Incrocio di Destini, Un Incontro Inaspettato

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view post Posted on 1/7/2023, 15:21
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Snape

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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno
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Ritrovarsi a vagare tra i maestosi corridoi del castello, con pergamene e libri che sembravano pesare più di Silias stesso, era diventata una consuetudine per lui. Il Serpeverde aveva preso il nuovo anno scolastico troppo seriamente, immergendosi sempre di più nelle lezioni. La sua determinazione a seguire con caparbietà ciò che si prefiggeva spesso lo faceva apparire come un individuo eccentrico, allontanando chiunque avesse avuto la brillante idea di avvicinarsi a lui. Quel giorno, il giovane raggiungeva il limite della sua resistenza mentale, che via via si indeboliva a causa delle estenuanti lezioni di storia della magia. Tuttavia, già pensava con entusiasmo alla lezione di volo e a quella di erbologia, senza trascurare quella che desiderava più di tutte: la lezione di pozioni. Il suo proposito era quello di eccellere in tale materia, desiderando ardentemente diventare un mago abile nell'arte complessa e ardua delle pozioni. Sembrava che il suo cervello rifiutasse questa sfida, ma in realtà era il suo stesso cervello che sembrava respingere Silias, tormentandolo sin dalla nascita.

Quel giorno, finalmente decise di abbandonare i suoi libri, le pergamene, il calamaio e le piume nella sua stanza e si diresse verso il giardino, convinto di staccare per un po la spina dallo studio. La scuola stava diventando sempre più affascinante, peccato che a causa del suo carattere difficile non riuscisse a trovare un compagno di avventure. Non riusciva a superare questo suo difetto, che lo allontanava sempre di più dalla sua vita da quindicenne e dal resto dei suoi compagni. Ma lui non era così, era più incline a guardare al futuro, trascurando il presente. Non bramava il divertimento, desiderava essere un mago potente, colmo di conoscenza e rispettato da tutti. Questi erano i pensieri che accompagnavano il Serpeverde mentre si avventurava nel giardino, non perché fosse una zona proibita, ma semplicemente perché non voleva essere visto da nessuno. Era come entrare in una sezione vietata, un territorio riservato solo alle persone normali, e di certo lui non lo era...oltrepasso le arcate, e calpesto il manto erboso ben curato, per poi avviarsi verso una panchina in legno ben isolata, e posta con precisione sotto una maestosa pianta di Ginkgo. Il fresco della sua ombra lo trasportava in un relax che aveva dimenticato, e mai ricercato fino a quel giorno. Per un attimo si appisolo, e iniziò a sognare, lui che diventava prefetto, il preside che si congratulava con lui per essere il miglior studente che hogwarts avesse mai visto, e sua madre e suo padre orgogliosi che lo guardavano in lontananza…era tutto perfetto…tutto come voleva…fino a quando una voce non lo raggiunse, riportandolo nel mondo reale, apri i suoi occhi e con vista appannata si ritrovò davanti una ragazza bionda, con uno sguardo familiare. Riconobbe subito i suoi occhi, troppo belli per poterli dimenticare, sembrava quasi che a svegliarlo fosse stato un angelo…io ti conosco !...disse quasi urlando, per poi scivolare nell’imbarazzo nell’attesa che quella ragazza, continuasse a parlare….
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view post Posted on 2/7/2023, 13:04
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Era un sabato pomeriggio placido – il sole caldo, l’aria tersa, avevano portato fuori dalle mura del castello tanti studenti e persino qualche insegnante – Adeline inclusa.
Con quei raggi abbaglianti Regn non ne aveva voluto sapere di uscire dal suo nido incantato – motivo per cui come sua unica compagnia la londinese aveva portato con sé un paio di libri, qualche compito da correggere e piume e pergamene pulite per strutturare le lezioni delle settimane successive.
Aveva raggiunto l’ampio giardino e lì, sulle rive del Lago Nero, aveva speso buona parte del pomeriggio: aveva scritto, letto, chiamato Abith perché gentilmente le portasse un paio di fialette da controllare – e nel dubbio, anche un bicchierone di thè freddo – aveva ridacchiato tra sé e sé scrutando il profilo in lontananza delle Piovra Gigante che per un po' si era divertita a sguazzare nelle acque tiepide della superficie.
Aveva riposto il tutto solo diverse ore dopo, alzandosi da terra con il solo intento di sgranchirsi un po' le gambe attraverso una piccola passeggiata, assaporando l’aria lieve sul viso.

Il materiale nella borsa a tracolla ed un paio di libri ancora tra le braccia - Adeline al momento camminava con l’attenzione dispersa, le iridi bicrome che saltellavano di dettaglio in dettaglio – tra studenti, alberi in fiore, in lontananza vedeva le serre di Erbologia e il profilo del Platano Picchiatore.
C’era chi passeggiava come lei, chi chiacchierava animatamente – scelse con cognizione di causa di non approfondire cosa stesse succedendo o meno tra cespugli ed arbusti fioriti – e c’era chi.. dormiva.
Londra si avvicinò con cautela allo studente, riconoscendolo come un giovanissimo Serpeverde che – non solo era di fatto un suo alunno come tutti lì intorno d’altronde ma in effetti.. come poche altre anime in quel Castello, tra cui Camillo, Eloise, Alice, Oliver e Camille – anche di quel Verde Argento la docente serbava un ricordo antecedente al suo incarico lì ad Hogwarts.
-Signorino Morgan!-
Adeline si avvicinò al ragazzino, ridacchiando appena -Certo che mi conosci, sono la tua insegnante di Pozioni- ribattè poi ilare e sorridente alle prime battute dello studente -Hai per caso mandato giù qualche intruglio confondente o smemorino?-
Gli indirizzò un occhiolino e si avvicinò di un passo alla panchina.
-Ne sono successe di cose dal nostro primo incontro al Paiolo.. ma spero bene che tu nel mentre abbia frequentato a sufficienza le mie lezioni per ricordarti il mio volto!- gli rivolse una faccetta buffa prima di tornare a sorridere.
-Posso – o stai aspettando qualcuno?-
Chiese infine facendo cenno alla panchina in cui sedeva – pensando che in fondo, una chiacchierata potesse far bene ad entrambi.
 
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view post Posted on 3/7/2023, 21:57
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno
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Per un istante, Silias, il giovane apprendista, faticò a riconoscere la sua insegnante, Adeline, a causa della confusione negli occhi dovuta alla breve pennichella che si era concessa. Si sfregò gli occhi e subito la riconobbe. Adeline era l'insegnante di pozioni che aveva ispirato la sua passione per l'arte delle pozioni fin dal loro primo incontro. Quella giornata era rimasta indelebile nella sua mente, un ricordo prezioso, perché in quelle poche ore aveva potuto parlare apertamente dei suoi pensieri, senza alcun filtro. Aveva potuto riversare i suoi complessi su di lei e si era sentito accettato e compreso, provando una sensazione di libertà.

Scusa, prof, per un attimo ho creduto di aver visto un angelo...disse Silias, consapevole che la sua confidenza con Adeline poteva sembrare eccessiva. Tuttavia, sapeva che al massimo avrebbe ricevuto una tirata d'orecchi da lei. Non riusciva ad essere serio come con il professore di storia della magia, con Adeline era diverso.

Ma quale intruglio confondente o smemorino? Siete voi insegnanti e i vostri compiti a ridurmi così... disse sorridendo, cercando di mascherare ciò che in parte pensava realmente..

Nell'ultimo compito di pozioni che mi hai assegnato, mi sono sforzato di trovare un modo per estrarre le lacrime da un ghiro senza far male a quella povera bestiola...continuò Silias, sorridendo ancora una volta, riferendosi alla loro terza lezione... Ma tutto sommato, sono riuscito a portare a termine il compito... che non ho ancora consegnato, visto che la nostra lezione è prevista più avanti... Spero di ricevere un bel voto ...chiuse la frase con sguardo beffardo, quasi alludendo a un occhio di riguardo per il suo operato.

È vero, il tuo volto non potrò mai dimenticarlo... continuò Silias. E sì, sono successe molte cose, ma a quanto pare alcune cose non possono cambiare. Come vedi, mi hai trovato qui da solo, come all'interno del paiolo...lasciò che quelle parole si dissipassero nell'aria, sapendo che quella ferita rimaneva aperta. Non era ancora riuscito a trovare un compagno con cui potesse veramente instaurare un legame e che potesse capirlo. Amava il prefetto e il capo scuola, e alcuni studenti che aveva conosciuto durante il suo soggiorno nel castello, ma lui stesso era più un osservatore. Non era il classico ragazzo che cercava attenzioni, e questo non era mai stata un'opzione valida per lui.

Certamente che può sedersi... disse chinando il capo quasi a toccare le ginocchia, per poi risalire con il busto eseguendo una stirata per rilassare la schiena affaticata dalla posizione scomoda assunta durante il sonnellino....Prego...disse spostandosi per far sedere la sua insegnante.

A quanto pare, sono ancora solo qui dentro queste mura, in questo enorme castello... continuò Silias....Mi piacerebbe condividerlo con qualcuno, ma non sono il tipo che si lega, purtroppo..." Portò le mani ai capelli. ..Sono un ragazzo da evitare..credeva davvero a quello che diceva, ci credeva talmente tanto che ormai ne era convinto..Sono forse brutto come un rospo ?.. per poi continuare, abbandonando il contatto visivo con la donna... Comunque, ho sempre desiderato parlare un po' con lei da soli. Dimmi.. fece una pausa, per poi assumere una posizione più comoda. Cosa si prova ad essere un'insegnante a Hogwarts? È difficile insegnare a tutte queste testoline? E pensare che molto tempo fa ti trovavi al loro posto, dietro un banco..eseguì un sospiro, portando gli occhi al cielo. ..Anche un'altra cosa non è cambiata. Non so proprio cosa fare nel mio lontano futuro, non so cosa diventerò, ma voglio essere ricordato. Voglio lasciare un segno, un segno profondo che farà parlare di me negli anni a venire...

Silias si accorse di aver parlato troppo, così decise di fermarsi, come se avesse premuto un pulsante "stop", e attese che la sua insegnante rispondesse alla sua domanda..
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view post Posted on 9/7/2023, 13:55
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Nel complesso Adeline fu lieta di constatare che, come nel corso del loro primo incontro al Paiolo Magico, Silias anche tra le mura del castello rimaneva sì un ragazzino apparentemente isolato – così come in realtà, principalmente si definiva lui stesso – ma fondamentalmente comunque loquace.
-Saranno anche i nostri compiti a ridurvi così ma rimaniamo pur sempre angioletti, corretto? E attento alla tua risposta.. potrebbe valere dei punti casa. -
Rispose con tono di “ammonimento” Londra alle prime battute dello studente, in chiave palesemente ironica e divertita – tant’è che non passarono che pochi secondi prima che la docente non accennasse un occhiolino d’intesa al Verde Argento, scoppiando a ridere l’istante successivo.
-I tuoi voti ad ogni modo dipendono principalmente dal tuo impegno e da un tuo personalissimo “q.b.” di precisione, acume e.. creatività – non sarei una degna ex Bronzo Blu in altro modo, non credi? -
Il sorriso si fece mite e rassicurante – la questione compiti e voti era da sempre una delle tematiche più gettonate tra gli studenti, special modo i più giovani – e/o talvolta i più ambiziosi.
Silias in effetti, poteva appartenere benissimo ad ambo le categorie.
Adeline ad ogni modo continuò ad ascoltare tranquilla le parole del maghetto, prendendo poi posto sulla panchina appena questo gliene diede la possibilità: -E’ impegnativo ma non difficile.- rispose quindi sorridente la londinese poco dopo, acchiappando al volo una delle domande del Serpino -Ho da sempre una passione per questa materia, motivo per cui in realtà, mi viene molto semplice parlarne per ore e ore- ridacchiò appena, sistemandosi in grembo i libri retti tra le braccia sino a quel momento, il palmo della mancina che andava ad accarezzarne la copertina ruvida -E spero anche che sia in grado di trasmettere questa stessa passione, accendendo magari anche solo una piccola fiammella di curiosità nei miei studenti.-
La mente tornò rapida al giorno del suo colloquio, le dita che tamburellavano leggere sui tomi mentre lo sguardo bicromo tornava a fissarsi l’attimo seguente sul maghetto Serpeverde:
-Hai tempo per pensare al tuo futuro. Piuttosto, preferirei che mi spiegassi come mai pensi di essere qualcuno da evitare.-
Sorrise ancora, lieve, inclinando appena la testolina dorata.
-Non mi dirai mica che qualcuno ti dà noia per la casa in cui sei stato smistato! Accidenti queste stupidaggini dovrebbero essere superate da parecchio..-
Poggiò la schiena contro il legno della panchina, le iridi di mare e di bosco disperse per qualche indefinita manciata di attimi nell’aria tiepida e vibrante attorno a lei.
-Non importa per cosa ma importa “essere ricordati”..-
Rifletté infine in ultimo, condividendo i propri pensieri con il Serpino: -Significa che vuoi lasciare il tuo futuro in mano unicamente all’opinione e memoria di “ipotetici altri sconosciuti”.-
Lo sguardo bicromo tornò a fissarsi in quello del suo studente: -Perchè?-
 
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view post Posted on 11/7/2023, 19:01
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno
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Parlare con Adeline era sempre un'avventura, riusciva a far diventare meno pesanti anche le conversazioni più complicate. Silias adorava quella ragazza, l'ammirava moltissimo, vedeva in lei un obiettivo da raggiungere, come se quel giorno al paio gli avesse lanciato una fattura...dare fastidio ?...naaaa, neanche mi guardano mi evitano come la peste...lo sguardo del ragazzo divenne torvo ...mi evitano peggio della peste...sapeva che non era vero, a dirla tutta il problema era lui medesimo, che non dava spazio ai suoi coetanei...io cerco di farmi degli amici, ma loro non capiscono, non sono come voi, potrebbero fraintendere...mentiva spudoratamente, non era per niente così, era lui che emanava un aura negativa, e trattava male chiunque provasse a parlargli…ma che vuoi farci, purtroppo sono fatto cosi....iniziava a essere poco credibile, così si accigliò, e eseguendo una virata strategica cambiò discorso...il mio futuro è incerto, credo che il futuro puoi gestirlo meglio del presente, perché puoi gettare delle basi per renderlo il più migliore possibile...i suoi occhi si gettarono su il platano picchiatore...vedi quell'albero, io penso che lui sia la rappresentazione perfetta del mio essere...era stato sempre affascinato da quell'albero, l’osservava sempre quanto poteva, anche durante il suo primo giorno di scuola...lui non lascia avvicinare nessuno, ma resta comunque saldo e potente, nonostante non abbia nessuno, è forte, solido e rispettato...avere un carattere simile a quello di Silias fa si che non ti fidi delle persone, hai come un senso di rigetto, come se i loro sorrisi fossero falsi, le loro parole fossero false, tutto ciò che cercano di fare per compiacerti sia falso. Non andava fiero di questo suo essere, ma purtroppo aveva vissuto sempre così, o almeno non fino all'età di 11 anni, quando perse la sua unica amica...avvolte mi chiedo che se tornare indietro potrebbe sistemare le cose…stava uscendo pienamente dal discorso originario senza rendersene conto, come se quell’albero lo stesse ammaliando…mi chiedo cosa sarebbe successo se quel giorno non mi fossi comportato come quell'albero…fece un piccola pausa, per poi riprendere… dovevo salutarla, e invece sono rimasto dietro un vetro mentre se ne andava…ancora una pausa, ma questa volta abbassò lo sguardo, come per nascondere una lacrima.. non posso dirlo con certezza, ma credo che la mia vita sarebbe stata diversa…torno a fissare L’albero…per lo meno non avrei questo peso a tormentarmi…Tornare indietro a quel momento per il giovane serpverde era troppo pesante, ma quella donna bionda che si trovava al suo fianco riusciva fargli esternare tutto ciò che si teneva dentro…scusa sto straparlando, comunque non c’è risposta alla tua domanda… perchè ? …perchè no…essere ricordarti da uno sconosciuto, o da un famigliare, un amico, cosa cambia, non ha importanza, ma lasciare un segno che riempie la mente, che ti trascrive su i libri di storia, è un qualcosa che non si può spiegare… in quel momento sorrise, consapevole che quello che stava dicendo risultava incomprensibile anche per lui…scommetto che non hai afferrato, ma vabbè neanche io so cosa voglio, d'altronde come detto in precedenza il futuro è imprevedibile…disse assumendo un espressione un pò da scemo…comunque Adeline, e il tuo di futuro ?...fra dieci anni ti vedi ancora qui dentro queste mura, o ambisci a qualcosa di più grande ? ….
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view post Posted on 22/7/2023, 10:39
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Trovava quantomeno interessante interagire con Silias, sembrava oscillare indeciso su tratti diversi di personalità e carattere – pur seguendo un filone principale dalla trama tutta Verde e Argento.
Adeline faceva saltellare lo sguardo dal panorama circostante al visino del Serpeverde, ascoltando attenta le sue risposte:
-Il futuro puoi “gestirlo” in maniera talmente limitata - è per sua natura aleatorio.. e inoltre ciò che puoi fare è - certamente “gettare della basi” - ma queste basi puoi unicamente gettarle nel qui e ora, non credi?-
Ondeggiò appena la testolina dorata, cercando di far afferrare al suo studente il vuoto di logica che faceva traballare un po' la struttura di quel suo pensiero.
-Perciò fondamentalmente puoi muoverti unicamente nella dimensione presente, pur magari – e questo dipende solo da te in effetti – dando poca rilevanza ai tuoi vissuti a riguardo e considerando invece solo i tuoi obbiettivi, potenzialità, possibilità a breve, medio o lungo termine. -
Avrebbe probabilmente aggiunto altro in qualità di sua modestissima opinione – ma così si sarebbe divagato sin troppo su pensieri e convinzioni personali – piuttosto, avrebbe dovuto mandare quel Serpino da un animo gentile con il dono della Veggenza probabilmente, per cercare di fargli comprendere davvero al meglio la complessità e imprevedibilità del Futuro.
Anzi, magari ci sarebbe dovuta andare anche lei: l’avrebbe incuriosita come minimo – inoltre, certi aspetti della sua intera personalità erano ancora talmente ancorati al passato.. proiettarsi nel futuro l’avrebbe a dir poco incantata.
Ad ogni modo.
-Quell’albero ospita un intero ecosistema – così come in generale fa a suo modo attivamente parte di uno ancora più grande e articolato. La cosa più importante in fondo..- rifletté rapidissima su diverse parole, pensieri esplicitati anche più volte da quel Verde Argento - e si poggiò contro il rigido schienale in legno della panchina, poco prima di far riposare nuovamente lo sguardo su quei giovani lineamenti: -E’ che tu ci stia bene. Nella tua solitudine, nei tuoi obbiettivi, in qualsiasi cosa tu scelga per te stesso.-
Respirò appena, silenziosa, mordendosi l’interno delle guance in una muta e improvvisa mareggiata che imperversò agitata nel suo costato: lei, lei ci stava bene nelle sue scelte?
Sì.
Senza alcun’ombra di dubbio.
Ma il discorso era più complesso di così: e in ciò che invece non era stato determinato da lei, che non aveva potuto scegliere?
Forse anche qui rientravano in campo variabili – tra le mille - legate ai concetti di spazio-tempo.
“Ai posteri l’ardua sentenza” avrebbe commentato, ma dato che già “gli antenati compiono scelte le cui conseguenze noi soli siamo portatori” in pieno spirito di ribellione Adeline fece una metaforica gran linguaccia a spiriti di Passato e Futuro di sti cazzi e tornò ad imbrigliare la realtà presente con sguardo di feroce sfida.
Qualcun altro, nel mentre, pareva essere inciampato invece nei finimenti affilati della nostalgia e del rimpianto – forse persino del senso di colpa?
-Quel che ho afferrato - iniziò quindi a rispondere Londra, le sopracciglia leggermente arcuate sopra lo sguardo bicromo indagatore e la natura del lampo che lo illuminò per un secondo, rimarrà sconosciuta a posteri, antenati, pari e compagnia bella -E’ che mi pare tanto che tu sia intrappolato tra un passato che non si può cambiare – e un futuro che neanche ancora esiste.-
La docente incrociò le braccia al petto, inclinando il capo con fare incuriosito e dubbioso: -Silias.. - scossa appena la testa, sorridendogli -Per me questa è già grandezza. Sono assolutamente più che soddisfatta e contenta della mia vita e delle mie scelte – del mio presente, esattamente così com’è.-

-Tu invece, dietro a quale vetro sei rimasto bloccato?-
 
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view post Posted on 26/7/2023, 18:14
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''Per me questa è già grandezza. Sono assolutamente più che soddisfatta e contenta della mia vita e delle mie scelte – del mio presente, esattamente così com’è.- ''

Davanti a questa affermazione di Adeline, SIlias rimase silenzioso. Cercava di analizzare il contesto dietro le sue parole, come se tutto quello che aveva detto in precedenza ora gli risultasse infantile. Davanti a quella maturità, si sentiva a disagio, piccolo, un ragazzino con la mente talmente chiusa nel suo mondo che faticava a stare dietro a quel pozzo di sapere. Adeline sapeva come rispondere, sapeva come prenderlo, non era come i suoi famigliari, che dopo averlo ascoltato si limitavano a dirgli cose già dette e ridette, solo per snobbare i suoi pensieri riportandolo nel loro di presente. In quel momento incrociò le mani, iniziando a stritolarle, non sapeva come comportarsi , come reagire, si limitava a stare in silenzio, fissando ancora quell’albero …

sono invidioso…finalmente aprì bocca, rivolgendosi con uno sguardo cupo alla sua insegnate…sono invidioso che voi tutti, avete un presente e non necessitate di pensare a un futuro, daltronte avete portato a termine i vostri obbiettivi, però, devo anche dire se mi è permesso, che accontentarsi di questa piccola vittoria è da sciocchi…liberò le mani dalla tortura, lasciandole tornare finalmente libere…davanti a lei professoressa mi sono reso conto che quello che penso, che quello che provo, sono solo schiazzi di una vita appesa a un filo, non sono in grado di gestire la mia adolescenza, perché come ho detto mi sento come quel platino, e non posso farci nulla, mi opprime questo mio essere, ma non posso farci veramente nulla …il suo viso davanti alla domanda di Adeline cambiò di nuovo assumendo un tratto triste, come se quella domanda in realtà si fosse trasformata in un coltello conficcato dentro lo stomaco…

Sono rimasto bloccato dentro una bolla più che dietro un vetro…fece una pausa, per poi riprendere con un sospiro…da piccolo conobbi una ragazza che viveva vicino la casa dei miei, come sai mia madre è una nata babbana, quindi a causa di mio nonno, fummo costretti a trasferirci…diede per scontato che Adeline conoscesse la sua natura di mezzosangue, per via del suo status di insegnante …quella ragazza era una babbana, non sapeva nulla della magia, ma la trovai subito simpatica, iniziai a conoscerla meglio, giocavamo sempre insieme, con lei mi sentivo normale, mi sentivo diverso, soprattutto quando mi mostrava i suoi giochi, oppure quando mi porgeva le sue merendine, era talmente affettuosa che tutta la situazione dietro la mia famiglia iniziava a scivolarmi di dosso… in quel momento si limitò a chinare il capo, come se volesse nascondere il volto… il pensiero di mio padre che non dormiva la notte, mia madre che non riusciva più a lavorare, e mia nonna che piangeva notte giorno lanciando maledizioni verso mio nonno, insomma, lei era diventata la mia scappatoia..a capo chino , senza guardare gli occhi della professoressa, il ragazzo si sentiva strano, come se in quel momento stesse parlando più con una sorella che con un insegnante..

Ma la felicità per me non è di casa, sono maledetto, sono perseguitato da un destino scritto, e questo fa sì che io viva dentro un limbo senza fine…parole dure uscirono dalla bocca del ragazzo, le parole - maledetto - destino - per uno della sua età non dovrebbero esistere, eppure le pronunciava come se niente fosse… un giorno lei mi disse che i suoi si trasferivano, lasciavano l'inghilterra per trasferirsi in italia, dove avrebbero raggiunto i nonni paterni..una lacrima scese su il volto del ragazzo…io mi arrabbiai, diedi il peggio di me, urlandogli contro, e quando lei era in procinto di andarsene, non scesi neanche a salutarla, rimasi dietro il vetro della mia finestra, a fissarla , mentre andava via…un’altra lacrima scese, e il ragazzo la eliminò subito con la manica della divisa …poi venni a sapere a distanza di giorni dalla sua partenza che il suo aereo non aveva mai raggiunto l’italia…finalmente si decise ad alzare il capo, per guardare Adeline negli occhi …L’ultima cosa che gli ho detto è stata - ma si vattene tanto non siamo mai stati veramente amici, ti prendevo solo in giro - il mio intento era solo ferirla, fargli sentire il dolore che provavo io...ma non pensavo realmente quello che dicevo…non c’era spiegazione al volto del giovane, era palese che era intriso di sofferenza…Silias è scomparso quel giorno, al suo posto è emerso un altro Silias, con le fattezze di quel albero, mi imposi una regola, mai più aprirmi con qualcuno…in quel momento sapeva che la sua regola era stata infranta, perchè si stava aprendo proprio con la sua professoressa, ma non gli importava, aveva intriso nelle sue parole tanta sofferenza, quasi tremava, ripercorrere quel corridoio di ricordi era troppo per lui...questo è un frammento oscuro del mio passato..
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view post Posted on 30/7/2023, 23:10
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Lo sguardo di mare e di bosco si accigliò appena, dispiaciuto, mentre scrutava il tormento manifestato nelle mani del Serpeverde.
I timpani vibravano al suono del racconto che il Verde Argento andava narrandole – e i pensieri di Adeline non potevano non legarsi l’uno con l’altro, rincorrendo quelle parole e intrecciandosi in immagini e fotogrammi di una storia non sua – la storia di un giovane Silias Thom Morgan.
C’erano insicurezza, rimpianti, solitudine, sensi di colpa.. dolore.
C’erano così tanti elementi – e al contempo così pochi, ciò che c’era era tutto così di una sola, scura tinta – mancavano così tante pennellate di luce, di gioia e spensieratezza – che Adeline, a dispetto della sua stessa di storia – da sempre desiderava per qualsiasi altra persona, giovane o meno che fosse.
Lo ascoltò in silenzio, spostando semplicemente i libri dal suo grembo al legno della panchina.
Quando Silias finì di parlare, Adeline era quieta ma seria:
-Nessuno ha un “destino scritto” in maniera indelebile e - sollevò ambo le sopracciglia dorate, come a voler sottolineare la perentorietà delle sue parole -Nessuno, a mio modesto parere, è maledetto – questo, credo di avertelo già chiarito il giorno in cui ci siamo conosciuti.-
Accennò un piccolo sorriso, non voleva che il maghetto prendesse i suoi toni seri per un rimprovero.
Adeline si sporse appena e – se il Verde Argento glielo avesse concesso – lo avrebbe circondato con le braccia, in un abbraccio leggero intorno alle spalle: -Il dolore.. ti rende umano, non un vegetale.-
Gli avrebbe sussurrato prima di indietreggiare, tornando a poggiare la schiena contro la panchina.
-Mi dispiace, per la tua amica.-
Chissà, a questo punto, se qualcuno glielo aveva mai detto. Se qualcuno si era mai dispiaciuto per quella ragazza babbana, peraltro – come se poi questo desse o meno valore alla persona, ma da quel che aveva capito della famiglia di Silias a quanto pare sì, la qual cosa contava – sua amica e scappatoia, aria fresca di libertà – chissà a questo punto se qualcuno si era mai dispiaciuto.. per lui.
-E mi dispiace anche per te.-
Tamburellò con la mancina sulla rigida copertina del libro, come a voler rimanere ancorata alla realtà senza perdersi nelle infinite ramificazioni che già intravedeva dietro lo sguardo bicromo -Ma questo non significa che tu innanzitutto.. non possa perdonare te stesso.-
Le iridi verde blu, indagatrici, sondarono il volto del Serpino.
-E in secondo luogo che tu non possa andare oltre. Porti degli obbiettivi, questo è certo, ma vivendoti il presente per poterli conquistare davvero quegli obbiettivi.-
Respirò in silenzio, lasciando che imprecisati e infiniti silenziosi attimi riempissero lo spazio tra loro: -Tieniti stretto quel frammento – ma fanne una forza e vai avanti Silias.-
In quel momento in realtà, non avrebbe saputo come aiutarlo altrimenti.
La realtà era che - ipocrita si disse aspramente rivolta a sé stessa – lei era la prima a non aver perdonato sé stessa per colpe peraltro inesistenti, ma per arrivare a questo ci vorrà ancora un bel po', non è vero dolce Adels? anche se sì, in qualche modo aveva comunque reso spezzoni del suo passato suoi attuali punti di forza e di debolezza. Ma anche per questo.. tempo al tempo, corretto?
Le labbra si strinsero appena, in apprensione: non le piaceva non riuscire ad aiutare come avrebbe voluto, come avrebbe desiderato e di fatto come non avrebbe potuto chi le stava accanto - non le piaceva affatto.
Tornò a riafferrare i libri, stringendoli al petto come a volersi difendere da qualcuno o qualcosa – o come a voler difendere qualcuno o qualcosa da quella perenne burrasca che aveva vita entro il suo costato – doveva rientrare nel suo studio – doveva impegnare la testa altrove – doveva rifugiare i pensieri e l’animo là dove i bui gorghi del suo personalissimo oceano in tempesta non l’avrebbero trovata.
Una cosa però, poteva comunque farla: -Questo frammento ad ogni modo - adesso, possiamo portarlo in due.-
Gli indirizzò un sorriso mite, stringendo più forte i libri al petto: -Non sei solo, Silias.-
 
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Le parole "Non sei solo" risuonarono nuove per Silias. Non le aveva mai sentite pronunciate da uno sconosciuto. Fino a quel momento, solo i suoi genitori e sua nonna avevano osato confessargliele. Sentire quelle parole dai suoi familiari lo portava a rifugiarsi sempre di più nella sua stanza, tra le pagine dei suoi amati libri, disteso a terra, come se il freddo emanato dal pavimento bloccasse ogni emozione.

La tragedia che lo aveva colpito era stata difficile da assimilare, e questo aveva spinto il ragazzo a creare un mondo tutto suo, un luogo dove la perdita di una persona cara non era contemplata.

Quel giorno in cui venne a conoscenza dell'incidente era ancora vivo nei suoi ricordi. Non proferì parola, ma suo padre posò delicatamente la mano sui suoi capelli per consolarlo, mentre sua madre, conoscente dei suoi turbamenti, sapeva che quell'evento tragico avrebbe segnato profondamente il cuore del figlio, spingendolo sempre più verso l'oscurità.... "Non sei solo"....Me lo ripetevano notte e giorno, ma io mi sentivo comunque solo, come un mostro gettato dentro una caverna...Le sue parole erano gelide, intrise di sofferenza, come se le avesse tenute imprigionate per troppo tempo. La solitudine alimentava disperazione e rimpianti, tutte le emozioni che una perdita può far provare a una persona.

Mi chiedo se mi abbia perdonato, me lo domando ogni giorno, domandandomi se lei abbia davvero compreso il mio comportamento e, prima di...inghiotti le parole, erano troppo difficili da pronunciare...lasciamo stare... Erano davvero troppo difficili da dire.

Così, cambiò argomento, distogliendo lo sguardo dalla professoressa. Comunque, penso che lei professoressa sarà impegnata; mi sento in colpa per averle sottratto tanto tempo prezioso e per aver privato i miei compagni di un insegnante tanto speciale..

Un sorriso quasi beffardo si dipinse sul suo volto, nato come maschera per nascondere un'emozione sfuggita al suo controllo da Serpeverde. Come se parlare di sé fosse sbagliato, anomalo... Ci vediamo a lezione!... Esclamò mentre si alzava in piedi con fare deciso, girandosi di spalle per raggiungere la lezione di Trasfigurazione. Ma prima di andare, ancora una volta, lasciò emergere qualcosa di grande che aveva tenuto esiliato dal suo cuore per troppo tempo... Grazie di tutto. ...Si trattava di gratitudine. Non aveva mai espresso un sincero segno di gratitudine verso un estraneo... Grazie davvero...

Più leggero, Silias lasciò il giardino, consapevole di aver trovato un punto di ripristino nei momenti più bui. Oltre a una grande insegnante, sentiva di aver trovato una sorella, e questo fece crollare la sua maschera da Joker, dando spazio a un sorriso sincero.
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