Infilò pigramente le mani nelle tasche dei pantaloncini, le spalle incurvate in avanti in una posa indolente.
Chi cazzo era Mary Grenger?! Stare dietro a tutte le persone che bazzicavano intorno ad Alice Wagner era impossibile.
Che glielo aveva chiesto a fare, in effetti, se aveva seri problemi ad associare nomi a persone? Forse, pensando che la ragazza si sarebbe protesa in una spiegazione ben più articolata? Era di poche parole, per essere Alice Wagner. Poche, ma mirate a rompergli i coglioni.
Avrebbe potuto indagare su alcune di quelle che la ragazza aveva accennato a dire in quel breve lasso di tempo da quando aveva zittito la sua strillettera, come la “ridicolissima cotta” su cui si era morsa la lingua per evitare che gliela strappasse via lui per aver dato fiato a questioni che non la riguardavano e che aveva deciso di giudicare con un aggettivo improprio, ma il Serpeverde non aveva alcuna voglia di proseguire quello scambio di provocazioni. Non aveva tempo da perdere; o meglio, non voleva togliere tempo al proprio riposo e che, per via di una curiosità, aveva già perso a sufficienza.
Inarcò di nuovo un sopracciglio, stavolta senza riuscire a nascondere una smorfia dubbiosa e anche schifata, che forse la ragazza sarebbe stata in grado di interpretare non come un giudizio nei suoi diretti confronti, quanto per il fatto che conoscesse davvero troppa gente per i suoi gusti.
Divertiti. – si limitò a dire, atono, con ancora il viso distorto da quella smorfia. Fece per voltarsi e darle di nuovo le spalle, per tornarsene apaticamente in dormitorio, quando le conseguenze di quanto appena accaduto lo travolsero a valanga; ogni parola pronunciata dal Caposcuola dietro di lui gli provocarono un livello crescente di assideramento. La schiena rigida come un blocco di ghiaccio. Non mosse nemmeno un muscolo e lo sguardo si fissò sul pavimento.
In pochi secondi, il tempo necessario per voltarsi e fronteggiare Mike, avrebbe dovuto elaborare il discorso perfetto per ridurre il suo livello di irritazione. Forse perché, ormai e a discapito della propria volontà, aveva finito con l’abituarsi ai modi di fare di Alice, si era fatto scivolare addosso con estrema facilità il fastidio per la strillettera. Ma non era così per Mike, per chiunque altro. Non lo sarebbe stato nemmeno per lui stesso, se si fosse trattato di chiunque altro.
Doveva ragionare e in fretta.
Improvvisamente sveglio e reattivo, razionalizzò immediatamente la situazione. Vero che Alice aveva fatto e inviato la lettera, ma era arrivata in dormitorio per vie traverse.
Dato che odiava la mancanza di sincerità nelle persone e non aveva mai mentito in vita sua, per un patto fatto con se stesso molti, molti anni addietro, negli anni di crescita aveva imparato una o due cose su come omettere dettagli e adornare ipotesi con una certa noncuranza dei fatti reali e concreti; in mancanza di prove, tutto era credibile purché reso tale.
Einfach mitspielen. – mimò con le labbra, rialzando lo sguardo sul viso della Grifondoro, assicurandosi che avesse notato e compreso il labiale. Un’altra promessa che aveva fatto a se stesso, era che non avrebbe più parlato tedesco; forse per renderle chiara la gravità della situazione o solo per attirare la sua attenzione al punto da lasciarla basita qualche istante, guadagnandosi il tempo di rispondere al Caposcuola, gli venne istintivo farlo. Senza suoni, scaltramente, per aggirare i termini della promessa.
Poi, si voltò rapido verso Mike. Mascella tesa e viso alto a fronteggiare con fierezza una situazione che, a essere totalmente onesti, gli faceva tremare le gambe; Mike incazzato non era un bello spettacolo.
È stata lei. – esordì, indicando Alice con un cenno del capo, ma senza distogliere lo sguardo dal viso del Caposcuola.
O meglio: è partito tutto da lei. Voleva farmi recapitare una strillettera. Credo sia stata incantata da un Serpeverde, che l’ha poi abbandonata in dormitorio. – proseguì a dire, prima che Alice potesse intervenire in qualche modo e mandargli all’aria il discorso. Era abbastanza sicuro che a incantarla con un sonorus così aggressivo fosse stata lei stessa con il suo essere scherzosamente sadica, ma comunque era stato un concasato a fargliela arrivare in dormitorio, quasi con precisione di fronte la propria camera. Nessuno al di fuori dei Serpeverde e, più nello specifico, dei maschi Serpeverde poteva sapere quale fosse la sua stanza. Aveva tutta l’intenzione di trovare l’idiota che aveva generato quel casino e appenderlo a testa in giù in Sala Comune. Ma se Alice si fosse presa tutta la colpa, avrebbe anche potuto stizzirsi e non rivelargli il nome del suo complice, per cui…
Stava giusto per dirmi chi è stato. – concluse, prima di voltarsi di nuovo verso Alice e farsi un po’ più di lato, indietreggiando di un paio di passi in modo che anche la Grifondoro potesse ritrovarsi lo sguardo adirato di Mike addosso.