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| Vagnard von Kraus Le parole appena pronunciate furono frammentate ognuna da un colpo di tosse. Non era un escamotage teatrale, quanto un piccolo errore di calcolo: un po’ di fumo gli era infatti andato di traverso, irritando il condotto oro-faringeo e le pupille, che in breve iniziarono ad arrossarsi e a lacrimare. Una scena piuttosto patetica *Ach du heilige Scheiße* imprecò tra sé e sé. Vi portò la manica della divisa, affinché potesse asciugarle e portargli un po’ di apparente sollievo. Nel mentre le orecchie erano ben dritte verso l’indiscreta osservatrice, che a quanto sembrava pure essere una guardona di professione. Non pensava esistessero persone tanto perverse all’interno del Castello. Pensò bene di rimproverarla al fine di redarguire l’ignota ospite << Non ti hanno mai detto che è cattiva abitudine spiare le persone, specie se in una situazione privata? Cos’è, vuoi una sigaretta per dimenticare l’accaduto? >> Pensò bene di alzarsi e verificare chi fosse questa Alice Wagner, come si era appena presentata. Il nome non gli diceva niente, né gli era possibile riconoscerla a vista. Infatti tra la distanza, l’oscurità e la nube di fumo che aveva creato non ne riusciva a distinguere bene le fattezze. Sicuramente una novellina, una persona a cui era stato appena dato del potere e che voleva farne abuso per puro piacere di poterlo esercitare. Nella sua immensa magnanimità si impose, per quella sera, il compito di educare quella ragazza. Sospirò, dandosi una virtuale pacca sulla spalla per congratularsi di quanta pazienza stesse mantenendo in una situazione simile. Si alzò facendo leva con il bastone da passeggio, avvicinandosi a lei sincopando i passi con i colpi del bastone, che risuonavano per tutto il piano. Ghignò sotto i baffi. No, quella sera egli non avrebbe perso alcun punto, al massimo ne avrebbe aggiunto qualcuno sul dolce visino che iniziava a palesarsi davanti ai suoi occhi << Oh, allora forse servirà tutto il pacchetto. >> aggiunse, correggendo la precedente offerta. Un altro passo e si trovò a non più di due metri di distanza dalla fanciulla. Fu allora che riconobbe chi aveva di fronte. Spalancò gli occhi, indicandola con il bastone da passeggio, con uno sguardo allucinato che rasentava tra l’euforico ed il folle << Ma tu..tu sei… >> scoppiò in una fragorosa risata, allargando le braccia, ormai impossibilitato a trattenersi << … tu sei l’incapace che non riusciva ad andare dritta sulla scopa! >> diamine, era incredibile come di quei tempi elargissero il ruolo di prefetto a chiunque, dei signori nessuno, a degli incompetenti totali << guarda cosa mi hai fatto! >> ringhiò d’improvviso, indicando la crosta che ancora segnava il suo viso. Avrebbe dovuto prenderla per i capelli, stringerli in una coda vincolandoli attorno al polso, tirarla a sé con violenza, avvicinare il viso di lei alla ferita e fargliela leccare, ma si trattenne. Voleva sentire le sue parole, i suoi patetici tentativi di dimostrare il suo ruolo utilizzando l’impotenza, gli insulti nei suoi confronti, sentire quanto fosse disgustoso ai suoi occhi e che tutto ciò che di male subiva era meritato.
Pregustava, in sintesi, un secondo orgasmo. E questa volta dritto davanti agli occhi di Fräulein Wagner.
Senza dimenticare però le buone maniere, inarcò il busto ed allungò la mano verso di lei << Vagnard von Kraus, freut mich Sie kennenzulernen, Fräulein. >>
SCHEDA ▴ UMANO▴ 17 ANNI ▴ CAOTICO MALVAGIO▴ ▴ code © psìche
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