| Ayumo Vanille
ps: 188/188 PC: 110/110 PM: 117/117 EXP: 25 Aveva sempre preferito rimanere in disparte, invisibile alla maggior parte delle persone, condendosi di indifferenza per il prossimo e così per molto tempo aveva scansato l’interesse altrui. Purtroppo però si era dovuta confrontare con il passare del tempo, per quanto a lei non interessasse particolarmente il suo corpo era mutato, le forme si erano fatte più adulte attirando maggiormente lo sguardo degli sconosciuti. Aveva imparato a vestirsi con più cura, per sé stessa, ma anche questo non aveva fatto altro che mettere in risalto la sua figura. Chiunque l’avesse osservata bene avrebbe trovato una ragazza dalla pelle candida, esile e dall’aspetto di una giovane ancora inerme di fronte alle difficoltà della vita. La voce delicata e garbata nella maggior parte delle occasioni, diveniva anche un coltello affilato quando le serviva. Forse qualche tempo prima avrebbe preferito indossare la propria indifferenza, rinchiudersi nel proprio mutismo per affrontare quei quattro giovani. Ora, però, era divenuta cosciente delle sue capacità e questo aveva plasmato leggermente il suo carattere, le diveniva difficile soprassedere alle ingiustizie che la vita le poneva davanti. Vi era più spirito di iniziativa? Forse era più spirito di rivalsa, dimostrare che non era come appariva e coccolarsi di fronte alle facce inorridite di coloro che pensavano di schiacciarla. La mano destra strinse saldamente la bacchetta, i ragazzi erano rimasti per qualche secondo interdetti dalla sua risposta; sembravano essere pesci fuori dall’acqua per qualcosa di inatteso. Ma quello non era bastato a comprendere la situazione e ancora si rivestivano di sagacia per cercare di affrontarla, in quattro contro una. Interdetti da lei, lei che non rientrava nei canoni della ragazzina che si sarebbe lasciata andare a quelle avanches, che forse per pura timidezza li avrebbe lasciati fare per potersi liberare velocemente dalla loro morsa. No, lei non era più così da tempo. Lo sguardo che li osservava leggermente da sotto le palpebre, affilato e spavaldo. Sorrise canzonatoria alla frase del Grifondoro, si era trincerato sulla difensiva adducendo che era stata lei ad interpretare male le sue intenzioni. Sciocco da parte sua e anche da parte del Serpeverde che era corso ai ripari a proteggere l’amico, di certo a lei non interessava “tirarsela” come credevano. La lasciò stupefatta notare la stonatura in quel gruppetto, osservava solamente ora che tra le fila di quei beceri ignoranti vi era anche un Tassorosso; un po’ le dispiaceva notare che neanche la sua Casata fosse esente dall’avere tra le proprie fila gente tanto spiacevole, ma la perfezione non era cosa umana. Si segnò mentalmente il nome, costatando che lo avrebbe eventualmente evitato se le fosse capitato di vederlo in Sala Comune. Infine, si aggiunse anche il Corvonero alla discussione, giusto per concludere il quartetto di frasi senza senso. Buona parte dei ragazzi le appariva sconosciuta, naturalmente erano un po’ più grandi di lei, ma se avessero saputo duellare nello stesso modo in cui si approcciavano alle ragazze, non le sarebbe servita grande abilità per metterli in fuga. Seppur fosse intenzionata a mettere in chiaro le proprie intenzioni, Ayumo non ebbe tempo neanche di ribattere quando una voce si intromise nuovamente nel discorso. Proveniva dal giovane che aveva deciso di lasciare in pace precedentemente, si sporse oltre il capannello di giovani per comprendere chi fosse. Si rivolgeva al Grifondoro chiamandolo per nome, dettaglio che lasciava intravedere una certa familiarità con certi soggetti, ma in questo caso si allontanava dalla comunella messa in scena per sbeffeggiarla andando velatamente a difenderla. Si sentì quasi lusingata per tale gesto, in pochi lo avrebbero fatto, in molti invece si sarebbero affidati all’omertà pur di non confrontarsi con eventuali ripercussioni. Ne scorse il volto, gli occhi verdi che osservavano quasi torvi le figure dei suoi “aguzzini”. La posa stretta, in segno di chi non voleva avere un dialogo, le braccia intrecciate e chiuse sul petto ed era proprio lì che brillava alla luce del sole la spilla da Caposcuola. Fu in quel momento che Ayumo collegò un paio di puntini, vi era un motivo per cui la figura del giovane non le era sembrata totalmente sconosciuta ed ora ne comprendeva pienamente il motivo. Lui era il Caposcuola dei Grifondoro, si sforzò mentalmente per ricordarsi il nome o anche solo il cognome e in un lampo le apparve chiaro. Bell, il cognome era Bell.
« Beh, come asserisce il tuo Caposcuola, diciamo che la frase da te utilizzata nonché il tuo atteggiamento erano poco fraintendibili. Sia ben chiaro, che non vi è alcun interesse nella mia persona di atteggiarmi o altro, semplicemente non vorrei essere disturbata per tali inezie. Se non vi fosse tale intenzione, non ti saresti rivolto a me con carina, che reputo diciamo piuttosto inappropriato in questa situazione. Ma, ehi, io non sono nessuno per insegnarvi eventualmente come si approccia una ragazza; a parte esserlo. »
Un ennesimo sguardo dal basso verso l’alto partì dalla Tassorosso verso ognuno di loro, i ragazzi erano naturalmente più alti di lei e in qualche modo cercavano di sovrastarla. Prese un respiro per rispondere al giovane che le aveva chiesto come mai dovevano averla considerata indifesa.
« Per quanto riguarda la questione indifesa, sono qua da sola e voi siete in quattro che stata cercando una scusa plausibile per non ammettere di aver sbagliato. Troppo orgogliosi per riconoscere che una ragazzina vi abbia snobbato, quindi infine avete deciso di agire in branco coscienti che da soli non sareste in grado di ricavarne un ragno da un buco. Nel momento in cui ho rifiutato il vostro amico siete subito accorsi da lui a difenderlo, mi fate ridere e se non fosse per la presenza del Caposcuola vi avrei già allontanato con la mia bacchetta. Mi dispiace aver leso la vostra sicurezza semplicemente rifiutando uno di voi, però vi dico un segreto…»
Ayumo lasciò una pausa di sospensione, utile solamente a far arrovellare i quattro giovani attorno a lei, tutti corrucciati per le parole affilate che ha deciso di rivolgergli. Se vi fosse stata l'opportunità sicuramente avrebbero agito per fargli pagare un tale affronto, ma era cosciente che nelo stato in cui si trovavano e con la presenza di un Caposcuola non si sarebbero mai azzardati a tirare fuori le proprie bacchette e se così non fosse stato non avrebbe acuto alcun proble,a a difendersi.
« Se continuate così non sarà solo quella ad essere ferita. »
La sua voce si fece più bassa e divertita, era evidente che fosse provocatoria in quel momento, ma le sue erano velate minacce e nel qual caso il Caposcuola non avrebbe potuto in alcun modo agire verso di lei; non era stata sua intenzione iniziare quell’alterco semplicemente aveva – in maniera fin troppo chiara – chiesto al Grifondoro di lasciarla in pace e non tediarla con le sue inutili frasi. Ayumo controllò nuovamente la figura del Caposcuola Bell, intenta a carpire eventuali intenzioni nei suoi confronti, sapeva di aver osato superare una linea di demarcazione che lei stessa si era auto-imposta. Però non era riuscita a sopportare una tale prevaricazione, le apparivano semplicemente come una balbettante bambocciona banda di babbuini. La Giustizia è uguale per tutti. Non è colpa nostra se non Tutti sono Uguali.
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