« Anáil », ~ Privata

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view post Posted on 8/3/2023, 20:47
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Ayumo Vanille
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Un lento sospirò uscì naturale dalle sue labbra, mentre la sua penna ricopiava gli appunti presi alla lezione di Cura delle Creature Magiche, forse una delle materie che più l’avevano catturata dall’inizio di quell’anno scolastico.
Il libro era aperto lì affianco, sulle pagine si potevano scorgere diverse descrizioni riguardanti il Sistema di controllo e occultamento delle Creature Magiche e tutte le leggi che ne seguivano.
La Tassorosso trovava un risvolto eccitante in un lavoro di quel tipo, i motivi principali erano due: le creature che necessitavano di una maggiore cura e controllo erano quelle tendenzialmente considerata più pericolose e che erano meno studiate, in secondo luogo doversi fronteggiare con i bracconieri che disobbedivano alla regolamentazione magica – semplicemente per arricchirsi – era una missione pericolosa, ma certamente interessante.
Ripensando ai bracconieri, ad Ayumo vennero in mente immediatamente le preziosissime uova di Occamy, chissà quanti maghi si erano destreggiati in perigliosi duelli pur di proteggere quelle splendide creature dalle mire demoniache di quei cacciatori.
In effetti l’idea che esistesse la possibilità di poter osservare così da vicino delle creature di tale beltà l’affascinava non poco.
Così come da sempre aveva desiderato poter visionare ogni singola specie di Drago conosciuta, fin da quando ne aveva trovato traccia su un vecchio libro nella biblioteca della propria casa.
La fascinazione che aveva provato approfondendo la propria lettura tra le leggende, era impareggiabile.
Inspirò profondamente per poi rilasciare l’ennesimo sospiro, l’aria frizzantina era scesa più in profondità allargando maggiormente la gabbia toracica.
Subito dopo la mano libera dalla piuma si diresse verso i suoi capelli, alla ricerca delle lunghezze per pettinarle, ma si scontrò con l’assenza di queste e la superficie ruvida della corteccia dell’albero sotto il quale si era seduta.
Ripensò a quanto tempo le sarebbe servito per dimenticarsi dei suoi capelli lunghi e abituarsi al nuovo taglio?
Non lo sapeva, ma un po’ le facevano sorridere le abitudini inconsce che si ripresentavano nei momenti di cambiamento.
Dopo l’ultimo viaggio in Irlanda aveva optato per un taglio drastico, i capelli che le arrivavano a metà schiena ora erano acconciati in un caschetto che le incorniciava maggiormente il viso.
Rilassò il braccio, permettendogli di accomodarsi tranquillamente al suo fianco, con il palmo poggiato sul libro ancora aperto lì sul prato.
Sentendo parte del terreno sotto la mano, constatò maggiormente che negli ultimi giorni l’aria era diventata più mite – nonostante mantenesse ancora tutta la sua freschezza – per questo motivo era scesa giù nel Cortile, in un angolo di giardino sperduto ai molti.
Aveva approfittato delle ore più calde, in modo da potersi godere l’ombra di un albero.
L’inverno stava volgendo al termine, ma non aveva ancora lasciato totalmente le Highlands Scozzesi, ritornava a far visita a tutti gli ospiti del castello quando il sole lentamente calava oltre l’orizzonte, unico rifugio erano ancora le pesante coperte e maglioncini di lana.
Nonostante la sua presenza potesse ancora avvertirsi, anche la Primavera era arrivata ad abbracciarli per mostrare loro che tra poco avrebbero potuto dimenticarsi della lana per lasciar spazio a vestiti più leggeri.
Il Platano Picchiatore che si stagliava di fronte a lei era l’emblema di questo lento cambiamento.
Sui suoi rami – se osservavi bene – potevi scorgere i primi butti che di lì a poco si sarebbero lentamente aperti a quel punto nessuno avrebbe più avuto dubbi riguardo la venuta della Primavera.
bCj8RE2
Un altro sospiro uscì lento e controllato, mentre le sue mani poggiavano la Piuma lì a fianco, gli occhi scrutavano l’inchiostro sulla pergamena che si rapprendeva fino a seccarsi totalmente, a quel punto le sue dita strinsero il pezzo di carta e lo arrotolarono delicatamente per riporlo al sicuro.
Si era resa conto di aver la mente fin troppo affollata, seppur in quel guazzabuglio non riuscisse a trovare un pensiero di forma compiuta, lo vedeva più come un tripudio di forme che non riuscivano in nessun modo a permetterle di concentrarsi.
Per un secondo, forse anche di più, si trovò infastidita dal fatto di non riuscire a tenere a freno la propria mente, ma poi si distolse da quella sensazione; chiuse il libro e lo ripose nella tracolla di cuoio che poteva essere considerata un reperto archeologico dalle condizioni in cui verteva a causa dell’incessante utilizzo.
Gli occhi si socchiusero per poi riaprirsi ad osservare la meraviglia di ciò che la circondava, lei era lontana dal vociare dei suoi coetanei, solitaria a fissare il vuoto.
Quel semplice gesto mise ordine alla matassa di rumori che affollava la sua mente, portando lentamente ed inesorabilmente un po’ di pace.
Uno sguardo ghiacciato che si stagliava in avanti, guardando e non osservando, perdendosi nell’incanto della visione stessa.
 
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view post Posted on 9/3/2023, 22:03
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Snape

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el dormitorio dei serpeverde quella mattina era presente solo il respiro affannoso di SIlias. Il ragazzo se ne stava con le gambe a penzoloni su il letto e le mani tra i capelli...''ancora quel sogno , anzi ancora quel maledetto incubo''...era questo che si ripeteva mentre ricordava ancora una volta quella esperienza che lo perseguitava quasi ogni notte....''non riesco a dimenticarti''...rivivere il ricordo delle sue mani che si allontanavano, i suoi occhi spegnersi, e soprattutto il suo profumo svanire, era troppo per quel ragazzo che non aveva mai avuto legami....''perché torni sempre, perchè non te ne vai e basta''...ogni sera una ragazza dai lunghi capelli corvini, e la carnagione chiara si presentava nei suoi sogni…''ti dimenticherò mai ?''...all’interno di quel dormitorio vuoto questa domanda navigava tra i pensieri di quel ragazzo triste, che barcollando abbandonava il letto intento ad andare a sciacquarsi la faccia, come se volesse lavare via quella sensazione. A tormentarlo era il ricordo di Carol, una ragazza che abitava vicino casa sua . I due ragazzi avevano instaurato un forte legame, un legame che venne troncato da un evento che Silias non dimenticherà mai. Quella mattina decise di andarsi a fare un giro per la scuola, aveva del tempo, un po 'di spazio per se stesso prima dell’inizio delle lezioni. La sua prima tappa fu la sala grande dove si deliziò con l’abbandonate colazione che gli venne servita come ogni mattina, per poi andare in biblioteca a spulciare qualche libro che non aveva ancora letto. La sua mente però era ancora attanagliata a quel sogno, quel maledetto sogno, neanche il libro di astrologia che aveva scovato gli fu d’aiuto, anzi iniziò a fantasticare come sarebbe stato se anche Carol avesse frequentato Hogwarts, forse non si sarebbe sentito così solo, forse non avrebbe mai provato quel senso di solitudine e abbandono che provava ogni singolo giorno. Carol era stata sempre un punto di riferimento, e in quel momento gli tornò in mente quella mattina, quando vennero sorpresi da una forte pioggia e costretti a rifugiarsi dentro quel minimarket. Quel giorno Silias rideva , rideva come un matto per la felicità, in quell'istante di euforia aveva dimenticato perfino suo nonno e tutti i suoi problemi , Carol era la sorella che non aveva mai avuto, un'amica che lo consolava e lo spronava a vivere, lui viveva per lei, come lei viveva per lui, erano in simbiosi, ma purtroppo tutto ha una fine, e Silias non gli perdonerà mai il fatto di esser stato abbandonato…''Perché sei andata via, perchè non sono riuscito ad andare oltre il mio orgoglio '' ..La sua mancanza era troppo per lui…''io e te eravamo inseparabili''…Silias non si sarebbe mai perdonato il fatto che non aveva fatto nulla per impedirgli di andare via, si era limitato a fissarla mentre con i suoi genitori abbandonava la villetta dove lui e lei avevano trascorso un infanzia intera…''dovevo almeno salutarti''...solo dopo venne a sapere che l'auto dove viaggiavano i coniugi Walker aveva avuto un incidente …ti dovevo salutare, dovevo correre da te…una lacrima scese su il volto del giovane mentre stritolava quel libro di astrologia rimasto fermo su come nasce una stella…''ti dovevo fermare''…si accorse subito che stava piangendo, così si pulì di fretta il volto e abbandonò quel luogo che per lui era sacro, riponendo il libro sullo scaffale. Iniziò a vagare per il castello fino a ritrovarsi in cortile, soffermandosi a fissare il platano picchiatore, per poi proseguire. In quel momento vide una ragazza decidendo di avvicinarsi a lei, solo per scrollarsi di dosso i suoi ricordi, non voleva fare amicizia con lei, voleva solo distrarsi, voleva che un’altra voce invadesse la sua mente facendolo tornare alla normalità…ciao…disse sospirando…cosa stai leggendo ?...Silias aveva le mani nelle tasche del suo giubbotto di jeans mentre aspettava una risposta che lo avrebbe esorcizzato…
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view post Posted on 12/3/2023, 15:02
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La meraviglia della natura non era facilmente descrivibile, celava in sé una miriade di sfumature nascoste che continuavano a susseguirsi e cambiare ogni secondo che passava.
In un qualche modo stare lì ferma a guardare quell’immensità le dava l’occasione di sentirsi maggiormente connessa con la madre terra, come le aveva insegnato Sìve quando era più piccola, durante le giornate di pomeriggio in giardino.
I suoi genitori le avevano impartito delle conoscenze in merito alla natura che mai avrebbe dimenticato col tempo, per questo motivo portava un rispetto totale nei confronti di tutto quello che la circondava; loro dovevano coesistere in quel mondo con tutte le altre forme di esseri viventi, senza ostracizzare attraverso la forza quella realtà.
La Tassorosso aveva cambiato leggermente queste regole, le avrebbe applicate sicuramente nei confronti della madre terra e delle creature che essa aveva creato, ma non le avrebbe applicate in maniera così ferra per gli esseri umani.
Per quanto riguardava questi ultimi aveva sviluppato un’intolleranza – non di certo per tutti – ma una buona parte secondo lei non meritava tutte quelle bellezze.
Chi andava in giro non curante di ciò che distruggeva, che sfogava la sua rabbia su creature indifese, che non rispettava il prossimo… Tutti loro meritavano la legge del contrappasso, di soffrire per causa delle sofferenze che loro stessi avevano causato.
Crudele, certamente, ma il suo animo non era più candido e gentile da tempo.
La bellezza di quel silenzio e di quella tranquillità fu comunque interrotta, nonostante lei si fosse posizionata ben distante dalle strade battute o dai sentieri più conosciuti.
Nella realtà si era abituata ad essere disturbata, il fatto che lei trascorresse la maggior parte del tempo da sola sembrava dar adito alle persone per venirla a importunare.
Se lei sceglieva il più scomodo e disparato angolino, comunque qualcuno le si sarebbe seduto affianco per iniziare una conversazione ed ormai aveva anche compreso la motivazione latente dietro a quell’-atteggiamento.
L’essere umano era un animale sociale, non riusciva a stare da solo per lunghi periodi e soprattutto era predisposto all’aggregazione per evitare di soccombere di fronte alle difficoltà; questo comportamento seppur ormai sopito rimaneva ben presente nonostante tutti i secoli di evoluzione.
Piuttosto che sedersi da sole, le persone si sedevano vicino ad altre.
Alzò lo sguardo verso colui che era giunto alla sua presenza, una rapida occhiata le rivelò che il giovane apparteneva alla Casata dei Serpeverde e il suo viso non nascondeva di certo la giovane età.
Era – probabilmente – uno studente del Secondo Anno che spinto dalla curiosità era giunto fino alle appendici di quell’albero e nel vederla lì aveva ben pensato di rivolgerle la parola.
Sospirò sommessamente, prima di far riverberare le proprie corde vocali.

bCj8RE2
« Libro di testo di Cura delle Creature Magiche, di certo una lettura interessante seppur non adatta a tutti.
Oltre a questo, comunque, sarei curiosa di sapere con chi parlo. »


Avrebbe atteso la risposta per proseguire nell’interlocuzione.

« Sono Ayumo Vanille, dato che ormai la mia quiete è stata interrotta tanto vale cogliere la palla al balzo per due chiacchiere. »

Abbassò nuovamente lo sguardo sul Platano Picchiatore, totalmente disinteressata sul giovane.
Se fosse rimasto bene, come aveva esplicitato ne avrebbe colto l’occasione per instaurare un discorso, seppur fosse cosciente che non avrebbero avuto molto da scambiarsi – tenendo conto della differenza di età evidente tra i due.
Ma era sempre aperta ad eventuali sorprese, chissà forse il giovane nascondeva una certa profondità.


Edited by Draghy.Chan - 12/3/2023, 15:56
 
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view post Posted on 13/3/2023, 21:08
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ilias rimase con le mani nelle tasche del suo giubbotto, mentre ascoltava la risposta della ragazza, risposta che arrivò ricoperta dal gelo. Era abituato a risposte del genere, come se la sua voce infastidisse chiunque la udisse. Ma in quel momento gli importava ben poco, voleva solo far evadere la mente, e non voleva di certo diventare il suo miglior amico, quindi si limitò a rispondere…cura delle creature magiche ?...esclamò con voce sibilante, come se quella materia lo interessava…sei al terzo anno quindi…poteva affermare quanto detto per via del suo interesse per le materie che avrebbe potuto affrontare al suo terzo anno, e tra esse c’era anche cura delle creature magiche, una materia molto affine alla sua persona, per via del suo amore smisurato per tutte le creature viventi, che riteneva superiori a tutta l’intera umanità, che continuava a ridurre il loro territorio e a cacciarle solo per il gusto di possedere un trofeo...comunque io sono Silias Thom Morgan…pronunciare per intero il suo nome lo infastidiva ogni volta, specialmente giunto al momento del cognome…comunque scusa la maleducazione, non è da me disturbare chiunque senza prima presentarmi…naturalmente era ironico, lo si poteva percepire dal tono grottesco della sua voce …e devo darti ragione…fece un lungo sospiro per poi riprendere… questa materia non è per tutti…indicò il libro …a volte preferisco parlare con un ippogrifo…Parlare con un animale era più semplice, per via del loro silenzio, ti ascoltano senza giudicarti… sono del parere che siano dotati di più intelletto…disse abbandonando l’ironia… Ayumo Vanille …se non sbaglio ha origini orientali ? …no che gli importava…comunque nome molto bello …su questo non mentiva, trovava quel nome stranamente intrigante, per via della sua rarità …Si facciamo due chiacchiere, ormai ho interrotto il tuo momento di relax, perdere un po di tempo qui prima della lezione di Pozioni non mi dispiace affatto, e poi ho deciso di conoscerti, quindi non andrò via tanto facilmente…si andò a sedere di fianco alla ragazza…posso ? …senza vergogna, e interesse del volto infastidito della tassorosso, chiese se poteva attingere al libro che poc'anzi aveva chiuso al momento del suo arrivo…ti dispiace se lo sfoglio ? - amo molto i libri e vorrei vedere cosa mi aspetta in futuro…ancora una volta non era sincero, voleva starsene lì solo per oscurare i suoi pensieri…dimmi Ayumo cosa ne pensi di quell’albero ?...chiese mentre attendeva che gli venisse concesso il libro …io adoro quell’albero, mi rispecchia molto, anche io aggredisco chiunque cerchi di avvicinarsi troppo…questo problema Silias se lo portava avanti da sempre…Ora ti sembrerò incoerente, daltronde io che odio gli altri che si interessano a me, ora sono qui a infastidirti..…disse sorridendo mentre posò lo sguardo su la compagna di scuola …scusa la schiettezza, ma si capisce chiaramente che non hai voglia di parlare con me, so di averti disturbato, ma concedimi un po di tempo, ho bisogno di parlare con qualcuno…il suo sguardo si perse nel vuoto , era palese che qualcosa non andasse, purtroppo quell’incubo lo logorava, si sentiva vuoto e voleva riempire quella voragine con qualche distrazione a spese di Ayumo, con la speranza di non risultare fin troppo patetico …
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view post Posted on 26/3/2023, 23:28
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kvZlvKkIn un certo senso fu stupefatta della semplicità con cui il ragazzo decise di sedersi accanto a lei, senza nessun imbarazzo al contrario suo.
Questo perché, lei, era solitamente abituata a tenere una prossemica piuttosto ampia con gli sconosciuti, era il suo modo per evitare che quest’ultimi potessero invadere il suo spazio personale più del dovuto; in quel momento però non poteva decidere lei in prima persona la distanza essendo già seduta, spettava al Sperverde che la pensava diversamente rispetto a lei, evidentemente.
In mezzo a quelle frasi riuscì a scoprire anche il nome del suo interlocutore, Silias, che le risultò particolare seppur lei fosse l’ultima che poteva asserire qualcosa in merito al nome di qualcun altro.
Come aveva intuito il giovane, il suo nome aveva origini orientali, suo padre si era innamorato delle lingue asiatiche in uno dei suoi incarichi come Spezzaincantesimi all’estero; prima che decidesse di abbandonare tale vita fuori di casa per dedicarsi unicamente alla famiglia, motivato dalla paura che avrebbe potuto lasciarli da soli se si fosse imbattuto in qualche maledizione più complessa del previsto.
Così era uscito il connubio particolare dei nomi della sua famiglia, sua madre che portava un nome tipicamente irlandese, suo padre e suo fratello che sembravano più inglesi e alla fine lei che sembrava provenire da lontano, da una terra sconosciuta.
Era curiosa di sapere che cosa Owen aveva trovato di così tanto affascinante in quelle terre, le sembravano così lontane e distante, totalmente inesplorate a livello di cultura e abitudini.
C’erano state alcune occasioni in era stata colta da un’improvvisa curiosità, ma alla fine aveva sempre desistito; forse ci sarebbe stata una buona occasione per immergersi realmente in tali tradizioni?
A malapena conosceva i propri costumi, li stava approfondendo pian piano riscoprendo il legame con la propria famiglia, ma era curiosa di guardare oltre e lo avrebbe sicuramente fatto più avanti nel suo percorso.
Riprese a concentrarsi su quello che il ragazzo stava farfugliando, trovando non poche frasi bizzarre e prive di senso.
Soprattutto in merito alla questione di fermarsi a parlare con gli Ippogrifi, certamente anche lei considerava la maggior parte delle persone prive di qualcosa che potesse interessarle, ma scovando affondo riusciva a rastrellare una piccola cernita di individui con cui lei poteva circondarsi.
Cercò di nascondere quello stupore e quel dubbio che probabilmente erano comparsi per un brevissimo istante sul suo volto, convinta che nemmeno lo sguardo più attento sarebbe riuscito a percepirli.
Gli ippogrifi erano sicuramente animali dotati di un grande intelletto, ma considerarli meglio di tutto la popolazione umana era un estremismo che perfino lei faticava a comprendere.

« Sono convinta che nelle tue parole vi sia un fondo di verità, gli Ippogrifi – così come una buona parte delle Creature Magiche – sono certamente dotati di un intelletto stupefacente.
La natura, in certi casi, non andrebbe mai sottovalutata; ma considero eccessivo reputarli più interessanti della totalità dell’umanità.
Non nego che nella moltitudine di individui che compongono la popolazione, la stragrande maggioranza non rientri nei miei gusti, ma vi sono rare eccezioni che meritano di essere individuate e con cui è fondamentale interfacciarsi.
Io rifuggo la maggior parte dei contatti sociali, ma sono cosciente che siamo creature che necessitano strettamente di stare a contatto con gli altri per svilupparsi adeguatamente.
È il nostro naturale percorso, non possiamo progredire se non a contatto con altre persone, che ci faccia piacere o meno. »


Inspirò lentamente vedendo il ragazzo adocchiare il libro, sarebbe risultata scortese a negargli l’accesso, ma era estremamente possessiva con i propri oggetti e questo perché faticava a vederli tornare distrutti a causa delle altre persone.
Le esperienze passate erano tate tanto negative da indurla a voler evitare totalmente certi accadimenti, ma forse in questo caso avrebbe potuto fare uno strappo alla regola consentendogli una veloce sbirciata sotto il suo attento e vigile occhio.
Diede un piccolo assenso col capo, sfilò il libro di testo dal reperto archeologico che era la sua tracolla e lo poggiò davanti a Silias.
Constatò nuovamente che, sì, era troppo vicino per i suoi gusti.
Gli occhi, ora, rimiravano nuovamente l’orizzonte per poi spostarsi sull’erba del prato ed infine sul Platano picchiatore che se ne stava fermo placidamente, cullato dalla brezza quasi primaverile.

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« Il Platano Picchiatore è stato piantato tempo orsono ed ha una natura alquanto inquieta, ma se si conoscono i suoi segreti diventa inerme come la maggior parte delle persone.
Credo che rispecchi la natura dei gradassi, che si fanno forti di fronte alle altre persone e che divengono agnellini se gli si prospetta davanti la verità più recondita della loro anima oppure i segreti che pensavano di aver celato tanto attentamente.
Non ne vedo la natura di una persona introversa, forse perché la vediamo da prospettive differenti.
Se realmente non si vuole relazioni sociali non si dà neanche la possibilità alle persone di avvicinarsi a scrutare quel qualcosa di più profondo.
Infine, ricollegandomi a quanto detto prima, noi siamo involontariamente e intrinsecamente creature da una forte natura sociale.
L’asocialità totale sfocia nel patologico. »


Espirò profondamente all’ennesima dichiarazione, quasi scontata, del Serpeverde.
Certo l’aveva disturbata, ma se non avesse avuto intenzione di parlargli gliel’avrebbe garbatamente detto, non era così tanto ipocrita da sorbirsi chiacchiere inutili per non si sa bene quale motivazione.
Sarebbe stato poco carino da parte sua, scorte in un modo assoluto.

« Se non fossi interessata te l’avrei fatto notare, certamente ammetto che avevo prospettive differenti per la mia giornata.
Diciamo che colgo le occasioni se mi capitano e quattro chiacchiere non si negano a nessuno, naturalmente vi sono delle eccezioni. »
 
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view post Posted on 21/8/2023, 20:02
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Snape

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giovane tassorosso spiazzo il giovane SIlias, che per un attimo rimase fermo a fissarla, soffermandosi sulle sue parole. Il concetto da lei messo in atto era molto riflessivo, e coinvolgente, talmente coinvolgente che il serpeverde ne rimase quasi sopraffatto. Quel suo modo di porsi, quel modo di approcciare la conversazione, gli ricordava qualcosa, come se si stesse guardando allo specchio. Era palese che lui era un fattore disturbante per Ayumo, ma era anche vero che nonostante fosse infastidita gli concesse ugualmente una possibilità di restare al suo fianco donandogli la sua compagnia. D'altronde, lui non cercava un'amica, cercava solo qualcuno con cui parlare, a causa del suo stato ansioso emerso per via di alcuni ricordi del passato. Quando si sentiva in quello stato si tuffava a capofitto dentro il suo letto, oppure iniziava a parlare con la sua civetta, ma questa volta gli serviva qualcuno che potesse rispondergli...

Credo tu abbia ragione, non siamo in grado di poter vivere da soli, cerchiamo sempre qualcuno da poter usare come ancora, e devo dire che questo è un fattore dell'umanità che non concepisco

le sue parole erano ferme, quasi vibravano, ma il concetto che voleva esprimere anche se totalmente confuso era giusto , almeno in parte ...

Io come tutti ho cercato la mia ancora, e credo di averla trovata, ma poi sai cosa è successo ? ..

Naturalmente la tassorosso non poteva sapere cosa si nascondeva nel suo animo, e tanto meno capire le sue parole colme di tristezza...

Una tempesta mi ha colpito, ha iniziato a far girare la mia nave fin quando l’ancora non ha ceduto , la stessa ancora che doveva tenermi saldo ha ceduto lasciandomi in balia delle onde


Il suo sguardo ricadde nuovamente sul platino ...

Credo che dopo quella tempesta, io sia approdato su un isola deserta, dove non c'era nessuno ad aiutarmi, nessuno che poteva aggiustare il mio cuore , nessuno che poteva darmi una mano a rialzarmi ...nessuno ...credo che quello sia stato il giorno in cui tornando nella civiltà, mi sia trasformato in un platano picchiatore...


Naturalmente la sua metafora era intrisa di angoscia, e sfiducia nel prossimo, ma questo non bastava a spiegarsi, non era in grado di farlo, era troppo difficile ammetterlo, così usando un anatema del genere sperava che Ayumo riuscisse a comprendere ...

E tu invece, perchè ti sei trasformata in un platino ?

domanda sciocca, voleva solo continuare a parlare, ma non voleva solo parlare di lui, voleva che Ayumo si aprisse per poi farlo a sua volta ...


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view post Posted on 21/8/2023, 23:45
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kvZlvKkAscoltò attentamente quello che il ragazzo aveva da sputare fuori, frasi che nella realtà racchiudevano una miriade di sentimenti inespressi.
In certi casi rivedeva la sé stessa del passato, un odio nei confronti del prossimo che l’aveva portata sprofondare lontano dal prossimo e a lasciarsi irretire dalla parte più oscura della magia.
Sentirsi abbandonati era una sensazione difficile da spiegare a chi non aveva mai avuto lo spiacevole avventura di provarla, eppure arrivare ad avere quella sensazione nei confronti del mondo che leggeva nelle parole di Silias era un brutto affare.
Vi erano ferite difficilmente rimarginabili, che una volta guarite lasciavano cicatrici difficili da osservare; di fondo le cicatrici non davano fastidio perché altri le vedevano, ma perché continuavano a far da monito a eventi passati.

« Eppure, è un concetto fondamentale della vita.
Vi deve essere un confronto con qualche d’un altro per poter progredire.
Pensa a concetti come lo Ying e lo Yang, vi è sempre una controparte da dover affrontare, per poter riuscire ad ottenere una forma di equilibrio che fondamentalmente è mutevole.
Se cerchiamo ancore, non possiamo evolverci.
Non possiamo egoisticamente pensare che per il nostro benessere dobbiamo ammainarci da qualche parte senza proseguire, in certi casi so che può essere doloroso, ma proseguire lungo una strada è l’unica opportunità che ci è concessa. »


bCj8RE2

Ayumo si fermò a guardarlo, di fondo anche lei quando aveva chiuso i ponti con Patrick si era trovata a chiedersi se la strada migliore non fosse la solitudine e scioccamente in essa si era rifugiata, arrabattandosi in tutti i modi per non crearsi legami duraturi.
Aveva conosciuto qualche altra persona, compagni di casa con cui aveva stretto maggiori legami, ma niente che aveva potuto paragonare alle amicizie che aveva costruito durante il suo primo anno.
Quella rottura, a seguito della sua decisione di seguire il Signore Oscuro, l’avevano portata a credere che su tutto il creato nessuno fosse in grado di capirla.
Quanto sciocca ed egoistica era stata una tale assunzione di unicità, ora lo vedeva chiaramente.
Non che fosse ancora uscita da quella condizione, sapeva di essere ancora facilmente preda dei suoi istinti di controllo e che di fatti il volersi rintanare lontano da tutti era solo una forma di manipolazione personale.
Però si stava dando il tempo e la possibilità di cambiare.

« Niente platani, come ti ho detto lo considero maggiormente una forma adatta ai gradassi e io di certo non rientro nella categoria.
Forse spocchiosa o saccente sono parole che nei loro aspetti negativi più si confanno a me.
Mi ritrovo maggiormente nell’erba, un qualcosa che ha ancora necessità di crescere per vedere che cosa sarà, ma che ha già sviluppato doti fondamentali come la resilienza e l’adattabilità alle situazioni che il mondo gli offre.
Non ho l’aggressività di un Platano Picchiatore, se devo farti del male è qualcosa di sottile e nello stesso tempo estremamente fastidioso, come un taglio causato da un filo d’erba o da un foglio di carta. »


Silias era un ragazzo che aveva sofferto, questo era visibile, ma la Tassorosso ne vedeva un’enorme possibilità di crescita nel futuro.
Era un giovane che si precludeva da solo la possibilità di riuscire ad affrontare i propri demoni o almeno così le sembrava e anche in questi atteggiamenti si rivedeva molto; quanto stupida era stata?

« Comunque devi imparare a vedere tutte le prospettive della vita, oltre al fatto che è sciocco attendere qualcuno che possa risanare le tue ferite o che ti aiuti a perseguire i tuoi obbiettivi.
Tu devi imparare a cogliere l’attimo, non che io sia molto più vecchia di te.. Di fatto siamo entrambi estremamente giovani e quello che mi hai detto potrebbe essere riconducibile ad una persona che ormai è giunta alla conclusione della sua vita.
In uno stato di cristallizzazione dovuto all’età e per questo motivo cerca stimoli esterni per proseguire.
Noi siamo quegli stimoli, dobbiamo essere noi stessi il nostro motore.
Le ferite col tempo si rimargineranno e le cicatrici sbiadiranno, perché fermarsi e togliersi la possibilità di crescere? »


Da quando era tornata dall’Irlanda si era resa conto di aver atteso fin per troppo tempo che qualcosa la smuovesse, era stata lei invece a muoversi a iniziare nuovamente a camminare e smetterla di precludersi eventuali strade perché impaurita dal mondo.
Il mondo era in certi aspetti un posto orribile, le aveva portato via Richard e la sua innocenza, ma d’altra parte era anche un posto fantastico da vivere e pieno di opportunità.
Guardò il cielo, i suoi specchi azzurri che cercavano qualcosa tra quell’immensità.
Era convinta nella reincarnazione, che suo fratello avesse assunto una nuova forma in quell’immenso cerchio che era la vita, ma ogni tanto si fermava a ripensarci e a chiedersi dove fosse in quel momento… Se l’avesse perdonata per quello che gli aveva fatto.
Tornò ad osservare il giovane, ormai era inutile rimuginare.
 
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D
obbiamo essere noi stessi il nostro motore…questo concetto espresso dalla tassorosso spiazzo nuovamente Silias. Il giovane parve un attimo vacillare, come se le sue convinzioni si stessero sbriciolando. Era palese che quella ragazza iniziava a metterlo in difficoltà, con concetti e riflessioni che non aveva mai udito, ma era anche vero che Silias cercava un tale confronto da quella compagnia scovata per caso. I suoi occhi si spalancarono, come se avesse scoperto una gemma rara, come se si stesse chiedendo dove fosse stata Ayumo per tutto questo tempo. Ma proprio quando iniziava a metabolizzare il tutto, all’improvviso il volto di Carol riapparve..

Scusa forse ho parlato troppo, e male, non so esprimere a parole i concetti che risiedono nella mia mente, mi piace più gettarli all’interno di metafore, e come vedo, non credo che tu abbia capito il mio concetto di ancora…

Era vero, Silias nella sua mente aveva tutto programmato, sapeva che quello che usciva dalla sua bocca non era conforme a quello che stavo analizzando il suo cervello, ma era anche vero che le parole di Ayumo erano talmente vere, che come detto , stava per un attimo uscendo da quel guscio…

Quindi parlerò chiaro…Carol, la mia Carol, era l’ancora che teneva saldo il mio stato mentale, mi permetteva di non impazzire…fece una pausa mentre continuava a stringere il libro che la tassorosso gli aveva gentilmente concesso di sfogliare…il mio concetto di ancora è diverso, talmente contorto che non lo capisco neanche io…la sua ancora, si chiamava Carol, era una bambina che Silias conobbe all’età di otto anni, era la sua vicina di casa, una babbana che con irruenza era entrata nella sua vita, riuscendo a farsi strada nel suo cuore...Grazie a lei ho potuto digerire i problemi interni della mia famiglia ..sfogliò un’altra pagina del libro, compiendo una pausa per poi riprendere…

famiglia curiosa i Morgan, talmente curiosa che chi la conosce ne resta schifato, specialmente se conoscono il nonno, uomo severo il nonno, un uomo che quando inizia a parlare ti rendi conto quanto sia orribile, sai lui odia i mezzosangue e i babbani, quindi odia suo nipote, il suo unico nipote, lo schifa talmente tanto, che insieme ai suoi genitori lo ha cacciato di casa, e proprio in quel periodo che Carol spuntò nella ma vita

il suo sfogliare si interruppe su un capitolo che riguardava gli snasi, Silias adorava quelle creature le aveva trovate sempre adorabili e divertenti, per questo nel vederle un accenno di sorriso sboccio su le sue labbra…Ma come al solito io distruggo tutto, o per meglio dire il destino mi è nemico...di botto chiuse il libro, consegnandolo ad Ayumo la sua proprietaria … Ma sicuramente non ti va di sentire questa storia triste…un tasto si azionò interrompendo quel racconto contorto e sofferente…quindi se non vuoi ascoltare altro dimmelo pure…si stiracchiò per via del lungo periodo fermo per poi guardare la tassorosso, come se sopra la sua testa si fosse accesa una lampadina, non voleva troncare ora quella conoscenza, bramava di più,
si sentiva strano, non si era mai sentito cosi , e per questo voleva capire cosa realmente significasse quella sensazione…facciamo cosi...si voltò completamente verso Ayumo, mettendosi di fronte a lei...se vuoi, posso anche continuare la mia storia...porse un dito verso di lei...a patto che tu mi racconti la tua …ci stai ?...ancora una volta Silias tentò di far aprire quella ragazza, come se volesse un contatto…sai mi incuriosisci molto

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view post Posted on 24/8/2023, 00:09
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kvZlvKkSilias sembrava rapito dalle sue parole, come se gli stesse donando lei stessa una nuova prospettiva sulla vita.
Le veniva spontaneo chiedersi con chi avesse parlato il giovane e perché non gli erano già stati dati quei consigli che lei stessa ora stava dispensando, qualsiasi suo concasato avrebbe potuto dargli quella stessa visione del mondo; lei infondo era ancora in fase di crescita.
Per un paio d’anni aveva preferito relegarsi in una solitudine fittizia piuttosto che affrontare i suoi demoni interiori, per molti vi sarebbe stata dell’ipocrisia in quella scelta di parole.
Forse il Serpeverde sarebbe giunto a quelle conclusioni lo stesso, forse ci avrebbe impiegato più tempo come era successo a lei; ma perché precludersi la possibilità di evitare una lenta e inesorabile agonia a qualcuno quando tu per prima c’eri passata?
Ayumo di solito non era una persona caritatevole, tendeva ad empatizzare poco con gli altri per evitare di trovarsi in situazioni sconveniente, in quel caso però le era venuto spontaneo dare qualche monito di saggezza.

« Sapersi esprime è complesso, se fosse così semplice trasformare le nostre emozioni in parole, non esisterebbe qualcosa come la poesia o la scrittura stessa non avrebbe questo peso.
Di fondo comprendo il tuo concetto, ma lo trovo estremamente limitante.
Purtroppo - o per mia fortuna - ho imparato presto che determinate situazioni ce le imponiamo noi per primi, aggrapparci a qualcuno o qualcosa per sentirci maggiormente bene con noi stessi o per trovare la forza di affrontare determinate situazioni… E’ semplicemente una scappatoia.
Se vivi in una condizione spiacevole, vi possono essere persone o situazioni che te l’alleggeriscono, ma di fatto non sono altro che meri palliativi.
Bisogna essere in grado di prendere in mano le proprie scelte e decidere di fuggire o cambiare certe situazioni. »


Un lento sospiro uscì alla conclusione di quella frase, come a mettere un punto fermo a certi concetti.
Voleva fermarsi a respirare profondamente, non erano certamente argomenti semplici da trattare seppur essenzialmente traslitterava le sue esperienze in parole per poi sputarle fuori cercando di dare un senso al discorso.
Giustificazioni, palliativi o insicurezze erano parte della natura umana, nessuno era perfetto nelle scelte che faceva, ma la Tassorosso aveva sviluppato un forte senso di Autodeterminazione e Autonomia; aveva smesso da tempo di dipendere da qualcun altro e anche nella sua spasmodica ricerca di felicità e spensieratezza aveva preferito ricominciare da sola.
Era convinta che col tempo qualcuno sarebbe stato in grado di trapassare la sua scorza dura, che si sarebbe meritato la sua fiducia, ma per ora il processo che stava affrontando era principalmente su una strada solitaria.
Era lei che doveva credere maggiormente nel mondo circostante, per cambiare la sua visione degli eventi non vi poteva essere un intervento esterno.
Forse qualcuno l’avrebbe potuta aiutare, farle vedere quel bene che tanto anelava.


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« Sai, tutti abbiamo i nostri scheletri nell’armadio e non credo che vi sia uomo o divinità che non abbia mai commesso un peccato.
Difficile comprendere il labile muro che separa bene o male; di fondo è troppo facile separare così nettamente la realtà che ci circonda… Vi sono circostanze o situazioni che in certi casi cambiano drasticamente le carte in tavola.
Nella realtà odierna trovo sciocco avere un pensiero così chiuso e proseguire nella ricerca di un mondo magico composto integralmente da famiglie purosangue, ma d’altra parte c’è gente che è stata cresciuta in un contesto dove l’importanza era attribuita unicamente a quello ed è difficile liberarsi da una cultura che ti è stata impartita.
Ma di fondo, rimane qualcosa di spregevole discriminare l’altro semplicemente in base a qualcosa che non cambia nulla. »


Il Serpeverde cercava di scavare maggiormente in lei, voleva scoprire che cosa nascondeva.
Semplicemente troppo per quel troppo poco che i due avevano condiviso.
Prese il libro tra le mani, ne saggiò il peso e la sensazione che le regalava il cuoio sotto i polpastrelli, le imperfezioni delle mani e della pelle che di scontravano e creavano un rumore sublime.
Concluse accarezzando la costa, prima di aprire la sacca vecchia e logora che si portava dietro in tutta la scuola, vi ripose il libro sistemando accuratamente e la richiuse per poi appoggiarsela in grembo.
Il corpo poggiato contro il tronco dell’albero, piegò il busto in avanti e tirò su le ginocchia abbracciandole e portandosele verso il busto.
Quella chiusura mostrava tutto, si erano toccate corde che non erano piacevoli seppur non vi fosse nulla di sbagliato nella domanda di approfondire anche le sue di vicende.

« Non credo sarà questo il giorno, non vi è qualcosa di particolarmente interessante nella mia storia e se vai a documentarti per i corridoi probabilmente troverai leggende o racconti migliori di quelli che potrei farti io.
Di certo mi lusinga la tua opinione, eppure sono un semplice Tassoross come tante altre.
Vi sono ragazzi molto più interessanti di me, che hanno storie avventurose tra quelle quattro mura che è Hogwarts e che infondo per quasi la totalità di noi è un po’ la nostra casa.
Vi sono giovani dalle menti brillanti, sagaci nell’intelletto, dalle ambizioni difficilmente raggiungibili.
Se vuoi ottimi racconti o storie è a loro che devi rivolgerti, di certo non a me.
Io, di fondo, sono più brava ad ascoltare. »


Quei due pozzi color ghiaccio osservavano l’imbrunire, le ombre che si facevano più lunghe e nello stesso tempo chiare.
L’arancione che iniziava a prendere il sopravvento sulle colline, rendendole dorate e semplicemente stupefacenti.
Era il lento trascorrere del tempo, l’esemplificazione più spettacolare di quel fiume che scorreva inesorabilmente.
Fra poco sarebbe stata ora di cena e probabilmente gli elfi domestici avevano già iniziato a preparare il cibo da un bel po’ di tempo, mentre loro stavano lì a cincischiare sull’erba.
Si strinse il mantello quando una folata di vento le scombinò leggermente i capelli.
 
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view post Posted on 12/9/2023, 18:47
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S
ilias se ne stava a fissare il vuoto contemplando le parole di Ayumo, il suo viso era un po imbronciato, in quanto non era riuscito ad ottenere informazioni dalla tassorosso, che non reputava lui un conoscente stretto per confidargli particolari della sua vita….i corridoi di Hogwarts sono pericolosi, non tutti riescono a capirmi, anzi , credo abbiano paura di me, no per via dei miei colori, loro più che questo verde e argento temono i miei occhi…i suoi occhi erano forti e decisi, parlavano chiaro, sussurravano a chi osava incrociarli.. fila dritto che non è aria… questo comunicavano…ma mi va bene cosi …

Queste parole vennero accompagnate dal calar del sole, la luce che fino ad un attimo fa era forte e pungente, iniziava a perdere la sua forza, accompagnate da un colore arancio… il sole ci abbandona…si il sole andava a dormire, e l’orario di rientrare era giunto, ad aspettarlo non c'era nessuno, solo un banchetto nella sala grande e la sua civetta , niente di più niente di meno …

Oggi mi hai aiutato molto lo sai, grazie a te non mi sono perso, la mia mente è molto contorta, oscura e fredda, ma grazie alla luce dei tuoi occhi accompagnata dalle tue parole, sono riuscito a ritrovare il sentiero…diceva il vero, Ayumo era riuscita a non farlo smarrire, dandogli la possibilità di uscire dai suoi brutti ricordi, ritrovando la serenità…spero di incrociarti nuovamente tra i corridoi, così potremmo approfondire questa amicizia…disse alzandosi…ora sarà meglio rientrare, è quasi ora del banchetto serale…con sguardo speranzoso propose alla ragazza se gradisse la sua compagnia lungo il percorso di rientro al castello …se ti va ti accompagno fino alla sala grande, poi tranquilla me ne torno al mio posto …la speranza era che accettasse, ma anche un rifiuto era accettabile, d'altronde non si aspettava nulla, era abituato a percorre quelle strade da solo ….


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view post Posted on 1/10/2023, 13:52
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kvZlvKkCosa rappresentavano i corridoi di Hogwarts per ognuno di loro? C’era chi si sentiva a casa tra quelle quattro mura, che preferiva di gran lunga intrattenersi al Castello piuttosto che viaggiare verso le rispettive dimore.
Chi vi trovava l’amore, chi le amicizie solide che sarebbero perdurate anche una volta completato il percorso di studio.
Lei non si rispecchiava effettivamente con nessuna di queste sensazioni, certo preferiva stare lì piuttosto che tornare a casa, questo perché le era ancora difficile affrontare i proprio mostri, eppure non sentiva quel castello esattamente come qualcosa di suo.
Non aveva intessuto magici legami ed ora che aveva ripreso ad uscire dalle stanze, la gente per la maggior parte non sapeva neanche chi fosse.

« Ci sarà modo e tempo perché quei corridoi diventino un rifugio sicuro.
In certi casi il detto che “Non serve a niente Rifugiarsi nei Sogni e dimenticarsi di Vivere” è semplicemente reale.
Non rifuggire le altre persone, non dar adito a quelli che ti guardano dall’alto verso il basso.
Avrai modo di trovare qualcuno che sarà interessato ad approfondire quella conoscenza, ad andare oltre alla tua scorza dura; datti semplicemente modo e tempo.
Se no finisci come la sottoscritta, sono un cipresso a passare la maggior parte del tempo a leggere i libri delle lezioni. »


Lei di certo non era un esempio da prendere, aveva rifuggito tutto per l’ultimo periodo ed era diventata un fantasma.
Rinchiudersi in quel modo non l’aveva aiutata, inoltre aveva sprecato tempo prezioso per intessere relazioni e per trovare un modo effettivo per tirarsi fuori da quel pantano che era diventata la sua vita.
Forse per questo motivo ora si era ritrovata a dar consigli ad un ragazzo che sembrava starsi infilando nella sua stessa identica situazione, chi era lei per guidarlo verso una via d’uscita prima ancora che d’entrata? Probabilmente nessuno, ma non voleva sapere di altre persone pronte ad arrivare a lasciarsi andare in una pozza nera e densa da cui era difficile uscire.
La vita era difficile? Certamente, ma come aveva appena accennato, era inutile provare a schivarla.
Evitare i problemi non li risolveva magicamente, anzi più li si lasciava lì fermi, maggiore era la possibilità che questi tendessero ad ingigantirsi.

« Vero, infatti direi di sbaraccare da qua sotto.
Non ho fatto niente particolare, inoltre vi è veramente poca luce nei miei occhi se impari a scrutarci dentro.
La mente umana tende ad essere irrimediabilmente contorta, non è che la tua sia diversa dalla mia o da quella di qualcun altro; devi apprendere nel migliore dei modi come percorrere quelle strade senza perderti. »


Quanto ancora poteva diventare esilarante quella scena? Lei che dava consigli a qualcun altro sul fatto che vi fosse la necessità di non perdersi nella propria mente? Lei che non sapeva ancora soffermarsi a pensare senza sbattere contro i muri del senso di colpa, che non sapeva girare gli angoli senza trovarsi davanti alla realtà che era un’assassina.
Eppure proprio da quelle vicende traeva la forza per consigliare a quel giovane ragazzo di non farsi inghiottire da quel mostro che era non solo la Solitudine…

« Ben lieta di accettare quest’opportunità.
Beh, spero anche io di rivederti tra i corridoi! »


Probabilmente avrebbero seguito il sentiero che li avrebbe portati fino all’ingresso di Hogwarts, un paio di scale ed infine dentro la Sala Grande dove un banchetto fin troppo ricco li avrebbe attesi.
Ayumo si sarebbe seduta nel suo solito angolino nel tavolo dei Tassorosso, osservando i compagni chiacchierare spensieratamente, invidiandoli un pochino di quello che loro erano riusciti a creare al contrario suo.
 
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10 replies since 8/3/2023, 20:47   289 views
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