Una costante che da sempre affliggeva i turni da Himiko's era il dover lavorare fino a tardi quando aveva idee o impegni totalmente diversi; il locale si riempiva di gente ogni volta che avrebbe preferito fare altro. Non le dispiaceva lavorare al ristorante, con tutti quei profumi e colori piacevoli – c'erano persino volte in cui riusciva a trafugare qualche sapore grazie al capo cuoco, che ormai si era affezionato alla giovane e curiosa cameriera – ma capitavano occasioni in cui preferiva di gran lunga qualcos'altro, come in quelle sere: la cometa di Neanderthal stava attraversando la volta celeste della Terra e, seppure fosse possibile osservarla anche con un semplice binocolo, il telescopio scolastico della Tassorosso fremeva dall'essere portato fin sopra la Torre di Astronomia. Fortuna era che la cometa fosse circumpolare, quindi visibile per tutta la notte, ma la sfortuna di non poter più usare la scusa delle ronde da Prefetto, per passare qualche minuto extra alla Torre, bilanciava la questione. Quindi tutto dipendeva dai turni lavorativi; ed era qui che la sfortuna squilibrava completamente, riempiendo il locale di file interminabili di clienti in attesa. Diventava persino pericoloso: controlli sbagliati rischiavano di far finire babbani tra i tavoli per maghi e viceversa, le conseguenze potevano essere disastrose. Non era tanto problematico se un babbano notava stranezze dai tavoli incantati, c'erano mille scuse che si potevano inventare – come la più classica e grande capacità artistica del sol levante, che ci ha insegnato ad usare i fogli di carta e la polvere da sparo in maniera decisamente elegante – al peggio interveniva qualcuno dal
Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici del Ministero. Era il viceversa il vero problema: gran parte dei purosangue non mettevano nemmeno piede all'Himiko's Taste, ma altri vi entravano al fine di dimostrare a se stessi la loro superiorità nei confronti di chi non aveva il loro stesso "potere". Le conseguenze potevano essere molto più gravi e dunque, per evitare qualsiasi complicazione bisognava restare vigili, evitare di pensare di voler guardare l'infinito sopra le proprie teste.
Quando aveva qualche secondo di pausa, la Tassorosso non resisteva nello spostare lo sguardo verso la finestra, anche se l'occhio nudo e soprattutto l'orario di cena non erano proprio strumento e momento ideale. Mentre i suoi occhi vagavano alla ricerca di una coda luminosa, notò una mano sollevata che chiedeva attenzione. Abituata a dedurre in anticipo i motivi di sollecito, la sua attenzione si spostò istintivamente sul tavolo permettendole di notare la presenza dei menù e l'assenza di piatti; non fu quindi difficile tornare ad essere una cameriera e capire cosa doveva fare. Si avvicinò con garbo e parlò con un fremito di esitazione:
«Huan..yíng» guardandosi intorno e schiarendosi la voce. Quello che aveva usato era un saluto cinese, mentre era evidentemente nella sala sbagliata.
«Irasshaimase!» Si corresse subito, cercando di non sbagliare gli accenti – anche se ormai il danno era fatto.
«Benvenuti, siete pronti per ordinare?» Si rese subito disponibile, nella speranza che i due clienti non si chiedessero perché avesse salutato due volte. Inevitabilmente il colorito sulle sue guance si evidenziò appena per l'imbarazzo. Eseguì il rito del Rei, che le concesse di abbassare lo sguardo e poi attese qualche altro secondo che il suo volto si raffreddasse, estraendo il taccuino dalla tasca del grembiule con un gesto più sicuro e rapido. Movimenti consecutivi che aveva ormai assimilato dopo anni di servizio nel locale.