iventa facile, in momenti simili, lasciar correre l'immaginazione. Impiego un battito di ciglia per coinvolgere ogni sorriso alle tue parole, Camille.
Colori sgargianti, viola, lilla, arancio, e via di abiti fuori dall'ordinario — cappelli con piume, pigiama stravaganti, di tutto e di più. La coppia di stregoni di fronte si volatilizza, ognuno diretto — come noi — alle rispettive poltrone. Torno indietro nel tempo, prima che gli omini di pan di zenzero tentino l'assalto di successo; torno ad essere l'Auror Mystère, e tu — come se fossimo di nuovo in libreria — l'incredibile, misteriosa Java. Ricordi, questi, che confermano la vicinanza che provo nei tuoi confronti e che, di per sé, mi suggeriscono di essere in giusta compagnia. Ci sarà un momento, in seguito, in cui penserò a questa serata, al divertimento e alle emozioni che ho provato fin da subito; e ci sarà un momento, com'è ora, in cui continuerò ad essere certo, e contento, d'aver chiesto a te di parteciparvi. Forse è un pensiero ricorrente, uno in grado di distrarmi a sufficienza. In effetti... gli omini di pan di zenzero mi lasciano interdetto. Con un pizzico di lungimiranza avrei potuto giustificare subito la loro presenza, d'altronde in lista d'onore — per il Fwooper d'Oro — vi è anche lui, il prestigioso...
«Mr Gingerbread!» Concludo, un po' sorridente, un po' esaltato. Ho le mani che tremano, benché io non sia mai stato grande ammiratore di Mr Gingerbread. C'è un ché di fantasioso, in lui, in grado di affascinare anche me. Eppure, ha una cadenza musicale che non rispecchia la malinconia d'insieme cui sono abituato, e assuefatto. Chiunque vi sia dietro la figura di biscotto ingigantito dalla trasfigurazione, di certo ha un tocco di spettacolo; le canzoni hanno un ritmo semplice, molto dinamico, e forse è per questo che attiri un successo in crescendo. A malincuore, mi libero dell'ultimo omino di pan di zenzero con un colpetto sinistro, un po' come quando da bambino giocavo a Calcia-Lo-Gnomo. Non posso fare a meno di divertirmi, notando come l'esercito di Zenzy stia avanzando (anche tu, Camille, sei vittima, ma trovo tutto molto buffo e sì, lo ammetto, tanto piacevole). Alla fine è la torre che realizzano sul palcoscenico ad attirare l'attenzione comune; è come un respiro che s'arresta in sala, ovunque, finché il brano più di spicco del cantante brilla di vivacità in teatro.
«Cookies on me, baby» canticchio a mia volta, un battito di mani che coinvolge poi il resto del corpo; un movimento di bacino, un passo a destra, uno a sinistra, finché gentilmente sfioro anche te, Camille, con un occhiolino che fa scemare l'imbarazzo del momento. Non mi sorprende che tu conosca il brano a memoria, mi hai raccontato d'aver trascorso le festività natalizie con in sottofondo la musica di Mr Gingerbread. Non te lo dico, ma... è solo per te che mi affeziono all'artista, anche se (che orrore!) non ho ancora il suo disco in collezione. Poco dopo le ultime note s'adagiano intorno, un giro di corda e di liuti finché le luci aumentano d'intensità. Il profumo dello zenzero, cannella e pasta frolla si offusca, ma resta dolcemente in ogni punto.
«Secondo te» — inizio, approfittandone —
«qualcuno ha mangiato uno dei biscotti?» La musica si ferma di botto, e la mia voce risulta limpida almeno alle file vicine. Qualcuno mi lancia un'occhiataccia, un po' come a dire d'aver assistito alla confessione di un omicida. Di per sé, per fortuna, il palco torna a risplendere come un faro, finché Mr Gingerbread — un omone di pan di zenzero, un vero gigante rispetto ai piccoletti sparpagliati lì intorno — si sposta. Si scorge un lampo di fuoco, una cometa fiammeggiante. Esprime il bagliore di un tizzone in camino, di braci ardenti e di sortilegi in risveglio; invece, è un Fwooper, un volo purpureo che in esplosione luminosa rivela una figura longilinea. Il Teatro Magico rifulge di un battito, e un altro, e un altro in successione; è un applauso così forte, in anticipo sull'identità di chi appare. Ha capelli più lunghi del solito, onde d'inchiostro lucente che scivolano di basso; gli occhi, d'azzurro terso, s'armonizzano all'abito di gala, un tessuto di taffetà cobalto con innumerevoli brillantini in ricamo. S'espande come in coda di sirena, mare in tempesta sul palcoscenico. Solleva la mano destra, ingentilita da gioielli d'avorio e madreperla. Ha la pelle diafana, come ninfa, ed è bellissima. C'è chi si alza in piedi, chi fischia d'ammirazione, e io... io sono tra loro.
«Miei cari, carissimi ospiti.» Ha la voce cristallina, la voce che tutti prima o poi abbiamo sentito almeno una volta nella vita. La magia amplifica il tono, affinché si distingua più dolcemente ben oltre.
«Benvenuti alla Cerimonia del Fwooper d'Oro. A parlarvi, naturalmente, è Glenda Chittock.» La dizione è perfetta, d'altronde... è lei, soltanto lei, l'unica presentatrice di Radio Strega Network. Mi accorgo di essere in piedi, finché Glenda Chittock non invita a prendere nuovamente posto. Ti stringo il braccio, Camille. Ho gli occhi traboccanti d'emozione, finché la presentatrice riprende. Omaggia lo spettacolo, la musica, la tradizione di un evento così prezioso come questo, e continua, continua finché la voce risveglia il sogno che anch'io, fin da bambino, ho custodito gelosamente nel cassetto. Flash, scatti fotografici, flotte di giornalisti allo sbaraglio, Glenda Chittock è al centro dell'attenzione. Batte, le mani: statuette dorate si volatilizzano tutto intorno, come una corona di stelle. Ne prende una, la sala si fa silenziosa. Infine...
«Il Fwooper d'Oro all'Arte della Magisfera, per l'impeccabile, straordinaria maestria trasfigurativa delle proprie esibizioni, va a...» Sorride, lei che detiene il firmamento delle stelle.
«Mr Gingerbread!» Ovunque, festoni, fuochi danzanti, battiti di entusiasmo; Mr Gingerbread avanza, un po' goffo, senza mai mutare aspetto d'uomo. Curioso, penso, scorgere un omino di pan di zenzero trattenere a sé la statuetta del Fwooper d'Oro tra le zampette di pasta frolla. Si inchina, finché
Cookies on me torna alla ribalta, favorita dall'orchestra di sfondo. Ovunque, scivolano biscotti, zenzero, cannella, finché l'aria trema di magia. Glenda Chittock si avvia di lato, Mr Gingerbread e gli altri via per il backstage... d'impatto, un arcobaleno. Il palco, libero, si anima in antichi sortilegi: un ramo, un germoglio e poi un tronco, e un albero, un altro, un altro ancora; appaiono fiori, gemme colorate, finché la natura si rende rigogliosa come un paesaggio fiabesco. C'è qualcosa. Qualcuno in arrivo.