Peace, Jane Read

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view post Posted on 30/12/2022, 08:39
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Le rigide temperature invernali avevano sfracassato i boccini di Lucien, che in un atto di rifiuto aveva convinto Jane a trascorrere l’ultimo dell’anno in una località più calda. Una vacanza di pochi giorni che avrebbe abbracciato la fine di un anno e l’inizio di quello nuovo, in un moto che voleva lasciare indietro le cose scomode per abbracciarne di migliori.
Il francese non aveva rivelato la meta alla strega per farle una sorpresa, aveva giusto indicato il tipo di clima che li avrebbero ospitati in modo di farle preparare delle valige idonee. Dunque quella mattina fece apparire delle bende che andarono a coprire gli occhi della medimaga mentre lui si occupava dei bagagli e della materializzazione congiunta. I due apparirono in una distesa di sabbia e pezzi di corallo rosa sbriciolati che si estendeva per chilometri a perdita d’occhio. Komodo Pantai Merah, in Indonesia, accolse la loro apparizione con una ventata calda salmastra, una promessa liquida che stuzzicava l’immersione.
Un luogo intriso di magia, dove perfino gli alberi si coloravano delle sfumature dell’arcobaleno e, si diceva, narrassero storie ai visitatori con le loro voci secolari. Ispirava pace e relax in armonia coi sensi, ciò di cui Lucien sentiva di aver bisogno così come Jane, visti i turni illegali al San Mungo che la sfinivano più del tempo speso con lui.
- Che ne pensi? - le domandò con un sorriso sghembo quando ebbe sciolto la stoffa che le copriva gli occhi. Piazzato alle sue spalle con gli anfibi affondati nella sabbia, il docente poggiò il mento nell’incavo della spalla della strega.
Lucien
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view post Posted on 2/1/2023, 21:49
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Jane
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Dicembre aveva risvegliato la tensione che era convinta di essersi finalmente lasciata alle spalle, e a mano a mano che l’epilogo dell’anno diventava sempre più vicino la sensazione di un macigno sul petto acquisiva sempre più forza. Aveva cercato di non farlo notare alle persone a lei più vicine – soprattutto a Lucien, che probabilmente avrebbe compreso subito l’origine di quel malessere – accettando come via di fuga tutti i turni extra che dovevano essere coperti al San Mungo. Tuttavia, il risultato non era stato del tutto quello auspicato, perché se da un lato i lunghi turni di dodici ore le fornivano una fonte non indifferente di distrazioni, dall’altro il suo corpo aveva iniziato ad accusarne gli effetti. La stanchezza cronica aveva reso il suo volto ancora più pallido del solito candore, le linee violacee sotto gli occhi ancora più marcate e la solita tazza di tè sostituita immancabilmente da una dose continua di caffeina. Per la prima volta da quando aveva iniziato a lavorare al San Mungo, si ritrovava ad ammettere di aver bisogno di staccare, da tutto e da tutti.
Era anche per tale motivo che aveva accolto la proposta di Lucien con entusiasmo, e aveva accantonato in fretta l’angoscia dei ricordi dell’ultimo viaggio insieme a favore di una spontanea curiosità, alimentata dai frammentari indizi che il francese le aveva concesso di conoscere a favore di un bagaglio adatto. Un lieve sorriso le illuminava il volto quel mattino mentre lasciava che il mago celasse alla vista la loro destinazione ancora prima di giungervi.
Con il sonoro crack della materializzazione congiunta che risuonava nelle orecchie, ondeggiò appena aggrappandosi con più forza al docente, cercando di ritrovare l’equilibrio e di scacciare la nausea che da sempre tale modalità di trasporto le regalava. Fece un paio di respiri profondi, trattenendo l’impulso di slegare la benda che le copriva gli occhi, e si concentrò sulle sensazioni che l’ambiente circostante, a lei sconosciuto, facevano vibrare sulla sua pelle. Un refolo di aria salmastra le solleticò il naso, prima di accarezzarle dolcemente le guance, scompigliarle i capelli e scendere leggero lungo le braccia. Trattenne il respiro mentre i nodi che stringevano la benda intorno al suo capo venivano sciolti, un leggero brivido di eccitazione scese lungo la sua schiena mentre la sorpresa veniva finalmente rivelata. Lo stupore prese vita in un timido sospiro mentre la meraviglia le illuminava lo sguardo.
« E’… » le parole rimasero incastrate sul fondo della gola, e dovette concedersi un paio di istanti, lo sguardo intento ad esplorare l’orizzonte, prima di riuscire a concludere la frase. « … bellissimo. »
Incapace di muovere anche solo un passo nonostante il crescente desiderio di avvertire il solletico della sabbia sotto i piedi, nonostante il richiamo delle onde del mare che sembravano attendere solo loro, rimase incantata ad osservare la distesa rosata di fronte a sé. « Dove ci troviamo? »
 
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view post Posted on 2/1/2023, 23:33
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L’aria salmastra pizzicava le narici di Lucien che inspirava a pieni polmoni quasi ne andasse della sua stessa vita. Era come se stesse inalando il profumo del mondo, non solo di una porzione di esso, e poterlo fare assieme alla compagna gli provocava una gioia che cercava di centellinare.
Godendosi la sua genuina reazione, intrecciò le mani attorno ai fianchi ben cesellati, attirandola a sé. Non gli erano passati inosservati i segni di quel periodo difficile per lei, ma non era il tipo di persona che insisteva affinché l’altro si aprisse: quando e se Jane se la fosse sentita di parlargliene, lui ci sarebbe stato e l’avrebbe supportata come meglio avrebbe potuto.
- A Pantai Merah, una delle sette spiagge rosa più belle del pianeta. Ospitata dall’isola indonesiana di Komodo, è il luogo di protezione del drago di Komodo: la lucertola più grande al mondo. - le spiegò con un sotteso artigliabile solo se la medimaga avesse saputo che quell’animale era uno dei predatori più temibile della terra. Il suo morso, contenente un mix letale di batteri e veleno, non lasciava scampo.
Fece scivolare il volto vicino all’orecchio della strega, lasciando che le labbra le solleticassero i capelli mentre bisbigliava - Se stanotte ti senti mordere, preoccupati. -
In senso più metaforico, quel luogo riassumeva la loro relazione poiché non c’era bellezza più folgorante di quella che celava il pericolo e Lucien sapeva di poter rappresentare questi due estremi per Jane.
Le mordicchiò appena il lobo dell’orecchio quindi si staccò da lei e iniziò a spogliarsi come un animale soffocato dal superfluo che reclamava la libertà rappresentata da un tuffo nelle acque cristalline. Prima di tuffarsi alla scoperta degli splendidi fondali popolati da una varietà infinita di fauna marina, si castò un Testabolla in modo da fare snorkeling senza avvalersi di scomodi mezzi babbani come maschera e boccaglio. L’acqua era un richiamo troppo allettante per poterle resistere.
Lucien
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view post Posted on 5/2/2023, 18:39
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Jane
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Ad ogni sospiro di vento che le accarezzava la pelle candida poteva avvertire gli strati di tensione accumulata nell’ultimo periodo scivolare via, uno a uno, disperdendosi nell’aria salmastra e sparire nel cielo limpido. Ascoltò con attenzione la spiegazione del francese, immaginando il sorriso sghembo che sicuramente stava prendendo forma sulle sue labbra. Una smorfia divertita le illuminò il volto in seguito all’avvertimento sussurrato nel suo orecchio, al quale il mago decise di dare un esempio pratico, e gli rispose leggera prima che sciogliesse l’abbraccio in cui l’aveva avvolta. « Sicuro che sarò l’unica a dover prestare attenzione stanotte? » Le sue parole si persero nell’aria mentre il docente, quasi attirato da un magnete, si avvicinava sempre più alla riva del mare lasciando una scia di abiti dietro di sé, prima di sparire sotto la superficie cristallina. Jane lo osservò divertita, prendendosi più tempo per apprezzare il solletico della sabbia rosata sotto i suoi piedi, e lasciando che i pesanti vestiti invernali si ammucchiassero in un’unica pila vicino ai loro bagagli prima di dirigersi verso l’acqua.
Il tessuto morbido del costume richiamava alla mente ricordi di altre spiagge, di altri mari esplorati in compagnia di un’esuberante e mai scontata Isabel, vacanze movimentate e forse con scopi ben diversi dalla pace di cui sembravano necessitare lei e Lucien in quel momento. Lasciò che le onde sinuose del mare le solleticassero le caviglie un paio di volte prima imitare i gesti del francese – ormai sotto la superficie dell’acqua da qualche minuto –, castare un incanto Testabolla ed immergersi nella distesa smeraldina. Le meraviglie della superficie, per quel poco che aveva potuto ammirare, quasi sfiguravano davanti al mondo subacqueo che attendeva solamente di essere esplorato. Lasciò che lo sguardo si riempisse di bellezza mentre gli occhi vagavano qua e là senza sapere dove soffermarsi, catturati inizialmente dalla sfumatura cremisi di un corallo che protendeva i propri rami verso la superficie, l’attenzione richiamata poi da un buffo e piccolissimo cavalluccio pigmeo che le tagliava la strada improvvisamente, nella coda ben stretta una treccia di alghe. Un guizzo sulla sua destra la fece voltare di scatto, e le sembrò di scorgere un tentacolo sparire dietro una roccia, probabilmente un polipo pronto a nascondersi davanti a quell’invasione costituita dalla sua presenza. Scese ancora più a fondo, dove l’acqua diventava più fredda facendola rabbrividire, spingendosi verso il fondale per accarezzarne la sabbia dai riflessi più candidi rispetto a quella della spiaggia e lasciandosi sfiorare da un banco di pesciolini colorati che le passò accanto facendola sorridere dalla sorpresa. Poco lontano poté scorgere Lucien esplorare il fondale a sua volta, i movimenti fluidi quasi come se fosse stato egli stesso parte del mare. Fu naturale per la sua mente guizzare al passato, e richiamare quel pomeriggio autunnale in cui il prima aveva iniziato a incrinarsi, e una tazza rotta era stata l’unica apparente vittima di confessioni sussurrate e verità sospese. Non aveva potuto dimenticare la rivelazione circa la connessione che legava il francese all’acqua, le sue parole nel cercare di descriverla, l’obiettivo di esplorarla maggiormente. Non aveva scordato nemmeno le condizioni di franca ipotermia che avevano fatto arrivare Lucien al San Mungo molto tempo prima, causate come aveva potuto apprendere solo in seguito dalla ricerca di quel legame così particolare, così nebuloso. Tuttavia, entrambi non avevano più fatto menzione di quella relazione tra Lucien e l’elemento, Jane troppo rispettosa del silenzio del docente per poter chiedere di più. L’unica certezza era che da quel giorno il mago non aveva più varcato le porte del nosocomio in pericolo di vita. Non ancora.
Scosse la testa, lasciando che la corrente marina allontanasse quell’ombra preoccupata dal suo animo, e con lente spinte delle braccia risalì in superficie, l’incanto che si ruppe non appena la sua testa fece capolino tra le onde delicate. Inspirò profondamente, lasciando che l’aria frizzantina le solleticasse le narici prima di cercare l’equilibrio e rimanere in superficie, galleggiando come una stella marina, ad occhi chiusi con il sole ad accarezzarle le guance. Nelle orecchie solo lo sciabordio dell’acqua, i sussurri del vento, lo stridore dei gabbiani: il caos della capitale inglese ormai sfumava in un lontano ricordo, le voci concitate dei colleghi, i gemiti sofferenti dei pazienti, tutto svaniva… rimanevano solo la natura e la tanto ricercata pace dei sensi.
 
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view post Posted on 15/2/2023, 20:55
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Il tappeto di coralli, conchiglie multicolore e banchi Plimpi guizzanti illuminò i volti del mago e la strega la cui magia gli avrebbe permesso di esplorare quel paradiso sottomarino.
Con un braccio Lucien fece cenno a Jane si seguirlo mentre nuotava verso uno scoglio su cui erano abbracciate delle stelle marine a creare un pattern suggestivo. Andarono avanti così per un po’ prima di riemergere ricolmi di bellissime visioni alla stregua un impero di Maridi.
Se la medimaga lo avesse permesso, Lucien l’avrebbe raggiunta per cullarsi un po’ in sua compagnia, baciandole ogni punto a disposizione.
- Non so esattamente cosa volessi venendo qui. Forse semplicemente farti vedere questo posto meraviglioso. -
Tale era la realtà, ma infondo voleva anche un po’ di pace che sapeva non potersi permettere tra le mura del castello.
Poco distante la sabbia rosata pareva un valido modo per scaldarsi e ironico fosse che per legge non avrebbero potuto portarne a casa nemmeno un granello.
- Cosa ti piacerebbe fare? -
La domanda sorse spontanea nel desiderio di prestarsi a qualunque attività la strega avrebbe preferito. Alla fine Lucien conosceva abbastanza bene quel luogo mentre per lei doveva essere una novità, almeno se non aveva inteso male. Comunque fosse, qualsiasi luogo riservava sorprese anche dopo averne percorso da cima a fondo tutto il perimetro. Stava lì il bello oltre alla compagnia con cui si facevano quelle nuove scoperte.

Lucien
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view post Posted on 7/5/2023, 18:08
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Cullata dolcemente dall’oceano, lasciava che la mente vagasse libera tra un’onda e l’altra, indirizzandola di tanto in tanto quando coglieva un accenno a pensieri pesanti che avrebbero potuto trascinarla sotto la superficie cristallina. Voleva credere che quei brevi istanti di quiete avrebbero avuto una vita più lunga delle onde che si infrangevano sulla battigia rosata, che i temporali fossero solo una minaccia lontana, capace di essere tenuti a distanza di sicurezza con la sola semplice forza di volontà. Perché, in fondo, non era quello il segreto? Si riscosse dall’impasse in cui era rimasta intrappolata, complice lo sciabordio dell’acqua smossa da Lucien, e lo seguì nel punto che le stava indicando. Ogni singolo movimento in quel luogo magico svelava un nuovo dettaglio, una meraviglia che attendeva solo di essere ammirata: si lasciò incantare dal quadro labirintico che le stelle marine avevano creato sulla superficie di uno scoglio, seguendone con un dito a mezz’aria i contorni come catturata da un incantesimo castato della natura solo per mettersi in mostra. Ancora qualche istante di ammirazione prima di tornare tra le braccia dell’oceano e farsi nuovamente catturare dal suo lento movimento. Tuttavia, la sua attenzione sembrava essere richiesta anche da altri, e si lasciò distrarre senza troppo dispiacere dal francese mentre un timido sorriso le incurvava le labbra. Le dita della strega che avevano abbandonato le stelle marine iniziarono a percorrere sentieri di inchiostro che oramai poteva dire di conoscere quasi a memoria. « E’… stupendo, davvero. » sfiorò con un bacio leggero le labbra del mago, prima di concludere la frase. « Grazie! » La gioia aveva dato nuova luce al suo sguardo, ma improvviso come una folata di vento il temporale che aveva allontanato poco prima fece nuovamente capolino nella sua mente. Perché, nonostante gli ultimi mesi, nonostante ciò che si erano ripromessi nel ristorante londinese, a volte le sembrava ancora di camminare sul bordo del precipizio. La cautela era in effetti spesso compagna dei loro incontri, e più di una volta ne aveva accettato la presenza con sollievo, facendovi più affidamento di quanto forse avrebbe dovuto. Era anche consapevole che i compromessi fossero necessari, se non fondamentali, eppure a volte davanti ai silenzi del francese apparentemente innocenti ma che guardati con più attenzione sembravano carichi di enigmi, ecco, a volte faticava a trattenersi. Era semplice dare la colpa alla sua dannata curiosità, troppo, ma era sicuramente più facile che ammettere che era la ferita si stava ancora rimarginando a bruciare ancora, non del tutto guarita e ancora molto delicata.
Fortunatamente la presenza e le parole di Lucien furono di nuovo in grado di salvarla dal quel vortice di pensieri sbagliati che attendevano solo il momento giusto per catturarla, e davanti ad una semplice domanda - cosa ti piacerebbe fare? - l’indecisione allontanò le nuvole scure dalla sua mente. Con un movimento lento delle braccia si allontanò appena dal mago, voltandosi ad osservare la spiaggia poco distante da loro: oltre, poteva scorgere la linea che demarcava l’inizio del regno della vegetazione isolana, i colori cangianti dei tronchi degli alberi un richiamo troppo forte per essere ignorato. « Mhm… » soppesò le varie scelte ancora per qualche secondo, prima di prendere una decisione, « e se ci spostassimo all’ombra? » Gli alberi avevano ormai catturato del tutto la sua attenzione, ed era certa che il pizzicore che avvertiva al naso fosse un primo avvertimento degli effetti dei raggi solari a cui la vita londinese sicuramente non l’aveva abituata. Senza attendere di udire la risposta del ragazzo si spinse verso la riva, lasciando una scia di impronte sul confine tra la spiaggia e il mare che vennero cancellate in pochi attimi. Raggiunti i bagagli, e recuperata la bacchetta, con un gesto di questa fece sbucare dallo zaino una borraccia d’acqua e qualcosa che potesse riempire i loro stomaci. « E’ un sentiero, quello? » indicò a Lucien la sottile striscia di terra battuta che si inoltrava nella foresta, prima di voltarsi verso di lui. « Sai dove porta, per caso? »
 
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view post Posted on 12/5/2023, 08:55
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Riemergere dal fondale era un po’ quello che il mago aveva cercato di fare in quel periodo, anteponendo una strada in caduta libera verso il lato più torbido della magia, al tempo speso con la compagna. Ancora restia ad abbandonarsi a quella che forse era l’unica costante di serenità delle loro reciproche vite, Lucien coglieva in silenzio dandole tempo.
Conscio dei propri sbagli, egli non avrebbe potuto pretendere più di quanto già Jane non facesse per entrambi. Dal canto suo il francese cercava di ricucire ciò che per natura gli era difficile tenere insieme, avvinto ad un modo di essere che contrastava quello di lei e che, inevitabilmente, incideva sulla relazione.
Con un colpo secco di bacchetta si asciugò e il sole parve aumentare la sua carezza rovente sulla pelle. Il clima non era dei più comodi e la respirazione ne risentiva, ma tutto sommato si stava bene e ci si poteva godere quel pezzetto di paradiso senza troppi problemi.
- È un’ottima idea. Vivendo nel Regno Unito non siamo abituati a questo sole spacca sassi e ci arrostiremmo nel giro di poco. -
Tra i peli della barba accennata iniziavano a formarsi piccole perle di sudore. Jane aveva una carnagione ancora più chiara della sua e, ironicamente, non esistevano magie specifiche anti arrossamento. Nè pozioni e unguenti equivalenti alle creme solari babbane.
Lucien recuperò i bagagli di entrambi facendoli levitare e imponendone la direzione del moto aereo, quindi individuò il sentiero indicato dalla compagna.
- Non ne sono sicuro, ma vediamo se sono in errore. -
Se anche si fossero persi, con un Seguimi non avrebbero avuto problemi ad orientarsi. Spostando delle fronde che ostruivano il loro cammino, il mago e la strega s’inoltrarono nella vegetazione rigogliosa assaporandone ogni dettaglio. Con il favore dell’ombra offerta dalle piante, il caldo era più sopportabile così come la respirazione.
- Oh, guarda! -
La mancina indicò un grappolo di alberi la cui corteccia sembrava una versione di cellulosa dell’arcobaleno. Le venature sembravano capillari multicolori e la cosa più peculiare, era che si muovevano come se i colori si rincorressero facendo si che l’aspetto degli alberi mutasse in continuazione. Se li avessero fotografati, i soggetti sarebbero stati sempre diversi.
- Sono alberi magici della stessa famiglia del platano picchiatore - spiegò in riferimento al moto caratterizzante, prendendo con delicatezza la mano di Jane ed invitandola a posarla sulla corteccia.
La medimaga avrebbe sentito un flusso scorrerle sotto il palmo e i colori avrebbero tinto la cute di vari colori. Un calore tiepido avrebbe trasmesso la sensazione, già data dalla vista, di avere a che fare con qualcosa di vivo e pulsante.

Lucien
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