| Cosa preferisci dolce Adels? L’idea che questa donna in meno di un’ora ti abbia già sufficientemente inquadrata tanto da farti cascare come una pera cotta in uno dei tuoi errori più classici e prevedibili, la possibilità che sia stata tu stessa a tirarti la zappa sui piedi da sola, o magari entrambe le cose in simultanea?
Un range non indifferente di possibilità si apriva a ventaglio nella testolina dorata di Adeline Walker che, in precario e caotico equilibrio tra lo scoppiare a ridere o in lacrime – “o magari entrambe le cose in simultanea” – l’unica cosa che riusciva a razionalizzare in maniera cristallina in quel momento era la voce del suo ex professore di Pozioni – onnipresente in situazioni come quelle o banalmente sul lavoro: -E brava la mia Walker. Sulla soglia dei trenta con gli stessi problemi di quando ne avevi diciassette.. complimenti piccola testa di salamandra.- Lo vedeva, dietro le iridi bicrome, con quel suo sorrisetto compiaciuto pronto a prenderla in giro con fini abilità da oratore ed amanuense. -Ti sei persa. Sei andata troppo veloce, troppo oltre, la domanda era una ed era semplice, il caso era semplice e tu - dallo scappellotto sulla testa con il primo libro disponibile non l’avrebbe salvata nessuno -Tu ti sei persa comunque, ah! - Dopodiché sarebbero seguite prese in giro più o meno velate per all’incirca.. i successivi due, forse tre semestri. Mh. Già. Adeline aveva amato il suo professore di Pozioni, professore che era stato mentore, esempio, ideale, sarcastico, pungente, sardonico un vero e proprio pilastro di quella meraviglia e curiosità, potenziale ancora inespresso in Adeline – così come pilastro marmoreo contro il quale nel corso degli anni Adeline stessa aveva preso innumerevoli, penose, dolorosissime per quanto metaforiche facciate. Ma d’altronde -Non c’è crescita senza dolore, Adeline cara.- Altra frase tipica per la quale la Bronzo Blu gli avrebbe fatto silenziosamente il verso dietro, meritandosi così un secondo scappellotto giusto prima dell’ora di cena.
Ora, ad ogni modo, non era il suo professore a evidenziare una falla nel suo meccanicissimo ragionamento – quanto meno così Londra avrebbe potuto tirare un sospiro di sollievo per ciò che concerneva prese in giro e libri in testa – ma d’altro canto Mrs Darmot era stata altrettanto limpida: -Merlino.. ha assolutamente ragione.- non che alla sua interlocutrice servisse qualche rassicurazione al riguardo, ma la Medimag era semplicemente troppo sorpresa, dispiaciuta, parzialmente in imbarazzo - soprattutto ritornando alle ipotetiche reazioni del suo ex professore – per rispondere in altro modo -Mi dispiace. Cercherò di migliorare.- concluse quindi semplicemente, sincera. Solo due rapidissimi battiti di ciglia furono ferini e bui messaggeri del caos che - ora recluso, soppresso e soffocato – più tardi, da sola, avrebbe affondato feroce i suoi artigli. D’altronde, la rabbia cieca per un banale errore, Adeline l’aveva già sperimentata svariate volte.. l’ultima delle quali, aveva portato risultati quantomeno atipici rispetto la sua quotidianità. Ma questa era un’altra storia. In quel frangente di spazio e tempo per fortuna, la calcolatrice, razionale e lucidissima mente cognitiva di Adeline Walker splendeva in tutto il suo fulgore, domando senza problemi la parte emotiva – d’altronde era così brava in questo, tanto più in contesti lavorativi e formali. Le iridi bicrome così seguirono con la stessa attenzione ferina di sempre i movimenti della strega che, poco dopo, si alzò avvicinandosi ad un lungo banco rettangolare apparso in quegli attimi. Anche Adeline si alzò, sorridendo alla vista di quella postazione di lavoro, fornita di tutto ciò che le sarebbe potuto servire. La Pozione Tiepidario. Si avvicinò con passo silenzioso, lo sguardo indagatore ed attento, già alla ricerca degli ingredienti e strumentazione necessari. La mente stilava [“..informazioni e dati comunque ordinatamente catalogati nella sua testolina così lucidamente razionale e analitica sulla base di Origini, Ingredienti e Strumentazione, Procedimento, Specifiche + Elementi a cui prestare particolare attenzione, Modalità d’uso e Conservazione, Effetti (comuni/desiderati, meno comuni, rari) Controindicazioni e infine “Info Bonus Aggiuntive – o IBA” com’era solita scrivere..”] ma questa volta avrebbe dovuto mettere sul campo elementi e capacità diverse da quelle richieste poco prima. Era il momento della pratica. -Prima di tutto, operatore e postazione.- Si legò velocemente i capelli in un’alta coda stretta e infilò sulle mani dei guanti sottili, il giusto perché né la sua pelle né strumentazione ed ingredienti si condizionassero in alcun modo vicendevolmente e perchè al tempo stesso fosse libera nella gestualità fine delle dita. Aveva iniziato a parlare senza più rendersene conto. Le capitava ogni tanto anche quando lavorava da sola, ma in ogni caso dovendo specificare ogni suo gesto, non le sembrò particolarmente un problema - anzi. La postazione che le era stata fornita in realtà era già ordinata e rifornita, ma era suo il compito di renderla più adeguatamente pratica rispetto a ciò che le era stato chiesto di svolgere: si sarebbe creata il suo giusto spazio pulito e ordinato, allontanando quanto possibile ciò che non le serviva e avvicinandosi invece, con meticoloso ordine, il necessario. -Al di là di pulizia e ordine, pilastri base, è necessario uno spazio adeguato di movimento e la vicinanza di strumenti ed ingredienti utili – possibilmente con una logica dietro, io di solito considero la cronologia delle fasi di preparazione.- piccola pausa, entro la quale si chiese fino a che punto avrebbe dovuto approfondire ogni suo singolo gesto -E’ preferibile organizzarsi attorno ad un punto di riferimento, per il quale io solitamente scelgo il fuoco. I calderoni infatti rimarranno stabili sopra il punto di calore per svariati minuti, a volte ore, e molto spesso non ci si può permettere di allontanarsi eccessivamente. -In questo specifico caso, questa pozione richiede il rimescolamento degli ingredienti per circa 22 minuti: inizialmente si mescola 11 minuti, in senso orario, dopodiché altri 11 in senso antiorario.- Nel corso della sua spiegazione sui movimenti preparatori che aveva deciso di intraprendere, Adeline si muoveva: posizionata in mezzo ai due fuochi per avere la giusta prospettiva, lo sguardo bicromo sondò velocemente gli ingredienti ordinatamente disposti di fronte a lei lungo l’intera lunghezza del tavolo e la strumentazione a fianco di uno dei due calderoni. -Qui.. beh, è già tutto ben predisposto, motivo per cui potrò sfruttare più funzionalmente il tempo organizzando ingredienti e strumentazione mentre aspettiamo che l’acqua bolla.- La strega infatti si avvicinò al calderone in argento e lo posizionò ben centrato sul fuoco di destra, l’attimo seguente fece lo stesso con quello in peltro – prima spostando a lato una boccetta vuota con calamaio e piuma a fianco al momento non utili e potenzialmente d’intralcio nel suo spostamento – sul fuoco di sinistra. -Uno degli ingredienti è infatti l’acqua, da una parte fondamentale per il liquido base, dall’altra perché l’unguento che otterremo al termine di tutto non dovrà assolutamente essere somministrato così concentrato, puro – dovrà invece essere diluito con 5 litri di acqua tiepida, il tutto in una vasca sufficientemente grande perché il paziente vi si possa immergere.- Parlava tranquilla e si muoveva di conseguenza: aveva già adocchiato le bottiglie di acqua distillata presenti, motivo per cui le aveva afferrate, aperte, e quindi versate in entrambi i calderoni. -Per il liquido base il calderone deve essere semplicemente riempito, per i 5 litri.. beh, bisogna per l’appunto far scaldare 5 litri – è preferibile portare ad una prima ebollizione anche loro e poi lasciare intiepidire gradualmente piuttosto che non riscaldare a sufficienza e poi rischiare che l’acqua si raffreddi troppo e troppo in fretta, per questo faccio scaldare entrambi i calderoni.- Aveva pienato il calderone in peltro e misurato il quantitativo di acqua richiesto versandolo in quello in argento, facendo poi scomparire le bottiglie vuote con un Evanesco. Sotto, spostando leggermente il catalizzatore per puntarlo con precisione verso il punto di fiamma, accese i fuochi per entrambi, uno alla volta, e rialzando lo sguardo fece caso e memorizzò istantaneamente la posizione delle lancette in quel momento. I tempi erano importanti, anche in una pozione relativamente semplice come quella. -Preparerò la pozione richiesta in quello in peltro- decise di specificare ulteriormente, proseguendo per amor di precisione -e scalderò l’acqua in quello in argento. Quest’ultimo in quanto metallo puro è un miglior termoconduttore, scalderà prima l’acqua che così avrà poi il tempo adeguato per intiepidirsi mentre in questo - indicò il calderone in peltro - si preparerà con le adeguate tempistiche la pozione stessa - essendo una lega infatti stempererà meglio le temperature adatte. - Non approfondì ulteriormente per non divagare in maniera eccessiva, passando rapidamente ai passaggi successivi altrettanto importanti: -Mentre aspettiamo che l’acqua arrivi ad ebollizione – servono comunemente dai 10 ai 13 minuti anche sulla base dei materiali differenti - possiamo preparare gli ingredienti e la strumentazione organizzandola anche nello spazio come accennato poco fa.- Il catalizzatore era tornato al suo posto per lasciare le mani di Adeline libere mentre questa afferrava con ordine gli ingredienti necessari: -Sangue di Salamandra- sollevò la boccetta dalla sua posizione iniziale per riporla con cura sulla sinistra del suo calderone in peltro, rapida ma attenta -Semi di Cotogno- che prese e posizionò proprio vicino alla boccetta del sangue -E fiori di Iperico- anche questi riposti con ordine a lato dei semi. Per fortuna non servivano poi troppi ingredienti, lo spazio rimaneva decisamente libero e come tempistiche era ancora ampiamente tranquilla. -La funzionalità della strumentazione da scegliere si basa anche sulla natura degli ingredienti e del loro quantitativo: servono solo 5 gocce di sangue di Salamandra, quindi..- afferrò tra gli strumenti preposti un banale contagocce e lo mostrò alla strega prima di riporlo davanti alla boccetta corretta -Contagocce per il sangue di salamandra, pinze per i semi ( ne serviranno solo due) e forbici e bilancia per tagliare e pesare 30 grammi di sommità fiorite dei fiori di Iperico.- Non smetteva pressoché di parlare, di spiegarsi, e di muoversi: afferrati i vari strumenti infatti, la Medimag aveva posto le pinze davanti ai semi dopodiché aveva preso subito a tagliare con cura le sommità dei fiori. Essendo sulla sinistra dei due calderoni, gettò un altro sguardo all’acqua di entrambi e nuovamente alle lancette dell’orologio. Tagliava i fiori e li riponeva nel piccolo piatto della bilancia, per arrivare ai 30 grammi precisi, che non erano comunque poi molti, ma ad ogni modo.. Quando ebbe finito – nelle sue postazioni personali teneva in un banchetto a parte una bacinella dove riporre gli strumenti sporchi da non dover più utilizzare -oltre ad un secondo banchetto in realtà - entrambi piccoli, mobili e funzionali ovviamente, per gli ingredienti ugualmente già utilizzati e non più utili altri lo chiamerebbero D.O.C. ma in quel caso, in assenza delle sue maniacalità cose preferì l’ordine e la libertà di movimento piuttosto che una forbice lasciata quasi a caso sul ripiano, per cui la ripose vicino agli altri strumenti ma leggermente più avanti, perché non intralciasse ma potesse comunque ripulirla più tardi. Poi, quasi subito dopo, l’acqua nel calderone in argento iniziò a bollire. Adeline sfilò nuovamente la bacchetta, puntandola contro il fuoco sotto, spegnendolo e commentando brevemente -Adesso quest’acqua dovrà semplicemente intiepidirsi, per cui con il fuoco spento possiamo anche momentaneamente dimenticarcene.- L’argento conduceva più in fretta il calore, ma comunque di lì a poco anche l’acqua del calderone in peltro sarebbe stata pronta. Afferrò un mestolo, ricontrollò nuovamente l’orologio, l’acqua e gli ingredienti pronti. Sfruttò l’ultima manciata di secondi per anticipare qualche spiegazione: -Ora, la prima fase prevede l’aggiunta al liquido di base delle cinque gocce di sangue di salamandra, che andrò a mescolare in senso orario per 11 minuti - come già accennato - altra occhiata al calderone -E’ importante poi che il sangue non coaguli, spandendosi adeguatamente nell’acqua.- L’acqua iniziò a bollire. Adeline aprì la boccetta dell’ingrediente richiesto, prese la pipetta contagocce e aspirò il liquido rosso. Poi, portando la pipetta sopra il calderone, contò:-Una, due, tre, quattro..e cinque.- Occhi alle lancette, il mestolo che immerso nel calderone iniziava a muoversi lentamente in senso orario. Undici minuti così, facendo attenzione ai coaguli e alle tempistiche, dei rapidi sguardi ogni tot ad entrambi sarebbero stati più che sufficienti mentre la dritta si muoveva con serafica meccanicità. -Al termine di questi undici minuti il liquido dovrà aver assunto un colore scuro. Dopodiché bisognerà aggiungere i due semi di cotogno e i 30 grammi delle sommità dei fiori già pronti, riprendendo a mescolare per altri undici minuti ma in senso antiorario.- Continuava a mescolare, costante, rivolgendosi vocalmente alla strega ma continuando a prestare attenzione alternativamente al liquido e alle lancette dell’orologio. Con la mano libera inizialmente rimise velocemente il tappo sopra alla boccetta del sangue, il contagocce utilizzato proprio lì accanto, in ordine come all’inizio. -Essendo tre soli ingredienti possiamo permetterci di richiudere semplicemente i contenitori e lasciarli sul ripiano, in altro modo bisogna comunque considerare uno spazio perché niente ci sia d’intralcio. - Ancora, movimento, liquido e lancette. -A questo punto- riprese la spiegazione laddove l’aveva lasciata - La pozione cambierà colore, divenendo di un giallo intenso, delle tonalità della senape. Spegnerò allora il fuoco, perché l’unguento si raffreddi intiepidendosi.- [Ancora, movimento, liquido e lancette.] Una parte della sua mente continuava a rivolgere attivamente il proprio focus ai movimenti circolari del braccio. -A proposito di temperature, nel mentre la nostra acqua lasciata già a raffreddarsi nell’altro calderone dovrebbe essersi intiepidita in maniera simile, motivo per cui sarà pronta ad essere versata nella vasca – beh, quantomeno nell’ipotetica vasca per l’ipotetico paziente.- Sorrise, ricontrollando pozione e tempi. C’era quasi. L’ultimo paio di minuti rimase in silenzio, pensando che il resto delle spiegazioni avrebbe potuto spenderle e spanderle nei successivi undici minuti di rimescolamento. Un po' di silenzio, ad ogni modo, le faceva piacere: amava quel mondo, e sebbene nel pieno di un colloquio.. voleva godersene ogni attimo se possibile. Undici minuti. Adeline prese il contenitore dei semi di Cotogno, lo aprì e con le pinze prese saldamente un seme e lo buttò nel calderone, subito dopo un secondo e anche quello via nel calderone. Infine afferrò il piattino della bilancia con i 30 grammi delle sommità dei fiori e versò anche quelli nella pozione: occhi ancora alle lancette e riprese così immediatamente a mescolare, nel medesimo modo anche se questa volta in senso antiorario. -Come anticipato poco fa, abbiamo aggiunto i semi - con la mancina libera ancora una volta chiuse velocemente il contenitore utilizzato con le pinze a fianco, il piattino già tornato ordinatamente sulla sua bilancia subito dopo aver versato il suo contenuto -ed i fiori, ora si mescola per altri 11 minuti in senso antiorario.- Movimento del braccio, pozione, orario. -L’unguento tiepido potrà essere versato in un piccolo contenitore ma bisogna ricordarsi che è nella sua versione pura, più concentrata: per la somministrazione bisognerà portarlo in un contenitore parecchio più grande dove dovrà poter avere spazio anche la restante parte di acqua tiepida – i cinque litri – ed il paziente stesso che dovrà rimanere immerso per cinque minuti.- Braccio, pozione, orario. Certo, un calderone autorimestante sarebbe stato decisamente più comodo, ma in fin dei conti non solo Adeline era abituata – com’era ovvio – a quei movimenti, ma le erano in un certo qual modo anche confortanti: si incantava nella ritmicità e nella forza che comunque doveva mantenere nei gesti, nei movimenti del braccio, del polso, le dita ferme attorno all’impugnatura del mestolo, la schiena dritta e lo sguardo attento. La mancina tra l’altro, libera, se da un lato rimaneva pronta per eventuali cambi – metti mai l’inaspettato crampo – in realtà lavorava “in incognito”: banalmente, appoggiata al piano ligneo a fianco del calderone, se pur a debita distanza dalle fiamme percepiva attivamente il calore del fuoco, assicurandosi così che continuasse a rimanere acceso - metti mai siamo sempre nel campo dei D.O.C mh -. Braccio, pozione, orario. -Infine, beh, al di là del procedimento si può riflettere sugli ingredienti: la prima fase di questa pozione crea una base neutra, comune a tutte le varianti di questa pozione. L’acqua distillata al posto dell’alcool è sempre adatta, sia in caso di ustioni che di ferite come morsi e tagli e/o contusioni, in aggiunta al sangue di salamandra dalle risapute potenti proprietà curative e ricostituenti. - Merlino, ricordava quasi parola per parola il suo vecchio libro di testo sulle creature magiche. [Braccio, pozione, orario.] Aveva ancora qualche minuto per concludere il discorso: -Nel nostro caso, abbiamo utilizzato semi di cotogno e fiori di iperico, i primi perché con importanti capacità antiinfiammatorie, emmolienti e sedative, i secondi sempre perché ugualmente antiinfiammatori, oltre a risultare abilmente cicatrizzanti ed antisettici.- Undici minuti, di nuovo. Fermato il movimento rotatorio, riprese la bacchetta e spense il fuoco sotto il calderone come fatto in precedenza. Ripose nuovamente il catalizzatore, il mestolo che tolse dall’immersione nella pozione ma che lasciò a scolare dentro il calderone poggiandolo con delicatezza e potè nuovamente rivolgersi brevemente agli ingredienti utilizzati – che ripose in ordine esattamente dove li aveva trovati – mentre gli strumenti (le forbici, la bilancia, le pinze e il contagocce) furono disposti in linea sulla destra del bancone. Sarebbero stati ripuliti poco dopo. Rimanevano solo i due calderoni, per i quali bisognava solo avere un po' di pazienza e attenzione per aspettare la temperatura desiderata. Nel frattempo così, la Medimag riprese tra le mani la boccetta vuota con piuma e calamaio che aveva spostato inizialmente: -Una volta tiepido può essere riposto in un contenitore – ma bisognerebbe etichettare ogni ampolla/boccetta di sorta, per cui..- aprì l’inchiostro, intinse la piuma e con grafia elegante contrassegnò il piccolo contenitore sull’etichetta bianca lì legata. Rimise a posto piuma ed inchiostro, gettò un’occhiata all’orologio e alla pozione che si stava raffreddando, aprì la boccetta e dai vari strumenti prese un imbuto, che incastrò già al suo posto, perché così poco dopo potesse travasare l’unguento dal calderone al contenitore finale – o quasi, se si includeva la-sempre-ipotetica-vasca. Tornò davanti ai due calderoni, osservandone il contenuto. Ancora poco. Tamburellò vagamente impaziente le dita sul piano ligneo poco prima di voltarsi verso Mrs Darmot, che finalmente tornava completamente nel suo campo visivo: -Per inciso, le altre possibili varianti di questa pozione prevedono Erba della Madonna e fiori di Sambuco in caso di lacerazioni da morsi e graffi oppure foglie di Arnica e Peperoni di Cajenna per contusioni e gonfiori.- Sorrise, prima di girarsi contenta nuovamente verso i calderoni e guardare ancora una volta le lancette dell’orologio. La pozione ormai sembrava essersi intiepidita il giusto, così come l’acqua lì accanto. Prese la boccetta vuota con l’imbuto incastrato e la avvicinò al calderone, afferrò nuovamente il mestolo poggiato poco prima e via: -Ora possiamo travasare il contenuto tiepido qui dentro e avremo concluso - o beh, escludendo la possibilità di versare effettivamente il tutto in una vasca o simili.- Fece ancora una volta quel che aveva detto: con il mestolo travasò la pozione dal calderone al piccolo contenitore sino a che questo non ne fu colmo. Scolò nuovamente il mestolo, ripoggiandolo. Tolse l’imbuto e scolò velocemente anche quello, chiuse la boccetta e riprese il catalizzatore: ripulì gli strumenti e il calderone sporco con un incantesimo e gesto della bacchetta talmente tanto consumati dal suo ex professore, che quasi le venne da ridere mentre in ultimo riponeva tutto al proprio posto. Il calderone in argento con l'acqua tiepida era ancora lì però, per quanto semplice comunque parte fondamentale della pozione pensata nel suo toto. Prese la boccetta tra le mani, porgendola alla strega. -Ecco.- Sorrise ampiamente, contenta ma con quella vaga base di nervosismo che sì, in effetti, come tanto avrebbe fatto ridere il suo professore.. un po' le ricordava la sé diciassettenne. Scappellotti esclusi.
Si spera...
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