The most valuable treasure, Riunione degli attivisti C.R.E.P.A.

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view post Posted on 2/2/2023, 22:30
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Una splendida mattina, non troppo fredda e umida per gli standard scozzesi e nonostante la neve: era il giusto compromesso per abbandonare la calda Sala Comune nei sotterranei del Castello alla volta del più piccolo e modesto Villaggio di Hogsmeade. Era un sabato, il che significava che molti degli studenti si sarebbero recati al paesino per l’uscita consueta del fine settimana pronti a gustare una Burrobirra ai Tre Manici oppure a svuotare il borsello in qualche altro negozio.
Lei, però, aveva una missione differente: avviarsi fino ai cancelli, raccattando per strada - con un po’ di fortuna - gli attivisti che quel mattino lo avrebbero trascorso con lei al Calzino Rattoppato per ragioni in apparenza lontane dal volontariato di routine; sperava di trovare Memory MacWood in Sala Comune o in Sala Grande, così come Caleb Elliott e la Serpeverde Lyvie Synfenir. Per quanto riguardava l’ultimo aggiunto al Comitato, sperava che la lettera inviata la settimana precedente fosse giunta a destinazione con le coordinate che gli aveva indicato. Se anche non li avesse trovati, i tre sapevano dove arrivare, le indicazioni erano state abbastanza chiare.
Il Calzino Rattoppato era una pietra miliare nella storia del C.R.E.P.A., ottenuta con sacrificio e molte generose donazioni, protetta da moltissimi incantesimi e da feroci guardiani. Quando, dopo aver superato il folto numero di visitatori e passanti del centro, imboccò la solitaria via alberata che conduceva alla residenza degli Elfi, si guardò attorno con circospezione: dopo quanto aveva visto al Villaggio non se la sentiva proprio di tenere lo sguardo basso pensando ai fatti propri. Il peso della memoria si alleggerì e non poco alla vista della famigliare statua canina posizionata in un angoletto ben protetto. Ad occhi poco attenti poteva sembrare una statua dimenticata nel mezzo della vegetazione imbiancata e del sentiero, ma sapeva che con le giuste moine, quella si sarebbe rivelata diversamente: non più un oggetto dimenticato, bensì la chiave di accesso al Calzino Rattoppato.

L’appuntamento era fissato per metà mattino, intorno alle dieci e trenta, e quindi passò i pochi minuti in attesa dei suoi ospiti passeggiando da un lato all’altro della viuzza acciotolata per riscaldarsi un poco. Le mani affondavano nelle tasche del suo cappotto color ciliegia, sui capelli rossi era calato un bel berretto di morbida lana bianca e una sciarpa morbida dello stesso colore le avvolgeva il collo e parte delle spalle. Si aspettava che il signor MKallen si materializzasse nei paraggi, mentre gli studenti sarebbero per forza arrivati a piedi.

Non dovette attendere poi molto, infatti i quattro si palesarono così come previsto e puntualmente, un fattore certamente degno di nota e che faceva a tutti loro molto onore.
«Bentrovati a tutti voi.» sorrise ai compagni, che conosceva per svariate ragioni - prima tra tutte il Comitato stesso -, e si volse allora al nuovo arrivato «Benvenuto signor MKallen, onorati che abbia accettato di fare parte della nostra piccola, ma importante organizzazione.»
Gli avrebbe stretto la mano cordialmente, sperando che lui ricambiasse, dopodiché si sarebbe rivolta a tutti indistintamente. Aveva assunto un tono serio, ma l’espressione del volto non lasciava spazio all’interpretazione. Era una cosa grave essere stati riuniti lì in un giorno libero? Che cosa avrebbe detto loro?
«Avete tutti risposto all’appello del Comitato e la ragione che cela la vostra convocazione è piuttosto importante.» iniziò con poche parole, mentre a passo lesto si avviava alla Statua del Cerbero con le dita già protese ad accarezzare la testolina centrale. Quella al suo tocco si animò e parve godere del privilegio di quelle carezze, accennando ad un uggiolio quasi contento. Tuttavia, ad attirare l’attenzione dei quattro sarebbe stata la comparsa di un edificio alle loro spalle: una costruzione lunga e stretta di mattoni rossi, erosa dal tempo in alcuni punti, ma circondata da molto verde nella bella stagione e culminante in una splendida seppur impolverata cupola in vetro.
«Benvenuti al Calzino Rattoppato.» sorrise facendo loro strada, spalancando il portone ed attendendo che tutti fossero al suo interno, si accertò che non vi fosse anima viva all’esterno per poter serrare il pesante uscio.

In breve tempo, camminando svelta, cominciò a spogliarsi del berretto e del cappotto andando incontro ad un Elfo Domestico ben vestito e dall’aria salubre, che reggeva una pila di piatti pronti ad essere sistemati nella grande credenza della cucina. La sua vocina acuta salutò gli ospiti e propose a Thalia di offrire un tè a tutti.
«Un’idea meravigliosa, Timmy, ti ringrazio molto. Se ci fossero i dolcetti di Estia…» azzardò con aria falsamente innocente, restando soddisfatta al cenno positivo della testolina glabra.
«Ci accomoderemo nella cucina, così potremo parlare tranquillamente.» annunciò e lasciò che fossero gli altri ad accedere al locale per primi, scegliendo i posti che più avrebbero preferito: la tavola poteva ospitare numerosi commensali, ma a loro sarebbe bastato un angolino, magari davanti al caminetto acceso.
Chiacchierarono un po’ di nulla e di tutto, nell’attesa del rinfresco, e quando le bevande calde e i biscotti raggiunsero la tavola, Thalia si fece seria tutt’un tratto.
«Come avrete capito, il progetto del Comitato è esteso. Molto più di quanto non si pensi.» sorseggiò il suo tè ai frutti di bosco e ne assaporò il gusto prima di proseguire «Non abbiamo dato una casa agli Elfi per ripagarli del loro lavoro al Focolare Domestico, ma per dare loro la possibilità di essere finalmente liberi di scegliere chi essere in questo mondo. Il lusso di scegliere che cosa fare del proprio tempo è prezioso, ma non tutti possono goderne.»
Lasciò che quelle parole sedimentassero nella mente e nel cuore degli attivisti, così che quanto avrebbe aggiunto poco dopo fosse sufficientemente chiaro.
«Timmy è uno degli Elfi che io stessa ho contribuito a liberare. Era stato reso schiavo in un luogo segreto, nel bel mezzo di Londra.» sospirò nel ricordare la cantina di Dunblane e lo stabilimento di Londra, i tavoli e le panche alle quali le creature erano incatenate, prive di qualsiasi magia che potesse garantire loro la fuga. La magia degli Elfi Domestici era estremamente particolare, ma non c'era bisogno di ricordarlo ai presenti.
«Nel corso del tempo, la missione principale del Comitato non è più stata solamente la ricerca di un trattamento equo per gli Elfi Domestici, ma… Lo smantellamento di quella che è a tutti gli effetti un'organizzazione criminale. E non potremmo agire in questa direzione se alcuni di noi non avessero i mezzi necessari per porsi a difesa della comunità.»
Lo sguardo veleggiò in direzione di MKallen, certa che capisse l'importanza di quanto era stato messo sul tavolo. Senza il Ministero nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile, ma ancora di più senza il buon cuore delle persone non un solo passo verso la realizzazione del loro progetto sarebbe stato compiuto.
«Lo stabilimento di Dunblane purtroppo è ancora attivo, ma il Comitato ha già smantellato due stabilimenti ed entrambi si trovano a Londra. È in quell'occasione che ho conosciuto un Antimago, il signor Habbott, che ci ha assicurato di garantire aiuto e sostegno per le successive fasi del nostro progetto. »
Un progetto senza dubbio ambizioso, ma che senza l'aiuto di persone affidabili non sarebbe mai arrivato alla giusta conclusione.
«Tra una settimana esatta lascerete Hogsmeade per dirigervi nel quarto ed ultimo, mi auguro, stabilimento e ovviamente non sarete soli. Viaggerete in Passaporta fino al villaggio di Arbroath, dove incontrerete un Antimago, il signor O'Ryan. Ho preso l'iniziativa di redigere un piccolo schema di quanto sappiamo finora sul luogo e chi lo gestisce, ma sappiamo ben poco, perciò temo dovrete cavarvela al meglio delle vostre possibilità.»
Aveva detto tutto? Si sentiva terribilmente in ansia, adesso, sapendo quante incognite avrebbero incontrato e le mille domande che forse affollavano le loro menti. L'unica certezza era il bisogno di agire in fretta e, se avessero avuto delle domande, quello sarebbe stato il momento migliore per farle.
Thalia J. Moran | 20 Y.O. | Hufflepuff Headgirl & Treasurer


Bentrovati MemoryMacWood, Yorick, Hoiuth, °Aaron°!

Post lungo, ma necessario, per ricapitolare quanto avvenuto fino ad oggi. Il Comitato vi ringrazia per la vostra disponibilità e si augura che tutti tornino a casa sani e salvi. On Gdr potete affermare di aver ricevuto convocazione scritta (attraverso la Spilla Tremordicchiante e lettera) qualche giorno prima per il ritrovo al Calzino Rattoppato.

Thalia fa parte del C. R. E. P. A. da diverso tempo e per due volte ha avuto modo di constatare la crudeltà dei maghi verso gli Elfi Domestici. La vostra missione si colloca nel quadro ampio della trama dell'associazione e costituisce un tassello fondamentale per le ultime battute.
Potete trovare descrizioni e riferimenti più dettagliati nei topic dell'aula Abbandonata, circa i membri e le missioni svolte, i ritrovamenti e le pietre miliari. Confido che ciascuno di voi faccia tesoro di queste informazioni. Idealmente potete immaginare che quanto scoperto nell'ultima avventura di alcuni attivisti in città (qui) sia riportato nel foglio che Thalia fa passare tra di voi. Potete trovare un riassunto delle diverse missioni e role in ordine cronologico qui .
Questa è una breve riunione pre-partenza, pertanto se avete desiderio di comunicare qualcosa a Thalia o chiederle ulteriori informazioni in On Gdr potete farlo nei successivi post.

Per qualsiasi cosa resto a disposizione!

Scadenza: 10 Febbraio ore 23.59

 
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view post Posted on 8/2/2023, 08:40
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Grifondoro
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Fino ad oggi non mi sono interessato molto a ciò che accadeva e accade al di fuori delle aule di lezione. Per i primi quattro anni di Hogwarts, infatti, il mio mondo è stata limitato a pochi luoghi: la biblioteca, il parco, la Sala comune di Grifondoro, la Sala Grande e le aule in cui ho appreso le prime nozioni utili per cavarmela nel mondo magico. Tutto ciò che esulava da questa sfera, l’ho depennato dal mio orizzonte. Tra le altre cose trascurate ci sono anche gli Elfi. Ero a conoscenza della loro storia, per averla studiata nei libri. Sapevo bene o male quale fosse il loro ruolo nella società magica. Immaginavo le loro condizioni di vita e le speranze che dovevano nutrire. Ciò, tuttavia, non ingombrava più di tanto i miei pensieri, tutti presi da altro: coppa delle case, lezioni, quidditch et cetera et cetera. Eppure arriva un momento in cui scatta qualcosa. Un attimo in cui l’elfo che immagini intento a sgobbare nelle cucine smette di essere una comparsa per diventare un soggetto concreto, una creatura di cui occuparsi. Un’età in cui comprendi bene che cosa sia l’ingiustizia e senti di doverla combattere. È qualcosa che provi dentro, una specie di fuoco che ti scalda di indignazione. A quel punto puoi dire di essere cresciuto, di avere qualcosa da dire, di non essere solo un ragazzino alle prime armi, affascinato dal mondo magico in cui è, inaspettatamente, entrato a fare parte. Ecco perché ho deciso di unirmi al C.R.E.P.A. Un intento di adesione, un modulo da riempire e il gioco è fatto. Ora sono dentro, mi sento parte di qualcosa di importante.

La spilla che sancisce la mia appartenenza inizia a tremare. Evento inatteso. Non capisco inizialmente che cosa stia succedendo, almeno fino al gufo che, picchiettando alla finestra con fare stolido, mi consegna una lettera con precise istruzioni. Sono stato convocato. Io? Possibile? Il nome non lascia adito a dubbi. Di Caleb Elliott ci sono solo io. Passo i pochi giorni che mi separano dalla convocazione in un mix di sentimenti. Curiosità, certo. Ma anche un po’ di paura, di ansia per un mondo che non conosco. Uscire dal confortevole nido non è sempre facile. Decido, per non farmi bloccare dalla paura dell’ignoto, di comportarmi esattamente all’opposto. Faccio il noncurante, non penso proprio all’incontro. Nel giorno dell’appuntamento esco con buon anticipo, a passo svelto, respirando l’aria frizzante di un sabato mattina di inverno. Ancora poca gente in giro, meglio così. I miei passi, veloci e cadenzati, mi portano al villaggio di Hogsmeade. Alla fine ho fatto troppo presto. Girello per negozi e vetrine, passo anche due volte dai soliti luoghi. Sembro una volpe in cerca di prede fuori dalle tane. Poi arriva l’ora giusta. Smetto di girare in tondo, torno a segnare una linea retta.

Nella strada c’è qualcuno. Quella è la Moran. La conosco, almeno di vista. La faccio un cenno di saluto.
“Grazie, è un piacere essere dei vostri”.
Guardo le altre due ragazze, non conosco i loro nomi ma i loro volti sì. Il mago, invece, non mi dice niente. Ora che Thalia lo ha apostrofato, so solo che si chiama MKallen. Un adulto che non sia un docente? Si prospetta qualcosa di molto interessante.
“Piacere di conoscervi, Caleb Elliott”.
Vorrei dire altro, soffro di horror vacui nella conversazione…ma tengo un’altra frase per me. Ci sarà tempo, non voglio fare subito figuracce. Anche perché sono troppo incuriosito da ciò che ascolto e vedo. La statua che prende vita, l’edificio che appare all’improvviso…mi colpiscono. Ho sentito parlare i miei compagni del lungo e duro lavoro del C.R.E.P.A. ma non avrei immaginato tanto. Deve essere costato soldi, magia, dedizione e fatica. Chapeau.

Il fuoco del camino è piacevole. Davanti alle fiamme, la piccola riunione diventa subito qualcosa di speciale. Sembra quasi di essere stati sempre amici, con i miei nuovi compagni di viaggio. Le parole della Moran, tuttavia, non sono semplici convenevoli. Chiacchiere davanti ad una tazza di tè pomeridiano. Sono un invito a una missione. Ascolto con attenzione, osservo i volti degli altri. Ho centomila miliardi di domande e dubbi che si agitano e svolazzano dentro la mia testa come Dissennatori in cerca di un fuggitivo. Ma…
“Mi sembra tutto chiaro, per il momento. Grazie per le informazioni e per la fiducia…e a presto, quindi.”
Il mio sguardo, unito alle labbra tirate, credo che faccia trasparire in parte la mia preoccupazione. La ricaccio indietro con un sorriso e un cenno di saluto.
Alcune certezze, nessun dubbio o domanda scomoda. Sono le armi predilette per un ansioso.
 
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view post Posted on 17/2/2023, 02:15
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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hEpoqNE

Aveva atteso con ansia la sua prima missione nel C.R.E.P.A., e finalmente giunse la tanto attesa convocazione ufficiale. Lyvie quasi non poté credere ai propri occhi, quando si rese conto del fatto che - sì - la prima organizzazione avrebbe preso luogo da lì a pochi giorni. Tornò nel proprio dormitorio, quel pomeriggio, nella sola attesa di potervi prendere parte. Trattenne tutta quella eccitazione per sé, come tutto, mentre si rigirava la Spilla Tremordicchiante tra le dita. Una nuova avventura stava aprendo le sue porte alla giovane Serpeverde che, quando giunse il giorno, non stava più nella pelle dall'emozione.
Solitamente avrebbe perso tempo ad Hogsmeade, sicuramente a spendere i propri Galeoni in sciocchezze, ma quella mattina fu tutto diverso. Stava per lottare per qualcosa in cui credeva davvero. Aveva sempre avuto un debole per le creature magiche, soprattutto se queste subivano crudeltà e abusi. Voleva aiutare, far sì che queste violenze cessassero. Era questo, in fondo, lo spirito con cui aveva deciso di iscriversi all'associazione.
Fortunatamente, Lyvie aveva un buon senso dell'orientamento. Si lasciò alle spalle gli studenti e la loro spensieratezza, una volta superata la via alberata che la allontanava un po' da Hogsmeade. Faceva tremendamente freddo quel giorno, dunque la Serpina affondò le mani guantate nelle tasche del giubbotto pesante indossato, la sciarpa degli adepti di Salazar le copriva il viso fin sotto al naso lentigginoso. Ciò non bastò ad evitare che le battessero i denti dal freddo.
Doveva essere in orario, per un attimo sperò di non essere l'ultima arrivata. Non fu così. Sorrise a Thalia, che conosceva solamente di vista e che, in quel momento, sarebbe stata il suo punto di riferimento in quella missione. Un uomo si trovava assieme a lei, un uomo che non aveva mai visto, un certo MKallen.

« Piacere! Sono Lyvie Synfenir. » si presentò a Thalia e anche agli altri studenti presenti, accennando un saluto a destra e manca.
Ma quel breve momento di convenevoli durò davvero poco. Ciò che vide da lì a poco la lasciò senza parole, ora che aveva gli occhi quasi spalancati, come a non volersi perdere nemmeno un dettaglio di quel magico posto. Non solo la struttura appena comparsa sembrava accogliente e mozzafiato, ma i gargoyle che la circondavano rendevano il tutto non solo magico, ma anche sicuro. Sapere che c'erano loro a difendere quei confini, era un sollievo. Si sentì quasi a casa. Era la sua prima volta lì, non poté che perdere qualche secondo nel guardarsi attorno con occhi curiosi, ascoltando sempre le parole di Thalia. Il Calzino Rattoppato. Quale nome più azzeccato di quello?
In un attimo furono all'interno del posto, Lyvie si tolse i guanti assieme alla sciarpa e al giubbotto imbottito, senza mai smettere di curiosare con lo sguardo in giro. Fu quando posò gli occhi sull'Elfo Domestico ad accoglierli che sorrise immediatamente, rendendosi conto di non aver visto un Elfo per molti, molti anni prima di quel momento. E così giunsero in cucina, di cui non avrebbe mai dimenticato il piacevole odore. Addentò un biscotto, assaggiò un po' di tè, si mise davvero a suo agio, parlottando del più e del meno con tutti. Era strano, lei si sentiva un po' strana. Troppe interazioni sociali tutte insieme: dopo quell'incontro, avrebbe avuto bisogno di un pisolino solitario. Ma, per il momento, il tutto era abbastanza piacevole.
Thalia parlò, Lyvie e tutti gli altri ascoltarono. La situazione era grave quanto seria, scoccò delle occhiate ai suoi compagni in un moto di comprensione, sentendosi lo stomaco rodere a tutte quelle ingiustizie nei confronti degli Elfi Domestici. Non era giusto. La moretta si era informata quanto possibile circa le missioni del C.R.E.P.A. ma in ogni caso e a prescindere, si disse, sapeva che insieme potevano fare la differenza. L'unione fa la forza, dopotutto.
Non poté che annuire. Era decisa. Un po' preoccupata e in ansia, ma comunque decisa. Caleb sembrò parlare per sé e, sperò, anche un po' per tutti. Almeno da parte sua, avrebbe fatto del suo meglio.

« Ottimo. Il punto d'incontro sarà sempre qui? » chiese a Thalia, senza sprecarsi in troppe parole.
Non era mai stata una tipa da sproloqui, Lyvie andava dritto al punto.

hEpoqNE

 
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°Aaron°
view post Posted on 18/2/2023, 12:06





Aaron MKallen
Mago Adulto | Ruolo | 29 | Severe | *** | ♪ "Se non lo sopporti o non ti piace non frequentarlo"
Uscito appena in tempo da un piccolo caffè londinese, in mano ancora un mezzo cornetto con la marmellata di albicocche, Aaron sapeva di avere un impegno molto importante dunque quella mattina si era alzato dal letto di buona lena e si era recato nel suo caffè preferito nelle vicinanze della sua abitazione a Londra. Qualche settimana prima aveva ricevuto una comunicazione scritta recapitata da un piccolo gufo, la lettera riportava le iniziali del comitato del C.R.E.P.A. in essa erano presenti le istruzioni per poter raggiungere un ben determinato luogo a Hogsmeade dove a quanto sembra si doveva svolgere un'importante riunione. Il giovane conosceva bene il suo quartire e sapeva che proprio dietro l'angolo del locale da cui era appena uscito si trovava un vicolo cieco utile per potersi smaterializzare e raggiungere in tempo il Villaggio di Hogsmeade dove era atteso. Non finì il suo piccolo pasto gettò l'ultimo boccone di cornetto nel primo cestino dei rifiuti disponibile si accertò di non aver nessuno intorno anche se a quell'ora del mattino era poco probabile e si smaterializzò direzione Hogsmeade.
---
Hogsmeade >>> Un leggero boato si udì all'arrivo di Aaron che si era materializzato non poco lontano dal luogo indicatogli, anche lì i presenti non erano molti ma sicuramente erano abituati a vedere maghi e streghe materializzarsi e smaterializzarsi nell'arco della giornata più e più volte, visto che era una pratica alquanto comune. Il freddo si faceva sentire il paesaggio era ricoperto di neve. Il giovane Aaron sfilò da una tasca del suo cappotto un cappello di lana color blu scuro, sistemandosi si accorse tra l'altro che sul bavero del suo cappotto c'era dello zucchero a velo del cornetto precedente, si diede dunque una sistemata e si diresse con passo deciso verso il luogo prestabilito, imboccò dunque un viale alberato, la soffice neve aveva ricoperto tutto il paesaggio circostante di qualche centimetro. La lettera era precisa sul dove la riunione doveva avvenire ma non riportava l'argomento della stessa, probabilmente la questione era delicata e questa non poteva essere descritta su carta. Visto la natura del comitato Aaron aveva un'idea generica sul perchè, dunque era solo questione oramai di pochi minuti che il tutto sarebbe stato più chiaro. Dopo aver seguito alla lettera le istruzioni indicate, vide in lontananza delle persone probabilmente anch'esse convocate per il medesimo motivo, erano sicuramente riconoscibili due/tre ragazzini, studenti di Hogwarts oltre ad una ragazza non più grande di loro con dei capelli rossi ben coperti da un delicato cappello bianco. Aaron mantenne il passo fino a quando non si ritrovò accanto ai presenti. Buongiorno a tutti disse con tono deciso accennando il saluto con un gesto del capo. Dopo aver ricambiato i saluti di benvenuto da parte di Thalia e dei presenti seguì il gruppetto di ragazzi all'interno della "Residenza degli Elfi". La ragazza dai capelli rossi proseguì e fece accomodare tutti i presenti all'interno della cucina della residenza, era presente anche un Elfo sicuramente ben curato e coccolato a prima vista il che non era cosa frequente da vedere. MKallen preferì non sedersi al tavolo accettò però una piccola tazza di tè caldo Grazie, accetto volentieri non si rifiuta mai del tè caldo disse...si posizionò dunque in un angolo della stanza accanto al caminetto acceso appoggiando le spalle al muro. Aaron ascoltò con molta attenzione quello che Thalia aveva da dire in merito alla questione per il quale erano stati chiamati ad intervenire. La mente era concentrata su quella che sembrava una missione alquanto delicata, il Ministero sarebbe intervenuto sicuramente con fermezza. I termini della missione erano chiari, forse lui stesso avrebbe potuto reperire qualche informazione in più sul luogo in questione magari con qualche conoscenza al Ministero stesso.Bene Thalia...ragazzi, il piano è chiaro, la questione avrà per quanto mi riguarda priorità assoluta, attenderò dunque ulteriori istruzioni da parte vostra e cercherò quanto possibile di reperire informazioni più utili per agevolare tutti nella buona riuscita della missione stessa. Detto questo Aaron si zittì attendendo eventuali domande e/o commenti da parte dei presenti.


PS: 160 | PC: 110 | PM: 110| PE: 23
Giuls || © harrypotter.it

 
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view post Posted on 18/2/2023, 16:52
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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Memory MacWood | 12 anni | Tassorosso | II anno | Attivista CREPA



Stava per l’ennesima volta rimuginando. Scorreva nella sua mente il fiume di sentimenti che avevano accompagnato i momenti in cui era venuta a contatto con il CREPA. I primi approcci del tutto leggeri e spensierati - incoscienti magari era la parola più esatta- quando si era avvicinata a degli stand che offrivano le più svariate cose per raccogliere fondi. Da quello che aveva acceso la sua curiosità era passata a leggere informazioni in modo sempre più attento. Si, l’avevano aiutata a prendere un po’ più coscienza, certo, ma la vera consapevolezza era giunta ben più tardi. Era ancora vivido in lei il ricordo di quanto aveva vissuto sulla propria pelle a Cadair Idris, così come lo era ogni parola del racconto di Gladys. Di tanto in tanto la sensazione provata al canto lugubre le rimbombava a sorpresa nelle viscere, senza preavviso. Ed era stato proprio questo a farle decidere di aderire come attivista.
Da quando la spilla Tremordicchiante aveva riferito il proprio segnale, il pensiero della ragazzina si oscurava un po’ più spesso nel tempo dell’attesa, soffermandosi su quei pensieri e su quanto riportava la lettera ricevuta. Quel mattino però era giunto e non era per indugiare che s’era nuovamente immersa nei suoi pensieri foschi, quanto piuttosto la grande differenza che rivestiva quel sabato privo di lezioni, rispetto ad uno dei soliti tanti. C’era qualcosa di importante a cui prendere parte quel giorno. Anche se non sapeva ancora cosa esattamente l’aspettava, di certo non era un incontro come gli altri e lei sentiva di voler fare del suo meglio.
Aveva già indossato i suoi Pantaloni Chiari, che ormai tanto spesso l’accompagnavano; scelse dal baule una felpa abbastanza calda da mettere sulla maglia, così da sentirsi più pratica e comoda; infilò gli scarponcini e terminò con una piccola smorfia allo specchio, mentre si calava sulla testa il Cappello del Falco. Diversa altra roba era già nella tracolla, che si assicurò bene sulle spalle, prima di riporre la Bacchetta in modo da poter essere agilmente sfilata. Non si poteva mai sapere, dopo tutto.

Giunse ad Hogsmead camminando svelta e defilata, quando già gran parte dei gruppetti di ragazzi entusiasti avevano percorso da un pezzo quegli stessi passi. Così silenziosamente e con discrezione scelse poi la via alberata che l’avrebbe condotta al luogo dell’incontro. Si era fatta ora ormai e del resto non era dell’umore giusto per attardarsi tra le vetrine.
Avvicinandosi agli altri presenti, riconobbe gli studenti di Hogwarts, seppure li conoscesse soltanto di vista, e rispose con un sorriso al saluto di Thalia, con la quale invece aveva un ben diverso trascorso. La giovane da più tempo di lei si era avvicinata alla causa degli Elfi, perciò anche questa volta era un riferimento ben accetto.
Non riconobbe invece il Mago che era lì con loro, ma sapeva che ben presto ne avrebbe saputo di più.

Eccomi.
Buongiorno a tutti voi. Io sono Memory.

Seguì il gruppetto all’interno della casa degli Elfi, girandosi ancora una volta verso il Cerbero grazie al quale l’edificio era stato svelato. Certi dettagli del Mondo Magico non avrebbero mai smesso di affascinarla. Anche all’interno, non fu facile desistere dal girare la testa di qui e di lì, ammirando l’opera del tutto particolare, estrosa e tenera degli Elfi.
In cucina fu lieta di tenere la propria tazza tra le mani, saggiandone il tepore con le dita, mentre ascoltava con attenzione la Caposcuola. Lasciò poi a tutti il tempo di riflettere e di porre le proprie domande. Fu dopo le parole del Mago, il signor MKallen, che il suo dubbio si fece ancora più forte, quindi alzò una mano, quanto bastava ad attirare l’attenzione di Thalia e chiese:

Come riconosceremo il sig. O’Ryan? Voglio dire, come potremmo essere sicuri di poterci fidare?



 
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view post Posted on 18/2/2023, 17:21
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Osservava con attenzione le persone riunite attorno a lei nella speranza di notare nei loro occhi la giusta determinazione e lealtà alla causa. Per anni si era limitata ad osservare le ingiustizie che il mondo pareva ben lieto di perpetrare ai danni degli Elfi Domestici e si augurava che lo stesso sdegno albergasse nei cuori di Caleb, Memory, Lyvie e del non ancora ben conosciuto Aaron MKallen.

Intuì senza troppa difficoltà le reticenze del Grifondoro: le sue risposte secche, oltre al suo atteggiamento rigido e compassato facevano intuire quanto, in realtà, fossero comuni e ben fondati i suoi timori. Non si era esentata certo dal riferire i fatti nudi e crudi, poiché indorare la pillola avrebbe sicuramente portato i quattro a compiere errori di valutazione circa la gravità del caso.
Lyvie sembrava convinta al punto da far tracimare la convinzione in eccitazione, il brillio nei suoi occhi difficile da non notare; si augurava che la Serpeverde sapesse di dover restare con i piedi per terra, mantenendo calma e concentrazione ad un livello tale da saper discernere nel miglior modo possibile quali fossero i pro e i contro di quella missione. Non si trattava, dopotutto, di manifestare alle porte del Ministero con cartelloni e fischietti.
Il signor MKallen - Aaron, d’ora in avanti - sembrava preoccupato per la situazione nella giusta misura, forse perché da adulto e consapevole dei rischi, aveva capito che quella futura non sarebbe stata una tranquilla scampagnata tra i boschi e le valli scozzesi. Arbroath nascondeva un segreto terribile e come tale doveva essere svelato con le dovute cautele.
Sapeva di poter contare su Memory, infine, poiché la conosceva bene anche se sapeva quanto la timidezza potesse giocarle brutti scherzi. Era una ragazzina capace, ben consapevole di poter raggiungere tutti i suoi obiettivi e, inoltre, era sempre stata una certezza per la Casa di cui entrambe facevano parte. Contava molto su di lei, così come sugli altri maghi e streghe lì riuniti.

«Andrà bene.» si sentì di confortarli tutti, annuendo alle parole di Aaron «La tua presenza sarà certamente un aiuto essenziale, così come quella dell’Antimago che si occupa già del caso. Non conosco personalmente il signor O’Ryan, ma mi hanno riferito che la fonte di informazioni è sicura, le indagini hanno raggiunto il punto in cui l’intervento diretto è prioritario e non può più aspettare. Sarà lui a trovare voi, Memory.»
Si rilassò contro lo schienale della sedia, sentendo di poter azzardare a qualche consiglio da veterana, sia in qualità di strega alla soglia dell’uscita da Hogwarts sia in qualità di attivista.
«Forse vedrete alcune cose che vi sconvolgeranno, ma vi assicuro che ne vale la pena. Le nostre fatiche, i rischi… sono importanti. Senza di essi non saremmo in questo luogo e gli Elfi sarebbero ancora gli schiavi che conoscevamo. O’Ryan forse sembrerà un uomo come tanti, ma credo abbia la giusta esperienza per convincervi che è lì per aiutarvi e, dopotutto… conosce Habbott e crede nella nostra causa.» giocherellò con il cucchiaino, certa di avere l’attenzione di ognuno di loro «Vi consiglio di portare con voi lo stretto necessario, la Spilla Tremordicchiante magari e qualche pozione, se l’avete, magari del Dittamo. Onestamente non ne ho mai avuto bisogno, ma… meglio essere preparati.»
A quel punto ogni raccomandazione sarebbe stata superflua, quindi rispose con enfasi alla domanda di Lyvie.
«Sì, l’incontro avverrà qui davanti, vicino alla statua di Cerbero. Troverete me e una Passaporta pronta a condurvi nel luogo stabilito. Non potrei mai lasciarvi partire senza salutarvi con le ultime raccomandazioni.» Sembrava superfluo aggiungere qualsiasi altra informazione: erano pronti, conoscevano il dove, il come e il quando, perfino il perché. Mancava solamente un “chi” e lo avrebbero conosciuto esattamente dopo sette giorni da quel momento: O’Ryan si sarebbe fatto riconoscere ed apprezzare, fugando tutti i dubbi - per quanto leciti - di Memory. Quindi si limitò a sorridere, ricominciando a vestirsi, pronta a condurli nuovamente ad Hogsmeade.
Thalia J. Moran | 20 Y.O. | Hufflepuff Headgirl & Treasurer




Vi ringrazio per aver partecipato a questa brevissima riunione, le informazioni sono state fornite e vi manca soltanto di partire!
Ricordate il luogo dell'appuntamento, mi raccomando! Io e Thalia vi aspetteremo in compagnia di Cerbero :secret:

 
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