You'd better open it, A strilettera to Santa Claus Draven Shaw

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view post Posted on 27/12/2022, 05:54
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Alice Wagner- Gryffindor

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Se pensava di passarla liscia così facilmente, si sbagliava di grosso. Marciava la rossa, con le idee che le sballonzolavano nella testa, in realtà non sapeva ancora come fare ma un piano lo avrebbe trovato. Draven non sarebbe scampato al suo scherzetto. Il prefetto Serpeverde infatti le aveva detto qualche giorno prima che non sarebbe venuto al ballo, cosa che aveva lasciato Alice piuttosto di stucco. Perché mai gli era stato permesso di crogiolarsi in quella pigrizia? Non poteva esistere. Aveva afferrato una di quelle strilettere in cui registrare un messaggio, lei che urlava per dieci minuti di fila di alzarsi dal letto e prepararsi per il ballo e con convinzione che la fortuna l'avrebbe in qualche modo assistita, si era diretta verso i sotterranei.
Ovviamente era già vestita, sapeva che il suo piano avrebbe avuto successo. Una giacca oversize le copriva le spalle, il top nero sotto ricamato ai bordi con pizzo, il trucco, che aveva messo ore per realizzare in maniera così originale, i tacchi sui quali aveva imparato ad andare piuttosto spedita nonostante la scomodità. Era tutto perfetto, ma come riuscire a confondersi tra le serpi tanto da consegnargli il messaggio? Sapeva esserci una barriera impossibile da superare, per cui anche se avesse sgraffignato una divisa verde argento non sarebbe riuscita nel suo intento, proprio per questo aveva pensato ad una strilettera. La consegna in sala comune sarebbe stata troppo ovvia, Draven avrebbe potuto facilmente evitarla, le serviva qualcuno di più efficace, qualche interno. Inoltre non voleva rimanere lì troppo a lungo, prima per non attirare sospetti su di sé e in secondo luogo per non incorrere in qualche insopportabile serpaccia. Non voleva menar botte ancor prima di aver messo piede sulla pista da ballo. Mentre, appoggiata al muro, rifletteva attentamente, la soluzione sembrò passarle letteralmente sotto il naso. Non avrebbe mai potuto corrompere nessun Serpeverde a recar danni al suo stesso prefetto, ma quanto ci sarebbe voluto a convincere qualcuno che sapeva avere un debole per lei? Dopotutto sarebbe bastato dire che si trattasse di un regalo, qualcosa si innocuo. Alice sorrise mentre incrociava lo sguardo con Jimmy Roberts, uno di quelli che le aveva chiesto di andare al ballo insieme e che lei aveva rifiutato. Opsy.

<< E quindi se fai questa cosa per me, prometto di concederti un ballo! >>
<< Sei sicura che non mi farà finire nei guai? E poi.... ne voglio almeno due. >>
<< Siiiicurissima. Andata! Ora vai che non abbiamo tempo. >>

Gli picchettò sulle spalle, in attesa che l'altro facesse il suo dovere. Se tutto fosse andato secondo i piani a breve Draven si sarebbe preso lo spavento più grosso della sua vita e Alice già sghignazzava al pensiero. Oh se gliela avrebbe fatta pagare, ma non le importava, era un'occasione troppo ghiotta per non approfittarne.

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Edited by Nontiscordardime - 30/12/2022, 18:57
 
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Draven Enrik Shaw
III° anno - Prefetto Serpeverde - 16 anni










Un gradevolissimo tepore avvolgeva il Serpeverde. Stringeva Megan tra le braccia e teneva entrambi avvolti in una coperta. Per qualche motivo, si erano portati quell’enorme e caldo piumone fino alla riva del Lago Nero. Sentiva gli abitanti acquatici cantare per loro. E Draven dondolava a ritmo di quei suoni. Si godeva con lei l’assenza di nebbia, che di solito avvolgeva il castello nel periodo invernale. Prestando maggiore attenzione, notò che l’erba era stranamente brillante e che sporadici fiori, nel pieno della fioritura, come fosse primavera, spuntavano liberi dal prato. Strano, sì, ma rilassante e piacevole. Teneva una guancia appoggiata contro una delle sue; così morbida, così liscia, così calda. Sospirò e le labbra si distesero in un sorriso. Sia nel sogno che nella realtà.
Ignaro di ciò che stava per succedere, Draven dormiva più rilassato che mai. Pancia in giù e faccia schiacciata su un cuscino che aveva spostato nel sonno, in modo da poterlo abbracciare…
Dato che nelle ultime settimane aveva trovato molto, molto difficile dormire di notte, quando aveva tempo nel corso della giornata, che sapeva di non poter impiegare per stare con Megan, aveva imparato ad approfittarne per concedersi un po’ di riposo. La compagna di sua madre gli aveva mandato una lettera un paio di settimane prima per avvisarlo che avrebbero passato le vacanze invernali insieme a Barcellona, dalla sua famiglia. Se per un attimo l’idea gli era sembrata allettante perché non era mai uscito dalla Gran Bretagna e anche per altri motivi (primo tra tutti il fatto che non avrebbe dovuto passare le vacanze con nonna e madre che si guardavano in cagnesco tutto il tempo e restavano in silenzio senza avere nulla da dirsi) si era poi trovato a dover affrontare una serie di problematiche… Tra cui: la partenza all’alba il giorno dopo il ballo, per prendere in esame la più immediata da risolvere. Se da un lato gli aveva offerto la scusa perfetta per non andare a quello stupido evento scolastico, dall’altro c’era il fatto che aveva dovuto organizzarsi con Megan per stare con lei prima della partenza. Erano rimasti d’accordo che si sarebbero visti a fine evento, perché stare da soli per dieci minuti era decisamente preferibile allo stare in mezzo a trecento persone per due ore. Nel fortuito caso in cui fosse stato prorogato il coprifuoco per via del ballo – cosa che, sì, avrebbe dovuto controllare nella Sala dei Prefetti, ma che non aveva visto – per lo meno avrebbe potuto passare del tempo con Megan senza essere rincoglionito da due ore di ansia sociale. Aveva, dunque, pensato bene di spendere quel lasso di tempo a dormire.
Non poteva immaginare che quell’idiota di Jimmy Roberts si fosse fatto abbindolare da una promessa che Alice, essendo Alice, non avrebbe mantenuto con una qualche scusa improbabile ma credibile. Le faceva senso quel ragazzo, Draven ne era convinto. Era del terzo anno come loro due e la fissava parecchio, un po’ troppo, e gli era sembrato di notare come Alice rabbrividisse di disgusto ogni volta che si accorgeva di avere quegli occhi addosso durante le lezioni.
Essendo un completo imbecille, che era stato smistato tra i Serpeverde probabilmente per errore, il ragazzo aprì la lettera che Alice gli aveva affidato, curioso di leggere che missiva fosse destinata al Prefetto, in prossimità della sua stanza.

DRAVEN ENRIK SHAW, IL BALLO TI ASPETTA! ANDIAMO! IL BALLO TI ASPETTA! DRAVEN ENRIK SHAW, IL BALLO TI ASPETTA! ANDIAMO! IL BALLO TI ASPETTA! DRAVEN ENRIK SHAW, IL BALLO TI ASPETTA! ANDIAMO! IL BALLO TI ASPETTA!

La voce di Alice Wagner fece tremare le mura vissute dei dormitori Serpeverde. Draven aprì gli occhi a fatica e, se per un attimo ebbe l’impulso di gridarle di stare zitta, immediatamente si rese conto di dove si trovasse e che doveva essere impossibile che Alice fosse lì. Con le sopracciglia corrucciate e le labbra arricciate in una smorfia di puro nervosismo, si convinse ad alzarsi dal letto e a cercare la fonte di quel fracasso. Quando aprì la porta della stanza, vide la strillettera abbandonata in corridoio (Jimmy Roberts era salvo… per il momento) e l’afferrò. Provò a strapparla nella speranza che si zittisse, ma era stata evidentemente incantata per continuare a ripetere quelle parole per chissà quanto tempo.
A piedi scalzi, pantaloncini e t-shirt, con i cappelli arruffati e gli occhi iniettati di impulso omicida, attraversò i corridoi fino a superare la Sala Comune. Fu quasi sul punto di spingere di forza la porta che divideva l’area riservata ai Serpeverde dal corridoio laterale dei sotterranei solo perché non vedeva l’ora di trovare Alice e strangolarla. Così non avrebbe più parlato. Mai più.
Si sporse in avanti, verso il corridoio e la cercò con lo sguardo.

Che cazzo di problemi hai? Falla stare zitta! - esordì, a voce alta, adirato, lanciandole la strillettera ai piedi. Avrebbe potuto darvi fuoco, sia alla strillettera che ad Alice, ma ancora rimbambito di sonno non ci aveva pensato...


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view post Posted on 28/12/2022, 15:30
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Alice Wagner- Gryffindor

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Aspettare i secondi che dividono da uno scherzo è estenuante ed eccitante al tempo stesso, per Alice una delle sensazioni più belle di sempre. L'esito non è mai uguale al precedente, succede sempre qualcosa di inaspettato.
Alice ne era convinta, da quella reazione si potevano apprendere moltissime cose sul carattere di una persona. Sapeva che Draven non ne sarebbe stato contento, al tempo stesso avevano instaurato un rapporto piuttosto solido per potersi permettere certi punzecchii. Essere sua amica doveva essere difficile per il Serpeverde, perché dalle punzecchiate della Grifondoro era difficile scamparne.

In realtà avvenne tutto piuttosto velocemente. Il viscidissimo Jimmy Roberts afferrò la lettera, mandandole occhiatacce inquietanti. Inoltre non riuscì a farsi i fatti suoi, attivando con la sua curiosità il meccanismo della lettera ancor prima che venisse consegnata. Alice non poteva capirlo da fuori, ma in qualche modo aveva percepito un certo turbinio di emozioni, o forse le piaceva immaginarlo.
In pochi istanti Draven fece la sua comparsa, in quello che doveva essere il suo pigiama. La Rossa scoppiò a ridere, sbellicandosi di fronte alla sua faccia adirata.


Ah la bella addormentata si è svegliata!

Non fosse stata una sua idea quello scherzo, si sarebbe complimentata da sola. C'era del talento, c'era da ammetterlo.
Gli si avvicinò tenendo le mani avvolte sul grembo e uno sguardo stile stilista di un qualsiasi fashion brand. Gli occhiali che aveva sul viso vennero abbassati fin sul naso, come a volerlo squadrare dall'alto al basso.

Stile slutty ah? Anche io ci ho pensato ma pensavo più un slutty femme fatale.... mi sa che ti manca qualcosa per completare l'outfit!

Se la sghignazzò per bene, facendo chiaro riferimento alla sua mise del momento con tanto di occhiolino. Se era quello lo stile a cui aveva puntato perché no, di certo Megan avrebbe apprezzato.
Spostò lo sguardo sulla strilettera ai suoi piedi, la sua voce rimbombava ancora facendo da eco nei sotterranei. Alice afferró la bacchetta, agitandola e facendo sì che si autodistruggesse.

Tu pensavi di passartela liscia a ronfare sul letto? Puaaaahh GIÙ DALLE BRANDE! Su vai a cambiarti!

Si avvicinó per picchiettarlo sulle spalle così da farlo girare, indirizzandolo di nuovo da dove era venuto. Non sarebbe stato arrabbiato a lungo e poi gli aveva fatto un favore, chissà che bel vestito avrebbe indossato la Corvonero che Draven si sarebbe oltremodo perso se non avesse partecipato. Doveva solo ringraziarla.

Potresti almeno non farti aspettare ancora? C'è un limite alla mia pazienza Shaw, ho una dama che mi attente. E non sei tu!

Vabbè che le principesse si facevano sempre aspettare, ma lei aveva un'ospite speciale da accogliere all'entrata dei giardini, la sua dama per quella sera, Mary.


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Edited by Nontiscordardime - 30/12/2022, 19:02
 
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view post Posted on 29/12/2022, 15:08
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Fu sicuro di aver tentato, letteralmente, di fulminarla con lo sguardo non appena le si era fermato davanti, ma non aveva ottenuto il risultato sperato. Tutt’altro, vide la Grifondoro scoppiare a ridere in risposta. Doveva trovare molto divertente farlo incazzare. Le riusciva sempre molto bene e Draven, ogni volta, si chiedeva come non si fosse ancora stufata. Così come anche lui! Forse, doveva ringraziare la propria pigrizia e il fatto che non volesse avere casini nella scuola se non l’aveva ancora uccisa a mani nude. Ma da una persona che aveva quel tipo di reazioni ventiquattro ore su ventiquattro non si aspettava più di così. Anche innervosirsi era solo una perdita di tempo ed energie. Alzò gli occhi al cielo e sospirò. Non c'era gusto a sfogarsi contro di lei.
Si sfregò le palpebre, ancora strizzate in un'espressione adirata; non aveva alcuna voglia nemmeno di prendere in considerazione il motivo per cui Alice si era spinta a quel punto pur di convincerlo, ma ormai lo aveva svegliato.
Non si era organizzato per avere un abito adeguato per la festa, perché aveva deciso di non andarci; lo aveva deciso da settimane! Aveva il treno alle cinque del mattino e gli eventi scolastici drenavano la sua linfa vitale. Tutte le persone che, con tanto impegno, cercava di tenere a debita distanza per tutto l’anno sembravano vorticargli intorno in quelle occasioni. Senza contare che, ormai da anni, ogni volta che per un motivo o per un altro si era trovato costretto a presenziare, gli erano sempre successe cose brutte. Erano passati solo pochi mesi dallo sguardo gelido e disinteressato di Casey, così come il rifiuto di Megan… Solo riportare a galla quei pensieri bastò a fargli salire l’ansia fino ad avere il battito cardiaco accelerato. Con la strillettera zittita e l’angoscia che prese il sopravvento in risposta ai propri pensieri, gli sembrò di sentire la rabbia defluire via come da una ferita aperta.

No. Non ho abiti adeguati e non ci voglio venire al ballo. Mi succedono sempre cose strane quando sto in mezzo a troppe persone. – esordì, lamentoso e a mo di confessione, non per scaturire nell’amica una qualche forma di comprensione empatica, quanto per evitare il rischio che potesse insistere fino all’inverosimile per farlo uscire. In qualche modo, era riuscito a scamparla anche dal punto di vista burocratico – o almeno sperava di esserci riuscito e di non ritrovarsi un’ammonizione tra le mani prima della partenza prevista il giorno dopo – per cui non c’era davvero nulla che potesse spingerlo ad andare al ballo. Anzi, se si soffermava a pensarci, vedeva solo lati negativi… E bastava l’idea di Megan circondata da disagiati concasati a farlo irritare. C’erano cose che per la propria sanità mentale, già piuttosto toccata, preferiva ignorare. Si voltò quando lo pizzicò sulle spalle, ritrovandosi ad accentuare la smorfia in viso; sarebbe rientrato in dormitorio, ma non di certo per assecondare le sue pressioni.

Non devi aspettare niente. Vattene. – commento poi, con un cenno delle mani come a volerla scacciare via. Era sicuro che quella dannata strillettera fosse stata sentita da chiunque nei sotterranei e preferiva non attirare ulteriormente l’attenzione. Sarebbe bastato affacciarsi nel corridoio principale per vederlo in tuta e a piedi scalzi che discuteva con una zanzara Grifondoro… Non benissimo.
Ma distogliendo, per un brevissimo istante, l’attenzione da se stesso, la mente elaborò a dovere il significato delle sue ultime parole: una dama che l’attende. Che finalmente si fosse convinta con la Prefetto Corvonero? Era un po’ curioso a riguardo, doveva ammetterlo. Più che altro perché gli parlava perennemente, anche solo per il gusto di infastidirlo a lezione, ma non gli aveva mai confermato nulla delle dicerie che svolazzavano di muro in muro nel castello. Era un pericolo per se stesso appena sveglio, non ragionava come al solito, era lento a rendersi reattivo ed era decisamente più impulsivo di quanto la sua natura, in condizioni normali, gli permettesse. Forse per questo o forse perché sicuro di un rapporto di pseudo-amicizia basato sul battibeccare reciproco, si voltò di nuovo verso di lei.

Con chi ci vai? - chiese, semplice e diretto. Si chinò verso di lei per incrociare il suo sguardo senza possibilità che potesse ignorarlo e inarcò un sopracciglio; con un'espressione scettica e divertita allo stesso tempo, attese pazientemente.


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view post Posted on 30/12/2022, 17:27
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Se per Draven era una seccatura ogni volta essere trascinato al ballo, per Alice lo era convincerlo ogni volta a partecipare. Forse avrebbe dovuto semplicemente lasciarlo in pace, ma chi era lei per non utilizzare qualsiasi occasione possibile per dargli ai nervi? Almeno poteva provare un po' della sua stessa medicina, dopotutto lui sapeva irritare esattamente allo stesso modo. Eppure nonostante gli scherzi e le prese in giro, il Serpeverde non sembrava ancora averla mandata a quel paese. Alice si chiedeva perché, dopotutto all'apparenza sembravano solo darsi fastidio a vicenda. Erano due rompicoglioni, facce della stessa medaglia ma dipinte in modo totalmente opposto.
La verità era che, suo malgrado, Alice sentiva di starsi affezionando e non averlo lì con lei, seppur probabilmente impegnato a sbavare dietro ad una certa corvetta, le dava forse più fastidio che battibeccare continuamente. Era stato un punto fermo in quel caos di emozioni degli ultimi mesi e sebbene fosse più che pessimo nel dare consigli, oltre che irritante con non mai, per qualche motivo si sentiva a suo agio con lui. Poteva essere se stessa.

Gnegnegne. Piantala di lamentarti, ti sono successe anche cose belle, grazie ai party. Tipo prenderti una ridicolissima cott--

Si interruppe giusto per non sbandierare ai quattro venti i suoi fatti personali. Anche se sarebbe stata solo questione di tempo per lei di venire a conoscenza di cosa bolleva in pentola. Sospettava ci fosse qualcosa tra lui e la Haven più che altro perché entrambi arrossivano o reagivano in maniera evidente quando si incontravano per caso, erano troppo impacciati e loschi perché non fosse successo nulla. Tirò gli occhi al cielo come una madre di fronte alle lamentele di un bambino capriccioso.

Beh fatti venire qualcosa in mente! Usa il cervello!

Ignorò il suo volerla mandare via, premendo ancora di più per spingerlo in avanti, si doveva muovere. Quelle moine non sarebbero servite a niente, ormai lo aveva svegliato quindi perché continuare a lamentarsi? La sua domanda arrivò improvvisa, oltre che lasciandola con un momento di sorpresa. Solitamente non le chiedeva mai cose di questo tipo.

Con una persona speciale. Mary Grenger.

Si limitò a dire, il viso le si colorò di entusiasmo, gioia e tenerezza come quando si pensa ad una persona cara. Era quella, un' Alice che Draven non aveva mai visto, affettuosa ed emozionata. Durò solo qualche istante comunque prima che tornasse a guardarlo in cagnesco.

Ti muovi??!


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Edited by Nontiscordardime - 30/12/2022, 18:58
 
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view post Posted on 30/12/2022, 21:39
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Calma, spensieratezza e tranquillità.
Mike avrebbe usato quelle tre parole per descrivere il clima che regnava all’interno della sala comune in quel momento. Il ballo di fine anno stava per iniziare e, tra un saluto e uno scambio di buoni auspici, molti dei suoi concasati erano già pronti per dirigersi verso i giardini del castello, mentre altri sarebbero rimasti comodamente in sala comune. L’inglese, che si era preso un po’ tardi e che non voleva essere tra i primi a fare il proprio ingresso alla festa, era ancora in bagno, intento a sistemarsi.
Tutto sembrava procedere al meglio e nella totale armonia; dai divanetti della sala gli studenti più giovani erano intenti a canticchiare canzoni allegre e natalizie e, in un certo senso, anche il volto di Mike sembrava riflettere quel clima.
L’imprevisto, tuttavia, era sempre dietro l’angolo.
Un boato e un lungo strillo squarciarono quell’ambiente di festa. Una voce urlante, amplificata all’ennesima potenza.
Era forse scoppiata una bomba in sala comune? Qualcuno aveva proclamato un’insurrezione? L’inglese aveva cercato di tapparsi le orecchie con un gesto istintivo, ma il suono rimbombava forte e chiaro anche all’interno dei bagni.
DRAVEN ENRIK SHAW, IL BALLO TI ASPETTA! ANDIAMO! IL BALLO TI ASPETTA!
DRAVEN ENRIK SHAW, IL BALLO TI ASPETTA!
DRAVEN ENRIK SHAW.
Doveva essere lui la causa di tutto ciò. O ne era comunque riconducibile.
Da quando aveva messo piede ad Hogwarts, l’inglese non aveva mai assistito a niente di simile, e se il suo Prefetto era in qualche modo responsabile di tutto quel trambusto, ne avrebbe presto pagate le conseguenze. Tutti sapevano che all’interno della sala comune vigevano da secoli regole e consuetudini non scritte, e su queste, nessun Caposcuola avrebbe mai potuto transigere.
Adirato e oltremodo infastidito per tutta quella baraonda, Mike sarebbe uscito velocemente dal locale soltanto mezzo vestito, con addosso solamente i pantaloni, l’abito non ancora allacciato, e i calzini.
Afferrata al volo la bacchetta, avrebbe seguito la scia sonora fino a trovarne la fonte. Il corpo era rigido, il passo deciso e lo sguardo, invece, era ridotto a una sola fessura.
La ricerca, piuttosto semplice in realtà, lo condusse proprio verso chi, in quell’occasione, aveva deciso di dare spettacolo. Capelli ancora arruffati, con addosso soltanto un paio di pantaloncini e una t-shirt, il colpevole doveva essere intento a darsi alla fuga assieme all’eventuale complice, visto che era comunque riuscito a varcare incolume i confini della sala comune.
Illeso lo sarebbe rimasto ancora per poco, perché Mike, oltre ad essere profondamente deluso e arrabbiato, si sentiva anche tradito. A colpirlo nel profondo, forse addirittura più del gesto in sé, era la mano che si era macchiata di tal crimine.
Come aveva potuto, Draven Shaw, infangare l’integrità di quel luogo?
Mike si sentiva come se fosse stato colpito brutalmente da un bolide in pieno stomaco; quella realtà era troppo brutta per essere vera, ma tutti gli indizi erano contro di lui e la sua eventuale complice. Era la quiete prima della tempesta, la bava di vento prima del fortunale, e quando arrivò a tiro dei due, iniziò a caricare il colpo.
«Non ho mai udito un casino simile tra queste mura. Cosa - cazzo - è - successo.
Esigo una spiegazione convincente, e la esigo ora.»

Voce bassa, parole scandite lentamente e tono piatto, a cui subito si aggiunse la bacchetta di Prugnolo, puntata a metà strada tra i due. Quella frase sembrò più minacciosa di qualsiasi urlo, anche se pronunciata da uno studente ancora mezzo vestito.

Non vi meritate il post di avvicinamento.
Intervento concordato.

 
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view post Posted on 2/1/2023, 17:47
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Draven Enrik Shaw
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Infilò pigramente le mani nelle tasche dei pantaloncini, le spalle incurvate in avanti in una posa indolente.
Chi cazzo era Mary Grenger?! Stare dietro a tutte le persone che bazzicavano intorno ad Alice Wagner era impossibile.
Che glielo aveva chiesto a fare, in effetti, se aveva seri problemi ad associare nomi a persone? Forse, pensando che la ragazza si sarebbe protesa in una spiegazione ben più articolata? Era di poche parole, per essere Alice Wagner. Poche, ma mirate a rompergli i coglioni.
Avrebbe potuto indagare su alcune di quelle che la ragazza aveva accennato a dire in quel breve lasso di tempo da quando aveva zittito la sua strillettera, come la “ridicolissima cotta” su cui si era morsa la lingua per evitare che gliela strappasse via lui per aver dato fiato a questioni che non la riguardavano e che aveva deciso di giudicare con un aggettivo improprio, ma il Serpeverde non aveva alcuna voglia di proseguire quello scambio di provocazioni. Non aveva tempo da perdere; o meglio, non voleva togliere tempo al proprio riposo e che, per via di una curiosità, aveva già perso a sufficienza.
Inarcò di nuovo un sopracciglio, stavolta senza riuscire a nascondere una smorfia dubbiosa e anche schifata, che forse la ragazza sarebbe stata in grado di interpretare non come un giudizio nei suoi diretti confronti, quanto per il fatto che conoscesse davvero troppa gente per i suoi gusti.

Divertiti. – si limitò a dire, atono, con ancora il viso distorto da quella smorfia. Fece per voltarsi e darle di nuovo le spalle, per tornarsene apaticamente in dormitorio, quando le conseguenze di quanto appena accaduto lo travolsero a valanga; ogni parola pronunciata dal Caposcuola dietro di lui gli provocarono un livello crescente di assideramento. La schiena rigida come un blocco di ghiaccio. Non mosse nemmeno un muscolo e lo sguardo si fissò sul pavimento.
In pochi secondi, il tempo necessario per voltarsi e fronteggiare Mike, avrebbe dovuto elaborare il discorso perfetto per ridurre il suo livello di irritazione. Forse perché, ormai e a discapito della propria volontà, aveva finito con l’abituarsi ai modi di fare di Alice, si era fatto scivolare addosso con estrema facilità il fastidio per la strillettera. Ma non era così per Mike, per chiunque altro. Non lo sarebbe stato nemmeno per lui stesso, se si fosse trattato di chiunque altro.
Doveva ragionare e in fretta.
Improvvisamente sveglio e reattivo, razionalizzò immediatamente la situazione. Vero che Alice aveva fatto e inviato la lettera, ma era arrivata in dormitorio per vie traverse.
Dato che odiava la mancanza di sincerità nelle persone e non aveva mai mentito in vita sua, per un patto fatto con se stesso molti, molti anni addietro, negli anni di crescita aveva imparato una o due cose su come omettere dettagli e adornare ipotesi con una certa noncuranza dei fatti reali e concreti; in mancanza di prove, tutto era credibile purché reso tale.

Einfach mitspielen. – mimò con le labbra, rialzando lo sguardo sul viso della Grifondoro, assicurandosi che avesse notato e compreso il labiale. Un’altra promessa che aveva fatto a se stesso, era che non avrebbe più parlato tedesco; forse per renderle chiara la gravità della situazione o solo per attirare la sua attenzione al punto da lasciarla basita qualche istante, guadagnandosi il tempo di rispondere al Caposcuola, gli venne istintivo farlo. Senza suoni, scaltramente, per aggirare i termini della promessa.
Poi, si voltò rapido verso Mike. Mascella tesa e viso alto a fronteggiare con fierezza una situazione che, a essere totalmente onesti, gli faceva tremare le gambe; Mike incazzato non era un bello spettacolo.

È stata lei. – esordì, indicando Alice con un cenno del capo, ma senza distogliere lo sguardo dal viso del Caposcuola.

O meglio: è partito tutto da lei. Voleva farmi recapitare una strillettera. Credo sia stata incantata da un Serpeverde, che l’ha poi abbandonata in dormitorio. – proseguì a dire, prima che Alice potesse intervenire in qualche modo e mandargli all’aria il discorso. Era abbastanza sicuro che a incantarla con un sonorus così aggressivo fosse stata lei stessa con il suo essere scherzosamente sadica, ma comunque era stato un concasato a fargliela arrivare in dormitorio, quasi con precisione di fronte la propria camera. Nessuno al di fuori dei Serpeverde e, più nello specifico, dei maschi Serpeverde poteva sapere quale fosse la sua stanza. Aveva tutta l’intenzione di trovare l’idiota che aveva generato quel casino e appenderlo a testa in giù in Sala Comune. Ma se Alice si fosse presa tutta la colpa, avrebbe anche potuto stizzirsi e non rivelargli il nome del suo complice, per cui…

Stava giusto per dirmi chi è stato. – concluse, prima di voltarsi di nuovo verso Alice e farsi un po’ più di lato, indietreggiando di un paio di passi in modo che anche la Grifondoro potesse ritrovarsi lo sguardo adirato di Mike addosso.


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view post Posted on 7/1/2023, 18:42
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Al solito l'aveva liquidata con due parole, cercando di darsela a gambe. Alice tirò gli occhi al cielo. Era un ragazzo davvero impossibile, nonostante tutto il piano che aveva architettato per farlo uscire da lì, sarebbe stato capace di tornarsene a letto come se nulla fosse stato. Fece per fare un passo in avanti, la bocca spalancata a dir qualcosa, probabilmente un insulto o una poco velata minaccia, quando si ritrovò il caposcuola Serpeverde di fronte a lei, adirato come non mai. Avrebbe dovuto provare dei sensi di colpa, o un minimo di spavento, avrebbe dovuto sentire lo stomaco stringersi in una morsa e il cuore iniziare a batter forte per l'ansia, ma la verità era che il cervello di Alice Wagner non funzionava come ci si aspettava che funzionasse. La situazione era troppo divertente per poter essere vera. Il caposcuola Serpeverde era di fronte a loro, non ancor del tutto vestito, con l'aria di fosse stato appena svegliato di soprassalto. Era arrabbiato. Era furioso.

Oh mio Dio. Come faccio ad avere tutto questo talento?

Fu il primo pensiero che sfiorò la mente della Grifondoro mentre avvertiva lo sguardo pungente di Mike sul proprio volto e su quello di Draven. Doveva contenersi per non scoppiare a ridere. Non poteva essere seriamente così arrabbiato per uno stupido scherzetto, erano davvero così diverse le loro sale comuni? E perché quella Serpeverde somigliava a un raduno per pensionati?

Mentre tutti questi pensieri assalivano la sua mente, Alice spostò lo sguardo su Draven che sembrava molto più colpito dall'atteggiamento di Minotaus. Giustamente lui lo stava prendendo sul serio. Si era improvvisamente irrigidito e poteva chiaramente notare un'espressione mista tra panico e ansia sul suo volto. Alice, ancora una volta aprì la bocca. Avrebbe risolto tutto all'istante, non avrebbe mai messo Draven nei casini per colpa sua, dopotutto era uno scherzo mirato a dargli fastidio, non di certo a farlo finire in punizione. In fondo sapeva quanto ci tenesse alla scuola e all'essere il perfetto studentello.

Mentre stava elaborando la cavolata da dire per far rilassare un po' tutti quanti, Draven si voltò per mimarle qualcosa con la bocca. Gli occhi di Alice si concentrarono sulle parole del Serpeverde e mai rimasero più sorpresi nel recepire il messaggio. Gli aveva parlato in tedesco. Lui, Draven Shaw, aveva elaborato una frase che aveva perfettamente senso. Nella sua lingua. Rimase a fissarlo imbambolata per non seppe lei nemmeno quanto tempo. Estraniandosi così tanto dalla conversazione che le parole le sembrarono solo suoni di sottofondo.

Cosa cazzo era appena successo? Improvvisamente si ritrovò lo sguardo di Draven addosso, insieme a quello di Mike, come in attesa di una risposta. Una risposta sì ma a quale domanda? Non ne aveva idea. Si schiarì la voce, decidendo di dire quello che le passava per la mente, in fondo non aveva tempo da perdere, Mary l'attendeva.

Ah vedo che addirittura il caposcuola Minotaus è venuto a salutarmi.

Sorrise avvicinandosi di qualche passo. Forse il suo senso del pericolo doveva essere rotto, o la sua sventatezza aveva raggiunto livelli mai visti prima, fatto stava che non le importava un bel nulla di quel tizio lì di fronte, anzi pensava decisamente che dovesse rilassarsi e farsi una risata ogni tanto. Faceva male essere così iracondi alla sua età.

Mi spiace aver svegliato anche te. Ma che avete l'ora nel risposino come all'asilo--? Comunque la colpa è mia, è tuuutta mia vostro onore. Alice Wagner, è un piacere.

Allungò la mano, che immaginava non sarebbe stata stretta, non da uno che aveva dipinto in faccia la voglia di prenderla a Stupeficium per cui avrebbe finito per ritirarla indietro. Diede un'occhiata all'orologio che teneva sul polso. Urca, era in schifosissimo ritardo.

Hm. Temo di essere in ritardo, qualsiasi punizione dovrà aspettare. Non prendertela con Draven, sai benissimo che non sarebbe mai stato così intelligente da organizzare uno scherzo del genere.

Però dovresti costringerlo a venire al ballo. E' un prefetto dopotutto, non credi?


Una breve pausa in cui scambiò un'occhiata con Drav, facendogli l'occhiolino. Si tolse gli occhiali e glieli poggiò sullo scollo della maglietta. Che lo ispirassero per il suo nuovo look.

Benutz die.

Usali. Dopodiché girò i tacchi, con tutta l'intenzione di raggiungere Mary il più presto possibile. Se quello scherzo avesse finito per procurarle problemi, quelli avrebbero dovuto aspettare ancora un po'. Ora non aveva proprio tempo.


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view post Posted on 14/1/2023, 14:05
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La rabbia era un sentimento potente, ma allo stesso tempo affascinante. Presa a piccole dosi, come in quell’occasione, poteva risultare addirittura utile per allontanare presenze ostili da un luogo caro o per evitare ulteriori e spiacevoli inconvenienti in un prossimo futuro. Nel vederlo così stizzito, i due avrebbero capito che quello non era un luogo consono a quel tipo di scherzo?
Lo sguardo di Mike si spostava tra Draven e la Wagner, che riconobbe già tutta agghindata per l’imminente ballo, sempre che fosse riuscita a levarsi d’impiccio da quella situazione.
Shaw, il primo a rispondere al suo appello, sembrava mostrare più di qualche difficoltà nel portare avanti una vera e completa giustificazione, anche se le sue premesse sembravano plausibili.
Certo, bisognava essere dei veri e propri geni del male per pensare che potenziare una strillettera per farla poi esplodere nel bel mezzo di una sala comune fosse un’azione esente da spiacevoli conseguenze, come se di solito all’interno di quel luogo non vi fossero studenti di ogni tipo e anno, e anche qualche animale domestico.
Mike pensò per un istante al suo pacifico Plimpi Ghiottone, immaginandosi quegli occhioni grandi e stralunati farsi ancora più sgranati per quell’improvviso spavento. E come avrebbe potuto reagire un povero gattino, un topo o qualche strano ranocchio?
Se ci fosse stato il coinvolgimento di un ulteriore Serpeverde ne avrebbe subito chiesto nome, cognome e stimato il quoziente intellettivo, che di certo non avrebbe mai potuto superare quello di uno Gnomo infestante, ma le belle parole del suo Prefetto non furono seguite da una narrazione coerente della sua amica.
Dunque, cos’era successo veramente? L’umore di Mike si stava via via alterando, e gli atteggiamenti della Wagner lo portarono ben presto ad aggrottare la fronte e a serrare ulteriormente i denti.
Come poteva pensare di atteggiarsi in quel modo e pensare addirittura di farla franca?
Parole senza senso rimbombarono nella sua mente, lasciandolo per qualche istante visibilmente confuso.
Riposino? Asilo? Era incredulo, perché tutto ciò che stava sentendo dalla rossa non aveva alcun senso logico.
Si era assunta la colpa di quel gesto, ma più che accettarne le parole, Mike era quasi più preoccupato dal fatto che potessero esistere persone così strane all’interno della scuola.
«Wagner, non farti più vedere in questa zona del Castello!»
Poi, l’inimmaginabile.
Quella svitata se la stava pure svignando, forse prendendolo troppo in parola, lasciandolo lì come un pesce lesso e a bocca ancora aperta.
Di contro, Mike era rimasto immobile come colpito da un Petrificus, interdetto e incapace di reagire a quel susseguirsi di azioni per lui assolutamente assurde. Ma ora, che fare? Il ballo stava ormai per iniziare e l’inglese non era ancora pronto; forse qualcuno lo stava già aspettando e c’erano pure gli studenti più giovani da accompagnare.
«Riprenderemo questa faccenda più tardi, ora è meglio che tu vada a prepararti.» Dopo un silenzio durato più del previsto, Mike era finalmente riuscito a sbloccarsi, con il cuore che aveva ripreso a battere vigoroso per fornire una maggiore tensione muscolare a tutto il corpo.
«Ti lascio l’incarico di accompagnare tutti i primini, che anch’io sono già in ritardo.» Punizione per Shaw, che sicuramente in cuor suo era ancora convinto di poter poltrire in dormitorio, dopo tutto quello che era successo.
Cercando di non far intravedere tutta l’insofferenza e l’incredulità che aveva appena provato, Mike si sarebbe girato dall’altra parte rispetto alla direzione presa da Alice, per tornare all’interno della sala. Se non altro avrebbero dovuto ristabilire l’ordine dopo quel simpaticissimo scherzetto. Ci sarebbero state altre occasioni per pareggiare i conti anche con lei… forse già nel corso della festa.
«Andiamo.»
Sentenziò rivolto verso Shaw, senza concedere ulteriori repliche. In altre occasioni avrebbe pure cercato di metterlo in guardia nel trovare complici e luoghi migliori per eventuali scherzi, perché in fondo gli voleva bene, ma era ancora diffidente e troppo infastidito per tutto ciò che era appena successo… e, alla fine, le frequentazioni del ragazzo non assolutamente fatti suoi.

 
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