yelling mandrakes, Privata

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 29/5/2023, 10:55
Avatar

𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

Group:
Prefetto Serpeverde
Posts:
363

Status:





15 anni studentessa
II anno Serpeverde Scheda


La serra di Erbologia era uno di quei luoghi che le piaceva di più ad Hogwarts, dopo l'aula di Pozioni e la Biblioteca. A Lyvie erano state aperte le porte del secondo anno lì, tra le mura del castello, per cui la sua voglia di conoscere, imparare e studiare era aumentata. A volte si domandava se fosse una Corvonero mancata o meno - in un'altra vita -, ma per sua fortuna si trovava tra le divise verde-argento. L'intenzione era quella di portare con sé tutti i libri recuperati dalla Biblioteca con gli approfondimenti circa l'argomento giornaliero da studiare, sebbene fossero davvero ingombranti da portare tutti insieme. Con metà dei libri nella borsa a tracolla e l'altra metà sotto l'avambraccio, sbuffò sonoramente una volta giunta nella serra di Erbologia. Indossava la divisa dei Serpeverde in maniera un po' trasandata, la cravatta era snodata e un po' di camicia usciva fuori dall'orlo della gonna all'altezza della vita. Si arrotolò le maniche, decidendo quindi di mettersi all'opera.
Sembrava non ci fosse nessuno nella stanza e nemmeno nei paraggi, per cui si mise a studiare lì, applicando anche la pratica. Cominciò a sfogliare i libri, perdendosi tra le loro pagine: la radice di Mandragora aveva vita propria, per cui doveva stare attenta nella sua scelta. Tra le piante della serra, cercò una Mandragora che sembrava la più neonata fra tutte. Di certo, non voleva rischiare la morte. La trovò, prese il vaso e lo mise accanto ai libri, ove dalla parte opposta si trovava un altro, vacante vaso.
Impugnò la bacchetta, tentò di concentrare la mente mentre rileggeva le ultime annotazioni da trascrivere. Puntò la bacchetta verso la piuma d'oca, tenne il braccio teso e pronunciò:

« Autoscribo. » e la penna prese vita, pronta ad ascoltare e trascrivere tutto ciò che Lyvie le avrebbe richiesto.
"Oratio" sarebbe stato troppo confusionario, in fondo doveva solo prendere appunti.

« Pianta: Mandragora. Radici: in base all'età, raggiunge svariate lunghezze e profondità. Può causare la morte se la pianta è adulta, si raccomanda l'uso dei paraorecchi. » la penna scrisse, Lyvie sfogliò qualche altra pagina, quando diede una veloce occhiata ai paraorecchi accanto al vaso vuoto.

« Pianta magica da rimedio, cura chi è stato pietrificato tramite la bollitura delle sue foglie e radici. Tempo di bollitura: 72 ore. Risultato: Pozione Rigenerante alla Mandragora. » la penna si arrestò quando la Serpina smise di parlare, ora che dava un'occhiata agli approfondimenti circa il travaso.

« Travasare la pianta è fondamentale per la crescita sana della Mandragora, terriccio fresco necessario. » e così si mise a cercare il terriccio in questione, la penna atterrò sulla pergamena mentre lei era di spalle.
In classe non aveva ancora fatto pratica sul travaso, ed era proprio ciò che aveva intenzione di fare, per rendere i suoi compiti più esaustivi. Inoltre, era curiosa di vedere la faccia raggrinzita da neonato delle Mandragore.
Ma proprio mentre si rigirava per mettersi i paraorecchi ed indossare i guanti, sentì delle voci provenire al di fuori della serra di Erbologia.

« Finite. » ordinò alla penna dopo aver brandito la bacchetta, aguzzando l'udito nel tentativo di capire chi fosse.
Non era una sola persona, ne erano ben due. Le finestre della serra erano semiaperte, per cui vi si avvicinò in punta di piedi, date le intenzioni che aveva di capire.
Stava per finire nei guai o meno?




Edmund Knight Sebastian-kun eccoci :flower:

 
Top
view post Posted on 4/6/2023, 16:07
Avatar


Group:
Corvonero
Posts:
1,098

Status:


Edmund Artemis Knight
tumblr_inline_n93ljaXL8m1rkkmoo

tumblr_inline_n93lj1BMnW1rkkmoo

tumblr_inline_n93ljhNaOt1rkkmoo

tumblr_inline_n93ljhNaOt1rkkmoo

“yelling mandrakes”

«Ma a te quindi piace fare il battitore? Vorresti fare il battitore per tutta la vita? Sembri bravo... Beh non bravo come Jean o quella vecchia che giocava coi Grifondoro, ma te la sei cavata insomma!»

Era il Quidditch il principale argomento di discussione di quel giorno tra Edmund e Damian, argomento che, latore dei postumi del torneo Crownspoon, di avveniristiche speranze e di ancora cocenti delusioni, accompagnava la camminata dei due primini verso le serre, là dove il Corvonero aveva promesso al Serpeverde di mostrargli dove custodiva e allevava le sue piccole creature: cinque piante, di cui quattro alberelli e un piccolo arbusto nati da non meno di una mezza decina di mesi, piante che Edmund stava crescendo nel tempo libero per approfondire le sue ancora troppo esili conoscenze sui legni, sulla loro lavorazione e le loro proprietà nell'arte della fabbricazione delle bacchette magiche. Ma questa era materia per il futuro più prossimo, ciò che interessava in quel momento a Edmund, e che costituiva il suo unico focus di attenzione, non era tanto spiegare a Damian cosa andava a fare così spesso nelle serre, quanto piuttosto capire cosa piacesse all'amico del ruolo di battitore, come fosse giocare in quel ruolo, e quali fossero pro e contra di quella scelta: in poche parole, se avesse dovuto rimpiangere di non aver giocato come tale ma come cacciatore al torneo appena concluso, e se avesse dovuto rimpiangere di non essersi iscritto come battitore agli imminenti provini che avrebbe dovuto sostenere per entrare in squadra. Il ruolo di battitore inizialmente aveva suscitato la curiosità e il desiderio di Edmund, ma questo prima che scoprisse che fate il cacciatore non era così male.

«Io quando ero più piccolo volevo fare il battitore, mi sono addirittura comprato la mazza, ma poi Derek mi ha detto che secondo lui potevo fare il cacciatore e Megan mi ha regalato i guanti da cacciatore e così ho cambiato. Sai, Derek parla poco quindi quando ti dice che devi fare il cacciatore lo dice perché ci ha pensato tanto prima di dirtelo, sennò starebbe zitto come fa sempre, quindi siccome io non ci avevo pensato tanto come lui ho accettato di cambiare e fare il cacciatore! E poi ho scoperto che è molto bello fare il cacciatore e non so se vorrei ancora fare il battitore. Però...
a volte...»


Lo sguardo si perse tra le nubi biancastre che si muovevano rapide, sospinte dai venti in quota. Gli occhi di Edmund inseguivano le abitanti del cielo come a voler cercare un riflesso concreto dei propri pensieri, un'immagine, un'ombra, un sussurro. Ma una volta smarrito lo sguardo tra le dolci linee ondulate che separavano le tinte perlacee delle nuvole allo sfondo celeste del cielo, era difficile concentrarsi per trovare se stessi; era molto più semplice sprofondarvi a bordo e volare con esse, lasciando ogni vana elucubrazione a terra.
Con lo sguardo ancorato al cielo avanzava attendendo le risposte del coetaneo, curioso di sapere se Damian gli avesse fatto ancora più rimpiangere quel ruolo o se invece sarebbe riuscito a convincerlo una volta per tutte che aveva fatto la scelta giusta che non faceva per lui quel tipo di gioco.


«Cos'è che ti piace di più in assoluto di essere un battitore,? Ti piace di più attaccare o di più difendere?»

Una domanda dopo l'altra, una risposta dopo l'altra, un passo dopo l'altro, i due giunsero all'ingresso della serra dove Edmund voleva accompagnare Damian. Ma una voce che si arrestò nel momento stesso in cui aveva dovuto aver sentito i due chiaccherare, unita all'immagine sfocata di una persona che si intravedeva muoversi, suggerì che la serra era occupata.
Edmund si zittì all'istante, e guardò Damian in attesa di capire cosa fare. Attese qualche istante ma la curiosità lo spinse ad sporgersi in avanti per provare a intravedere dalla finestra chi si trovasse all'interno delle serre, prima che la razionalità riuscisse a trattenerlo.
Scorse una Serpeverde, più grande di lui, e che forse Damian conosceva vista la comune casa di appartenenza; Edmund l'aveva vista solo all'ultima festa di fine anno scolastico, sapeva che era amica di Amelia ma nient'altro. In ogni caso, Amelia ora non c'era e lui non aveva nessunissima voglia di mettersi a parlare con degli sconosciuti, specie con quella lì che se non ricordava male, si era dimostrata molto brava nell'appiccare una lite.
Edmund, quando realizzò tutto ciò, diede una gomitata all'amico e portò la mano destra davanti alla bocca in modo da provare a contenere le onde sonore che si sarebbero dipartite non appena avesse iniziato a sussurrare.


«Codice rosso, serra occupata, torniamo indietro!»
Corvonero 12 anni Outfit
 
Top
view post Posted on 15/6/2023, 10:37
Avatar

Group:
Serpeverde
Posts:
36

Status:



• Damian Byrne - 11 y/o - Slytherin - Scheda

“Me la sono cavata? Sono stato grandissimo invece!”

Damian rispose con tono scherzoso alla piccola provocazione lanciata dall’amico, forse involontariamente, o forse no, ma che in ogni caso venne raccolta immediatamente dal giovane Serpeverde. Tra una chiacchiera e l’altra si stava facendo portare da Edmund in serra, e il discorso sul Quidditch lo stava interessando parecchio, al punto da non guardare quasi il percorso che i due stavano seguendo verso la loro meta. La vittoria del torneo Crownspoon era ancora uno dei suoi argomenti di conversazione preferiti anche dopo qualche mese, e insieme ad essa il Quidditch stesso.

Ascoltava l’amico rivolgergli tutte quelle domande, e a lui non dispiaceva affatto rispondere ed approfondire il discorso. Il caso lo aveva portato a fare il battitore come sostituto, e una volta superata l’ansia e le aspettative che lui stesso aveva costruito su di sé e sulle sue capacità era riuscito a svolgere piuttosto bene il suo ruolo. Sicuramente l’inesperienza lo aveva portato a sbagliare più di una azione e commettere diversi errori, ma questo non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce.

“Non è stato male, mi sono divertito. Alle prove pensavo di voler fare il cacciatore, ma in fondo mi è piaciuto di più fare il battitore. Non lo so, scaricare l’adrenalina sulla mazza e sentire quel bel tock del bolide che schizza alla velocità della luce è davvero soddisfacente. E poi è così divertente vedere voi cacciatori che scappate dal bolide!”

Il tono energico indicava chiaramente quando si fosse infervorato durante le partite e quanto quelle scene del torneo gli vorticassero ancora in testa. Continuava a parlare aumentando senza rendersene conto la velocità delle parole e anche del suo passo, superando di poco Edmund e voltandosi di tanto in tanto mentre parlava.

“Ah si? In pratica ci siamo scambiati i ruoli, allora. Tu volevi fare il battitore e sei finito a fare il cacciatore, e io l’opposto. Magari potremmo provare prima o poi a scambiarci, e vedere come sarebbe andata se avessimo seguito le nostre intuizioni iniziali.”

Una proposta buttata così, in modo da riprendere quella passione che entrambi sembravano avere e provare qualcosa di diverso dal solito per divertirsi un po’ tra un compito e l’altro. Le giornate sembravano essere anche belle in quei giorni, non gli sarebbe dispiaciuto fare qualche partita ogni tanto.

“E a te, invece? Cosa ti piace del tuo ruolo più di tutto?”

Aveva parlato fin troppo, per una volta se n’era reso conto, e anche se non avrebbe cambiato idea era curioso di sentire la versione di Edmund e il suo punto di vista; gli lasciò dunque la parola mentre arrivavano finalmente in serra. Non colse immediatamente gli indizi che lasciavano intendere che ci fosse qualcuno, e uno sguardo interrogativo si posò sul Corvonero quando si zittì improvvisamente. Damian cercò di seguire il suo sguardo e osservare anche lui la figura dalla finestra, cogliendo ben poco oltre ai colori della casa. L’attenzione venne poi riportata sull’amico quando riprese la parola, suggerendo di andare via.

“Uhm? Chi c’è? Daai, rimaniamo...” rispose cercando di scorgere qualcosa in più, incuriosito dalla presenza di un’altra Serpeverde come lui. Non capiva perché Edmund volesse andarsene così in fretta, e forse voleva rimanere anche per scoprirlo.


• “yelling mandrakes” •


 
Top
view post Posted on 20/6/2023, 16:03
Avatar

𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

Group:
Prefetto Serpeverde
Posts:
363

Status:





15 anni studentessa
II anno Serpeverde Scheda


La penna di piuma d'oca atterrò bruscamente sulla pergamena nel momento in cui la giovane Serpeverde si voltò, nel tentativo di capire chi ci fosse dall'altro capo della serra. Riuscì a distinguere due voci differenti, due voci maschili che sembrava non conoscere all'esterno delle vetrate. Che fosse qualche amichetto di suo fratello mandato lì ad infastidirla? Era quello che il diabolico gruppetto stava confabulando insieme la mattina stessa, al tavolo dei verde-argento, a colazione? Ultimamente, sebbene cercasse sempre di allontanarsi il più possibile da loro, non aveva potuto fare a meno di notare quanto avessero cominciato a dare più fastidio del solito ai primini. Che fosse l'aria primaverile? O erano solamente degli stronzi?
L'idea che potesse essere davvero uno dei suoi amici, o Kyros stesso, la faceva imbestialire.
Se si fosse sporta anche solo di poco rischiava di essere vista, e non poteva rischiare tutto ciò. Rossa in viso dalla rabbia, decise di contrattaccare. Aveva imparato, durante gli anni, che era necessario ritrovarsi sempre pronti in situazioni del genere. Prenderli a pugni era indiscutibile sebbene non impossibile, ma aveva avuto un'idea migliore.
Tuttavia, non abbandonò l'intenzione che aveva di recuperare i paraorecchi e i guanti, indossò entrambi mentre si voltava nuovamente per recuperare la pianta di Mandragora, vaso incluso. Credeva davvero che esternamente alla serra ci fosse qualcuno pronta ad infastidirla, doveva assolutamente difendersi e scacciare via chiunque fosse.
Poggiò rumorosamente il vaso con la Mandragora adulta proprio avanti alla vetrata della serra, con tutte le intenzioni di farsi sentire, proprio dove aveva sentito quelle voci che però non era riuscita a distinguere affatto. Non si era mai troppo prudenti.
Indossò i paraorecchi e i guanti, spalancò la vetrata della serra che, fino a quel momento, era rimasta socchiusa. Così, entrambe le mani agguantarono i rami della Mandragora: non aveva davvero intenzione di sradicarla dal suo attuale terreno. Non ancora.

« Chi c'è?! » quasi urlò, il tutto dovuto anche a causa di quei paraorecchi che le limitavano di parecchio l'udito. Non era sicura della reazione che avrebbe causato agli eventuali disturbatori della sua quiete, ma almeno poteva provare a spaventarli.
Per un attimo pensò di aver avuto una svista. Che non ci fosse anima viva, lì fuori?
Da fuori, nel caso, sarebbe stato enormemente imbarazzante. Ma ormai era fatta.

« Ho una mandragora irrequieta tra le mani, e non ho paura di usarla! » esclamò a quel punto, una chiara minaccia per chiunque si trovasse al di fuori della serra.
Chi non era a conoscenza dei pericoli di quella pianta?
Era pronta a tutto, pronta a far piangere, urlare e dimenare la pianta, magari così nessuno degli amichetti di suo fratello avrebbe avuto anche il solo pensiero di infastidirla, non più. Le iridi verdi cercarono un qualsiasi segno di vita al di fuori della serra di Erbologia, anche perché il suo udito non l'avrebbe aiutata affatto in quel momento.
A pensarci, forse non era stata poi una così buona idea, quella lì.


 
Top
view post Posted on 5/7/2023, 23:14
Avatar

Group:
Serpeverde
Posts:
36

Status:



• Damian Byrne - 11 y/o - Slytherin - Scheda

“Ehi! Useresti una mandragora contro di noi?” disse Damian con tono sorpreso non appena udì le parole della Serpeverde, e si decise a muovere qualche passo entrando nella serra per guardarla in volto. Non capiva il motivo di tanta ostilità, non gli sembrava che lui ed Edmund fossero stati così rumorosi da spaventarla a tal punto, in fondo avevano giusto spiato un pochino l’ingresso della serra mentre chiacchieravano. “Siamo proprio noi, i migliori primini della scuola!” aggiunse con un risolino, cercando di riportare l’atmosfera a toni più sereni e muovendosi lentamente per scorgere meglio cosa stesse facendo apparentemente da sola in serra.

“Stavi studiando le mandragore?” chiese subito dopo aver fatto cadere il silenzio per curiosare con lo sguardo verso il tavolo, e con un cenno con la mano cercò di far avvicinare Edmund con lui prima che potesse andarsene in silenzio. “Noi siamo bravissimi in erbologia, vero?” disse provando a coinvolgere il suo amico nella conversazione che per il momento sembrava voler portare avanti solo lui, questa volta esagerando leggermente le sue competenze in materia. Non aveva ancora fatto mezzo compito di erbologia, ma non poteva mancare l’occasione di mettersi un po’ in mostra ricorrendo a un piccolo bluff, del resto si sentiva abbastanza sicuro delle sue conoscenze, e anche il tempo passato in biblioteca a studiare ne era testimone.

“Se vuoi, possiamo darti una mano. Sono Damian, lui è Edmund, e tu sei...?” allungò anche la mano destra insieme alle sue parole, sperando che la sua compagna di casata volesse stringergliela e abbassare finalmente la piantina usata come arma ancora tra le sue mani. In caso contrario non se la sarebbe presa più di tanto, forse giusto un po’. In fondo non stava facendo niente di che, voleva solo fare conversazione e allargare un po’ la sua cerchia di contatti. Oltre alla squadra di Quidditch con la quale aveva vinto il torneo ancora non aveva stretto legami con altri Serpeverde, forse era per quello che stava insistendo così tanto nel proseguire quell’incontro?

Attese le presentazioni degli altri e poi aggiunse qualcosa con un sorrisetto.
“Anzi, ho un’idea migliore.” disse osservando entrambi i compagni. Mosse qualche passo indietro in modo da avere entrambi nel suo campo visivo prima di annunciare a cosa aveva pensato. Gli sembrava davvero un’ottima idea in testa, un modo per lui simpatico di fare conoscenza e divertirsi un po’ mettendo fine alle ostilità. “Potremmo fare una piccola gara, vediamo un po’... noi due contro di te? Che ne dici, Edmund?” si rivolse ad entrambi, muovendo lo sguardo prima su di una e poi sull’altro, sperando di essere riuscito a interessare tutti e due con quel piccolo gioco che si era appena inventato. Non si accorse nemmeno che forse la formazione delle squadre che aveva proposto poteva essere vista negativamente, ma ormai la proposta era stata lanciata. E ora non avrebbe potuto far altro se non rimanere finalmente in silenzio e lasciare la parola agli altri, aveva monopolizzato la scena fin troppo.


• “yelling mandrakes” •


 
Top
view post Posted on 23/7/2023, 20:37
Avatar


Group:
Corvonero
Posts:
1,098

Status:


Edmund Artemis Knight
tumblr_inline_n93ljaXL8m1rkkmoo

tumblr_inline_n93lj1BMnW1rkkmoo

tumblr_inline_n93ljhNaOt1rkkmoo

tumblr_inline_n93ljhNaOt1rkkmoo

“yelling mandrakes”

«Io non devo scappare dai bolidi, ci sono i nostri battitori che ci proteggono! E poi anche voi dovete scappare dai bolidi certe volte!»

Mentre replicava alle battute di Damian, Edmund dovette accelerare il passo per riuscire a stargli dietro; il compagno infatti sembrava notevolmente impaziente di raggiungere le serre, tanto camminava velocemente con un passo insolitamente spedito.
A parte questo, nel merito del Quidditch, effettivamente il Serpeverde aveva ragione: per una curiosa coincidenza i due si erano in un certo senso scambiati i ruoli e il Corvonero non poté che ammettere che l'idea di provare a giocare da battitore lo solleticava parecchio sebbene si fosse iscritto ai provini per concorrere al ruolo di cacciatore.


«Beh sarebbe un'idea carina, in effetti mi piacerebbe fare questa prova! Sai io ho anche una mazza da battitore... Ma mi spieghi perché corri come un pazzo, dove diavolo stai correndo?»

Con uno scatto raggiunse Damian e una volta afferrato per una manica, per assicurarsi quel traguardo durasse almeno per quell'istante, concluse il ragionamento.

«Diciamo che il bello di giocare da cacciatore è fare delle strategie complicate con gli altri, passaggi strani, tiri all'indietro, ci sono un sacco di calcoli da fare sai, non è così semplice come fare tock nel bolide!»

Canzonò il coetaneo, d'altronde a lui quella parte della pianificazione strategica piaceva davvero molto ricordandogli quando seduto davanti alla scacchiera visualizzava mentalmente il moto dei pezzi degli scacchi cercando la strategia ottimale per dare scacco matto.

«Poi ovviamente è bello anche quando tiri e fai gol, che forse è tipo quando voi buttate giù un cacciatore... però a me piace tanto anche quando una serie di passaggi complicati riesce bene, poi se anche non fai gol pazienza!»




Nel frattempo, giunti in prossimità della serra, pur constatata una presenza intrusa, Damian sembrava assolutamente intenzionato a proseguire nel piano iniziale, deciso a raggiungerne l'uscio a una velocità sorprendente; lui, al contrario, era molto più determinato a cambiare all'istante destinazione e abbandonare quel luogo improvvisamente così inospitale e abitato da presenze ostili.
Tuttavia, non fece neanche in tempo a dire "A", figuriamoci a persuadere l'amico dell'incombente minaccia, che quegli era già all'attacco, pronto per entrare in avanscoperta.
Edmund non voleva certo fare la figura del fifone, seguì quindi Damian, sebbene molto più cauto e circospetto del Serpeverde. Il Corvonero non riusciva proprio a capire come mai Damian volesse a tutti i costi avanzare, anche dopo aver accertato la presenza di almeno una pazza dentro la serra. Non poteva essere altrimenti, aveva sicuramente sentito anche lui una schizzata di testa urlare che aveva una mandragora tra le mani! E nemmeno sapevano se era sola! Eppure, incurante di tutto ciò, continuò come se niente fosse, rilassato come se stesse andando a lezione di storia della magia.
Edmund, di fronte a questo comportamento bizzarro, non poté fare a meno di chiedersi chi si stesse comportando più da pazzo tra i due, ma, se anche Damian fosse stato pazzo come quella dentro la serra, era solo un primino e al corso sulle mandragore nemmeno aveva partecipato, sarebbe stato quindi meglio se lui stesso fosse entrato con lui e lo avesse aiutato a difendersi in caso di un'eventuale necessità.
Affrettò nuovamente quindi il passo per seguirlo all'interno ed estrasse la bacchetta dalla tasca destra, impugnandola saldamente, pronto ad ogni evenienza. Forse i Serpeverde erano noti per l'intraprendenza, ma molto spesso era meglio l'astuzia dei Corvonero.
La sorpresa fu quando vide chi era la pazza con la mandragora in mano.


«Aspetta, ma la pazza è quella?»

disse sottovoce. Si trattava di una Serpeverde come Damian, l'aveva vista a una delle numerose feste di fine anno, gli sembrava fosse un'amica di Amelia, o forse di Derek, non ricordava proprio bene. Alla festa non aveva dato dimostrazioni di pazzia, anzi a ben pensarci... Già, doveva essere proprio lei, già allora c'era stato qualche sintomo in questa direzione, probabilmente era proprio quella che aveva iniziato la rissa quando stava per andare a prendere i biglietti dal tipo col cappello, non poteva di certo essere una coincidenza. Edmund avanzò al fianco di Damian con la bacchetta ancora salda in mano, anche se ora tenuta lungo il fianco in modo un po' meno offensivo, non perdendo però mai di vista la Serpeverde.
Nel frattempo, l'amico sembrava voler intavolare un'amichevolissima conversazione, beato lui che aveva voglia di parlare con tutti, lui con quella ci avrebbe parlato molto più volentieri se fosse stata pietrificata e senza mandragora!
Alle varie frasi di Damian, annuì qui e là, più per dargli conforto che per reale convinzione, e a differenza dell'amico si tenne ben a distanza dalla ragazza con la pianta-arma, non era per niente sicuro avvincarsi a stringerle la mano in quella condizione. Oscillava ritmicamente il capo in senso affermativo, occhi fissi sulla fanciulla verde-argento fino a quando non si sentì tirare in ballo, fu allora che spostò gli occhi incredulo su Damian.


«Potremmo fare una piccola gara, vediamo un po’... noi due contro di te? Che ne dici, Edmund?»

«Cosa? Ehm, non so... Siamo due contro uno... non so se si può fare... Io...»

Un po' a disagio spostò gli occhi di nuovo sulla ragazza, scrutando cosa volesse fare con quella pianta; fu allora che si fermò in quanto stava per dire notando un particolare dettaglio: aveva ancora il paraorecchie.

«Senti, secondo me questa non ci sta sentendo.»

Con gli occhi fissi sulla ragazza e il braccio destro con la bacchetta lungo il fianco, portò l'indice della mano sinistra prima in avanti a indicare l'interlocutrice e poi all'orecchio sinistro, in un chiaro interrogativo non pronunciato se stesse o meno almeno sentendo i due ragazzini.
Corvonero 12 anni Outfit
 
Top
view post Posted on 10/8/2023, 16:31
Avatar

𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

Group:
Prefetto Serpeverde
Posts:
363

Status:





15 anni studentessa
II anno Serpeverde Scheda


Quelli non erano decisamente gli amichetti di suo fratello. Internamente, si tirò un sospiro di sollievo. Esternamente, si sentì del tutto in imbarazzo. Non solo aveva minacciato inutilmente dei primini, ma aveva fatto anche una figuraccia. Arrossì in volto, tentò di smascherare l'imbarazzo in un'espressione ancora ostile, a tratti confusa. Ma la confusione era dettata anche dal suo udito limitato dai paraorecchi, che ovattarono quasi tutte le parole di un primino suo concasato, che aveva intravisto mesi prima al ballo. Stesso discorso valeva anche per l'altro primino, che conosceva di vista da allora. Non ricordava si fossero mai presentati.
Quando il verde-argento si avvicinò lei abbassò un po' la guardia, capendo dai suoi gesti che volesse presentarsi. Allora abbassò "l'arma", decidendo di poggiare il vaso con la mandragora sul piano accanto a sé, per stringere la mano dell'interlocutore. Di certo non voleva risultare maleducata, sebbene Lyvie fosse ben nota per la sua acidità quando non aveva voglia di conversare con qualcuno. Principalmente parlava il loquace Serpeverde, l'altro Corvonero sembrava spalleggiarlo. Solo allora si sfilò i paraorecchi, proprio quando sentì le ultime parole di quest'ultimo.

« Ci sento benissimo, pivellino. "Questa" ha un nome: sono Lyvie. E non ho sentito i vostri, di nomi, non che mi interessi, e nemmeno tutto lo sproloquio che hai fatto tutto da solo. » stavolta si rivolse al Serpeverde, quando aggiunse: « Però... Aspetta, tu devi essere Damian. E tu Edmund. Ci siamo incrociati al ballo. » improvvisamente un lampo di genio le fece ricordare i nomi dei due ragazzini, uno perché le sembrava fosse amico di Amelia, l'altro perché era suo concasato e l'aveva sentito nominare in Sala Comune.
Era consapevole del fatto che ai loro occhi potesse risultare come una pazza, soprattutto perché in quel momento si era sentita attaccata e aveva cercato di difendersi per dei motivi che sicuramente non avrebbe spiegato ai due. Non ne sentiva la necessità: d'altronde, non li conosceva, quindi non doveva loro delle spiegazioni.
Fatte le presentazioni, la riccia non aveva ancora capito il perché si trovassero lì, ad infastidirla mentre cercava di studiare in santa pace. Sbuffò un pochino, sentendo di star perdendo la pazienza man mano che i minuti passavano. Tic tac.

« Si può sapere che volete? Qui ho da fare, se non vi dispiace. » e così incrociò le braccia al petto, ora tutt'orecchi e in attesa.
Ovviamente, non aveva sentito nulla sulla sfida lanciata da Damian, né le interessava farsi ripetere tutto il discorso che le aveva fatto, che effettivamente aveva sentito solo in maniera ovattata.
Se non altro, l'idea di infastidire i due con la propria indifferenza la divertiva. Il fatto che fosse anche solo di poco più grande di loro la faceva sentire quasi superiore.
La sfida era stata appena lanciata.


 
Top
view post Posted on 18/8/2023, 22:12
Avatar

Group:
Serpeverde
Posts:
36

Status:



• Damian Byrne - 11 y/o - Slytherin - Scheda

“Huh? Ma come non ci sente?” rispose girandosi prima su di Edmund che era finalmente riuscito ad interrompere il suo fiume di parole e a farlo zittire per un secondo, e poi di nuovo sulla compagna. Solo allora notò che in effetti il suo amico aveva probabilmente ragione: quei paraorecchi giganti erano passati completamente inosservati al primo sguardo di Damian, che aveva puntato tutta la sua attenzione sul suo monologo e aveva tralasciato tutto il resto. “Mhh... Secondo me invece hai capito benissimo!” ribatté dopo poco, cercando di incalzare gli animi di tutti per vedere dove quella conversazione sarebbe virata.

In un primo momento Damian si sentì quasi offeso dalla freddezza con la quale Lyvie aveva totalmente ignorato sia lui che il suo bel discorso, ma doveva salvare le apparenze. E così la sua compagna di casa intendeva spegnere il suo entusiasmo in quel modo? Perfetto, avrebbe giocato di conseguenza. “Niente sfida?” disse con tono provocatorio ma ancora giocoso, in fondo non aveva intenzione di creare davvero astio, ma solo di giocherellare un po’ come il bambino che in fondo era ancora. “Peccato. Non pensavo che avessi davvero paura di perdere contro noi due.” Un sorrisetto ad accompagnare la sua provocazione, il ragazzino curiosissimo di sapere se avrebbe ottenuto l’effetto desiderato.

“Al ballo? Uhm... si, forse ti ho vista, in effetti.” Rispose pensandoci su per un attimo, non aveva prestato particolarmente attenzione quella sera, era abbastanza preso dai pensieri sul torneo di Quidditch e con tutte le persone che aveva visto e incontrato i ricordi precisi cominciavano a sfocarsi. Però una volta studiato meglio il suo volto e averlo associato al ballo Lyvie non sembrava più una completa sconosciuta.

Si girò a guardare Edmund, che probabilmente non sarebbe stato d’accordo nel portare ancora avanti l’idea della sfida, e per il momento la lasciò in sospeso per riprendere la parola ma cambiando discorso. “E quindi? Cosa stai facendo di così segreto da scacciarci a tutti i costi? Su, facci vedere!” esclamò nuovamente cercando di sbirciare cosa avesse intorno. Era abbastanza ovvio l’argomento dei suoi studi, ma Damian voleva sentirlo da lei. “Vero che sei curioso anche tu?” aggiunse riferendosi all’amico, e con un cenno lo invitò a seguirlo per avvicinarsi entrambi e osservare meglio. Forse lo stava trascinando un po’ troppo quel giorno, ma per il momento non sembrava essere seccato dalla cosa. E poi al giovane Serpeverde piaceva davvero tanto prendere le redini della situazione e mandare avanti le conversazioni secondo il suo flusso, era nel suo pieno elemento.


• “yelling mandrakes” •


 
Top
view post Posted on 19/8/2023, 17:29
Avatar


Group:
Corvonero
Posts:
1,098

Status:


Edmund Artemis Knight
tumblr_inline_n93ljaXL8m1rkkmoo

tumblr_inline_n93lj1BMnW1rkkmoo

tumblr_inline_n93ljhNaOt1rkkmoo

tumblr_inline_n93ljhNaOt1rkkmoo

“yelling mandrakes”

È strano come certe volte il numero di sentimenti che si riesce a provare nello stesso momento possa essere così incredibilmente alto. L'arrivo nella serra insieme a Damian aveva costituito per Edmund l'apertura del vaso di Pandora delle emozioni e, come spesso accade, ci si accorge che si tratta di un vaso di Pandora soltanto dopo che lo si è aperto. Se inizialmente nei confronti della ragazza sconosciuta aveva provato titubanza, diffidenza, incertezza, paura, e persino una certa dose di commiserazione, alle successive parole della ben identificata Serpeverde a questi si aggiunsero anche rabbia, fastidio, senso di impotenza, astio, antipatia e nervosismo. La diffidenza c'era ancora tutta, mentre la commiserazione sparì del tutto e cedette il posto a un incredibile desiderio di rivalsa. La misura era evidentemente ben colma, diamine, come si era permessa!
Passasse pure l'averlo chiamato pivellino, era fastidioso, vero, ma non più di tanto, era vero che era piccolo, non per colpa sua.
Ma mentirgli così spudoratamente era un vero e proprio affronto alla sua intelligenza: gli disse che ci sentiva benissimo quando subito dopo affermò di non aver nemmeno sentito i loro nomi. Le due frasi erano esattamente una il contrario dell'altra, che razza di bugiarda senza pudore! Che lo chiamasse pivellino poteva starci, ma trattarlo come tale era veramente inaccettabile!
E poi c'era quel definire "sproloquio" il discorso di Damian; Edmund effettivamente non sapeva bene cosa volesse dire sproloquio, in altre circostanze lo avrebbe chiesto, ma in quella situazione era decisamente meglio non farsi vedere impreparati prestando il fianco così gratuitamente al rivale. In ogni caso, quella parola usata con quel tono non sembrava proprio un apprezzamento e questo contribuì a infastidirlo ulteriormente: come poteva definire un discorso che diceva di non aver nemmeno sentito?
Se qualcosa capì da quelle prime parole della ragazza fu che si chiamava Lyvie, che non gli stava affatto simpatica e che il sentimento era ricambiato. Totalmente. Bene, gli erano sempre piaciuti i sentimenti corrisposti.
Il Corvonero, mordendosi il labbro inferiore per il nervoso, continuò a studiarne attentamente i movimenti, con occhi vigili e sguardo torvo, e con la bacchetta sempre a portata di mano; la Serpeverde aveva deposto la mandragora ma nulla escludeva che fosse ancora una minaccia nei suoi confronti, la ragazza sembrava infatti alquanto suscettibile e non era da sottovalutare la presenza di Damian, vera e propria benzina sul fuoco, lui, il suo carattere esuberante e l'incapacità di starsene zitto. Quanto lo infastidiva poi quel modo di fare, quanto avrebbe voluto risponderle a tono, farle vedere che non era affatto un pivellino, ma che era intelligente almeno il doppio di lei. Ma doveva accettare il fatto che c'era troppa disparità di forze e non era nella condizione di dare le carte.
Ma sarebbe venuto il momento in cui glielo avrebbe rinfacciato quel "pivellino", altroché se ci sarebbe stato. Forse un giorno.
Se era vero che Lyvie non aveva sentito nulla, aveva perlomeno una buona memoria visto che si ricordava entrambi i nomi dei due primini, non che quello di Damian fosse così arduo visto che lo avrà sentito centinaia di volte in sala comune, ma pure il suo si ricordava. Questo non andava affatto bene, proprio no. C'era il rischio che quella tizia con buona memoria si ricordasse di loro e non gli desse tregua nei giorni successivi. Sai che incubo, era molto più grande di loro, e se era più grande aveva pure amici più grandi.
No, no, quello non andava affatto bene, un problema serio!
Doveva agire e sistemare la situazione prima che Damian e le sue proposte assurde la facessero infuriare più di quanto già non lo fosse e che si mettesse ad attaccarli con piante mangiabambini.
Le celluline grigie di Edmund lavoravano a più non posso, la sua mente stava giusto ragionando sulla memoria della ragazza quando fu colpito dal fulmine di un'intuizione e realizzò di avere un'importante e imperdibile occasione davanti a sé: salvare lui e l'amico dalla minaccia verde-argento con un incantesimo preciso e accurato. Mosso dalla rabbia, e da un recondito desiderio di sopraffare la ragazza, il dodicenne arrivò a partorire la sua idea geniale, quell'incontro non avrebbe dovuto mai esserci stato: doveva rimuoverle il ricordo.
Non l'aveva mai usato a scopo difensivo su un essere umano, ma non andava male con gli incantesimi e quello era certamente alla sua portata; purtroppo non aveva tutta la pratica del mondo su questo incantesimo ma che ci poteva fare, chi lo avrebbe mai detto che gli sarebbe servito così presto! Certo, ci voleva un po' di concentrazione ma nulla che un mago come lui non potesse fare. Sentì Damian continuare a parlare con la ragazza, forse gli stava ripetendo la sua proposta, o forse gli stava parlando della sua famiglia o di quanto era bravo in tutte le materie. Ad un certo punto Edmund smise di ascoltare e si concentrò solo sulla parte sinistra del viso della Serpeverde, doveva infatti capire come fare ad estrarre in velocità la bacchetta e puntargliela al capo per eseguire l'incanto prima che quella si accorgesse di quanto stava facendo. Forse non era così facile come gli era sembrato in un primo momento. Forse prima avrebbe dovuto stordirla, però stordirla avrebbe voluto dire attaccarla e non sarebbe stato educato attaccarla alle spalle in quel modo, sarebbe stato da vigliacco, avrebbe dovuto piuttosto proporle un duello. A quel punto però avrebbe quasi sicuramente perso quindi che senso avrebbe avuto? Era meglio rimuoverle il ricordo da fuori magari da una delle finestre...


«Vero che sei curioso anche tu?»

Edmund era immerso in tutte queste elucubrazioni quando vide il Serpeverde voltarsi verso di lui rivolgendogli la parola.
Edmund lo guardò un po' incredulo, e un po' perplesso. Si era perso qualche passaggio e non aveva capito di cosa avrebbe dovuto essere curioso. Anche se lo avesse capito, non era nemmeno certo di cosa avrebbe dovuto rispondere, gli dispiaceva placare gli entusiasmi del coetaneo ma da certe cose era sempre meglio starne fuori. Nel dubbio, meglio starne fuori.
Qualunque fosse stato il complemento di quella domanda, Edmund decise di proseguire per la propria strada e portare avanti il suo piano per condurre i due in salvo, prima all'uscita e, di lì, sistemare quel problema della memoria.
Guardò rapidamente Lyvie e poi Damian e poi di nuovo Lyvie, e poi di nuovo Damian, per capire se la situazione fosse adeguatamente calma.
L'espressione perplessa avrebbe detto più di mille parole ma era meglio provare a tranquillizzare la Serpeverde che i pivellini avrebbero tolto il disturbo. Le orecchie gli diventarono rosso fuoco per e il battito cardiaco aumentò sensibilmente, ma non poteva arretrare ora, c'era quasi.
La mano destra a pochi millimetri dal legno della bacchetta, il piede sinistro che tamburellava agitato, gli occhi chiari in cui brillava dietro l'espressione timorosa la scintilla della rivincita.


«Ehm veramente no, io veramente non sono più curioso anzi meglio se ce ne andiamo, vero Damian? Noi abbiamo da fare in sala grande, vero?
Scusa il disturbo, ce ne andiamo subito, arrivederci signorina pivellona!»
Corvonero 12 anni Outfit
 
Top
view post Posted on 27/8/2023, 20:49
Avatar

𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

Group:
Prefetto Serpeverde
Posts:
363

Status:





15 anni studentessa
II anno Serpeverde Scheda


Ma lei che aveva fatto di male? Per una volta che decideva di studiare per conto suo, lontano dalla biblioteca e dalla sala comune, veniva disturbata da dei pivellini ritrovandosi a fare la baby-sitter. Era troppo. Se non altro, si trattava di pivellini del primo anno che sembravano innocui. Difatti, le sue intenzioni non erano affatto aggressive, solo scostanti. Almeno per il momento.
Cercò di leggere sul viso di entrambi una qualsiasi nota di fastidio, Damian fu il primo a reagire. Ad occhio, le sembrava un tipetto furbo: ma forse un po' troppo precipitoso. Non che lei fosse la minaccia suprema, ma poteva suonargliele davvero di santa ragione. Per le sue parole Lyvie gli lanciò un'occhiata truce, fulminandolo con lo sguardo e squadrandolo ora dall'alto verso il basto in una smorfia di puro odio. Un silenzio fu ciò che ne seguì, silenzio che parlava più di mille parole. L'espressione facciale dell'adepta di Salazar era palese: stavano giocando col fuoco, ma lei giocava meglio. L'avrebbe infastidito a dovere, forse anche facilmente.

« Hai problemi d'udito, pivellino? » avanzò un passo verso di loro, ergendosi nella sua altezza palese rispetto alla loro. Si premurò di marcare bene le sillabe dell'ultima parola, lanciata nuovamente come un secondo guanto di sfida, quando aggiunse: « Non ho sentito il tuo sproloquio del piffero. Credi che abbia paura di una sfiduccia da quattro zellini? » e così sorrise, stavolta in maniera quasi inquietante. La palpebra le tremava, e così vacillava anche la sua pazienza.
Con la coda dell'occhio, aveva notato quanto l'altro studente la fissasse, Edmund. Sembrò quasi confuso nel momento in cui Damian gli parlò, cosa che la portò a pensare.
Cosa stava pensando di fare?
L'occhio vigile di Lyvie si spostò tutto sul Corvonero, non poté fare a meno di notare del piede che gli tamburellava a terra, sembrava quasi agitato. Non si accorse del movimento della sua mano, ma si rese conto del suo stato di allerta.
Ma per quel "signora pivellona" prima strabuzzò le palpebre dall sorpresa, poi alternò un attimo lo sguardo tra i due. E così scoppiò a ridere in una risata fragorosa, al punto che quasi pianse dal ridere.

« Signora pivellona? Che carino. » si ritrovò a commentare una volta ripreso il fiato, quando batté un pugno sulla superficie del tavolo affianco a sé, un rumore sordo avrebbe così attirato l'attenzione di entrambi.
Era una pazza isterica quando percepiva il fastidio formicolarle nelle mani, ne era ben consapevole.

« Guarda che non mordo mica. Che c'è, hai paura? » la domanda era tutta per Edmund, posta con tanto di labbretto da "cucciolotta" sinistra, quando incrociò nuovamente lo sguardo del suo compagnetto. Le iridi verdi si alternarono un attimo tra i due.
L'espressione tornò improvvisamente seria.

« Fammi sentire questa sfida, avanti. »


 
Top
view post Posted on 4/9/2023, 20:24
Avatar

Group:
Serpeverde
Posts:
36

Status:



• Damian Byrne - 11 y/o - Slytherin - Scheda

Probabilmente si stavano davvero spingendo troppo oltre in quel battibecco, la discussione stava degenerando decisamente troppo in fretta, e anche se le cose si fossero messe male e i due fossero stati costretti a correre il più lontano possibile dalla serra, Edmund avrebbe semplicemente dovuto evitarla e avrebbe risolto il problema, mentre per Damian la faccenda si sarebbe decisamente complicata: avrebbe dovuto incontrarla spesso in Sala Comune o al tavolo dei Serpeverde; eppure, per il ragazzino impetuoso questo genere di discorsi erano totalmente inutili in quel momento, e nella sua testa vigeva un solo pensiero: uscire vincitore da quella serra.

Sulle prime l’atteggiamento così aggressivo di Lyvie non gli fece paura, forse alimentò ancora di più la sua voglia di rivaleggiare, e subito a rispondere a tono non appena lei fece silenzio per un attimo. “Oh? Secondo me sì! Hai paura di essere battuta da due più piccoli!” la canzonò con tanto di lingua di fuori una volta conclusa la sua frase, e se questo non avesse fatto infuriare la ragazza, sicuramente ciò che disse dopo non aiutò a placare gli animi. “Scommetto che ti prenderebbero tutti in giro a sapere che ti abbiamo battuta!” continuò imperterrito.

A dirla tutta, la sua era quasi tutta scena: sapeva che per quanto Edmund fosse più studioso anche in due non sarebbero arrivati ad un anno successivo al loro in quanto a nozioni, ma di certo non poteva tirarsi indietro ora. E non doveva nemmeno farla infuriare al punto da dover fuggire via da lei, forse questa volta si era davvero cacciato in una situazione senza uscita. In effetti il suggerimento dell’amico poteva essere valido: sicuramente sarebbero stati etichettati come “fifoni” per l’ovvia scusa con la quale avrebbero potuto filarsela via, ma si sarebbero evitati ulteriori problemi. Spostò lo sguardo su Edmund quando Lyvie decise di dare anche a lui qualche attenzione, anche se il suo amico sembrava stare benissimo anche senza.

A questo punto Damian iniziò a capire che forse non aveva più il controllo della situazione, e che in effetti aveva tirato in mezzo anche Edmund, che si era sempre dichiarato contrario a rimanere lì. E Lyvie non sembrava più in vena di continuare quel dibattito così animoso solo con le parole. “Ehi! Sto ancora parlando con te!” esclamò muovendo qualche passo nella loro direzione per farsi notare un po’ di più. Non le avrebbe permesso di prendersela con Edmund, in fondo era colpa sua se lei era così irritata.

“Allora? La vuoi fare o no? Però se ci minacci non vale, e nemmeno se urli!” disse cercando di riprendere le redini e tornare sull’idea originale, ormai tirarsi indietro avrebbe creato solo più problemi. “Funziona così, ognuno fa una domanda e l’altro risponde; se non si sa la risposta è uno strike: a 3 si perde.” la guardò dritto negli occhi mentre spiegava le regole, determinato a cominciare subito e vincere. Non volle distogliere lo sguardo da lei, non aveva intenzione di darle vinto nemmeno quello, anche se avrebbe voluto lanciare uno sguardo ad Edmund per chiedergli almeno scusa di averlo trascinato fino in fondo in quella sfida.


• “yelling mandrakes” •


 
Top
view post Posted on 9/9/2023, 22:55
Avatar


Group:
Corvonero
Posts:
1,098

Status:


Edmund Artemis Knight
tumblr_inline_n93ljaXL8m1rkkmoo

tumblr_inline_n93lj1BMnW1rkkmoo

tumblr_inline_n93ljhNaOt1rkkmoo

tumblr_inline_n93ljhNaOt1rkkmoo

“yelling mandrakes”

Quella serra stava diventando il teatro dell'assurdo, un'opera di prosa surrealista. O piuttosto la performance di attori di lingue diverse, incapaci di comprendersi, ognuno impegnato fino all'estremo a recitare la propria parte. Questo era quanto stava avendo luogo su quel palcoscenico alla luce degli occhi vispi e curiosi di Edmund: un'adolescente pazza e imprevedibile che doveva assecondare ogni minimo impulso della propria pancia, un coetaneo troppo impegnato a vedere affermarsi la propria proposta per rendersi conto di quali problematicità e rischi rappresentasse, e poi c'era lui, Edmund, ancora incerto su quale parte in commedia avrebbe dovuto ricoprire. Notevole era l'impegno nello studiare le mosse altrui, pochissimo nel decidere sulle proprie, molto quello nel cercare di sminare la minaccia femminile, sottostimato quello impiegato per sedare la benzina sul fuoco che proveniva dall'altra parte maschile.
Evidentemente Lyvie non dovette aver preso benissimo le parole di Damian, avanzò infatti verso di lui con fare minaccioso e con voce altrettanto tonante. Edmund temette per l'incolumità dell'amico, del resto non si era mai fidato troppo di quella tizia riccioluta; stava per estrarre la bacchetta e agire contro di lei ma il movimento dovette insospettirla, infatti voltò lo sguardo nella sua direzione per squadrarlo e il Corvonero fu costretto a interrompersi e lasciare la bacchetta al suo posto. Fu allora che non poté non rimanere totalmente di stucco nel vedere la Serpeverde scoppiare in una risata tanto fragorosa quanto inquietante. C'era un che di sinistro nel risuonare di quelle risa, un che in grado di gelargli il sangue nelle vene molto più di quel pugbo scagliato sul tavolo poco dopo.
Il Corvonero aveva lanciato qualche occhiata interrogativa a Damian, un po' per sondare se l'amico avesse idea di cosa le fosse preso, un po' per distogliere lo sguardo da quella ragazzina ai suoi occhi tanto pazza quanto temibile. Ma li riposò sulla ragazza quando la risata cessò e risuonò solamente un grande silenzio. A quel punto Edmund si sforzò di sostenere lo sguardo della Serpeverde, di non cedere alla debolezza e distoglierli nuovamente, provando persino a incrociarne le iridi smeraldine. Fu naturale provare a penetrare quella solida corazza per sondarne nel profondo i veri pensieri della ragazza: cosa pensava di loro due? Rideva perché presto li avrebbe attaccati? O rideva perché era felice e si stava solamente prendendo gioco di loro? Millantava più di quanto non fosse? Cercava di passare per pazza affinché la sottovalutassero?
Difficile a dirsi, e a nessuna di queste domande Edmund aveva saputo dare una risposta tant'è che per il momento era sempre rimasto al proprio posto, in perenne stato di allerta con la bacchetta pronta all'uso. Ben lungi dalla spavalderia del compagno che sembrava non temere in alcun modo le modalità secondo cui avrebbero potuto essere bullizzati.
Quando parlò in sua direzione, Lyvie aveva una faccia strana, un'espressione volutamente canzonatoria che tuttavia non riduceva la paura che Edmund aveva della ragazza. Non sembrava propriamente volesse fare amicizia con loro. Una volta interrogato in merito fu costretto però a negarla. Mai avrebbe potuto ammetterla apertamente.
La gola era secca, e fissato in quel modo dalla quindicenne si limitò a scuotere la testa nervoso. Gli occhi incontrarono i suoi e i ricci biondo scuro del Corvonero gli danzarono davanti agli occhi accompagnando il movimento del capo. Non sapeva cosa dire, e, se anche avesse parlato, qualora la voce avesse tremato, un tale fatto lo avrebbe tradito. No, meglio evitare. Si limitò quindi a scuotere la testa, osservandola con gli occhi spalancati e, a modo loro, imploranti pietà.
Che avesse creduto o meno alle parole di Edmund, Lyvie volle quindi sentire la sfida, probabilmente la domanda era rivolta a lui ma Damian lo anticipò con quella spavalderia che lo contraddistingueva e quella sicurezza che dava grande sicurezza alle incertezze di Edmund.

Il piccolo Serpeverde spiegò i dettagli della sfida. In tutta onestà a Edmund non sembrava un'idea grandiosa quella di mettersi a sfidare una del secondo anno e così grande. Certo, loro erano bravi, ma come avrebbero potuto batterla? E se anche avessero vinto qualche round, come potevano dirsi sicuri che non gli avrebbe fatto sputare lumache dalla bocca? Per qualche istante avrebbe voluto dare un pugno in testa a Damian, o metti degli magiscotch sulla bocca affinché stesse zitto e si dicesse d'accordo con lui, che avevano un altro impegno e dovevano andarsene di lì. Ma ormai il danno era fatto, era troppo tardi per tirarsi indietro, e Damian era troppo testardo per rinunciare a punzecchiarla e stuzzicarla. Quello il motto di Hogwarts probabilmente non l'aveva neanche mai letto, e se si fosse trovato davanti un basilisco senza dubbio non avrebbe mai desistito alla tentazione di toccargli la sclera degli occhi a mani nude.
Quando l'amico finì di parlare Edmund deglutì e provo a parlare in direzione della ragazza. La voce uscì flebile, quasi un sussurro, ma divenne via via più solida man mano che le parole si susseguivano così come sempre più solide erano divenute le sue idee in merito.


«Ecco la sfida e il regolamento completo, contenta? Ma...»

Spostò per un momento lo sguardo su Damian, quindi su Lyvie. Dopo qualche attimo di silenzio riprese e concluse la frase, facendosi coraggio.

«se accetti devi darci dei paraorecchi! Non siamo stupidi come credi!»

Si rese conto tardi di quanto si fosse lasciato prendere la mano, ma la rabbia aveva preso il sopravvento sulla paura dandogli un coraggio che non credeva di avere. Forse la ragazza avrebbe potuto rifiutarsi, ma Edmund cominciava ad essere sempre più convinto che non sarebbe convenuto nemmeno a lei.

Il dado era tratto.
Corvonero 12 anni Outfit


Come io ed Edmund ci siamo immaginati Lyvie che ride:
https://youtu.be/UQ45is2T4WQ?si=BGb2xmKMRXk-Mmr7
 
Top
view post Posted on 29/9/2023, 15:52
Avatar

𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

Group:
Prefetto Serpeverde
Posts:
363

Status:


TW: linguaggio colorito perché sì


15 anni studentessa
II anno Serpeverde Scheda


Damian la rimbeccò bellamente, portandola a sgranare per un attimo le palpebre. Lei? Proprio lei, che aveva paura di essere battuta da due pivellini? Tuttavia sorrise, certa delle proprie capacità rispetto alle due testoline di fronte a lei. Ora capiva come dovevano sentirsi i Prefetti e/o i Caposcuola: avere a che fare con dei marmocchi era snervante. Non contento, il piccolo Serpino continuò a girare il mestolo nella pentola di fastidio che stavano - entrambi - alimentando in Lyvie. A che punto si deve arrivare pur di studiare in santa pace, di grazia?
A differenza sua, Edmund sembrava un tantino spaventato. Forse sarebbe stato il primo a darsela a gambe? Ma speriamo. Lyvie era capace di percepire empatia nei confronti di qualcuno solo quando quel qualcuno riusciva a starle a genio: in un'altra occasione, probabilmente avrebbe abbassato i toni. Ma non li conosceva entrambi, dunque se poteva incutere timore tanto meglio.
La sfida di Damian era carina, un semplice passatempo per lei che si poteva definire una secchiona. Non che fosse eccellente in qualsivoglia ramo degli studi del castello, ma - per principio - alle sfide non voltava le spalle. Incalzò un commento finale anche Edmund, cosa che la fece sorridere, stavolta più teneramente. Per un attimo ricordò i primi tempi del suo primo anno, periodo in cui era solo una bambina desiderosa di mettersi in gioco.
E gliel'avrebbe dato, il gioco.
Ma prima, finse di pensarci un po' su, giusto per una buona dose di suspance. Assunse un'espressione pensierosa, storcendo un po' le labbra e alzando lo sguardo al soffitto, con tanto di massaggiatina al mento con indice e pollice. Ma sì.

« Adorabile. Ma no, non credo siate stupidi. Beh, va bene. » si poggiò eretta al tavolo da lavoro della serra, incrociando le braccia al petto e facendo cenno ad entrambi di recuperare i paraorecchi. Sorrideva sorniona Lyvie, in loro attesa.
Non aveva la certezza di vincere, ma la certezza di divertirsi: quella c'era.

« Sei un po' troppo vago, Damian. Gli argomenti di questa sfida quali sarebbero? E soprattutto... Mettiamo caso io vincessi... » e qui si sarebbe aspettata il commento del verdeargento, a rimbeccarla per il puro gusto di farlo, "hai paura di perdere contro due primini"! « Vi toglierete dalle palle? » finì la frase, squadrandoli da capo a piedi entrambi, come a volerli studiare.
Era difficile che qualcuno riuscisse ad avere più di mezza conversazione con lei, soprattutto perché spesso si chiudeva a riccio per qualsiasi cosa, rendendo il dialogo una vera rogna per chiunque. Eppure, quei due marmocchi ci erano riusciti.




ho riso più del dovuto per il video :secret:
 
Top
12 replies since 29/5/2023, 10:55   403 views
  Share