Quando viene Dicembre, Missione C.R.E.P.A

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view post Posted on 20/12/2022, 11:51
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Il Fato

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Stamberga Strillante


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Un cristallo, fragile nella sua essenza di ghiaccio, scende leggiadro poco distante dalla scuola di Hogwarts. Da questa distanza, è possibile intravedere il cancello il ferro battuto ergersi a protezione degli studenti e dei tesori celati nel perimetro di uno dei luoghi più misteriosi al mondo. Intorno, il cicaleccio dei passanti e lo scricchiolio della neve che cede sotto il loro peso.
Armie Allister si staglia con un’austerità non troppo dissimile a quella del castello nello spazio che lo separa da Hogsmeade. I suoi occhi sono puntati sulle cime degli alberi millenari che costituiscono il folto della Foresta Proibita. Le dita, invece, giocherellano distrattamente con un orologio da taschino.
Il tempismo è uno dei fattori essenziali per la riuscita di un piano. Glielo ha insegnato il suo lavoro, glielo ha confermato l’esperienza. Per questo motivo, Mr. Allister è noto per la sua capacità di organizzazione. Giocosamente, i colleghi lo chiamano “il programmatore” perché gli è impossibile lasciare al Caso più del margine di tempo previsto dalle circostanze. E, in effetti, di solito era abbastanza in gamba da cavarsela anche quando le sorprese lo coglievano… Be’, di sorpresa!
Oggi, i suoi affari lo conducono nei dintorni di Hogwarts per un motivo per preciso, che porta le vestigia del C.R.E.P.A. e coinvolge alcuni brillanti membri del Comitato. È rassicurante l’idea di trovarsi a collaborare con promettenti futuri membri della società, riconosciuti come tali dagli esponenti più eminenti della scuola. Allo stesso tempo, Mr. Allister conosce i rischi del mestiere e della missione che li aspetta e non può non domandarsi se chi sta per raggiungerlo abbia la stoffa per arrivare fino alla fine.
Il verso di una civetta fa da eco ai suoi pensieri, ma l’uomo ha un animo troppo pragmatico per lasciarsi toccare dal timore di un presagio. Così, imbocca il percorso che conduce alla Stamberga Strillante. Con passo sicuro, si fa spazio tra la neve — il mantello fedele servitore alle sue spalle — e, quando intravede la sagoma sgangherata della dimora in rovina, oltrepassa lo steccato che intima di tenersene alla larga e prosegue. Si ferma soltanto a ridosso della porta, giusto il tempo di scostarla quel tanto che basta a farla muovere sui cardini e di tirare fuori la bacchetta. Poi, si lascia inghiottire nel suo ventre.

Più in là, tra le pareti del castello, le studentesse Camille Donovan, Vivienne Pierce, Helena Whisperwind e Phoebe Halliwell osservano la spilla del C.R.E.P.A animarsi e indicare loro il luogo dell’incontro. Sembra proprio che, qualunque cosa stiano facendo questa domenica, sia giunto il tempo abbandonare le loro faccende e di recarsi di buona lena presso la Stamberga Strillante.
Le indicazioni sul piccolo cimelio dell’associazione, del resto, non lasciano spazio a incertezze. Finalmente, il momento dell’azione ha smesso di farsi attendere. Il carillon di Hespera non aspetta che di essere recuperato.

Benvenute alla missione del C.R.E.P.A., ragazze!
Come già anticipato in Lost Treasures,, l'obiettivo della missione è recuperare l'antico carillon di Hespera, infiltrandosi all'asta indetta dai figli di Sir Aaron Achard.
Armie Allister è l'impiegato del Ministero che vi guiderà in questo percorso.

Vi auguro buon divertimento e buona fortuna!

P.S. Per qualsiasi cosa, sono disponibile via MP.

Scadenza: 29 Dicembre



Edited by MasterHogwarts - 20/12/2022, 17:14
 
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view post Posted on 27/12/2022, 20:32
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Camille Donovan



ps: 178 pc: 103 pm: 108 pe: 9

È una domenica mattina come tante mi dico, almeno all’apparenza. La routine scorre lenta e placida come al solito. L’inverno intanto bussa violento ad ogni battente disponibile, una coltre bianca ricopre il paesaggio scozzese come in una magica cartolina.
Mi stiracchio pigramente.
Lo so che a tavola non è educato, ma ho le braccia indolenzite – per il freddo e la stanchezza – e sento la necessità di sgranchirle. La Sala Grande è mezza vuota, d’altra parte i mattinieri sono pochi durante il fine settimana.
Come biasimarli?.
La carica di Prefetto, che piaccia o meno, comprende anche questo: alzarsi presto per pattugliare i corridoi.
La tazza di caffelatte mi osserva ancora intozza, la frittella alla cannella – addolcita ulteriormente con dello sciroppo – invece è appena sbocconcellata nel piatto di fronte a me. Con la forchetta ne recupero un altro pezzetto, sto per portarlo alla bocca quando sento una fastidiosissima voce fin troppo familiare.

“Ci credi che sono stato punito? Di nuovo…?”



Tipico di Hughes mettersi nei guai e poi lagnarsi delle inevitabili conseguenze. Ignaro sta confabulando con uno dei suoi compagni di merende e io, come è giusto che sia, lo ignoro fingendomi invisibile.

“Pensi dovrei dirlo alla Donovan? Mi ammazza sicuro se scopre che ho fatto togliere punti dalla Clessidra!”
“Fai finta di nulla. L’importante è che non arrivi alle orecchie della Caposcuola, con lei passeresti un brutto quarto d’ora, seriamente!”



Ecco l’amico con il sale in zucca.

“Con la Donovan dovrei parlare comunque! Per la cronaca della partita intendo.”



Non adesso. Non nell’unico momento di tregua giornaliera. Capto gli ultimi spiragli di conversazione, dopodiché avverto i suoi passi avvicinarsi. A quel punto non resisto, istintivamente mi volto verso Helena seduta al mio fianco.
«Hel, se Timothy chiede di me, tu non mi hai visto!» in fretta e furia faccio per alzarmi dalla panca, quando qualcosa vibra improvvisamente al lato sinistro del petto. Abbasso lo sguardo, sulla spilla del C.R.E.P.A è comparsa una scritta. Forse ho trovato una scusa più plausibile per darmi alla fuga. «Credo sia arrivato il giorno dell'asta!» una frase semplice, incomprensibile ai più, tranne che alla sua concasata e alle colleghe Prefette coinvolte. «Ore 10 alla Stamberga. Abbiamo giusto il tempo di prendere un paio di cose al volo in dormitorio prima di andare.» attendo che anche l’altra sia pronta e mi dirigo all'uscita.
Appena mettiamo il naso fuori, vicino all’imboccatura dei Sotterranei, una Vivienne piuttosto trafelata ci viene incontro. È per la missione, anche lei ha ricevuto l’avviso.
«Manca solo Phoebe! Direi di aspettarla nell'atrio, poi possiamo andare!»

********


Una volta terminati i preparativi ed indossati gli abiti migliori a disposizione nel nostro baule, finalmente ci riuniamo e varchiamo l’ingresso. L'aria fredda ci avvolge in un gelido abbraccio, percorriamo la High Street confondendoci con la folla in giro per negozi a caccia di regali. Le decorazioni natalizie rallegrano gli animi, le risate dei bambini una soave melodia di sottofondo che dona leggerezza. Una sferzata di vento mi colpisce, attraversando il cappotto come una lama.
Arrivate alla fine del Villaggio ci lasciamo indietro tutta la vitalità, uno scenario più spettrale si prospetta davanti a noi «Luogo interessante per un incontro!» commento di getto, il tono volutamente ironico «Entriamo?» chiunque ci fosse ad attenderci non era all’esterno, la zona circostante all’edifico appariva deserta.
Il dolce crik-crok della neve compattata, schiacciata dal peso dei nostri passi, annuncia la nostra presenza. Appena mi fossi fermata, la mano sarebbe andata a premere con decisione sul centro del portone fatiscente. Mille domande si affollano nella mia mente, ma chi ci accoglierà cono certa non esiterà a dissipare i dubbi. Il piede destro si sarebbe fatto strada, andando a toccare le assi di legno ormai marce.

Inventario
Becchetta (in tasca)

Heart-Attack (in borsa): È una scatolina di cartone a forma di cuore, facile anche da portare in tasca. All'apertura rilascia uno scoppio di coriandoli coloratissimi, a loro volta come cuoricini ritagliati; i coriandoli circonderanno chiunque sia vicino, creatura o umano, oscurando la visuale e bloccando per pochi minuti (un turno ongdr). Un elegante diversivo, utilizzabile una volta in Quest, dopodiché la scatola si ricarica da sé.

Maschera dell'Amor Celato (in borsa): Proveniente direttamente dal Carnevale di Venezia, l’oggetto è in preziosa ceramica. Si presenta come piccolo portachiavi, ad un colpo di bacchetta diventa una maschera più grande da indossare. Colui che la veste cambierà timbro della voce e risulterà completamente irriconoscibile agli occhi altrui, un'illusione lo farà apparire infatti come un enigmatico, perfetto sconosciuto. L'effetto dura dieci minuti (tre turni in Quest). Dopo l'utilizzo, la maschera torna portachiavi per un tempo di ricarica di un giorno.

Matita Lestorimedio (in borsa): Matita in legno di salice, decorata da una semplice scritta dorata che richiama il logo della Gazzetta del Profeta. All’estremità è dotata di una gomma molto delicata: se strofinata sulla pelle umana, può rimarginare – come cancellando – leggere ferite, ad es. piccoli tagli e scottature non estese (dito bruciato), abrasioni come sbucciature. Valida una volta in Quest / Eventi.

Candela Nutcracker (in borsa): L'intreccio profumato di ghirlanda natalizia, cespuglio farfallino, rametti di pino e di vischio; la nota arcigna del pungitopo, quella addolcita delle bacche rosse e l'essenza delle noci. Aroma fresco, dolce: evoca cinque soldatini-schiaccianoci, che risponderanno ai propri ordini (in Quest/Eventi due turni).

Collana "Scaglie di Ashwinder" (al collo): Creature notevolmente resistenti al fuoco, gli Ashwinder sono serpenti che nascono da fiamme magiche quando vengono lasciate bruciare senza sorveglianza. Sono creature poco offensive e pericolose, ma da non sottovalutare. Indossando questa collana, si amplifica la forza degli incantesimi di fuoco.
Arsenale Magico
Prima Casse (Completa)

Seconda Classe (Completa, incluso Orcolevitas/Monstrum)

Terza Classe: Reparo, Curo Venenum

Hufflepuff Prefect | 15 y.o

code by Camille

Le azioni sono state concordate in Off :flower: :<31:
 
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view post Posted on 29/12/2022, 21:06
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No rain, No flowers

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Tassorosso
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Helena S. Whisperwind
Tassorosso | 12 anni | I anno

Hel
Domenica. Teoricamente il giorno più bello, praticamente il giorno più triste perché proprio quello in cui la dolce libertà del weekend giunge al capolinea, per fare spazio ad una nuova settimana.
La voce di Hughes irruppe improvvisamente nella Sala Grande semi deserta, agitando Camille. Sbadiglio assonnata, ma alla sua richiesta di aiuto mi riattivo e annuisco con un sorriso e un occhiolino complice, preparandomi ad intavolare un omertoso “oggi non l’ho vista”, condito da qualche altro dettaglio casuale. Non è nella mia natura mentire, ma mi è bastato lo sguardo di Camille per capire quanto potesse seccarla l’incontro con quel rompiscatole, perciò accetto la piccola missione e chiudo l'altro occhio per mettere un attimo in disparte il mio senso di morale: per un’amica questo ed altro.
Verso del succo di zucca nel mio bicchiere e proprio mentre sto per voltarmi ad osservare Hughes, la mia spilla del C.R.E.P.A. mi blocca nell’intento, attirando l’attenzione su di sé. Guardo Camille, osservo la spilla. Ecco l’inizio di una grande domenica. Il giorno dell’asta è arrivato e con lui il momento in cui finalmente potrò definirmi ufficialmente un’attivista del Comitato.
«Finalmente Hespera riavrà il suo carillon!»
Esclamo ottimista, alzandomi di fretta e portando con me l’altra metà del muffin al cioccolato che avrei terminato volentieri.
Scendo con Camille verso i sotterranei e lì incrociamo Vivienne, super elettrizzata e ancora in pigiama. «È arrivato il grande giorno!» Esclamo sorridendo bonariamente nell'osservarla; è un'ovvietà, ma l'emozione parla per me. E a quanto noto, non sono l'unica su di giri.
Nel dormitorio della Sala Comune scelgo di fretta gli abiti più adatti sia ad un'occasione formale, - credo -, sia al rigido clima invernale, prendo alcune cosine che penso possano essermi utili e per finire la mia fidata bacchetta che ripongo con cura in una tasca apposita.
Quando anche l'altra tassina è pronta, mi dirigo con lei verso l'uscita del castello, dove avremmo incontrato le altre di lì a poco.

Tra le strade di Hogsmeade l’atmosfera frizzante e vivace è ignara di quanto d’importante stia per accadere. La neve imbianca il terreno, i tetti delle graziose abitazioni, le cassette delle lettere, le panchine, le chiome degli alberi e le decorazioni natalizie. È tutto così luminoso e magico che mi verrebbe voglia di fermarmi e giocare a palle di neve con chicchessia, per godere di quell'atmosfera incantevole.
Mi prometto di rimandare il divertimento ad un momento più consono e continuo a camminare al fianco delle mie compagne. Le osservo di tanto in tanto, chiedendomi se anche loro sentano ad ogni passo un peso crescente alla bocca dello stomaco. Non è una sensazione negativa come potrebbe sembrare, semplicemente un'ansietta positiva, come eravamo solite chiamare, con Frances, quella sensazione di emozione mista a preoccupazione prima di fare qualcosa di bello.
Ci soffermiamo prima di imboccare la stradina verso la Stamberga. La sua nomea le calza a pennello e la osservo un po' affascinata, un po' impensierita.
«È di sicuro un posto appartato...» Rispondo a Camille, pronta dietro di lei per spingere insieme la porta d'ingresso, qualora fosse stata bloccata. Qualcuno, forse, ci attende già.

PS: 139 | PC: 77 | PM: 96 | PE: 4.5
Inventario
Incantesimi
Bacchetta (in tasca)
Legno di Salice, Capello di Banshee e due Petali di Rosa Blu, 10 pollici, Elastica.

Spilla C.R.E.P.A. (appuntata all'interno della giacca, non visibile dall'esterno)

Diadema di Veela (sulla testa).
Un bellissimo diadema proveniente dal tesoro di una veela. Conferisce un fascino più prepotente nei confronti del nemico. Invocando il suo potere blocca l'avversario in quest per un turno. Utilizzabile una sola volta per quest.

Occamy Gonfiabile (nella borsa)
Un uovo di vetro trasparente che contiene la riproduzione di un Occamy. Ad un colpo di bacchetta l'uovo si schiude, l'Occamy di pezza spunta di colpo e si auto-gonfia fino a riempire l'intera stanza in cui si trova, raggiungendo un massimo di 20m di altezza e larghezza. Dopo due minuti si sgonfia e torna nel suo uovo, che si chiuderà di scatto fino alla prossima apertura. Ottimo per fare scherzi e creare scompiglio. In Quest blocca gli avversari per un turno.

Bracciale di perline colorate (al polso)
Può sembrare un semplice bracciale, ma se spezzato rilascerà una cascata di perline che faranno cadere chiunque sia vicino a voi.

Amuleto Homunculus (al collo)
Amuleto in grado di proteggere, esaudire i desideri o eventualmente attirare malocchio sui nemici. - in filo di caucciù e metallo, indossabile come collana o bracciale; al centro ha una sfera in vetro che contiene foglie di mandragora, petali violacei e radici essiccate. Richiama la leggenda dell'Homunculus, lo spirito domestico della mandragora che si dice possa offrire protezione, fortuna e desideri.
Prima classe: completa.

Seconda classe: Evanesco - Silencio - Muffliato - Expelliarmus.

Terza classe: Reparo.



Interazioni concordate.
 
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view post Posted on 29/12/2022, 21:30
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Prefetto Grifondoro
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Vivienne Pierce



ps: 169 pc: 88 pm: 123 pe: 10.5

Da quando avevano avuto la riunione con Miss White ed Hespera, Vivienne non faceva altro che controllare la sua spilla, in attesa di ricevere nuove istruzioni. Il pensiero che presto sarebbe dovuta partire per una missione segreta non solo la esaltava, ma le dava un motivo per trascinarsi ogni giorno fuori dal letto, un obiettivo che altrimenti sembrava mancare in quel periodo nella vita della Grifondoro. Il pensiero di correre dei rischi, buttarsi nella mischia sembrava accendere lo spirito di Vivienne e, soprattutto, le teneva il cervello ben occupato, impedendole di concentrarsi su faccende ben più spinose.

Quando finalmente comparvero luogo e data dell’incontro, Viv saltò letteralmente dal letto; essendo domenica non aveva lezioni da seguire e questo significava poter oziare fino a tardi tra le lenzuola. Aveva aspettato quel momento a lungo, ma a parte fantasticare su di esso, non aveva veramente pensato a come comportarsi per l’occasione: come doveva vestirsi? Doveva portare qualcosa con sé? Tempo dieci secondi e Vivienne si ritrovò completamente nel pallone. Così fece l’unica cosa che le venne in mente; ancora in pigiama si lanciò fuori dalle porte del dormitorio. Sfruttando tutte le scorciatoie che conosceva si precipitò verso i sotterranei, dove aveva più probabilità di incontrare qualcuna delle sue compagne di avventura. In effetti le incrociò entrambe nel corridoio che portava alla loro Sala Comune. « Camille, Helena, avete visto? Come facciamo? Cosa ci mettiamo? Cosa portiamo? »
Viv vomitò addosso alle ragazze ogni domanda che le venne in mente. Il confronto con le ragazze riuscì a calmarla un po’, così si diedero appuntamento in Sala Grande - dove avrebbero aspettato Phoebe - e si andarono a preparare.

Viv cercò di rendersi presentabile: sapendo che avrebbero partecipato ad un evento sociale, evitò di presentarsi in jeans e maglietta, e indossò il bustino decorato che aveva recentemente comprato insieme ad una gonna nera. Sopra avrebbe comunque indossato un cappotto, viste le fredde temperature di Dicembre. Lasciò i capelli biondi sulle spalle, mise eye-liner e un velo di mascara. Aggiunse qualche gioiello - di quelli belli che non aveva mai l’occasione di indossare - prese la pochette e di nuovo corse giù fino alla Sala Grande. « Perché ci avranno convocate così presto? L’asta dovrebbe essere di sera, o no? Forse il resto della giornata serve a prepararsi! » L’idea sembrò entusiasmare Vivienne ancora di più; chissà cosa avrebbero dovuto fare! Forse quei suoi preparativi frettolosi erano stati comunque inutili. L’impazienza cresceva ad ogni passo, Hogsmeade sembrò più grande del solito. Finalmente, però, riuscirono a lasciarsi indietro le case, fino a che non comparve la Stamberga Strillante davanti a loro. Solo un’altra volta si era azzardata ad avvicinarsi così tanto, successe quando era ancora al primo anno. In quell’occasione, invece, sarebbe dovuta addirittura entrare dentro. Il pensiero, però, non preoccupò Viv, che non pensava a cosa potesse succedere, ma al contrario era bisognosa di trovare stimoli al di fuori di se stessa, per quanto pericolosi possano essere. « Magari è perché stiamo per fare qualcosa di illegale e serve un posto dove nessuno possa vederci! » Era un’idea che dava un senso alla scelta di quel luogo per incontrarsi; sperò con tutte le sue forze di avere ragione. Una volta arrivata alla porta, attese che Camille riuscisse ad aprire la porta, eventualmente aiutandola a spingere se fosse stata troppo dura, ed entrò dietro di lei.
Inventario
Becchetta (in tasca)

Pochette La pochette possiede una chiusura in ottone decorato a sbalzo e una piccola tracolla di stoffa o catenina d'ottone. All'interno è stato praticato un incantesimo di Estensione Irriconoscibile. Disponibile in varie fantasie. Misure: 30-35 cm c.a. di larghezza, 20 cm c.a. di altezza. Southampton, 1912 d.C. Copia. [Possibilità di contenere fino a 4 oggetti di medie dimensioni]

Carillon “Canto della Manticora” Nota per essere una pericolosissima creatura greca con la testa d'uomo, il corpo di leone e la coda di scorpione, si ritiene che essa canticchi dolcemente mentre divora la sua preda. Questo speciale carillon, se attivato, crea una barriera che funge come un'onda d’urto contro tutti gli incantesimi offensivi (tranne i proibiti) per un solo turno. Usabile 1 volta per Quest. (Nella pochette)

Sale Evanescente Boccette di sale colorato; lanciato, si espande come una nube che fa sparire immediatamente nel vuoto tutti gli oggetti non incantati di piccole e medie dimensioni, nell'arco di cinque metri. Dopo un'ora, gli oggetti ricompariranno. Non funziona su porte né su esseri viventi. Un utilizzo. (Nella pochette)

Detonatori Abbindolanti Sono piccoli oggetti dotati di zampette ondeggianti e di un corpo costituito da un bulboso clacson che, se lasciati cadere a terra, scappano via velocemente facendo un rumore assordante, seguito da una notevole fuoriuscita di fumo. Ottimo diversivo in caso di fuga. Distraggono l'avversario per 1 turno. (Nella pochette)

Nanosticca La nanosticca ti farà diventare alto poco più di 30 cm. (Non modifica la forza fisica/magica del pg, diminuisce solo le proporzioni del corpo. Dura un solo turno) (Nella pochette)

Catena della notte Collana viola scuro che rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, durante la notte si nota molto nell'oscurità. (al collo)

Bracciale "Snasi Fratelli" Gli snasi sono creature rinomatamente attratte da tutto ciò che luccica. Questo bracciale è stato creato seguendo i riti degli antichi maghi che traevano la forza e l’essenza delle creature sfruttando le loro ossa e membra per creare elaborati artefatti. La particolarità che lo caratterizza è che il bracciale è montato unendo tutti i più piccoli ossicini di due snasi fratelli, indossandolo si aumenta la propria audacia e fortuna. (al polso)

Bustino di Morgana Rigido e resistente agli urti, impreziosito da fili d'oro e crine di Unicorno che lo rendono elegante. Favorisce la concentrazione e protegge dai veleni. (Indossato)

Arsenale Magico
Prima Casse (Completa)
Seconda Classe (Completa)


Gryffindor Prefect | 15 y.o

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view post Posted on 30/12/2022, 01:30
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Phoebe Halliwell



ps: 206 pc: 135 pm: 160 pe: 17

Alla fine, quella fatidica domenica mattina era arrivata. Da quando aveva partecipato alla riunione che si era tenuta presso l'Aula Abbandonata al secondo piano, non avevano potuto non frullare senza sosta nella sua mente una miriade di domande e quesiti.
L'idea di prendere parte alla nuova missione la elettrizzava. La prospettiva di imbucarsi ad un'asta, fra gente ricca e straricca, la divertiva - e parecchio anche! Essere poi d'aiuto alla dolce elfa Hespera, era il vero obiettivo. Non aveva potuto fare mano di avere a cuore ciò che le era accaduto.
Phoebe maldigeriva le ingiustizie. Non le sopportava affatto - e in nessun caso. Detestava davvero con tutto il cuore le persone che utilizzavano i propri poteri al fine di manipolare la situazione, per giungere ad un proprio tornaconto personale o per agevolare qualcuno con cui si ha un rapporto privilegiato. Si trattava di cose che la Prefetta Corvonero avrebbe capito, se fossero state azioni giuste con una ratio. La storia del carillon, in qualche modo, rientrava in tutto questo. La più piccola delle sorelle Halliwell non metteva in dubbio che quell'oggetto appartenesse all'Elfa Hespera e che i figli di Sir Aaron le avessero riservato un trattamento iniquo e ingiusto. Come poteva, in fondo? Però questo, più di ogni altra cosa, aveva acceso in maniera evidente la sua determinazione e la sua voglia di giustizia.
Quella domenica mattina si trovava nella sua camera al dormitorio femminile e aspettava di ricevere qualche notizia sulla missione. Sapeva che si sarebbe svolta proprio quel giorno, ma ancora non aveva alcuna idea del resto. Stava leggendo uno dei libri che aveva preso la sera prima.a dalla libreria in Sala Comune, quando la Spilla del Comitato Crepa, lasciata sul letto sfatto accanto a lei, prese a vibrare. Su di esso si poterono così leggere l'ora e il luogo del nuovo incontro. Stamberga Strillante. Ore 10:00.
Così si rese necessario lasciare in sospeso la lettura. Una volta pronta per scendere, la Halliwell raggiunse l'atrio dove incontrò le sue tre compagne di disavventura. Poco tempo dopo, le quattro ragazze si recarono fino alla famigerata Stamberga Strillante.
Si diceva che quella costruzione fosse il luogo più infestato di tutta la Gran Bretagna. L'aspetto esterno sembrava confermare senza alcuna perplessità questa voce. Decadente, fatiscente, si ergeva appena più in là dal bianco manto di neve. Le ragazze avevano preso a seguire quel percorso. I loro passi lasciavan una serie di impronte su quella candida sostanza soffice. Si gelava là fuori. Era pur sempre una delle tante domeniche di Dicembre? Una delle tante domeniche di uno dei mesi più freddi dell'anno, no? Per fortuna, Phoebe era ben coperta. Sospirò. Una nuvoletta si condensò a contatto con l'aria fredda. Mancava una sola cosa da fare. Aprire la porta della Stamberga Strillante. E vedere cosa c'era in serbo per loro all'interno della costruzione. Alla Bronzo-Blù non rimaneva che seguire le altre.

Inventario
Bacchetta (in tasca)

Bracciocchio (polso sx)
Bracciale "Snasi Fratelli" (polso sx)
Collana "Scaglie di Ashwinder"(al collo)
Anello "Tentacolo di Graphorn" (all'anulare sx)
Diadema di Veela

In borsa:

Fiala di Intruglio Confondente(x1)
Fiala di Pozione Mors Aparentis(x1)
Fiala di Pozione Rinvigorente(x1)

Nanosticca(x1)
Aerosticca(x1)
Polvere Buiopesto Peruviana(x1)
Sacchetto di Cioccoli Noccioli
Sacchetto di Piperille


Arsenale Magico
Prima Casse (Completa)

Seconda Classe (Completa, escluso Orcolevitas/Monstrum)

Terza Classe: (Completa, esclusi i Proibiti) + Commuto, Floriuscus, Folium, Semen

Quarta Classe: Vegetatio

Ravenclaw Prefect | 17 y.o

code by Camille


OT. Chiedo scusa per il ritardo, ma purtroppo il real mi ha impedito di postare prima.
 
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view post Posted on 3/1/2023, 17:25
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Il Fato

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Coventry, Gran Bretagna


MZhpi8k
UTcflgE
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Un cigolio non sospetto risuona nello spazio angusto della stamberga, annunciando l’ingresso delle quattro studentesse. Finalmente, benché l’atmosfera non sia delle più rassicuranti, esse trovano riparo dal freddo irriverente dell’inverno scozzese. È un dettaglio che fanno presto a trascurare, tuttavia, giacché la sagoma di Armie Allister non si fa attendere e le accoglie alla giusta distanza dall’arco della porta.
«Buongiorno a voi» le saluta con cordialità, dedicando a ciascuna il proprio sguardo. «Immagino di avere di fronte a me le signorine Halliwell, Whisperwind, Pierce e Donovan». Attende una conferma, dunque prosegue: «È un piacere fare la vostra conoscenza! Io sono Armie Allister, Capo dell’Ufficio per il Reinserimento degli Elfi Domestici. Oggi, sarà io a scortarvi nella missione che vi è stata affidata».
Lascia che le informazioni arrivino a destinazione. Non sono molte, ma è consapevole che il cervello umano necessiti dei suoi tempi per abituarsi a una nuova presenza, a ipotizzare di darle fiducia e a tenere conto delle minacce provenienti dall’ambiente circostante. Un ambiente non del tutto rasserenante come quello della Stamberga Strillante, peraltro.
«Non è il caso di parlare di ulteriori dettagli in un luogo non sicuro. Di qui a breve, prenderemo insieme una passaporta che ci condurrà presso un presidio del Ministero, dove affronteremo le peculiarità del caso». Parlando, indica con un gesto garbato della mano una lurida scatola di tonno che giace abbandonata sul pavimento, ad un’equa distanza da se stesso e dalle ragazze. «Se siete pronte —e controlla brevemente l’orologio da taschino— dovrebbero mancare esattamente 42 secondi all’attivazione della passaporta. 33 adesso».
Armie Allister si appropinqua alla lattina maleodorante. Non si può dire che il Ministero non abbia fatto un buon lavoro nel rendere la passaporta difficilmente riconoscibile. Dunque, si china sulle ginocchia e fissa con occhi penetranti le studentesse, aspettandosi che facciano altrettanto.
È uno schiocco, e quello che sembra l’eco di un grido di sorpresa, l’ultimo suono udito nella stamberga quel giorno.

L’atterraggio è dolce per Vivienne, Phoebe, Camille e Helena —dolce ma non necessariamente aggraziato. Il quartetto tutto al femminile giunge infatti in una (più che legittima) sinfonia di strepiti sui divani di un appartamento di Coventry.
Invero, Camille plana sui grandi cuscini all’incontrario: ha il capo che dà verso il pavimento e le gambe all’insù verso lo schienale. Vivienne cavalca un bracciolo del divano come fosse una Gelbstrum, mentre Helena fa altrettanto con la spalliera del sofà opposto. Phoebe, invece, è atterrata di pancia sui cuscinoni, distesa per lungo come uno stoccafisso.
Armie Allister e i presenti faticano a trattenere un sorriso in ricordo dei loro primi viaggi in passaporta. Si limitano a concedere alle ragazze qualche momento per ricomporsi, prima di intervenire. Intanto, hanno cura di aggiornarsi reciprocamente su eventuali sviluppi che potrebbero essere utili ai fini della missione.
«Gradite qualcosa? Del tè o del succo di zucca? Vi abbiamo strappate alla colazione, del resto. Chiedete e sarete accontentate» suggerisce un uomo dall’aria simpatica, che avrebbero imparato a conoscere come Drew Collins, uno dei più fervidi sostenitori della difesa degli elfi domestici al Ministero e della Gran Bretagna. «Vi serviranno le energie per quello che dobbiamo fare!»
Nel frattempo, Armie prende posto presso una delle due poltrone che sono rimaste libere accanto ai due divani. «Drew ha ragione. Sarà una giornata molto lunga e non avrete altre occasioni di concedervi una pausa probabilmente. Quindi, godetevi questi momenti finché potete» dice con l’espressione di chi sta per riprendere un discorso serio lasciato in sospeso. «Oggi, siamo pronti a recuperare il carillon di Hespera. Trattandosi di un’asta a numero chiuso, per infiltrarsi sarà necessario sostituirsi ad alcuni dei partecipanti. A questo abbiamo già pensato noi».
Non avrebbe potuto essere altrimenti, del resto. Chiedere ad un gruppo di adolescenti di mettere k.o. dei membri dell’aristocrazia magica e di assumerne l’identità non soltanto sarebbe stato illegale, ma anche decisamente fuori dalla loro portata e avrebbe minacciato di portare a conseguenze estreme ciò che si propongono di realizzare in fretta e senza dare nell'occhio. L’Ufficio per il Reinserimento degli Elfi Domestici, invece, vuole un lavoro pulito e ben fatto.
«Utilizzeremo la Pozione Polisucco per farvi assumere le sembianze di questi individui, vi daremo i loro file per capire più o meno chi sono e vi sostituirete a loro nel corso dell’asta. Essere in così tanti all'asta ci permetterà di fare più offerte e di avere più chance di assicurarci il carillon. C’è un però». Quell’ultima parola non lascia ben sperare, perché sembra introdurre un impedimento a una situazione già notevolmente complessa. «Abbiamo appreso che c’è un party che precede l’asta e sarà necessario partecipare. Questo ci consente per un verso di studiare meglio la situazione, ma ci espone per un altro anche al rischio di sbagliare di più e di…»
«E di rimanere a secco di Polisucco» completa Drew.

Buon anno, ragazze!
Spero che abbiate trascorso buone feste.
Vi avviso che le scadenze saranno più ridotte, adesso. La prima volta ho messo un termine lungo perché, altrimenti, ci sarebbe stato di mezzo il Natale e non volevo che la missione diventasse un motivo di stress o di distrazione dal mood vacanziero. In linea di massima, ci attesteremo sui 6 giorni.

Da ora in poi, le vostre statistiche non sono più modificabili. Neppure i post sono modificabili a meno che non abbiate chiesto e ottenuto prima il mio consenso.

Vi ricordo che avete diritto a:
- 3 proroghe ciascuno;
- 3 assenze ciascuno;
- 5 proroghe di gruppo.

Nel caso di ritardi, vi chiedo di comunicarmeli anzitempo via MP. » Phoebe °

Per qualsiasi necessità e/o chiarimento, rimango a vostra disposizione.

Scadenza: 9 Gennaio



Edited by MasterHogwarts - 22/1/2023, 13:44
 
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view post Posted on 4/1/2023, 17:56
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No rain, No flowers

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Helena S. Whisperwind
Tassorosso | 12 anni | I anno

Hel
Quando Miss White aveva nominato un certo collaboratore del Ministero che si sarebbe curato di accompagnarci all’asta, avevo immaginato un anziano signore, magari grassottello o magari smilzo e un po’ curvo. Mai avrei pensato di trovarmi davanti un avvenente giovane uomo, addirittura il Capo dell’Ufficio per il Reinserimento degli Elfi Domestici.
I suoi modi di fare ricercati e quegli sguardi penetranti con cui osserva ciascuna di noi, non mi rendono facile la concentrazione. Probabilmente arrossisco, ma spero che la reazione delle mie guance venga attribuita al repentino cambio di temperatura tra il gelo di fuori e il tepore dell’interno. Mi è comunque tutto chiaro: l’uomo si chiama Armie Allister, ci scorterà nella missione, definiremo il piano e i dettagli in un qualcosa del Ministero che raggiungeremo prendendo una passaporta e la passaporta è… ecco, è dannatamente disgustosa.
Il lezzo che proviene dalla scatoletta di tonno che assolverà a questo importante compito mi riporta coi piedi per terra. Odio lo sporco e mal sopporto le puzze. Di base la passaporta è uno strumento sì, comodo, ma quasi demoniaco, a mio modesto parere. Averla resa ancora più terribile è proprio una cattiveria gratuita.
«Forse vogliono testarci per vedere se siamo in grado di sopportare il resto…». Mi lascio sfuggire, più a me stessa che a qualcuno in particolare. Inspiro profondamente, con una mano mi tappo il naso e con l’altra mi arrendo al mio destino.

Mi massaggio la pancia all’altezza dell’ombelico, poi lo stomaco totalmente sottosopra e un po’ nauseato. Deglutisco e riapro gli occhi: mi scappa un sorriso nel vedere Vivienne su un bracciolo di una poltrona come un cowboy, Phoebe spiaggiata come una bagnante sotto il sole cocente di ferragosto; Camille poi è la migliore, messa peggio del mio stomaco. Non mi è andata poi così male, dopotutto!
«State tutte bene, sì?» Mi tappo la bocca per non ridere e mentre quasi perdo l’equilibrio, mi rendo conto che attorno a noi sono presenti altre persone. Di fretta, cerco di sedermi in modo quanto più composto possibile sul sofà su cui sono atterrata.
Un uomo gentile si mostra disponibile a offrirci la colazione. Mangerei volentieri qualcosa - specie considerando che le probabilità di avere un’altra pausa sembrano assai remote -, ma dato che attorno a me non vedo alcun genere di alimento o bevanda, annuisco genericamente al “gradite qualcosa?”. Un infuso allo zenzero potrebbe placare la nausea post-passaporta, ma «Del succo di zucca sarebbe perfetto, grazie signore!». Qualora ci avessero porto dei pasticcini, della torta o qualsiasi altro cibo, non avrei certo fatto complimenti e mi sarei nutrita a dovere.
Ho già sentito parlare della pozione Polisucco, ma non ne conosco i dettagli né le caratteristiche. Rifletto sul fatto che prendere le sembianze di qualcun altro è un po’ come fare l’attrice. Le mie uniche performance si sono fermate alle recite scolastiche di fine anno alla scuola babbana e non ho mai avuto la presunzione di pensare di essere la più brava della classe. Partecipare ad un party prima dell’asta con le sembianze di altre persone, poi, sembra piuttosto rischioso, ma anche potenzialmente molto divertente. Non sono un animale da festa e per me non è semplicissimo socializzare con chiunque, specialmente se si tratta di adulti, sconosciuti, persone appartenenti ad un certo ceto sociale, simile a quello dei miei parenti paterni. Ma forse agire, parlare, fare qualcosa, assumere le sembianze di un’altra persona, potrebbe essere meno imbarazzante rispetto al doverlo fare in prima persona con la mia faccia, la mia età, la mia introversione. Non è ai lati negativi che voglio guardare e mi sento di essere ottimista.
Lancio un’occhiata alle mie compagne e mi sembra quasi di leggere nei loro visi la mia stessa domanda: «Chi dovremo interpretare?».
Dal mio tono traspare una nota di entusiasmo, perché muoio dalla voglia di fantasticare con le ragazze su chi potremmo diventare e chi ci piacerebbe essere, ma le circostanze non sembrano permetterlo. Perciò blocco sul nascere la fantasia di mettermi nei panni di una ricca e affascinante signorina vestita di tutto punto e, tornando quanto più seria possibile, aggiungo: «E cosa succede, se restiamo a secco di Polisucco?». Immagino che questo non implichi nulla di buono, ma domando comunque: questa non è una situazione in cui ci si può permettere di lasciare qualcosa al caso.

PS: 139 | PC: 77 | PM: 96 | PE: 4.5
Inventario
Incantesimi
Bacchetta (in tasca)
Legno di Salice, Capello di Banshee e due Petali di Rosa Blu, 10 pollici, Elastica.

Spilla C.R.E.P.A. (appuntata all'interno della giacca, non visibile dall'esterno)

Diadema di Veela (sulla testa).
Un bellissimo diadema proveniente dal tesoro di una veela. Conferisce un fascino più prepotente nei confronti del nemico. Invocando il suo potere blocca l'avversario in quest per un turno. Utilizzabile una sola volta per quest.

Occamy Gonfiabile (nella borsa)
Un uovo di vetro trasparente che contiene la riproduzione di un Occamy. Ad un colpo di bacchetta l'uovo si schiude, l'Occamy di pezza spunta di colpo e si auto-gonfia fino a riempire l'intera stanza in cui si trova, raggiungendo un massimo di 20m di altezza e larghezza. Dopo due minuti si sgonfia e torna nel suo uovo, che si chiuderà di scatto fino alla prossima apertura. Ottimo per fare scherzi e creare scompiglio. In Quest blocca gli avversari per un turno.

Bracciale di perline colorate (al polso)
Può sembrare un semplice bracciale, ma se spezzato rilascerà una cascata di perline che faranno cadere chiunque sia vicino a voi.

Amuleto Homunculus (al collo)
Amuleto in grado di proteggere, esaudire i desideri o eventualmente attirare malocchio sui nemici. - in filo di caucciù e metallo, indossabile come collana o bracciale; al centro ha una sfera in vetro che contiene foglie di mandragora, petali violacei e radici essiccate. Richiama la leggenda dell'Homunculus, lo spirito domestico della mandragora che si dice possa offrire protezione, fortuna e desideri.
Prima classe: completa.

Seconda classe: Evanesco - Silencio - Muffliato - Expelliarmus.

Terza classe: Reparo.

 
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view post Posted on 5/1/2023, 16:41
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Camille Donovan



ps: 178 pc: 103 pm: 108 pe: 9

La fatiscente struttura si lascia andare ad un macabro coro di scricchiolii. La porta cigola in maniera inquietante, paragonabile solo a quella di un film Horror. Paradossale, inoltre, come quel luogo lugubre sia attualmente sinonimo di riparo: il freddo non punge più, l’aria gelida non fa più arrossare le guance ed illividire le dita sottili. Una sagoma si avvicina, ci accoglie cordialmente. Dovrebbe essere il nostro accompagnatore, l’appoggio arrivato direttamente dal Ministero come anticipato da Miss White.
«Salve!» ricambio educatamente il saluto, anche un po’ intimidita ammetto. Insomma, non capita tutti giorni di avere a che fare con dei ministeriali, anche se l’altro sembra volerci mettere a nostro agio.
Appena l’uomo mi chiama in appello, con un cenno affermativo del capo confermo la mia identità. Si presenta, dandoci poi le prime dovute dritte, che proseguiranno più dettagliatamente in diversa sede. M’irrigidisco quando sento la parola passaporta.
Odio le passaporte con tutta me stessa.
Non credo sia un segreto per coloro che mi conoscono, anche perché inveisco contro di esse ogni volta che sono costretta ad agguantarne una. Stavolta mi trattengo mordendomi la lingua, la mia espressione però è comunque esplicita. Arriccio il naso, ma non per la puzza del mezzo di trasporto improvvisato: una scatoletta di tonno. Non mi tange più di tanto, non temo di sporcarmi. Un respiro profondo e seguo l’esempio di Mr. Allister, mi chino allungando la mano in direzione del malefico aggeggio.
Chi l’ha inventato doveva avere i vermicoli al posto del cervello.
Uno schiocco, un’imprecazione che stringo forzatamente tra i denti e quella voglia improvvisa di vomitare che attanaglia lo stomaco e che mi accompagna per l’intero – seppur breve – viaggio.

********


«Per tutti i calzoni luridi di Merlino!» sibilo quando il mio corpo capitombola su qualcosa di non ancora identificato. Gli occhi in pochi istanti mettono a fuoco l’ambiente circostante, comprendo con mio disappunto di essere finita sottosopra su un divano: la testa guarda il pavimento, mentre i piedi sono all’insù, poggiati allo schienale come in una posizione anti-shock.
Non credo di essere la persona più aggraziata del mondo nel ricompormi; sento distintamente la stoffa dei pantaloni strusciare contro quella dei cuscini, le gambe scivolano in basso fino a ritrovare la loro naturale posa. Le mani vanno a poggiarsi vicino al fianco, da lì con esse mi aiuto ad ergere il busto. Tutto ciò non aiuta a combattere la nausea, ma almeno non vedere più il mondo capovolto è già un enorme passo avanti. Cerco rapidamente le mie compagne con lo sguardo, assicurandomi che anche loro siano rimaste illese.
Osservandole, presumo che l’unica cosa che è stata danneggiata sia la nostra dignità, ma forse negli anni ci rideremo su scavando nei ricordi. «Sì, non mi manca nessun arto per adesso!» nonostante il disagio, non trattengo un’espressione divertita nel rispondere ad Helena.
Non siamo sole, uno dei presenti – tale Drew – ci offre qualcosa per metterci in forze. In effetti, almeno io, ho lasciato la colazione a metà. È gentile, trasuda simpatia da ogni poro, per questo gli sorrido d’istinto. Le labbra s’incurvano mostrando due fossette sulle guance «Un tè andrà benissimo, grazie infinite!» nonostante mangiare un boccone sia consigliabile – vista anche la lunga giornata che ci attende –, non riuscirei a deglutire altro. Sono ancora scombussolata dall’atterraggio, ma una bevanda calda potrebbe fare al caso mio per adesso.
La mia attenzione si sposta poi sulle parole di Allister, a quanto pare hanno trovato il sistema perfetto per camuffarci tra i partecipanti all’asta: Pozione Polisucco.
Non conosco la ricetta, in compenso la sua fama e la funzione mi sono giunte alle orecchie per vie traverse: ergo, studenti più grandi.
Uno scambio di persona perfettamente architettato. Non nego di trovare la faccenda estremamente eccitante, però recitare la parte di un personaggio ben delineato ha i suoi pro ed i suoi contro; alla prima frase fuori posto o atteggiamento atipico saremmo fregate. Inoltre, come ci hanno fatto notare, persino la pozione ha i suoi limiti, imposti dalla durata dell’effetto e soprattutto dalla quantità a disposizione «Oltre all’eventuale rischio di essere scoperti, c’è qualche invitato in particolare a cui dobbiamo prestare attenzione? O che potrebbe crearci inconvenienti al party?» magari qualche conoscente dei soggetti prescelti da lavoraci a dovere oppure da cui dobbiamo tenerci alla larga, sempre che non fiutino l’inganno in anticipo.

Inventario
Bacchetta (in tasca)

Heart-Attack (in borsa): È una scatolina di cartone a forma di cuore, facile anche da portare in tasca. All'apertura rilascia uno scoppio di coriandoli coloratissimi, a loro volta come cuoricini ritagliati; i coriandoli circonderanno chiunque sia vicino, creatura o umano, oscurando la visuale e bloccando per pochi minuti (un turno ongdr). Un elegante diversivo, utilizzabile una volta in Quest, dopodiché la scatola si ricarica da sé.

Maschera dell'Amor Celato (in borsa): Proveniente direttamente dal Carnevale di Venezia, l’oggetto è in preziosa ceramica. Si presenta come piccolo portachiavi, ad un colpo di bacchetta diventa una maschera più grande da indossare. Colui che la veste cambierà timbro della voce e risulterà completamente irriconoscibile agli occhi altrui, un'illusione lo farà apparire infatti come un enigmatico, perfetto sconosciuto. L'effetto dura dieci minuti (tre turni in Quest). Dopo l'utilizzo, la maschera torna portachiavi per un tempo di ricarica di un giorno.

Matita Lestorimedio (in borsa): Matita in legno di salice, decorata da una semplice scritta dorata che richiama il logo della Gazzetta del Profeta. All’estremità è dotata di una gomma molto delicata: se strofinata sulla pelle umana, può rimarginare – come cancellando – leggere ferite, ad es. piccoli tagli e scottature non estese (dito bruciato), abrasioni come sbucciature. Valida una volta in Quest / Eventi.

Candela Nutcracker (in borsa): L'intreccio profumato di ghirlanda natalizia, cespuglio farfallino, rametti di pino e di vischio; la nota arcigna del pungitopo, quella addolcita delle bacche rosse e l'essenza delle noci. Aroma fresco, dolce: evoca cinque soldatini-schiaccianoci, che risponderanno ai propri ordini (in Quest/Eventi due turni).

Collana "Scaglie di Ashwinder" (al collo): Creature notevolmente resistenti al fuoco, gli Ashwinder sono serpenti che nascono da fiamme magiche quando vengono lasciate bruciare senza sorveglianza. Sono creature poco offensive e pericolose, ma da non sottovalutare. Indossando questa collana, si amplifica la forza degli incantesimi di fuoco.
Arsenale Magico
Prima Casse (Completa)

Seconda Classe (Completa, incluso Orcolevitas/Monstrum)

Terza Classe: Reparo, Curo Venenum

Hufflepuff Prefect | 15 y.o

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view post Posted on 9/1/2023, 12:39
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Vivienne Pierce



ps: 169 pc: 88 pm: 123 pe: 10.5

Vivienne entrò nella Stamberga un po’ dubbiosa, quegli scricchiolii non erano proprio incoraggianti. Invece appena entrata sentì un tepore che cozzava con l’aspetto sinistro di quella casa infestata. Per un attimo si spaventò nel vedere un’altra figura davanti a loro, ma le bastarono pochi secondi per metterlo a fuoco e si tranquillizzò quando il giovane uomo che si ritrovò davanti si presentò come loro accompagnatore per la missione. Vivienne non aveva in generale problemi a fidarsi delle persone, ma le risultò particolarmente semplice farlo con quell’uomo dai modi eleganti ed educati. E conosceva anche i loro cognomi! Viv arrossì, non era abituata ad avere a che fare con uomini così affascinanti, e quel tipo fascino su di lei funzionava al cento per cento. Fortunatamente ben presto ebbe altre cose più importanti a cui pensare, tipo la passaporta che stava per partire. Non si poteva definire uno dei suoi metodi di trasporto magici preferito, ma Viv trovava sempre molto divertente il fatto che le passaporte fossero sempre oggetti il più più possibile banali. In realtà, poco dopo aver scoperto la loro esistenza, c’è stato un periodo in cui esitava nel toccare qualsiasi oggetto, terrorizzata dall’idea di trovarsi trasportata chissà dove senza rendersi conto. Allungò il dito e toccò la scatoletta proprio alcuni secondi prima che partisse.

Aveva più o meno imparato a tenere a bada la nausea che si presentava dopo ogni viaggio, ma aveva ancora qualche problema con l’atterraggio. Non sentì dolori, quindi immaginò di essere atterrata su qualcosa di morbido, ma impiegò comunque qualche secondo a mettere a fuoco l’ambiente circostante e la sua posizione. Alcuni istanti in più e si accorse che non era stata l’unica ad aver avuto un atterraggio un po’ turbolento. Normalmente avrebbe riso per le loro buffe posizioni, ma non aveva dimenticato che c’era Armie Allister a fissarle. « Ehm tutto bene, sì. » Rispose ad Helena, mentre, con tutta la nochalance di cui era capace, cercava di assumere una posizione più dignitosa. Si accorse che nella nuova stanza c'erano altre persone; una, dall’aria amichevole, offrì loro qualcosa da bere. « Ah giusto! Io non ho fatto colazione! » Era più un commento per se stessa, ma le scappò ad alta voce. Si pentì di aver parlato, non voleva abusare troppo dell’ospitalità di quelle persone. « Un succo di zucca anche per me. » Si limitò ad aggiungere, in risposta al suo invito.

Viv si concentrò sulle parole di Armie e alzò il sopracciglio perplessa. Prendere il posto? Assumere le sembianze? Avevano già parlato con miss White del fatto che quattro adolescenti ad un’asta non erano molto credibili, e quindi la bionda aveva già immaginato che sarebbero state in qualche modo travestite, ma assumere l’identità di persone veramente esistenti, con i loro caratteri, le loro storie e i loro segreti? Era senza dubbio un compito molto complesso ma, dopotutto, era stata scelta per quella missione, quindi qualcuno l’aveva ritenuta in grado di portarla a termine. Si concentrò sulle cose positive: aveva un obiettivo da seguire, un punto di arrivo, e per arrivarci doveva dimenticarsi di se stessa (insieme al carico di problemi che si portava dietro) e fingere di essere qualcun altro. Da questo punto di vita, lasciare da una parte Vivienne Pierce e diventare un’altra persona era tutto quello che desiderava da un po’ di tempo. Il pensiero rincuorò Viv, se veramente fosse riuscita ad “entrare nel personaggio”, forse per un po’ si sarebbe sentita felice come lo era stata un tempo. Continuò ad ascoltare in silenzio e così apprese della festa alla quale avrebbe dovuto partecipare, che sicuro avrebbe reso la missione più complessa. Tanto la difficoltà in ogni caso si annidava sull'entrare nel personaggio, se fosse riuscita in quello poi avrebbe potuto interpretarlo per una vita intera. Invece i problemi legati alla Pozione Polisucco non erano aggirabili in nessun modo. « In che senso “rimanere a secco?” Quanta pozione dobbiamo prendere? » Aveva incontrato il nome della Pozione Polisucco solo nei libri ma, da quello che era riuscita ad intendere, era quella che avrebbe permesso loro di assumere le sembianze di queste altre persone; però non aveva idea di quanta ne servise e come funzionasse. A quel punto rimase all'ascolto, in attesa che i due uomini sciogliessero i loro dubbi e dessero loro le prossime istruzioni.
Inventario
Becchetta (in tasca)

Pochette La pochette possiede una chiusura in ottone decorato a sbalzo e una piccola tracolla di stoffa o catenina d'ottone. All'interno è stato praticato un incantesimo di Estensione Irriconoscibile. Disponibile in varie fantasie. Misure: 30-35 cm c.a. di larghezza, 20 cm c.a. di altezza. Southampton, 1912 d.C. Copia. [Possibilità di contenere fino a 4 oggetti di medie dimensioni]

Carillon “Canto della Manticora” Nota per essere una pericolosissima creatura greca con la testa d'uomo, il corpo di leone e la coda di scorpione, si ritiene che essa canticchi dolcemente mentre divora la sua preda. Questo speciale carillon, se attivato, crea una barriera che funge come un'onda d’urto contro tutti gli incantesimi offensivi (tranne i proibiti) per un solo turno. Usabile 1 volta per Quest. (Nella pochette)

Sale Evanescente Boccette di sale colorato; lanciato, si espande come una nube che fa sparire immediatamente nel vuoto tutti gli oggetti non incantati di piccole e medie dimensioni, nell'arco di cinque metri. Dopo un'ora, gli oggetti ricompariranno. Non funziona su porte né su esseri viventi. Un utilizzo. (Nella pochette)

Detonatori Abbindolanti Sono piccoli oggetti dotati di zampette ondeggianti e di un corpo costituito da un bulboso clacson che, se lasciati cadere a terra, scappano via velocemente facendo un rumore assordante, seguito da una notevole fuoriuscita di fumo. Ottimo diversivo in caso di fuga. Distraggono l'avversario per 1 turno. (Nella pochette)

Nanosticca La nanosticca ti farà diventare alto poco più di 30 cm. (Non modifica la forza fisica/magica del pg, diminuisce solo le proporzioni del corpo. Dura un solo turno) (Nella pochette)

Catena della notte Collana viola scuro che rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, durante la notte si nota molto nell'oscurità. (al collo)

Bracciale "Snasi Fratelli" Gli snasi sono creature rinomatamente attratte da tutto ciò che luccica. Questo bracciale è stato creato seguendo i riti degli antichi maghi che traevano la forza e l’essenza delle creature sfruttando le loro ossa e membra per creare elaborati artefatti. La particolarità che lo caratterizza è che il bracciale è montato unendo tutti i più piccoli ossicini di due snasi fratelli, indossandolo si aumenta la propria audacia e fortuna. (al polso)

Bustino di Morgana Rigido e resistente agli urti, impreziosito da fili d'oro e crine di Unicorno che lo rendono elegante. Favorisce la concentrazione e protegge dai veleni. (Indossato)

Arsenale Magico
Prima Classe (Completa)
Seconda Classe (Completa)


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view post Posted on 11/1/2023, 22:31
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Phoebe Halliwell



ps: 206 pc: 135 pm: 160 pe: 17

Il cupo cigolio segnalò in maniera inconfutabile la decisione delle quattro giovani attiviste del Crepa di fare il proprio ingresso nella costruzione fatiscente che avevano appena trovato di fronte a loro. L'interno della Stamberga Strillante si presentò proprio come ci si sarebbe aspettato da quel luogo piuttosto angusto. L'atmosfera non era certo delle migliori, eppure questa pareva fornire senza dubbio riparo dal freddo clima invernale che s'abbatteva all'esterno.
La Halliwell non ebbe modo - e tempo - di rimuginare di più, su questo particolare aspetto, che si stagliò proprik davanti ai suoi stessi occhi color nocciola la figura di un uomo. Un uomo piuttosto piacente che aveva l'aria di essere un tipo alquanto preciso e puntiglioso. Armie Allister. Ministeriale. La veloce opinione che si fece la Bronzo-Blù su quest'ultimo la portò a credere di avere a che fare con un uomo che non era solito lasciare le cose al caso.
Sì, Armie Allister non poteva che rivelarsi come un individuo che studiava ogni dettaglio e pianificava qualunque cosa - anche quella più piccola ed insignificante. Era questa, giusta o sbagliata che fosse, l'immagine mentale che si era creata la Halliwell sul Ministeriale. La precisione con la quale Armie Allister annunciò in seguito quanti secondi mancavano ebbe l'effetto di confermare questa sua prima impressione. O forse... Forse era d'obbligo considerare il fatto che una passaporta si attivasse ad un orario prestabilito? Come quella che avrebbero utilizzato da lì a pochi minuti per spostarsi?
No. Non era da escludere, eppure... Eppure il modo di fare del Ministeriale lasciava intendere che lui fosse esattamente come la Halliwell aveva immaginato poco prima.
Dovevano prendere una passaporta. Una leggera smorfia di disgusto si aprì sul volto dell'Adepta di Priscilla, non appena fu chiaro che ciò che avrebbe permesso loro di recarsi fino alla nuova meta sarebbe stata una... lurida scatola di tonno. Sì. Una lurida scatola di tonno, che schifo! Imitando i movimenti dell'uomo, si avvicinò, si mise in ginocchio accanto all'oggetto e allungò subito dopo la mano su di esso. Se la Passaporta era rappresentata da qualcosa di non proprio gradevole, sperava almeno di raggiungere il nuovo luogo senza complicazioni. Ricordava esattamente cosa era accaduto la prima e ultima volta che aveva provato la Smaterializzazione. Era stato in occasione dell'altra Missione Crepa - quella che l'aveva condotta fino al quartiere di Harshstone. Ormai era passato parecchio tempo da allora. In ogni caso, quello che accadde quel giorno era ancora vivido nella sua mente. Poco più che dodicenne, si era ritrovata a portare a termine quella missione insieme all'Auror Aiden Weiss e al Ministeriale dai lineamenti asiatici Issho Fuji-Tora. Non potendo smaterializzarsi da sola, si era smaterializzata insieme all'Auror dai capelli rossi. O per meglio dire: sfruttando la capacità di quest'ultimo era stata messa in atto una Smaterializzazione Congiunta. Ora, era chiaro che una Smaterializzazione fosse qualcosa di ben diverso, sotto più o meno ogni punto di vista, dalla Passaporta. La sola cosa che le accomunava era il fatto di essere usate come mezzi di trasporto. Per il resto, non avevano nulla in comune. Allora, perché nella mente della Seguace di Priscilla era nata tale associazione? A cosa era dovuta?
Quando si era smaterializzata assieme al Cacciatore di Maghi e Streghe Oscuri, non era finita benissimo. Non era dunque finita nei migliori dei modi. Il ritrovarsi in un vicolo stretto su una vecchia poltrona dismessa tra i bidoni dell'immondizia ne era stato un chiaro segno. Di certo, non voleva che ricapitasse qualcosa del genere, non voleva che la Passaporta - come era stato in realtà con la Smaterializzazione - portasse ad uno spostamento non esattamente piacevole. Sospirò. Non le restava che credere che sarebbe stata un'altra cosa. Confidava in questo.

3... 2... 1... Venne strappata dalla Stamberga Strillante. Qualche attimo dopo si ritrovò avvolta da qualcosa di soffice, prossima quasi a sprofondarvi in mezzo. Erano forse cuscini? Per una frazione di secondo non seppe dare alcuna spiegazione a tutto questo. Brontolò. Si, erano cuscini. Sollevò la testa da quello che aveva premuto sulla faccia. Dopodiché spostò le braccia in modo da aiutarsi ad alzare il busto. Che diavolo...? Il movimento successivo delle gambe le consentì di mettersi ben seduta sul divano sopra il quale era finita. Si guardò attorno, neanche le sue compagne di disavventura avevano avuto un atterraggio piacevole. Promemoria. Meglio evitare di usare le Passaporte. Sentenziò in maniera divertita mentre provvedeva ad aggiustarsi. Per quanto la prospettiva di un atterraggio non proprio gradevole l'avesse indotta a sperare in uno spostamento semplice e non problematico, Phoebe non aveva potuto fare a meno di sentirsi comunque divertita. Ehm, sì... tutto bene. Grazie, Helena. Era senza alcun dubbio imbarazzata, ma il solo pensiero di essersi trovata spiaggiata sopra quel divano, tra enormi cuscini, l'aveva divertita. Si guardò attorno per poi rivolgere l'attenzione sull'altro uomo presente in quell'appartamento. Oh, direi... del tè, la ringrazio. Fu la sua scelta. Non sarebbe mai riuscita a rinunciare ad una buona tazza di tè fumante. Ascoltò in seguito il racconto fornito da Armie Allister e dal secondo uomo che, a quanto pareva, si chiamava Drew. Sembrava tutto molto semplice... in teoria. Nella pratica, la questione aveva tutt'altra connotazione. In chi avrebbero dovuto trasformarsi? In persone realmente esistenti? In quali? Come possiamo interpretare persone reali? Le loro caratteristiche principali? I loro modi di agire e pensare? C'è qualcosa che dobbiamo sapere a riguardo? Prese ad esternare i quesiti che le balenarono come un fulmine in mente. Quanto dovrebbe durare la Pozione Polisucco?

Inventario
Bacchetta (in tasca)

Bracciocchio (polso sx)
Bracciale "Snasi Fratelli" (polso sx)
Collana "Scaglie di Ashwinder"(al collo)
Anello "Tentacolo di Graphorn" (all'anulare sx)
Diadema di Veela

In borsa:

Fiala di Intruglio Confondente(x1)
Fiala di Pozione Mors Aparentis(x1)
Fiala di Pozione Rinvigorente(x1)

Nanosticca(x1)
Aerosticca(x1)
Polvere Buiopesto Peruviana(x1)
Sacchetto di Cioccoli Noccioli
Sacchetto di Piperille


Arsenale Magico
Prima Casse (Completa)

Seconda Classe (Completa, escluso Orcolevitas/Monstrum)

Terza Classe: (Completa, esclusi di Proibiti) + Commuto, Floriscus, Folium, Semen

Quarta Classe: Vegetatio

Ravenclaw Prefect | 17 y.o

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Proroga concessa dal Master
 
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view post Posted on 22/1/2023, 17:25
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Il Fato

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Coventry, Gran Bretagna


MZhpi8k
UTcflgE
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Una sfilata di leccornie volteggia nel salotto, prima di atterrare dolcemente sul tavolino che separa poltrone e divani. Un tripudio di crostate, biscotti, succo di zucca, tazze con il tè, bricchi di latte caldo e ciotole ricolme di zollette fanno adesso sfoggio davanti al gruppetto radunato per discutere i dettagli della missione. L’aspetto è così invitante che, pur non raggiungendo la maestosità dei banchetti di Hogwarts, lascia ben sperare che ogni assaggio sia promettente quanto lo è per l’immaginazione.
«Non fate complimenti» interviene con prontezza Drew, servendosi una bella fetta di crostata alle more e una tazza fumante di tè con non una ma ben tre zollette di zucchero e un goccio di latte. «La cucina qui è sensazionale» dice con voce impastata di pasta frolla e confettura.
Armie Allister gli rivolge un’occhiata divertita, consapevole della diversità che li contraddistingue, e si allunga con eleganza verso una porcellana senza addolcirne il contenuto. Lascia il tempo alle studentesse di rifocillarsi con disinvoltura, consapevole di averle strappate a una domenica mattina di meritato relax, e gusta qualche sorso di tè con calma serafica.
«Interpreterete quattro giovani membri dell’alta borghesia britannica. Abbiamo ritenuto più saggio farvi incarnare ragazzi con un’età più vicina alla vostra per rendere meno difficile l’identificazione. Io, Drew e Rebecca — si fa avanti dallo sfondo del salotto una bellissima donna sulla trentina con lunghi capelli castani e incantevoli occhi nocciola — ci occuperemo di impersonare i membri più anziani».
Mr Allister parla con placidità studiata. Il suo desiderio è non allarmare le studentesse, conscio della complessità della missione che li aspetta. Del resto, a cosa servirebbe indugiare nel timore? È certo che le fanciulle sentano già il gravoso compito di recuperare il carillon di Hespera e che non vivano con leggerezza l’idea di infiltrarsi, prima, a un party privato e, dopo, a un’asta. Caricarle dei pensieri degli adulti è una crudeltà che si sente di risparmiare loro.
«Ciascuna di voi avrà un file — Rebecca muove la bacchetta e quattro plichi compaiono ordinatamente, ciascuno davanti a una delle ragazze — da studiare nelle prossime ore. Dopodiché, faremo qualche prova per capire il livello di comprensione del personaggio che avete raggiunto. Dentro non troverete soltanto documenti, ma anche immagini e ricordi per rendere più semplice l’immedesimazione. Mi raccomando: ogni dettaglio è importante. Ovviamente, non tutto è contenuto nel file, quindi potete aggiungere qualcosa che ritenere in linea con il personaggio in base a quello che avete compreso, pur rimanendo fedeli alla sua indole».
Sembra che Armie Allister stia parlando per contraddizioni e se ne rende presto conto, ascoltando l’eco delle frasi che sono appena uscite dalla sua bocca. Per questa ragione, ha cura di aggiungere: «Del mio personaggio, ad esempio, so che è un signorotto purosangue che crede fermamente nell’esigenza di mettere in mostra la propria ricchezza e la superiorità della propria famiglia. Pur avendo molti dati a sua disposizione, non so certo come si comporterebbe se un cameriere gli rovesciasse casualmente addosso un bicchiere di champagne. Posso però presumere che lo picchierebbe con il bastone da passeggio che porta sempre con sé e che contiene la sua bacchetta. Non so se mi sono spiegato».
A questo punto, lo sguardo di Armie si allontana dal gruppo di studentesse, seguito a ruota da quello di Drew. Sembra che alcune incombenze richiedano la loro attenzione.
«Bene, ragazze. Vi lasciamo continuare con il rinfresco e studiare i file. Rebecca sarà qui ad aiutarvi con il Pensatoio per vedere alcuni ricordi che siamo riusciti a estrapolare e che vi mostreranno come si comporta nella realtà la persona che vi è stata assegnata da interpretare. Potete esercitarvi tra di voi. Io e Drew torneremo tra qualche ora per vedere come state andando. Dopodiché, si entra in scena».
Un attimo più tardi, i due ripongono le porcellane sul tavolo e lasciano il soggiorno, salendo le scale che portano al piano di sopra. I file osservano Phoebe, Camille, Helena e Vivienne con insistenza. Le domande sulla Polisucco rimangono senza risposta.

Uno scalpiccio di passi, la voce nota di Drew e, poco dopo, la figura affascinante di Armie Allister le raggiungono in salotto. Sono trascorse non meno di due ore da quando sono rimaste sole con fogli e ricordi —e l’immancabile assistenza di Rebecca, pronta ad aiutarle nella fredda e sconvolgente immersione nel Pensatoio. Lì hanno scoperto cosa significhi assistere dal di dentro ad accadimenti passati e osservare da vicino ciò che la mente registra e conserva nella memoria. È normale sentirsi un po’ degli intrusi e, allo stesso tempo, rimanere ammaliati dal meccanismo che muove quell’incredibile strumento magico?
Così, hanno potuto conoscere meglio Maeko, Joey, Myron e Rick in ambienti e contesti lontani dal loro modo di vivere. Li hanno visti camminare, muoversi, parlare, riprodurre espressioni facciali, adirarsi, nascondere emozioni. Non tutte hanno avuto la stessa quantità di materiale.
Camille è stata la meno fortunata, perché Maeko è una creatura sfuggente, difficile da rintracciare e complessa da catturare. Phoebe ha ottenuto un’enorme quantità di materiale sull’arrogante Rick, conosciuto per le sue tendenze narcisistiche accompagnate da un malsano desiderio di essere venerato finanche a distruggere chiunque si avvicini a lui. Vivienne è riuscita a trovare in Joey Chapman il più brillante degli anelli della corona, non fosse per i suoi scoppi d’ira incontrollati ogni qualvolta non riesce ad accaparrarsi l’oggetto dei suoi desideri. E, infine, Helena ha ottenuto poco di più di Camille sul giovane rampollo di casa Pancras, cultore del bello e dell’antico, gentile e garbato con un portafoglio privo di lacci e, per questo, malvisto dall’aristocrazia britannica —un parvenu, ecco come lo consideravano.
«Come sta andando?» chiede Drew con un sorriso. «Siete pronte?»
Si riferisce alla prova ufficiale che ciascuna di loro dovrà fare per dimostrare quanta padronanza ha del soggetto assegnato. Mr Allister siede su una sedia a ridosso di un tavolino, mentre Drew si accomoda con una coscia poggiata contro lo schienale del sofà.
«Con tranquillità, iniziate quando volete» fa Mr Allister.
Chi sarebbe stata la prima a immolarsi?

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MAEKO HASEGAWA
Sfuggente, introversa, sospettosa. Non è incline ai rapporti sociali né ai rapporti umani in generale. Preferisce la solitudine e conduce una vita molto ritirata. Non ama avere bisogno degli altri e tende a tenere per sé i propri affari. Le sue relazioni si contano sulle dita di una mano, ma i contatti rimangono radi. Una delle poche amiche che si senta di chiamare tale è Joey Chapman.
Non è una persona che ama l'opulenza, ma non disdegna gli oggetti di valore. Ne possiede alcuni, presi alle aste che sono il suo debole. Ama, infatti, vincere e la sfida all'ultima offerta la entusiasma.
Il suo essere schiva porta spesso gli altri a credere che guardi dall'alto in basso le persone. Raramente parla con qualcuno di sua sponte e, quando sono gli altri a rivolgerle la parola, usa frasi brevi e taglienti —molto incisive— che mettono spesso l'interlocutore in difficoltà.
Veste sempre di nero. Non indossa mai gonne.

Ricordo
Maeko è in una minuscola libreria di Londra, dove vendono prime edizioni di libri spesso introvabili. Ha tra le mani una copia dalla copertina consunta, il cui titolo risulta illeggibile. Le dita lunghe e affusolate sfogliano le pagine con cura per non rovinarne la carta. Il proprietario della libreria si avvicina a lei per elogiare le caratteristiche del libro. Lei lo fulmina con lo sguardo.
«Non c'è bisogno di rendersi ridicolo in un luogo di così grande valore. Lo prendo».
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RICK KERSCHBAUMER
Narcisista, arrivista, incapace di provare empatia per gli altri. Ha bisogno di essere il centro dell'attenzione e di riceverne continuamente, anche a costo di ferire chi finisce per provare qualcosa per lui. Si lascia alle spalle una scia di accoliti adoranti —amici o amanti— per i quali prova un trasporto solo nella misura in cui vuole tenerli legati a sé.
Gli piace apparire, dunque è sempre ben vestito, di solito con abiti sartoriali. Frequenta in pubblico soltanto compagnie scelte, che non lo facciano "sfigurare", perché la vanità gli impedisce di prediligere la qualità sull'apparenza.
Ha moltissime conoscenze, nessuna vera amicizia, eppure è circondato da persone che gli sono dedite e che farebbero qualsiasi cosa per lui, sebbene provino una sorta di rapporto di amore e odio nei suoi confronti.
È incapace di resistere agli oggetti di valore. Partecipa alle aste per combattere la noia e compie acquisti per riempire il vuoto che sente dentro e del quale non si spiega la natura.
Per certi versi, sa essere spietato con chiunque si metta sul suo cammino e gli impedisca di raggiungere i suoi obiettivi.
In società, è amabile con tutti e non c'è esponente dell'alta borghesia che non lo conosca, anche solo di nome. Tutti lo trovano un bel ragazzo con modi garbati e altamente promettente. Il suo fascino ammaliante riesce, infatti, ad avere presa anche sugli sconosciuti.

Ricordo
La figura di un uomo vestito dabbene, con un alto cappello a cilindro e un frac della miglior fattura, cattura la sua attenzione, spingendolo ad affrettare il passo. Una meravigliosa carrozza trainata da Abraxas si allontana, lasciando lo sconosciuto a ridosso di una villa dalla quale provengono le note di un pianoforte e il vociare sommesso di un'adunata festante.
«Buonasera, Sir Waldergrave» saluta con tono formale, puntellato da un tocco di reverenza.
Quello si volta nella sua direzione e lo osserva con curiosità, tentando di riconoscerlo. Rick accenna un inchino in segno di rispetto e gli porge la mano.
«Sono Rick Kerschbauerm. Al vostro servizio!»
Un attimo dopo, Waldergrave sta stringendo la sua mano con vigore. «Oh, il giovane Kerschbauerm! Ho sentito molto parlare di voi. È un piacere conoscervi, figliolo!»
«L'onore è tutto mio, ve lo assicuro. Era tale il desiderio di conoscere l'esimio sir Waldergrave che perdonerete la mia insolenza di presentarmi in questo modo, cogliendovi di sorpresa non appena disceso dalla carrozza».
Le sue parole corronono come miele, vezzeggiando le orecchie del vecchio. Quello è stato l'inizio dei giochi. Una presentazione che gli ha fruttato parecchi galeoni, amicizie di alto rango e una posizione migliore in società.

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MYRON PANCRAS
Naturalmente gentile, esteta, ricco. È schiavo della bellezza in ogni sua forma. Ne rimane incantato come sotto l'effetto dell'Amortentia e l'immediata reazione è il bisogno di possederla. Che si tratti di una bella donna, di un oggetto di valore o di una situazione che rispecchia il culto dell'estetica, Myron passa all'azione ora con un inarrestabile corteggiamento, ora con l'apertura del portafoglio, ora con la sua immancabile partecipazione.
Ha una nomea discutibile nell'aristocrazia britannica, giacché viene visto come un parvenu. Nell'alta borghesia, invece, c'è qualche invidia e qualche dissapore circa il fatto che le sue smisurate possibilità economiche gli permettano di spadroneggiare alle aste.

Ricordo
Un banale giorno di sole può trasformarsi in un'incredibile opportunità, se giunge in un momento propizio. Quando il maggiordomo entra nello studio, annunciandogli che è stata indetta un'asta a Coventry, Myron converte la noia che lo ha assalito per tutta la mattinata in compiacimento. Riesce già ad immaginare l'ennesima vittoria e gli sguardi di disapprovazione dei membri dell'alta borghesia su di sé, dati dalla consapevolezza di essere rimasti indietro mentre lui prosegue con la sua scalata verso la vetta.
«Sei sempre molto prezioso, Peter. Ti ringrazio» risponde, rivolgendosi al maggiordomo. «Sappiamo qualche dettaglio in più?»
«Le mie fonti dicono che varrebbe la pena concentrarsi su un carillon molto antico e altrettanto prezioso, messo all'asta dalla famiglia Achard» confida con aria cospiratrice il servitore.
Un sorriso si apre sul bel volto del ragazzo. «Bene, Peter. Allora, il carillon sarà il prossimo oggetto della collezione» fa Myron con attitudine pensierosa. Poi, rivolge uno sguardo brillante che custodisce tacite promesse al maggiordomo. «Puoi andare adesso».
La porta si chiude. Myron si lascia andare ad un sospiro soddisfatto ad occhi chiusi e a un gemito, come di chi sia pronto ad accogliere un piacere carnale.
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JOEY CHAPMAN
Allegra, solare, divertente. Joey è l'emblema dell'energia e dell'espressione artistica. È, infatti, una curatrice d'arte e si assicura sempre che le mostre da lei gestite abbiano quel non so che in grado di distinguerle dalle altre. Per questo, ama aggiungere pezzi di antiquariato o moderni che mettano in luce le opere attraverso contrasti e richiami.
Il suo difetto principale sono gli scoppi d'ira, che proprio non riesce a controllare. Emergono, di solito, quando non riesce a ottenere quello che vuole. La ragione è probabilmente collegabile all'essere cresciuta in un ambiente privo di affetto, dove le uniche attenzioni ricevute erano quelle materiali. Ha, quindi, sviluppato un attaccamento alle cose che si è trasformato in prepotenza.
Ha molte conoscenze e altrettante amicizie, ma non sempre queste diventano gestibili nel lungo periodo proprio a causa del carattere imprevedibile di Joey.

Ricordo
«MALEDIZIONE!» L'urlo attraversa le fondamenta dell'edificio, scuotendo le pareti che sorreggono i quadri e terrorizzando la ragazza che guarda il viso paonazzo e gli occhi furenti di Joey. «NON POSSO TOLLERARLO!»
Tiene i pugni stretti tirati indietro rispetto ai fianchi e il busto piegato in avanti. È palesemente fuori di sé.
«Joey, può succedere che-» dice la collega in un tentativo di placare l’ira. dell’altra, ma viene presto interrotta.
«No, non può succedere. Quel quadro è mio. Ho pagato per averlo. Non m'importa del rimborso. Doveva essere qui stasera per la mostra e LO VOGLIO QUI».
Nel parlare, raggiunge decibel che nessun essere umano avrebbe creduto possibile uscissero da una creaturina dall'aspetto tanto dolce. Invece, sembra che il color fiamma dei suoi capelli rappresenti un monito a chiunque pensi di lei che non sia in grado combattere le sue battaglie. «Non ci può ripensare all'ultimo momento. Non è professionale. QUEL QUADRO MI APPARTIENE.»
Si riferisce alla decisione improvvisa dell'artista di non consegnare il dipinto per la mostra, nonostante gli accordi presi e le conseguenze legali che ne sarebbero derivate. Joey non riesce a tollerarlo, nonostante si tratti di un quadro marginale che può sostituire con un altro di quelli presenti nel magazzino della galleria. Nonostante riceverà un risarcimento, oltre al rimborso.
La collega rinuncia a calmarla. È palesemente una causa persa.
Joey, infatti, continua a strillare e a tirare oggetti per un'altra ora consecutiva.

In questa fase, vi sono richieste ben 2 sfide:
1) descrivere come vi esercitate a prendere familiarità con il personaggio anche tramite esercitazioni tra di voi o in solitaria, descrivendo altresì l'esperienza del Pensatoio con ciascuno dei ricordi messi a vostra disposizione;
2) descrivere il tentativo di interpretare al meglio delle vostre capacità il modo in cui impersonate il soggetto affidatovi davanti ad Armie, Drew e Rebecca.

Per quanto riguarda il secondo punto, dovete essere molto convincenti. Se non riuscite nel tentativo, vi sarà richiesto di provare ancora. Quindi, non sottovalutate il modo in cui decidete di muovervi e il tipo di situazione in cui immaginate di muovervi. Potete immaginare un contesto in cui il vostro personaggio si trova ad agire, chiedendo alle vostre compagne di aiutarvi nella simulazione. L'importante è che siate credibili e che non lesinate in dettagli.

Phoebe
Proroghe: 2/3
Assenze: 3/3

Camille
Proroghe: 3/3
Assenze: 3/3

Helena
Proroghe: 3/3
Assenze: 3/3

Vivienne
Proroghe: 3/3
Assenze: 3/3

Proroghe di gruppo: 5/5

Nel caso di ritardi, vi chiedo di comunicarmeli anzitempo via MP.

Per qualsiasi necessità e/o chiarimento, rimango a vostra disposizione.

Scadenza: 28 Gennaio

 
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view post Posted on 28/1/2023, 17:17
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Camille Donovan



ps: 178 pc: 103 pm: 108 pe: 9

Una serie di cibi e bevande si palesa a noi, rivolgo a Drew un cenno di ringraziamento per questa piccola coccola che ci riserva. Mi servo del tè, aggiungendoci un po’ di latte e girando il tutto con un cucchiaino. L’ultimo capriccio che mi concedo è quello di agguantare un biscotto, mangiucchiandolo mentre ascolto attentamente le parole di Allister.
Al gruppo si aggiunge una giovane donna, con un colpo di bacchetta davanti a noi pone quattro fascicoli, ognuno dei quali contiene le informazioni riguardanti i partecipanti che andremo a sostituire all’asta.
Maeko Hasegawa
La giovane rampolla, una ragazza dai tratti orientali, è il mio esatto opposto: di poche parole e quelle poche che spiccica fanno fuggire il prossimo.
Ottimo, andrebbe decisamente d’accordo con Shaw, mi ritrovo a pensare d’istinto. Pongo di fianco a me la fialetta di vetro, le dita poi scorrono lente sulla ruvida pergamena. La sfogliano cercando di assorbire ogni parola, ogni sfumatura della sua personalità – almeno le stille contante di essa che mostra in pubblico –. Temo, per un istante, di non riuscire. Ho paura di non resistere, di far uscire la vera me in situazioni critiche durante la serata. Scaccio la negatività come una mosca, la soffio via dalla mia mente.
Ce la farò.
Ce la faremo.
Attendo paziente il mio turno con il Pensatoio, seguo minuziosamente le istruzioni di Rebecca per utilizzarlo. Vi viene completamente versata la sostanza contenuta nella fiala: un ricordo.
Galleggia placido nella vasca in fredda pietra, ignorando bellamente la sua imminente violazione. Io, d’altro canto, non mostrerò segno di pentimento nel compiere tale azione. I polpastrelli curiosi sfiorano il liquido argenteo, meraviglioso ed infido. Mi sento immediatamente come se precipitassi nel vuoto, mi manca il respiro. Mi ritrovo improvvisamente catapultata in una vita che non è la mia, non posso controllarla. È una sensazione nuova, strana, mi genera un certo disagio all’inizio. Sono uno spettatore invisibile, un maledetto intruso che non ha il diritto di origliare la conversazione che sta per svolgersi: ma lo faccio.
Siamo in una libreria.
Sì, siamo.
Forse, alla fine, qualcosa in comune io e Maeko l’abbiamo. Percepisco la delicatezza con cui maneggia l’antico volume. Non so se apprezza la lettura come me, se fugge dalla realtà rifugiandosi nelle storie abilmente narrate da fantasiosi autori. Se così fosse ne comprenderei facilmente il piacere di sfiorare quella costina. Il brivido che dona il profumo delle pagine ingiallite, dolce e pungente, il godersi una ad una le lettere che compongono il titolo. Le somiglianze tra noi però finiscono lì, ne osservo le movenze, la mimica facciale, come si pone soprattutto. Gli occhi e la bocca servono solo puro veleno su un vassoio d’argento all’uomo che le parla gentilmente, un succo acido a base di bile che lo ammutolisce di colpo.
È come ricevere un pugno nello stomaco, il cuore si stringe in una morsa vedendo quella scena.
Non posso reagire, sono un fantasma sbiadito ed intangibile per loro. Ma anche se lo volessi e potessi intervenire, il Pensatoio gioca d’anticipo e mi trascina lontano dalle due figure, uno strattone violento, sento il corpo sbalzato via.
Sono di nuovo nel salotto, respiro sonoramente, i polmoni bramosi d'aria come se fossero stati costretti in apnea per ore.
«Un vermicolo sarebbe più gestibile, ci scommetto tutto ciò che possiedo nella camera blindata!» commento di getto appena mi riprendo. Non sarà semplice, ma m’impegnerò perché lo diventi. Dovrò essere naturale, disinvolta e per questo ho bisogno di qualche prova per immedesimarmi. Comincio ad esercitarmi da sola, mentre attendo che anche le altre prendano familiarità. Per prima cosa ne desidero imitare le espressioni, il portamento. Fisso uno dei cuscini sul divano, tento di squadrarlo da “campo a piedi” con un’aria giudicante in volto. Non ho uno specchio a portata di mano, quindi mi regolo a sentimento, con la tenzione della pelle che tira sugli zigomi. Il labbro superiore si arriccia leggermente, come ho visto fare tante volte al mio collega Draven in ambito sociale: quando schifa palesemente la presenza umana.
Magari dovrei addolcirla di poco, renderla più femminile e “aggraziata”. Le guance ora sono un pelino più morbide, ogni lineamento emana disgusto con più aristocrazia. Ma cosa potrà mai aver fatto di male quell’ammasso di stoffa ed imbottitura, a parte esistere? Il drink rovesciato nominato da Allister durante la dettagliata spiegazione mi dà il primo spunto, un punto di partenza su cui lavorare. Il cameriere vuole porre ammenda, vuole farsi perdonare in ogni modo. Ed io, imperterrita, lo guardo con l’espressione che ho provato fino ad adesso finché non decido di sbarazzarmi di lui.
«Come hai osat-» la cattiveria che uso mi rendo conto essere eccessiva, persino per Meako. Inoltre la frase mi muore in gola, questa non sono io e sono persino tentata di scusarmi. Devo trovare un equilibrio, dismettere momentaneamente i miei panni ingoiando il rospo.
«Smetti di renderti stup-!» mi blocco di nuovo, faccio un respiro profondo. Calma la voce, il veleno non necessita di eccessivo volume per colpire al cuore l’obiettivo, m’impongo.
Con questo mantra, provo e riprovo finché non becco l’intonazione giusta, il cipiglio giusto. La perseveranza, forse, ha dato i suoi frutti.
Solo allora mi avvicino alle altre «Come va?» chiedo desiderosa di scoprire come procede con le loro nuove identità. In attesa delle risposte, recupero al volo un altro biscotto. Nel morderlo rifletto e un’idea fa capolino, non esito a proporla alle altre «E se organizzassimo qualcosa tra di noi? Dovremmo interagire là, immagino?» attendo la conferma delle ragazze e proseguo «E se fingessimo di….» passa così il resto del tempo concessoci, tra confabulazioni, reciproci consigli e affinazione della recitazione.

********


Drew ed Allister fanno nuovamente il loro ingresso e, come premesso un paio d’ore fa, ci mettono alla prova.
«Procediamo come concordato!» un occhiolino alle mie compagne e si va in scena, si sollevi il sipario.
«Siamo al party e questo, beh…» con una mano indico il povero cuscino, ormai la mia vittima designata «È un cameriere che mi ha appena versato del vino rosso sulla camicia, sta provando disperatamente di chiedermi scusa e vuole aiutarmi a porre rimedio.» non aggiungo altro, semplicemente calo la maschera.
«Finiscila di renderti ridicolo, non credi di esserti umiliato abbastanza?» le sopracciglia sono lievemente aggrottate, lo sguardo fulminante, il tono è freddo e tagliente come lame d’acciaio. Intanto mi porge un tovagliolino per pulirmi ed io, per completare l’opera, dimostrare che può anche togliersi dai piedi, estraggo la bacchetta e la punto contro gli abiti bagnati. Un Arefacio vuole essere castato, ovviamente non lo faccio realmente perché non c’è necessita.
«Ho fatto, non mi servono i tuoi inutili fazzolettini.» lo liquido. Le sopracciglia si distendono, il tono al contrario rimane invariato. Non li presto ulteriore attenzione, gli do le spalle e mi dirigo a schiena dritta e passi decisi, ma non frettolosi, verso Viv – alias Joey – prendendo in mano l’ultimo stuzzichino rimasto nel vassoio di fronte a lei «Imbecille.» mormoro intanto, riferita al povero cameriere fittizio.
Sento Viv andare di matto, dentro sono estremamente divertita, ma Maeko no.
Lei non lo è affatto.
Meako mi guida, come presumo farebbe lei la guardo con aria infastidita – non è appropriato in un luogo del genere, tanto meno in un’occasione in cui è richiesto rigore ed eleganza – «Stai attirando l’attenzione, come tuo solito.» la rimprovero, ma senza la voglia di metterla in ridicolo stavolta. Con lei posso permettermelo – non è del tutto un’estranea –, l’unica amica di colei che andrò a sostituire stando al fascicolo «Le mie orecchie e quelle dei presenti gradirebbero abbassassi i decibel, per cortesia.» però il coltello nella piaga devo comunque infilzarlo, anche se il tono è moderato, non è glaciale e carico di astio come se mi rivolgessi ad una persona qualunque che prova a parlarmi. Il cibo rubato però non lo ingerisco, sta lì nella mia mano in attesa del suo destino.
Maeko è distratta.
Io so cosa sta per succedere, ma lei non si accorge che qualcuno alle nostre spalle si sta avvicinando. Ecco Helena e Phoebe – alias Myron e Rick –, la prima mi rivolge la parola provandoci come fossi un trofeo. La ricambio con il mutismo, le rifilo un’occhiata che risulta come lo schiocco feroce della frusta di un domatore. Rimetto Myron al suo posto, non deve prendersi questa confidenza mai più.
Ora è il turno di Phoebe di pinzare fuori dalla mia bocca le parole, o meglio a Maeko, e tentare un approccio da Casanova, ma non sarà una missione da sottovalutare «Pensi davvero di essere migliore di lui?» cerco di zittire Rick senza troppe cerimonie, lo scruto come fosse una cavia da studiare. Le iridi lo puntano con disprezzo «Beh non lo sei.» secca, dritta al dunque.
La mia parte è terminata, lascio il gran finale dello spettacolo alle altre.
Sarà una cascata di applausi e rose? Oppure solo delusione e disappunto da da parte del pubblico?

Inventario
Bacchetta (in tasca)

Heart-Attack (in borsa): È una scatolina di cartone a forma di cuore, facile anche da portare in tasca. All'apertura rilascia uno scoppio di coriandoli coloratissimi, a loro volta come cuoricini ritagliati; i coriandoli circonderanno chiunque sia vicino, creatura o umano, oscurando la visuale e bloccando per pochi minuti (un turno ongdr). Un elegante diversivo, utilizzabile una volta in Quest, dopodiché la scatola si ricarica da sé.

Maschera dell'Amor Celato (in borsa): Proveniente direttamente dal Carnevale di Venezia, l’oggetto è in preziosa ceramica. Si presenta come piccolo portachiavi, ad un colpo di bacchetta diventa una maschera più grande da indossare. Colui che la veste cambierà timbro della voce e risulterà completamente irriconoscibile agli occhi altrui, un'illusione lo farà apparire infatti come un enigmatico, perfetto sconosciuto. L'effetto dura dieci minuti (tre turni in Quest). Dopo l'utilizzo, la maschera torna portachiavi per un tempo di ricarica di un giorno.

Matita Lestorimedio (in borsa): Matita in legno di salice, decorata da una semplice scritta dorata che richiama il logo della Gazzetta del Profeta. All’estremità è dotata di una gomma molto delicata: se strofinata sulla pelle umana, può rimarginare – come cancellando – leggere ferite, ad es. piccoli tagli e scottature non estese (dito bruciato), abrasioni come sbucciature. Valida una volta in Quest / Eventi.

Candela Nutcracker (in borsa): L'intreccio profumato di ghirlanda natalizia, cespuglio farfallino, rametti di pino e di vischio; la nota arcigna del pungitopo, quella addolcita delle bacche rosse e l'essenza delle noci. Aroma fresco, dolce: evoca cinque soldatini-schiaccianoci, che risponderanno ai propri ordini (in Quest/Eventi due turni).

Collana "Scaglie di Ashwinder" (al collo): Creature notevolmente resistenti al fuoco, gli Ashwinder sono serpenti che nascono da fiamme magiche quando vengono lasciate bruciare senza sorveglianza. Sono creature poco offensive e pericolose, ma da non sottovalutare. Indossando questa collana, si amplifica la forza degli incantesimi di fuoco.
Arsenale Magico
Prima Casse (Completa)

Seconda Classe (Completa, incluso Orcolevitas/Monstrum)

Terza Classe: Reparo, Curo Venenum

Hufflepuff Prefect | 15 y.o

code by Camille

Le interazioni e la "scenetta" presentata di fronte a Drew, Rebecca ed Armie sono state concordate ed organizzate in Off :flower: :<31:
 
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view post Posted on 28/1/2023, 20:40
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No rain, No flowers

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Helena S. Whisperwind
Tassorosso | 12 anni | I anno

Hel
L’apparizione di cibarie e leccornie di ogni genere non mi fa rimpiangere la mia umile richiesta, felice di non essere stata presa alla lettera. Mezzo secondo di attesa, più per educazione che per imbarazzo, e subito dopo seguo a ruota Draw e mi servo del succo di zucca e una fettina di crostata alla nocciola. Non ho idea di chi abbia cucinato per noi, ma sento di essergli davvero grata.
Il tempo di una piccola pausa, e giunge presto la risposta alla mia prima domanda e con lei una donna fascinosa che ci mostra i nostri alter ego.
Myron Pancras. Gentile, esteta, ricco, ricchissimo, innamorato e succube della bellezza. Sulla carta mi fa pensare a zio Kenneth, fratello maggiore di mio padre. È il classico tipo pieno di soldi, che gioca a golf, frequenta i migliori lounge bar di Londra, è presente ad ogni evento mondano, indossa solo abiti sartoriali eleganti e stravaganti, va ad ogni mostra d’arte a cui valga la pena presenziare, si riempie la casa di oggetti di design e fa il piacione con ogni donna che gli capita a tiro e in qualche modo riesce ad ammaliare ciascuna di loro col suo fascino. Trovo poi la foto di Myron e scopro, con non poca sorpresa, che è un ragazzo sì, giovane, ma anche attraente. Rileggo tutto quanto, più e più volte, poi chiudo il file e scoppio in uno sbuffo sarcastico. «Tutto qui?» Sembra che dovrò farmi bastare quelle poche informazioni.
Leggo i files delle mie compagne, per avere un quadro completo della situazione, e metto a disposizione il mio. Alla domanda di Phoebe, sul perché il suo Rick abbia un’aria decisamente arrabbiata, la mia risposta arriva presto, in quell’istante di sovrappensiero «A giudicare da quanto ho letto, di sicuro se l'è presa col fotografo che non si è nemmeno degnato di "lodare la sua bellezza, la sua intelligenza e la sua grandiosità" prima di scattargli la foto!» Mi rendo conto di quanto ho appena detto e sorrido con malizia.
Mentre Rebecca aiuta Camille col Pensatoio, rileggo ancora e ancora il file su Myron, finché non arriva il mio turno. Con curiosità mi avvicino cauta al bacile di pietra e ci giro attorno per osservarlo per bene, da ogni prospettiva. Lo sguardo di Rebecca, lo sento, è vigile, pronto a supportarmi e mi ispira fiducia. In altri momenti avrei dato più peso a quell'oggetto misterioso e affascinante, ma ora è tempo di agire. Senza rifletterci troppo mi chino e mi ritrovo con il volto dentro quella specie di liquido; non percepisco una sensazione di bagnato o freddo, anzi, mi sembra quasi che i miei sensi siano stati anestetizzati. In men che non si dica, dopo un vortice di vuoto, solido e gassoso, mi trovo in una grande stanza, luminosissima e rifinita con stile e raffinatezza. Sposto lo sguardo poco oltre ed eccolo lì, Myron Pancras. Di spalle, in piedi, con una postura fiera ma morbida, mentre scruta il bel giardino oltre le enormi vetrate. Mi avvicino, cerco di dire qualcosa ma non accade nulla: sono lì, ma non sono lì. Mi osservo le mani, con l’espressione della meraviglia, finché improvvisamente un secondo uomo entra, annunciando l’asta a cui Myron, o meglio, io, andrò a recuperare il carillon di Hespera. Il ragazzo si volta e finalmente posso osservarlo meglio: è vestito in modo elegante, ha i capelli del colore di quelli di Edmund, gli occhi sono chiari come i suoi, ma dissimili. Quelli di Myron sono di un azzurro-grigio cupo, come il cielo prima di un temporale, mentre quelli di Edmund sono più luminosi, come i riflessi di un cielo calmo e rassicurante dopo una tempesta. Sento le gote accaldarsi anche nel freddo del Pensatoio, ma non mi faccio distrarre oltre dal vagare della mente. Mi avvicino e continuo ad osservare il giovane Pancras, visibilmente compiaciuto per la notizia del suo - suppongo - maggiordomo. Ha uno sguardo brillante e attento, il suo sorriso mostra solo i denti superiori, bianchi e ordinati, e fa nascere sul suo volto glabro due piccoli solchi ai lati delle guance. La voce è calda, pacata, calma, così come i suoi passi. Lo osservo riflettere, seguo le sue iridi spostarsi verso l’alto e diagonalmente; serra leggermente gli occhi, mentre le graziose occhiaie si fanno lievemente più marcate. Si rivolge al maggiordomo con gentilezza e quando è nuovamente solo sospira con soddisfazione, chiude gli occhi e stringe la mascella. Si passa una mano tra i capelli e chiudo gli occhi anch’io, per sigillare quei ricordi nella mia mente; quando li riapro mi ritrovo di nuovo accanto alle mie compagne e a Rebecca.
«Che esperienza, eh?» Sospiro forte, sorpresa, scossa, emozionata, indiscreta, entusiasta, ammaliata. Trovo un posticino appartato, una poltrona in un angolo della sala e mi ci siedo, a peso morto. Chiudo gli occhi, rivivo la scena del Pensatoio, i lineamenti di Myron, la postura, le espressioni, il tono di voce, l’atteggiamento, il modo di osservare, e coltivo quei ricordi affinché non si sbiadiscano ma restino ben vividi nella mia mente. Mi prendo qualche minuto, poi torno dalle ragazze.
«Sono Myron Pancras, sono ricco e se non state attente vi compro anche l’anima. Ho i soldi per farlo e non ho paura di usarli!» il tono pomposo, volutamente caricaturale, sfuma presto in una risata. «Okay, questo è tutto quello che non dovrei fare e che mi farebbe scavare la fossa con le mie mani…» Aggiungo, in riferimento alla questione del pervenu, facendo diventare le mie labbra una semplice linea orizzontale. Non sembra che Myron ci dia troppo peso, anzi, ma voglio essere lui nel modo più naturale possibile. Mi allontano, torno nel mio mondo.
Con l’indice e il pollice della mano destra mi massaggio le guance tirandole su e giù, avanti e indietro. Sciolgo un po’ i muscoli del viso, provando ad assumere quell’atteggiamento pacato e quel fascino da ricco borghese. Realizzo che non si tratta solo di recitare, ma di essere. Essere un’altra persona. Devo essere Myron Pancras, l’esteta. E dovrò esserlo fino in fondo. Parlare come lui, agire come lui, pensare come lui, osservare come lui.
Cosa caratterizza una persona? I dettagli. Myron osserva a lungo. Il suo cielo in tempesta è penetrante e nei suoi sguardi, sono sicura, si può notare la scintilla, il desiderio di scovare sempre qualcosa di nuovo che soddisfi la sua fame di bellezza. Un esteta così non può non avere uno sguardo attento, pronto a scovare dettagli e particolarità.
«Mi è giunta voce che all’asta della famiglia Achard ci saranno vari oggetti interessanti» parlo col mio riflesso sul vetro di una finestra, come se quella non fossi io ma una ragazzina con cui Myron discorre. «Ho messo da parte un po’ di soldi per…» No. È ricco, non mette da parte i soldi, li ha e basta. «Spero che stavolta tirino fuori il pezzo forte, lo spartito originale di Debussy, di fine ‘800…» È vero che nel suo studio c’era un pianoforte, ma non è detto che lui conosca quel compositore babbano che tanto piace a mia madre. Continuo a provare, a sbagliare, a ritentare finchè non mi sento soddisfatta e pronta per lo step successivo, la prova con le altre: le raggiungo balzando in su dalla poltroncina, scambio qualche battuta con Camille, decisamente meno con la sua Maeko, proviamo un finto testa a testa con Phoebe/Rick e intavoliamo una conversazione con Vivienne/Joey. Siamo cooperative, ognuna di noi cerca di supportare le altre per far sì che i nostri personaggi vengano interpretati al meglio.

È arrivato il momento dell’esibizione ufficiale. L’abbiamo concordata con attenzione, io, Camille, Phoebe, Vivienne, che da questo momento in poi non avremo più la nostra identità ma quella di Myron, Maeko, Rick e Joey. Ricambio l’occhiolino di Camille e mi stringo i capelli in uno chignon basso che incastro nell’orlo della maglia, per sentirmi un po’ meno Helena. Ora sono Myron Pancras. Chiudo gli occhi, respiro di nuovo per rilassarmi. Li riapro, osservo Allister, Drew, Rebecca soffermandomi su ciascuno di loro, come aveva fatto l'affascinante Armie all'inizio. Indugio su di lei, ovviamente.
Inizio ad osservare come fanno gli adulti. Come fa anche zia Juls, quando guarda una persona che la affascina. È chiaro che oltre uno sguardo c'è di più. Un mondo da esplorare, il desiderio di altro. Devo osservare le donne con questo desiderio di altro. Devo farle sentire importanti. Chiudo gli occhi. Sospiro. Respiro cercando di calmare i nervi, sento l'aria passare dentro di me e ci presto attenzione, come mi aveva insegnato zia per rilassarmi. Li riapro e punto Maeko. «Miss Maeko, giusto? Non ci conosciamo, ma ho sentito il suo nome pronunciato da quei signori laggiù...» indico un angolo vuoto della sala «Mi permetta di presentarmi, sono Myron Pancras…» porgo la mano destra, immaginandola forte e calda come quella di un giovane uomo. Lei mi osserva con disprezzo, immobile. La sua mano non vuole incontrare la mia. Lentamente l’arto torna a posto e lo porto al petto, stringo la mascella, faccio un mezzo inchino con eleganza e arretrando di qualche passo mi sposto verso Joey, senza però distogliere lo sguardo dalla tagliente donna dai tratti più orientali di quelli di Helena Whisperwind.
«Signorina Chapman, che onore poterla incontrare qui!» le sorrido, mostrando solo l’arcata superiore dei denti, come avevo visto fare a Pancras nel Pensatoio. Noto altri sguardi austeri di Rick ma non ci dò peso: ci parlasse lui con quel concentrato di acido muriatico, tanto io ormai ho inquadrato la mia preda.
«Io sono Myron Pancras, e seguo spesso le sue mostre» Abbasso le palpebre come un inchino rispettoso, porgo la mano «L’ultima, in particolare, è stata preziosa. Non serve un esperto per capire quanta passione ci mette nel suo lavoro.» mi passo distrattamente una mano tra i capelli, immaginando quelli corti di Myron «Ma, con sincerità...è qui per la festa o per il vero divertimento Un mezzo sorriso, malizioso, allusione all'asta. Ascolto, attento, immaginando di lasciar vagare per un attimo l'attenzione verso le costellazioni sulle sue guance rosee.
«Capisco. Sì, ho già puntato un oggetto in particolare. Ma non le dirò quale, o potrebbe soffiarmelo sotto al naso.» Sollevo un sopracciglio, con l'aria furba di chi sa giocare col fuoco - zia Juls, maestra di vita -.
«E in quel caso, sarò costretto a chiederle un appuntamento per discutere delle trattative del caso...» Faccio una pausa, distolgo lo sguardo e con finta disattenzione mi sistemo l'orlo del colletto, avendo ben chiaro in mente quello candido e profumato di una camicia maschile appena lavata «...in privato». Concludo, tornando ad insinuare con decisione la mia tempesta nei suoi occhi verde bosco.

PS: 139 | PC: 77 | PM: 96 | PE: 4.5
Inventario
Incantesimi
Bacchetta (in tasca)
Legno di Salice, Capello di Banshee e due Petali di Rosa Blu, 10 pollici, Elastica.

Spilla C.R.E.P.A. (appuntata all'interno della giacca, non visibile dall'esterno)

Diadema di Veela (sulla testa).
Un bellissimo diadema proveniente dal tesoro di una veela. Conferisce un fascino più prepotente nei confronti del nemico. Invocando il suo potere blocca l'avversario in quest per un turno. Utilizzabile una sola volta per quest.

Occamy Gonfiabile (nella borsa)
Un uovo di vetro trasparente che contiene la riproduzione di un Occamy. Ad un colpo di bacchetta l'uovo si schiude, l'Occamy di pezza spunta di colpo e si auto-gonfia fino a riempire l'intera stanza in cui si trova, raggiungendo un massimo di 20m di altezza e larghezza. Dopo due minuti si sgonfia e torna nel suo uovo, che si chiuderà di scatto fino alla prossima apertura. Ottimo per fare scherzi e creare scompiglio. In Quest blocca gli avversari per un turno.

Bracciale di perline colorate (al polso)
Può sembrare un semplice bracciale, ma se spezzato rilascerà una cascata di perline che faranno cadere chiunque sia vicino a voi.

Amuleto Homunculus (al collo)
Amuleto in grado di proteggere, esaudire i desideri o eventualmente attirare malocchio sui nemici. - in filo di caucciù e metallo, indossabile come collana o bracciale; al centro ha una sfera in vetro che contiene foglie di mandragora, petali violacei e radici essiccate. Richiama la leggenda dell'Homunculus, lo spirito domestico della mandragora che si dice possa offrire protezione, fortuna e desideri.
Prima classe: completa.

Seconda classe: Evanesco - Silencio - Muffliato - Expelliarmus.

Terza classe: Reparo.



Interazioni concordate.
 
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view post Posted on 31/1/2023, 01:31
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Phoebe Halliwell



ps: 206 pc: 135 pm: 160 pe: 17

Non poteva non apprezzare la magia. Non poteva non adorare far parte di quel mondo: il potere magico d'altronde permetteva di compiere tante cose, anche far comparire dal nulla del cibo. D'altra parte proprio questo accadde in quel momento, all'interno di quell'appartamento. Meravigliose leccornie dall'aspetto invitante presero a volteggiare per poi posarsi sul tavolino lì accanto. Tra i divani e le poltrone. La tentazione di servirsi di quel bendidio fu piuttosto forte. Era parecchio difficile contrastarla; e serviva una buona dose di forza di volontà per farlo. Phoebe, dal canto suo, non ci sarebbe riuscita. Un sorriso divertito e pieno di comprensione nacque sulle sue labbra non appena l'uomo che si chiamava Drew decise di servirsi in maniera generosa di quelle leccornie. Si avvicinò anche lei. Optò per una tazza di tè fumante - alla quale aggiunse qualche goccio di latte e una zolletta di zucchero, all'inglese maniera. Le piaceva davvero tanto, il gusto del tè al latte. Prese a girare il contenuto della tazza per poi iniziare a sorseggiare. Che bontà. Il sapore dolce di quel liquido così delizioso sembrava scivolare dolcemente e avere al tempo stesso la capacità di temprarla. Comprese presto che mancava qualcosa: una piccola fetta di crostata alle more. E si servì anche di quella.
Quella cucina non aveva nulla da invidiare a quella di Hogwarts. O a quella di Nonna Penny.
Ecco che, qualche minuto dopo, fu il momento delle spiegazioni. Avrebbero dovuto impersonare quattro giovani membri dell'alta borghesia britannica. Ad Armie, Drew e Rebecca - a quel punto si fece avanti una donna dai lunghi capelli castani - sarebbero toccati, invece, alcuni membri anziani. Un dubbio le sorse spontaneo: che fine aveva fatto tutta questa gente? Cosa era capitato loro? Si trattò di un quesito che, per il momento, rimase nella sua mente.
Ciascuna delle quattro giovani attiviste trovò di fronte a sé un fascicolo che conteneva tutte le informazioni relative alla persona che avrebbe dovuto interpretare. Phoebe aprì il suo. Era piuttosto curiosa di sapere quale membro giovane dell'alta borghesia britannica le era toccato.
Rick Kerschbaumer.
Quel nome - com'era normale che fosse - non le diceva nulla. Dal cognome si sarebbe forse potuto ipotizzare che avesse origini... tedesche? Austriache, magari? Questo pensiero venne surclassato dalla fotografia che fece bella mostra di sé. Chiunque fosse, questo Rick Kerschbaumer, era di sicuro un uomo di bell'aspetto e piuttosto elegante, quasi raffinato si sarebbe potuto dire. A ben guardare, mostrava uno sguardo penetrante o un cipiglio severo. Poteva sembrare anche adirato per qualcosa.
Poco dopo l'Erede di Priscilla si ritrovò ad avere la sua prima esperienza con un Pensatoio. Cercò di seguire le indicazioni di Rebecca. Il ricordo argentato di Rick Kerschbaumer venne fatto scivolare all'interno di quello che poteva vagamente apparire come un pozzo, in particolare su ciò che esso conteneva e che sembrava arrivare fino all'orlo. Ora Phoebe avrebbe dovuto immergerci la testa, così dicevano le indicazioni di Rebecca. Si avvicinò di più e si fece coraggio.
Una volta immersa all'interno le parve quasi di galleggiare nel bel mezzo di una particolare scena. Nei pressi di un enorme villa stava arrivando una carrozza - trainata da meravigliosi Cavalli Alati - dalla quale discese in quel momento un signorotto. Sir Waldergave. Un uomo in frac. E con un alto cilindro per cappello. Qualche istante dopo gli venne incontro il giovane uomo che Phoebe aveva visto nella foto - Rick Kerschbaumer. E si presentò a lui. Nel farlo, si profuse in alcuni complimenti di cortesia. Il suo modo di parlare era calmo, elegante. Sì. Rick era una persona piuttosto galante. La scena poi terminò; e la Corvonero venne quasi risucchiata via e rispedita all'indietro. Si ritrovò così di nuovo all'interno dell'appartamento a Coventry. Il respiro sembrò tornare di colpo, questa volta affannoso. Le parve di essere rimasta in apnea per troppo tempo. Il cuore prese a battere all'impazzata.
Era senza alcun dubbio spaesata. Aveva iniziato a comprendere più o meno che tipo di persona fosse questo Rick. Ma era consapevole che non fosse facile interpretarlo. Essere lui. La sua attenzione tornò sul fascicolo. Vi erano diverse informazioni - tante informazioni - contenute al suo interno. Una delle prime descriveva Rick Kerschbaumer come una persona che aveva un bisogno patologico di essere al centro dell'attenzione. Phoebe ci rifletté sopra; poi prese in mano la fotografia del giovane e la osservò con interesse. Come mai sembra adirato? Domandò per poi esternare una genuina risata all'osservazione di Helena, che nel frattempo si era avvicinata. Poteva essere così. Poteva essere andata esattamente così. Per certi versi non era per nulla da escludere. Il pensiero che Helena potesse averci visto giusto, non aveva fatto altro che divertirla. La divertiva ancora di più l'idea di dover interpretare quel tipo. Narcisista. Vanitoso all'invero simile. Si rese conto, proprio in quel momento, di non star prendendo seriamente l'intera faccenda; e non era un bene. Così s'impose di tornare seria: il fascicolo sotto ai suoi occhi ebbe di nuovo la sua attenzione. Parlava di un uomo che non era solo narcisista e vanitoso - ma anche pronto a qualunque cosa pur di ottenere l'oggetto dei suoi desideri, persino ferire persone che nutrivano affetto per lui. Era conosciuto da tutti nell'ambiente; ed era riuscita a farne parte grazie all'incontro fruttuoso con un signorotto. Sir Waldergrave. Attratto dagli oggetti di un certo valore, partecipava alle aste per vincere la noia. Quanto vi era scritto in quei documenti, le diede modo di pensare. La Halliwell si ritrovò a riflettere su quelle righe mentre continuava a gustarsi quel buon tè e quella deliziosa fetta di crostata. Che fare? Dopo qualche attimo di esitazione, decise di iniziare le prove. Il tutto sarebbe dovuto cominciare dalla postura. Rick Kerschbaumer era elegante, ben posato. Dal suo portamento, traspariva tutta la sua voglia costante di apparire, di farsi notare. Si schiarì la voce per poi portarsi le mani davanti al torace. Chiuse le mani quasi a pugno, per poi muoverle appena, come a voler simulare il gesto di un tizio straricco intenzionato ad aggiustarsi la giacca. Dopotutto, Rick vestiva abiti di sartoria. Fece qualche passo avanti con eleganza. Provò a ricordare ciò che aveva visto nel Pensatoio. Il giovane uomo, come aveva interagito con quel signorotto...? E come si chiamava il tizio... Sir... Sir Walf... No. Sir Waldergrave, sì. Proprio quello che gli aveva consentito di compiere il primo passo verso la fama. Oh, Sir Waldergrave. Sono molto felice ed onorato di... Qualcosa sembrò non convincerla. Incontrarla. Il tono di voce non era quello giusto. Per renderlo simile a quello udito nel ricordo, bisognava arrochirlo giusto un pochino. Oh, Sir... Tossicchiò. Rick era quasi dolce e indecifrabile. Si aggiustò la postura. Schiena dritta, movimenti eleganti e studiati. Oh, Sir Waldergrave. Sono molto felice ed onorato di incontrarla. Anche lei è qui per l'asta?

Avevano cercato di mettersi d'accordo, di organizzarsi. Avevano provato e riprovato tantissime volte. Dovevano essere impeccabili di fronte ad Armie, Drew e Rebecca. Non appena fu il suo turno, prese la sua tazza e cercò di reggerla quasi si trattasse di un bicchiere per lo champagne. Il sipario si aprì. Il primo atto vedeva una scena tra Camille e Vivienne - nei panni di Maeko Hasegawa e Joey Chapman. Cominciò a studiarle per poi inarcare un sopracciglio alla reazione della Grifondoro. O meglio della donna che stava interpretando. Joey Chapman aveva appena reagito in una maniera forse non proprio apprezzata da Rick. Phoebe prese poi a guardare male e di sottecchi Helena, che interpretava Myron Pancras. Rick detestava appunto la compagnia di persone che lo facevano sfigurare, e Myron non era ben visto nell'ambiente. Sollevò un sopracciglio quando Helena si avvicinò a Camille, nei panni di Maeko Hasegawa. Le lasciò interagire per poi voltarsi verso uno dei divani e fingere brevemente si trattasse di Sir Waldergrave. Oh, Sir Waldergrave. Quale immenso piacere ed onore incontrarla qui. Anche lei prenderà parte all'asta di oggi? Non mi dica. Sa, ho adocchiato alcuni oggetti di un certo valore che... Cercò di usare un tono di voce calmo, pacato ma indecifrabile: quello udito nel ricordo. Pochi istanti dopo voltò lo sguardo verso Helena, che si stava allontanando da Camille. Myron aveva ricevuto il due di picche. Mi vuole scusare un attimo, Sir Waldergrave? Si avvicinò al tavolino e vi poggiò la tazza in maniera elegante, come farebbe Rick. Poi raggiunse Camille. Rick avrebbe di sicuro fatto in modo di voler dimostrare di essere meglio di Myron. Di essere il migliore in assoluto. Avrebbe fatto in modo di tirare fuori dalle altre persone parole di adulazione. Non tutte le compagnie sono piacevoli, non è forse così? Prese in mano dal tavolino due tazze vuote. Una la porse con eleganza a Camille. Io e lei sappiamo riconoscerle. Sono Rick... Rick Kerschbaumer, a proposito. Tuttavia, credo lei sappia già chi sono. Chi non lo conosceva? In tutta risposta, come previsto, Camille recitò la sua parte. E anche Rick ricevette il benservito. Ti sbagli. Non sai di cosa parli. Tagliò corto. Uno sguardo truce comparì sul suo volto. Maeko Hasegawa era appena entrata nella lista nera di Rick Kerschbaumer. Non gli aveva fornito l'adorazione di cui necessitava. Si spostò per poi poggiare una delle tazze di nuovo sul tavolino. Lo sguardo vagò per la stanza. Passò da Camille. Ad Helena e Vivienne - che doveva diventare Joey Chapman. Scrutò ogni angolo con estrema cura. L'uomo che la Corvonero stava interpretando avrebbe fatto così. Al momento più opportuno - non appena Helena e Vivienne avessero terminato la loro scenetta - Phoebe avrebbe messo in scena l'ultima parte. Recuperato un cucchiaino, lo battè delicatamente un paio di volte contro la tazza. Rick cercava l'attenzione di tutti. Voleva la folla adorante. Signore e Signori. Come immagino sappiate, fra non molto ci accingeremo a presenziare all'asta di quest'oggi. Auguro a tutti noi... che vinca il migliore. Sollevò la tazza con un piccolo sorriso furbo. Che vinca il migliore. Rick Kerschbaumer avrebbe vinto. Sarebbe riuscito ad aggiudicarsi gli articoli migliori. Il sipario si chiuse.

Inventario
Bacchetta (in tasca)

Bracciocchio (polso sx)
Bracciale "Snasi Fratelli" (polso sx)
Collana "Scaglie di Ashwinder"(al collo)
Anello "Tentacolo di Graphorn" (all'anulare sx)
Diadema di Veela

In borsa:

Fiala di Intruglio Confondente(x1)
Fiala di Pozione Mors Aparentis(x1)
Fiala di Pozione Rinvigorente(x1)

Nanosticca(x1)
Aerosticca(x1)
Polvere Buiopesto Peruviana(x1)
Sacchetto di Cioccoli Noccioli
Sacchetto di Piperille


Arsenale Magico
Prima Casse (Completa)

Seconda Classe (Completa, escluso Orcolevitas/Monstrum)

Terza Classe: (Completa, esclusi di Proibiti) + Commuto, Floriscus, Folium, Semen

Quarta Classe: Vegetatio

Ravenclaw Prefect | 17 y.o

code by Camille

Proroga concessa dal Master

 
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view post Posted on 31/1/2023, 22:28
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Vivienne Pierce



ps: 169 pc: 88 pm: 123 pe: 10.5

Cibo e bevande a volontà comparvero nel salotto. L’odore di dolciumi le fece venire ancora più fame. Così Viv non esitò un attimo a buttarsi su quel piccolo buffet, agguantando qualche biscotto e un bicchiere di succo di zucca. Solo dopo si fece qualche scrupolo, chiedendosi se non fosse stata troppo sfacciata, ma venne subito tranquillizzata dal vedere che anche gli altri (inclusi gli adulti) stavano mangiando. Il suo sguardo si concentrò su questi ultimi, non fu difficile notare le loro differenze anche in un’attività così semplice come mangiare e bere. Guardandoli, si rese conto che avrebbe voluto essere elegante come come Mr. Allister, ma si ritrovava ad assomigliare al più irruente e spontaneo Drew. Mentre continuava a mangiucchiare, si concentrò sulle parole di Armie, non aveva dimenticato che erano state portate lì per una missione, e che doveva essere quella la sua priorità. Si sentì piuttosto rincuorata dal sapere che pure i due uomini, insieme ad un’altra collega, Rebecca, sarebbero venuti all’asta con loro, cosicché ci sarebbe stato qualcuno a tenerle d’occhio e, in caso di bisogno, ad aiutarle.
Quando il fascicolo apparì accanto al suo bicchiere di succo, Viv ci si lanciò praticamente sopra, sopraffatta dalla curiosità di vedere chi sarebbe dovuta diventare. Osservò le foto di Joey Chapman con attenzione. Le prime righe della descrizione, insieme ad dettaglio dei capelli così rossi, non riuscirono a farle evitare di pensare ad Alice. Ma, leggendo la seconda parte, quella sugli attacchi d'ira, s'incupì un po'. Non si sentì ben sicura di riuscire a gestirli, in quanto erano tra le cose che cercava di evitare con tutta se stessa: era sempre stata il tipo di persona che riusciva a mordersi la lingua per evitare di litigare. Su questo si rese subito conto che Joey era ai suoi antipodi: capricciosa e prepotente.
Furuno quei pensieri preoccupati a impiegare il suo tempo mentre aspettava il turno al Pensatoio. Finalmente, anche lei si avvicinò a quello strano oggetto di cui aveva solo sentito parlare. Seguendo le istruzioni di Rebecca, versò al suo interno il ricordo argenteo di Joey. Senza pensarci troppo immerse prima la mano, poi il resto del corpo. Improvvisamente si sentì precipitare nel vuoto, ma prima ancora che riuscisse a spaventarsi, sentì di essere atterrata. Nessun impatto con il pavimento, semplicemente si ritrovò lì, in piedi, in mezzo a quella che aveva tutta l’aria di essere una mostra d'arte. Il ricordo era già nel vivo; questo le impedì di pensare a quello che stava facendo, cioè violare i ricordi di una persona. Il pensiero che qualcuno potesse entrare in un suo ricordo senza permesso l’avrebbe letteralmente terrorizzata. Fortunatamente la sua mente era già occupata altrove. Le urla di Joey la fecero inizialmente sobbalzare sul posto, ma appena riuscì ad abituarsi al suo tono di voce piuttosto alto, iniziò a percepire la sua rabbia e tensione. Si concentrò su quella, sembrava un sentimento quasi primitivo, il modo più semplice di sfogare quello che aveva dentro. Viv lo percepì dai sui gesti, dal modo in cui si piegava in avanti, con il corpo che dominava sulla sua testa. Osservò i suoi occhi, infuocati quasi quanto i suoi capelli. Non si limitò solo alle parole, infatti, iniziò anche a lanciare oggetti per la stanza, incurante di essere circondata da arte che poteva essere rovinata. Come se, quando perdeva il controllo sulla situazione, perdeva anche il controllo su se stessa. Un po’ sconvolta, la osservò mentre continuava a lanciare oggetti.
Il ricordo finì e Vivienne si ritrovò di nuovo nel salotto. Il primo pensiero che le sfiorò la mente fu che per essere Joey doveva imparare a perdere il controllo, ma senza perderlo davvero, visto che doveva essere sempre ben consapevole del personaggio che doveva interpretare. Si rese conto che non sarebbe stato facile per niente, Joey sembrava una che non sa adattarsi, deve succedere sempre quello che vuole lei. Questo dettaglio riuscì a fissarsi nella sua testa molto facilmente, in quando era contrario al suo carattere: lei si era sempre adattata il più possibile per andare avanti nel modo più pacifico possibile. Forse, il trucco era pensare al contrario rispetto a suo solito, o forse, non pensare proprio. Magari lei stessa aveva bisogno di far uscire quello che aveva sempre soppresso, liberarsi un po’ l’anima. Troppi pensieri tutti insieme, Vivienne si sentì presto spraffatta: i suoi problemi personali, Joey, mescolare il carattere di Joey con il suo. Così, prima di cominciare a provare ad entrare nel personaggio, si sedette un attimo sul divano, chiuse gli occhi e tirò un bel respiro, per svuotare la mente e mettere insieme le idee.
Per qualunque motivo fosse, - recuperare il Carillon, dimenticarsi dei suoi problemi o quant'altro - aveva un solo scopo: diventare Joey Chapman. Solo di questo doveva preoccuparsi. Una volta raggiunta la calma mentale ricercata, Viv si sarebbe rialzata, in modo da non provare solo il tono di voce, ma anche la postura e i movimenti. « Scusatemi se urlerò un po' troppo! » Disse alle altre, anche loro alle prese con le varie prove.
Apparire allegra e solare non le parve troppo complesso, così in un primo momento si concentrò sul secondo aspetto, quello degli attacchi d'ira. Ci mise un po' a trovare il coraggio di cacciare fuori qualche urlo, era una cosa troppo esagerata per lei. « NON POSSO TOLLERARLO! » Ripetè le parole sentite nel Pensatoio. Nonostante avesse cercato di alzare la voce il più possibile, si rese subito conto di essere troppo rigida. Ricordò l'immagine di Joey, il suo corpo era un'estensione naturale di quello che usciva dalla sua bocca, anche quello riusciva a esprimere tutta la sua ira. « NON POSSO TOLLERARLO! » Questa volta strinse le mani a pugno, fletté leggermente il busto in avanti e lanciò uno sguardo assassino al suo finto interlocutore - in quel caso un quadro appeso alla parete. Si sentì più sciolta, riuscì pure anche ad apprezzare il senso di liberazione che le diede quello sfogo.
A quel punto provò a pensare a qualche situazione che si poteva presentare all'evento. « Oh, è un piacere conoscerla, signor Achard. Volevo complimentarmi con il vostro gusto, ho apprezzato molto come avete decorato il posto. ...ho studiato i pezzi che verranno messi all'asta, ce ne sono alcuni dal valore inestimabile che voglio a tutti i costi, sono troppo adatti ad arricchire la prossima mostra che sto preparando. Il tema? Non glielo dico, così è constretto a venire a vederlo di persona! » Un po' più sicura di se stessa, azzardò un occhiolino giocoso. Passò così a provare la parte dell'asta vera e propria, usando un biscotto come paletta delle offerte. Se avesse vinto non ci sarebbero stati problemi, così provò un'eventuale sconfitta. « Cos... COSì NON VA BENE! QUEL QUADRO MI SERVEEEE!! » Dopo una partenza titubante, urlò a pieni polmoni, mentre scaraventava il biscotto contro il muro. « VOGLIO QUEL QUADRO! » Fu abbastanza soddisfatta della sua prova, meno del ammasso di briciole che aveva creato l'impatto del biscotto contro il muro. « Ops... » Corse verso il luogo del misfatto e sistemò tutto con un Gratta e Netta. Tornò verso le compagne. Come aveva appena proposto Camille, poteva essere utile provare anche ad interagire tra di loro. Così lesse i file delle altre, e poi, per tutto il tempo disponibile, provarono e provarono, fino a che, almeno Vivienne, si sentì più Joey Chapman che se stessa.

* * * * * *



Finalmente, alcune ore dopo, le quattro ragazze furono di nuovo in compagnia. Era arrivato il momento di dimostrare che sarebbero state in grado di portare a termine quel compito. L'idea di "esibirsi" davanti al pubblico la innervosì per un po', ma sapere che non l'avrebbe fatto da sola rese tutto più semplice. Fu Camille a rompere il ghiaccio, cominciando quella scenetta che avevano concordato precedentemente. Doveva aspettare che si avvicinasse, poi sarebbe stato il suo turno. « Te la prendi troppo! Sicuramente quel cameriere non l’ha fatto apposta. » Commentò gioviale, quando finalmente furono vicine. Allungò la mano, come a voler prendere del cibo da un buffet immaginario, ma fu - come doveva essere - anticipata da Maeko/Camille. « TU INVECE HAI FATTO APPOSTA! » Non era come alle prove, ora non poteva sbagliare, così Vivienne urlò a pieni polmoni, sbattendo il pugno contro il tavolo, facendo tintinnare piatti e bicchieri. « Lo sai che quelli mi piacciono E HAI PRESO L'ULTIMO! » Puntò il dito verso Maeko con sguardo duro. «AH SI? Allora prenditene un altro e questo LASCIALO A ME. » Imitò il gesto di rubarle il cibo dalle mani, prima di allontanarsi per permettere alle altre di entrare in scena. Aspettò spostata di alcuni centimetri, aspettando che stavolta fosse Helena/Myron ad avvicinarsi a lei. Immaginò che, dopo aver ottenuto quello che voleva - la tartina - Joey si sarebbe tranquillizzata. « Oh, ma veramente? Grazie! In effetti sono proprio fiera del mio ultimo lavoro. Niente in confronto a quello che sto preparando ora, sarà un viaggio che esplorerà il legame tra colori ed emozioni, sarei felice di farle personalmente da guida, se vuole. » Usò un tono di voce appassionato, doveva cercare di far trasparire la passione per quel lavoro. Fu strano vedere Helena usare quel tono malizioso con lei, stava facendo proprio un bel lavoro con Myron. Per un attimo Viv pensò a cosa avesse fatto se un ragazzo ci avesse provato così apertamente con lei, e si sentì un po’ arrossire. Da quel punto di vista, vedere che fosse Helena la tranquillizzò un po’, e le permise di essere concentrata. Rise divertita. « Mi pare che la risposta sia scontata, ed è la stessa che mi aspetto da lei! E penso anche che entrambi abbiamo obiettivi ben specifici, sbaglio? » Lo punzecchiò lei, cercando di mostrare di non essere stata ammaliata dal ragazzo, ma rimanendo comunque allegra e aperta al dialogo. All’ascoltare le seguenti frasi, Vivienne Pierce sarebbe morta dall’imbarazzo e avrebbe risposto con qualcosa di assolutamente sbagliato e ancora più imbarazzante. Invece da quello che aveva capito su Joey Chapman, lei non sarebbe rimasta senza parole, e sarebbe rimasta spavalda, ma non in modo pungente come lo era stata Maeko. «Quanta audacia! » Avrebbe risposto sorridendo. « E quindi se le aste vanno al meglio per lei, non mi invita più? » Avrebbe finto un piccolo broncio, prima di trasformarlo in una risata allegra. « Vediamo, vediamo… » Avrebbe poi concluso, allontanandosi con un cenno della mano.

Inventario
Becchetta (in tasca)

Pochette La pochette possiede una chiusura in ottone decorato a sbalzo e una piccola tracolla di stoffa o catenina d'ottone. All'interno è stato praticato un incantesimo di Estensione Irriconoscibile. Disponibile in varie fantasie. Misure: 30-35 cm c.a. di larghezza, 20 cm c.a. di altezza. Southampton, 1912 d.C. Copia. [Possibilità di contenere fino a 4 oggetti di medie dimensioni]

Carillon “Canto della Manticora” Nota per essere una pericolosissima creatura greca con la testa d'uomo, il corpo di leone e la coda di scorpione, si ritiene che essa canticchi dolcemente mentre divora la sua preda. Questo speciale carillon, se attivato, crea una barriera che funge come un'onda d’urto contro tutti gli incantesimi offensivi (tranne i proibiti) per un solo turno. Usabile 1 volta per Quest. (Nella pochette)

Sale Evanescente Boccette di sale colorato; lanciato, si espande come una nube che fa sparire immediatamente nel vuoto tutti gli oggetti non incantati di piccole e medie dimensioni, nell'arco di cinque metri. Dopo un'ora, gli oggetti ricompariranno. Non funziona su porte né su esseri viventi. Un utilizzo. (Nella pochette)

Detonatori Abbindolanti Sono piccoli oggetti dotati di zampette ondeggianti e di un corpo costituito da un bulboso clacson che, se lasciati cadere a terra, scappano via velocemente facendo un rumore assordante, seguito da una notevole fuoriuscita di fumo. Ottimo diversivo in caso di fuga. Distraggono l'avversario per 1 turno. (Nella pochette)

Nanosticca La nanosticca ti farà diventare alto poco più di 30 cm. (Non modifica la forza fisica/magica del pg, diminuisce solo le proporzioni del corpo. Dura un solo turno) (Nella pochette)

Catena della notte Collana viola scuro che rende il corpo più leggero e dona agilità nei movimenti, durante la notte si nota molto nell'oscurità. (al collo)

Bracciale "Snasi Fratelli" Gli snasi sono creature rinomatamente attratte da tutto ciò che luccica. Questo bracciale è stato creato seguendo i riti degli antichi maghi che traevano la forza e l’essenza delle creature sfruttando le loro ossa e membra per creare elaborati artefatti. La particolarità che lo caratterizza è che il bracciale è montato unendo tutti i più piccoli ossicini di due snasi fratelli, indossandolo si aumenta la propria audacia e fortuna. (al polso)

Bustino di Morgana Rigido e resistente agli urti, impreziosito da fili d'oro e crine di Unicorno che lo rendono elegante. Favorisce la concentrazione e protegge dai veleni. (Indossato)

Arsenale Magico
Prima Classe (Completa)
Seconda Classe (Completa)


Gryffindor Prefect | 15 y.o

code by Camille


Proroga concessa dal Master
 
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