Moranmino, Segure Euphoria

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view post Posted on 11/9/2022, 22:28
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Qui, con te.
Mike non era mai stato così teso e preoccupato nel pronunciare una semplice frase e, come se non bastasse, in quei pochi istanti di silenzio la sua mente avrebbe iniziato a fargli rivivere tutte le emozioni provate nel corso di quella sera, ma ad un ritmo decisamente più accelerato.
E Thalia, in quello stesso istante, a cosa stava pensando? Il suo viso era imperscrutabile agli occhi dell’inglese, che in quel momento avrebbe pagato tutti i Galeoni in suo possesso per poter leggere cosa si stesse celando dietro quello sguardo così cauto e misurato.

Quella sera Mike stava tornando a rivivere un sentimento rimasto sopito all’interno del suo animo per tanto, troppo tempo. In cuor suo avrebbe voluto aggiungere altri mille e più dettagli, rievocando tutto ciò che aveva provato, e che stava tornando a provare, nello stare accanto a lei, ma in quell’istante si rese conto di non riuscir ad aggiungere null’altro a quanto le aveva già confidato.
L’apprensione lo stava bloccando, impedendogli di compiere qualsiasi tipo di movimento. Anche parlare era diventato difficile, se non impossibile; e se da un lato le incomprensioni culminate con il mancato incontro dell’Hyde Park erano ormai lontane, ora il Serpeverde si stava ritrovando a vivere in una sorta di limbo, ma ad un solo e semplice passo dalla felicità. Il suo sarebbe stato un sentiero tortuoso, forse ancora ignoto, ma se a Thalia era bastata poco più di un’oretta per smuovere così tanto il terreno sotto i suoi piedi, allora valeva davvero la pena di rimettersi in cammino, indipendentemente dall'esito.
Mike la stava ancora osservando, e in quel momento avrebbe voluto essere lui a sistemargli quella ciocca ribelle, prima di tornare ad abbracciarla in un gesto senza fine.
Aveva paura, e il suo cuore continuava a ricordarglielo ad ogni battito, ma nel suo animo c’era spazio anche per le belle speranze e per una sincera passione che stava via via andando a rafforzarsi in quell’intenso incrocio tra le loro mani.
Continuava ad essere preoccupato, ma era anche felice di trovarsi lì, con lei. Il silenzio nel quale erano precipitati, ora che si erano leggermente discostati dal centro delle fasta, stava amplificando tutte le sue idee e le sue sensazioni, ma anche le sue paure.
Ma quando la mano dell’irlandese tornò a percorre un ricamo presente sul suo abito, l’inglese avrebbe subito interpretato quel gesto come un segno di buon auspicio. Si erano mancati, certo, ma sola nostalgia non sarebbe bastata per far da collante ad una nuova avventura, tutta da scrivere. Mike era pronto ad immergere nuovamente la piuma nel calamaio, lasciando da parte quell’ultimo capitolo, ma Thalia? L’aveva evitata per tanto, troppo tempo... ed ora quel buco pesava come un macigno tra i suoi pensieri.
Così, in un vortice di emozioni che andavano dall’inquietudine alla fiducia, e dalla gioia al tormento, Mike avrebbe accolto con estrema sorpresa il dolce sussurro di Thalia.
L’attesa era finita ed i loro sguardi erano tornati ad incrociarsi, continuando a lasciare spazio ai rispettivi sentimenti. *Niente più segreti.*
Cercando nel suo tocco un buon motivo per dissimulare il suo vero stato d’animo, Mike le avrebbe annuito.
In fondo, nessuno poteva capirlo bene quanto lei.
E lui, era pronto ad ascoltarla.

Thalia Moran

 
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view post Posted on 13/9/2022, 20:34
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Aveva provato il coraggio iniettato in vena dall’adrenalina, lo aveva sentito scorrere e irrorare ogni parte del suo corpo e, ora che gli stringeva la mano conducendolo in disparte senza lasciare davvero la festa, Thalia si chiese come potesse cominciare. Odiava l’idea che lui recidesse quel legame fisico in ragione di uno sconforto improvviso o di un orrore talmente forte da far vacillare quanto aveva pronunciato con tanta convinzione.
Aveva desiderato a lungo arrivare a quella conclusione, nonostante i suoi timori non le potessero far credere ad un nuovo inizio; ignorava volutamente il pensiero dell'altra incognita, Lucas, che non sapeva di esser rimasto impigliato in una rete ben più fitta di quanto ci si potesse aspettare. Doveva ragionare in termini pratici, altrimenti la situazione le sarebbe sfuggita di mano ancora e ancora.
Appoggiò la schiena al tronco di un albero, lasciando che fosse Mike a dare le spalle agli altri; le serviva qualsiasi sostegno per fare ciò che avrebbe dovuto compiere molto tempo prima. Questa volta, però, non aveva sprecato molto tempo per riflettere sul da farsi, che cosa dire e come dirlo; voleva solo che finisse, che quel muro di segreti crollasse sotto il peso di una meritata verità. Che fosse Mike, come suggeriva sua nonna, a decidere quale posizione prendere.
«Stai bene?» mormorò a mezza voce, abbozzando un sorrisetto nervoso. Non gli era mai importato altro se non questo: saperlo al sicuro da tutto, anche da lei; lei che sapeva attirare i guai come falene attratte dalla luce. Lei che ora non sapeva che cosa dire per non spezzare quel momento in cui il suo respiro pareva dimezzato ancora una volta.
Da dove avrebbe dovuto cominciare? Dalla profezia, certamente, ma quanto avrebbe dovuto dirgli? Quanto per evitare che diventasse una pedina in un gioco più grande di lui? Lo teneva ancora per mano, per la paura che ci ripensasse e scappasse via, ma più perché la possibilità di fuga allettava anche lei.
«Ti ho nascosto tante cose perché… potessi rispondere a questa domanda senza avere dubbi.» cominciò così, incerta, mordicchiandosi le labbra in un accenno di imbarazzo e nervosismo.
Come si spiegava a qualcuno che, pur di ottenere un simile esito, si era disposti a gettarsi nel fuoco?
Guardò le loro mani unite e per qualche secondo interminabile sembrò estraniarsi da quel luogo e da quel tempo, rincorrendo le parole giuste come si insegue un ricordo. Provava a rimettere insieme i pezzi della sua vita, gli ultimi anni e i mesi in cui Mike non era rimasto accanto a lei, per poterglieli spiegare chiaramente e senza affanno. Il suo compito era difficile, senza dubbio, ma non sarebbe mai stato tanto complicato quanto accettare una scatola chiusa di segreti e menzogne e farseli andare bene. Lui meritava di meglio.
«Io…» prese fiato, inspirando profondamente «…non ho mai desiderato nient’altro. E…» questo non sarebbe dovuto succedere «Ed è per questo che mi sono allontanata. Perché starti lontano è stato difficile, ma non quanto saperti in pericolo a causa mia. Non avrei potuto sopportarlo e, prima che tu mi interrompa, sì. Ho delle ottime ragioni per dirti che stare con me è pericoloso..»
Tutte quelle bugie ritornavano a galla a sfregio di un passato costellato dai tentativi di soffocarle sotto una coltre di mezze verità. Non si riferiva alle sue idee sugli Elfi Domestici, ai luoghi che aveva visitato per liberarne una dozzina, bensì a tutte quelle situazioni che - dal suo primo anno ad Hogwarts - avevano minato la sua stabilità. Il passato della sua famiglia, l’Esercito degli Studenti di cui non avrebbe mai potuto fargli parola e, infine, quello che sarebbe potuto succedere da lì ai successivi cinque anni, quando lui sarebbe stato un Medimago ben avviato alla professione e lei…
Non sapeva che cosa ne sarebbe stato di lei in quell’intervallo di tempo.
Su questo, almeno, Lucas aveva capito quasi tutto alla perfezione: le sue incertezze, i rischi non sempre calcolati e la consapevolezza che la crudezza della vita non era soltanto una diceria o il personaggio cattivo di una fiaba per bambini. Con lui non aveva dovuto fingere né esprimersi attraverso mezzi termini e, in fondo, non si trattava nemmeno di questo. Mike era abbastanza intelligente per unire i puntini di quell’universo sconfinato dove bene e male, logica e irrazionalità si incontravano e fondevano, per poi smembrarsi e tornare a vagare senza apparente meta, vinti dal caos.
«So che questo ti spaventa, anche se vorresti che non fosse così. Hai sempre saputo come affronto le cose… ma questo non dipende da me. Non ha niente a che fare con chi sono. C’è molto di più alle spalle della mia famiglia, qualcosa che non ho ancora compreso e sto cercando di capire. Ed è… pericoloso. Sono circondata da segreti vecchi quasi un secolo e credimi, vorrei che non fosse così, ma è mio compito scoprirne di più.»
Voleva davvero sapere tutta la storia?
Sollevò con incertezza lo sguardo, fino a quel momento fisso in un punto imprecisato oltre le sue spalle, incontrando finalmente il suo. Aveva paura, questa volta davvero, di scoprire quali espressioni lo avrebbero stravolto, scacciando l’emozione e lasciandolo piombare in una spirale di sentimenti contrapposti.
«La cosa peggiore di tutto questo è che... questa ricerca mi sta dilaniando. Ho perso tutto. Non soltanto ho lasciato che te ne andassi, ma... ho perso anche me stessa. Mi guardo allo specchio e non so più chi sono. Credevo di saperlo, ero certa che non sarei mai arrivata a toccare il fondo e invece... l'ho fatto.»
Si era macchiata di una colpa che non voleva portare alla luce, ma avrebbe dovuto stringere i denti e confessare tutto. Niente più segreti era una premessa solenne, ma - soprattutto - anche una gran fregatura.






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view post Posted on 3/11/2022, 00:08
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*Niente più segreti.*
Quelle poche parole continuavano a frullare nella mente di Mike perché, in quella situazione, non sapeva davvero cosa aspettarsi dall’irlandese. Così, se da una parte l’incertezza del momento continuava a creare nel suo animo un ambiente dalle tinte fosche e indefinite, il protrarsi del contatto con le sue mani gli stava infondendo un briciolo di serenità.
Dietro quel gesto si nascondeva molto del suo legame con Thalia, ma la sensazione che stava provando sembrava scontrarsi con la realtà di quel momento. Perché erano arrivati a trasformare un momento di leggerezza e di festa in una circostanza così carica di tensione?
A Mike sembrava esser sfuggito quel nesso, ma era impossibile per lui non notare che il corpo della Tassorosso iniziava a trasmettergli i primi segni di un vistoso nervosismo. L’aveva vista mordicchiarsi il labbro, e persino lo sguardo stava diventando via via più sfuggevole e triste.
Era preoccupata, ma forse stava anche tornando a fidarsi. Erano vicini, e per un istante i loro occhi si soffermarono sull’intreccio creato dalle loro mani, prima di andare oltre quel tempo.

Quando i primi sussurri presero la forma di una spiegazione ben più completa, la voce di Thalia iniziò a suonargli decisamente più cupa e incerta, quasi angosciata nell’andare ad indagare nella profondità del suo stesso animo. Di rimando, dietro uno sguardo denso di preoccupazioni l’inglese iniziò ad intravedere una sofferenza ben più profonda e articolata, come un grosso groviglio che in precedenza non era mai riuscito a scorgere.
Stava continuando ad ascoltare con vicinanza e attenzione quella complessa faccenda, ma nella logicità della sua mente sembrava esserci un eccessivo squilibrio tra l’eventuale causa e il successivo effetto. Attento e riflessivo, Mike non si definiva come un ragazzo pauroso o insicuro, ma di indole tendeva a non prendere rischi inutili. Thalia questo lo sapeva bene, ma come poteva esserci una correlazione tra questo tratto distintivo del suo carattere e quel doloroso ma progressivo allontanamento?
Nel suo sguardo iniziava a delinearsi più di qualche dubbio perché, se da un lato aveva sempre pensato di conoscere piuttosto bene l’irlandese, ora stava iniziando a percepire parte di quella distanza che si era frapposta, giorno dopo giorno, tra loro.
Quante cose erano cambiate? E cosa si poteva nascondere di così pericoloso dietro il cognome di una famiglia rispettabile come quella dei Moran?
Mike si ritrovò in parte confuso, incapace di immaginare e di cogliere tutte le sfaccettature di una realtà apparentemente irrazionale, ma allo stesso tempo continuava a fidarsi di lei. Considerava Thalia come un raggio di sole; era una strega forte, brillante e indipendente, ma se quella volta aveva deciso di trincerarsi dietro un lungo silenzio per affrontare in solitudine un tormento così grande, era suo compito farle comprendere che poteva ancora contare su di lui, perché due maghi uniti come loro potevano riuscire ad affrontare ostacoli altrimenti insormontabili.
«Io lo so chi sei.»
Quando i loro sguardi tornarono ad incontrarsi Mike non poté fare a meno di sottolineare quell’espressione con un dolce ma leggero abbraccio, portato a compimento con la mano libera.
«…e non sono l’unico a saperlo. Chi ti vuole bene conosce la tua vera natura.»
In cuor suo Mike non aveva ancora colto tutti i risvolti della confessione di Thalia, ma poteva facilmente comprenderne l’animo. Anche lui aveva a cuore le sorti della Tassorosso, ed anche se quei pericoli continuavano ad apparirgli come concetti piuttosto lontani dalla realtà, si sarebbe attivato per trasformare il suo dolore in un nuovo sorriso.
«Non sei sola, e non lo sarai mai. Indipendentemente dai segreti che si possono celare dietro alle scelte di un comitato o alle spalle dei Moran, se lo vorrai, troverai sempre qualcuno pronto ad ascoltarti e aiutarti.» Avrebbe provato a sorriderle per donarle un pizzico di fiducia, cercando di ignorare, almeno per il momento, l’apprensione che l’aveva colto nel sentir sottolineare un rapporto controverso con la sua famiglia d'origine.
Il timore principale era quello di ritrovarsi dinanzi ad una storia fatta di violenza o di abusi domestici; Mike si limitò così a sottolineare la sua vicinanza, chiedendosi interiormente se quel fardello fosse stato in qualche modo condiviso anche con le sorelle minori. Per un breve istante le carezzò la guancia, non volendo alimentare ulteriormente quelle preoccupazioni che, in modo grave, sembravano affondare le radici in un terreno profondo ed inesplorato.

Perdonami per il ritardo :<31:

 
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view post Posted on 1/12/2022, 18:47
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Provava sconforto nella consapevolezza di averlo sottovalutato e si vergognava sapendo di averlo deluso in modi che, all'epoca della loro separazione, non aveva potuto ritenere possibili. Sapeva anche di non potersi dare tutta la colpa, che le risposte non potevano nascere senza una domanda e che, dopotutto, erano stati soltanto dei ragazzini ingenui ed orgogliosi, pronti a cancellare quei sentimenti ancora così presenti.

Poteva riconoscere distintamente e consapevolmente le ragioni per cui aveva provato per Lucas un sentimento improvviso e contro ogni logica razionale e non percepiva quel sentimento come meno vero o poco importante per la sua natura effimera; si era sentita compresa perché quella difficoltà a camminare lungo una strada sicura e fedele alle sue idee era via via diventata sempre maggiore. Accompagnarsi a Scott le era sembrata la scelta più ovvia e la più efficace per continuare a sopravvivere, senza accettare davvero chi, in fondo, stesse diventando.
Lucas, però, non era Mike.
Non lo era per tante ragioni, ma provare a sovrapporre le due figure tra di loro, come stava assurdamente tentando di fare, era inutile e ingiusto.
Non poteva cercare perdono e comprensione continuando a fingere di aver fatto la cosa giusta solo per giustificare la sua immaturità. Si era creduta pronta ad affrontare un problema enorme convinta di avere le spalle abbastanza larghe a sostenere il peso delle scelte proprie e altrui; ora, sotto lo sguardo di Mike, si rendeva conto di quanto fosse fragile e sottile la linea che la separava dal crollo definitivo di ogni sua certezza.

Adagiò completamente la schiena lungo il tronco che la sosteneva, gli occhi rivolti alle fronde sopra le loro teste come a cercare una risposta là dove non poteva esistere. Tratteneva a stento il respiro affannoso di chi sia alla soglia del pianto, uno sfogo misero in confronto a quanto sarebbe potuto essere se solo le circostanze fossero state diverse; l'aria di festa e di trasgressione dalle regole sembrava lontana anni luce da quell'angolo in cui si erano rintanati per confessare le rispettive colpe, le mancanze e il bisogno di orbitare l'uno nello spazio dell'altra. Costringersi a resistere a quella spinta naturale a lasciarsi andare alle emozioni, quelle stesse sensazioni che la pervadevano e si ostinava a soffocare, era un supplizio che non voleva più assecondare.
Riabbassò lo sguardo, colpevole solamente di aver affogato il proprio sentire là dove non avrebbe potuto percepirlo neanche se avesse voluto. Sulla soglia di un malessere pronto ad esplodere con forza, Thalia sapeva di non poter evitare quanto sarebbe accaduto di lì a breve: Mike poteva mostrarsi comprensivo, ma quanto sarebbe stato disposto ad accettare di quella storia senza riferimenti chiari? Pareva essere lui, ora, a leggerle il pensiero in un'inversione di ruoli inaspettata: le sue prime parole gridavano convinzione e accettazione, ma la paura di disattendere le sue aspettative aveva su di lei l'impatto e la forza di acqua gelida gettata contro all'improvviso. Combatteva adesso contro l'illusione che lui le proponeva, quella di conoscerla davvero nel profondo, e la verità che ancora gli taceva; eppure non poteva fare a meno di lasciarsi andare a quel contatto mai divenuto sconosciuto per davvero. Assecondò quel movimento che l'attraeva verso di lui con una leggerezza tale da sembrare la perfetta conclusione, ad occhio esterno, di quanto non era accaduto nello spazio dei pochi attimi precedenti, prima che Eloise li interrompesse.
Per quanto desiderasse appoggiarsi a lui e farsi sostenere, fisicamente e metaforicamente, voleva anche opporsi con tutte le forze a quel bisogno viscerale di averlo accanto come un tempo. Le sembrava stupido vanificare la sofferenza di quell'ultimo anno, quando i loro sguardi si rifuggivano nei corridoi e il nome dell'uno non sfiorava le labbra dell'altra.
«S-so che credi sia così…» sussurrò incerta, inspirando a fondo la fredda aria primaverile della sera e il suo profumo. Averlo lì accanto, in quel modo, ancora le sembrava impossibile. La colpì quella realizzazione, come se la memoria si fosse all'improvviso risvegliata al passo con i sentimenti. Avrebbe voluto rannicchiarsi tra quelle braccia che parevano volerla accogliere senza tuttavia forzare i suoi tempi.
Si sentì ancora più colpevole nel realizzare quanto fosse stata meschina nei suoi confronti e di quanto lo avesse spinto, non del tutto ma in buona parte, ad odiarla e a dimenticarla - o almeno a provarci.
«Vorrei dirti di più, ma non credo che… che sia il momento adatto.»
Guardandosi attorno avrebbe capito anche lui che quello non fosse il luogo e il tempo, ora lo comprendeva anche lei e forse per questo Mike stesso aveva inizialmente reagito con quell'espressione dubbiosa che tante volte in passato aveva visto originarsi sul suo viso. Non voleva nemmeno, però, rinunciare al contatto della sua mano, il palmo tiepido sulla pelle fredda della guancia; voleva che quel momento non finisse così com'era iniziato - in virtù delle circostanze e della casualità -, ma che si protraesse per un po', nello spazio di qualche istante, sufficiente a scacciare la nostalgia di quel rapporto andato perduto.
«Vorrei… vorrei che fosse più semplice.» ammise, stanca di cercare di avere una forza che da tempo l’aveva abbandonata. Era come se tutto l’universo le stesse ricordando quanto andava perdendo, giorno dopo giorno, per una lotta che non aveva scelto e che - al contrario - le era capitata tra capo e collo. Provava ad immaginare, allo stesso tempo, l’idea che lui si era fatto da quelle poche parole e spiegazioni, ma non ci riusciva. Aveva violato la mente di Primrose Moran per necessità, questione di vita o morte, ma non avrebbe mai fatto a Mike ciò che lei aveva fatto alla prozia. Il solo ricordo di quelle urla bastava per scaturire un brivido profondo, capace di scuoterla tutta.

Inclinò il capo verso quella mano, ancora protesa a sfiorarle il viso, e una smorfia di imbarazzo le increspò le labbra, mentre una risatina - tra l’amaro e il divertito - rompeva il silenzio calato tra loro. Le mani cinte dietro la schiena premevano sulla corteccia dura, uno stimolo sensoriale sufficiente a mantenerla nel presente, affinché non scivolasse di nuovo con la mente alle memorie dei tempi andati, a quando quegli occhi sembravano accarezzarla in ogni momento e l’espressione seria mutava in un sorriso tenero. Poco prima che un bacio leggero chiudesse la distanza tra loro per un secondo. Se li ricordava bene quei momenti e non aveva dimenticato la ruga di preoccupazione che si formava sulla fronte del Serpeverde ogni volta che lei, imperterrita, turbava la sua quiete. Adesso quella ruga era tornata, un’espressione che mai avrebbe voluto riportare su quella fronte parzialmente nascosta da un ciuffo di capelli castani.
Fu l’istinto ad agire per lei, portandola a liberare la mano destra e a sollevare il velo sulla fronte: eccola lì, si disse, sfiorandola con le dita, la cicatrice di tutti i miei guai.
«Speravo fosse sparita.» mormorò allora, lasciando che i capelli gliela oscurassero nuovamente alla vista «Basta poco per tornare alle vecchie abitudini, non è vero?»
Quanta verità si celava dietro quelle parole… e quanta aspettativa in una risposta che non aveva saputo di volere.






© Thalia | harrypotter.it



Una risposta al mese direi che è perfetta. :ihih:
 
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view post Posted on 8/1/2023, 20:51
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Mike era completamente d’accordo con Thalia. Non era quello il momento adatto.
Ci sarebbe stato un tempo e un luogo per tutto, ma nonostante si fossero ritrovati nel bel mezzo di un bosco, con una festa che stava via via terminando, erano riusciti a ritrovarsi e a completarsi vicendevolmente come se le lancette del tempo fossero tornate improvvisamente all’indietro.
La promessa che si erano implicitamente scambiati, almeno dal suo punto di vista, racchiudeva una preziosa fiducia, piena di belle speranze e di tutto ciò che più lo rappresentava. Era un patto di sincerità e di condivisione per il futuro e, nonostante non fosse ancora riuscito a comprendere fino in fondo tutti i turbamenti che avevano sconquassato così nel profondo l’animo dell’irlandese, in quel momento si sarebbe fatto andar bene anche quella base fatta di intenzioni e di buoni propositi.
Si erano allontanati, fino ad ignorarsi, ma avevano anche imparato qualcosa da quella dura lezione.
Timori e incertezze stavano pian piano lasciando il posto al calore di un sentimento in grado di riaccendere la scintilla del suo petto. Era bastato così poco, in fondo. L’aveva rivista e aveva condiviso con lei qualche semplice momento di spensieratezza.
L’aveva ammirata, si era perso nel suo sguardo, e senza sapere come, si era ritrovato abbracciato a lei, stretto da un legare ancora forte e sincero.
In quel nugolo di vecchie incomprensioni forse era rimasta ancora qualche zona d’ombra, ma avrebbero tacitamente rimandato eventuali chiarimenti all’indomani, o a un periodo comunque successivo.
Ora, nonostante la tensione di quel recente passato fosse ancora ben presente, era necessario lasciarsi cullare da sentimenti opposti a quelli che avevano provato fino a poco prima.
Era difficile lasciarsi alle spalle la paura e il rimorso, la difficoltà e il pericolo, ma nel continuo e prolungato contatto con la sua pelle, Mike stava ritrovando un piccolo momento di pace.
Annuì silenziosamente alle sue parole, convito che sì, da quel giorno in poi tutto sarebbe stato più semplice. Ne era fortemente convito.
Ora che non erano più dei giovanissimi adolescenti pieni di sé e con la convinzione di aver sempre ragione, entrambi avrebbero potuto ben comprendere che anche dinanzi ad un errore si poteva trovare una soluzione o, per lo meno, un’alternativa. Se lo sarebbero ricordato vicendevolmente giorno dopo giorno, per non sentirsi più inadatti o sbagliati nei confronti dell’altro.
E poi, c’era quell’inconfondibile smorfia che stava dipingendo il viso dell’irlandese, e in quel gesto Mike avrebbe avuto la riprova di ciò di cui aveva davvero bisogno per stare bene.
Thalia Moran non era mai stata così vicina, e nonostante ne avesse quasi percepito le lacrime fino a qualche istante prima, in quel momento avrebbe voluto stringerla a sé per non lasciarla mai più.
Nell’istante di un bacio sentì nuove emozioni scorrergli lungo il corpo, e dentro di sé avrebbe voluto che quella piccola scossa non finisse più. Avrebbe voluto perdersi nel suo profumo e tra le sue labbra ancora una volta, e poi ancora e ancora, ma cercò di trattenere quel suo primo istinto.
Perso nel suo sguardo percepì appena il leggero tocco sulla fronte, là dove tutti i suoi pensieri prendevano dimora.
Sì, era rimasto turbato da tutto ciò che aveva provato nel corso di quella sera. Era stato un come un’emozionante avventura sulle montagne russe, che dagli abissi dell’incertezza l’avevano sospinto fino a toccare il cielo con un dito. Lo sbalzo era stato forse “troppo” per uno come lui, abituato a vivere in sfumature mai così estreme tra loro. Ma era stato bello, e per lei l’avrebbe rifatto una, dieci, cento volte.
«Sì, basta decisamente poco.» Il tempo di un sussurro, prima di proseguire e di lasciarsi andare ad una smorfia divertita: «Ma alla fine si torna sempre dove si è stati bene… e dove si sta bene tutt’ora.» E se c’era una persona per la quale valeva veramente la pena non porsi un limite, questa era proprio la ragazza che si trovava lì, con lui.
Forse quegli istanti sarebbero presto finiti perché, nonostante la volontà di prolungare all’infinito il contatto con la sua pelle delicata, la sera stava via via lasciando strada ai primi cenni della notte. Una cosa, tuttavia, era certa: indipendentemente da come si fosse concluso quel momento, le emozioni se le sarebbe ricordate ancora per molto, molto tempo. In fondo, nella vita non esistevano che nuovi inizi.

 
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