Features, Privata - Aiden Weiss

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view post Posted on 31/5/2023, 00:11
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CodiceCamminava senza meta apparente, godendosi semplicemente l’atto stesso del muoversi, respirare l’aria mite e profumata che a intervalli regolari le solleticava i vestiti, la pelle ed i pensieri – sapeva di pioggia - aveva piovuto tutta la notte anche se adesso un tiepido sole mattutino illuminava le pozzanghere.
Era uno dei suoi primi weekend da quando aveva iniziato ad insegnare tra le mura di Hogwarts: adesso tra le vie di Hogsmeade si ritrovava ad accennare sorrisi e saluti quando si imbatteva in piccoli e grandi campanelli di studenti – silenziosamente cercava anche di ricordare ciascun volto associandolo a nome, cognome, casata ed anno, il che non era poi così semplice considerato il numero di studenti complessivo.
Le mancava un po' Regn, con il quale aveva passeggiato sotto l’acquazzone proprio la sera prima: era stato bello freddo, bagnato, ma bello ma d’altronde non poteva neanche limitare le proprie uscite libere alle giornate di pioggia solo per far contento il proprio Augurey il quale avrebbe avuto parecchio da ridire in proposito, sicuramente.
Ad ogni modo, Adeline era fondamentalmente serena.
Aveva indosso un vestito con lo scollo a barca di un tenue pervinca, una giacchetta abbinata e i capelli dorati sciolti come sempre – stavano iniziando a diventare più lunghi del solito, doveva ricordarsi di tagliarli.
Lo sguardo saltellava qua e là, sfiorando vetrine, persone, così come i pensieri che vagavano liberi e si rincorrevano, ruzzolavano, cadevano e si rialzavano, trasformandosi e tornando indietro – in un moto infinito, perpetuo – che tanto ricordava il mare che la strega si portava dentro.

Quando le iridi di bosco e di mare si posarono casualmente su di un mago parecchio alto, di cui l’ex Bronzo Blu poteva giusto scorgere i capelli rossi e solo parzialmente i lineamenti del volto, inizialmente Adeline si limitò a scrutarlo, sì, ma bene o male con la stessa curiosa attenzione che rivolgeva letteralmente a chiunque le passasse più o meno sotto il naso.
Il suo cervellotico cervellino però – come spesso capitava – andò automaticamente oltre, facendo un passo in più: c’era qualcosa di vagamente.. familiare.
Qualcosa di quel mago le risuonava familiare – il che era a dir poco stupefacente considerando l’assenza pressoché totale di radici, legami e “familiarità” con il chicchessia di Adeline.
Magari era stato un suo paziente al San Mungo.
Ma aveva buona memoria – e un lettino nel suo vecchio studio che probabilmente non sarebbe riuscito ad ospitarlo per intero, motivo in più per cui se lo sarebbe ricordato.
Attimo di panico: e se fosse stato qualcuno di legato a sua zia?
No – impossibile, quei volti che li ricordava bene.
Fu in un momento imprecisato tra un rapido dondolio sui talloni e lo scivolio del suo sguardo sui lineamenti del mago quindi, che Londra – il cui sangue Corvonero le impregnava l’animo dalla nascita – decise semplicemente di non poter non arrivare a fondo della questione.
Non poteva non trovare una risposta – così, innocente come pochi, semplicemente si avvicinò silenziosa allo sconosciuto – allungando appena il braccio e la punta delle dita per sfiorarlo e attirare così la sua attenzione..
Dopodiché, fu una serie rapidissima di ricordi e flashback: quelle spalle – abbinate a quel colore di capelli – i tratti del volto cambiati, sì, ma - fu più che altro di nuovo la sua testolina dorata particolarmente lucida e più che eccellente nella memoria a venirle in aiuto, facendole balenare dietro gli occhi una divisa da Quidditch con il classico cognome scritto dietro alla schiena – proprio come il suo ai tempi: -Weiss!-
Sorrisone checkk.

 
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view post Posted on 9/7/2023, 10:27
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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I passi lungo il viale del villaggio sono lenti, cadenzati, beandosi di quel momento di quiete fuori dall’ambito lavorativo, dove il ritmo frenetico è sempre all’ordine del giorno. Presta molta attenzione alle pozzanghere che si sono generate nel corso della notte per via del temporale, e - per lui è che uno spilungone di uomo - non è un problema scavalcare quelle pozze di acqua stagnante.
I capelli rossi sono lasciati liberi, lunghi, che gli ricadono sulle spalle, adagiandosi su quella giacca marrone che porta sopra ad una camicia ricamata con motivi alquanto particolare. La barba è ben curata, non eccessivamente lunga, ma tenuta comunque con una meticolosità certosina. Gli occhi chiari scrutano un po’ ovunque, sempre in allerta, per via della propria professione da Auror, mentre avanza come se niente possa toccarlo.
Con la mancina allarga appena un lembo della giacca, andando con l’altra a rovistare nel taschino interno in cerca del clipper e della scatolina di latta con le proprie sigarette all’interno. E’ proprio all’altezza del cuore, celato dietro alla giacca, vi è appuntato il Distintivo argentato degli Auror, così come la fidata bacchetta è nella fondina in prossimità della propria ascella.
Gesti meccanici, ripetuti ormai in una serie di infinite volte, che apre la scatolina e, una volta afferrata la sigaretta, se la porta alle labbra con una calma serafica, se non una certa dose flemmatica in aggiunta. Sì, insomma, è tranquillo, a tratti addirittura annoiato.
Ed è proprio quando sta facendo scattare il clipper, che una mano lo raggiunge e avverte lo sfioro di alcune dita. Si irrigidisce di colpe, in un riflesso istintivo, in cui la presa sul clipper si allenta di botto, fino ad annullarsi, sfuggendo così alla propria presa e cadendo a capofitto in una delle pozzanghere sottostanti. Pluff. E il clipper non c’è più.
La voce della donna - perché sì, è una donna quella che sente chiamarlo - lo costringe, infine, a voltarsi e a guardarla. Gli occhi, sulle prime, suggeriscono una reazione genuinamente sorpresa, tant’è che sfarfalla qualche secondo le ciglia, per poi manifestare un tripudio di emozioni, di pensieri. Corruga le sopracciglia, infastidito da quell’essere stato colto alla sprovvista, oltre al fatto di aver perso il clipper, e il tatuaggio - unito alla cicatrice - che ha appena sotto l’occhio sinistro si tende pericolosamente. Poi, però, infine, si ritrova a guardarla con perplessità, di chi si sta sforzando nel ricordare qualcosa, o meglio, qualcuno.
Sfarfalla nuovamente le ciglia, come a volerla mettere maggiormente a fuoco, studiandone i lineamenti che, ad una certa, trova familiari. «W-walker?» sfiata, in un sussurro, giacché sta tenendo la sigaretta ancora serrata tra le labbra.
Inclina la testa di lato, come a volerla osservare meglio. «Io… cioè… mi hai colto alla sprovvista…» Wow, che ammissione bruciante per lui! «Come stai? Non ci vediamo dai tempi della scuola.» E prova così a rimediare quel quasi scivolone. Per lui, ovviamente, vale quel quasi.

Scusami per il ritardo. Periodo de caccas.


 
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view post Posted on 14/7/2023, 19:41
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CodiceFu già una sensazione strana il riconoscere qualcuno del suo passato – anche solo un vecchio compagno di scuola che poi, ”vecchio” un a t t i m o dato che erano quasi della stessa leva - ma fu una sensazione ancora più strana l’essere a sua volta riconosciuta.
Adeline sgranò lo sguardo e sorrise ampiamente al suono del suo cognome – anche se durò appena un attimo prima che si rendesse conto della sua sbadataggine e colpa: -Oh perdonami, non volevo!-
Fu infatti la risposta alle parole del mago, sebbene Londra si stesse decisamente riferendo a tutt’altro: rapidissima infatti, la biondina si accucciò per recuperare il piccolo clipper dall’acqua fredda della pozzanghera e altrettanto velocemente si rimise ritta in piedi, sollevando il naso all’insù quel tanto perché le iridi di bosco e di mare riuscissero a incrociare quelle blu – parecchio, parecchio più in alto delle sue -Dici che con un Reparo si può sistemare? Mi dispiace!-
Era desolatissima – manco avesse inconsapevolmente maltrattato un cucciolo o dato in pasto alle fiamme un piccolo di unicorno -Non volevo – davvero.- e con il palmo della dritta aperto porse il piccolo oggetto al mago.
Scrollò poi un poco la testolina dorata, strizzando appena gli occhi con quei suoi modi soliti da bambina particolarmente espressivi, ma tornando a sorridere rifocalizzandosi sulle effettive parole dell’Auror.
-Hai ragione e accidenti, sembra passata una vita – anche se, beh, forse in effetti è passata sul serio- dondolò appena avanti e indietro sui talloni, incuriosita e contenta -Cosa hai fatto una volta conclusa la scuola – o meglio, che fai adesso? – Sempre se posso chiederlo – mh - in un millisecondo si erano aperte nell’iperattivissima mente Bronzo Blu pressappoco infinite possibilità di reazione del mago che andavano dal “Ma che diavolo vuoi, non ti impicciare e sparisci” al “Ehi ho proprio voglia di raccontarti della mia vita e di ascoltare random la tua, hai tempo e dei pop corn?” -Ti trovo bene, ad ogni modo, e sempre.. alto? - e inclinò la testolina da una parte ridacchiando leggera e da sola dolce Adels, come al solito.
Sentì le orecchie in fiamme solo qualche battito di ciglia seguente, dato che arrivò chiaramente in ritardo il pensiero di aver come al solito travalicato dei confini invisibili di adeguatezza e banale conformità alla norma.
Prese un grosso respiro che le riempì le guance per un solo attimo, e più quieta concluse: -Io comunque sto bene. In effetti sono tornata da poco.. a scuola! Come docente di Pozioni.-
Sorrise, arricciando un poco il naso, pensierosa:
-Sei impegnato o ti andrebbe di fare due passi?-

Perché fondamentalmente, lei, il tempo quel giorno lo aveva.
Insieme in effetti a una buona dose di voglia di pop corn.



No prob :<31:

 
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