Abendrot, Privata

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view post Posted on 23/6/2023, 17:01
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Wenn das das ist, was Liebe macht
Weiß ich nicht, ob ich viel vertrag'
Schlaf' nicht ein, ich bin wieder wach


Kann das sein, dass ich Fieber hab'?

I
I sole colpisce le finestre del grande corridoio, regalandone dei riflessi aranciati. E' quasi l'ora del coprifuoco ed è incredibile come l'arrivo dell'estate allunghi le giornate così tanto da far venir voglia di passare la maggior parte del tempo all'aperto, a godersi quei bellissimi raggi di luce. Proseguo per il corridoio del quarto piano, con un groppo del petto, come se mi aspettassi da un secondo all'altro di incontrare i suoi occhi. Non so perché ma in questi tre giorni trascorsi dal nostro incontro ci siamo visti pochissimo. Ho avuto un casino di gite da supervisionare, gli esami si sono messi di mezzo nel momento di peggiore concentrazione possibile e le notti le ho passate a ripensare in loop a quanto accaduto. La realtà è che non avevo idea che quello che è successo potesse avere questo effetto su di me. Sono così nervosa ed in fibrillazione al tempo stesso che mi pare di perdere la ragione. Non mi è mai successa una cosa del genere. Poi mi chiedo, con quale coraggio, con quale audacia, con quali nervi mi ha baciato dopo un anno in cui ha deciso di ignorarmi? Dopo secoli in cui ho sotterrato tutto ciò che provavo, cercando di giustificarlo con la pseudo amicizia che ci legava. No. Io non provo sentimenti per nessuno. Per nessuno. Tantomeno per Cas. Riflettendoci questa cosa mi fa incazzare. Come si è permesso di confondermi in questo modo? Fumo e fiamme mi stanno erodendo dall'interno. Non è nemmeno una cosa che riesco ad ignorare come faccio di solito.
Il ricordo delle tue parole è vivido. Anche tu lo fai, cerchi di mettere da parte ciò che ti tormenta come se non esistesse, per poi esplodere in mille pezzi. Mi chiedo spesso a cosa tua stia pensando in questi giorni, ma la risposta mi spaventa. Forse era solo un momento di confusione, un attimo di follia.
Senza il mio permesso, ancora una volta mi appare il ricordo delle sue labbra sulle mie, il che mi crea non pochi brividi. Com'è che fa d'improvviso così caldo? Non vedo l'ora di togliermi questa maledetta divisa. Ormai ho già lanciato la cravatta da qualche parte sbottonando i primi due o tre bottoni per far passare un po' di aria, i raggi del sole illuminano la collanina regalatami da Cami questo Natale. In questi giorni indosso solo quella, sembra donarmi forza. Le maniche della camicia sono tirate fino al gomito, ho la pelle del viso arrossata dal sole che le gite ad Hogsmeade hanno procurato e le mie lentiggini sembrano decisamente più marcate.
Non mi ricordo nemmeno più cosa dovessi fare, forse dovevo passare nel bagno dei prefetti a controllare gli orari di ronda. Ma sono così sovrappensiero da non rendermi conto di ciò che faccio, sono chiaramente sul piano sbagliato. Un raggio di sole mi colpisce dritto in faccia, tanto da farmi strizzare gli occhi per un secondo. La grande vetrata alla mia sinistra cattura il mio sguardo per un istante. Mi avvicino. Mi sono sempre piaciuti i tramonti, il sole che lentamente cede il passo alla luna, colorando il cielo di arancio e di rosso. Mi perdo in quella infinita bellezza, poggiando gli avambracci sul davanzale e tirandomi su con le punte per riuscire a spiarlo meglio. Forse è un po' infantile ma il panorama è davvero, davvero bellissimo.

 
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view post Posted on 24/6/2023, 11:39
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Don't erase me.Nella camera buia del cervello, a luci spente e nel ronzio notturno dei respiri di chi dorme, il filo logico dei pensieri si esaurisce nel caos inestricabile dei sogni. La notte porta consiglio solo se ci si abbandona a Morfeo, non se dietro le palpebre ci si affatica nell'inseguire i ragionamenti.
Tre giorni fa, caduto sul letto della mia stanza ormai singola, non ho fatto altro che pensare ad Alice. Una successione frenetica di immagini ricordo del pomeriggio impossibilitava il placarsi del cuore. Almeno finché l'eco delle voci di corridoio non dilaniò le istantanee che i miei occhi colmi di fame scattarono al Testa di Porco.
Alice è una libertina. Lo sapevamo già. Persino Les aveva sperato di farci qualcosa in passato. Gli dissi di cagarsi addosso e di non trattare in questo modo le nostre concasate. Ora comprendo che mi dava fastidio l'idea.
Ciò che mi opprime non è la consapevolezza che abbia tanti amanti, ma che io, benché sapessi, l'ho voluta lo stesso. Me ne sono dimenticato. Impossibile, eppure è accaduto. Se penso a quanto mi sia trattenuto conoscendo le tresche di Megan posso dedurre di essere diventato finalmente pazzo in tutto e per tutto.
Il problema è che fatico a credere che quei baci e quell'intimità siano la porzione standard che dona di sé a tutti coloro che passano un momento del genere con lei. C'era qualcosa di più o sono solo io ad averlo creduto? Ero troppo sconvolto, probabilmente le emozioni hanno falsato la realtà. Lei mi becca solo in momenti in cui sono totalmente fuori di me. Quanto mi fa incazzare.

Tre giorni sono passati, ed io non ho potuto far altro che osservarla di sfuggita. In caso contrario non avrei nemmeno saputo cosa dirle. Sono rinomato per come conduco le mie scelte: impulsivamente, come un cane arrabbiato, o con estrema lentezza e un divorante silenzio, come se stessi tentando di contare a mente le cellule del mio corpo.
Il colmo avviene oggi, circa all'inizio del coprifuoco. Incontro uno stronzo della mia casata di cui non ricordo il nome all'imbocco delle scale al terzo piano, mentre i nervi mi saltano da una conca all'altra della scatola cranica perché sopra la mia testa Alice comincia la sua ronda. Lo vedo sgattaiolare, compiere passettini leggeri su per i gradini, e faccio due più due in un ragionamento tanto contorto quanto immediato.
«Che cosa stai facendo?» Lo riprendo da dietro. Lui si volta, paonazzo. Arrabatta una scusa.
«Volevo… volevo solo salutare… prima…»
«Non me ne frega un cazzo. Tornatene immediatamente in sala comune.»
Non lo degno di uno sguardo mentre fa dietrofront e mi supera di fretta. A questo punto, il processo decisionale lento e minuzioso viene scaraventato in un pozzo dimenticato. Salgo le scale al suo posto.

I miei passi sono lenti. La suola delle mie scarpe si poggia sulla pavimentazione con una strana cautela. Non intendo fare rumore. Qualcosa in me già si pente, ma è troppo tardi per tornare indietro. Svoltato il primo angolo le luci del tramonto mi investono, e trafiggendo i vetri delle finestre rimbalzano sulla chioma vermiglia di Alice.
Mi dà le spalle, assorta nell'orizzonte. Un certo grado di tenerezza risale su colpendo il cuore, anche se l'incertezza di questi giorni non riesce più ad abbandonarmi. Non so di cosa vado in cerca, tantomeno di cosa lei vada in cerca. In ogni caso, incontrare quel tizio al piano di sotto, benché si tratti solo di una supposizione del mio cervello, mi ha mandato in bestia.
Riflettere mi fa poggiare una spalla contro la parete. Le mie mani ricercano istintivamente una sigaretta e me la ripongono fra le labbra furiose. L'accendino scatta, e il rumore rimbalza nella cassa di risonanza degli archi di pietra. Tiro il fumo e la stretta allo stomaco si placa, intossicato.
Mi rendo finalmente conto di starla puntando come farebbe un cacciatore con la sua preda. E se da una parte questo stimolo mi da un piacere profondo, dall'altra comprendo di dover fare evaporare un po' della mia bile sanguigna.
L'idea di andarmene mi è passata per il cervello, ma la sua sagoma stagliata contro il tramonto, discostati i pensieri dal furore, riesuma il calore di tre giorni addietro. Ora le spalle poggiate contro la parete sono due, e la fronte corrugata si è distesa.
Attendo, curioso di scoprire la sua reazione nel vedermi finalmente a quattr'occhi. Un sorrisetto si alza beffardo dietro il filtro della sigaretta. Mi accorgo solo ora di star fumando negli interni del castello ed in un luogo pubblico, ma l'interesse verso la situazione mi impedisce di dare tanta importanza alla cosa.

 
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view post Posted on 24/6/2023, 16:47
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I Cerco di distogliere i miei pensieri da quello che è ormai una memoria fissa nella mia mente, ma nell'orizzonte brillante mi sembra di percepire il calore del suo tocco. Sobbalzo come se fossi stata appena colta in fragrante e sulla mia faccia fosse dipinta l'immagine esatta prodotta nella mia mente. Avverto un suono sordo echeggiare nel corridoio, ma ci metto un secondo a riadattarmi alla luce interna, devo aver fissato il sole per troppo tempo. Mi volto completamente in direzione del rumore, i talloni tornano a terra, le braccia cadono lungo i fianchi e il mio cuore perde un battito. Gli occhi affondano nei suoi, molleggiandosi tra il verde muschio delle iridi, forse per un instante di troppo prima che possa dire qualcosa.

Ca-Cas.

Annaspo in quel contatto visivo, senza tuttavia scostare lo sguardo. Mi sorride e io gli faccio da specchio senza nemmeno accorgermene. Sento l'euforia soffiare nelle vene come il vento di primavera, al tempo stesso è un bruciare lento, come la sigaretta tra le sue dita. È poggiato alla parete e non l'ho mai visto guardarmi in quel modo. Lo trovo di una bellezza disarmante. Forse quell'immagine, di un Cas un pochino burbero e misterioso è sempre rimasta dentro di me. Mi ha sempre attratto, come una calamita. Mi avvicino posizionandomi di fronte a lui, la luce del tramonto la lascio alle mie spalle. Non so esattamente cosa ci faccia qui, nè cosa cerchi, eppure ora che è di fronte a me, non posso fare a meno di gioirne. Non siamo riusciti a vederci per niente in questi giorni, chissà se la cosa lo ha tormentato allo stesso modo. Probabilmente no, probabilmente sono io ad avere qualcosa di strano.

Lo sa, che le regole valgono anche per lei, caposcuola Bell?

Trattengo una risatina mentre con lo sguardo indico la sigaretta tra le dita e il fumo che sta producendo all'interno delle mura. Un sorrisetto divertito compare anche sul mio di volto mentre la mia intenzione sarebbe quella di chinarmi appena su di lui con l'intento di rubare la sigaretta dalla sue labbra. Non sono una fumatrice, quindi finirei per spegnerla ma non è questo il punto. Il punto è la tensione che mi sembra d'avvertire mentre la destra si avvicina al suo viso. Mi chiedo a cosa pensi. Non so cosa darei per saperlo.

 
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view post Posted on 10/7/2023, 11:53
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Don't erase me.Tre giorni di lontananza. Tre giorni per razionalizzare. Tre giorni per pormi domande e cercare risposte. Tre giorni vanificati in un attimo: quello in cui ti accorgi di me e il caos si versa nel cervello rompendo le dighe del raziocinio.
Ti appaio rigido, rigoroso e pienamente fiducioso in ogni momento. La maschera migliore di cui io mi sia mai rivestito quest'anno. Ma se praticassi anche un solo piccolo foro nella mia pelle e guardassi dentro vedresti un guazzabuglio di concetti ed emozioni farsi la guerra nei peggiori dei modi per valicare muri o ristabilire l'ordine primario. E' una battaglia senza fine, una lotta per le gerarchie senza capo né coda. E si arresta, come se tutti i suoi soldati si bloccassero con l'arma in mano prima di conficcarla nel cuore del nemico, per guardarti, non appena ti avvicini.
Respiro a pieni polmoni il tuo profumo di margherita stagliata contro al sole, che dissipa il veleno del fumo. Rubi la mia sigaretta e io ti lascio fare, come se le mie labbra vi avessero rinunziato anzitempo in vista di un oggetto migliore da blandire. Ti osservo; seguo con iridi incandescenti le tue movenze, tanto pericolose quanto potrebbero esserlo le spire di un pitone che soffoca e divora senza dar spazio al respiro. Se l'occasione considererebbe l'assumere un ciarlare di convenevoli intrisi di intenzioni seduttive come il miglior approccio tale da portarci entrambi per mano verso la soluzione più rosea, io rinunzio a tale attività in seno alla greve esigenza di ottenere un appiglio saldo per non cadere. Non sono un bravo equilibrista, non sono bravo nell'arte di flirtare maneggiando il non detto e tenendo a bada il bollori delle emozioni dietro ad uno schermo di leggiadria. Il mio passo è pesante, una corda così sottile non è in grado di sostenerlo. Il mio baricentro è totalmente sbilanciato: oscilla pericoloso verso te quando terrebbe a mantenersi il più possibile nel mio centro più stabile. L'armatura di diffidenza, il comandante che si basta per sé.

«Che cosa stai facendo qui?»
Sorrido, ma la mia voce è pungigliosa. Tu ora vedi un volto di pietra intento a ribadirti quanto io valga e che io non debba essere tradito; ma se lo togliessi, se scavassi a fondo in questa pelle di granito, troveresti un'anima in pena chinata sul suo cuore dolente che ti prega di non dimenticarti di lei.
«Sembra che tu stia aspettando qualcuno.»
Ti lascio fare un tiro. Le mie dita poi risalgono per riappropriarsi della sigaretta, con grande cura nel non sfiorarti.



Edited by ion` - 10/7/2023, 13:20
 
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view post Posted on 10/7/2023, 22:39
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S ono brava. Di solito sono molto brava a flirtare. È il mio modo per tenere la testa occupata, per tenermi distante ma vicina, per frustrare fino all'inverosimile l'altro, prima di dargli una goccia di ciò che desidera. Solo una. Di fronte alla marea che mi compone, di fronte all'essenza che sprigiono involontariamente, in tua presenza. Perché, maledizione, con te non riesco a dosare un bel niente. Non mi sembra nemmeno di riuscire a pensare. Sono in continuo tormento e tu ne sei la causa. Sono passati tre giorni, in cui ogni scena è stata impressa e rivissuta, in cui ho dubitato di ogni maledetto principio io abbia mai tenuto conto, in cui ti ho cercato assiduamente. Ma sei troppo, troppo lontano da me. Mi sono sempre sentita così? Perché i nostri ricordi insieme ora, mi appaiono intrisi di una cosapevolezza che prima sentivo assopita? Mentre ti vengo incontro mi accorgo di quanto la tua espressione sia impenetrabile. Non è giusto che tu riesca a nasconderti, mentre il mio viso si dipinge esattamente di tutto ciò che mi attraversa. Non riesco a metter su nessuna maschera, nemmeno la prendo tra le dita, tanto è fragile e sciocca. Non le crederebbe nessuno.
Vengo risucchiata dal tuo sguardo come da un buco nero, solo che io, incurante del pericolo di venirne divorata, vi corro incontro, con il solo desiderio di poter sfiorarne la superficie buia e brillante al tempo stesso. Ho il bisogno di avvicinarmi a te, una forza magnetica muove la mia mano verso la tua sigaretta, la afferra per un istante, la guida lontano dalle tue labbra, lasciando indietro il mio sguardo, intrappolato in loro.
Tu oscilli verso di me, attirato dallo stesso filo che mi tende verso di te, quello sul quale fino a poco fa ci facevo capriole, mentre ora a farci due passi su mi sembra di cadere. Traballo, come uno sgabello con la gamba zoppa, uno di quelli che bisogna metterci una toppa sotto per farlo star fermo. Mi assale l'idea che forse qui sia io l'unica vittima, che in effetti la tua maschera sia cucita fin troppo bene addosso. Ma come, come posso crederci quando i nostri respiri son a due soffi l'uno dall'altro?

Mi sono distratta, a guardare il tramonto.

Ti spiego senza distogliere lo sguardo dal tuo viso, il mio tono è caldo e ha delle noti arrotondate come se volessero contenere un controllo che sfugge alla sua presa. Non riesco ad afferrarti, non me lo permetti, hai cura di evitare ogni possibile contatto. Perché? La tua domanda successiva mi sorprende, è chiara la confusione sul mio volto, poco so del tuo incontro di poco prima. Taylor Reed, Grifondoro del quarto anno che da qualche giorno, come se avesse fiutato qualcosa, sembra voler a tutti i costi tenermi per sè.
Mi avrà chiesto ancora centinaia di volte, del segno che tengo sul collo, di quello che sei stato tu a farmi, del quale continuo a non parlare. Non riuscirei a mentire. Lui d'altro canto non è mai stato nulla di importante, una cosa per tenermi occupata, a tempo perso. A volte si ostinano stupidamente. Non so dei piani che avesse di venirmi a fare una sorpresa, anche se a quanto pare, la notizia brucia dentro il tuo petto, tanto da venir scagliata verso di me, insospettendomi. Non riesco a ricordare se abbia detto qualcosa o meno in proposito, in questo momento il suo ricordo sembra essere lontano. Oscurato dalla tua presenza. Devi essere più specifico se speri di ricevere qualche informazione.

Uhm? No. Non sto aspettando nessuno. Perché lo pensi?

Mi chiedo cosa tu mi stia chiedendo esattamente. Cos'è che sei venuto a fare qui Cas, cos'è che tieni nascosto tra le pieghe del cuore. Sei freddo e duro, come se la mia presenza non ti scalfisse nemmeno un po'. Vuoi nascondere tutto quello che puoi, ma non lo sai forse che in qualche modo, riesco sempre a rompere i tuoi castelli?
Sento i nervi attanagliarmi lo stomaco. C'è qualcosa che mi preme chiederti, tanto da sentirla pressare nel petto, come una lettera di una tastiera consunta. Ancora e ancora. Non so cosa aspettarmi, quale sillaba possa alleviare il mio tormento.
La premo costantemente, ma non compare finché non la sbatto contro il mio stesso cuore.

E tu? Cercavi qualcuno?

Tutto tace. Perfino il respiro. Non sei l'unico a vorticare in mezzo ad un guazzabuglio di emozioni e paure. Forse nè tu ne io sappiamo dare una spiegazione a quello che ci sta accadendo, ma non possiamo fare a meno di interrogarci a vicenda, attendere la scottatura prima che arrivi. Che sia piacevole o meno.


 
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view post Posted on 13/7/2023, 21:31
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Don't erase me.Ogni mio tentativo di ripercorrere la catena di pensieri e ragionamenti che feci tre giorni addietro, prendendo la decisione di baciarti, risulta vano. Sbatto contro una scogliera frastagliata di emozioni. Le rocce mi tagliano, mi fanno sanguinare e il mare di ignoto non mi permette di risalire la costa: mi risucchia nella risacca del ricordo, furente e scalpitante come una bestia selvaggia trattenuta da un lazo. Il ricordo preme sopra ogni ragione che ricerco, spinge via il resto e diventa padrone. Detesto, con grande sdegno, dipendere a tal punto da qualcosa che io non controllo — a parte la nicotina.
Sono persino giunto al punto di credere che si sia trattata di una reazione puramente irrazionale. Comico e paradossale, lo spavento del fulmine avrebbe scatenato in me la necessità di un abbraccio — di un bacio, di un amore, di uno sfogo sessuale. Che tu fossi la prima sprovveduta sul posto pronta a soddisfare questo desiderio ignobile, forse anche sotto la muta consapevolezza della tua passione per le tresche?
No, è impossibile. E sto esagerando. È più probabile che mi sia commosso per il fatto che tu, nonostante tutto, sia rimasta lì con me. Ciò però non spiegherebbe quest'attrazione tanto fuorviante. Tutta colpa di quel bacio. Si sa, un bacio fra due persone muta profondamente il loro rapporto. E che diamine di rapporto c'era fra me e te prima di ora? Non me lo ricordo più, faccio anche fatica ad immaginarmelo. È come se avessero capovolto l'intero cosmo. E ora mi sento come se viaggiassi in cerca di un'identità da dare a questa cosa, che non so se voglio, che non saprei mai come reprimere, di cui non voglio disfarmi.

«Mi sono distratta a guardare il tramonto.»
Balle. L'impulso di sputartelo in faccia preme contro le mie labbra. Al contempo, se è vero, mi incuriosisce. Non hai l'animo tenero solo quando si tratta di malati come me.
«Un tizio, un nostro concasato. Coso, come-si-chiama, Tyler. Stava venendo a cercarti.»
Lo dico come se fosse certo. Ho il dubbio, ma se glielo mostrassi genererei per lei una scappatoia.
«E tu? Cercavi qualcuno?»
Mi prudono le mani.
«Sì» affermo. «Te.»
Spengo la sigaretta contro la parete. È finita l'ora dei giochetti.
«L'ho mandato via, non è l'orario giusto.» Il cuore scoppia nel petto, il sangue ribolle in tutto il mio organismo. «Se tu non lo stavi aspettando allora lui sperava di vederti.»
Chino la testa da una parte, serrando le mascelle come se ciò possa darmi ausilio. Voglio evitare di essere invadente. Sono cazzi tuoi. Io… voglio solo sapere quanta importanza tu abbia dato al nostro incontro. Te lo chiedo? Senza troppi fronzoli, senza far sceneggiate. Devi rispondere solo "sì" o "no". Una parola e me ne vado.

«State insieme?»

Non so nemmeno perché io sia arrivato a questa conclusione. Gli indizi sono scarsi, è solo un'ossessione. I miei occhi sono troppo impegnati a perforare i tuoi per notare l'ematoma sul tuo collo. I capillari rotti serpeggiano nella tua pelle in mezzo ad una pozza violacea. Chissà se posso attribuirmene la totale responsabilità.

 
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view post Posted on 15/7/2023, 08:27
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Il dubbio che quell'attimo sia stato da te già cancellato mi fa sprofondare in un abisso di ombre. Non vedo più nulla, la pece ha raggiunto i miei occhi. Qualcuno dei demoni che mi fanno compagnia sussurra mellifluo al mio orecchio "È successo per caso, Alice. Eri semplicemente a portata di mano." Sorride, pronto ad imbeccarmi il suo veleno. Avverto i brividi risalirmi sul corpo. Non tu. Ti prego, dimmi che almeno tu, tra tutti, non mi abbia solo usato.
Mi stai di fronte con un'espressione irata e quando mi racconti di Taylor non mi sembra vero. Non immaginavo potesse architettare una roba del genere, forse dovevo prevederlo? Eppure mi sembrava di essere stata chiara, devo averglielo ripetuto un centinaio di volte. Ma a te perché interessa? Sembra che la cosa ti agiti, tanto da arrivare a conclusioni affrettate. Nemmeno ti chiedo come tu abbia fatto a fare un ragionamento simile, ti rispondo direttamente.

No. Certo che no.

Siamo amici, circa. Abbiamo avuto qualche scappatella in passato, anche se fin dall'inizio metto sempre in chiaro di non volere niente di serio. Non mi lascio mai afferrare da nessuno. Tronco in due ogni possibilità. Questa è la mia regola.
Io e te invece non siamo mai stati amici. Non sono mai riuscita a capire perché, ma il dubbio bussa alla mia porta, per un istante sento il terreno sfuggirmi da sotto le suole delle scarpe. Forse ti ho sempre voluto. Da quel ballo in poi, non sei mai uscito dalla mia testa, mi sei rimasto dentro. Per questo mi facevi più male di chiunque altro. Per questo la tua assenza è pesata come un macigno.
Detesto sentirmi così, al punto da non riuscire nemmeno più a mentire a me stessa. Divisa tra quello che non riesco a controllare e le regole a cui mi sono sottoposta rigidamente per anni. Proprio per evitare tutto questo. Detesto che tu riesca a rimescolare, con un solo gesto, tutto quello che pensavamo di essere. Giuro, ti detesto.

Non accetta di essere stato rifiutato. E' da un paio di giorni che mi dà il tormento.

Mi fermo, le gote mi si arrossano leggermente perché ti sento dire che cercavi me. Perché la cosa mi rende felice? Sfuggo al tuo sguardo mentre ripenso alla scena di noi al Testa di Porco, sento i battiti rimbombare nella gola, annaspo in cerca d'aria. Ho paura che tu riesca a vedere troppo, a cogliere ciò che non riesco ad accettare, ma che so ormai di non poter reprimere. Non più. Mi poggio alla parete, accanto a te, le mani arricciano l'orlo della gonna, nervosamente.
La tensione che avverto nell'aria sembra essere più carica di prima, le iridi vagano sul pavimento lastricato. Ancora una volta, sto provando troppe emozioni. Si accatastano l'una sull'altra come in un gioco di carte, non riesco più a ripescarle dal mazzo. Non ho la tua poker face, non ho la mia solita mano vincente, non posso usare nessun trucco. Ho il cuore che mi batte come una trottola nel petto, ho quasi paura che tu possa sentirlo.

Speravo di vederti, oggi.

Ti dico in un sussurro quasi, voltando appena il viso nella tua direzione. Non lo so cosa cerchi Cas. Non so perché tu mi abbia baciata quel giorno, non so nemmeno perché ti dia così fastidio Taylor Reed. Lo sai che non sono una tipa da relazioni. Sai benissimo delle mie tresche. Fino a tre giorni fa non mi hai nemmeno mai notata, non ho mai avuto idea di cosa provassi per me, di chi fossi io nella tua vita, di dove stessi nel tuo cuore. C'è un ricordo che sento risalirmi sullo stomaco. La vista di te spezzato in due, disperato a gridare il nome di qualcun altro. Un laccio emostatico, mi si stringe intorno al petto. Sei qui per il mio sangue? Ti allungo la siringa, affilo l'ago. Prendimi dove vuoi. Ma prima, ti prego, col tuo tocco, anestetizzami.






 
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view post Posted on 17/7/2023, 17:04
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Don't erase me.Trasalisco non appena le mie parole risuonano fuori dalla mia testa. Questo spingermi così avanti nell'ignoto e nel rischio dovrebbe rendermi ai miei occhi un orgoglioso avventuriero. Eppure l'eccitazione tace, ascoltando gli scricchiolii dei canali dello stomaco in contorsione. Non è angosciante solo l'attesa della tua risposta. Combatto, di fronte ai tuoi occhi, contro il desiderio del possesso, succube delle mie insicurezze.
E' qui che affermo a me stesso, con tanta dedizione e fede, che qualsiasi strada mi verrà chiusa. Eppure tu sai tanto di me. Conosci la mia pena ed il mio rimorso. Conosci la mia felicità, che nemmeno io credevo di possedere. E sei stata tu a voler ricercare tutto questo. Forse sei tu l'avventuriera di questa storia. E come avventuriera non desideri altro che libertà, cosa che la mia brama di possesso ti porterebbe via.

«No. Certo che no.»
Inspiro sonoramente. Riesco ad irrorare le membra di ossigeno e sangue liberandole in parte dalla morsa, adesso. Trattengo l'aria, che nelle mie narici sa di catrame e occlusione.
«Non accetta di essere stato rifiutato. E' da un paio di giorni che mi dà il tormento.»
Butto fuori. La fronte mi si contrae all'idea di un molestatore. Resto in attesa, credendo che tu possa darmi maggiori dettagli. Ma ti fai rossa, e io non capisco più niente.
Lo sforzo di comprendere mi fa male alla testa, mi rende nervoso. Penso a Tyler e a quel che hai detto. Che non accetta di esser stato rifiutato e che ti dà il tormento. Penso a come lo hai detto, ed è spontaneo per me immaginarmi una scena gemella, in cui tu, magari di fronte ad un'altra persona che ti ha toccata, proclami affermazioni simili.
«Cas ed io? No, per carità. Non accetta di essere stato rifiutato. Mi cerca durante le ronde e mi dà il tormento.»

«Speravo di vederti, oggi.»
«Senti, io voglio solo sapere se mi sono messo in mezzo a qualcosa di importante.»
Non ti ho sentita nemmeno. Scatto, senza accorgermi del tuo protenderti verso di me. Mi stacco dalla parete, infilo le mani in tasca, scollego lo sguardo dai tuoi occhi e lo riporto su di essi con un volto nuovo. Vi puoi notare urgenza, tensione, sincerità. Forse alzando un po' il tono.
«L'ultima cosa che voglio è quella di crearti problemi.»

 
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view post Posted on 17/7/2023, 18:08
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E'

come se qualsiasi cosa dicessi venisse bypassata dalla lotta che si sta svolgendo dentro di te. Non ho idea di cosa la tua mente stia elaborando e il fatto che ignori ciò che dico mi irrita. Perché ti importa così tanto di Taylor? Non riesco davvero a capire perché la tua attenzione sembra essere focalizzata solo su di lui. L'agitazione controlla i tuoi movimenti, ti vedo mentre ti allontani da me, quasi come se la mia presenza ti fosse di troppo. E' come se l'incantesimo si fosse rotto, come se qualsiasi cosa io dica venga vista da te come una minaccia. Perché continui a tenermi fuori dai tuoi pensieri? Perché non mi rendi parte delle tue paure?

Perché sei così fissato con lui? Cosa t'importa? Te l'ho detto, non c'è niente tra di noi. Non c'è niente tra me e nessun altro.

Butto fuori, perdendo il contegno che prima tenevo, intrappolata nel tuo sguardo, con la stessa sincerità dipinta nei tuoi occhi. Stavolta però mi fa male guardarti. Non riesco ad incrociarti di nuovo. E' come se all'improvviso quel velo d'illusione della quale c'eravamo avvolti al Testa di Porco fosse sparito. Sono stata debole e sciocca, pronta a vedere qualcosa che non c'era, che c'era solo nella mia testa. Non lo so nemmeno io, so solo che mi sembra di star cadendo da una rupe, mentre due secondi fa volteggiavo sulle nuvole, al tuo fianco. Tanto vale scoprire tutte le carte.
Io il coraggio di farlo ce l'ho. A te manca.

Io non ho relazioni, Cas. Non permetto mai a nessuno di-

Cosa ti aspetti che ti dica? Non so nemmeno perché tu sia venuto a cercarmi. Per farmi una scenata? Per darmi della facile? Per prenderti gioco di me? No. No. Non lo faresti mai. Non potresti mai farmi così male. Eppure ora mi sembra tutto così forte, amplificato. Come se fosse possibile qualsiasi cosa. Quando sono con te le mie emozioni dondolano come su un'altalena troppo alta dove non riesco a mettere i piedi a terra per fermarmi. Mi gira tutto intorno. Fermati. Fermami.

... di avvicinarsi troppo a me.

Ti guardo. Invece a te l'ho permesso, perché con te sono sempre stata me stessa, non ho mai finto, non sono mai stata capace di nascondere un bel nulla. Come fai tu, di fronte al resto del mondo, di fronte a me, ora. Indossando la tua maschera di indifferenza. Quanto mi fai incazzare, perché continui a non capire e a farmi tutte le domande sbagliate. Sento un rombare dentro come quello di una tempesta. Giuro che se mi dici un'altra stronzata, ti prendo a ceffoni. Sei tu l'unico che mi crea problemi.

Sei venuto a cercarmi per questo? Ora hai la tua risposta. Spero ti soddisfi.

Mi sollevo dal freddo del muro, dandomi una spinta in avanti. Ma come stracazzo si fa a stare in piedi da soli, per poco non perdo l'equilibrio. Sono divisa dal fuoco che mi sta bruciando dentro e quella nota di disperazione data dal fatto che probabilmente ti vedrò percorrere via quel corridoio, con più veemenza di quando sei entrato, dopo avermi razziato dell'unico barlume di cuore che m'era rimasto. Queste gioie violente hanno fini violente.


 
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Don't erase me.Travisi tutto. Travisi l'espressione sul mio volto, travisi le mie domande. O sono io che mi rendo travisabile? Ho la sensazione di averlo fatto anche io, di averti parlato sopra. Ma è come se per te io abbia appena aperto un Vaso di Pandora.
Il problema della comunicazione mi affligge da quando ho cominciato a comprendere che le mie azioni e le mie parole avevano un effetto sugli altri. Sono brusco, sono pungolante, sono arrogante. Tento da tempo di darmi un contegno, misurando le parole e i gesti, non lasciando trasparire i pensieri con l'espressione. Non voglio manifestare disgusto, ira, tristezza, tantomeno i pensieri ossessivi e la visione continua che ho di me che salto da una finestra per cancellare tutto con la speranza di non dover ricominciare mai. Perché le persone, proprio come hai fatto te, travisano. Allora mi sono ridotto al silenzio.
Riflettere tanto prima di agire e comunicare reclude in un labirinto di rovi, e lentamente, col passare delle stagioni, le foglie secche si accumulano sulle uscite rimaste intrappolando fra mura apparenti. E, Dio, quanto è semplice rimanere lì dentro, fra quelle quattro mura conosciute, rispetto a tentare di voltare l'angolo verso l'ignoto.
Quel bacio, per me, è stato come uscire finalmente di casa dopo un anno di isolamento. Una casetta diroccata di Nocturn Alley, soffocata fra palazzine a schiera, mangiata dalle tarme e dai topi e invasa dalla polvere e dall'umidità.

«Non capisco perché tu te la stia prendendo.» Mi sembra che il respiro mi si blocchi nel naso. Cerco di riavvolgere il nastro per ricomporre ciò che hai detto. Speravi di vedermi, forse? «Non me ne importa niente di Coso, là, Tyler, Taylor, come si chiama. Sei tu che mi importi.»
«Io non ho relazioni, Cas. Non permetto mai a nessuno di... di avvicinarsi troppo a me.»

Sono congelato, dopo quest'ultima tua rivelazione. Questa è una barriera che frapponi a noi due. Vorrei chiederti perché tu non permetta mai a nessuno di avvicinarsi troppo a te. E' una regola che ti sei imposta, quindi, ed io mi ci rivedo. Quanta gente ho fatto avvicinare a me? Nessuna. Nemmeno te, fino a tre giorni fa. Sono io che mi sono avvicinato, e tu mi sei venuta incontro. Tu sei tanto abituata a giocare. Forse per te la vicinanza fisica non è la stessa cosa della vicinanza interiore?

«Sei venuto a cercarmi per questo? Ora hai la tua risposta. Spero ti soddisfi.»

Mi volto, mi abbandono al muro e scivolo lentamente a terra. Ho un flash nella mente che segna un eterno ritorno. Quella festa, quel ballo, il fumo, la lite, il rifiuto evidente e palpabile, l'odio represso e infine il silenzio. E' un dolore atroce che mi assale e l'esigenza di ripararmi e di nascondermi è forte, quanto quella di tre giorni fa nel baciarti.
Respiro male, non respiro. Sembra che io pensi, invece sto solo rivivendo uno dei grandi motivi per cui non mi avvicinavo più a nessuno. La stessa posizione delle gambe sul pavimento, la sensazione di occlusione della gola nel catrame delle sigarette. La sensazione di vuoto che lascia la perdita. E taccio.

Non ho intenzione di lasciarmi prendere dal panico qui, di nuovo, davanti a te. Reprimo la pressione con altra pressione, freddezza e costrizione. Controllo il respiro. I polmoni non si aprono, ed io, con tutta la forza di volontà che ho nel corpo spingo contro le pareti interne per allargarli.
Non ho intenzione di rivivere tutto questo. Non ho intenzione di arrabbiarmi, non ho intenzione di lasciarmi assalire. Non ho intenzione di soccombere ancora ad una perdita autoinflitta per via del dolore. Sono troppo stanco. Sono così stanco che, penso, qualsiasi cosa potrebbe spezzarmi.

Dopo minuti interminabili metto a fuoco il discorso.
«Senti, Alice» comincio. Parlo piano, con voce stanca ma senza titubanze. «Io non so che idea tu ti sia fatta di me. Capisco che sembro tanto distaccato e disinteressato, ma sono una persona molto sensibile. Più di quanto mi piacerebbe ammettere.» Mi porto una mano alla bocca, come per sostenere il timbro. Che non si spezzi, che non tremi. «Se tu non lasci mai entrare nessuno nella tua vita, io lo capisco. Penso di essere perfettamente in grado di comprendere e di rispettarlo.» Ti guardo. «Io non sono il tipo di persona che si concede agli altri con tanta facilità. Per me un bacio è importante. Cambia tutto. Non so che cosa tu faccia e se abbia storie rilevanti o no, e non intendo giudicarti. Io, però, voglio solo sapere come comportarmi. Vuoi giocare? Giochiamo, fin dove mi è possibile.»
Non so se questa cosa potrebbe piacermi. Ho la forte sensazione che io e te non vediamo i rapporti alla stessa maniera. Infatti, se tu avessi avuto un rapporto esclusivo con qualcun altro, io mi sarei fatto da parte.
«Vuoi che ci conosciamo meglio? Vuoi che ci dimentichiamo tutto?»
Sbatto le palpebre, che cedono sui miei occhi al solo pensiero di vedere questa luce spegnersi.
«Non mi soddisfa la tua risposta. Perché non include me. Quindi sii più chiara, non voglio incertezze.»

 
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view post Posted on 17/7/2023, 21:59
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N

on sono pronta. Non sono pronta per quello che mi dici. Mi sembra di sprofondare in un vortice, il tuo stesso, quello che ti avvolge, fatto di paure e dubbi e insicurezze e demoni pronti a trascinarti fino alla punta dell'inferno pur di non farti assaggiare un po' di paradiso.
E' come se avessi aperto il vaso di Pandora, nella maniera in cui tutti i mali del mio mondo si sono scatenati uscendo al di fuori. Cosa significa? Cosa significa quello che mi stai dicendo? Non ci capisco niente, il rumore dei miei battiti sovrasta quello dei miei pensieri. E' come se tutti i miei muscoli si siano congiunti in tensione, come se l'aria avesse abbandonato i miei polmoni.

«Non me ne importa niente di Coso, là, Tyler, Taylor, come si chiama. Sei tu che mi importi.»

Mi dici, come se nulla fosse. Come se fino a pochi istanti fa non avessi evitato le mie parole, come se avessi finalmente poggiato la tua maledetta maschera in un angolo. Quello che avrei voluto facessi fin dall'inizio. In che senso ti importa di me? In che modo? Vorrei chiedertelo ma sono immobilizzata. Non so come sia possibile che tu mi stia dicendo tutte queste cose insieme. E' troppo da riuscire a digerire in una sola sera, dopo mesi e mesi di assenza, dopo anni passati a rimanere confusa dal nostro rapporto. Mi sento come se la marea mi stesse investendo e io stessi affogando di nuovo. Stavolta però è come se mi aiutassi a galleggiare, anche se non sono certa di voler imparare. E se affogo di nuovo? E se mi lasci andare e io non sono più capace da sola? No. Non posso. Non posso fidarmi di qualcuno a tal punto, non posso.
Mi accascio alla parete come te, poggiandomi per terra. Nonostante il fatto che senta che tu mi stia distruggendo non riesco comunque a starti lontana. Devo essere masochista, non lo so o sono solo deficiente. Sento il mio corpo tremare leggermente per il black out da te causato. Come sei passato dalla totale indifferenza a chiedermi di conoscerci? Non so nemmeno se riesco a parlare. Cosa significa questa cosa?

Ho paura.

La mia voce è un po' rauca, come se fosse stata annebbiata dai fumi dell'insicurezza che mi porto dentro. Ha un sapore caldo e terroso, umido come la terra dopo un temporale.
E' la cosa più sincera che riesco a dire in questo momento, mi esce fuori senza superare nessuno dei rigidi test a cui mi sottopongo giornalmente. Avverto il viso prendere colore, gli occhi tenere a malapena le lacrime. Perché mi viene sempre da piangere quando siamo insieme? Sono schifosamente patetica.

Ho paura di una cosa importante.
Ho paura di quando inizi a dipendere da qualcuno, di quando l'altra persona custodisce una parte di te che potrebbe spezzarti in mille pezzi. Non voglio spezzarmi in mille pezzi. L-L'ho visto succedere, troppe volte. Non so come fare Cas, non so come fare se te ne vai via di nuovo.


La mia bocca non ha mai pronunciato parole simili prima d'ora, le lettere sono state scritte all'interno di me stessa, non hanno mai visto la luce. Mi sorprende il fatto che io te lo stia dicendo, ma d'altra parte mi sembra di non avere più freni. Il mio peggior giudice, il ferreo controllore oggi è stato dissembrato, pezzo a pezzo da ogni tua sillaba.

Ho paura perché non so nemmeno perché tu mi abbia baciata. Non so cosa ti passa per la testa.
Ho paura perché con te è diverso. Non è come con gli altri.


E cosa succede se mi lasci andare di nuovo? Se te ne vai via? Se mi abbandoni? Ne sono certa, devo fermarmi ora. Se non lo faccio ora ho paura di non riuscire più a farlo, ma l'idea di lasciarti andar via mi fa male. Fisicamente. Se non mi avessi baciata, se non lo avessi fatto, avrei potuto continuare a fingere di odiarti e mi sarebbe andata bene. Avrei continuato la mia pantomima finché non fosse uscito il capo del teatro a darmi un gran bel premio. Quello di essermi allontanata dall'unica cosa che poteva farmi del male. O forse avrei solo perso l'opportunità di provare qualcosa per davvero.

Ma ho ancora più paura di lasciarti andare.

Non voglio dimenticarmi tutto. Non voglio.

 
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view post Posted on 18/7/2023, 19:13
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Don't erase me.Vederti scivolare al mio fianco, arresa come me, sa quasi di una vittoria. In realtà non lo è, perché ho evitato qualsiasi battaglia. Aprirti il mio cuore fra le mani è stato l'ultimo tentativo di comunicazione. Bandiera bianca in prossimità della bocca di un cannone che stava per esplodere.
Gli occhi mi si allargano sul tuo volto quando riveli la paura. E' la prima volta che, così forte, un'ondata di emozioni altrui mi assale. Fa male in un modo assurdo ora che mi sono aperto a te, totalmente vulnerabile.
L'elenco delle tue paure mi sovrasta, e goccia dopo goccia io annego nel rimpianto. Ciò che ho fatto e soprattutto che non ho fatto mi pesa addosso. Devo combattere con me stesso per non rimanere di nuovo in silenzio e non distaccarmi, con l'idea che con molta probabilità così staresti meglio.
«Mi dispiace, Ali» sussurro. E dopo aver tentato di soppesare le parole, continuo. Insicuro all'idea di raccontarti ogni cosa. «Non è stato semplice per me l'anno scorso.»
Mi sto ripetendo. Sono parole che ho già detto tre giorni fa, quando ti abbracciai. Elusive, sommarie, inconsistenti. Se sapessi davvero, continuo a credere ancora adesso, tu scapperesti. Eppure se devi conoscermi sino in fondo sono cose che devi sapere. E devo lasciarti la libertà di scappare a gambe levate.
«Non c'era spazio per altro in me a parte il rancore e il rimpianto» affermo con voce spezzata. «Non avrei saputo darti altro.» Le mani sfregano il volto massaggiando le gote e le occhiaie, così infossate da percepire l'osso dell'orbita ad un semplice sfiorare. «E non è solo questo. Il duello con White ha fatto crollare il resto delle mie sicurezze. Per me lui era un mentore, l'unico per cui avessi una stima tale da seguirlo dappertutto e ciecamente. Si è accanito su di me con una tale violenza da aver cancellato ogni sprazzo di fiducia che potevo avere nel genere umano.»
E' un discorso stupido e assolutista. Sono un deficiente a parlarne, ad esternare pensieri così contorti. Ma, mi ripeto, è giusto che tu conosca anch'essi.
«Tutto questo ha fomentato in me qualcosa che, comunque, non mi ha mai dato pace. E' colpa della stanchezza, dell'insonnia, delle emozioni forti e-» la gola è secca ed è come se il cuore tentasse di risalirla grattando contro le pareti di carne ruvida. «Ed è un cane che si morde la coda.»
C'è solo una parola per definire tutto ciò: allucinazioni. Una parola chiave che spiegherebbe ogni dannata cosa. Una parola che risulterà una dannazione nel momento in cui la pronuncerò. Perché è sinonimo di malattia, di instabilità e di pericolo. E di fronte a questo non potrai negarlo: sono malato, sono instabile e sono un pericolo per te.
Sospiro, in attesa di trovare il coraggio.

«Tre giorni fa tu, senza sapere perché e percome, hai percepito un forte dolore e il tuo aspetto si è trasformato. Chiamiamola magia, qualcosa di unico che solo alcuni possono sviluppare. C'è chi preferisce chiamarlo "dono".» Sorrido, ironico. «Ho qualcosa di simile, ma a livello mentale. Drake nelle sue lezioni parla di Veggenza. Ed è vero, riesco a prevedere qualcosa seppur a breve termine. Le immagini si solidificano sotto al mio sguardo. A volte in una dimensione aliena alla nostra, a volte in sogno. A volte fatico a discernere cosa sia reale e cosa no.» Reclino il capo all'indietro e chiudo gli occhi. Non voglio vedere il tuo volto deformarsi per lo sgomento. «Posso chiacchierare per ben dieci minuti con una persona salvo rendermi conto di aver parlato da solo per tutto il tempo. Posso percorrere un sentiero alberato per poi trovarmi in bilico sul cornicione della Torre di Astronomia. Posso vedere un colibrì fluttuarti attorno e posarsi sulle tue spalle senza che tu te ne accorga.»
L'immagine familiare del colibrì torna vivida nella mia mente. Volava spedito da una testa ad un'altra nel bosco di Hogsmeade, attratto dalle persone a cui tenevo. Ed infine ci ha seguiti, svolazzando su di noi mentre piangevo a dirotto. Torna in mente anche altro: assalitori notturni, pedinatori e mostri.
«Penso che tre anni fa, quando questo "Occhio" si è aperto, si siano azionati degli ingranaggi nascosti e malfunzionanti nel mio cervello. A quanto pare tutte queste cose dovrebbero lanciarmi dei segnali.»
Torno a guardarti, col cuore in gola. L'istinto mi pone in cerca del tuo volto, non per scoprire in esso la paura, ma per controllare che ci sia ancora. E respiro con sollievo scorgendo gli occhi chiari che ti caratterizzano e le labbra che non oso baciare per concederti di distaccarti, in seguito a tali rivelazioni.
«Tutto ciò, invece, non fa altro che uccidermi con estrema lentezza.» Lo affermo senza peli sulla lingua.
Giustificazioni, giustificazioni, giustificazioni. Sa di assurdo ogni cosa che ho riversato su di te. Sa di un pazzo che vuol rendersi una povera vittima. Una vittima che fondamentalmente io non sono. Che benché le cose si manifestino al mio Occhio, penso, il mio odio rimane immutato.

 
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view post Posted on 18/7/2023, 20:19
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U n sussurro arriva appena dietro le tue parole. È rauco e dolorante. Arrovigliato su se stesso. Come un pensiero solitario. Mi sento ancora spogliata di ogni cosa dopo averti confessato cose che non avrei mai pensato di dire. È come se improvvisamente entrambi non avessimo più freni.
Io non volevo niente da te. Volevo solo starti accanto.

Ripenso a quanto stracazzo io abbia odiato il fatto che non facessi altro che parlarmi di pozioni o all'ansia che mi è presa durante il duello, perché nonostante i tuoi infiniti modi di respingermi ci sono venuta. A tifare per te a sperare di non vederti maciullato a terra. E la cosa peggiore di tutte è successa, quando sei stato colpito da quel maledetto fulmine.
Penso che a tutti noi Grifondoro, il cuore si sia fermato per un istante.
Ti ascolto, poggio il capo al muro, osservando con lo sguardo le luci e le ombre che riflettono la vetrata, voglio darti modo di parlare, di scaricare ciò che senti pesante sul cuore senza sentire la pressione del mio sguardo su di te. Voglio prenderlo in carico, sollevare il bagaglio che porti addosso, anche solo per un po'. Sono internamente felice per il fatto che tu abbia deciso di raccontarmi la verità, senza più maschere e muri, ma al tempo stesso il mio cuore si strugge per il dolore che ti vedo attraversare. È davvero faticoso vederti soffrire, lo è sempre stato per me. Ricordo perfettamente il momento in cui giurai di salvarti, con il mio affetto, con le mie cure, mentre ti stringevo tra le mie braccia. Che sciocca che ero, non potevo immaginare quanto grande fosse la tua pena e quanto insignificante potessi essere io al confronto.

Vai nel dettaglio e mi racconti ancora di più, non ti fermi anzi, mi parli del tuo dono. Dono che sembra quasi una condanna. Quando me lo dici ci rimango secca, ma non per le ragioni che pensi tu. Non mi spaventa sapere del tuo dono, della tua maledizione, di ciò che ti perseguita e non ti fa dormire la notte. Non ti ho mai visto come un mostro, come quello di cui vuoi dipingerti agli occhi di tutti. Ma mi spaventa. Ho paura che questa cosa ti faccia del male, ti impedisca di vedere le cose per quelle che sono e che tu finisca in una situazione orribile, da solo e terrorizzato da te stesso. Che tu finisca per venir divorato dal vortice che ti porti dentro. Come hai detto tu tre giorni fa io non posso aiutarti, probabilmente non posso far niente per te. Il che mi manda alla follia, perché odio non poter far niente, vorrei poterti indicare la luce quando intorno a te non c'è altro che buio. Vorrei tenerti la mano nei momenti difficili e dirti di non fare cavolate. Voglio farlo da sempre. Non so perché. Ho sempre cercato di proteggerti, fin dal primo momento in cui ci siamo visti, ho sempre portato nel cuore i tuoi occhi martoriati dal buio.

Mi dispiace Cas, deve essere stata dura vivere con tutto questo da solo.

Mi volto verso di te, inquadro i tuoi occhi verde muschio, una mano si allunga istantaneamente verso il tuo viso, lo accarezza delicatamente, l'altra sembra volerti sistemare qualche ciocca di capelli con fare affettuoso. Ti guardo e mi si stringe il cuore nel sentire le parole che utilizzi. Non so come fermarlo, questo male che ti sta uccidendo. Nei miei occhi vi è tristezza e impotenza ma anche affetto.

So di non poterti aiutare, però per quanto sia duro e spaventoso... è un tuo dono. Forse c'è qualcosa che puoi fare per tenerlo sotto controllo? Non lasciare che ti spaventi. Questo dolore, puoi, possiamo combatterlo. Ne sono certa.

Ti guardo per qualche istante. Non lo so per quanto tempo, ma mi sembra di vederti per davvero solo ora. Spoglio delle tue mille caricature.

Grazie per essere stato sincero con me.




 
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view post Posted on 19/7/2023, 20:22
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Don't erase me.Non c'è sollievo più grande che quello del tuo tocco sulla mia pelle. La carezza funge da guanciale, e io inclino il capo per abbandonarmi alla tua mano. Chiudo gli occhi, inalo il tuo profumo, e gli orrori che mi oscurano si dissipano in un attimo.
Sei accogliente come l'uscio di una casa in cui si è vissuti per tutta l'infanzia. In cui si torna per l'estate quando la scuola è finita, con l'odore del sapone che usa la mamma per lavare le lenzuola, delle torte e dei fiori nel vaso appeso alla finestra. Che continua ad abbracciare, nonostante la propria dimora sia cambiata, nel grigio universo dell'esigenza della crescita, trasponendo le memorie in storie e risa da raccontare al desco delle feste famigliari.
Queste per me sono solo fantasie nel concreto mai vissute. Eppure tu, con una sola mano sulla mia guancia, mi fai sentire partecipe di tale vita diversa e benedetta.

I miei sospiri si intersecano alle tue incertezze. Sono in pena per ciò che hai detto. Nell'arroganza solipsistica che mi caratterizza, mi rendo il tuo carnefice. Parlare ancora di me sarebbe un'insulto alla richiesta di spazio che mi hai fatto; dirti dell'assenza dei volti sulle vostre teste l'anno addietro un rischio troppo grande che il mio ego non è pronto ad assumersi.
Ti guardo, adesso, e sorrido. Mi hai lasciato il vuoto in testa scacciando i pensieri. Vorrei darti una risposta certa e dirti che ti credo. Sorrido perché tu sei infinitamente buona. Sorrido perché ormai ho accettato di non poter essere guarito.
«Non lo so perché ti ho baciata.» E' rude da parte mia, ma se dovessi spiegarti il perché del mio gesto dovrei restare chinato su uno scrittoio per almeno un secolo, annegando fra rotoli di pergamena e inchiostro. «A te perché piace volare su un manico di scopa? Mi dirai che è bello e divertente. E poi? Che ti fa sentire libera, magari, o che adori la vista dall'alto. Ma saresti davvero in grado di dare una spiegazione esaustiva del perché lo fai?»
Mi fermo. Non voglio attaccare i soliti monologhi e perdermi nell'analisi delle cose, prima che tu possa renderti conto di quanto io possa essere logorroico. Cerco di chiarificare.
«E' stato irrazionale.» E basta. «Posso dirti che in quel momento non ho pensato per niente *Come quando ho tentato di uccidere White* dico nella mia mente. «Ero talmente stufo di pensare e pensare e pensare. E' stato una boccata d'aria fresca. Di libertà.»
Cingo la tua mano fra le mie. Sostengo il tuo sguardo intensamente e il tono si fa più convinto.
«Tu sei stata l'unica persona a non aver mai abbandonato me. E' vero, mi ha dato fastidio che tu cercassi in tutti i modi di farmi stare bene. Se una persona non vuole essere curata, Alice, non guarirà mai.» *Non è che non voglio, però. Non posso.* «Mi ci è voluto del tempo per capire che il tuo in realtà è un grande dono. Tu sei leggera, sei radiosa. Tu riesci a vedere il buono che c'è negli altri, e daresti il sangue per permettere agli altri di riconoscerlo e di farlo uscire. Tu potresti essere un faro di speranza per molti.» Mi spingo in avanti e, trattenendo la tua mano, mi pongo in ginocchio davanti a te. «Io non ero in grado di accoglierla questa luce, prima. Adesso che so, adesso che mi hai illuminato» —voglio che mi guardi attentamente, nel pieno dei miei occhi— «desidero che il sole non tramonti mai.»

Sono così stanco e debole che potrei spezzarmi per qualsiasi cosa. Per questo ho deciso di essere il più chiaro possibile. Niente più facce nascoste dietro l'elmo, niente più battaglie. Depongo la spada ai tuoi piedi, ed è un giuramento che mi faccio.
«Qualsiasi cosa accada fra noi, Alice, non ti abbandonerò più.»

 
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view post Posted on 20/7/2023, 05:21
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N on ci siamo parlati per così tanto tempo, sembra naturale che ora non riusciamo più a smettere di farlo. La verità è che non hai mai abbandonato i miei pensieri, anche se cercavo di respingerti con forza, tornavi, ossessivo a tormentarmi. Ora vengo a conoscenza delle difficoltà che ti hanno afflitto, del tuo mentore che ti ha tradito, del fulmine che ha mandato in shock il tuo corpo e la tua mente, delle tue visioni. Così tanto dolore, così tanta sofferenza. La percepisco sul tuo viso, nel tuo modo di parlare, dietro ogni sillaba che pronunci e mi fa male. Mi fa male fisicamente, come se il mio corpo venisse attraversato da quel buio che non vuole mollarti. La mia mano va a carezzarti il viso, vorrei poterti sollevare, prendere tutto ciò che ti fa star male, anche solo per un breve attimo. Vedo che sei tornato a sorridermi, è così raro vederti farlo. Voglio che tu lo faccia più spesso, vorrei esserne egoisticamente io la causa. Avrei da chiederti ancora altre mille cose, ma c'è tempo, abbiamo tempo per poterlo fare.
Non sono mai stata brava con le parole, non sono una che ne spende troppe, nè che si incatena nei pensieri come ho visto fare a te, per cui la tua spiegazione ha perfettamente senso ai miei occhi.
Nemmeno io ho pensato per niente. Se lo avessi fatto probabilmente avrei tentato di fermare quello a cui il mio cuore anelava.
Sono in qualche modo felice che in questa lotta, abbia vinto il pulsare del battito sul raziocinio della mente.

Avverto le tue mani stringere la mia, il tuo sguardo perforarmi l'anima. E insieme sussultiamo. Le tue parole sono fatte della purezza dell'acqua cristallina, sono così belle e sincere da far vibrare il mio corpo. Gli occhi mi diventano lucidi mentre ti inginocchi al mio fianco, sei matto, cosa fai, penso. Non riesco a smettere di guardarti, non riesco. Ti vedo per la tua interezza, il tuo cuore pulsante avverto nella tua promessa. È la cosa più bella che mi abbiano detto. Tu sei, maledizione, la cosa più bella. Tu.
Non ti do il tempo di aggiungere altro, perché le mie labbra raggiungono le tue, vi si posano con dolcezza ma anche urgenza, desiderio di sentirti più vicino.
Passione, Libertà, Avventura, Imprevedibilità, Pericolo. Le gioie matte e i dolori avvilenti. Questo mi piace del Quidditch. E forse un po' anche di te.

 
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15 replies since 23/6/2023, 17:01   360 views
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