| L’ho guardata fermarsi in mezzo alla strada e prendermi in giro per la mia pessima, lo ammetto anche io, ma mettiamolo in barrato così magari si nota meno battuta e di tutta risposta ho sgranato lo sguardo, battendo appena i piedi per terra come i bambini piccoli, in muta – e chiaramente scherzosa – protesta: l’attimo seguente stavo già mescolando la mia risata con la sua. Ho quest’assurda impressione, come se io e questa strega già ci conoscessimo – e lei possa quindi di riflesso intendere benissimo le mie rapidissime e personalissime giostre, fatte di espressioni, gesti, movimenti a volte infantili, a volte estremamente seri, a volte vocianti e a volte muti – quasi sempre molto veloci comunque. Mi costringo a ripetermi – e a ripetermi ancora, e ancora – nella mia testolina bacata dorata, che è una persona appena conosciuta – ”io non so niente di lei e lei non sa niente di me”. E quanto vorrei che non fosse così, accidenti! Ho questa silenziosa e assurda lotta entro il costato – una forza motrice luminosa e calda che preme, spinge e tira al medesimo tempo, fa di tutto con caotica e straordinaria forza per portarmi da questa strega – portarmi più vicina, desiderarne ogni singolo particolare e rifinitura dei suoi tratti, della sua voce, della sua storia e sfaccettato carattere e personalità – contro una cristallina e gelida razionalità che mi ricorda a bastonate sui denti che non funziona così Adeline, mi sbatte in faccia il minutaggio di effettiva conoscenza, la superficialità di questa stessa - non sa niente di me, non sa niente della mia solitudine e di come la colpa sia mia, soltanto mia - Non mi ha fatto bene rivangare - rivangare, Merlino appena solleticare se mai – il mio passato. Ma Mary mi parla, mi chiede e mi domanda – e io non ce la faccio a non risponderle, non ce la faccio a non darle tutto ciò che possiedo se solo me lo domandasse – -Assolutamente sì.- Le rispondo infatti radiosa, un po' per il tema di discussione e un po' perché è lei e basta. -Ho sempre saputo che sarebbe stata la pozionistica. Poi, per quel che riguarda l’effettiva ramificazione pratica.. Ho amato essere Medimag, per centinaia di motivi. Ma amo anche essere docente, per altrettanti centinaia di motivi.- -Ah!- La guardo sorpresa e divertita, ascoltando poi il suo condividere con me l’hobby per la cucina. Dire che mi brillano gli occhi è dire davvero poco e niente – tanto più quando la strega prosegue nella sua risposta alla mia domanda e.. Incantata – perché sì dannazione, la capisco sul serio, io che dell’aiutare gli altri ne ho fatto primo motore e pressoché unico scopo della mia vita - la ascolto, e quella parte di me tanto propensa alla cura e accoglienza, alla comprensione e attento riguardo, vibra, o forse trema, commossa dalle sue parole. Sono sinceramente felice per questa strega un attimo – così come quello seguente, quella frase smezzata e il discorso capovolto d’improvviso mi fanno impensierire. [“Posso assicurarmi che nulla di male succeda. O comunque, posso provarci.”] -Sono certa che tu ci riesca.- E ne sono così fermamente convinta, che abbattere questo mio muro di incrollabile certezza credo sia letteralmente impossibile per il chiunque, Mary inclusa. Se non ci credesse lei a sufficienza – in sé stessa, nelle sue capacità, quasi poco importa il vero soggetto della frase - io potrei comunque farlo benissimo per entrambe – crederci, intendo. -Ma comunque: cosa ti piace fare nel tempo libero?- Ad ogni modo – cambia discorso, e io voglio tante cose – forse troppe – in questo momento da questa strega, ma di certo non obbligarla in qualsivoglia modo ad argomenti che non vuole approfondire. C’è una parte di me che se ne dispiace – così tanto - vorrei solo ascoltarla parlare di sé per ore, giorni interi – ma anche l’altra onnipresente parte opposta della medaglia, di me, che rispetta profondamente l'altro e lascia infinite libertà, motivo per cui.. le sorrido sincera, dondolando appena con il busto, le braccia nuovamente incrociate dietro alla schiena: -Beh, al di là della cucina alla quale dedico davvero tanto tempo – mi piace tanto sperimentare e cucinare per gli altri - spiego brevemente e hai voglia dolce Adels -Leggo molto, potrei essere una secchioncella - ridacchio, con una faccetta buffa tra i lineamenti del viso - poi mi impensierisco per un attimo e di getto aggiungo -Suono – o suonavo (?) - anche il pianoforte, ma in effetti.. non ho alcun testimone (?)- Perché poi?
Perché non c’era mai nessuno ad ascoltarti, bambina. O quando c’era, ti avrebbe tagliato le dita una ad una al solo primo battere del martelletto sulle corde, dato che il piano era di tua madre.. Mi rendo conto di aver inaspettatamente ceduto una parte di me normalmente celata e nascosta al mondo – velata persino a me medesima, dato che tranne in istintivi movimenti delle dita nei momenti di maggiore turbolenza emotiva, non tocco quei tasti d’avorio da tempo. Mia zia è riuscita a vincere infine quella battaglia come altre mille potrei commentare, facendomi sentire in colpa persino nei confronti di uno strumento. E’ Regn che questa volta recupera i miei pensieri dispersi nell’aere – canta sopra le nostre teste e io così cerco di raccogliere in fretta la mia personalissima mareggiata interna e concludo con altri toni, decisamente più leggeri e divertiti: -E il Quidditch! Ho giocato per anni durante la scuola. Ora però lo seguo soltanto, sono secoli che non riprendo in mano la mia mazza, accidenti..- E sbuffando appena, ridacchio, lo sguardo di bosco e di mare che cerca il simile negli occhi dell’Auror. -Ora devi dirmi anche tu i tuoi però e – ehi! Anche il tuo piatto preferito se ti va!-
.. La domanda più importante solo alla fine, mannaggia.
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