La Luna, La Ruota della Fortuna, il Sei di Denari, il Sette di Coppe e il Bagatto. L'ormai docente di Divinazione Francis Drake presso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, sapeva bene che quelle erano le cinque carte che mancavano dal suo mazzo di tarocchi. Tre arcani maggiori e due arcani minori. Le domande erano molteplici. Innanzitutto, dove erano finite? E in secondo luogo, perché proprio quelle carte? Che significato poteva mai avere?
Le relativamente recenti avventure a Ponducherry e le rivelazioni dell'Occhio stabilirono che una buona base di partenza per la stramba ricerca era il santuario di Fushimi Inari-taisha, Kyoto, Giappone. Una meta che egli già conosceva. Ed eccolo lì, pronto a seguire le indicazioni comunicate dalle Alte Sfere senza alcun indugio in corpo.
Dedicato al kami Inari, il santuario è un insieme di trentaduemila santuari minori che si estende alla base dell'omonima montagna. I suoi corridoi di torii racchiudono il cammino dei pellegrini devoti al dio del riso, che ricercano il dono delle sue benedizioni in fortuna, prestigio, ambizione. Portano massimo rispetto alle kitsune, le volpi, i messaggeri di Inari e le sue manifestazioni, che spesso abitano i boschi che attorniano i templi. Sono volpi in carne ed ossa, ma anche di pietra, i guardiani del cammino fra i santuari che cingono fra i denti le chiavi dei depositi di riso del dio.
C'era molta strada da fare, Dhevan lo sapeva. Forse Fushimi Inari-taisha era il luogo in cui aveva perso le sue carte, ormai seppellite sotto i passi di migliaia di turisti. Come avrebbe fatto a trovarle?
Eccolo incamminarsi verso il romon, l'ingresso principale. I due guardiani di pietra, accovacciati sulle zampe posteriori, sembravano ringhiare ammonimenti a chi osava varcare la soglia del santuario per puro ludibrio. Era necessario consacrarsi al cammino fra i torii, col puro intento di purificare se stessi e il proprio sangue.
Il sole era ancora alto. I vicoli del santuario, dissacrati dal turismo, colmi di persone. I clic delle macchine fotografiche si succedevano a ritmi irregolari, facendo da tappeto alla torre di Babele di frasi in lingue diverse che si accavallavano tra loro. Sarebbe stato difficile in mezzo a tutta quella confusione. Varcato l'ingresso e trovato il go-honden, il tempio principale della prima collina, lo scenario non era tanto diverso. Eppure, in un luogo tanto sacro e magico per un certo verso, una persona come Dhevan non poteva lasciarsi sfuggire le tracce del suo mondo. Un leggero formicolio alla nuca gli avrebbe detto che qualcuno, o qualcosa, lo stesse scrutando, e bastava voltare di poco il capo per scorgere la causa di tale sensazione.
Una kitsune, rossa di un rosso pari ai raggi del tramonto, faceva sbucare la propria testolina da dietro un tori al lato del tempio. Il corridoio di colonne scarlatte, meno frequentato, si inerpicava verso l'intercapedine buia di un boschetto, fra scalini di pietra diroccati. Il passaggio era stato sbarrato da un paio di transenne in plastica e da cartelli scritte che ne dichiaravano il divieto di accesso nell'idioma locale.
La cosa curiosa era che, come quei guardiani granitici, la volpe tratteneva tra i denti un oggetto. Qualcosa di molto sottile, all'apparenza un rettangolo biancastro che scintillava sotto i radi raggi luminosi che il fitto fogliame degli alberi lasciava passare dal cielo.
Una volta incrociati gli sguardi, la kitsune sarebbe schizzata via dal suo nascondiglio, trotterellando lungo il corridoio e saltellando fra un gradino e un altro verso una salita.
Benvenuto, Dhevan, nella tua quest di sblocco di Divinazione II. C'è poco da dire che non sia già stato scritto. In aggiunta a quanto già sai rispetto alla prima parte di questa quest, le carte scomparse sono: la Luna, la Ruota della Fortuna, il Sei di Denari, il Sette di Coppe e il Bagatto. In base all'esito delle tue scelte in quest potrai recuperarle tutte, alcune o nessuna. Ovviamente il fine ultimo è sbloccare il livello esperto della tua abilità innata.
Per qualsiasi cosa sai dove contattarmi.
Buon game!