchie, kit di travaso, guanti e così via. Uno a testa, per favore. Accomodatevi poi pure alle Serre, da questa parte.» Proprio in basso, lungo il tavolo, vi erano così tanti zainetti in tela, ognuno con l'immagine di una mandragora stilizzata: le bretelle, ad esempio, erano braccia come radici di stoffa, il bottone era una piantina in miniatura che ammiccava in modo scontroso. Mìreen indietreggiò allora verso l'ingresso delle Serre, una sala che di lì a pochi momenti avrebbero tutti scoperto insieme e dove si sarebbe svolta quella lezione speciale.
Code • Oliver


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■ Benvenuti all'iniziativa Adotta una Mandragora, grazie davvero per la partecipazione numerosa e per le incredibili offerte! Ongdr è il giorno Sabato, 10 Settembre. Chiunque lo desideri, potrà dire di aver trascorso il pranzo in Sala Grande (gli adulti sono ospiti di Hogwarts). L'appuntamento è alle 15.30 alle Serre di Erbologia, siete accompagnati in gruppo della Prof. Fiachran e dai suoi assistenti.
■ Per gli adulti: come già segnato nel bando, potrete arrivare ad Hogsmeade tramite Passaporte predisposte in punti salienti: Londra (Redazione del Profeta, Evviva Lo Zufolo, British Museum); Edimburgo (Holyrood Abbey, Centro Sportivo Magico McFly); Dublino (St. Patrick’s Cathedral, Goblin Exit-Go Pub), Diagon Alley (Paiolo Magico, Accessori del Quidditch), tutte alle ore 12.30, 13.30, 14.30. Il rientro è previsto dalle 18.30 con Passaporte da Hogsmeade verso gli stessi punti.
■ Il corso seguirà più o meno cinque parti con un dono finale per i partecipanti.

Benvenuto & Rinfresco
Parte teorica: descrizione, utilizzi, effetti della mandragora
Mandragora nel mondo: leggende, amuleti, sigilli
Parte pratica: Tecniche di travaso e tanto di più
Conclusione: domande, adozione e sorpresa

■ Per favorire un percorso scorrevole, inserirò scadenze per postare di circa dieci / quindici giorni (in base alla parte più o meno complessa che affronteremo). Per le domande, ci sarà alla fine uno spazio dedicato: chiunque lo desideri, potrà chiedere e gestire da sé aiuto dai png assistenti in aula (studenti esperti degli ultimi anni).
■ Prendete pure parte al rinfresco, recuperate lo zainetto e avviatevi nelle Serre.

Buon divertimento a tutti noi!
Per qualsiasi domanda o problema, scrivetemi pure.
Prossima scadenza: 22 Settembre, 23.59
 
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view post Posted on 18/9/2022, 14:44
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Oliver Brior
il pianto della mandragola è fatale a chiunque lo ascolti
C
ominciava a stare stretto, nel dormitorio.
Nulla che riguardasse i concasati, tutto sommato formavano un gruppetto di numero sufficiente a non impazzire. Non aveva mai avuto problemi di spazi, in quel senso. Chiuse le tende vermiglie attorno il letto a baldacchino, gli sembrava sempre d'essere in una fortezza di tutto rispetto – finché non rientrava Penny, ma quello era un altro discorso. No, la camerata numero due tra gli studenti di Godric rappresentava, per lui, il teatro di così tanti ricordi da averne oramai perduto la conta. Nelle notti d'insonnia, in effetti, trascorreva il tempo all'inseguimento dei segni: la spalliera, dietro di sé, recava tuttora solchi profondi sul legno, proprio dove il Fwooper s'avvinghiava fortemente; la parte sottostante del materasso, infilandovi la mano, nascondeva continuamente tesori d'altri momenti: polaroid sbiadite, galeoni finti d'una festa lontana, ritagli di giornale, taccuini e boccette di fiori essiccati, talvolta – quand'era fortunato – un paio di api frizzole per addolcire l'attesa dell'alba. Sotto il letto, poi, la memoria celava mostri perennemente pronti all'assalto di mente e di cuore: cassetti, diari, un manico di scopa, pozioni alla rinfusa, e souvenir di viaggi che lui o chi altri avevano svolto. Penny scherzava sempre, su quel punto. Prima o poi, borbottava, la stanzetta sarebbe stata pienamente sommersa da tutto quello che Oliver raccoglieva. Ordinatissimo, ad ogni modo, non c'erano mai state grosse difficoltà – finché non aveva realizzato il vivaio sul comodino. La colpa, in principio, era stata di Aquileia Goodheart, ex Capocasa Grifondoro (nonché parte di una felicità ancorata tristemente soltanto al passato). Il dono di una talea di cespuglio farfallino, di cui si era follemente innamorato ad un primo sguardo, aveva spalancato l'orizzonte per la passione dell'erbologia: funghi dormienti, una pianta miagolante, un bacello di pugnacio, in successione, avevano realizzato nel corso degli anni scolastici un autentico, delizioso fazzoletto di terra.
Oliver ne era sempre stato orgoglioso, inseguendo quella che riconosceva come una passione di famiglia – il pollice verde, bisognava ammetterlo, era un'eredità che aveva coltivato fin da bambino. Le piantine ornamentali non avevano mai destato preoccupazione, al contrario avevano rallegrato l'intero ambiente del dormitorio; i primi grattacapi erano arrivati con il pugnacio – a sua discolpa, così ripeteva, non avrebbe mai immaginato il pericolo annesso al rampicante magico. Quando poi la piantina era cresciuta, i rami avevano cominciato a districarsi da un sonno troppo ridente: comodini spezzati, tende strappate, graffi e ferite sulla pelle dell'uno e dell'altro tra gli amici più vicini, in conclusione, avevano fatto scattare il campanello d'allarme. Sortilegi immobilizzanti, ben mirati, offrivano tuttora la soluzione più rapida per contenere la furia distruttiva del pugnacio... nel profondo, però, temeva l'arrivo del Caposcuola Bell a spalancare la porta, accorgersi della serra e maledirlo fino alla fine dei giorni. Non gli mancava l'occasione giusta per travasare e spostare altrove la piantina – Penny gli aveva già offerto una zolla nel giardino di casa. Non voleva dividersene, quella la verità. Il pugnacio, così come tutte le piantine sul davanzale della finestra, riportava indietro nel tempo, ad avventure che aveva condiviso con concasati che non incontrava da moltissimo.
«Ti avverto, Ol.» La voce di Penny, sul letto accanto, poté subito dopo richiamarlo all'attenzione. Nel sussurro dell'ultimo incantesimo lungo i vasetti in terracotta, Oliver concludeva la routine per le sue piante. Cercò lo sguardo dell'amico, sottintendendo il senso della sua pausa ad effetto.
«Porta anche una mandragora qui e corro dritto da Casey.» Faceva sul serio, poco ma sicuro. Gli bastò scrutarne l'espressione sul volto, lì dove Penny tamponava un rivoletto vermiglio – il pugnacio aveva colpito ancora, lo stesso Oliver ne recava una cicatrice rossastra sul polso. Con la mano stretta sul petto, mostrò un cenno di assoluta, teatrale meraviglia. Come poteva?
«Mi tradiresti così, per un graffio?» Pose via la bacchetta, sfilò i guanti e nascose in un cassetto le cesoie appena utilizzate. Nel passaggio che lo allontanava dalla finestra, allungò una mano verso le foglie più rigogliose. Sembrò che lo stelo del cespuglio farfallino si svegliasse d'improvviso, un bagliore verde smeraldo tra petali porpora dell'ultima fioritura. Come un insetto, una creatura minuta – fatta di rametti e di foglie – s'arrampicò all'indice della mano, e proseguì in una scalata bizzarra lungo il braccio. Poco dopo, l'Asticello trovò la via più rapida per la tasca della divisa indossata da Oliver.
Poté così sporgersi, gli occhietti vivaci che indagavano i dintorni. Non mancava nulla, a quel punto. Mentre Penny riprendeva la minaccia, lanciandogli contro la scatola dei cerotti, Oliver filò via oltre la porta e via lungo i piani inferiori che lo avrebbero condotto di lì a breve agli esterni del giardino.
«Non diceva veramente, non credi?» Il commento che volse all'Asticello soffiò via, nel fruscìo delle foglie sulla testolina della creatura. Non impiegò molto per raggiungere il luogo dell'appuntamento, già lungo le scale s'imbatté facilmente in altri partecipanti alla lezione extra-scolastica del pomeriggio. Era quello, il riferimento di Penny di poco prima: la possibilità di adottare una mandragora e di assistere ad un incontro accademico a tema. L'annuncio sulla Gazzetta del Profeta aveva fatto il giro del paese, lui stesso aveva ritagliato la pagina. La portava tuttora con sé nella borsa a tracolla, insieme a poche altre cose. Camille era stata di nuovo impeccabile, tratteggiando un articolo così bello da aver lasciato il segno. Non aveva avuto occasione di complimentarsi, non perfettamente, ma s'appuntò di farlo con tutto il cuore. Si amalgamò poco dopo al gruppetto di partecipanti, discendendo rapidamente – forse sovrappensiero, di certo emozionato – fino alle Serre di Erbologia. Cercò un posto tra le prime file, di lato, così da non perdere neanche una parola del discorso della Professoressa Fiachran. Le rivolse, velocissimo, un cenno di saluto gentile.
Era così contento che fosse lei a gestire l'evento che non poté fare a meno di battere energicamente le mani, ad inizio conversazione. Indeciso se prendere appunti fin da subito, si lasciò trasportare dalla curiosità: la tavola imbandita, in effetti, attirava con la promessa di meravigliose scoperte. Già immaginava il gusto dei cupcake alla mandragora, goloso com'era di natura. Proprio lì, infatti, si sarebbe diretto verso la fine dell'anteprima. Pronto a recuperare uno zainetto con gli accessori utili, a versare una tazza di tè freddo alle radici e ad assaporare un incontro che aveva atteso fin dal primo giorno. Cercò volti familiari nella folla, proprio come l'Asticello affacciatosi dal taschino.
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view post Posted on 18/9/2022, 16:28
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Camille Donovan
Hufflepuff Prefect | Sheet | 15 y.o | Outfit

Il vociare concitato della Sala Grande mi culla. L’ora di pranzo è quasi terminata, alcuni studenti stanno già per avviarsi fuori, altri lasciano correre gli ultimi commenti tra i tavoli.
«Hai sentito cos’ha combinato Hughes al laboratorio di Pozioni ieri?» Abigail si piazza davanti a me entusiasta, come se portasse con sé la notizia del secolo.
«Sai, non credo di volerlo sapere…» rispondo asciutta. Dopo la festa ad Hogsmeade che aveva mandato a rotoli mi rifiutavo di indagare sulle sue malefatte, risapute o meno, altrimenti lo avrei strozzato con le mie mani.
«Peccato, pensavo ti saresti fatta due risate! Il suo calderone è diventato una specie di fuoco d’artificio, i Weasley potevano solo prendere esempio!» tace e io, in reazione alle sue parole, sollevo un sopracciglio indagatore. «Aha lo sapevo!» esclama soddisfatta notando il mio sguardo «Justin mi ha detto che quello sciocco ha mischiato due milze diverse mentre preparava una pozione restringente….» procede senza che io aggiunga altro. L’unica cosa che mi lascio sfuggire è un’espressione leggermente disgustata sentendo nominare le interiore, lo stomaco si contorce minacciando di rigettare il pasto.
«…inoltre pare abbia rimestato il tutto nel verso sbagliato, per cui ha cominciato a levarsi fumo finché è scattata la scintilla! Per fortuna l’intervento del Professore è stato repentino, ma si è comunque bruciacchiato parte del sopracciglio sinistro….immagina com’è ridotto!» sghignazza terminando il racconto.
«Sul serio?» in effetti, alla fine dei conti, la osservo divertita «Ora che mi ci fai pensare aveva qualcosa di strano alla faccia stamattina, quando l’ho incrociato per la colazione….in realtà credevo avesse perso una scommessa con la Lynch, una specie di punizione per il perdente, ma questo è senz’altro più eclatante!» il tempo scorre e, nonostante sia sabato, una lezione extra mi attende nel pomeriggio.
Mi trattengo ancora cinque minuti, giusto il tempo di mandare giù l’ultimo sorso di succo di zucca. Le dita allentano la presa sul bicchiere di vetro, lo abbandono vuoto di fronte al piatto.
«Ok, si sta facendo tardi, devo proprio andare!» le dico prima di alzarmi e dirigermi verso l’esterno.
«Ci vediamo stasera in Sala Comune, buona fortuna con Miss Fiachran!» la sua voce si perde alle mie spalle. Le rivolgo un cenno di saluto senza voltarmi.

******


La brezza settembrina è piacevole, frizzantina. Assieme al sole, stagliato su un cielo limpido e azzurro, mi carezza dolcemente la pelle del viso e quella delle braccia rimasta scoperta. Attraverso con calma il giardino fino alle Serre. Mi perdo tra i suoi colori per qualche istante, da quel mese in poi si faranno sempre più caldi, le tonalità verdi vireranno al caramello annunciando l’Autunno. L’estate è agli sgoccioli, ci regala i suoi ultimi tiepidi respiri prima delle stagioni più fredde: il rientro a scuola, il tempo che muta, tutto permea i ricordi di nostalgia. Ma il poter rivedere gli amici, in quei primi giorni di distacco dalla famiglia, affievolisce gli aspetti amari.
Non ci metto molto a rintracciare il luogo del ritrovo, molti altri studenti sono già riuniti e la Docente si appresta ad accoglierci. Affretto dunque il passo per raggiungerli. Ascolto attentamente le sue parole - dalle quali intuisco che ci riserverà delle belle sorprese -, ricambiando timidamente il sorriso quando incrocia il mio sguardo. Probabilmente arrossisco per l’attenzione che porta su di me, sento le guance scaldarsi. Collaborare con la Gazzetta per richiamare iscritti era stato un piacere. Vedere l’ampia risposta dei lettori del giornale mi riempie il cuore, spero vivamente possa risultare un'esperienza indimenticabile per tutti. Con questi pensieri seguo i presenti al rinfresco appena illustrato, curiosa di provare i cibi e le bevande a base di Mandragora e pronta a recuperare lo zainetto appena l’insegnate avesse accennato di prendere posto per cominciare la lezione.
Nella folla che circonda il tavolo scorgo una figura familiare, l’espressione si fa più raggiante e mi avvicino a lui «Oliver, passate bene le vacanze?» sono felice di trovarlo lì, la sua presenza mi trasporta verso momenti che custodisco con cura nella mia memoria. Il profumo di una viola del pensiero, abbracciata dalle pagine di un diario assieme alle foto e ai miei ricordi più cari.
Allungo il braccio per recuperare una delle caraffe, nel liquido il ghiaccio che lo mantiene fresco. Lo verso nella tazza che stringo nella mancina fino a colmarla, chiedendogli poi con un semplice gesto se ne vuole un po’. Solo allora noto che ha con sé qualcuno «Vedo che noi sei solo!» ammicco verso la creaturina che spunta dalla sua tasca, aggiungendo poi con tono tenero «È un Asticello, vero?» il protettore degli alberi, così citano i testi. Si sarebbe trovato sicuramente a suo agio tra le piante rigogliose della Serra.
Intanto porto il tè alle labbra, confutando le avvertenze: ha un retrogusto pungente. Arriccio lievemente il naso, ma sorso dopo sorso mi abituo e comincia persino a piacermi.
code by Camille


Interazione con Oliver (concordata tramite divinazione) <3
 
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view post Posted on 19/9/2022, 14:04
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Emily stava finendo di pranzare nella sala Grande. Era molto eccitata all’idea di quello che avrebbe fatto quel pomeriggio: avrebbe avuto la possibilità di scoprire le Mandragole, i loro usi e provare in prima persona a coltivarle.
La ragazzina amava scoprire cose nuove e appena saputo di quell’evento era andata subito ad iscriversi. Quella mattina si era alzata molto presto, aveva fatto una camminata in giardino, per svegliarsi un po’, poi era andata nella sala Grande per pranzare. Lì aveva scoperto che vi erano diversi adulti, lì a pranzare con lei e senz’altro si trattava dei partecipanti all’evento. Era strano vederli seduti lì con loro. Una volta terminato di pranzare, salutò i compagni e si avviò eccitata verso la serra. Giunta lì, vide che vi erano già alcuni ragazzi e accanto a loro la professoressa Fiachran.

”Buongiorno professoressa”, le disse sorridendo.

Poi si guardò attorno. Vi era un tavolo imbandito di cibi e bevande, molto invitanti, poi in un altro punto numerosi zainetti contenenti non si sa che cosa. Vi era inoltre un gruppo di ragazzi dotati di paraorecchie e quanti, Emily ipotizzò che avrebbero aiuta la professoressa nella realizzazione dell’evento.
L’insegnante iniziò a presentarsi e a spiegare cosa avrebbero fatto ed Emily la ascoltò molto eccitata. Poi appena ebbe terminato si avvicinò al tavolo del rinfresco ed iniziò ad assaggiare i diversi cibi. Erano molto particolari come gusto, ma a lei non dispiacevano. Poi si avvicinò agli zainetti e ne prese uno, era molto curiosa di scoprire cosa contenesse.

 
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view post Posted on 20/9/2022, 13:11
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«And the only solution was to stand and fight» Merlino ballerino!

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Casa Goodheart, ore 13:30

«Vieni, Coffee, sbrigati... altrimenti arriveremo in ritardo!».
Il grande gatto abissino scese ubbidiente dallo scaffale alto della cucina, mettendo in pericolo l'equilibrio delle boccette di burrobirra che Leia teneva ben allineate lungo la mensola. Si fermò sul tavolo giusto il tempo di darsi una lisciatina al pelo, per poi zampettare verso la padrona e risponderle con una affettuosa strusciata sulla gamba sinistra. Leia spostò la sua mantella verde, vedendo che il micio già puntava uno degli angolini. «No no, piccolo marrano. Questa non me la mordicchi!» Sorrise, prendendolo in braccio e lasciando che si accomodasse come sempre sulla sua spalla destra. Nel frattempo, Fire si posizionò docilmente a fianco della ragazza, senza proferire versi. «Coffee, vedi come fa Fire? Tranquillo e pacato. Prendi esempio!». Lo kneazle socchiuse paciosamente gli occhi, in segno di saluto e approvazione. Leia si chinò per carezzargli la testa. «Mi spiace non poterti portare, tesoro, ma non sono sicura che le creature magiche possano entrare al castello per delle visite. Il signorino quassù farà anche le tue veci» proferì, mentre lo kneazle si strusciava lungo il suo braccio per poi ritirarsi verso il salottino. Leia controllò di avere tutto con sé: borsello, Coffee, la sua cintura multitasche in cuoio, stivaletti comodi. Si raddrizzò la mantella, sorridendo tra sé. La prospettiva di tornare a Hogwarts, seppur solo per un pomeriggio, le disegnava addosso un largo sorriso e riempiva il suo cuore di gioia.
Aprì la porta facendo attenzione a non far cadere Coffee dalla sua spalla, diretta verso Londra. Sarebbe arrivata giusto in tempo per la passaporta delle 14:30 al Paiolo verso Hogsmeade, e si sarebbe ritrovata ad Hogwarts con un sufficiente anticipo per non perdersi l'inizio dell'evento.

Hogwarts, poco prima dell'inizio della lezione

*Per Merlino, sei sempre meravigliosa, Hogwarts*.
Leia camminava con passo calmo e rilassato, ma la sua espressione tradiva una affezionata e rinnovata meraviglia. Sorrise, mentre Coffee - che percepiva la sua felicità - si portava poco più avanti di lei per poi voltarsi indietro miagolando sonoramente, quasi volesse dirle "Ehi, umana, sbrigati!!!". Quante avventure aveva vissuto lì dentro, prima da studentessa e poi da docente. Le innumerevoli cadute dalla scopa durante le lezioni di Volo, con il professore che ogni volta si metteva le mani nei pochi capelli che aveva per la sconfinata rassegnazione, e le clandestinissime corse verso la radura di Cura, di nascosto dalla professoressa Ferguson per evitarle l'ennesimo rischio di infarto. "Corvonero!!! Come diamine ha fatto il Cappello a non ficcarti tra i Grifondoro, Goodheart, con tutte quelle che mi combini!!!" la rimproverava sempre la povera madama Ferguson. E lei sorrideva, senza sapere che tra i Grifondoro ci sarebbe finita una quindicina di anni dopo in veste di Capocasa. Accelerò il passo, mentre i ricordi di quel secondo periodo tra le mura del Castello si affollavano nella sua mente. Quante serate passate insieme agli studenti rosso-oro a ridere e passare il tempo, ad aiutarli nei compiti, a condividere merende, gite e avventure con loro. E poi il Wizard Voice, chissà se c'era ancora quel meraviglioso coro. E il C.R.E.P.A., la stupenda iniziativa dell'allora capocasa Oliver Brior. Leia sorrise. Chissà se Oliver era ancora tra le mura del Castello, chissà se avrebbe rivisto tutti i suoi studenti... *Alcuni di loro saranno ormai al termine della scuola, ragazza*. Era curiosa. E desiderosa di incontrare nuovamente i loro sguardi e vedere che ragazzi e che ragazze stavano diventando, ed era sicura che in ogni caso sarebbe stata fiera di loro.
Un sonoro "Miao" del suo abissino la riscosse dai suoi pensieri, ormai erano arrivati al Castello, pertanto la ragazza non perse ulteriore tempo e si diresse senza esitazione verso le Serre.


***

Leia non ricordava di aver mai visto tanto ben di dio nei suoi anni al Castello. Si guardò intorno, piacevolmente meravigliata, sorridendo e assaporando ogni profumo ed ogni rumore di quella che sentiva sarebbe stata una giornata davvero bella. Era emozionata e felice di rivedere l'ambiente che per anni era stato il suo e che le aveva lasciato un segno così bello e duraturo addosso, ed era curiosa di incontrare la persona che aveva ora in capo la Cattedra. E infatti, poco distante dall'ingresso delle Serre, la vide: quella che con ogni probabilità era la Docente di Erbologia si stava occupando con sollecitudine dell'accoglienza, in un modo che lasciava trasparire gioia e intraprendenza. Leia sorrise al percepire che quella ragazza le comunicava un'ottima sensazione e dentro di sé si sentì contenta che gli allievi potessero beneficiare di una tale guida. Si avvicinò con calma alla ragazza, e salutò educatamente, senza soffermarsi a conversare - non era il momento adatto, la Docente era chiaramente occupata. Ci sarebbe senz'altro stata occasione di salutarla con più tranquillità dopo la lezione, di complimentarsi con lei e di ringraziarla per la giornata e le emozioni. Mentre prendeva posto, intravide quello che le sembrò essere il figlio di un suo collega del Ministero. Riuscì ad incrociare il suo sguardo, sorridendogli, e lo salutò con calma. «Ciao, Edmund. Sono Aquileia, conosco il tuo papà e mi ricordo di averti visto al Ministero qualche volta. Mi fa piacere vederti qui». Avrebbe atteso la risposta del ragazzino, senza essere troppo invadente - del resto per quelle poche volte che l'aveva visto, le era sembrato piuttosto timido - e si sarebbe poi diretta a prendere posto, badando che Coffee le rimanesse vicino.
Attese che la Docente terminasse il suo discorso di benvenuto, per poi avvicinarsi al tavolo per prendere il suo zainetto e concedersi un dolcino e una buona tazza di tè. E lì, proprio a pochi passi da lei, riconobbe di schiena Oliver, intento a conversare con un'altra studentessa, che purtroppo non le era familiare. Era desiderosa di fargli una sorpresa ma contemporaneamente non voleva essere maleducata; d'altro canto, la lezione sarebbe iniziata di lì a pochi minuti, pertanto la ragazza optò per un primo saluto veloce. Mise da parte tutte le eventuali formalità e si avvicinò ai due ragazzi, salutando entrambi con un sorriso.
«Ciao, ragazzi... ciao, Oliver» avrebbe proferito, con un sorriso caloroso. «Perdonatemi se vi ho interrotti, ma ci tenevo davvero a salutarti e riabbracciarti». Avrebbe rivolto al Caposcuola (chissà se ancora lo era?) uno sguardo pieno di gioia e un abbraccio affettuoso, per poi rivolgersi anche alla studentessa accanto a lui, scusandosi anche con la ragazza per l'interruzione e presentandosi educatamente. Leia avrebbe sorriso di cuore ad entrambi, eventualmente fermandosi a conversare volentieri se ce ne fosse stato il tempo, felice di ritrovare anche le persone oltre all'ambiente familiare, prima di rivolgere la sua attenzione all'inizio della lezione.




Interazioni con: Edmund, Oliver (<3) e Camille.
Menzione: Mìreen.
 
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view post Posted on 20/9/2022, 15:35
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Prefetto Corvonero
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Jean Grey, Prefetto Corvonero - 16 anni - stanca, rassegnataNon c'era stato un minuto di quella mattinata in cui non si fosse pentita di essersi iscritta a quella lezione straordinaria. Come se non ne avesse avuto già abbastanza di obbligatorie. Non sapeva nemmeno perché avesse deciso di andarci. L'Erbologia le piaceva più di quanto non volesse ammettere, non tanto per interesse verso la materia, quanto per il fatto che tra le varie materie era una di quelle in cui andava meglio. E a Jean piaceva sentirsi brava. Forse era quello il motivo per cui aveva scelto di prendere parte a quella lezione. E sicuramente alla fine le sarebbe anche piaciuto, ne era certa. Ma non ne aveva voglia. Ormai, però, il danno era fatto e si era rassegnata. Era stanca, aveva mangiato di fretta per terminare dei compiti in arretrato, e poi si era recata di corsa alle Serre, arrivando col fiatone, temendo di essere in ritardo. Quando finalmente arrivò, si accorse di non essere la prima ma nemmeno l'ultima: c'era ancora poca gente, il che le dava modo di riprendere fiato un momento. Si tolse la felpina che aveva addosso, accaldata, aspettando di stemperare prima di rimettersela. Salutò con sorrisi e cenni della mano i presenti, senza farci troppo caso. Dopo non molto tempo, la professoressa prese la parola, presentando l'evento ma soprattutto invitando gli avventori a bere dell'infuso e mangiare dei pasticcini. Jean non se lo fece ripetere due volte, aveva ancora fame e la corsa le aveva seccato la gola. Buttò giù in pochi sorsi la versione fredda dell'infuso, delizioso e rinfrescante, e poi addentò uno dei muffin. La professoressa aveva detto che gli ingredienti con cui erano fatti, ovvero foglie e radici della Mandragora, li avrebbero resi pastosi, e di fatti un po' pastosi lo erano. Eppure erano squisiti, e Jean non poté negare di sentire subito quel pizzico di energia in più cui aveva fatto cenno la Fiachran. Dopo aver mandato giù l'ultimo boccone, afferrò lo zainetto-mandragora, apprezzandone l'ironia, e seguì l'improvvisata classe dentro le Serre.

Jean saluta un po' tutti, non parla con nessuno, se qualcuno vuole interagire faccia pure :zalve:



Chiedo sinceramente scusa per aver riciclato una grafica e per l'estrema brevità del post, ma è un miracolo che sia riuscita a postare a questo giro. Ma, come si suol dire in alcuni lidi, meglio corto che niente, no? :look:
 
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view post Posted on 21/9/2022, 13:15
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Con la stessa di radice di mandragola pinzata tra i canini, Lucien interloquiva con quello o l’altro mago. Non aveva avuto alcun dubbio sulla bistrata partecipazione all’iniziativa ideata dalla collega Mireen e le sue convinzioni si erano rivelate esatte. Lui stesso, che insegnava Cura delle Creature Magiche e pertanto aveva una discreta conoscenza in materia, non poteva dirsi altrettanto ferrato sulle chiassose mandragole che erano, curiosamente, sia piante che creature magiche.
Nella mancina teneva un cupcake che, alle parole della collega “porteranno un guizzo di energia in più” gli aveva fatto brillare le iridi di ghiaccio come diamanti e, inevitabilmente, aveva occhieggiato Jane al suo fianco.
Aveva sorriso, in più di un’evasione (adorabili urletti!) durante la spiegazione orale di Mireen che aveva un modo di spiegare molto spigliato e alla mano, sicuramente non noioso e accademico come altri suoi colleghi.
- Allora, prepariamo i nostri poveri timpani agli adorabili urletti delle mandragole - sghignazzò una volta raggiunto il tavolo e recuperato il materiale necessario dallo zainetto ed inforcando i paraorecchie. La peculiare forma dello zainetto, suppose avrebbe intenerito le studentesse più sensibili.
Lucien Cravenmoore
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view post Posted on 22/9/2022, 11:47
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Interazioni concordate!
In attesa delle SHEMJ ehm cioè, delle mandragirls :secret:

Susan Gwen Nieranth
Tassorosso | 15 anni | II anno

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Sala Grande Un dato di fatto per la Tassorosso era che Memory riusciva sempre ad illuminarle la giornata. Bastava qualche saltello ed una pagina del Profeta in mano per ritrovarsi ad organizzare come o quando partecipare alla lezione speciale proposta dalla nuova insegnante di Erbologia. L'idea le era piaciuta subito, così come l'articolo del suo Prefetto – con il quale si sarebbe congratulata alla prima occasione – quindi sarebbe stato impossibile rifiutare. Anche se non aveva ancora avuto modo di conoscere le nuova insegnante, ne aveva sentito parlare bene dagli altri studenti e ciò contribuì alla sua curiosità. Inoltre l'erbologia era una materia che le stava particolarmente a cuore, adottare una mandragora era un modo interessante per approfondirla. Non fu difficile poi trovare un'altra concasata presa dall'evento ed ovviamente, da buone vicine di Casa delle cucine, non avrebbero mai rinunciato a partecipare al banchetto di quello stesso giorno.
Come un ballo scolastico, Hogwarts era piena di gente di ogni età e come sempre in questi casi, le pietanze erano una meraviglia per gli occhi tanto quanto per lo stomaco. La giornata si prefiggeva entusiasmante, a maggior ragione quando raggiunsero il gruppo dei maghi scelti dalla professoressa Fiachran, incaricati per accompagnare tutti alle serre oltre che per essere punti di riferimento. C'era già una domanda che pizzicava la Tassorosso e che pronunciò a voce non troppo alta, parlando tra sé e sé: «Ma si dice mandragora oppure mandragola?» Ricordava di aver letto la prima versione di quella parola, ma da qualche parte anche la seconda e non riusciva a capire se ci fosse una differenza, oppure se una delle due fosse totalmente sbagliata. Forse era solo una questione di traduzioni e trascrizioni che nei secoli si sono susseguite. Una voce familiare comunque, interruppe i suoi pensieri in quel momento: Emma, una Grifondoro che aveva conosciuto un inverno pieno di neve, della quale non si sarebbe di certo dimenticata. Avevano passato ancora poco tempo insieme, troppo poco, ma la Tassorosso era piena di buoni auspici nei suoi confronti. Felice quindi di vederla interessata alla lezione, non esitò a chiederle di seguirla tutte insieme, presentando le sue concasate e conoscendo anche una nuova Grifondoro, Juliet. La giornata sarebbe stata sicuramente entusiasmante.

Serra Il caldo esterno era impellente, ma raggiungere il luogo della lezione fu comunque piacevole. La sorpresa dello speciale allestimento si aggiunse alle emozioni positive provocate dall'evento e dopo aver ascoltato le spiegazioni dell'insegnante, chiese alle compagne di provare ad assaggiare le pietanze proposte senza troppa esitazione. Si prefisse di assaggiare prima le radici più amare e dopo i cupcake ed il tè, così da mantenere il sapore del dolce durante il resto della lezione.
Quando tutte ebbero finito, si apprestò a raccogliere l'attrezzatura necessaria, compresa di uno zainetto a tema molto carino che osservò divertita, poi tutte insieme seguirono i partecipanti verso l'ingresso delle serre.

Adotta una mandragora
 
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view post Posted on 22/9/2022, 18:41
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Molti luoghi ha la tua anima, ivi alberga natura magnanima. Di coraggio e lealtà fanne bandiera, di Grifondoro potrai essere fiera!

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Juliet Little
Grifondoro | 15 anni | 1 anno | Outfit

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Sala Grande Quella notte Juliet non riuscì a prendere sonno. Non fu colpa di nessuno, nemmeno di quella che continuava a russare imperterrita anche ora che le aveva lanciato il cuscino addosso. Juliet non aveva preso sonno, perché continuava a ripetersi perché lo avesse fatto. Che cosa? avrebbe domandato innocentemente la coscienza. *Tu sai cosa, ora non prendermi per il culo* Ma hai fatto tutto tu, io ho solo lanciato in aria l’osso *Mpf*. Era quella battaglia silenziosa che si faceva strada nella ragazzina che non osava mai fare troppo per non trovarsi poi, annientata. Ogni volta faceva due passi in avanti e poi come sempre ne faceva cinque indietro. *Ah, dannata me*. Avrebbe pensato Juliet mentre si alzava dal giaciglio per sistemare quel guazzabuglio che aveva in testa e a rimostranza di ciò che le succedeva da ormai tropo tempo, le erano comparse occhiaie da far invia ad un panda.

Cercò di sistemare a dovere quella faccia, con qualche crema che potesse nascondere il nero sotto gli occhi. Nel frattempo, si chiese cosa le fosse passato per la testa aderire a quel corso.
Perché vuoi cambiare, come sempre vuoi darti una mossa, sbloccarti, nonostante tutto Ed era così da anni ormai, credeva sempre a tutto, a tutti e poi la prendeva nel culo o per meglio dire, si allontanava lei per non restare delusa e amareggiata per il comportamento altrui.
Sentì movimento nella stanza accanto e sarebbe uscita di fretta per sfuggire a quelle ragazze troppo studiose e volenterose. Seguì le lezioni del mattino, senza prestare benché minima attenzione a quello che le veniva impartito. Ora la sua testa si era focalizzata sul corso delle mandragore. L’aveva fatto, forse per prepararsi a quel futuro ancora lontano.

Senza prestare attenzione avrebbe preso le scale per dirigersi verso la Sala Grande, verso quel tavolo pieno di gente. Adocchiò un posto lontano da tutti e si sarebbe seduta. Fissava il cibo e lo spostava qua e là con la forchetta mentre sentiva i vari discorsi dei commensali: tutti erano entusiasti del corso che sarebbe avvenuto di lì a breve. Guardò quasi con invidia i gruppetti che si erano formati. Ma era colpa sua, della sua voglia di allontanarsi da tutto. Ma in fondo voleva qualcuno che potesse liberarla e capirla, come la capiva la sua gemella.




Serra «Juliet? Quella povera forchetta, non credo che meriti la tua rabbia» Una voce cristallina irruppe in quel silenzio creatosi attorno a lei e quella battaglia in Juliet si assopì per far entrare nel campo visivo della Grifondoro, una Emma tanto entusiasta, l’esatto opposto di lei. Le sue guance si colorarono di rosso e abbozzò un sorriso, mentre scioglieva la presa da quella forchetta.
«Emma…» provò a dire Juliet mentre l’altra la prese per mano e le fece alzare di posto, mentre quella si dirigeva verso un gruppetto di ragazze che stavano sedute poco in là. «Aspetta io…» si trovò in mondo tutto nuovo e non riuscì a spiccicare parola, se non: «Piacere, Juliet» *Oddio che succede, volevo sì qualche movimento, ma questo sembra fuori dalla mia portata*, si sarebbe trovata a pensare Juliet, mentre l’ora per dirigersi alla serra si avvicinava: «pronte per le poppate notturne?» si trovò a dire, senza pensare, mentre entrava nella serra: «Buongiorno professoressa!» avrebbe detto, prendendo posto con le S.H.E.M.J. Mandragirls. Chissà cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Sorrise verso Emma.

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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Emma Cornelia Green
Grifondoro | 15 anni | Legilimens

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Sala Grande Emma sollevò gli occhi al soffitto incantato, non provò nemmeno a nascondere il suo disappunto per le lamentele di Ludmilla. Ogni giorno, a colazione, pranzo e cena, trovava sempre qualcosa per cui lamentarsi: il pollo è troppo secco, la salsa agrodolce è troppo dolce, il succo di zucca sa troppo di zucca! La sua cantilena faceva puntualmente da colonna sonora al tavolo dei Grifondoro ed Emma faceva sempre di tutto per sedersi il più lontano possibile da lei per non farsi rovinare i pasti, ma quel giorno le si sedette inevitabilmente di fronte. Se non fosse che la sala grande quella mattina era più caotica del solito, per via della lezione speciale della professoressa Fiachran sulle Mandragore, la Grifondoro avrebbe cercato un altro posto, magari alla fine del lungo tavolo dove non le sarebbe arrivata all'orecchio nemmeno una nota fuoriuscita dalla boccaccia di Ludmilla.
Ti prego, taci… anche solo per un minuto... - Emma si mise in bocca un pezzo di tortino di noci, era delizioso - possibile che tu non sia mai soddisfatta del cibo che gli elfi ci preparano con tanta dedizione? - non riusciva a sopportare l'ingratitudine. Altri studenti la spalleggiarono dandole ragione, tra cui anche la sua ex collega di lavoro. Ma in fin dei conti non aveva nessuna voglia di litigare con Ludmilla, almeno non quel giorno; così decise di chiudere la discussione alzandosi per andare via. Si sistemò la tracolla e poi si rivolse a Juliet mentre schiacciava sotto il palato un ultimo succoso chicco d'uva, per cui la voce le venne fuori leggermente strana - tu che fai? Raggiungi la serra con me? - da quando aveva dato le dimissioni da Mielandia per farsi assumere da Magie Sinister, non avevano passato più del tempo insieme, così la strega aveva pensato che sarebbe stata una buona idea andare alle serre una in compagnia dell'altra, sempre se l'altra Grifondoro sarebbe stata d'accordo.
Le due studentesse raggiunsero il gruppo di studenti che era diretto alla lezione speciale dell'insegnante di Erbologia, non ci mise molto per riconoscere Gwen anche se era di spalle. In realtà credo si dica Mandragore… - le si era avvicinata - dico bene? - puntò gli occhi sulla concasata cercando anche il suo parere.
La Tassorosso - con la quale Emma si era lasciata andare ad una sfrenata battaglia a palle di neve - presentò le sue due concasate alla coppia di Grifondoro, così lei a sua volta presentò Juliet a loro. Le streghe alla fine decisero di accettare l'invito di Gwen e proseguire per le serre tutte e cinque insieme.

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Serra Il sole spiccava in alto nel cielo, il freddo dell'inverno non era ancora arrivato, almeno non del tutto. Emma sperava di vedere presto la neve e magari dare un'altra bella lezioncina a Gwen con una nuova sfida.
La Grifondoro ascoltò attentamente la spiegazione dell'insegnante di Erbologia: una donna dal look decisamente fuori dall'ordinario, quella chioma colorata la differenziava sicuramente dalle altre professoresse. La Grifondoro la trovava grintosa, sembrava davvero sicura di sé anche se era emozionata per l'iniziativa, tra l'altro la giovane strega aveva sentito da alcuni compagni più grandi che la donna aveva frequentato la scuola di Hogwarts tra le fila dei Grifondoro ai suoi tempi.
Adottare una Mandragora, eh? Non era di certo nella sua lista delle cose da fare… occuparsi di quei tuberi urlanti di cui zio Cam le aveva parlato più volte; ma già che c'era, probabilmente non si sarebbe tirata indietro. In fondo poteva essere un'esperienza che le avrebbe insegnato sicuramente qualcosa.
Sotto suggerimento di Gwen, la strega rosso-oro afferrò un cupcake e lo addentò senza troppi complimenti, era decisamente delizioso. Prese lo zainetto con dentro l'occorrente per la lezione, come aveva detto loro la giovane insegnante - ci sarà da divertirsi con quelle creaturine estremamente moleste… e moleste probabilmente è un complimento… - sentenziò rivolgendosi al gruppo, a nessuna delle mandragirls in particolare.
Appena entrata nella serra un odore pungente di terra si fece largo nelle vie respiratorie di Emma, non le era dispiaciuto affatto, anzi. Intravide Oliver tra gli altri studenti e un sorriso le si formò spontaneamente sul delicato viso.
Questa giornata è appena migliorata… - mormorò tra sé e sé.

Adotta una mandragora




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Menzione per Olly alla fine del post♡

Terza Mandragirl all'appello!
 
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view post Posted on 22/9/2022, 21:57
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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Memory MacWood
Tassorosso | 12 anni | II anno |
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Sala Grande
Attesa. Attesa. E attesa.
Ah, l’attesa.
Appena scoperto l’annuncio sul Profeta, cominciò a fantasticare e ad immaginare. Certo i piani e le ipotesi cambiarono un bel po’ di volte, finchè arrivò l’ideona: sconvolgere la sua amica Gwen, come faceva tutte le volte in cui aveva l’occasione di vivere qualcosa di inconsueto.
Raccolte le sue cose, abbandonò di corsa il suo angolino, per andarla a cercare. Appena trovata la travolse con l’immancabile fiume di parole. Solo quando smise di saltellare sul posto, si decise a mostrarle l’articolo. E finalmente Gwen potè capire di che vegetalecavolo stava blaterando.
«Allora? Che ne pensi?
T’immagini che evento grandioso? Chissà chi verrà ad Hogwarts… Chi può dirlo, potremmo conoscere anche qualcuno di importante!
»
Anche se non perse occasione di ricordare a Gwen l’importanza di prendersi cura delle care Mandragore, l’entusiasmo della Tassina restava incontenibile. Quindi ci fu un’altra vittima della sua esaltazione asfissiante. Certo, si forzò di contenersi perciò studiò a lungo la ragazza, ma non smise di gironzolare intorno ad Helena, fino a quando non ebbe l’occasione di prendere l’argomento. Proprio la sera prima del raduno, si decise e arrivò al punto: risvegliò Helena che era in procinto di riposare beatamente, spiegandole tutti i dettagli di ciò che avevano pianificato Gwen e lei. Come non capitolare in un «Dai, vieni con noi?» Restando lì fino a quando anche la compagna di dormitorio non si convinse che era un evento imperdibile.
Quando finalmente giunse la mattina del 10 settembre, preparò ogni cosa le sembrò utile e poi corse ad appostarsi ad uno dei trafori dal quale aveva visto poter scorgere in lontananza i cancelli di ingresso. Era curiosa di vedere ogni minimo movimento di chi aveva deciso di prendere parte e tornare nella grandiosa scuola che, come adesso era per lei, un tempo era stata la loro casa.
Un po’ prima dell’ora di pranzo era d’accordo di trovarsi con le concasate, avrebbero partecipato al banchetto per poi dirigersi insieme alle serre.
Naturalmente non perse l'occasione di guardarsi intorno e vedere con più chiarezza la gente intorno a lei.
«Gwen, hai visto che meraviglia?» esclamò, indicando qui e là ciò che la colpiva.
«Bentrovata Hel, sarà un pomeriggio eccezionale, trovi anche tu?»
Il banchetto fu sontuoso e magnifico, come per ogni evento. Ogni cosa curata nei minimi dettagli, a rivelare il talento e la dedizione degli Elfi di Hogwarts. Commenti e gratitudine che non mancarono tra le Tassine appartenenti al club del C.R.E.P.A.
Ad un certo punto Gwen si intrattenne anche con un paio di Grifondoro che si ritrovarono di fianco. Una di loro due era già una conoscenza della Prefetta e ben presto vennero fatte le presentazioni tra tutte.
Il discorso della professoressa Fiachran fu intenso. Era palpabile la sua emozione, al punto da essere contagiosa per chi la ascoltava. Nei pensieri di Memory corrispose alla conferma di ciò che aveva solo immaginato fino a quel momento. Mantenne l’attenzione sulle indicazioni, cercando di prendere nota mentale dei punti salienti.

Serra
Lungo il tragitto, Memory ne approfittò per scambiare alcune parole con le ragazze di Grifondoro appena conosciute e sapere un po’ più su di loro. Era davvero un gran piacere aver allargato il gruppetto con cui condividere quell'esperienza.
Nei pressi dell’ingresso alle Serre, la professoressa e il suo staff avevano allestito un invitante buffet e Memory fu pienamente d’accordo con la proposta di Gwen di servirsi un buon te. Lo gustarono scambiando ancora la propria opinione sulle loro prime impressioni e ridendo di come si erano preparate per quel giorno. Fu solo una prova di quanto la loro curiosità e gli interessi accomunassero le cinque Mandragirls. Insomma, com’era il detto? Erano tutte sulla stessa barca
Presero ognuna il proprio zainetto, appositamente preparato per ciascuno di loro. E mentre seguivano l’invito ad accedere alle Serre, non mancarono di ridere ancora con gioia delle piccole ammiccanti Mandragore che in ogni posa spuntavano da ogni rifinitura della sacca.

Adotta una mandragora

Edit-ho modificato solo un paio di parole errate. Scusate
 
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view post Posted on 22/9/2022, 22:42
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PHOEBE HALLIWELL - RAVENCLAW PREFECT ~ THIRD YEAR - 17 Y.O.Quando era venuta a conoscenza dell'iniziativa, tramite un interessante articolo della Gazzetta del Profeta, non aveva perso tempo, non aveva esitato neanche per un istante ad iscriversi. La prospettiva di prendere parte ad una lezione extra di una materia come l'Erbologia, e di avere a che fare con particolari piante magiche come le Mandragore, era già stata un'ottima motivazione per sottoscrivere la partecipazione.
A differenza di sua sorella Prue, Phoebe apprezzava tutto ciò che atteneva alle erbe e alle piante, magiche o meno. Di fatti, l'Erbologia - proprio per via degli argomenti che essa trattava - rispondeva in maniera chiara a questo suo interesse e dava la possibilità di esplorare quel che riguardava il mondo della natura - che non poteva fare a meno di affascinarla e intrigarla.
La curiosità aveva permeato ogni fibra del suo essere. Non aveva la benché minima idea di cosa avrebbe dovuto aspettarsi, eppure non stava nella pelle. Sapeva veramente poco a riguardo, lo stretto necessario, solo quello che emergeva dall'articolo di presentazione dell'evento; tuttavia ne era elettrizzata.
A passo spedito, L'Erede di Priscilla si ritrovò a scendere fino al Giardino della scuola - fino a raggiungere le Serre di Erbologia. Come c'era da aspettarsi, vi era già qualcuno davanti a quelle costruzioni. Mentre faceva per avvicinarsi, individuò un gruppetto, che catturò la sua attenzione. Hey Camille, Oliver! Oh ciao! Ecco, ehm io sono Phoebe Salutò per poi passare ai convenevoli, rendendosi conto di non aver mai conosciuto la donna dai capelli biondi che era accanto ad Oliver e Camille. Era felice di incontrarli di nuovo lì. Le capitava spesso di beccare Oliver in occasione delle riunioni dell'associazione per la salvaguardia degli elfi, il C.R.E.P.A. Si trattava di incontri ai quali partecipava la stessa Camille, con cui la stessa Phoebe aveva svolto qualche ronda. Sapete? Non vedo l'ora che riprendano gli incontri del CREPA. Chissà cosa ci sarà in serbo per noi Le vacanze estive avevano messo in pausa il tutto. Il nuovo anno era cominciato e mancava soltanto riprendere anche con le riunioni. Ma Camille, come procede con il lavoro da Zonko? Domandò interessata. Era stata una bella sorpresa quando aveva trovato, oltre il bancone del negozio di scherzi, la Tassorosso. E da allora, tra una cosa e un'altra, la Corvonero non aveva avuto ancora l'occasione per chiederle come andasse il suo lavoro lì. Fu in quel momento che la Professoressa Fiachran prese la parola e diede alcuna indicazioni. Phoebe si avvicinò per prendere uno dei dolci al gusto di Mandragora forniti dalla docente. Iniziò ad addentrarlo e ad assaporarne la dolce sofficità; dopodiché afferrò uno degli zaini accanto al tavolo disposto davanti alle Serre. Era pronta.

ADOTTA UNA MANDRAGORA



Interazioni
: Cami, Oliver e Leia
Menzione: Mìreen
 
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view post Posted on 22/9/2022, 22:51
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Edmund Artemis Knight
Corvonero | I° Anno | 11 anni | Incuriosito XwFHG5M "Adotta una Mandragora"
Edmund, come era sempre solito fare, si recò in prossimità delle serre con largo anticipo; osservatore attento e ascoltatore altrettanto astuto quale era, non aveva avuto difficoltà a desumere che quell'evento avrebbe goduto di una straordinaria partecipazione. Come facile corollario ne aveva dedotto che sarebbe stato indispensabile recarsi per tempo alle serre potersi scegliere in tutta calma il posto che più si confacesse alle sue necessità: tanta partecipazione significava confusione, urla e movimenti disordinati. Prima sarebbe arrivato, prima si sarebbe messo al sicuro. E così, abbandonò i compiti a metà per dirigersi verso le serre dove tutto già fremeva di preparativi.
Tuttavia, con sua enorme delusione, apprese che per l'accesso alle serre avrebbe dovuto aspettare la lezione avesse ufficialmente inizio, l'evento infatti era preceduto da un momento di "Benvenuto" e, per questo, sarebbero dovuti rimanere all'esterno.


*Maledizione! Venuto qua prima per niente, potevo finire il tema di pozioni in tutto sto tempo!*

Per fortuna, guardandosi attorno, studiando visi noti e meno noti dei presenti, i minuti passarono abbastanza veloci e giunse il momento del saluto della docente di Erbologia. Intravide diversi Grifondoro e Tassorosso, molti li aveva visti qua e là in giro per il castello, alcuni li conosceva di vista, quasi nessuno conosceva personalmente. Di Corvonero invece non se ne videro molti, d'altronde si sa, in generosità non possono competere con gli allievi delle altre case, Edmund quindi dovette accontentarsi di qualche sparuta presenza bronzo-blu sparsa tra i colori delle altre case. La professoressa Fiachran spiegò cosa avrebbero dovuto fare prima di entrare ed Edmund si fiondò a una delle estremità del lungo tavolo appoggiato a uno dei lati della serra. Su di esso cibarie e bevande, sotto di esso decine di zainetti. Gli studenti e le persone di solito si fiondano al centro dove il cibo abbonda, quell'estremità poteva essere un punto tranquillo, tra l'altro, era la zona del tavolo più vicina all'ingresso, e ciò lo avrebbe posto in una situazione di vantaggio non appena il rinfresco fosse finito e avrebbero potuto entrare; pertanto Edmund si posizionò laggiù e, per prima cosa, si accovacciò e iniziò a passare in rassegna diversi kit. Effettivamente sembravano tutti uguali, dunque dopo due o tre minuti ne raccolse uno qualsiasi e passò a studiarne il contenuto.
Stava analizzando il paraorecchi, chiedendosi se avesse dovuto metterlo alla mandragora, quando una donna bionda con un grande gatto gli si avvicinò. Aveva effettivamente un viso non del tutto nuovo, ma non ci aveva mai parlato, a sua memoria.
Edmund alzò lo sguardo per osservare meglio la sua interlocutrice e lo abbassò subito dopo, vagamente imbarazzato


«Ehm salve signora, anche a me fa piacere...»

Una breve pausa, durante la quale Edmund si voltò a cercare qualcuno tra la folla, precedette l'ultima domanda del ragazzino.

«Ma ci sono anche le persone del ministero oggi? C'è mio padre?»

Terminata la conversazione con la donna, quando quest'ultima si allontanò, il Corvonero si allungò sul tavolo per prendere la caraffa con la bibita a base di mandragora preparata dalla professoressa, optando per la versione col ghiaccio. L'estate non aveva infatti ancora lasciato del tutto spazio all'autunno e una bibita fresca e dissetante avrebbe sicuramente reso più piacevole quella sosta sotto il sole settembrino. Per quanto riguardava le cibarie non aveva molta fame, ma fu notevolmente incuriosito dalla radice secca lavorata con liquirizia; ne raccolse quindi un pezzo e lo portò alle labbra gustandone il sapore acre e amarognolo.
Edmund, sempre mordicchiando il suo pezzo di liquirizia, si diresse quindi all'entrata della serra, era davvero curioso di scoprire cosa doveva farci con quel paraorecchi. Camminava rimuginando tra sé e sé e , se qualcuno fosse stato abbastanza vicino, lo avrebbe sentito pronunciare a bassa voce:


«Mai sentito che bisogna mettere il paraorecchi alle piante! Che piante strane queste mandagore!»

PS: 103 | PC: 50 | PM: 50 | PE: 1,5
Giuls || © harrypotter.it

 
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view post Posted on 22/9/2022, 22:54
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No rain, No flowers

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Helena S. Whisperwind
Mandragirl | Tassorosso | 12 anni | I anno | Outfit

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Dormitorio Tassorosso Comoda nel suo letto, Hel aveva appena trovato la giusta posizione, chiuso gli occhi e portato su le coperte fino a farle arrivare sotto il mento. D'un tratto la porta della stanza del dormitorio sì aprì leggermente e la voce di Memory che salutava qualcuno con un entusiasta «ci vediamo domani a pranzo, non vedo l'ora!», portò Helena a risollevare pigramente le palpebre e leggermente il capo. «Ciao Mem! Come mai non vedi l'ora di andare a pranzo? Non hai mangiato oggi?» Una piccola provocazione per soddisfare la sua fame di curiosità. La tassina dagli occhi castani ridacchiò, spiegando che il giorno dopo ci sarebbe stata la speciale lezione sulle Mandragore, alle serre: un giorno diverso dal solito, con tanto di open day agli alumni di Hogwarts, pranzo comunitario, rinfresco e tante sorprese. Lei ci sarebbe andata con Gwen e subito colse l'occasione per invitare anche la tassa addormentata. Hel rifletté un attimo. Non aveva mai legato con Gwen, non perché non le stesse simpatica o per qualche altro motivo, semplicemente non c'era mai stata l'occasione. Forse quella sarebbe stata la volta buona. «Volentieri, grazie! Domani ci organizziamo. Dormi bene, Mem!»

Sala Grande Come al solito, gli elfi avevano dato il loro meglio per garantire agli studenti e a tutti gli speciali ospiti un pasto degno di un banchetto reale. «Non sono un'esperta di mandragore ma non vedo l'ora di scoprire cosa ci riserverà questa giornata!» Tra una forchettata e l'altra, una chiacchiera e un'altra, Helena tirava su il collo verso il bordo del lungo tavolo per osservare incuriosita maghi e streghe di ogni età, prevenienti da ogni parte del mondo magico, giunti da lontano fino ad Hogwarts per adottare una piccola piantina così potenzialmente letale ma allo stesso tempo così carica di proprietà benefiche.
Ben presto il terzetto si trasformò in un bel gruppetto eterogeneo. Helena, Memory e Gwen vennero raggiunte da due Grifondoro che Helena non aveva ancora avuto il piacere di conoscere. Si presentò ad entrambe con un sorriso, cercando di fissare bene in mente i loro nomi. Avrebbero potenzialmente trascorso il pomeriggio insieme perciò non aveva alcune intenzione di fare figuracce.

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Serra Tutto era stato organizzato alla perfezione. Accanto all'accesso alle serre era stato disposto un ricco rinfresco di benvenuto che raccoglieva attorno un sempre più numeroso capannello di maghi e streghe di ogni età, mentre una raggiante ed emozionata professoressa Fiachran dispensava sorrisi a destra e a manca. Hel la salutò con cortesia e quando la donna nominò la sua prefetta Camille, Hel la cercò tra la folla notandola arrossire leggermente. Era sicuramente anche grazie a lei che stavano per vivere quella giornata diversa dal solito, perciò non poté che esserle grata.
Il profumo che aleggiava nell'area circostante la spinse ad assaggiare insieme a Gwen e Memory un cupcake, accompagnandolo con mezzo bicchiere di infuso di mandragora freddo. Le ricordava un po' la tisana allo zenzero della nonna paterna, ma con un retrogusto più pieno e rotondo. Il cupcake era senza dubbio molto meglio.
Le serre avevano l'aria di essere più ordinate e più accoglienti del solito. «Non è carinissimo?» commentò l'originale zainetto rivolgendosi alle mandragirls compagne di avventura, avvicinandone due a Memory e Juliet, rimaste leggermente indietro. Osservando dettagli e persone attorno a sé, non poté non notare il volto di Emma illuminarsi immediatamente alla vista di qualcuno nella direzione di Camille e Oliver, un Grifondoro più grande, parecchio conosciuto ad Hogwarts. Sorrise furtivamente facendo roteare le iridi cristalline, tirando fuori i denti sul labbro inferiore. Quanto avrebbe voluto avere più confidenza con lei!

🍃 Adotta una mandragora 🍃


Interazioni concordate con Gwen, Memory, Emma, Juliet.
Menzioncine alla prof, Camille, Oliver.
 
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view post Posted on 24/9/2022, 17:08
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Castello di Hogwarts
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Serre di Erbologia
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Prof. Mìreen Fiachran
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Ad ogni studente, collega o nuova conoscenza arrivata, rivolse sorrisi e saluti, oltre a sinceri ringraziamenti per aver deciso e trovato il tempo di partecipare a quella importante iniziativa che tanto le stava a cuore.
Come una brava padrona di casa, si accostò per far passare i partecipanti e con un cenno della mano fece accomodare tutti all'interno delle Serre di Erbologia. Era un luogo ben illuminato, soprattutto a quell’ora del pomeriggio: la parte che dava sul giardino era completamente in vetro permettendo di far entrare ogni raggio di sole; grazie ad un gioco di specchi, la luce si diffondeva per tutto l’ambiente senza bisogno di accendere i lampadari appesi in alto, dalla singolare forma di alveari o bozzoli di crisalidi. Il lato opposto, invece, affacciava direttamente verso il Castello di Hogwarts, il cui profilo si intrecciava tra piante e rampicanti di ogni specie, grandezza e colore. Sul fondo della sala, infine, vi era un tavolo in solida pietra su cui poggiavano vasi vuoti, terriccio e terra fresca, cassette con gli strumenti “da giardiniere” che avrebbero usato quel giorno. Somigliava ad un'aula scolastica, il soffitto molto più alto e il luogo di certo più spazioso: l'odore di terra, di fiori e di natura aleggiava ovunque, dando l'impressione di trovarsi in un bosco all'aperto. Tutto era in legno, dalle travi del tetto a cupola fino alla semplice mobilia intorno: al centro esatto della serra, come un tronco intagliato da profonde e spesse radici, spiccava un tavolo. Si estendeva per tanti metri, un capolavoro artigianale che ospitava un vivaio vero e proprio: sullo stesso, infatti, erano già pronti numerosi vasi di terracotta, dai quali spuntavano grandi foglie (soltanto quelle, per il momento), che i più avrebbero riconosciuto subito come mandragore. Di tanto in tanto si sentiva qualche singhiozzo, gridolini trattenuti che lasciavano intendere quanto quelle piante fossero vive, pronte a risvegliarsi. Preso posto nelle sedie attorno al tavolo, ognuno ne avrebbe avuta una proprio sotto tiro.
Attesero un po' di tempo che tutti fossero arrivati; nel frattempo, Mìreen avrebbe risposto a domande e curiosità inerenti alla serra, mentre ognuno finiva di gustarsi il mini-buffet proposto e ne approfittava anche lei per servirsi di quelle delizie.
Arrivato anche l'ultimo iscritto, fece un profondo respiro e inizio quella speciale lezione.
«Bene, adesso che anche gli ultimi partecipanti sono arrivati, possiamo iniziare.
C’è chi già conosce questo luogo, chi invece ha frequentato una Scuola di Magia diversa da Hogwarts e che troverà il posto sconosciuto, forse un po’ bizzarro. Queste sono le nostre Serre. Qui studiamo, coltiviamo, travasiamo, anche sperimentiamo nuove piante magiche e non solo. L’Erbologia ha mille utilizzi in numerosi ambiti, un mondo ancora tutto da scoprire e che, con le giuste conoscenze e strumenti, può esser ampliato e diversificato ulteriormente... sempre naturalmente con l’aiuto di Madre Natura.»
La voce di Mìreen guidava tutti, amplificata per magia affinché non si perdesse nelle chiacchiere circostanti. Dopo quella breve premessa, attese che ognuno si fosse seduto al proprio posto per continuare: le sedie, sempre in legno, erano rivestite da soffici cuscinetti. Chiunque avesse voluto prendere appunti e avesse dimenticato l'occorrente, avrebbe trovato anche poche boccette d'inchiostro (al centro, in alcuni vasetti), con piume e blocchetti di pergamena.
«Molto bene, iniziamo. Le Mandragore, in questa scuola, sono tra le lezioni obbligatorie del secondo anno e c’è un valido motivo: l’enorme utilizzo e potenziale di questa pianta. Ma, per prima cosa, impariamo a conoscerla… Ah, vi chiedo di pormi le possibili domande o curiosità a lezione conclusa, così da poterne discutere tutti insieme senza dover interrompere la spiegazione e procedere con i giusti tempi. La prima parte, da programma, è teorica.» Mìreen percorse tutta la serra e si posizionò a capotavola, salendo su un gradino sottostante così da essere ben visibile da tutti i presenti. La voce, per magia, sarebbe giunta fino all'ultimo posto.
«Il nome Mandragora deriva dal persiano "mehregiah", datole dal noto medico greco Ippocrate. Si presenta come un arbusto di medie dimensioni, come potete vedere da questa piantina» – indicò quella vicino a lei, sollevandola appena. Tutto intorno, in contemporanea, si sospesero in volo grandi illustrazioni in carta, erano quadretti ritraenti mandragore in colori splendenti. Vere e proprie riproduzioni magiche, in più punti del tavolo.
«Le foglie sono verdi brillanti e così resteranno per tutto il periodo di raccolta. Il bulbo è marroncino e, come ricorderete, assomiglia ad un neonato panciuto dalla “pelle” grinzosa. Altra caratteristica sono le numerose estroflessioni: radici che possono arrivare a svariate lunghezze e profondità.» La sua espressione si fece di colpo triste, i lineamenti del volto oscurati da una nuvola cupa. «Le piante che vedete interrate nel lungo tavolo e su cui andremo a lavorare, invece, non rispecchiano del tutto questa descrizione. La maggior parte delle piantine ha le foglie spente, di un verde sbiadito oppure più scuro del brillante di questa qui. La spiegazione è proprio il motivo per cui siete qui oggi: sono mandragore sofferenti. Foglie che modificano la loro colorazione o anche la consistenza, diventando magari più sottili, sono il primo segnale di uno stato di salute compromesso. Quando poi andrete ad effettuare il travaso, in alcune troverete ulteriori differenze, come il colore del bulbo più scuro o molto più chiaro del normale, la “pelle” liscia invece che rugosa oppure le radici troppo corte per garantire un buon apporto nutritivo alla pianta. Queste piante sono state recuperate da trafficanti, coltivatori abusivi, negozi poco attenti ai bisogni delle mandragore o che addirittura neanche sapevano cosa avessero usato per abbellire le proprie vetrine o aumentare i propri guadagni. Alcune erano state addirittura vendute a Babbani inconsapevoli, che nella maggioranza dei casi hanno potuto soltanto scambiarle come innocenti piante ornamentali con cui abbellire il salotto, per poi svenire al primo travaso. Le condizioni in cui queste piantine sono arrivate, infatti, erano pessime. Con il tempo e la giusta cura sono riuscita a salvarne molte, quelle che potrete portare via in adozione sono sicuramente più forti e resistenti.»
Il suo viso tornò luminoso, la voce allegra, speranzosa che quelle povere trovatelle avrebbero trovato una amorevole casa quel giorno. I poster descrittivi, ad un tratto, mutarono in mandragore di carta, la trasfigurazione comune proprio davanti tutti.
«Torniamo a noi. La mandragola fiorisce in Primavera e in Autunno, mentre d’Estate ha un momento di riposo… è proprio allora il momento migliore per il travaso, essendo ancora assonnata e non più nel pieno della crescita. Sopporta sia il caldo sia il freddo, ma non le gelate notturne, quindi in caso di rischio va portata al sicuro al chiuso o protetta magicamente o con materiali isolanti. Il terreno migliore è calcareo e ben drenato, infatti va annaffiata abbondantemente, ma attenzione a non esagerare. L'acqua non deve ristagnare nel terreno, d’Inverno soprattutto va versata in pochissime dosi per via delle basse temperature. Per favorire la crescita migliore, deve essere adagiata in terreni pieni di concime: i nostri studenti ricorderanno che il migliore sia quello di arbusti fertilizzanti oppure quelli di escrementi di Mooncalf, le caratteristiche mucche magiche così amanti della luna piena. Una potatura per togliere le foglie rinsecchite o rovinate è più che apprezzata, tenetelo a mente» Sapeva di aver parlato già molto, ma era pur sempre la Professoressa di Erbologia con una madre fissata col giardinaggio: per quanto fosse noiosa la parte teorica, era ugualmente necessaria per prendersi cura della pianta che avrebbero adottato. Le pergamene incantate, ora nella forma di Mooncalf, rendevano tutto molto più vivace.
«Informazione di estrema importanza e che tutti voi ben ricorderete dalle passate lezioni, inoltre, è che bisogna fare particolare attenzione nel momento del travaso, quando si tenta di dissotterrarla, poiché lo sbalzo di temperatura la fa letteralmente piangere come un bambino.» Il tono di voce si fece grave.
«Questo urlo estremamente acuto, infatti, è il suo unico metodo di difesa e, nel caso si tratti di una pianta neonata, può limitarsi a far svenire per circa tre o quattro ore ogni persona che lo sente. Può anche causare forti mal di testa e nausee, poiché danneggia l’apparato uditivo e più si sarà esposti al terribile suono, maggiori saranno i danni. Se si tratta di un esemplare adulto, il pianto della mandragora è fatale e può provocare addirittura la morte. Ci sono delle somiglianze con una specie non magica, osservate». Estrasse una piantina da un vasetto accanto e con un colpo di bacchetta lasciò che volteggiasse lungo tutto il tavolo. La pianta somigliava moltissimo ad una mandragora, ma la forma bitorzoluta non aveva aspetti antropomorfi.
«Questa è la specie non magica, ma per entrambe non vanno mai mangiate le foglie così direttamente senza prima una qualche lavorazione, poiché sono velenose. Contengono alcaloidi che, se assunti in gran quantità da fresche, provocano allucinazioni, vomito, problemi gastrointestinali, tachicardia, pressione alta, convulsioni, difficoltà respiratoria e in casi estremi coma e poi la morte. Una lista che dovrebbe far impallidire. Per questo motivo nel mondo babbano si è perso molto l’uso di questa pianta, tranne forse per scopi ornamentali. Naturalmente, come potete osservare, le loro versioni sono “innocue”, non hanno né pianto né effetti magici particolari. Altri ricercatori invece pensano che siano i bulbi a contenere le tossine più pericolose e da cui star maggiormente attenti nella lavorazione». Fece una breve pausa per osservare la reazione dei presenti, per poi continuare e riprendere il tono di voce tranquillo e professionale. La piantina babbana tornò nel vasetto da cui era stata recuperata.
«Se la mandragora è così problematica, perché è tanto diffusa e richiesta nel nostro mondo? Come detto all'inizio, di sicuro è per l’enorme utilità in più ambiti: pozionistico, medimagico, ma anche gastronomico e persino cosmetico.» Eh sì, forse così tanti utilizzi non se li aspettavano, soprattutto quello cosmetico. Non vedeva l’ora di aumentare il loro interesse con altre curiosità e scoperte.
«La mandragora appartiene alla categoria dei rimedi, la sua principale funzione è di curare, rigenerare, fortificare. L’utilizzo d’eccellenza che tutti conosciamo, poiché imparato proprio a scuola, è per la Pozione Ricostituente alla Mandragora, che è capace di curare dalla pietrificazione e il cui infuso si ottiene dalla bollitura delle sue foglie e radici per circa settantadue ore.» No, non avrebbe insistito sull'ambito che tutti, chi più e chi meno, già conoscevano per studi.
«Passiamo ora ad utilizzi più comuni, puntando agli ambiti meno familiari: gastronomico e cosmetico. Il primo, quello culinario, è un campo in cui abbiamo introdotto la mandragola con una notevole sicurezza. I cupcake e infusi che avete potuto assaggiare nel buffet di benvenuto ne sono una prova più che evidente, ne troveremo altri in abbondanza anche in seguito. La mandragora passa dalla cucina casalinga di una volta in cui si facevano tisane calde con le foglie essiccate a quella ricercata e gourmet di chef famosi che da un po’ di tempo hanno iniziato ad aggiungere ai propri piatti estratti e ingredienti speciali, più o meno lavorati, come il bulbo polverizzato o gocce di linfa, non solo per il sapore ottenuto, ma anche per certi… effetti magici volutamente ricercati, come leggere e innocenti allucinazioni oppure un effetto afrodisiaco. Tra i più famosi e precursori di questa tecnica, ad oggi, vi è proprio lo Chef Gautier e le sue opere culinarie francesi. Forse ne avrete sentito parlare nel tempo, a fine lezione vi lascerò un breve ricettario.» Con un sorriso e la giusta pausa, riprese in fretta.
«Come già letto nell’articolo che presentava l’evento, in antichità la mandragora veniva usata anche per scopi curativi. Era considerata una pianta afrodisiaca che curava la sterilità, alcune terapie della fertilità moderne sono svolte con pozioni speciali per aiutare le streghe a restare incinte più facilmente. Altro utilizzo importante è per la nostra medimagia: oltre come rimedio per la pietrificazione, la mandragora può diventare un potente sedativo, analgesico e narcolettico, efficace anche in situazioni estreme come ferite gravi e dolorose o profondi shock psicologici. In passato moltissimi Auror, ad esempio, sfruttavano le foglie di mandragora trattate con soluzioni alcoliche per fasciare ferite, in battaglia o in situazioni estreme.» Le pergamene, sospese in volo, tornarono a mostrare l'immagine della classica mandragora. «Un ambito incredibile è quello cosmetico, di cui forse non eravate a conoscenza. Decotti ed estratti di mandragola vengono usati spesso per la creazione di lozioni e creme di bellezza completamente naturali, soprattutto per contrastare i segni dell'avanzamento d'età. Con quantitativi minuscoli delle sue tossine, sempre attentamente calibrate e lavorate, sono stati ottenuti visibili miglioramenti in streghe e maghi anziani che ne hanno fatto uso nel tempo, riducendo le rughe e lisciando la pelle, divenuta più elastica e soda. I rimedi di bellezza più efficaci e che sembrano riuscire a far “miracoli” sono però ancora in fase sperimentale, poiché si sta ancora studiando un possibile rischio di uso prolungato coi ripetuti usi, talvolta con sintomi come perdita del tatto e della sensibilità, paralisi del viso e colpi di sonno oltre alle reazioni allergiche. Non temete, solo se ne fate utilizzo ogni giorno. Molto più sicuri sono i bagni con aggiunte di oli da mandragora e i fanghi ottenuti dalla fermentazione e compostaggio delle sue foglie, sottoposte a previa “cottura”. Si è infatti riscontrata la perdita di tossicità quando la pianta viene sottoposta ad alte temperature.»
Tra i presenti non vi erano certo streghe e maghi che necessitavano di un trattamento antiage, ma era pur sempre curioso sapere di quella nuova frontiera nell’uso della pianta… eppure scommetteva che avrebbero trovato molto più interessante un altro uso, molto più sfizioso. Fece un profondo respiro, sia per prendere fiato, sia per dare uno stop vero e proprio a quel fiume di informazioni che non dovevano confondere gli ascoltatori, ma solo invogliarli a mantenere l’attenzione sulla lezione. In effetti, aveva una sorpresa per tutti. Sorrise, riprendendo a parlare mentre si spostava verso un angolo della serra proprio dove c'erano due tavoli in legno: sulla destra c'erano ancora pasticcini e bevande, sulla sinistra una tovaglia copriva il contenuto. Con un colpo di bacchetta, sotto l'attenzione dei partecipanti, lasciò volare via la copertina che scomparve rapidamente. Sul tavolo apparvero tanti cestini di vimini, colorati e agghindati da foglie, radici e petali. Contenevano boccette coloratissime, formando una vera e propria piramide di sfumature marrone, ocra, sabbia, giallo e verde. In ognuno c'erano prodotti cosmetici: uno spray, una maschera per il viso e per la pelle, una crema per le mani, una bustina di fango terroso e tre ampolle d'oli da bagno. Un profumo naturale, fresco, pungente e leggermente addolcito aleggiava intorno. Era uno spettacolo vivace e singolare. Mìreen arrivò proprio accanto all'esposizione, prendendo parola.
«Vi presento i migliori prodotti di cosmetici magici, molto ricercati dalle botteghe di erboristeria. Sono tutti a base di mandragora e dei suoi estratti, testati e innocui. Non curano di certo la pietrificazione come la pozione citata, ma rigenerano il corpo e lasciano una sensazione di benessere. Potete provare le creme per mani e viso già da ora, gli altri prodotti invece con più calma. C'è un cestino a testa, è in omaggio per tutti voi, avvicinatevi pure. Ne approfittiamo per una pausa prima di spostarci dalla nostra amata terra inglese in diverse parti del mondo, alla scoperta di altri usi della mandragola, alcuni molto più mistici e decisamente non convenzionali».
Code • Oliver


Via con le prime sorprese!
Chi non è riuscito ad arrivare in tempo, può recuperare in questo turno, considerandosi già presente e inserendosi nella pausa in cui aspettiamo gli ultimi partecipanti.

Prossima scadenza: 9 Ottobre, 23.59


Edited by LadyShamy - 1/10/2022, 01:27
 
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