Voglio tornare a casa..., Concorso a tema - Settembre 2022

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view post Posted on 13/9/2022, 22:00
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Grifondoro
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Il carbone era liscio e fresco nella mia mano. Ho lasciato che sfiorasse la pergamena come un bacio sulla guancia. L'ho lasciato fluire libero e danzare sulla pagina in grandi tanghi, valzer e balletti. Ho continuato a trascinarlo sulla pagina con lunghi tratti sinuosi. Il carboncino lasciava un percorso ben definito e se fosse stato una persona, credo sarebbe stato un tipo rumoroso ed estroverso che cerca sempre di far sentire le proprie opinioni. A volte il carboncino creava il suo percorso e la mia mano si limitava a seguirlo. Alla fine ho finito il disegno. Quelle linee serpeggianti si trasformavano in un'opera d'arte. Mi sono sempre chiesto come funzionasse. Ho sospirato, spianando la carta bianca che avevo usato come lavagna, in modo che il carboncino potesse fare un altro pasticcio di linee aggrovigliate e tortuose che presto sarebbero state etichettate come "arte". Ho guardato le mie piccole dita macchiate. Almeno quello non era cambiato...


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Ho guardato davvero il mio disegno per la prima volta. Ho visto i miei amici e me che ridevamo seduti in un cerchio disordinato. Pioveva a dirotto e i delicati fiori bianchi che si trovavano ovunque erano macchiati di rugiada. Avevamo tutti il cappuccio e quei bellissimi aceri frondosi ci circondavano in un cerchio protettivo. Volevo tanto dondolare di nuovo da quei rami tortuosi e contorti e far scorrere le mie dita sulla corteccia liscia ancora una volta. Volevo premere l'orecchio contro il suo tronco splendidamente intagliato e ascoltare le sue tante storie che era così disposto a raccontare. Oh, come avrei voluto sedermi su quei freschi fili d'erba con le mie amichette e ridere, con la pioggia che cadeva silenziosa sui nostri visi col naso all'insù ancora una volta. Ma niente più amici...


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Ho sospirato, un suono doloroso e ho chiuso gli occhi, per immaginare ancora una volta che la stanza nella quale mi trovavo fosse di nuovo piena delle mie vecchie cose. Il mio letto a baldacchino con le tendine arancioni, il mio baule in mogano con tutti i miei giochi e i ricordi più preziosi per me, il tappetto con le stelle, l'armadio bianco sempre sul punto di esplodere, la mia piccola scrivania altrettanto confusionaria, con blocchi di disegno, oggettini di cartoleria e le collanine che penzolavano, scintillando nella luce che filtrava dalle finestre allegramente drappeggiate. Perfino i centrini che mamma aveva insistito perché fossero appoggiati praticamente su ogni mobile, quelli che odiavo ma che avevo lasciato lì, perché sapevo che lei mi avrebbe cruciata se li avesse tolti. Ho riaperto gli occhi e ho visto il pavimento di legno lucido vuoto...

Voglio tornare a casa...


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