Grigliatona, Evento di Pasqua

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view post Posted on 15/4/2023, 18:17
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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È
Pasqua e nel villaggio di Hogsmeade, piú precisamente su un vasto prato verde nelle sue vicinanze, si tiene una Grigliata con la G maiuscola, un evento aperto sia a Maghi e adulti che agli studenti, ai docenti e allo staff della scuola di Hogwarts, invitati non a caso per testare le pietanze di un noto e apprezzatissimo chef olandese. Bram Vandermolen è presente in loco con il suo team per intero e sponsorizza l'evento di tasca propria, per preparare la sua squadra a partecipare all'Ultimate Grillmaster, una competizione culinaria di prim'ordine, che si terrà durante il periodo estivo. Insieme a lui ci sono appunto altri cuochi del suo staff, personale di sala, nonché il primo tra i pari, Gerrit DeGruyter, un mago alto due metri e dieci, una presenza fisica spaventosa, una montagna di muscoli dal collo alle caviglie; fidatissimo compagno di Bram, nonostante l'aspetto da buttafuori, a causa della legge del contrappasso è stato piantato sul sentiero d'ingresso per accogliere con calore chi arriva, dandogli un benvenuto come si deve. Lo si riconosce per la maglietta a maniche corte azzurra, con su scritto "Staff", fronte e retro, per le braghe cargo verdi lunghe quasi fino al ginocchio e per i sandali indossati sopra un paio di calzini bianchi e spugnosi. Per tutto l'evento si occuperà di donare a chi giunge alla grigliata una pergamena, con dieci compiti da svolgere ed un sacchetto di velluto vuoto, che si riempirà di ovetti dorati man mano che i partecipanti adempiranno ai loro doveri sociali e culinari. Potete chiedergli indicazioni e chiacchierarci, è estremamente amichevole e ha sempre il sorriso stampato sulle labbra. Bram ed il suo team hanno allestito una tenda, con un incantesimo di estensione irriconoscibile all'interno, che funge da magazzino per tenere in fresco gli ingredienti prima di buttarli a cuocere sui ferri. Inoltre sono presenti diverse griglie e fornelli da campo, sui quali i cuochi prepareranno le pietanze del ricco menu proposto per la giornata, e svariati tavoli di legno con le panchine ai lati lunghi, cosí che ci sia un posto comodo per ognuno adatto a consumare le pietanze. Un'area riservata per servire bibite agli ospiti, vini, birre, superalcolici e analcolici scelti e ideati dallo chef in persona, in cui sarà anche possibile acquistarle nel caso in cui si volessero portar via. La consumazione è comunque e sempre gratuita, in loco, ed i profitti verranno devoluti interamente al C.R.E.P.A.
Per comprare le bottiglie da portar via:

Analcolici 2L - 8 falci
Birre e Vini (66cl e 1L rispettivamente) - 1 Galeone
Superalcolici 1L - 3 Galeoni

Inoltre alla grigliata è presente un DJ emergente, Young Swing, in arte; all'anagrafe Joris van Swingstijn, neanche a farlo apposta. Fa musica electro swing (quella c'è e quella vi tenete) però ha un tocco magico quando si tratta di mescolare melodie vintage a correnti moderne e ve ne renderete conto, contando quanto sia potente e all'ultimo grido il suo impianto. Non è invasivo per chi è nella zona in cui sono disposti i tavoli, ma andate a trovarlo poco piú in là se volete ballare.
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Bram è uno chef eccezionale, che si autodefinisce uno "scandalista" in cucina, perché mette sempre alla prova i suoi clienti e stuzzica i loro palati con ricette raffinate ma di dubbia moralità, considerati gli ingredienti che utilizza, magari piú adatti a pub come il Testa di Porco e non all'alta cucina. È un uomo sulla quarantina, un po' troppo secco e slanciato per fare lo chef (queste sono le ultime parole che pronuncia chi ci tiene a farglielo presente) un po' irascibile e sempre preso dalla foga di gestire i suoi sottoposti, ma ha anche un cuore d'oro. Il suo staff è quasi interamente composto da persone con un passato criminale non (particolarmente) violento alle spalle ed è una scelta fatta non a caso: per lui la cucina è un'occasione per rinascere spiritualmente, manifestare la propria anima attraverso le pietanze che prepara; ha voluto dare a chi avrebbe fatto fatica ad integrarsi nuovamente nella società una seconda occasione, cosí come l'opportunità di farsi valere. Inoltre, detto tra noi, gli fa comodo avere in squadra chi non si fa problemi a macellare uno snaso, un fwooper o qualunque altra carineria riusciate a dissotterrare dal bestiario. Guai a rompergli le scatole con 'sta cosa. Ad ogni modo tutto il personale presente alla Grigliata è altamente qualificato e affabile, maghi e streghe che amano il loro lavoro e si danno un gran da fare per portare la gioia in tavola. Li riconoscete dalla maglia azzurra con scritto staff, un po' come per Bram.

PIETANZE MAGICHE

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Hamburger di Erumpent con Salsa di Cotogne Magiche
Hamburger di carne di Erumpent, serviti con una salsa di cotogne magiche, cipolle caramellate e foglie di insalata fresche su un panino ai cereali.

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Spiedini di Fwooper al Miele e Senape
Bocconcini di Fwooper marinati in una miscela di miele, senape e succo di limone, infilzati su spiedini e grigliati fino a doratura.

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Costolette di Porlock al Barbecue
Costolette di Porlock marinate con una salsa barbecue a base di erbe magiche come zenzero di scirocco e pepe d'orco, cotte lentamente sulla griglia.

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Gratin di Patate e Radici di Dirigibile
Patate, radici di dirigibile e cipolle affettate sottili e stratificate in una teglia, condite con panna e formaggio, poi cotte al forno fino a doratura.

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Insalata di Alghe e Tentacula
Un'insalata a base di alghe e Tentacula fresche, condita con un'emulsione di olio d'oliva, aceto di mele e spezie magiche.

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Spiedini di Funghi Saltarello e Peperoni
Funghi Saltarello e peperoni affettati, infilzati su spiedini e grigliati, serviti con una salsa di yogurt e erbe magiche.

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Torta di Zucca con Noci Magiche
Una torta di zucca speziata con noci magiche, guarnita con panna montata e caramello.

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Pane di Mirtilli e Miele al Chizpurfle
Un soffice pane dolce ai mirtilli, dolcificato con miele "al Chizpurfle" e guarnito con zucchero a velo.

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Gratin di Fiori di Scorzonera e Bubotubera
Fiori di Scorzonera e Bubotubera tagliati finemente e cotti in una crema di formaggio e panna, guarniti con pangrattato e parmigiano.

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Insalata di Uova di Streeler e Rucola
Un'insalata di rucola, uova sode di Streeler, capperi e cipolla rossa, condita con un'emulsione di olio extravergine d'oliva, aceto balsamico e senape.

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Bistecca di Grifone al Pepe Nero e Rosmarino
Bistecca di Grifone spessa, condita con pepe nero appena macinato, rosmarino e sale, grigliata alla perfezione e servita con una salsa al vino rosso e funghi magici.

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Involtini di Snaso con Pancetta e Salvia
Fettine di Snaso avvolte con pancetta affumicata e foglie di salvia, grigliate fino a quando la pancetta è croccante e servite con una salsa di mele e sidro magico.

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Salsicce di Pogrebin con Peperoni e Cipolle
Salsicce di carne di Pogrebin fatte in casa, grigliate e servite su un letto di peperoni e cipolle grigliate, condite con una salsa piccante a base di pomodoro e erbe magiche.

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Costine di Knarl al Miele e Senape
Costine di Knarl marinate con una salsa a base di miele, senape, succo d'arancia magico e spezie, cotte lentamente sulla griglia e servite con una insalata di cavolo fresco.
PIETANZE NON MAGICHE

Piatti a base di carne:

- Filetto di manzo al pepe verde: servito con una salsa al pepe verde e patate al forno.

- Spiedini di pollo alla marinata mediterranea: serviti con insalata greca e pane pita.

- Costine di maiale glassate all'aceto balsamico: servite con verdure grigliate e una riduzione di balsamico.

- Hamburger gourmet di agnello: serviti su panini ai cereali con rucola, feta e salsa tzatziki.

- Salsicce di cinghiale: servite con peperoni e cipolle grigliati e una salsa di senape e miele.


Piatti vegetariani/vegani:

- Spiedini di seitan marinato: serviti con salsa di arachidi e verdure grigliate.

- Portobello burger: funghi portobello grigliati serviti su panini integrali con avocado, pomodoro e salsa vegana aioli.

- Polpette di lenticchie e noci: servite con salsa di pomodoro speziata e insalata di quinoa.

- Peperoni ripieni alla griglia: peperoni farciti con riso, fagioli neri, mais e pomodori, serviti con guacamole.

- Spiedini di tofu e verdure: tofu marinato e verdure miste serviti con salsa teriyaki e riso integrale.


Tutte le pietanze sono disponibili anche nel formato "assaggini", quindi un boccone. Inoltre tutte le opzioni sono personalizzabili (anche se lo chef preferirebbe vi cuccaste i piatti magici che si è sbattuto di preparare) e potete anche chiedere cose extra menu. Fate presente eventuali intolleranze alimentari, allergie, preferenze PRIMA di ordinare; chiedete e vi sarà dato.

Se volete cimentarvi voi stessi nell'antica arte della grigliatura, ci sono delle griglie designate, vi verrà affiancato un cuoco che farà da assistente e vi procurerà gli ingredienti necessari, sbizzarritevi anche con cose che non ci sono nel menu, ma se vi vedo fare boiate sacrileghe tipo farvi una bistecca di carne di unicorno, centauro o simili, io e lo chef ci materializziamo contemporaneamente ai vostri lati con il cazzotto già piantato sulla vostra mandibola. Non mi frega che siete minorenni, fanciulle e via discorrendo, equal rights, equal lefts. Osate ma non fate minchiate.

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(NB: per i minorenni è possibile anche ordinare le bevande alcoliche, tanto sono incantate e se provate a berle l'alcol scompare)

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VINI

Vino della Sventura, Gran Riserva del Gramo, anno '73
Un vino nero corposo e intenso, con note di prugna, cioccolato e spezie. Si abbina perfettamente con carni rosse, come hamburger e costine.

Nebbia di Dissennatore, Bianco Frizzante
Un vino bianco frizzante leggero e rinfrescante, con sentori di agrumi e fiori. Si sposa bene con insalate, cibi salati e carne bianca.

Sangue di Unicorno, Rosato
Un rosato delicato e fruttato, con note di fragola e melograno. Ideale con piatti a base di pesce, salsicce e cibi dolci.

Riserva di Grifondoro, Rosso
Un vino rosso ricco e vellutato, con sfumature di ciliegia, vaniglia e cuoio. Si abbina splendidamente con carni rosse e piatti saporiti.

Perla di Serpeverde, Bianco
Un vino bianco secco e minerale, con aromi di mela verde, pera e fiori bianchi. Perfetto con piatti di verdure, insalate e carne bianca.

BIRRE

Birra al Radamus
Una birra chiara e frizzante, con note di Radamus, agrumi e miele. Si abbina bene con cibi salati e carne bianca.

Stout di Zuccherofilato
Una stout dolce e cremosa, con sapori di zucchero filato, caramello e cioccolato. Ideale con dessert e cibi dolci.

Birra al Pepe Esplosivo
Una birra ambrata speziata, con pepe esplosivo e sentori di agrumi. Si sposa bene con salsicce, carni piccanti e piatti saporiti.

Birra al Luppolo di Leprecauno
Una birra bionda luppolata, con note floreali e un retrogusto leggermente amaro. Perfetta con hamburger, insalate e cibi salati.

Birra al Fungo Saltarello
Una birra scura e terrosa, con aromi di funghi saltarello, cioccolato e caffè. Si abbina splendidamente con carni rosse e piatti saporiti.


SUPERALCOLICI

Incantesimo Crepuscolare
Un cocktail a base di gin, succo di pompelmo, sciroppo di Fiori Invisibili e una spruzzata di succo di lime. Il risultato è un cocktail fresco e floreale con un leggero tocco agrumato.

Filtro d'Amore Ardente
Un mix di rum scuro, succo di maracuja, sciroppo di Pepe Esplosivo e un tocco di succo di lime. Questo cocktail è dolce, piccante e avvolgente, con un retrogusto esotico e speziato.

Pozione del Fanciullo Perduto
Un cocktail a base di vodka, liquore di more magiche, succo di mela e una spruzzata di succo di limone. Il sapore è dolce e fruttato, con un leggero tocco di acidità.

SHOTTINI

Moonshine di Azkaban
Un distillato potente e misterioso, realizzato con ingredienti segreti raccolti nelle profondità di Azkaban (cosí dice lo chef, non fate domande di cui non volete conoscere la risposta). Il sapore è intenso e leggermente affumicato, con un retrogusto persistente e un'inaspettata nota dolce. [Uno shot e siete tumefatti da qua fino al giorno del vostro matrimonio, due shot e vi svegliate al San Mungo]

Elixir di Fiamma Blu
Uno shottino a base di liquore di cannella magica e un pizzico di Polvere di Fiamma Blu. Il sapore è caldo e speziato, con un'esplosione di calore che si diffonde rapidamente in tutto il corpo.

Lacrima di Fenice
Uno shottino a base di liquore d'arancia magico, infuso con essenza di fenice. Il sapore è dolce e agrumato, con un finale fresco e leggermente amaro che risolleva lo spirito.

Scaraccio del buttafuori
Non sa di nulla se non di rimpianto, vi fa passare di colpo la sbronza, poi Gerrit vi riaccompagna all'uscita.

ANALCOLICI

Gassosa al Giglio d'Argento
Una bibita gasata floreale e rinfrescante, con sapori di giglio d'argento, limone e una leggera nota di miele.

Tè Freddo di Tassorosso
Un tè freddo fruttato e dissetante a base di tè nero, infuso con bacche rosse magiche e un tocco di limone.

Succo di Lumaca Saltellante
Un succo di frutta tropicale e vivace, con sapori di ananas, mango e un pizzico di zenzero magico per un tocco di piccantezza.

Elixir di Menta e Melone
Un succo fresco e rinfrescante a base di melone, menta magica e cetriolo, perfetto per dissetarsi durante la grigliata.

Pozione al Mandarino di Serpeverde
Una bibita gasata al mandarino, con note di lime e una leggera effervescenza, ideale per accompagnare piatti salati e insalate.

Nebbia di Corvonero
Un tè freddo a base di tè verde, infuso con fiori di sambuco, bacche di mirtillo e una spruzzata di limone.

Polvere di Luna Frizzante
Una bibita gasata delicata e inebriante, con sapori di litchi, rosa e una spruzzata di polvere di luna magica.

Infuso di Erba Urlante
Un tè freddo a base di erba urlante, camomilla e miele, perfetto per rilassarsi e godersi l'atmosfera magica della grigliata.

Goccia di Giglio Batuffoloso
Un succo di frutta dolce e cremoso, con sapori di pesca, albicocca e una consistenza simile al giglio batuffoloso.

Acqua di Fiume di Cioccolato
Un'acqua aromatizzata al cacao, con un tocco di vaniglia e una leggera dolcezza, ideale per chi desidera una bevanda leggera ma golosa.


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Le sfide:

1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

Ogni missione svolta vi mette in saccoccia un ovetto d'oro, valuta che potete spendere ad uno stand vicino alla Tenda dello chef. È presente un commesso.


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Questi sono gli oggetti in vendita, ognuno costa due uova d'oro. L'uovo dell'Armonia e Del Caos è acquistabile solo se avete prima preso tutte le altre uova!

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UOVO DELL'ACQUA +1 PM

L'Uovo dell'Acqua è un'opera d'arte sospesa tra le onde del tempo. La sua superficie, traslucida come una perla, incanta con sfumature di azzurro e turchese che danzano come onde tra le dita di chi lo contempla. All'interno, una melodia di gocce d'acqua risuona dolcemente, evocando il mormorio dei ruscelli di montagna. Al suo tocco, un lieve senso di freschezza avvolge chi lo stringe tra le mani, come una carezza d'acqua cristallina che rinfresca l'anima.
UOVO DEL FUOCO +1 PS

L'Uovo del Fuoco è un abbraccio ardente che cattura l'essenza delle fiamme danzanti. Le sue tonalità di rosso, arancione e giallo si intrecciano in un mosaico di luce e calore, creando l'illusione di un fuoco eterno imprigionato al suo interno. Quando lo si tiene, un'energia vitale e vivace scorre attraverso il corpo, infondendo una passione lieve e fugace che scalda il cuore come un tiepido soffio di vento autunnale.
UOVO DELLA TERRA +1 PC

L'Uovo della Terra è un omaggio alla solida e immutabile forza che sostiene ogni passo. La sua superficie è intarsiata di verdi prati, brune montagne e dorati campi di grano, rievocando la generosità e la ricchezza della Madre Terra. Tenerlo tra le mani evoca un senso di stabilità e rassicurante connessione con il suolo sotto i piedi, come se l'energia della terra fluìsse dolcemente in chi lo possiede, ancorandolo fermamente al presente.
UOVO DELL'ARIA +1 PS

L'Uovo dell'Aria è un soffio leggero che solleva l'anima verso l'infinito. Il suo involucro etereo, sfumato nei toni del cielo, ricorda l'abbraccio leggero delle nuvole e il canto del vento tra gli alberi. Quando si tiene quest'opera d'arte tra le mani, una brezza delicata e rinfrescante avvolge il possessore, donando una sensazione di libertà e spensieratezza, come se per un attimo si potesse librare nell'aria e danzare con le farfalle tra i fili d'erba


UOVO DELL'ARMONIA E DEL CAOS + 1PM + 1PC
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L'Uovo dell'Armonia e del Caos è un enigma avvolto nel mistero dell'equilibrio cosmico. La sua superficie meravigliosa si adorna di intricati disegni che intrecciano le essenze dei quattro elementi: le onde dell'acqua, le fiamme danzanti del fuoco, la solida terra e l'eterea aria. In questo caleidoscopio di colori e forme, l'ordine e il disordine si fondono in un abbraccio perpetuo, celebrando la dualità della vita stessa. Al suo tocco, l'Uovo dell'Armonia e del Caos libera la sua magia imprevedibile, mescolando gli effetti delle quattro uova elementali in un vortice di sensazioni. A volte, l'anima è cullata in una danza serena e armoniosa, come se i quattro elementi si unissero in un coro celestiale che celebra l'unità dell'universo. Altre volte, il caos irrompe come un giullare imprevedibile, portando sorprese e bizzarrie che sfidano le leggi della natura e solleticano la fantasia. In ogni caso, l'Uovo dell'Armonia e del Caos è un tributo alla meraviglia della vita, un promemoria che, nel cuore dell'ordine più perfetto, si cela sempre un pizzico di caos, e che nel cuore del caos più assoluto, si nasconde una scintilla d'armonia.


RIASSUNTO E CHIARIMENTI
Benvenuti! È Pasqua e c'è lo staff di un ristorante olandese stellatissimo e quotatissimo che si è messo a fare la grigliata piú potente di sempre in mezzo ad un parco a Hogsmeade. La voce si è sparsa nelle settimane precedenti, quindi adulti e studenti sanno dove si trova e sono benvenutissimi.

Venite accolti dal gigantesco Gerrit, il capo sala del famosissimo e nervosissimo chef Bram, che vi spiega un po' come funziona l'evento. Vi dà una sacchetta e un foglio di pergamena con una lista di dieci azioni da svolgere. Ogni volta che ne completate una la sacca si riempie con un ovetto d'oro. Svolte tutte le prove arriverete ad un massimo di dieci ovetti. È una valuta che si può spendere ad uno stand per acquistare degli oggetti, uova magiche. Potete anche dire che venite accolti da uno dei camerieri, non per forza Gerrit, l'importante è che sia un'azione coerente e sensata.

Mi appello al vostro buon senso, non fatemi tutte le prove in un post. Per legge attenetevi a quanto segue, quindi fate ATTENZIONE:
- Si può svolgere più di una prova all’interno di un post ma le prove dovranno essere gestite in minimo quattro post;
- Se intendete convalidare una prova, indicatela chiaramente in rosso, in fondo al vostro post.
NB. Le missioni danno una sola volta l’ovetto dorato, replicandole non si ha diritto nuovamente al premio.

I cuochi sono alle postazioni e il menu è specificato nel post [sappiate che eventuali ingredienti velenosi risulteranno soltanto molto piccanti], avete sia pietanze magiche che non magiche, potete anche fare richieste personalizzate, chiedete e vi sarà dato (esiste anche il formato assaggini). Potete e dovreste cimentarvi voi stessi nella cottura di una pietanza magica, non serve sia una cosa supercomplessa. Se lo fate, vi verrà affiancato un png che vi gestirete, vi fornirà l'occorrente e vi darà una mano nella preparazione.

C'è una selezione di bevande alcoliche e analcoliche ampia (anche qua, se volete cose personalizzate domandatele al bevandaiolo). Dateci dentro. È tutto gratis consumato in loco. Se volete comprare delle bottiglie da portar via, per fare un regalo o utilizzarle in altre role, ci sono i prezzi segnati nel post.

È pieno di tavoli di legno per consumare il pasto, con tanto di panchine e tutto il resto. Prendete posto e degustate.

C'è anche un Dj che fa musica electro swing, se vi va di ballare.

Credo di aver detto tutto, divertitevi e passate una pasqua magica in compagnia dei vostri compari!


 
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view post Posted on 15/4/2023, 21:11
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Codice«Bram, passamene una!»
Camillo era arrivato alla grigliata un po' prima dell'orario di apertura, cosí da poter salutare il suo vecchio amico. Gerrit, immancabile, gli aveva fatto strada, spiegandogli un po' come avevano organizzato il tutto; gli aveva pure fornito la pergamena e la sacchettina, quella che ben presto si sarebbe riempita di uova d'oro man mano che spuntava le caselle della lunga lista di cose da fare. Ma ogni cosa aveva il suo tempo e quello non era il tempo di festeggiare. Non ancora.
«Hai finito con quella stramaledetta legna? Ma quanta ne hai fatta?»
Mentre l'olandese. Ok, lí erano tutti – o quasi – olandesi, facciamo finta che mi sia sfuggito. Dicevo, mentre Breendbergh spaccava rami, rametti, tronchi e tronchettini, un colpo di bacchetta alla volta, lo chef Vandermolen tentava di mandare avanti baracca e burattini, coordinando lo staff affinché fosse tutto perfetto al momento dell'apertura. Era nervoso, aveva il diavolo in corpo quello lì, specialmente per via dell'elemento di disturbo che deflagrava il ritmo di quei preparativi. Una sinfonia finemente composta, rovinata brutalmente dai rintocchi di una campana rotta. Il Tassorosso continuava ad interloquire con il capo supremo, conscio che ogni volta che apriva bocca, l'altro andava su tutte le furie. Prima per una cosa, poi per l'altra. Non gli andava bene nulla, mai una singola volta. E la griglia non andava lì. Non dovevi entrare nella tenda. Hai abbattuto un albero, dovevi pigliare rami già caduti. Smettila di provarci con il mio Sous-Chef. La legna è troppa. I tuoi Diffindo sono meno taglienti del mio gatto glabro.
Poi, in un momento di pura bontà cristiana, Bram aveva inalato con fare meditabondo, prima di scagliare con una sferzata della bacchetta una bottiglia di Perla del Serpeverde, che quasi non si spaccava sulla faccia da ebete di Camillo. L'aveva afferrata la Commis con eleganza, per poi stapparla e versare un calice al ragazzino.
«Grazie mia cara, ti unisci a me?»
Aveva chiesto lui, mentre divideva equamente alcuni cumuli dalla catasta di legna per disporli in modo che fossero utilizzabili alle varie postazioni.
«Signor Breendbergh, sa che non posso, sto lavorando». Lei aveva cortesemente rifiutato l'offerta.
«Dammi del tu e versatene pure uno, Bram me li fa analcolici. Sia mai che mi diano alla testa». Il commento fu simultaneo alla comparsa di un sorriso spregevole, una sorta di "adesso ci facciamo due risate".
Andò quindi da Bram, col passo predatorio di un ghepardo che stava per balzare su una gazzella. Lo chef capo, tutto indaffarato, quasi non lo notò. Quasi.
«Andrà tutto bene, vedrai» Gli aveva detto spalancando le fauci con gaudio e sfoggiando 39 denti, squalesco, anti-anatomico «Sii gentile con i partecipanti e vedrai che nessuno ti scriverà una critica nera come la peste».
Al che Vandermolen si era voltato, erigendosi e facendo leva su tutta la sua imponenza per dissezionare il moccioso con lo sguardo. Un uomo poco piú basso di Gerrit, sicuramente meno palestrato, ma comunque almeno una ventina di centimetri piú alto del Tassino. L'uomo aveva preso lo studente per il colletto della maglietta, scrollandolo con vigore.
«Lo so che andrà tutto bene bifolco pestifero, perché quando questi eventi li organizzo io vengono ad opera d'arte». Gli aveva spiegato, con occhi da pazzo, spalancati talmente tanto che le palpebre avevano schiacciato le occhiaie. Quando faceva cosí sembrava essere ad un passo dal TSO. «Ora è bene che tu capisca che faccio questo mestiere da prima che Rudi corteggiasse la sua signora, ed è altrettanto bene che tu capisca che non siamo dentro Ratatouille, quindi nessuno dei tuoi amichetti mi scriverà una recensione negativa per stroncarmi la carriera». Andò verso la conclusione, mollando Camillo e sfogandosi affilando ulteriormente un coltello che già pareva bello tagliente di suo. «Ma ti giuro su Merlino che se mi vieni ancora a disturbare mentre organizzo la squadra, io ti prendo e ti rendo parte integrante del menu. Questo è un campo di prova importante, lo capisci?»
Al che Camillo rispose «Non lo so, forse ho bisogno di un incentivo. Prestami la fanciulla che mi ha stappato il vinello e ti lascio fare le cose in santa pace».
A quel punto ci mancava poco che lo sventrasse, ma si limitò a cacciare un grido alla Commis, la sua apprendista piú giovane. «Isabella, di grazia, tieni buono questo… questo coso. Pensaci tu, se lo vedo ancora interagire con me o con gli altri cuochi divento cannibale». Congedò Camillo cosí, impartendo un ordine diretto alla sottoposta.
Breendbergh tornò alla sua Perla, alzò il calice e guardò divertito l'altra, intenzionato a fare un brindisi. Anche lei si era versata un bicchiere, trattenendo le risate con una discreta faccia da poker. «Allora Isabella, brindiamo al tuo futuro, se non gli rompo ancora le palle è capace di darti una posizione di tutto rispetto in cucina».
Aveva decretato, facendo tintinnare i bicchieri.
«E quindi pensi che la mia non sia una mansione rispettabile? Ne riparliamo quando ti verrà voglia di cucinarti qualcosa e non ci sarò io a darti una mano». Tin. Poi un piccolo sorso per degustare la bevanda – e constatare che effettivamente non ci fosse alcol al suo interno. Anche Camillo ne mandò giú un sorso, troppa pera.
«Non volevo dire questo sai… è che hai la faccia di una sveglia, secondo me staresti meglio nel centro dell'azione, prendilo come un complimento, non sono bravo con queste cose. A proposito, se ti propongo di preparare qualcosa mi dai una zampa? Stavo pensando a qualcosa di… uhm. Acquatico?.» Si domandava se si fosse scavato la fossa da solo.
«Ti vado a prendere un Avvincino, scalda la piastra». Per Isabella era già storia vecchia.
«Un che!?» Troppo tardi, l'altra era già sparita nella tenda.

La sua postazione, che era una di quelle messe a disposizione per il pubblico, era l'unica non ufficiale ad essere accesa, ma ora che la fiamma era stata appicciata, già si vedevano giungere in loco i primi partecipanti. Mentre Gerrit e i suoi li accoglievano, Camillo se ne stava assorto nei suoi pensieri a rimuginare su quanto Bram avrebbe dovuto faticare per mantenere il decoro che si confaceva ad una Grigliata Pasquale. Tutto lo staff era carico e in posizione, mentre Isabella era tornata con la creatura.
«Isabella, mi spieghi cortesemente quale orrore sei riuscita a cavare fuori dal Necronomicon?». Breendbergh non disse altro, perché la festività religiosa non era un'occasione valida per dar sfoggio al suo ampio glossario di locuzioni e improperi. Si limitò a guardare quella carcassa disgustato, cercando di capire per quale ragione l'evoluzione avesse voluto metterla al mondo.
«Camillo, possibile che studi ad Hogwarts e non ne hai mai visto uno prima?» La Commis, sconcertata, scrutava Camillo come se fosse stato l'ultimo dei cretini.
«Sai vero che questi figli di gentildonne non girano per i corridoi? Oggettivamente fa schifo all'anima, guardalo. Se me ne trovo uno davanti vivo e vegeto, il mio molliccio prende spunto per terrorizzarmi, te lo dico». Parole dure di un uomo, un ragazzo in verità, sincero.
Isabella aveva riso di gusto, ma lo stupore di dover dare man forte ad un ignorante totale, quale era il suo assistito, giocò un ruolo fondamentale nella spiegazione che ne seguí. «Macellalo e taglia i tentacoli, fai pezzi di cinque centimetri circa. Lo piastreremo. Aspettati un sapore amaro, bisogna trovare un'idea per bilanciarlo. Con il corpo possiamo farci una zuppa se vuoi.».
«Mi accontento dei tentacoli, facciamo degli spiedini?» Breendbergh non era particolarmente schizzinoso in cucina, ma quella bestia, buttata lí esanime, gli dava il voltastomaco. Per di piú lei gli aveva presentato quell'ingrediente con una naturalezza tale da ricordargli che aveva un passato criminale alle spalle. «Dimmi un po', sempre se non ti scoccia, com'è che eri finita dentro?»
«Ho tagliato le mani a mio padre.» Constatò lei, mentre recuperava il necessario per insaporire e guarnire quell'orrore lovecraftiano.
«Perfetto, allora sei l'addetta alla salsa». Darle un coltello in mano poteva essere rischioso.
«Camillo, mica ti voglio assassinare, a quello però ci pensa il capo se ti vede sprecare del cibo, quindi mettiti all'opera». Un ordine secco, lei avrebbe davvero pensato alla salsa.
«Amen».
Nell'arsenale di incantesimi del Tassofrasso c'era un po' di tutto, com'era consuetudine per un mago in età adulta. A rafforzare la convinzione di avvalersi della magia ci stava il fatto che l'utilizzo di un coltello avrebbe implicato dover toccare con mano quell'abominio. Fu per questo che recise i tentacoli con l'incantesimo appropriato, uno ad uno, ripetendo il processo per farli della giusta dimensione, i cinque centimetri circa suggeriti dall'esperta in materia. Qualcuno l'aveva lasciato un po' piú lungo, per un fattore prettamente estetico. Lei nel mentre aveva preparato una ciotola con olio d'oliva, sale, pepe, aglio tritato e trucioli di rosmarino.
«Mh, possono andar bene, buttali a marinare, ci vorrà un po', io faccio sparire il resto». Gli aveva detto, con compassione. Camillo non se l'era fatto ripetere due volte.
Così, mentre la Commis si sbarazzava del cadavere, sempre con l'ausilio della magia lo studente aveva gettato nella ciotola i tentacoli affettati.
«Io sbriciolo le mandorle, tu cortesemente fammi una brodaglia con miele, aceto balsamico e olio. Grazie!». E cosí aveva fatto, picchiandole con forza con un'arma improvvisata, una sorta di martelletto tipo quelli che si usavano per battere la carne. Aveva combinato un macello ed aveva fatto un casino sul tavolo, ma seppur l'esecuzione non fosse stata delle migliori, il risultato era quanto piú si avvicinava al proprio ideale di mandorle sbriciolate.
«Vedo che sai cosa fare, ti sei mai messo seriamente ai fornelli prima?» Isabella, indaffarata, aveva buttato in tavola l'argomento, tanto per fare due chiacchiere.
«Di solito non preparo nulla, mangio, ma mia nonna ci ha provato ad insegnarmi».
«Marlise, giusto? Come sta? E Franco?»
Camillo si voltò e piantò lo sguardo nelle iridi chiare di Isabella. Si domandava se fosse un'emissaria dei nonni e non si soffermò sul fatto che in realtà erano clienti abituali del grande capo.
«Se la passano meglio di me. Hai avuto la sfortuna di conoscerli?»
«Ma quale sfortuna? Sono adorabili! E detto tra noi, anche se nell'ambiente viene considerato inappropriato, lasciano sempre ottime mance. Bram ci ha provato a fermarli, ma tua nonna gli incute un discreto timore». Ecco che veniva a galla la vera natura di Marlise.
«Già». Si limitò a commentare, raccogliendo le briciole di mandorla con le mani giunte per portarle alla ciotola con cui Isabella stava pasticciando. Si fa per dire. Era lei l'artista tra i due. S'avvicinò, mentre l'altra mescolava, tanto da poterle sussurrare all'orecchio. «Stai in guardia, sono degli angioletti finché va tutto bene, poi…»
La Commis si irrigidí tutto d'un tratto, cosa che spinse Camillo ad allontanarsi con celerità.
«Camillo…» Esitò a chiedere, come se fosse scattato qualcosa nella sua testa. Qualcosa che fece sentire al 'Frasso odore di bruciato, alimentando un sospetto che nutriva da tempo. «hai mai avuto guai con la legge?»
Se bisognava aspettare che i tentacoli marinassero, tanto valeva fare conversazione. «Quella magica? Mai, faccio il bravo e sono bravo a non farmi sgamare. Scotland Yard mi punta da un pezzo, credo da quella volta che ci fu quello scambio di persona e mi schedarono. A quanto pare credevano aggredissi delle vecchiette aizzando loro contro dei cani. In realtà si risolse tutto in un nonnulla, pensa te. Credo che il tizio responsabile delle aggressioni sia ancora a piede libero.» Ne parlava apertamente, anche perché non aveva colpe. Isabella, che ancora non si era del tutto rilassata, scavò nervosamente nei meandri di quel misfatto.
«In che senso?»
«Stava uscendo una nuova console, videogiochi, roba dei non maghi. Avevo bisogno di mettere un po' di sterline da parte e facevo da dog sitter ad amici di famiglia. La sfortuna ha voluto che i cani a cui badavo fossero tutti quanti neri, come quelli di un tale che a quanto pare ci dava dentro a seminare il panico per Londra. Tutto qui, niente di piú e niente di meno. C'era un certo Webster, un agente che mi stava addosso, mi è anche capitato di incrociarlo di recente. Non ha dimenticato. Mi han fermato altre volte per fattacci di lieve entità, il massimo con cui me la sono cavata è stata una minimulta». Spiegò, concentrato ad affettare cipolle. Forse era per quello che stava piangendo, forse, ma tanto l'altra non l'avrebbe notato per via degli occhiali da sole. Una passeggiata sul sentiero dei ricordi, la nostalgia.
«Capisco». «Io no, francamente, i non maghi – per come è strutturato il loro sistema giudiziario – tendono a perseguirti se sei recidivo. Non parlo dei cani, quelli sono stati un caso una tantum».
Isabella rimase in silenzio, Camillo invece si dedicò alla pulizia della lattuga. Una volta finito si riavvicinò e le diede un lieve colpo di fianco per richiamarla all'ordine.
«Ora ti faccio vedere un trick da ristorante a tre stelle» Spiegò, prendendo qualche spiedino di ferro ed infilzando ordinatamente tramite delle pinze i pezzettoni di Avvincino. Poi li scottò con un Incendio, prima di rimetterli a marinare, spenti.
«Ma sei impazzito, cosí li rovini!» Isabella uscí all'istante dal vorticoso ciclo di tormento di cui era in balia per redarguire il cretino.
«L'ho visto fare a mia mamma, una volta. Non so se funziona con gli Avvincini, ma tra poco lo scopriremo. Mi ha detto che il calore fa dilatare la carne, o il pesce, o il demone, o quello che è, cosí che marini piú in fretta».
«No, non funziona cosí». «Solo il tempo ce lo dirà.».

Camillo portò la piastra a temperatura e ci buttò un filo d'olio sopra, poi le cipolle per portarle a doratura. Infine, si accinse a maneggiare i tentacoli, pronto a mandarli incontro al loro destino. Ne aveva fatti troppi.



Attività svolte:
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi (quasi finito)
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse
 
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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«Donovan, datti una mossa, la grigliata ci attende!» la testa bionda di Abigail spunta dalla porta rotonda della camera, l’espressione di chi ha fretta e non vede l’ora di andare a spassarsela in grande stile.
«Cinque minuti e arrivo!»
«Non abbiamo cinque minuti!» nello stesso momento picchietta con insistenza sull’orologio che tiene al polso «Dan mi sta stressando, secondo lui dovevamo essere là già da mezz’ora minimo!» punta gli occhi al cielo «Sembra abbia intenzioni serie, dice che vuole ubriacarsi con gli amici visto che al ballo si era ammalato e non ha potuto toccare nemmeno un goccio!» il Tassino in questione è il miglior amico del suo ragazzo Otis, frequentano entrambi il terzo anno.
«Beh dovrà pazientare ancora un attimo!» sbuffo infastidita. Intanto raccolgo rapidamente i capelli, legandoli in una coda alta e stretta.
«Ti restano due minuti….» detto ciò mi lancia la camicia a scacchi che ho preparato sul letto.
«E che cavolo….» impacciata la prendo al volo, infilandola subito dopo «Come volete, andiamo…» per la loro gioia, afferro le ultime cose ed esco.
«Oh eccole le principesse, era ora!» Dan ci osserva compiaciuto «Finalmente, cibo e alcol ci attendono!» si mette in mezzo a noi, avvolgendoci le spalle con un braccio mentre lasciamo la Sala Comune.
«Ti conviene andarci piano, o ti abbandono là disteso privo di conoscenza senza pensarci due volte!» lo minaccio scherzosamente «Dirò alla Moran che ti ha divorato una di quelle strane creature che vivono nella foresta, non ne sarà così dispiaciuta!»
«Non preoccuparti, sono capace di rimanere lucido anche dopo essermi scolato una distilleria intera!» un lampo di fierezza si palesa sul suo volto.
«D’accordo, se così non fosse ho portato la macchina fotografica per immortalare ogni secondo di disagio, così ti renderai conto!» ammicco verso lo zainetto che pende lungo il fianco, nella tasca esterna custodisce infatti il fidato strumento.
«Vedremo, ci sarà tempo per dimostrarlo, ma ora affrettate il passo.» ci interrompe Abigail.
Nel giro di venti minuti arriviamo al prato al limitare del Villaggio, il profumo di carne grigliata ci accoglie ancora prima del personale addetto. Stuzzica piacevolmente le narici, così come l’appetito, infatti lo stomaco comincia a borbottare sonoramente.
«Benvenuti, ragazzi!» la voce appartiene ad un uomo piuttosto alto e fisicamente ben piazzato, una maglietta azzurra con su scritto “staff” lo contraddistingue dal resto dei presenti. «Ecco a voi, seguite le istruzioni e divertitevi, mi raccomando!» ci porge una pergamena ed un sacchettino di velluto, dopodiché ci congeda con un sorriso gentile.
«Che cosa!» esclama Dan appena ci allontaniamo «Oh no, non ho intenzione di alzare un dito, oggi solo pacchia!» per sottolineare l’affermazione si getta, sedendosi scomposto, sulla prima panca libera che trova «Non mi smuovo da qui, che sia chiaro!» solleva un sopracciglio, ammonendo in anticipo chiunque intenda infastidirlo.
«Fa come ti pare, io intanto vado a cercare Otis, dovrebbe essere già qui in giro!»
«Io invece ho fame, vedo se riesco a prendere da mangiare, voi volete qualcosa?»
«Fai tu, basta che sia commestibile.»
«Anche per me è indifferente, basta che non ci sia frutta secca, sono allergica e mi gonfierei tutta come un dirigibile!»
«Ricevuto.» annoto tutto mentalmente, per poi appropinquarmi alle vicine griglie per scegliere le pietanze da portare al tavolo. Ognuna appare ottima, sono veramente indecisa. Per non complicarmi la vita punto sul piatto più semplice «Vorrei tre hamburger di Erumpent, per favore!» mentre attendo che siano pronti faccio un salto al tavolo delle bibite, le labbra vanno pur bagnate con qualcosa per non strozzarsi.
«Salve, potrei avere un bicchiere di tè freddo di Tassorosso e due boccali di birra al luppolo di Leprecauno?» decido anche di acquistare un paio di bottiglie, se serviranno più tardi o meno ancora non lo so, al massimo saranno un buon ricordo da portare in dormitorio «E, se non è di troppo disturbo, anche una bottiglia di Goccia di Giglio Batuffoloso, una di Elixir di Menta e Melone e una di Succo di Lumaca Saltellante. Se possibile, le passo a prendere dopo.»
«Ma certo, nessun problema!» saldo il conto e mi congedo con educazione.
Adesso dovrebbe esserci tutto, gli hamburger sono cotti, le bibite sono sul vassoio accanto ad essi, non resta che abbuffarsi.
«Ecco qua, è il momento di darci sotto!» esordisco al mio ritorno.
«Che meraviglia!» famelico, Dan si sfrega le mani bramoso di dare il primo morso.
«Dov’è Abigail?» mi guardo attorno, come se potessi notarla nell’immediato.
«Sta ancora cercano il suo orsacchiotto fa spallucce «Spero non si offenda, ma io non resisto, non posso aspettarla!» e, senza troppe cerimonie, affonda i denti facendo scricchiolare il pane.
«Certo, fai pure come se non esistessimo!» ironizzo. Sto per imitarlo, quando mi accorgo di aver dimenticato di ordinare una delle bottiglie che avevo in mente, un potenziale regalo per mio cugino.
«Torno subito, devo fare nuovamente un salto alla zona bar.» non che l’altro sia interessato, ma lo informo ugualmente. Inoltre porto con me la mia porzione di cibo, onde evitare finisca nelle fauci sbagliate. Mentre mi accingo a superare l’area cucina sento una voce familiare, quando mi giro mi accorgo della presenza di uno dei miei concasati, l’ultimo che mi aspettavo di vedere ai fornelli.
«Breendbergh, da quando sai cucinare?» lo pesco effettivamente con le mani in pasta, intento a preparare chissà quale manicaretto «Vuoi imparare per prendere Gazza dalla gola, così chiude un occhio sulle tue trasgressioni?» l’espressione falsamente sospettosa si ammorbidisce in fretta, lasciando spazio ad una divertita. Mi avvicino, poggiando il piatto che stringo sulla superficie, leggermente discostata dai fuochi per non intralciare il lavoro. Saluto cortesemente la donna che lo sta seguendo nell’esecuzione della ricetta, presentandomi di conseguenza.
«Cos’hai in mente di buono?» sono sinceramente curiosa «L’aspetto è invitante!» mi sembra di essere tornata bambina, nella cucina della nonna, sempre pronta a leccare i mestoli e testare gli impasti dei dolci prima che finissero in forno. Come allora, con la bambina che si fa strada in me, non resisto e intingo l’indice in una delle salse per assaggiarla «Credo che qui manchi un pizzico di pepe…» ingenuamente commento con un tono che può udire chiunque lì nei pressi, senza riflettere sulle conseguenze.
«Ma ve lo insegnano ad Hogwarts ad essere così rompiboccini, o siete così di natura voi stramaledetti ragazzini?» a parlare è uomo slanciato, sulla quarantina, dei tratti caratteristici che corrispondono a quella che dovrebbe essere la descrizione che mi è stata fatta dello chef Bram «Non so come facciano a sopportarvi gli elfi che ospita la scuola, ma se li criticate allo stesso modo spero vi aggiungano al menù del giorno senza pensarci due volte!» se sia serio o meno non so dirlo, so solo che lo fisso con le iridi dilatate per essere stata colta alla sprovvista dalle sue parole.
«Ehm io-» balbetto.
«Lei niente, signorina, se crede di fare meglio prego, si accomodi, ci sono delle postazioni libere!» le indica con la punta di un coltello piuttosto affilato, il gesto in teoria non dovrebbe essere minaccioso, ma di fatto lo è. Senza aggiungere altro scompare tra i suoi sottoposti, lasciandomi di sasso.
«Ottimo, credo di essermi guadagnata una portata avvelenata!»

Camille Donovan | Hufllepuff Prefect | 15 y.o







Hooolaaaaaa :zalve: :<31:

Camille acquista:
- 1 bottiglia di Succo di Lumaca Saltellante
- 1 bottiglia di Elixir di Menta e Melone
- 1 bottiglia di Goccia di Giglio Batuffoloso

Tot: 1 G 7 F

Interazione con Millone nazionale :fru: :<31:

Attività svolte

1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2. Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3. rea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4. Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9. Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10. Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

 
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view post Posted on 16/4/2023, 21:05
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Era stata piacevolmente sorpresa dall’evento festivo organizzato ad Hogsmeade, e nel paio di giorni precedenti alla grande Grigliata – “con la G maiuscola” – Adeline Walker aveva fatto di tutto pur di ritagliarsi un’adeguata parentesi di tempo per poter partecipare con tutta tranquillità.
Nella tarda mattinata così, nel silenzio del suo appartamento si era preparata: aveva indossato un vestito leggero, di sangallo bianco, con piccoli decori floreali a decorarne le morbide onde che le arrivavano ad altezza ginocchio.
Delle corte maniche a sbuffo le avvolgevano le spalle scoperte e i capelli lasciati sciolti le solleticavano la pelle. Babucce primaverili ai piedi, una giacca leggera di jeans coordinata.. aveva salutato Regn, che per via del sole alto nel cielo non ne aveva voluto sapere di mettere becco fuori dal suo nido piovoso.
L’Augurey ormai era di casa e Londra ne amava la compagnia così come il canto nostalgico e vagamente lugubre quando gonfi nuvoloni neri riempivano il cielo e grosse gocce di pioggia ancora gelida iniziavano a scendere e scivolare lungo i tetti, le strade e i marciapiedi, riempiendo pozzanghere ed inzuppando passanti e pensieri.
Non era tuttavia quello il giorno.

L’aria era fresca, i raggi del sole luminosi e caldi e – soprattutto – lo stomaco era vuoto mentre con passo silenzioso la londinese si avviava verso il luogo dell’evento, un grande prato poco distante dal centro della cittadina.
Una volta arrivata, fu un grosso armadio a due ante gambe ad accoglierla: il sorriso e la gentilezza – insieme ad una graziosa t-shirt azzurra – furono tuttavia più che sufficienti per catturare il cuore di Adeline che sapeva sciogliersi per ogni più piccola carineria riservatale – persino se pura formalità e cortesia.
-Grazie!- trillò infatti contenta di rimando, una volta che le fu consegnata una piccola sacchetta ed una pergamena -E’ una splendida iniziativa, complimenti.- e le labbra si allungarono in un ampio sorriso.
Fece qualche passo, inoltrandosi nel mezzo del parco, e lo sguardo bicromo si perse per qualche secondo lungo il quadro che le si delineava di fronte: tavoli e panchine, postazioni di cucina, musica, indaffarate personcine con altre graziose magliette azzurre.
Al centro di quella scena, Adeline si trattenne per un attimo dal battere contenta i piedi – come i bambini troppo entusiasti.
Serietà Adeline, almeno una parvenza suh.
Londra si concentrò così sul rotolo di pergamena consegnatole qualche attimo prima: sfide. Giochi. Cibo.
Sorrise ancora leggendo le possibilità di messa in gioco di quella giornata, anche se prima..
C’era ancora poca gente in giro, per cui Londra non ebbe difficoltà ad avvicinarsi ad uno degli stand, ricercando con lo sguardo strega o mago che fosse dello staff.
-Sarebbe possibile avere un calice di Nebbia di Dissennatore perfavore?-
Con qualcosa di fresco, limpido e frizzante tra le labbra – come se già la sua personalità non fosse sufficiente – sarebbe stato tutto il doppio più divertente soprattutto per gli altri dolce Ad.
-Dunque dunque dunque..-
Dopo essere stata servita ed aver ringraziato fece una piccola piroetta su sé stessa, meditabonda ed entusiasta al medesimo tempo.
Per decretare la propria preferenza tra due bevande, beh, avrebbe dovuto innanzitutto finire la prima: Adeline bevve un sorso del vino frizzante, e con uno schiocco soddisfatto della lingua proseguì la lettura.
Diverse sfide includevano altri partecipanti, motivo per cui ci avrebbe pensato in un secondo momento, quando l’ambiente si fosse riempito di più.
Idem per la musica, doveva scaldarsi ancora un po' prima di buttarsi – letteralmente – in mezzo alla pista.
D’altro canto però.. poteva iniziare a prepararsi un piccolo antipasto, rigorosamente da sola.
Si, sarebbe stato divertente.
Si avviò a passo deciso verso una delle postazioni predisposte e senza neanche chiamarlo, un cuoco apparve al suo fianco, disponibile come apparentemente tutto lo staff.
Adeline era decisamente nel suo elemento.
-Oh, la ringrazio davvero.. dunque sarebbe possibile avere un mix di carne? Pensavo.. magari a degli spiedini mh – dovrà darmi una mano con la griglia però, di solito cucino da sola in casa e non ho..-
Scoppiò a ridere, facendo un passo indietro e cercando di immaginare con serietà il piatto che avrebbe voluto preparare.
-Ok- riprese quindi, più seria -mi servono bocconcini di Snaso, Fwooper e comunissimo pollo – li avete già marinati? – agrumi, qualche limone e arancia, erbe aromatiche - rosmarino, timo, anche della menta per favore - si era decisamente lanciata, la mente dorata che lavorava frenetica come se di fronte ad una pozione o – beh – ricetta coff coff -Un goccio di miele per bilanciare, magari un paio potremmo renderli piccanti, quindi peperoncino.. cipolle, pomodorini, bulbi balzellanti - mh, sì - e per rinfrescare come contorno opteremo per rucola, feta, noci, pere mature, qualche fiore di erba cedrina e aceto balsamico. Cosa ne dice?!-
Concluse il suo elenco, entusiasta, rivolgendo lo sguardo bicromo al cuoco che gentile tanto quanto efficiente, un battito di ciglia dopo averla rassicurata, si stava già dirigendo verso lo stand principale entro il quale chiaramente erano conservati ingredienti e scorte.
-Ah, e del Whiskey Incendiario perfavore!-
Chiese a voce alta alla schiena azzurra del mago, sventolando la mano libera in alto.
Quella con il calice in mano, nel dubbio, riportò alle labbra un secondo sorso del chiaro e frizzantino liquido fruttato.


Attività svolte:
1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2. Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3. Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi (in corso)
4. Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9. Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10. Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse (in corso)
 
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view post Posted on 16/4/2023, 23:00
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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Codice«¡Hola Camillita¡» Uno sbuffo di fuoco fuoriuscí dalla griglia, facendola prima ruggire e poi cigiolare, neanche fosse stata uno di quegli animatronix fatti di lamiere e lacrime di stagista che si trovavano sparpagliati in giro per i parchi disney. Capitale minuscola per assoluta mancanza di rispetto – avevano acquistato il franchise di Star Wars, del resto.
«Come puoi ben vedere non ho la minima idea di quello che sto facendo, ma mi da una mano Isabella, quindi… Camille, Isabella».
«Piacer-!» La Commis salutò la Tassorosso, ma non fece in tempo a realizzare quali fossero le sue intenzioni; fu proprio per questo che la giovanissima prefetta non perse le mani nella sua impresa. Breendbergh, dal canto suo, si era prodigato per impedire la tragedia separando la sua aiutante dal bancone in cui era disposto un set di coltelli affilatissimo. Occhio vigile, braccio proteso a sbarrarle il percorso. Un dito nella salsa era un peccato capitale, un delitto che non prevedeva un banale ammonimento, ma un ammoncamento istantaneo, specialmente considerati i trascorsi della fanciulla.
Per un motivo o per l'altro, Isabella aveva vissuto passivamente quell'intrusione, privata degli unici modi che aveva per sfogarsi. Se prima le era stato impedito dal ragazzino di vendicarsi, dopo – dopo il commento sulla salsa – non poté nemmeno controbattere. Vandermolen la precedette.
Camillo lasciò che lo chef si sfogasse, nel mentre liberò la sua assistente e buttò a piastrare gli spiedini. Isabella prese un piatto, sghignazzando sotto i baffi, e ci stese sopra un letto di insalata. A sclero concluso fu Camillo a pronunciarsi.
«Ma che cosa avrà da rompere tanto le palle che nemmeno l'ha fatta lui».
«Lascialo stare Camille, va preso un po' cosí, ma fidati di me se ti dico che gli è già passata». Nascondendo con maestria la soddisfazione di vedere la ragazzina prendersi una strigliata, la donna preparò una terza ciotola, un po' piú piccola di quella in cui era stato intinto il dito incriminato. Ci versò dentro un po' di quella salsa alle mandorle e ci sbriciolò sopra un po' di pepe extra. E con un po', non serve nemmeno dirlo, intendo un po' troppo. «Niente veleno, cara, ma ti ho speziato un po' di piú la salsa». Concluse, neanche l'avesse fatto per cortesia e non per ripicca.
Intanto Camillo ne combinò un'altra delle sue.
*Incendio*. Non verbale. Un colpo di bacchetta, quatto quatto, approfittando della distrazione, e diede un'altra scottata agli spiedini per velocizzare il processo di cottura. «Ma allora sei-». «Uno che li vuole croccanti fuori e morbidi dentro? Assolutamente sí!»
Spento e tolto dalla piastra, Breendbergh prese tutto il malloppo e lo buttò sul piatto che aveva preparato la sua assistente. Poi cavò fuori due spiedi e li posò delicatamente su un altro piatto, stendendoli su un'altra foglia di lattuga prima.
«Grazie Isabella, uno per te e uno per Bram, faglielo provare. Poi mi dite se l'idea di scottarli così è stata buona o meno. Scegli tu la salsa, in base a quanto vuoi farlo indemoniare». Camillo sorrise, lanciando un'occhiata d'intesa alla donna, che fece un mix ben bilanciato delle due prima di defilarsi, lasciando ai Tassorosso le ciotole ancora separate.

Codice«Pardon Camille, eravamo un po' indaffarati». Ora che non doveva concentrarsi sulla griglia, Camillo si mostrò un po' piú rilassato e finalmente si concesse del tempo per spiegare con quale mostruosità avesse trafficato per tutto quel tempo. Indicò gli spiedini fumanti, li guardò trattenendo il disgusto che gli aveva procurato il ricordo della carcassa dell'avvincino, poi posò uno sguardo incuriosito sulla concasata, pronto a studiarne la reazione. La sua cavia personale. «Senti non voglio mentirti, quindi ti chiederò di far finta che siano i tentacoli di un polipo. Sappi che non lo sono; ti dovresti aspettare un sapore amaro, la salsa alle mandorle è lí apposta per bilanciare la tua esperienza ed evitarti il rimpianto di non averli imbevuti. Ma se sei abbastanza coraggiosa puoi provarli senza».
Una volta conclusa la presentazione, Breendbergh prese uno spiedino per l'estremità inferiore e lo porse all'amica con un modo di fare inaspettatamente elegante, un po' come se fosse stato una rosa afferrata dal gambo. Punta inclinata verso di sé, base rivolta alla signorina Donovan. L'analogia, a farci caso, era un po' buffa: i fiori rappresentavano la bellezza nella sua natura effimera; quell'affare aveva tutt'altro a che vedere con la gradevolezza appariscente e peritura di una rosa, e seppur il sapore fosse a lui ancora ignoto, era certo sarebbe rimasto a lungo impresso nella mente di entrambi. Se non altro, il profumo era invitante, solleticava le narici con una promessa lusinghiera, dietro cui – ci avrebbe scommesso – si celava uno schiaffo, un trauma per le papille gustative. Ad occhio, sembravano cotti al punto giusto.
«Te la senti? Dammi un giudizio sincero. Scotta, fai attenzione». Premesse fatte, la responsabilità non sarebbe piú stata sua, ma nel momento in cui Camille avesse preso lo spiedino – inclusi i vari se e ma – le avrebbe versato all'istante un calice di Perla, così da darle la possibilità di rifugiarsi tra le note zuccherate ed indulgenti della mela verde, della pera e dei fiori bianchi, per scordare quanto aspro fosse il boccone. Infine avrebbe preso uno spiedino a sua volta, per concedersi un traumatico assaggio in attesa del un responso.



Attività svolte:
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse
 
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l5QcQVS

Pasqua.
Un evento di cui non gliene fregava assolutamente una Mazza da Battitore Ultra.
Mani in tasca e sigaretta in bocca camminava insoddisfatto, come sempre d’altronde.
Arrivato nei pressi di Hogsmeade, notò su di un grande giardino dai colori smeraldini, un bel gruppo di persone.
Non aveva idea avessero organizzato, ma alla fine imbucarsi poteva risultare una soluzione, il modo per godersi qualche minuto di quella festività che sembrava intenzionata ad offrirgli del cibo.

*Che buon odore*

Pensò con allegria, mentre appurava di esser arrivato dinanzi ad un grizzly fatto cuoco.
Constatando che arrivava più o meno all’altezza del collo del suo interlocutore e il cumulo di muscoli, Daddy dubitò subito della sua eterosessualità.
Ai suoi occhi, Gerrit DeGruyter, si presentava non come il bodyguard/cuoco dalla maglietta azzurra, ma nel selvaggio che ogni creatura avrebbe potuto conquistare.

-Ehm… che si festeggia?-

Domandò, totalmente a disagio, senza ricevere risposta. Era chiaro che il quesito fosse stupido, ma ai suoi occhi risultò doveroso.
Vedendo l’uomo accoglierlo calorosamente, rimase stupito nel ricevere una pergamena con compiti da svolgere e un sacchetto vuoto nel quale sarebbero apparsi degli ovetti in grado di dargli delle ricompense.
Osservando l’uomo spostarsi, si avviò verso il tendone per poi venire distratto dal Dj Young Swing.
Questo suonava una musica mistica per le sue orecchie, un interessante tintinnio di clave che riportava in lui innate passioni, istinti primordiali.
Tirò un’altra botta di sigaretta, il giusto colpo per avvertire l’intorpidimento delle leve, quindi si spostò dai tavoli alle estremità de giardino, per osservare il “maestro”.
Senti il primo tocco di bassi portarlo altrove, il secondo farlo volare.
In breve si ritrovò a ballare da solo, nella pista. Vedeva vicino a lui qualche altro scemo, ma alla fine non gli interessava, incontrollato stava viaggiando.
Fece un piccolo colpo di bacino, poi un’altro ed infine si vide con entrambe le mani dietro la nuca a fare un movimento inquietante che lo rendeva un vichingo più che un magi ballerino provetto.
Il tempo della ballata fu breve, giusto il necessario per appurare da commenti vicini che lì praticamente tutto era offerto, tranne alcune bottiglie il cui ricavato andava al C.R.E.P.A.

*Mah, contento te*

Pensò vedendo un cretino gioire per aver donato ben 3 galeoni a quella causa persa.
Sistemandosi -dato che l’adrenalina era deceduta a vedere quella felicità nel donare soldi agli elfi - provò a muoversi verso le griglie, lì dove sembravano essersi focalizzate le persone.
Sentiva di avere fame, ma voleva qualcosa di diverso, innovativo e al contempo spaziale.
Prendendo posto ad una delle griglie - incuriosito per lo più dal notare molti cimentarvisi - apparve accanto a lui un cuoco.

-Sei pronto a grigliare? Che cosa preferisci che ti porto? Una pezza di Snaso, delle salsicce di Erumpent, un petto di Cavallo Alato?-

L’aria felice del personaggio, ben compensava la sua spaesata dagli ingredienti proposti.
Inconsapevolmente un dito andò a grattarsi la testa, proprio a sottolineare che aveva capito molto poco rispetto quanto stava succedendo.
Rimase spaesato, fintanto che vicino a lui notò vi fosse Breendbergh, uno degli studenti con cui preferiva bisticciare piuttosto che parlare amichevolmente.

-Mi sorprende vedere che ti fidi a mangiare questa roba.-

Disse, enfatizzando il concetto di fiducia.
Era labile il pensiero di quel personaggio, che avesse dovuto portargli una bistecca al loro primo incontro?
Vedendo il cuoco leggermente spazientito, si girò e scusandosi disse:

-Vada per la salsiccia di Erumpent per ora, ma gradirei avere anche del pane e delle verdure. Se possibile.-




Interazioni: Camillo
Si ringrazia sempre lui per l'immagine per i prossimi post.



Attività svolte:
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2- Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3- Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi (in corso)
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8-Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse
 
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view post Posted on 18/4/2023, 18:23
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Eccoci qua, ormai la prima figura da Troll è andata. La incido metaforicamente per ricordarmene, così finita la festa potrò contarle tutte – una per una – e cercare di conseguenza il modo più efficace di scomparire senza lasciare traccia.
«Oh non devi disturbarti Isabella, davvero non-…» le dico imbarazzata. Le guance si colorano, le dita si tormentano l’uno con l’altro intrecciandosi in grembo, mentre l'altra aggiunge un po’ di spezie nella ciotola «Era solo uno stupido commento buttato lì, non volevo offendere nessuno, lo giuro.» la frase esce leggera come un soffio di vento estivo. Cerco così di applicare una pezza più stretta dello strappo, almeno dal mio punto di vista. Sono arrivata adesso e ho già combinato abbastanza danni, “brava Tassofesso, devi imparare a tacere ogni tanto!” mi ripeto in loop tra me e me. L’unica cosa che mi resta da fare è osservare come si evolve la situazione, seduta e composta come un bambino in punizione per non far alterare nessun altro dei presenti. Passati quei minuti di tempesta, gli animi dello staff si placano e a scaldare rimangono solo le griglie. Sul mio volto si dipinge un’espressione stupita per la fiammata finale, il tocco artistico del tassino che anticipa il servizio e che mi coglie impreparata quanto la sua proposta.
«Provarlo a scatola chiusa eh?» il pollice e l’indice pizzicano delicatamente il mento con atteggiamento dubbioso, ma infine accetto di fare da “cavia” e testare la sua creazione. La fiducia prevale e, dopotutto, giornate del genere sono divertenti anche per questo: sperimentare. Inoltre, se il sapore rispecchia il profumo perché dovrei rimanere delusa? «Perché no, sembra invitante! Se il peggio che mi attende è un po’ d’amaro, beh, sopravvivrò, credimi.» uso una generosa dose di noncuranza, sottovalutando i preziosi consigli – a mio discapito, come al solito ovviamente. «In caso contrario sappi che il mio spirito di perseguiterà, sarò peggio di Mirtilla Malcontenta, non scherzo!» sottolineo la minaccia sollevando un sopracciglio.
Facendo attenzione a non scottarmi ne scelgo uno e, dopo averci soffiato sopra per raffreddarlo, lo porto alla bocca per assaggiarlo. Il palato, come da avviso, viene effettivamente colpito violentemente da un sapore forte e pungente. Storco il naso e arriccio le labbra di riflesso «Ok, forse ho azzardato a non mettere la salsa!» bevo un sorso di vino dal bicchiere che Camillo mi offre, assaporandone a fondo le note minerali e fruttate – ma non quelle alcoliche –, ripristinando l’ordine e la quiete tra le papille gustative. Per dare un responso definitivo, stavolta intingo la carne – sempre che lo sia – senza indugiare un secondo di troppo.
«Ora va molto meglio.» tutto ha ritrovato il suo perfetto equilibrio, ammetto che accompagnato dalla salsa di mandorle è delizioso «Dunque, mi chiedi un giudizio sincero e spietato….» tamburello dolcemente i polpastrelli sul tavolo, riflettendo con cura sulla risposta da dare. Non sono un critico gastronomico e mai lo sarò, ma ci tengo ad essere onesta «Niente giudizio spietato, invece….non so cosa tu mi abbia messo davanti, nemmeno mi pongo domande di cui potrei pentirmi, ma il risultato è ottimo!» gli sorrido compiaciuta.
«Tra l’altro mi è appena venuta in mente una chicca che prepara sempre mia nonna Celine, potrebbe abbinarsi molto bene ai tuoi spiedini!» porto nuovamente il bicchiere di Perla alle labbra prendendo un secondo lungo sorso, tentando nel frattempo di recuperare la ricetta esatta dai reconditi corridoi della memoria. Nel parla sempre con entusiasmo quando la presenta a tavola, è parte integrante della sua infanzia in Francia, una vita sospesa tra mare e montagna.
«Alla fine ho ancora una sfida in corso con chi comanda, no?» si fa spazio il mio lato “competitivo”, se c’è da mettersi alla prova di certo non mi tiro indietro «È molto semplice in realtà, mi servono pochissimi ingredienti.» in effetti è un contorno estremamente basilare «Oltre alle mandorle, che già vedo qui, occorre una radice del Diavolo, fiori di starnutaria e del miele.» prima di mettermi all’opera, però, mi affretto ad aggiungere un paio di cose «E, detto tra noi, a meno che tu non abbia già in mente una carriera da intraprendere in futuro, dovresti fare un pensierino sul diventare chef!» le fondamenta, secondo il mio modesto parere, ci sono «Immagina se, con pratica ed esperienza, diventassi più famoso di Bram…» il tono è più basso, come se confessassi un segreto importante «Ma non spifferiamolo ai quattro venti, o mi mette davvero sulla griglia ad arrostire assieme ad un Fwooper…» trattengo una risata e comincio a procurarmi gli strumenti giusti, in attesa delle indicazioni su dove trovare il resto. Ho già in mano un tagliere ed un coltello affilato, a mezz’aria e pronti per essere poggiati sul piano di lavoro davanti a me, quando qualcuno attira la mia attenzione.
«Credo che il Professor Toobl c’è l’abbia con te.» avverto il concasato, ammiccando con il capo in direzione del Docente di Difesa.

Camille Donovan | Hufllepuff Prefect | 15 y.o







Interazione con Millone nazionale :fru: :<31:

Attività svolte

1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2. Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3. Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi (in corso)
4. Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9. Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10. Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

 
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view post Posted on 19/4/2023, 12:45
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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CodiceCon il momento della verità, sceso sugli spiedini come lo Spirito Santo, i due 'Frassi si trovarono a fare un'esperienza di vita del tutto nuova. Un conto doveva essere uccidere un Avvicino, o almeno così Camillo aveva razionalizzato, un altro conto mangiarlo. Francamente non sapeva quale delle due cose richiedesse piú coraggio. Erano creature mostruose, nel loro piccolo incutevano un certo timore, intendo quando erano vive e vegete, intente ad infestare spensieratamente chissà quale specchio d'acqua. Ad esistere, senza colpe. Sdraiati e serviti su un letto di lattuga facevano comunque paura, ma per motivi diversi.
*Al diavolo* si era detto, mentre la concasata mostrava il suo animo intraprendente. Se lei aveva preso quella prova con cosí tanta leggerezza, lui non poteva essere da meno. E cosí, tra un improperio e l'altro, soppressi nell'eco sfuggente dei suoi pensieri, Camillo arrivò al punto in cui si ritrovò tra le zanne la carne di quell'orrore.
I denti sfilarono dallo spiedino il boccone, poi lo schiacciarono e lo lacerarono piú e piú volte, svelando una consistenza croccante all'esterno ed un po' troppo pastosa al suo interno. Una degustazione esuberante, per una serie infinita di ragioni, prima tra tutte la densità mutevole della pietanza. A seguire la botta al palato. In effetti, il gusto era quello della carne di polipo, o almeno per lui quello era un accostamento mentale intuitivo e per tale ragione gli tornò alla memoria qualcosa di familiare; il problema stava tutto nell'asprezza di quel manicaretto. Amaro come la solitudine, quella che ti abbracciava con delicatezza, prima di aggrapparsi disperatamente a te. Un po' acidulo, avrebbe osato. Mandò giú.
«Già». Si rivolse a Camille, anche lei intenta a svelare i segreti del gusto attraverso l'assaggio. «La salsa è obbligatoria, ma sai cosa ti dico?»
Scoprí le carte prima del Flop, senza attendere Turn e River, decretando che quello era il momento di andare All In con tutto il suo masochismo. «Mi prendo la responsabilità del mio misfatto e me ne mangio uno senza». Troppo facile indorare la pillola. Aveva voluto macellare ed incendiare l'avvincino, gli sembrava giusto cosí. Per addolcirlo aveva un'altra quantità ingestibile di spiedini, poteva concedersene uno "al naturale". Terribile.
Mentre le fauci andavano ad attaccare un altro boccone, il suo sguardo si posò sul viso delicato dell'amica. Gli occhi, come segugi, andavano a caccia della menzogna, ma l'impresa non fruttò nulla che non fosse sincerità, nuda e cruda. Le erano piaciuti, per davvero. Addirittura si ritrovò a stupirsi del suo commento: era grazie ad Isabella se quella pietanza poteva essere sopportata dal palato di una persona in salute – fisica e mentale. A lui era toccato l'ingrato compito di darle del lavoro extra per rimediare al danno.
«Mia cara, sei troppo gentile, ma credimi se ti dico che più lontano sto dai fornelli e meglio se la passa l'umanità intera». Commentò, lasciandole intendere che non era solo merito suo se il piatto preparato aveva scaturito quella reazione. Trovò tenero il pensiero, il fatto che l'avesse incoraggiato, ma soprattutto la cortesia genuina che gli era stata mostrata. «Però, sai, un sogno nel cassetto ce l'ho, e anche un piano per realizzarlo. Magari inizio aprendo un negozietto». Continuò poi, volgendo lo sguardo altrove. Al cielo, all'orizzonte, con fare un po' mistico e spensierato. I pensieri in realtà non mancavano e a dirla tutta non seppe perché lo fece; non c'era una telecamera puntata verso di loro e quella non era una scena toccante partorita da una serie tv in cui i personaggi si facevano delle confessioni, confezionate ad hoc per accattivare il pubblico sul piccolo schermo. Capí piú o meno all'istante che, se l'avesse guardata in faccia, gli sarebbe venuto da ridere, da buttarla in caciara. Non riusciva ad esser serio quando si toccavano argomenti su cui valeva davvero la pena spendere delle parole, grandi discorsi. In piú aveva ancora in bocca il sapore dell'avvincino, gli sembrava tutto cosí comico.
«Ora faccio incazzare Bram e ti do una mano a reperire gli ingredienti, magari sarai tu a dargli del filo da torcere».
Un'occhiata rivolta verso la tenda, poi un paio di colpi di bacchetta. Accio di qua, Accio di là, senza pronunciarli effettivamente, ma focalizzandoli nei propri pensieri. Radice del Diavolo, fiori di starnutaria, un vasetto di Miele. Con lo spiedino tenuto ben saldo tra i denti, mentre gli ingredienti arrivavano in volo e sfilavano dalla tenda, li afferrava con la mano libera per porgerli a Camille, curioso di scoprire quale ricetta di famiglia fosse intenzionata a rivelargli. Reperito l'occorrente, tornò ad impugnare il bastoncino con l'ultimo pezzo di Avvincino che attendeva di andare incontro alla sua fine.
«Quindi hai intenzione di diventare una sua grande rivale o hai anche tu grandi progetti una volta lasciato il Castello? Magari le due cose coincidono».
Tornò finalmente a guardarla, cercando di dimenticarsi di aver sparato quell'imbarazzante uscita sui propri progetti futuri. L'interesse per quelli di Camille, d'altro canto, era reale: si domandava quale carriera ispirasse i giovani maghi e le giovani streghe con le rotelle tutte al loro posto. Occasione ottima per sbirciare su uno scorcio di realtà.
«Comunque, se hai bisogno di una mano per cucinare, io sono qui». Constatò, dandole ad intendere che non se la sarebbe data a gambe sul piú bello, nonostante… nonostante Daddy.

La questione Toobl.
Il docente di Difesa non era una di quelle persone con cui aveva piacere di scambiare quattro chiacchiere alla buona, anzi, preferiva pungolarlo e disturbarlo in tutti i modi possibili ogni volta che se ne presentava l'occasione. Tanto, per quanto concerneva la sua materia di insegnamento, come studente era negato. Non serviva che fosse direttamente lui a dargli delle T per punirlo, quando queste prendevano vita dalla sua propensione a riempire fogli e fogli di compiti ed esami con cose che non stavano né in cielo, né in terra. Né in acqua, all'occorrenza.
Un ghigno malefico squarciò il viso morbido del ragazzino, come un intaglio infausto scappato alla mano di un maldestro artigiano.
«Grazie di avermi avvisato Camille, ma lo stavo volutamente ignorando.» Il volume della voce un po' piú alto rispetto a quello mantenuto durante la pacifica e stimolante conversazione appena avuta con la concasata stava lí come un vessillo, ad indicare che Camillo non si sarebbe fatto alcun problema se l'insegnante l'avesse sentito, anzi. Il volto, prima mostrato all'amica con un'espressione divertita alla "stai a vedere", tramutò, assumendo linee piú austere quando venne rivolto al signorinello scassa gobbiglie. Cosí anche il suo tono di voce si mosse in tal senso.
«Avanti professore, qua non si tratta di fiducia, ma di puro sapere accademico. Bisogna o no conoscere che gusto hanno gli orrori che un giorno ci troveremo ad affrontare?»
Fece leva sulla Difesa Contro la Arti Oscure, cogliendo l'occasione per dare uno spunto per osservare la materia da una prospettiva totalmente differente. Che poi, se fosse veramente necessario o meno era opinabile, ma se non altro c'era una vena ironica in tutta quella vicenda. E cosí, con l'ennesimo incantesimo non verbale della giornata, Camillo fece levitare uno degli spiedini direttamente dal letto di lattuga, lo annegò nella salsa dolciastra – quella che Isabella aveva ricoperto con pepe e crudeltà – poi lo avviò a mo' di aeroplanino in direzione di Daddy. Un po' come si faceva con i bimbi che facevano i capricci perché non volevano mangiare, ci mancava solo che gli chiedesse di aprire la bocca. Sarebbe stato ancor piú strano, considerata l'immagine malsana e voluttuosa incarnata in quel tentacolo moscio, grondante di salsa, che si avvicinava inesorabile e con una lentezza straziante al malcapitato. Se l'avesse ignorato, gli si sarebbe posato delicatamente sulla guancia, come un bacino umidiccio, ma prestò attenzione ad avvisarlo, così che potesse rendersi conto dell'oscenità che stava per imbrattarlo. Di conseguenza aveva tutto il tempo di prendere delle precauzioni: accettarlo, negarlo, respingerlo. Il consenso era importante, il rifiuto andava preso come tale, ma il coraggio certo non sarebbe mancato ad un Mago esperto quale era Daddy, o almeno cosí si disse.
«Attenzione professor Toobl, l'Avvincino si avvicina!»
Esclamò, anche un po' curioso di sapere cosa ne avrebbe pensato della pietanza, a dire il vero. In quel mare di incertezze, l'unica cosa certa era che nessuno avrebbe perso l'occhio per colpa del suo spiedino. Le guarnizioni non mancavano e fluttuava cosí lentamente e con una traiettoria parabolica verso il docente da risultare quasi noioso. Faceva tutto parte della performance.
«Camille, qual è la tua materia preferita? Sappi che c'è una sola risposta sbagliata».
Intanto infierí, rivolgendosi nuovamente alla tassina.



Attività svolte:
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) [1 / 3]
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse
 
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view post Posted on 20/4/2023, 09:23
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l5QcQVS

Gustò a pieno quel momento.
Non per gli aromi che aleggiavano tra le griglie, ma per la sfida che si stava creando.
Sapeva di essere poco tollerato da Camillo e quell’astio per lui era benzina, divertimento fatto di male parole.
Sentendo l’affermazione della sua collega, sorridendo divertito, domandò a Camille:

-Grazie per il supporto signorina Donovan. Come mai si trova a questa grigliata? È stata invitata da Breendbergh?-

In quei casi, era solito affiancare al cognome della terza persona di cui si parlava un aggettivo qualificativo tipo “buon”, “caro” o “bravo”, ma evitò con l’olandese proprio per sottolineare la sua totale indifferenza.
Ci fu un momento tra quanto gli venne detto da Camillo e quanto gli avrebbe potuto rispondere, un margine di tempo che colmò per accendere la legna che si trovava sotto la sua griglia e rendere finalmente la sua postazione operativa.

-Pozioni ti avrebbe dovuto far capire che molte creature magiche mantengono i propri effetti anche da cotte.
Mangiare senza sapere potrebbe portare spiacevoli conseguenze. È necessario avere fiducia sia in cosa ti viene portato e come viene cucinato.-


Fece un sorriso di circostanza, uno di quelli che non si potevano considerare utili per continuare la presa in giro; in fin dei conti, capiva il pensiero di Camillo.
In passato, anche lui aveva voluto sperimentare, provare le conseguenze delle sue azioni sulla propria pelle fino a che non aveva capito che certe volte era meglio restare accorti, valutare le situazioni prima di agire.
Forse quello era un tratto distintivo della gioventù, un modo di agire sfrontato che si perdeva con la maturità o semplicemente era un attitudine, una propensione più o meno ampia nel comportarsi in un determinato modo.
Nel mentre che viaggiava tra i suoi pensieri, un lento spiedino arrivava verso di lui, voglioso di essere afferrato.
Lo bloccò con sicurezza, forse abituato ai mille modi in cui aveva ripreso una bacchetta in volo a seguito degli expelliarmus, quindi lo osservò cercando di capire con che cosa fosse fatto.
Ai suoi occhi quello spiedino sembrava essere di polipo, ma sapeva bene che era di Avvicino, una creatura a lui indigesta sapendo quanto erano antipatiche le lezioni in cui doveva trattarle.
Osservando Camillo, disse:

-Sai che ti dico? Io lo mangio. Dopotutto è necessario che mi fidi anche degli studenti.-

In realtà, non era l’ambito scolastico quello a cui si riferiva, ma poco contava. Il suo interesse era che il ragazzo tornasse a vedere l’organizzazione con il giusto piglio.
Infilando la pietanza viscida in bocca, ne avvertì subito il sapore amaro, che cercava di venir smorzato da quelle che sembravano essere mandorle.

-B-buono.-

Tossì.
Se le carni magiche avevano quel sapore così intenso si capiva bene perché non venissero mangiate volentieri.
Continuando con gli spasmi alcuni secondi, vedendo uno dei ragazzi addetti alla pulizia portargli un bicchiere di vino bianco lo bevve d’un sorso per poi osservare Camillo con sguardo allibito.

-Scusami, non sono un’amante del cibo orientaleggiante.
Comunque, se posso consigliarti, quando dai gli spiedini in giro, suggerisci anche di fare l’Evanesco su si essi. In questo modo lasci tutto pulito.-



Mentre iniziava a respirare nuovamente aria fresca, non rovinata dai fumi dell’alcool e dall’amaro e fatto sparire lo spiedo, vide il suo supporto alla cucina con una cassetta di ingredienti.

-Preparati faremo un piatto favoloso.
Abbruscheremo questo pane fatto con farina di mandragora, con sopra un impasto dato dalla salsiccia di Erumpent, Alloro, una scorza di Mimbulus Mimbletonia e una mozzarella di Tebo. Vedrai sarà una bomba.-


Sentendo la griglia calda, poggiò i pezzi di “pane” su di essa, mentre iniziava a preparare l’intruglio sotto lo sguardo fiero del cuoco.
Il tutto era stato fatto con la maestria di un taglialegna, uno di quelli che non ci si era mai avvicinato alla griglia se non per rubare i pezzi di carne cotta.
Finiti i passaggi culinari, davanti al docente apparvero dei bruschettoni grandi con sopra una sorta di salsiccia filante cotta con all’interno piccole verdure.
Prendendone uno e mettendo gli altri su di un vassoio disse:


-Donovan, Breendbergh, volete favorire? Sono dei bruschettoni di Mandragora con impasto di Erumpent, Tebo e Mimbletonia.
Dovreste avvertire la lingua e le gengive intorpidite dalla Mandragora e l’esplosività della carne di Erumpent sul palato, attutita dalle proprietà delle erbe.
Non vi preoccupate non vi è puffalinfa, il “maestro” qui di fianco ne ha debellato la presenza.-




Interazioni: Camillo,Camille.



Attività svolte:
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2- Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3- Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza) [1/3]
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8-Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse[1/2]
 
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view post Posted on 23/4/2023, 20:52
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You can't make an omelet without breaking some eggs
La mente, oggi, è profanata. Invade i sensi, coprendo la vista – e l'Occhio – in modo ovattato, nell'accezione di nebbia sottile. La stanchezza è l'unico tratto che riesco ad afferrare, la ragione è a sua volta in pasto alle vertigini: le palpebre tremano come in convulsione, la pelle è tesa come in morsa sofferente. Coinvolge l'intero viso, recidendone di netto l'illusione pacifica che prodotti, pozioni e filtri hanno portato brevemente in omaggio. Rantolo fuori un sospiro che presto s'acquieta, e si spezza. In definitiva, mi dico, il corpo è consumato dalla prigionia del sonno mancante. Non è nulla di particolare, mi ripeto. Nulla che non abbia già vissuto, nulla che non sappia affrontare. Mi occorre tempo, soltanto tempo. Il paradosso, per me, è disarmante; le labbra cingono il momento, si piegano in un sorrisetto beffardo che diventa smorfia. Cosa mi resta, stamattina. I pensieri si rincorrono, il cuore è in tumulto: la lingua s'impasta dell'ultima litania, la stessa che ha nutrito gli incubi famelici del dormiveglia. In alto, infatti, le ombre assumono forme intangibili – tormentano il futuro.
Socchiudo gli occhi, il tentativo di allontanarle è vano. Mi appartengono, mi è chiaro. Eppure, avevo erroneamente immaginato di esserne in vantaggio, di saper controllarle. Il punto, oggi, è l'apatia. Mi divora, sviscera immagini terribili – il fuoco, la pietra spezzata, il grido d'infante. Le visioni sono infinite, e sono infide. Tutte, in avanscoperta, si mescolano alla fantasia d'orrore – non è reale, dico tra me. Non è reale, perlomeno non più. Ho le mani più bianche del solito, la carnagione spenta di chi si ritira in privato. Ho saltato le ultime lezioni, ho dimenticato gli ultimi incontri. Sono consapevole che non possa durare a lungo come situazione, non di certo. Se dovessi rintracciarne un punto d'arresto, tornerei al litigio con Penny – era lui, per me, il vessillo restante. Abbiamo ripreso a parlare tra noi, è vero, ma non nello stesso modo di una volta. Le mie colpe si riassumono in vendetta, forse è più un capriccio vero e proprio che mi porta all'esasperazione. Cosa mi resta, mi ripeto.
Non ho idea di come abbia fatto a rialzarmi, di come sia riuscito a prepararmi. Non ho idea di dove mi trovi. Il vetro, di fronte, si muove caotico: s'infrange di continuo sotto i miei occhi, inseguendo le linee del tempo. Potrebbe essere una reazione passeggera, complice l'effetto dei Dormienti che ho masticato più a lungo del solito – la polvere del sonno s'insinua lentamente. Trovarne la giusta misura è un'arte che ho perfezionato fino ad ora, la testimonianza è nella serra segreta che coltivo in dormitorio. Questi funghi, per me, rivelano il sapore dell'assoluzione: se da un lato meritano il pregio del sonno breve che mi è regalato, dall'altro sostengono la privazione lucida di cui ho bisogno. Lo specchio – sono in bagno, è qui che mi accorgo d'essere – spira gli arcani più irraggiungibili. Riflette colori caleidoscopici, catturandone le geometrie confuse della felpa arcobaleno che indosso (non negherò di aver recuperato il primo capo d'abbigliamento dall'armadio, forse non è neanche mio). Nel turbinio brillante, tuttavia, si cristallizzano talvolta punti di riferimento che potrei lasciar maturare, con un pizzico d'attenzione in più. Invece, mi piace la sensazione di disturbo, perfino di nausea, che mi rimanda. Ancora sopraffatto, allora, solletico la superficie con l'indice – è un contatto gelido che s'espande in una melodia familiare, una che ricorda il ticchettio costante della pioggia. Poco dopo, già più padrone dei sensi, cammino sotto una cascata di sole: visione o meno che sia stata, l'acqua piovana è indubbiamente un miraggio. Procedo senza una direzione definita, le mani nelle tasche della felpa, il cappuccio appena calato sui riccioli in disordine; i postumi del mio volto e del mio corpo sono in dissolvenza, ho più controllo. La mente resta però leggermente in sospeso, è una sensazione che mi rende perfino più... allegro, forse. O di certo più spensierato, devo ammetterlo. Ho una scorta extra di funghi magici, tutti nel taschino interno dei jeans chiari. L'unico tratto che mi ricorda d'essere altrove con la mente, ora come ora, è il sottile strato di barba sul volto – Penny avrebbe saputo scherzarvi subito. Entro nell'aria di festa della grigliata, seguendo a mo' di curiosità innata la fiumana di persone verso i dintorni. C'è profumo di carne, è incredibilmente invitante. Porta con sé tutta una serie di spezie, note piccanti e dolci che mi ricordano un tipico mercato londinese. Percepisco la frenesia gioiosa dei ritrovi all'aperto, al punto da tuffarmi nella memoria dei campeggi in famiglia e delle gite in montagna. Come in appello, la nostalgia torna alla ribalta. Forse è lo sfrigolio della carne, forse è il gusto della brace, forse è l'atmosfera in sé, eppure incedo con più rapidità. Sorrido con interesse, in effetti, non appena un omaccione mi offre una pergamena con una lista di sfide e un sacchetto di velluto. Leggo così le prime frasi, ringraziando con un cenno del capo e infilandomi a mia volta nel cuore pulsante della festa. C'è l'imbarazzo della scelta, in uno e più cornici: la grigliata vera e propria, il banchetto di alcolici e bevande, il capannello in crescendo di partecipanti. Potrei essere tuttora intontito, ne sono consapevole... ma è una serenità nuova, che attinge alla ricerca di distacco. Per oggi, mi prometto, posso fingere che vada tutto bene. Che sia per un'ora o più, è un momento di pausa che spero di regalare a me stesso.
«Riserva del Gramo.» Il commento di un passante, gettato alla rinfusa, mi riscuote. Sono imbambolato, non c'è definizione migliore, mentre calici di vino volteggiano da mani e tavoli in processione. Ben presto mi ritrovo con un bicchiere anch'io, è il Vino della Sventura. Mi spinge a ridere sommessamente, sorseggiando con gusto. Catturo l'essenza del cioccolato, l'impronta del bosco e dei frutti più pastosi. La lingua guizza all'estasi del vino rosso, ripristinando l'alone ovattato che mi ha accompagnato al villaggio. Nel battito di palpebre seguente, tuttavia, intrappolo il tempo. Mi disperdo velocemente, sono sotto un velo notturno che brilla soffuso: gocce brillanti, come fuochi fatui, mi circondano impercettibilmente. Potrebbe essere l'effetto del vino, ma c'è altro in atto. È la pioggia, infatti, a portarmi da te. Avanzo, il Gramo cinto in una mano. Sono io, sventura in divenire.
A pochi passi da te, torno al presente. Sento la tua voce. Hai il canto della pioggia, la promessa del cambiamento – il sole invade il tempo, è un giorno di tranquillità. Ti osservo con più partecipazione. Chi sei, vorrei chiederti subito. E perché ti celi oltre l'incanto del temporale? Noto il calice. Ne recupero un altro da un tavolino.
Whisky Incendiario, per favore. Colgo la palla al balzo, mi avvicino con il cappuccio colorato tuttora calato. La curiosità ha acceso i tratti affabili del mio volto, le gote si piegano ridenti e in sfumature più rosate.
«Per la brace o per mescolare il vino? Non sembra male» ti dico, a mo' di inizio conversazione. Sospingo gentilmente il secondo calice, come in offerta.
«Dicono che fare un brindisi con il Vino della Sventura porti... fortuna.»
I funghi, alla fine, mi hanno fritto la testa.

Interazione Adeline (non mordo, giuro *fru)
Grazie Milletto per l'immagine bizzarra.


sfide in corso
1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza ✓
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere o
8--Balla una canzone sparata dal DJ
9--Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

 
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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«Un negozietto eh? Interessante!» un sopracciglio guizza, inarcandosi sorpreso «In tal caso, che tu decida di vendere merce legale o meno, farò sicuramente un salto per svuotare qualche scaffale, ma…» l’espressione è tipica di chi è pronto a contrattare, anche con scarsi risultati all’orizzonte, l’importante è tentare «…ma tu ricorda di fare uno sconticino ai vecchi amici, mi raccomando tono ironico e sguardo d’intesa. Intanto recupero la radice del Diavolo, la poggio sulla superfice del tagliere e comincio ad affettarla con cura. Le rondelle sono spesse circa mezzo centimetro, cerco di mantenerle regolari in modo che dopo cuociano in maniera omogenea. Continuo l’operazione meccanicamente, rilassata, mentre rispondo al Tassino.
«Oh non credo mi metterò in competizione con lui, è già un miracolo sappia accendere una fiammella, sarà pura fortuna se lo troverai buono. Anzi, grazie del supporto!» sull’ultima frase interrompo ciò che sto facendo, sollevo il viso per osservare l’altro prima di proseguire il discorso «Con tutta onestà, mi sentirei più a mio agio circondata dalle quattro mura del Ministero, tra gli Auror. Ovviamente se non crollerò nell’intento di mantenere una media scolastica decente, altrimenti rischierei di non avere nemmeno la possibilità di provare ad entrare.» il rendimento è la prima cosa sulla carta di presentazione, su quel fronte non ho problemi attualmente, per il resto ci saranno altre prove, valutazioni varie e quella sarà la parte più “dura”.
E, a proposito di studio, la presenza del Docente di Difesa ha reso l’aria piuttosto frizzantina. Mi domando cosa possa essere successo tra lui e Camillo, considerando la leggera ostilità che quest’ultimo non si sta preoccupando troppo di celare. I dubbi rimarranno solo nella mia mente per adesso, finché non vedrò la clessidra privarsi di qualche cristallo a causa di eventi anomali eviterò d’indagare oltre.
«Niente invito Professore, sono venuta poco fa con altri due concasati.» indico verso il tavolo dove sono seduti Abigail e Dan come conferma «Ci siamo incontrati per caso, stavo passando da questa parte per andare al bar!» con un sorriso torno poi ad occuparmi della ricetta, ma le orecchie rimangono dritte per seguire la conversazione. In una ciotola rovescio tre cucchiai di miele, un po’ di olio, sale, pepe, della noce moscata e le mandorle sbriciolate, insomma un mix speziato come le parole che escono dalle labbra dei compagni di grigliata. Aggiungo infine la radice, la rigiro nella marinatura con una pinza in metallo che mi servirà anche dopo.
«Materia preferita?» il ritmico rimestare si ferma bruscamente, porto l’attenzione su Camillo e rifletto un attimo. «Ok, non ridere però….» gli punto contro l’utensile, come fosse una minacciosa arma bianca pronta a colpire «Storia, credo, anche se molti si addormentano a lezione.»
In effetti è ritenuta dalla maggioranza noiosa e soporifera, io invece trovo affascinante l’andare a scavare nell’origine della magia e nella cultura dei vari popoli che l’hanno sviluppata, compresa e tramandata fino a noi oggi. Per quanto la pratica ammetto sia più stimolante, scoprire anche da dove derivano certi incantesimi e pozioni è fondamentale per completare il quadro generale. È arrivato il momento della prova del nove, con la pinza dispongo la radice ben condita sulla piastra e lascio che il calore faccia il resto.
«La tua credo di riuscire ad intuirla entro stasera, apparterrà al Docente che non tenterai di uccidere oggi, vero?» replico divertita, anche se il tossire insistente dell’Insegnante dovrebbe allarmarmi. Mi volto in sua direzione subito dopo, per assicurarmi non diventi davvero una sua vittima «Tutto bene?» m’informo con gentilezza. Come me è rimasto inevitabilmente “vittima” del sapore acuto della carne, per fortuna lo staff lì presente ha già provveduto con celerità a portargli qualcosa da bere facilitandone la ripresa.
A calma ripristinata, tengo d’occhio la griglia e valuto il tempo che manca per finire la cottura. Non sono la sola a destreggiarsi, anche il Docente si fa avanti.
«Non posso rifiutare, sono molto curiosa!» prima di addentare il crostino che ci offre però, tolgo la radice dal fuoco affinché non si bruci e la impiatto. Recido con delicatezza un fiore di starnutaria, che protesta con un sonoro etciù, ne sfoglio i petali spargendoli infine sul preparato a completare l’opera. Come dice mia nonna: “danno un tocco di leggerezza”.
«E se volete favorire, ricambio entrambi con un assaggio di questo.» mostro loro quello che dovrebbe risultare un contorno, o una prelibatezza per vegetariani, dipende dai punti di vista «Dopo l’amaro degli spiedini potrebbe addolcirle il palato Professore, mi creda.» se tutto è andato secondo i piani e non ho esagerato con qualche ingrediente, al retrogusto terroso della radice dovrebbero abbinarsi, smorzandolo, il dolce del miele ed il tostato delle mandorle.
«Se fa schifo non esitate a dirlo, giuro che non mi offendo.» alzo le mani, rimettendomi totalmente al loro parere. Premesse fatte, mi tuffo anch’io sul cibo. Nonostante la farina di Mandragora intorpidisca i muscoli, come da monito, non disturba la masticazione e non altera il gusto dell’impasto.
«Camillo, temo tu abbia trovato un nuovo rivale in cucina.» è l’unico commento che faccio, ovviamente appena la bocca riacquista sensibilità.

Camille Donovan | Hufllepuff Prefect | 15 y.o







Interazione con Millo e Daddy :fru: :<31:

Attività svolte

1. Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2. Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3. Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4. Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5. Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6. Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)
7. Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8. Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9. Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo
10. Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse

 
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view post Posted on 24/4/2023, 23:05
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Tutto aveva avuto inizio una settimana fa, quando le prime voci su una mirabolante grigliata erano iniziate a circolare e a rincorrersi lungo i quattro angoli del castello. Lì per lì Mike non ci aveva dato bado, ormai avvezzo a ogni tipo di pettegolezzo e panzana fatta circolare da studenti dalla dubbia affidabilità. Poi però, quando le voci si erano fatte più insistenti e provenienti anche da fonti più affidabili, l’inglese aveva subito colto la palla al balzo e la sua proverbiale curiosità aveva fatto il resto.
Ben presto avrebbe saputo chi c’era davvero dietro quell’evento insolito, ma nella sua breve passeggiata verso Hogsmeade non sarebbe stato solo.
Felice come un maghetto che ha appena compiuto undici anni, Mike stava andando incontro all’irlandese che lo stava aspettando. La giornata era perfetta, e i raggi del sole sembravano giocare con il viso e con la chioma di lei. «Thalia.»
Un bacio a stampo sulle labbra leggere, le mani che si incrociano e il dolce profumo della sua pelle. Sarebbe rimasto lì per un tempo indefinito, anche se il loro obiettivo sarebbe stato quello di trascorrere assieme un’alternativa giornata a Hogsmeade.
Fuori dai consueti schemi dettati dalle regole del castello, Mike si sentiva più libero e pronto a lasciarsi andare ad eventuali confidenze. «Cucinare dovrebbe essere simile al preparare pozioni, no? Certo, io alla griglia preferisco il calderone, ma credo che qui non ci serviranno delle zuppe.»
Con quell’assist culinario, condito da un leggero sorriso e da un pizzico di autoironia, l’inglese avrebbe cercato di dar il via ad una spensierata chiacchierata su ciò che avrebbero potuto affrontare e su quelle che sarebbero state le loro preferenze culinarie. Insomma, la sfida della brace era imminente, anche se Mike non si poteva certo definire un cuoco provetto. Sapeva arrangiarsi in casi estremi e di necessità, anche e soprattutto con l’ausilio della magia, ma il cibo ad Hogwarts era superbo e nei momenti di vacanza difficilmente gli capitava di stare ai fornelli.
Intento ad accennare tutto questo, con lo sguardo sempre rivolto verso di lei, quasi non si accorse del mezzogigante che era appena apparso tra loro.
Gerrit DeGruyter, o per lo meno così gli era parso di capire, aveva appena iniziato a introdurli alla grigliata, ma lo sguardo del Serpeverde era rimasto piuttosto colpito dalla sua prestanza fisica, decisamente fuori misura.
La tenuta primaverile dell’inglese, vestito con una maglietta casual dalla sfumatura laterale vagamente somigliante al verde acido e con una comoda felpa con zip legata in cintura, da usare in casi di estrema urgenza, non sfigurava poi molto con l’outfit sfoggiato dallo staff.
C’era qualcosa di vagamente sinistro nell’espressione di quel personaggio, qualcosa che sembrava andare al di là di una muscolatura ben sviluppata e che finì per far rimanere il Serpeverde in silenzio per qualche secondo.
Forse era meglio prendere un po’ le distanze…
«Beh, eccoci arrivati! Non sarà il Paiolo Magico… ma anche questa fantomatica grigliata sembra avere il suo fascino.»
Nel guardarsi attorno, Mike avrebbe cercato di scorgere i luoghi di maggior interesse, lasciandosi guidare anche dai primi profumini provenienti dalle cucine. Il suo stomaco sembrò iniziare a reagire di conseguenza, ricordandogli che dalla sua veloce colazione era già trascorso diverso tempo.
«Ehm, prima di darci alla griglia proverei ad assaggiare qualcosa dal bancone. Ti va?» Certo che Thalia non avrebbe fatto morir il suo cavaliere di fame e di stenti, l’inglese avrebbe cercato di sfruttare quel momento anche per meri fini strategici, accompagnandola fino al luogo prescelto. Ci teneva a far bella figura agli occhi della sua dama, e in quel momento avrebbe cercato di scorgere qua e là qualche indizio o segreto culinario, pronto a prendere spunto da chi, presumibilmente, ne avrebbe dovuto sapere decisamente più di lui.
Giunti alla postazione e lasciatosi trascinare dal ricco assortimento, Mike si sarebbe dato all’assaggio di un mini Hamburger gourmet di Agnello, di uno spiedino di Fungho Saltarello e di un fiore di Scorzonera e Bubotubera. «Non mi è mai capitato di partecipare a una grigliata magica, ma non vedo assolutamente l’ora di assaggiare questi tre manicaretti!»
Aveva appena concluso, con soddisfazione e con languorino crescente, la sua richiesta all’omone dietro alla griglia, quando la sua attenzione fu catturata dagli ultimi piatti proposti all’interno del lungo menù. Parole quali “Snaso” e “Fwooper” si impressero nella sua mente, lasciando spazio al dubbio. Aveva forse letto male?


Interazioni: Thalia Moran
Attività svolte: nessuna



Edited by Mike Mino - 25/4/2023, 00:32
 
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view post Posted on 25/4/2023, 16:59
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Era strano per Adeline.
Per natura non era particolarmente abituata ai contesti sociali: o meglio, non a tutti.
Sapeva stare da sola - amava stare da sola, il più delle volte – perché così era fondamentalmente nata e cresciuta.
Il suono che più aveva accompagnato e caratterizzato la sua infanzia era stato il leggero eco dei suoi passi nelle enormi stanze vuote del Manor di famiglia.
Il crepitio delle pagine di vecchi libri per tanto tempo era stata la voce più rassicurante che Londra conoscesse.
Anche per questo genere di vuoto sin da bambina i rumori forti ed improvvisi avevano iniziato a spaventarla, e per quanto la lucida testolina razionale di Adeline nel corso del tempo si fosse rafforzata, tuttora piccoli e muti sobbalzi le scuotevano il costato talvolta – rumori inaspettati, grida, persino i tuoni per quanto la pioggia le fosse sempre piaciuta.
Ad ogni modo nel corso degli anni, da brava Bronzo Blu, Londra aveva tacitamente imparato l’importanza delle così dette “skills sociali” per cui.. i libri inizialmente, la scuola poi, alla fine della storia Adeline Walker si poteva definire sufficientemente abile nel destreggiarsi tra interazioni e relazioni più o meno formali.
Restava il fatto che non fosse granché abituata a situazioni simili – il lavoro, il suo studio, il reparto in generale prevedevano tutti principalmente solo determinate dinamiche relazionali il cui range si limitava alle formali medimag-paziente adulto, più informali medimag- collega e una sorta di via di mezzo quando si parlava di medimag-paziente minore.
Tutto quello però.. era contenta, Londra, genuinamente, ma non poteva impedire ai suoi timpani di raccogliere tutto quel vociare in crescendo, una leggera pelle d’oca a farla rabbrividire appena a ondate regolari.

Lo sguardo bicromo stava ancora sondando la schiena azzurra del cuoco che gentile stava correndo ad assecondare le sue richieste, mentre la lingua assaporava l’ultimo sorso di Nebbia che aveva appena catturato: -Per la brace o per mescolare il vino? Non sembra male.-
Colta di sorpresa, Adeline spalancò un po' gli occhioni mentre si girava in direzione della voce sconosciuta che chiaramente si era appena rivolta a lei.
-Dicono che fare un brindisi con il Vino della Sventura porti... fortuna.-
In prima battuta, in interazioni al di fuori del suo quotidiano, Londra entrava quasi sempre in una sorta di caotica confusione - ma c’erano anche parti di lei che oramai per fortuna agivano in autonomia solitamente salvandola: l’entusiasmo, la curiosità e la gentilezza, per esempio.
-Oh, grazie!- trillò infatti la londinese quasi commuovendosi per la cortesia riservatale, afferrando il calice offerto dal giovane mago.
Le labbra si schiusero in un ampio sorriso, anche se per qualche secondo Londra fu dibattuta tra forze contrastanti: lo sguardo voleva sondare come suo solito lo sconosciuto lì di fronte, entrambe le mani erano temporaneamente occupate con i due calici, la voce fremeva per rispondere alla conversazione iniziata e in sottofondo altri mille e uno pensieri di cornice si ingarbugliavano inciampando tra di loro.
-Ehm- la Medimag strizzò un attimo gli occhi, come i bambini, per riprendere velocemente il focus: si girò velocemente verso il tavolo proprio dietro di lei per appoggiare il calice vuoto e tornò l’istante successivo a rivolgersi al mago -Cin cin allora!- ridacchiò mentre levava appena il calice e poco dopo portava alle labbra il vino offertole.
Le iridi di mare e di bosco finalmente potevano esplorare i lineamenti dello sconosciuto: era giovane, ma non così tanto da avere la certezza che si trattasse di uno studente – poteva quantomeno catalogarlo come giovane adulto - un sottile velo di barba gli ricopriva il mento e parte della guance, dei bei riccioli scuri sbucavano da sotto il cappuccio colorato di una felpa che – presto o tardi – Adeline avrebbe apprezzato esplicitamente, due occhioni verde smeraldo e un bel sorriso infine ne adornavano il volto – con un che di stanchezza, vago pallore sembrava (?), ma la ex Bronzo Blu forse era anche troppo abituata alle sue interazioni formali medimag-paziente per..beh, proprio per niente, ma iniziare con ipotetiche anamnesi e quadri clinici persino a lei pareva del tutto inappropriato in un quadro come quello.
-Il Whisky servirà per gli spiedini- rispose quindi cercando di non perdersi tra le centinaia di fili dei suoi pensieri, dondolando un poco sui talloni, ancora sorridente.
-Tu.. tu sai cucinare? Ti va di prepararli insieme?-
La domanda le sfuggì dalle labbra ancora prima che riuscisse a ragionarci sopra.
La realtà era anche che non aveva mai cucinato in compagnia di qualcuno.
Improvvisamente si ritrovò in precario equilibrio tra la speranza che quel mago rispondesse positivamente alla sua richiesta e il timore che – effettivamente – lo facesse e le rimanesse accanto.
-Oh, e.. piacere. Adeline.-
Dondolò ancora un po' sui talloni, abbassando per qualche attimo lo sguardo sul contenuto del suo calice.
Lo rialzò l’attimo seguente, inclinando un poco la testolina dorata.
-Hai una bellissima felpa, comunque.-




Interazioni: Oliver ( :<31: )
 
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view post Posted on 27/4/2023, 16:05
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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Codice«Sconti a volontà, per i miei preziosissimi amici, ma non basteranno tutti gli auror del mondo a farmi pagare le tasse.». Il tono di voce scherzoso ed al contempo serio non lasciava ben sperare per il futuro dei libri contabili. Falsi in bilancio, sottostima dei ricavi, inflazione delle spese, castelletti cinesi, società di comodo, prestanome, paradisi fiscali; escamotage finanziari a volontà. Se mai una tassa fosse stata riscossa all'olandese, avrebbero dovuto strapparla dal rigor mortis delle sue fredde mani. Camillo aveva sorriso all'idea di una Donovan-Auror che gli dava la caccia selvaggia per riscuotere eventuali oneri, neanche fosse stato quello l'obiettivo ultimo degli ispettori al servizio della legge magica. Di quei tempi, già si era visto, avevano un gran bel da fare con la lotta al signore oscuro e ai suoi seguaci. Non che la setta di cui lui stesso faceva parte fosse meglio, ma si consolava all'idea che almeno loro non erano nazisti. Ed era proprio dalle sconfinate file degli aracnomanti e cialtroni di cui il castello era ricolmo che, probabilmente, sarebbero sbocciati i migliori sbirri sulla piazza. Del resto che venissero addestrati bambini soldato era nel pieno interesse del Ministero; Hogwarts, che sempre tendeva una mano a chi voleva proteggere lo status quo delle élite, in quel frangente gli dava tutto il braccio con una spontaneità disgustosa. Ma di Camille, nello schema piramidale in cui era stato risucchiato, per il momento non vi era nemmeno l'ombra – per quanto ne sapeva, vivendo la sua permanenza nella fazione da eremita. Il pensiero lo rincuorò. Certo non desiderava che fossero le persone a cui voleva bene a rischiare la vita per litigarsi le briciole di una stabilità fallace in principio. Era anche per quello che lui aveva accettato di mettersi in gioco, di restare, ad esser sinceri. Non per altruismo, ma deciso a cercare la verità. Divulgare una visione, togliere il paraocchi a chi si faceva abbindolare dalla promessa di diventare un guerriero al servizio di uno scopo superiore, ignorando il grande schema delle cose. In quel progetto, bene e male erano trascurabili: auror e mangiamorte nemmeno sedevano al tavolo degli adulti. Ma una piacevole grigliata non era il momento adatto per perdersi in pensieri atroci e fare filosofia. Già che la sua mente si era catapultata in quel vortice di tormento, ed il suo sorriso si era smorzato, davanti ai suoi occhi la magia aveva iniziato a cristallizzarsi. Non esisteva incantesimo piú potente di un piatto preparato con passione – e su questo, vi prometto che ci ripasseremo. Tornò raggiante, si sforzò. «Sai che storia non è cosí male nemmeno per me? Cioè, ti confesso che non sono una cima, ma mi son state promesse follie inconcepibili al quinto anno, quindi insomma… le aspettative tengono alto il sentimento». Spiegò, non troppo convinto. Non sapeva davvero cosa aspettarsi, ma era stato il grande uomo in persona a giurargli che le rivolte dei Goblin gli avrebbero acceso il desiderio di inventare la macchina del tempo per risolvere la questione personalmente, un calcio in petto alla volta. Teatro delle assurdità, un po' come tutte le tematiche trattate, ma con una marcia in piú. Caos, contraddizioni, paradossi: gli ingredienti per una ricetta prelibata, che lo avrebbe stuzzicato per l'intero anno scolastico. Cosí voleva il programma. Quella era la via.
Daddy intanto ci stava lasciando i polmoni. Glielo diceva sempre – generalizzo, non capitava poi cosí spesso – che fumare era una cosa da sfigati, se mai avesse dato la colpa agli spiedini era pronto a dargli battaglia lì, sul momento, senza pensarci una volta in piú. Si trattenne dal ridere, ma la sua espressione beffarda, coronata da un cipiglio vivace, lo tradí.
«Mi piace Astronomia. Nei weekend torno a casa o vado in qualche posto con una connessione ad internet, mi tiro giú un paio di pubblicazioni degne di nota da qualche astronomo, astrofisico e astro-quel-che-gli-pare e le scopiazzo senza il minimo rimorso. Minimo sforzo, massimo guadagno». Spiegò, mentre si affacciava oltre le spalle dell'amica per sbirciare il manicaretto nella sua fase di creazione, con l'acquolina alla bocca. In realtà, pensò dando un morso all'ultimo boccone amaro dal suo spiedino, neanche lì brillava come studente. Se non altro, quando faceva supplenza Atena, da bravo diciassettenne qual era, gli tornava la voglia di studiare. Cosí, in modo quasi inspiegabile. I misteri dell'universo, tirando ad indovinare, esercitavano un certo ascendente su di lui. Astrologia esente ed esclusa dall'affermazione.
A quel punto sia Camille che Daddy avevano finito di cuocere le loro prelibatezze e Camillo si preparò a sperimentare il sapore della loro arte. Attese che la signorina Donovan finisse di impiattare e la mandò in avanscoperta, mentre lui accettò di buon grado l'invito della concasata. Una piccola forchettata rubata di sfuggita e finalmente fece assaggio di ciò che aveva visto nascere con i propri occhi. Era verdura. Era dolce. Mai avrebbe pensato che un tale accostamento potesse risultare cosí piacevole alle sue papille gustative. Quasi si commosse.
Ora, io non so dirvi se fu per lo shock dato dal contrasto con l'avvincino flambé che fino a quel momento la sua lingua aveva cavalcato senza sella e senza salsa, ma apprezzò infinitamente la sua opera, tanto che ne uscí un commento genuino quasi istantaneo. Giusto il tempo di farne esperienza e deglutire. «È delizioso, mia cara, dico davvero.». Come avrebbe detto lo chef di quel film che il suo amico Daniel gli aveva consigliato, non se l'era mangiato, ma l'aveva assaporato, l'aveva gustato. E sí che la presenza della starnutaria, nella sua strana visione del mondo, doveva essere un indicatore di pericolo, di delusione. Mai fu piú lieto di aver avuto torto.
Intanto la signorina Donovan aveva concluso la prima degustazione della pietanza preparata dal professor Toobl e non era morta. Addirittura, senza pudore, gli aveva rivelato che la bruschetta servita da Daddy poteva rivaleggiare con la comunione degli sforzi di Camillo, signor nessuno per carità, e Isabella, piccolo titano dell'alta cucina. La prese sul personale.
Lo sguardo curioso balzò dal piatto del docente, per tuffarsi sul viso dell'uomo, scavalcando la montatura sottile degli occhiali da sole. Sondava la sua espressione con voracia, in cerca di qualche dettaglio – nemmeno lui sapeva quale, in realtà – come si studia l'avversario prima di un duello. Ma quello non era un duello, non una sparatoria, né tantomeno una battaglia vera e propria, perché in fin dei conti, quando si mangiava bene, non vi erano vinti ma solo vincitori. Con quel pensiero a spronarlo, decise di tentare la sorte e assaggiò il crostino alla mandragora ed erumpent proposto dall'insegnante. Lo azzannò, con gli occhi ancora intenti a tracciare l'espressione di Toobl, in un dipinto che ancora doveva prendere forma. Il gusto non era tanto male, si disse tra sé e sé, immaginandosi fosse velenoso e a dire il vero lo era, almeno per lui. E vi dirò, mai veleno fu piú prelibato. La botta al palato data dalla carne di Erumpent fu devastante, in un certo senso, e risvegliò il principio attivo della farina di Mandragora. Non lo contrastò, come gli era stato promesso. Velocizzò, se così si può dire, l'assorbimento dell'antagonista, che in due masticate contate iniziò ad entrare in circolo al Tassofrasso, ignorando i comuni tempi di assorbimento metabolici.
«Scherzi Camille? Daddy mi ha veramente stracciato, è una bomba!». Lo era, per davvero: ad orologeria per la precisione. Al secondo morso già le pupille dell'olandese si erano dilatate, segno di meraviglia e messa in scena di un disastro, a seconda delle opportunità. Si diceva che, quando si guardava qualcuno o qualcosa che ci rendeva felici, erano proprio le pupille a rivelare agli altri il nostro stato d'animo, ma qui i sentimenti poco c'entravano. In quel momento, gli occhi di Camillo ricordavano quelli di una rana. All'ultimo boccone venne investito da una botta di surrealismo semi-onirico di matrice post farmaceutica.
– Brutto salame, non ti puoi inventare una corrente poetica e letteraria solo perché ti sei mangiato una bruschetta! – Il grillo parlante, invano, aveva provato a richiamarlo all'ordine.
*Guarda e impara*.
«Grazie, ragazzi, siete stati strepitosi». Disse infine con entusiasmo, prima di abbandonarsi al canto della propria sirena.

Carbonio, Nitrogeno e Idrogeno si scatenavano in una ballata fatta di piccoli passi leggiadri, trascinando nella frenesia della danza un cluster di zoccoli e grida mute, disperate. Nove, poi otto, poi due. Uno e uno. E io le sentivo, dal cuore che palpitava come una grancassa a tenere una misura di tempo tanto folle quanto intricata. Perfetta.
Il mio sorriso si ammorbidí. Lo sguardo, che prima aveva cercato il conflitto e ora cercava libertà, aprì con galanteria la porta ad una serenità profusa. Aveva liberato il mio volto dalla prigionia, dalle contrazioni cigolanti dei muscoli, facendo da esempio facendosi seguire, distendendoli per far sì che mostrassi al mondo una maschera rilassata. E mi domandavo se in realtà, quella stessa maschera, non fosse diventata in un batter di ciglia il mio vero volto. Pregavo che lo fosse, perché quello era il viso che desideravo mostrare a chi amavo. Sempre, in ogni dove. In ogni circostanza.
«Ho sete, torno in un attimo».
Due parole, gettate al vento come foglie d'autunno in piena primavera. Sei per i pignoli. Otto per gli inglesi. Due, sei, otto. La lingua, al contempo intrisa di salsa e secca come un muretto lasciato in pasto ai raggi del mezzodí, sveglia e addormentata, bramava un nettare dolce che la detergesse. Io l'accontentai.
Scomparvi. Tre, come le D e la bacchetta a far leva sulla mia pigrizia. Uno, quando mi trovai a tu per tu con chi serviva da bere. Comandai con gentilezza e con gentilezza venni servito. Con gentilezza mi congedai e con gentilezza fui salutato. Poi tornai sulle mie orme, un passo dopo l'altro, in successione, per raggiungere i miei amici con tre boccali zuccherini. Due in realtà. Uno scoppiettava piccante, tra spezie e note di lime.
«Tu mi ricordi il cioccolato, la leggerezza e le belle giornate di sole». Ti spiegai, Camille, con la stessa naturalezza con cui si parlava del tempo. Non del concetto, il divenire, ciò che fu e ciò che è; il meteo, dico. «E mi ricordi le pasticche sbriciolate quando le respiri, che ti si posano sulla lingua come zucchero a velo ti lasciano un sapore dolce tra le labbra. Aria di casa, un sorriso». Se quella era una dichiarazione d'amore io davvero non lo sapevo, ma per me non aveva importanza saperlo. Ti porsi la bevanda e mi voltai verso Daddy.
«Tu sei il me di una volta, di quando iniziai a prendermi troppo sul serio e scoppiai. Mi ricordi di quando son stato dato alle fiamme, la ramanzina dell'infermiera e le sue dita delicate che mi sfioravano le ustioni. Ma tu mi ricordi anche chi mette il proprio cuore in quello in cui crede. E ama». Bisognava amare davvero, nell'accezione piú pura e sconfinata del termine, per fare come facevi tu, professor Toobl. Insegnare. E credere. Anche a te porsi una bevanda, rum scuro, abisso, succo di maracuja. Sciroppo esotico dalle mille spezie, come le tue mille sfaccettature, che ancora non comprendevo appieno, come non si comprende un dipinto se non lo si osserva a lungo, scandagliandolo con passione bruciante in cerca di tratti rivelatori. Tratti che, se anche trovati, non avevo mai la certezza fossero davvero tutti e non sapevo mai dire se mi fosse sfuggito qualcosa. O meglio, io sapevo che qualcosa sempre mi sfuggiva: il dramma per me era non sapere cosa.
Poi brindai, alzando il mio calice, traboccante di un elisir fresco e fruttato. «Ai miei due cuochi preferiti, che griglie e fornelli vi siano compagni, e che la gioia che portate in tavola vi segua anche nella vita». E vi dirò, non mi sarebbe dispiaciuto sentir tintinnare i vetri, il canto stridente, le frequenze alte che facevano vibrare repentinamente l'aria, ma nemmeno lo pretendevo. Ciò che pretendevo fu un sorso, che assaporai lentamente, lasciandomi rapire.

Fu solo allora che ti vidi, profeta di ogni fungo. Non sapevo che eri un profeta, non sapevo dei funghi. Ma ti vidi, finalmente, dopo tanto tempo. Rosa, lenti attraverso cui guardavo i tessuti, i colori di cui avevi vestito la tua figura. Rosa di ricordi felici, fugaci, con le spine della tua e della nostra assenza. Il tempismo ci aveva sempre tenuti lontani, mio caro compagno e quando io scappavo dalla vita, dal castello, sapevo tu fossi in aula; quando era toccato a me ficcare il naso tra i libri e posare l'anima stanca sul banco, a te era toccato mancare. Sentivo, come spinto da una brezza assente, come nave mossa da una vela soffocata, di volerti rivedere. Ma tanto avevo gambe, tanto avevo remi e che il soffio del cielo vi fosse o meno, mi passò per l'anticamera del salice, toccando la corda di cuore di drago. Un po' come altre cose passavano per le anticamere di quelle famose torri greche, del resto. Mi preparai.
«Miei cari, ho visto Oliver e vorrei salutarlo. Porto con me il sapore amaro del disastro che ho combinato e le salse di Isabella. Qualcuno si unisce?». Vi guardai, prima te, Camille, poi Daddy, in cerca di una conferma. Posai il massacro sul vassoio, salse come sangue delle atrocità commesse raccolte in ciotole rituali. La mia bevanda a lato, che stonava sinestetica come un colpo di chitarra sui tasti di un pianoforte costoso. Una mazzata, il boato, il crash gracchiante del legno e appiccicoso dell'avorio, la dualità dell'anima. Splendore nella decadenza agrodolce. Raccolsi tutto e mi avvicinai.
«Brolly, my boy, ti trovo caleidoscopico oggi, l'arcobaleno ti dona!». Perforai le lenti e catturai i dettagli della tua felpa, la barba sottile, la stanchezza forse. Poi notai anche te, Adeline, i tuoi capelli come fili d'oro e l'aura floreale che ti eri confezionata addosso, in spirito sartoriale. Avevo esordito con entusiasmo e altrettanto entusiasmo era stato incanalato nel mio modo di presentarmi. «Piacere, Camillo». Ti dissi, nulla di piú e nulla di meno. Il profumo che proveniva dalla griglia mi suggerì che eri impegnata, che avevo forse interrotto qualcosa e per ovvie ragioni non potei porgerti un saluto piú formale. Tenevo il vassoio e già che c'ero ne approfittai. Approfittai del fatto che nessuno avesse ancora nulla sotto i denti per offrirvi uno spiedino; per te Oliver che sostituiva una pacca amichevole sulla spalla e per te Adeline, incantevole ragazza sconosciuta, perché non potevo stringerti la mano. Ma era arbitrario e forse era meglio cosí, gli usi e i costumi piú sterili mi avevan sempre annoiato e non v'era modo migliore per superare l'imbarazzo che lasciare le convenzioni all'avvincino martoriato.
«Qualcuno vuole favorire? La carne è amara, vi sconsiglio di prenderla cosí, al naturale, andrebbe inzuppata nella salsa dolce. Una delle due ciotole ne ha una un tantinello piú speziata dell'altra. Non vi dirò quale, se volete tentare la sorte fingete sia una roulette russa». Due colpi nel tamburo, due anime fresche, vergini del tormento culinario che stavo proponendogli. Sorrisi malizioso, lieto di essere lì, e magari con la speranza di essermi portato degli amici al seguito.




Interazioni con Camille e Daddy, poi rompo le gobbiglie a Oliver e Adeline (terza parte, per chi non ha sbatti di leggere) :fru:
Attività svolte:

1--Condividi con qualcuno un trucco magico che usi per semplificare la vita quotidiana
2--Fai infuriare lo chef dandogli un consiglio stupido
3--Crea e Griglia il tuo piatto ideale, non limitarti agli ingredienti dei non-maghi
4--Chiacchiera con qualcuno con cui non hai confidenza
5--Chiedi a qualcuno qual è/qual era la sua materia preferita a Hogwarts e perché
6--Assaggia 3 Pietanze diverse (e descrivi brevemente l'esperienza)<del> [3 / 3]
7--Condividi con gli altri un viaggio o un'avventura che vorresti intraprendere nel mondo magico
8--Balla una canzone sparata dal DJ (cercatevi una playlist da qualche parte, tanto la musica è tutta uguale)
9--<del>Chiedi a un compagno di grigliata quale sarebbe il suo mestiere ideale nel mondo magico se non avesse vincoli di alcun tipo

10--Decreta la tua preferenza tra due bevande diverse


Edited by Camomillo - 27/4/2023, 17:28
 
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view post Posted on 29/4/2023, 17:43
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Dove? Nocturn Alley, Sinister.
Menzioni: Jean.
Interazioni: Draven

La flebile luce del giorno filtrava dalle finestre illuminando lo spazio tra gli oggetti accatastati lungo scaffali e pareti. Il tintinnio del campanello anticipò l’entrata di altri clienti all’interno dell’Ars Arcana. Una giornata abbastanza produttiva per il vecchio Lysander che si accarezzava il baffo dietro al magazzino con contorte spirali tra le dita, osservando attentamente un vecchio oggetto rotto appena arrivato dall’Oriente.
«Vai tu?» chiese senza distogliere gli occhi dal vaso.
«Sì, non c’è problema. Poso questo scatolone qui, sono i medaglioni arrivati poco fa» rispose Megan, passandogli poi accanto e attraversando la soglia del magazzino.
«Buongiorno, in cosa posso esservi utile?» esordì posando gli occhi su due giovani donne. La somiglianza fu la prima cosa che risaltò agli occhi della studentessa: sorelle, avrebbe scommesso, ma con età diverse. La maggiore guardava con curiosità il negozio; l’altra se ne stava con lo sguardo vacuo, le braccia conserte e il viso nascosto nell’ombra, senza rivolgere attenzione a quelle poche cordiali parole appena pronunciate. Megan la osservò per qualche istante prima di intrattenersi con la prima.
«Oh, sì! Volevo sapere se vendete il Mantello Cinese, ne ho sentito parlare e mi hanno detto di voi qui a Diagon Alley».
Capelli rossi, sistemati sotto un basco bianco, e un tailleur elegante dello stesso colore a mettere in risalto un corpo aggraziato e asciutto.
Megan le sorrise cordiale fissando le iridi color bronzo, poi aprì il registro con un colpo di bacchetta e con l’indice scorse la lunga lista di giacenze.
«Mi spiace ma è terminato. È un tessuto molto prezioso, un pezzo raro e la produzione è sporadica».
«È vero che sono presenti fibre di Demiguise?» intervenne l’altra donna con tono stizzito. La Corvonero posò lo sguardo su di lei, infastidita.
«A quanto pare sì, è ciò che lo caratterizza oltre alla fattura pregiata. Permette a chi lo indossa di mimetizzarsi nell’ambiente» rispose Megan con voce calma in contrasto con l’espressione che delineava i suoi lineamenti, ora più marcati. Il ghigno soddisfatto di Lysander arrivò alle sue orecchie e di riflesso Megan accentuò un sorriso compiaciuto. Era a conoscenza di ogni singolo articolo presente nel negozio, ormai gli anni trascorsi in quel luogo le avevano dato una buona preparazione in materia. Non vi era volta in cui non studiasse qualche nuovo pezzo arrivato da un paese lontano, sfogliando pergamene ricche di informazioni. Ne approfondiva la storia pronta a raccontarla a chiunque avesse voluto saperne di più con lo scopo ultimo di riuscire a vendere e a far contento il vecchio capo.
«Lo trovo disgustoso...» continuò la donna.
«Come scusi?» rispose prontamente Megan, certa di non capire cosa volesse intendere.
«Ho detto che lo trovo disgustoso: usare queste povere creature magiche per trarne dei benefici che non ci appartengono, assurdo!» Sputò tutto d’un fiato quella risposta, come se avesse trattenuto la rabbia a lungo.
«Magaret!»
«Ah, vuoi dirmi di no Susan?»
«Non sto dicendo sia giusto ma non vengono uccisi per un mantello!»
«Me ne vado, ho sopportato fin troppo accompagnandoti qui!»
La donna di nome Margaret attraversò il piccolo corridoio, lasciandosi la porta alle spalle con un tonfo che fece vibrare le pareti.
«È tutto ok?» chiese Megan ancora più confusa.
«Merlino! Sì! La perdoni, l’ho praticamente obbligata ad accompagnarmi qui per questo “pezzo raro”, quasi convinta per l’acquisto e poi la notizia dell’odierno evento ad Hogsmeade ha cambiato le rune in tavola... D'altronde non posso darle torto, cuocere delle povere creature magiche!»
«Evento? Aspetti… Come cuocere delle creature magiche?» Megan si voltò verso Lysander e sorpresa se lo ritrovò alle spalle, anche lui incuriosito dalla conversazione.
«Per la barba di Merlino! Mi sta dicendo che alla fine hanno invitato lo Chef Bram Vandermolen?»
«Proprio così! Ora scusate vado da mia sorella e filiamo via da qui, nella speranza che non sia già ad Hogsmeade per uccidere lo Chef... Questo è il mio indirizzo, magari potrei essere contattata qualora dovesse tornare il mantello.»
La donna uscì subito lasciando un biglietto sul bancone. Megan lo afferrò tra le dita: Susan Harrison, Londra 35 di Shelton Street.
«Tu sapevi dell’evento? Ma chi era? Certo che ne entrano di persone strane qui dentro... Dovresti pagarmi di più!» rivolse un’espressione divertita a Lysander il quale ricambiò con uno sguardo severo che trattenne per pochi istanti e del quale Megan non parve affatto preoccupata.
«È vero quello che dicono su di lui, cucina creature magiche ma non ci credo. Sarà uno di quei cialtroni che spaccia Bourbon per Scotch Whisky e la gente ci cade in pieno!»
La Corvonero poi chiuse il registro ancora più confusa e lasciò il biglietto con l’indirizzo dentro al cassetto.
«Ti dispiace se esco qualche minuto prima oggi? Ti lascio solo per un po’, poi arriverà Jean» chiese con lieve supplica e un faccino convincente.
«Voi due mi farete diventare matto!» rispose il vecchio con un lungo sbuffo. «Vai pure ma ora cerca di concludere qualche affare ultimo» continuò poi tornando nel magazzino.
«Promesso… Grazie!» Megan sorrise soddisfatta.



Aveva lasciato L’Ars Arcana da pochi minuti e procedeva a passo svelto lungo l’acciottolato. La curiosità di quell’evento - di cui era venuta a sapere qualche ora prima - l’aveva spinta a volerci fare un salto ma non da sola.
Megan superò la strada principale immergendosi nella tetra Nocturn Alley. L’odore acre e marcio di quel luogo la costrinse a tirare il cappuccio sulla testa e a coprire naso e bocca con la giacca di jeans. Nel tragitto superò alcuni mendicanti, evitando sguardi languidi e sorrisi marci, per poi rifugiarsi tra le finestre aggettanti di Sinister. Aveva deciso di fare una piccola sorpresa a Draven, qualcosa che poteva definirsi un appuntamento improvviso. Così, appoggiò le spalle sul vetro. Grattava l’asfalto con la punta delle scarpe scandendo l’attesa: presto lui sarebbe uscito dal negozio e l’avrebbe trovata lì.
Si sentiva su di giri, curiosa di vedere l’espressione del viso di Draven una volta incontrati i suoi occhi.
Uno scatto in avanti, un bacio fugace e una carezza con la punta delle dita per tracciare il suo profilo che ormai conosceva a memoria.
«Hey! A questo giro non ho voluto spaventarti, sai… Solitamente ci riesco» gli avrebbe detto con un filo di ironia sul finale e l’imbarazzo a colorarle le guance.
«Ti va di andare a Hogsmeade a mangiare qualcosa?»



© Esse | harrypotter.formucommunity.net

Post di introduzione alla festa.
Megan ancora non è arrivata ma lo farà prestissimo! :fru:

 
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