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| Aveva accettato la medaglia impiegando ogni grammo di volontà per impedire alle mani di tremare - il sorriso di circostanza ne aveva un po' risentito, ma pazienza. Aveva poi allungato la destra per stringere quella dell'arbitro e quindi quella del signor Crownspoon, artefice di tutto quanto era accaduto in quelle ultime settimane. Chissà se Mr. Morgan lo conosceva, del resto tra cariatidi... Oh, Mr. Morgan! Di certo le sue fonti lo avrebbero informato dell'esito del Torneo ben prima del successivo turno di Elizabeth in negozio. Lo avrebbe trovato già lì, ne era certa, eccitato come uno snaso alla Gringott, con un sorriso sornione già stampato sulla faccia rugosa. Il dannato vecchio non le avrebbe dato tregua, ma non era quello il momento di pensarci. Quello era, invece, il momento di consistenti percentuali alcooliche e di una sigaretta che doveva essere perfetta, dopo tutte quelle che si era negata in pre partita per evitare che le ammazzassero il fiato. Non ritenne opportuno salutare Eloise, che da capitano aveva certamente altro da fare in quel momento: ci sarebbe stato tutto il tempo a Londra per scambiarsi i commenti del caso. Si addentrò negli spogliatoi riuscendo tutto sommato a camminare dignitosamente: l'adrenalina pompava ancora e, con un po' di fortuna, l'inevitabile agonia muscolare si sarebbe fatta sentire dopo, al momento giusto per essere prontamente sedata. Si concesse giusto qualche minuto di allungamenti, conscia che altrimenti il suo corpo non più sedicenne si sarebbe vendicato con scrupolosa ferocia, quindi raccattò la sua roba Riducendo tutto il riducibile e rimanendo negli stessi abiti che l'avevano avvolta nel gioco. Tanto al Testa di Porco puzzavano tutti. Incrociò nel corridoio la cercatrice dei T'Assalto e le rivolse un cenno della testa, una sorta di brevissimo annuire, come si conviene tra avversarie di una battaglia combattuta fino all'ultimo, e senza ulteriori convenevoli uscì di nuovo all'aperto, questa volta all'esterno del campo. Doveva aspettare il resto della squadra? Si parte e si torna insieme, se camminano loro camminano tutti, cose così? Nah, dopotutto aveva detto "mi trovate lì". Appena le restrizioni magiche del Castello la lasciarono libera si fermò, inspirò a fondo, visualizzò la strada davanti al pub, ruotò su se stessa e varcò la vecchia porta quando l'eco del suo "pop" ancora non si era spento. Quando il grosso della squadra arrivò, si era già portata avanti: se avesse dovuto bere al ritmo di un gruppetto di adolescenti, tanto valeva andarsene a casa e scolarsi un bicchiere d'acqua. Considerò con approvazione lo stato scapigliato e variamente odoroso di tutto il gruppo, in perfetta corrispondenza con quello che lei stessa sfoggiava, e attese che tutti si fossero rumorosamente seduti prima di segnalare con un cenno che erano pronti a ordinare. «Un altro idromele, ti ringrazio. E anche...» Girò lo sguardo intorno, sugli altri occupanti del tavolo. Quanti di loro erano maggiorenni? Ce n'era almeno qualcuno di maggiorenne? Doveva assumersi una qualche forma di autorità e ordinare innocue burrobirre per tutti? Solo il pensiero di dover gestire le prevedibili proteste le fece arricciare il labbro superiore per il disgusto. «Ah, che diamine, prendete quello che vi pare» concluse. «Sul mio conto» aggiunse rivolta a chi stava ritirando l'ordine. Uno sguardo truce alla squadra: «Ma chi vomita paga, quindi scegliete con un minimo di buon senso.» concluse. Quando avranno ordinato tutti, un idromele per Elizabeth.
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