Acquari, Privata

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view post Posted on 3/9/2023, 21:44
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Piove come poche altre volte nella vita.
L’acqua viene giù a scrosci, impetuosa e impenitente - enormi nuvoloni neri, densi e gonfi la riversano a secchiate sui tetti e sui comignoli, lungo le strade, riempiono i tombini, fanno scorrere rigagnoli gelidi accanto ai marciapiedi.
L’aria stessa ne è pregna – appare quasi come liquida, dalle sfumature verdognole.
Sto passeggiando tranquilla e respiro a pieni polmoni – ed è un nuotare nell’aria e respirare acqua mentre con tutta la serafica quiete di questo universo, mi muovo in questo enorme acquario vivente in cui si è trasformata per un giorno Diagon Alley.

E’ uno di quei pomeriggi in cui tenere il mio Augurey rinchiuso tra le pareti del mio studio ad Hogwarts sarebbe stato un atto al limite della criminalità organizzata – e poi castando qualche Impervius qua e là, mi sta piacendo particolarmente il lieve e bizzarro solletichio delle gocce sulla pelle e sui vestiti, gocce che rimbalzano appena ad un paio di millimetri dai miei contorni - senza effettivamente riuscire a bagnarmi.
E’ quel genere di acquazzone in grado di inzuppare vestiti, animi e menti, ma io - il cui costato funge da nido ad una personalissima mareggiata che compie gli anni insieme a me - mi sento semplicemente.. a casa.

-Regn.-
Chiamo la mia fenice irlandese che sorvola quelle lacrime di cielo in tempesta mentre fa vibrare nell’aria il suo tipico canto lugubre.
E’ felice – ed io con lui, mentre sollevo il naso per aria e ne seguo i movimenti leggiadri strizzando appena lo sguardo di bosco e di mare.
L’Augurey al suono della mia voce mi risponde con il suo basso verso pulsante, e senza mie ulteriori richieste esplicite si abbassa appena – pur rimanendo in volo – creando ampi cerchi attorno alla mia testa, come un piccolo satellite pennuto.
Mi fa semplicemente piacere averlo più vicino, alcune volte, e la mia fenice questo ormai lo ha capito bene.
Le strade sono semideserte.
C’è qualche campanello di streghe e di maghi qua e là, ma l’acqua – da che mondo è mondo – spazza via ogni cosa, pulisce e libera tra le sue innumerevoli magie – il che mi permette di far saltellare con tutta calma lo sguardo verde azzurro dapprima sulle vetrine ad ogni modo illuminate dei negozi, poi su un mago che attraversa di corsa la strada principale – la veste zuppa e un’ampia borsa che dondola freneticamente al ritmo dei suoi rapidi passi – dopo ancora su un paio di streghe quasi in fondo alla via che commentano la merce esposta di un negozietto di spezie.
Mi distrae Regn ri-direzionando la mia attenzione quando scende silenzioso di quota per appollaiarsi sulla mia spalla – zuppo e felice, le penne lucide e scure leggermente arruffate.
-Hai mai la sensazione di vivere dei momenti al di fuori del tempo e dello spazio – momenti come.. come questo?-
Domanda contorta per un essere umano – figurarsi per una fenice irlandese – che senza nulla togliere all’intelligenza ed empatia della specie..
Ma mi rivolgo al mio Augurey come se fosse la cosa più naturale del mondo – perché in fondo per me lo è anche – e il parlare ad alta voce riesce ad ancorarmi alla realtà a dispetto di tutte quelle ramificazioni di pensiero che altrimenti mi porterebbero ben altrove – trascinandomi via come un aquilone in balia del vento.
Mi fermo in mezzo al marciapiede solo per fare un piccolo buffetto a Regn.
Sono strane, le giornate come queste.
L’acqua poi – spazza via, pulisce e libera.. ma di solito, porta sempre con sé anche qualcosa.

O qualcuno.
 
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view post Posted on 7/9/2023, 10:49
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Sei una strega. Lo dice il tuo sangue, lo sottolinea il tuo distintivo. Lo ripeti nella tua testa giusto per ricordarti che è vero, non hai un ombrello, ma conosci almeno un incantesimo che ti permetterebbe di non bagnarti completamente mentre attraversi le strade di Diagon Alley. Lo sai, hai la bacchetta nascosta nel suo astuccio all’interno della giacca e sai che potresti farla volteggiare nell’aria e proteggere il tuo corpo da un’influenza micidiale. Lo sai – lo abbiamo ribadito – ma hai deciso comunque di non fare nulla. L’acqua sulla pelle ti rilassa. I vestiti appiccicati al corpo ti soddisfano. I tuoi capelli bagnati sembrano più scuri, le gocce d’acqua ti scendono sul viso. Hai le labbra umide, le sopracciglia bagnate, gli occhi che sembrano ancora più azzurri in contrasto al cielo grigio. Questa pioggia ti era completamente inaspettata, lo si capisce dai vestiti leggeri che indossi – i jeans fanno parte del tuo corpo, ora – ma ti sta dando più gioia di quanto potessi prevedere. Dopo giornate afose come quelle passate, sentire i brividi sul corpo ti riempie di gioia.

Cammini senza una meta precisa. Lo fai spesso, ultimamente. Stare in ufficio tutto il giorno ti ha insegnato ad apprezzare le piccole cose. Ad apprezzare una strada deserta, ad esempio. Cammini per Diagon Alley alternando lo sguardo a destra e a sinistra: dalle vetrine vedi negozi pieni di persone e ragazzetti che si nascondono dalla pioggia. Un ragazzo ti corre di fianco e nel farlo alza su di te dell’acqua dalla strada. Dovresti essere arrabbiata, lo saresti stata in qualsiasi altra occasione, ma la cosa ora ti fa ridere. Con entrambe le mani sposti i capelli dietro le orecchie e alzi il volto per assicurarti che la pioggia ti arrivi bene in viso. Sorridi e assapori il silenzio che la pioggia porta con sé. Nessuna voce, nessuna scopa che vola. Nulla, se non la pioggia. La pioggia e la voce di una donna, il rumore di ali che nell’aria spostano l’acqua.
«Hai mai la sensazione di vivere dei momenti al di fuori del tempo e dello spazio – momenti come...come questo?» Non è per te quella domanda, lo sai per certo. Hai gli occhi chiusi e il viso rivolto verso l’alto, perché qualcuno dovrebbe volerti parlare. Eppure, le tue labbra si schiudono prima ancora di poterlo registrare. «Penso che questa sia la prima volta.» Rispondi che hai ancora gli occhi chiusi, le braccia lungo i fianchi. Rispondi con un tono di voce pacato, non troppo alto e che solo un orecchio attento percepisce. Apri finalmente gli occhi e porti il tuo sguardo sulla voce femminile. Noti il suo Augurey sulla spalla prima ancora che il tuo sguardo possa trovare lei. Vedi il suo profilo, vedi i suoi capelli e nient’altro. Potrebbe essere la tua sosia. «Mi dispiace, non volevo rovinare la vostra conversazione.» aggiungi con un sorriso e porti le mani nelle tasche anteriori dei jeans.


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view post Posted on 12/9/2023, 22:13
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La pioggia sembra avere questo strano effetto su di me – stabilizzandomi, calmando l’animo solitamente tanto iperattivato e inquieto.
Sarà che questa cascata d’acqua mi piantona quasi al suolo, impedisce alla mia sovraffollata mente di volare troppo in alto disperdendosi – ogni singola, pesante goccia che mi colpisce mi atterra – o forse è più quella sensazione di continuo richiamo e ancoraggio alla realtà presente, al qui e ora che mi colpisce davvero.
Mi piace.
Mi piace profondamente.
-Penso che questa sia la prima volta.-
Sono troppo presa dal coccolare il mio Augurey – la voce che mi coglie all’improvviso non la riconosco.
Mi volto così per inquadrare – beh, la voce mi sarà anche sconosciuta, ma io questi lineamenti da qualche parte li ho già visti.
Forse.. forse meno zuppi, ecco.
La strega mi parla e io inizialmente riesco solo a studiarla incuriosita con la testolina dorata appena inclinata da un lato, un enorme sorriso che piano piano mi incurva sempre di più le labbra.
Lei è.. beh accidenti, un sacco di piccole cose, quei piccoli dettagli che danno poi forma ad una persona nel suo complesso – cavoli però, diversi suoi particolari assomigliano ad alcune mie di piccole cose, miei piccoli dettagli.
Persino gli occhi di un verde chiarissimo – quando infine la strega li apre e mi guarda a sua volta – non sono eterocromatici come i miei, ma portano anche loro con sé le stesse sfumature di mare e di bosco.
Sorride appena e porta le mani nelle tasche dei jeans.
... E poi è zuppa.
E’ proprio bagnata fradicia – e accidenti sembra assolutamente felice così.
Mi rendo conto che la sto studiando da troppo tempo – così come le sto sorridendo da troppo tempo – che poi, si può sorridere per troppo tempo? - motivo per cui decido di aprir bocca e risponderle, perché è tanto carina così grondante e felice di esserlo – tra l’altro ha appena risposto ad una domanda posta all’aria, o comunque non a lei, proprio come normalmente capita di fare a me e questo dettaglio me la fa piacere ancora di più, così, totalmente a caso - OkAdelsperditidimenotraituoipensierie – devo proprio dirle qualcosa ades –
-Mi piaci proprio sai?!-
”Ciao, mi chiamo Adeline Walker e ho grossi problemi con i confini e l’impulsività/onestà disarmante.”
”Ciaaao Adeline.”
Ma sono talmente tanto.. me che do propria poca importanza a potenziali figuracce o meno.
Proseguo nel mio parlare tranquilla quanto il mio Regn che – curioso quanto la sua proprietaria – scruta con i suoi occhietti scuri la strega lì davanti: -Non hai rovinato alcuna conversazione, figurati!-
Trillo appena con la voce, tutta contenta, e dondolo un poco sui talloni, le braccia incrociate dietro alla schiena.
-Per me però non è la prima volta – potresti provare anche durante alcune ore della notte, o di mattina molto presto – o sdraiata in mezzo ad un prato vuoto e silenzioso, se con gli occhi chiusi ascolti il canto delle cicale e ti concentri sul solletichio dell’erba sulla pelle – o sul calore dei raggi del sole che ti colpiscono.-
Mi rendo conto di stare ancora dondolando appena – al chè cerco di darmi mezzo contegno ma a chi la sto a raccontare? - tant’è che l’unica cosa che ottengo in realtà è un rapido mutamento nello sguardo, che per un attimo si fa vagamente più grande: quella strega ha proprio ragione – non ne conosco neppure il nome ma –
Afferro il catalizzatore riposto nella sua custodia e con un rapido e muto “Finite” pongo fine al mio incantesimo Impervius.
Piove così tanto, che in qualche secondo mi ritrovo zuppa fradicia anche io – Regn sicuramente apprezza, perché canta ancora con il suo basso verso pulsante.
Ripongo la bacchetta e torno ad osservare la mia interlocutrice, ridacchiando lieve e contenta: -Grazie.-
Così, perché credo fermamente sia giusto ringraziare quella strega per la sola immagine e idea incantevole che mi ha passato.
Allungo un mano e le sorrido ancora, persin più felice adesso mentre litri di acqua fredda trapassano i vestiti inzuppandoli e bagnandomi la pelle, mi scuriscono le ciocche dorate e mi solleticano il collo e la schiena: -Piacere comunque. Adeline Walker.-
 
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view post Posted on 13/9/2023, 14:53
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Lei è decisamente più intelligente di te. Sicuramente più sveglia. Ce l’hai davanti, sotto litri e litri d’acqua che dal cielo stanno cadendo, eppure non è bagnata. E già la cosa trattiene il sorriso sul tuo volto. Poi ti guarda e sembra che comicamente il tempo si sia fermato. Ha gli occhi di due colori diversi e sai che succede ad alcune persone, ma non lo avevi mai visto prima. E ti ritrovi a fissarla prima ancora che la vocina nella tua testa ti dica che è maleducazione. Il grigio intorno a voi sembra accentuare ancora di più le iridi dei suoi occhi e sei d’improvviso nuovamente ad Hogwarts alle prese con un incantesimo che devi conoscere nei minimi particolari. Ecco, dei suoi occhi vuoi conoscere qualsiasi sfumatura. Vuoi sapere quanto il suo occhio sinistro possa diventare chiaro con il sole o scuro con la pioggia; vuoi sapere se il suo occhio destro ha sempre il colore d’erba bagnata o accetta anche altre sfumature. E in un attimo siete entrambe sotto la pioggia, entrambe con la testa inclinata, entrambe con le mani nei jeans e solo l’immagine dovrebbe farti ridere.
«Mi piaci proprio, sai?»
«Oh.» è la prima cosa che dici e si nota subito la sorpresa nella tua voce così come sul tuo viso. Non sei abituata a spontanei atti di gentilezza, non così evidenti almeno. Percepisci il sangue raggiungerti le guance e le punte delle orecchie, fortunatamente nascoste dai capelli. Non aggiungi altro, non sapresti cosa. Grazie, forse? Non lo sai, ma fortunatamente è lei a parlare di nuovo. Ti parla, parla e i tuoi occhi impercettibilmente seguono il movimento del suo corpo e ti fa ridere pensare di avere questa donna di fronte a te che dondola come una bambina. «Non ho molto tempo libero.» Non è necessariamente vero ma non è una bugia, allo stesso tempo. «Penso sia più uno stato mentale che un effettivo orario del giorno, no?» vedi le gocce d’acqua uscire dalle tue labbra umide e accompagnare le tue parole.
Un brivido ti percorre la schiena ed è la pioggia, non può essere che quella. «Anche quando vado a correre la mattina e c’è pace intorno a me, la mia testa è comunque piena.» di confusione, eviti di aggiungere. E in realtà non sai neanche perché stai dicendo queste cose. Non lo sai e non ti fermi. «Penso sia grazie alla pioggia.» Allunghi l’indice della mano destra come se fosse necessario indicare il cielo. «Copre ogni pensiero.» Finisci per chiarezza, le braccia di nuovo parallele al corpo.

Segui la sua bacchetta, la vedi muoversi nell’aria e riconosci l’incanto nel momento stesso in cui la bionda inizia a bagnarsi completamente. E ridi, semplicemente. È una risata veloce, pacata ma dà gusto vedere che la persona intelligente che pensavi avere davanti a te – sveglia è il termine a cui avevi pensato – in realtà ha il tuo stesso becero quoziente intellettivo. Anche il suo Augurey sembra felice. Quando ti ringrazia scuoti la testa ma ti ritrovi a fare tre passi verso di lei.
Accetti subito la sua mano quando te la offre e la prendi con gentilezza. È più calda della tua ma umida allo stesso modo. «Walker come la docente?» Inclini la testa e arricci il naso. Il nome non ti è nuovo, forse lo hai sentito uscire dalle labbra di Alice. Forse la tua testa sta elaborando una ragione per parlarle. Le vostre mani sono ancora congiunte e quando te ne rendi conto la fai sgusciare via come avessi ricevuto una scossa. «Scusami. Sono Mary. Grenger, Mary Grenger.» Alzi di poco lo sguardo, raggiungi la spalla della tua interlocutrice. «E lui è? O è una lei?»


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view post Posted on 13/9/2023, 16:55
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Non ce la faccio proprio a non sorriderle.
Dondolo appena e continuo a studiarla incuriosita e meravigliata come se fosse una pozione particolarmente interessante – sapete, una di quelle dorate e brillanti, che incantano lo sguardo di chi le osserva e lo catturano con la stessa forza gravitazionale di un buco nero.
Ok - la metafora della pozione forse non è poi – e invece è azzeccatissima mannaggia a voi, la sottoscritta ci vive e ci muore per l’arte della pozionistica ok?! E tengo a sottolineare - arte.
Ad ogni modo – sì, il problema del sorriso rimane, il massimo che mi riesce è far saltellare lo sguardo verde e azzurro lungo i contorni dipinti d’acquarello della strega – ne seguo i lineamenti, le gocce di pioggia che corrono sulla sua pelle più in fretta delle mie iridi e trovare qualcosa che si muova più in fretta di me accidenti se è difficile - i movimenti e le piccole espressioni – e in questi brevi frangenti di tempo forse appaio più attenta che - che cosa? “sorridentecomeunebete?” - Ma a chi la vuoi andare a raccontare pt. 2 -
In effetti, sorrido lo stesso.
Mentre sembra arrossire appena e poi mentre ride.
La sua risposta quantomeno ridireziona in fretta la mia attenzione ancorandomi un po' di più alla realtà per il momento: corrugo appena lo sguardo, pensierosa.
-Se è uno stato mentale – io allora credo di viverci.-
Dondolo la testolina dorata e il movimento per un attimo mi fa percepire con maggiore intensità l’acqua fredda che ormai permea ogni cosa di me – non i pensieri però, né il fragile muscolo cardiaco, che rimane riparato nel tepore di.. non so ancora che cosa ma al momento tanto mi basta e, tra parentesi, mi stupisce persino non poco.
La strega continua a parlarmi e torno a incurvare le labbra in un sorriso, anche se l’istante successivo sto nuovamente aggrottando lo sguardo di mare e di bosco: -Piena di cosa?-
Incredibile, non conosco neanche il nome di questa persona – ma una parte di me si preoccupa già.
Se così non apparissi incredibilmente inopportuna Ah, perché pensi di non esserlo? mi stringerei quasi la mano da sola.
Ma talvolta cercare di trattenere pensieri, emozioni ed azioni conseguenti mi è davvero difficile – e forse oggi è una di quelle volte – sarà complice la pioggia che scorre e che tutto lascia scorrere, inafferrabile, incontenibile [“impetuosa e impenitente”] (?)
Quando mi stringe la mano sono felice.
Sono sempre felice quando conosco qualcuno di nuovo – e sarà la cornice particolare entro la quale stiamo dipingendo questo nuovo incontro, [“non può essere che quella”] – ma sono a quanto pare particolarmente felice di conoscere proprio lei.
-Walker come la docente?-
Sgrano gli occhioni perché mi stupisce sinceramente essere riconosciuta al di fuori delle mura scolastiche.
Ho lavorato per anni al San Mungo ma sono docente solo da pochi mesi, possibile che il mio nome abbia già valicato i confini del castello?
Inclino nuovamente appena la testa e rispondo ridacchiando:-Sono famosa? Ti prego – dimmi che le voci che circolano sono gentili, altrimenti penso ne morirei!-
E mentre ci penso un po' su realizzo che in effetti nel mio lavoro e per questi studenti ci metto davvero cuore e anima – perderei un pezzetto sia dell'uno che dell'altra se qualcuno soffrisse la mia presenza in qualità di docente.
Realizzo anche di intristirmi appena quando Mary – ora quattro personalizzatissime lettere calzano a pennello lungo la sua figura e mi rimbalzano entro la testolina dorata – mi lascia la mano.
Lo sguardo di mare e di bosco rimbalza da dove sino ad un attimo prima si stavano incrociando le mani, sale cercando il suo – e poi ne segue la traiettoria sino a -Lui, è Regn.-
La fenice canta ancora e scrolla la testolina piumata.
-Significa.. beh, significa “Pioggia”- mi viene da ridere e in effetti rido, senza un particolare limite o confine motivo che novità -Pioggia in islandese. Peraltro, per essere un Augurey.. è particolarmente socievole. Gli piace stare al centro dell’attenzione.-
E Regn a riprova canta ancora, spicca il volo e prende a volare creando ampi cerchi sopra le nostre teste.
Lo guardo per un po', ridacchiando ancora, lieve – le gocce di pioggia che così mi colpiscono dritte il volto dandomi l’impressione di stare sotto una cascata, i polmoni che si riempiono a fondo di aria umida e profumata.
Torno a scrutare la mia interlocutrice e le sorrido ”che novità” – cit.
-Se conosci il mio attuale impiego, possibile che ti abbia già vista? Perché io - ti ho già vista.-
Assottiglio lo sguardo con scherzoso fare indagatorio, il capo inclinato e una faccetta curiosa dipinta in volto.
E mi viene di nuovo da ridere.

Edited by Adeline Walker - 13/9/2023, 20:30
 
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view post Posted on 14/9/2023, 09:53
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Dovrebbe imbarazzarti il modo in cui ti guarda. Dovrebbe, perché pare stia cercando di leggerti e onestamente? Forse ci sta riuscendo. E non è tanto lei, inoltre: non sta facendo nulla se non guardarti. Sei tu che in due semplici battute ti stai dando via. E per questo che il rossore delle tue guance non va via e ringrazi la pioggia che sembra attenuare la cosa.
«Se è uno stato mentale – io allora credo di viverci» Le vostre risate si mescolano e con la bocca aperta gocce d’acqua ti sfiorano la lingua.
«Non so se è un bene o un male, sai?» Mantieni la risata, le fai capire che è uno scherzo. Chi sei tu per giudicare, tra l’altro. È che sei una persona così seria, ti dici, così presa dal salvare il mondo o quello che sia, che ti dimentichi ci sia gente che semplicemente vive la sua vita lì fuori.
«Piena di cosa?»
Oh. Oh. Stavolta non lo dici, lo pensi e basta ma sei certa che anche stavolta la sorpresa si legga sul tuo viso. E la prima cosa che ti viene in mente non è “che cazzo frega a sta tizia di me” ma “che bello che voglia sapere” e a rifletterci, quando avrai modo di farlo, la cosa ti spaventa.
Ma non rifletti ora, non ne hai tempo. E non rifletti neanche quando rispondi, a quanto pare. «Responsabilità» te la giochi così perché a parole non sapresti neanche tu che termine usare. Ma la guardi, vedi le sue sopracciglia aggrottarsi e ti dispiace aver fatto preoccupare questa sconosciuta. «Perché sono un auror» aggiungi e scosti di poco la giacca per far vedere il distintivo ancorato ai jeans. «Ma nulla di cui preoccuparsi. I soliti pensieri della vita adulta.» Porti le mani dietro la schiena e le congiungi nel momento stesso in cui realizzi che vorresti passare l’indice sul suo volto per toglierle quell’espressione corrucciata. Fortunatamente Adeline è una giostra di emozioni e prima ancora che tu possa pentirti di aver aperto bocca in principio, ora ti sorride.
Guardi comicamente il suo volto mutare, la realizzazione la colpisce fulminea e ne approfitti per percorrere con gli occhi i lineamenti del suo viso: i contorni dei suoi occhi, il suo naso ora con una goccia in equilibrio sulla punta, le sue labbra umide.
Avverti gli occhi. «Famosa non è il termine che userei.» assottigli lo sguardo e inclini la testa da un lato. Ti lecchi le labbra e assapori una goccia d’acqua. Hai sete all’improvviso. «Alice mi ha fatto il tuo nome. Alice Wagner? Prefetto grifondoro?» non hai dubbi la conosca, sicuramente avrà fatto qualche casino per mettersi in mostra. «Siamo molto amiche. È praticamente la mia famiglia.» il sorriso nostalgico sul tuo volto lo conferma, il sorriso che riservi solo alla tua sorellina, quel sorriso pieno d’affetto e orgoglio. «Ma non sono sicura di ricordare cosa insegni…» lasci sia lei a finire per te. La guardi e cerchi di capire quale materia potrebbe essere sua. Cura delle creature magiche, forse? Ti farebbe molto piacere visto che amavi quella materia.
«Ciao Regn, piccolo» Fai per allungare la mano destra verso l’animale ma questo vola via prima che tu possa chiedere a Ade di accarezzarlo. Ade. Ade? Lo hai solo pensato e già ti suona terribilmente adatto. «Che nome calzante. Dimmi che lo hai inventato ora sul momento per impressionarmi, ti prego!» le dici ridendo e poi ti concentri su l’ultima parte. Abbassi la mano e fai un passo indietro, senti che a starle così vicino la metti in imbarazzo. Ti metti in imbarazzo.
«Lo avrei ricordato se ti avessi già vista.» Non sai come questa frase possa sembrare all’altra ma lo dici senza malizia. «No, mh. Eri al ballo forse?» cerchi di ricordare, i tuoi occhi che si perdono ne vuoto per un attimo, alla destra di Ade. «Ero al ballo quest’anno, in quanto Auror. Ero con Alice. Forse mi hai visto lì?» A quale altro evento vi sareste potute incontrare? «Mh o forse al Paiolo? Ci vado il giovedì con i colleghi per bere una cosa e raccontarci le cose più divertenti successe a lavoro.» Nulla di troppo emozionante per te al momento, ma ci stai lavorando.


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view post Posted on 14/9/2023, 16:13
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Da brava Bronzo Blu – mi è sempre piaciuto scoprire cose.
Scoprire dettagli, scoprire storie, curiosità, racconti.
Scoprire persone – scoprire i loro di dettagli, le loro di storie, le loro curiosità e i loro racconti.
Adesso, sotto l’acquazzone del secolo, scopro che mi piace davvero un sacco ridere con Mary – o meglio, scopro che mi piace la sua risata che vibra e riverbera nell’aria, osservo i lineamenti fini del viso che seguono il suo sorridere e il suo prendermi appena in giro, scopro quella piccola fossetta sulla guancia sinistra che prende vita assieme alle risa che risuonano attorno a noi, insieme allo scroscio dell'acqua –
scopro anche la sua espressione sorpresa che le fa sgranare appena lo sguardo chiaro – sguardo di cui scopro che vorrei scoprire di più –
che poi, il suo è un verde estremamente chiaro, come quello che assume l’acqua limpida del mare talvolta – o è un azzurro particolare?
-Responsabilità.-
Grazie a Merlino la sua voce mi ancora nuovamente alla realtà – e ascolto le sue parole incuriosita quanto attenta.
E’ un Auror.
Questa volta sono io a mostrarmi sorpresa, anzi, meravigliata, le sopracciglia dorate si sollevano e lo sguardo bicromo si sgrana mentre saltella dal suo al distintivo che mi mostra.
-Ma nulla di cui preoccuparsi. I soliti pensieri della vita adulta.-
Torno a scrutarla perché un turbinio di pensieri mi affolla la mente dorata – e voglio condividerli con lei, sperando forse in una smentita che, per amor di onestà, in realtà preferirei perché mi tranquillizzerebbe: -I soliti pensieri tuoi più quelli rivolti a tutti gli altri, però.-
Commento infatti, pensierosa -E’.. tanto.-
Posso a malapena immaginare, dato che percepivo una buona fetta di responsabilità anch’io durante i miei anni da Medimag – e tutt’ora la percepisco considerando l’educazione di decine e decine di ragazzi che cerco di gestire al meglio delle mie possibilità – ma ad ogni modo entrambi i miei vissuti li considero comunque ben distanti dal presente di questa strega.
Al netto di questo peso che, per l’appunto, posso solo ipotizzare, il suo lavoro le piace? Lo ama – è una passione così come la pozionistica lo è per me? E queste responsabilità percepite le pesano – quanto, come? Cosa preferisce fare per sfogarsi – le piace correre, questo lo so ed è un dettaglio già memorizzato nella mia testolina dorata.
Ne avessi il tempo le domande diverrebbero mille – ma non ne ho, e ci tengo in realtà a non perdermi nelle mie caotiche mareggiate per poterle prestare l’attenzione che merita.
..Tant’è che questo faccio: anzi, forse – persin troppo (?)
-Famosa non è il termine che userei.-
"Eh?"
L’attenzione gliel’ho prestata – ma credo di averla involontariamente indirizzata sullo stimolo sbagliato: scopro di essermi concentrata più sulle sue labbra che per un attimo soltanto hanno saggiato le gocce di pioggia - che sulle effettive parole pronunciate.
Sussulto appena e sento i polmoni mancare un paio di respiri, le guance improvvisamente in fiamme.
Da quanto accidenti di tempo non mi capitava? Cosa sta succedendo?
Il nome di Alice arriva salvifico – aspetta - Alice?!
In tutto questo, scopro anche di respirare meglio, respirare di più alla sola idea che Alice abbia nella sua cerchia più stretta una persona come Mary Grenger.
Non che quella peperina Rosso Oro non sappia cavarsela egregiamente anche da sola – ma ho questo immotivato istinto di protezione per Alice, a dispetto dei suoi sfoghi, del suo sfuggire persino alle lezioni – mi intristisco appena al pensiero, ma rimango comunque sinceramente sollevata all’immagine della streghetta affiancata a questa di strega.
-Pozioni!-
Lo sguardo mi si illumina, un po' perché mi basta parlare delle pozioni e della pozionistica in generale che subito appaio come una bimba la mattina di Natale – un po' ancora presa dall’eco dell’inaspettata accoppiata Alice-Mary.
C’è qualcosa tra l’altro, che risuona sempre di più nella mia testolina dorata..
-Giuro, nessuna invenzione!- rido anche perché – fulminea quanto un lampo a ciel sereno, l’idea di impressionarla, in fondo.. – sento le guance talmente tanto in fiamme che, impressione personale, immagino le gocce di pioggia evaporare al contatto con la pelle chiara – e ridacchio ancora un po' come se questo nascondesse il tutto, persino i miei stessi pensieri da me.
Scrollo la testolina con una faccetta buffa in volto, gli occhi strizzati mentre cerco di scacciare fallendo miseramente dolce Ad, come al solito quella marea di pensieri-emozioni-sensazioni tanto caotiche quanto imbarazzatamente cristalline.
Il ballo.
Ecco cosa risuonava sempre più nella testa – ecco Alice, a cui sorrido e auguro una buona serata mentre lei è in procinto di bere con..
-Eri tu!-
Sono talmente tanto contenta che nella mia personalissima giostra emotiva chiamata Walkerland (?) lo stupore gioioso ora è improvviso padrone dei miei lineamenti -Eri al ballo scolastico, ti ho vista solo in parte, al bar con Alice, l’ho salutata da lontano..-
Ho un luminoso sorriso che mi incurva le labbra, la pioggia mi sembra più tiepida sulla pelle.
Non me ne rendo conto, ma pur avendo ancora le braccia incrociate dietro la schiena come una bambina, il busto è leggermente proteso in avanti, mi raddrizzo solo quando ne prendo coscienza e la qual cosa mi imbarazza persino un po'.
Torno più serena, e le sorrido lieve recuperando il discorso: -Conosco Alice, lei.. -
Lei che cosa? Ci siamo conosciute bevendo su di una panchina, ho intravisto qualcosa di buono in lei per cui ho voluto aprire la possibilità di conoscerci – ma io ed i miei chiari problemi di confini abbiamo platealmente sbattuto la faccia contro le sue palizzate e mura, siamo stati accusati di essere troppo e al tempo stesso troppo poco [“Non hai senso di esistere - - -”] - ma per non lottare per qualcosa di buono, per non lottare per qualcuno io ho bisogno di vere e proprie mazzate sui denti da parte dei diretti interessati – motivo per cui.. -Ci tengo. E’ speciale. Non è così? -
Mi prendo il tempo di un respiro, riflettendo silenziosa, l’acqua percepita come tiepida sino a qualche istante fa – ora nuovamente cascata gelata.
Torno a scrutare Mary e la qual cosa ha un dolce effetto rincuorante.
-Perciò il giovedì sera voi Auror fate bisboccia al Paiolo mh.. e queste "cose divertenti" sono top secret o possono essere condivise in cambio di aneddoti da una ex Medimag e attuale docente di Pozioni?-
Sbatto le ciglia platealmente e dondolo appena con il busto, come i bambini quando chiedono quel biscotto in più - manca solo il labbruccio - ma questo perchè non faccio in tempo e l'istante successivo sto già ridacchiando e sorridendole ilare e leggera.
-Ti va di passeggiare un po' con me e Regn?-
Aggiungo infine - perché in fondo, nuotare passeggiare con questa strega sotto questa pioggia torrenziale.. al momento mi sembra semplicemente la cosa più giusta (?) di questo universo.
O forse, lo desidero soltanto.
 
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Sei grifondoro dalla nascita, ancor prima di sapere cosa fosse una casata e perché vi appartenessi. Nel corso della tua vita tutti hanno dato per scontato il tuo futuro, ti hanno detto che avresti fatto qualcosa che avrebbe combaciato i tuoi colori. Sei Auror e avevano ragione ma è una scelta che hai preso con il passare del tempo e con i tuoi di tempi. «Un po’ come te, no?» dici ad Ade. «Io mi preoccupo degli adulti, tu ti preoccupi dei bambi- oh merlino no, se chiamasse Alice bambina non ne sentirei la fine.» sorridi al ricordo della quantità di volte che l’hai presa in giro. «Giovani adulti, ecco. Abbiamo entrambe delle responsabilità, ed è tanto anche per te immagino» cerchi conferma nei suoi occhi e la guardi con attenzione, come d'altronde hai fatto fin ora. Non ti sei persa nulla della professoressa davanti a te: nessuna smorfia, nessuno sguardo preciso, nessun movimento dei capelli. Non hai perso nulla, neanche il momento in cui ti ha guardato le labbra e per risposta tu hai guardato le sue. Ma no.
Avverti ancor con più velocità di prima lo sguardo perché Adeline ti sta parlando Mary e tu sei qui a memorizzare le striature delle sue labbra. Non essere maleducata.
«Ahia, pozioni. Ecco perché Alice non mi ha detto nulla di buono su di te…» inclini sorridendo la testa. Scherzi, certo ma non menti: Alice è pessima in pozioni, è quasi imbarazzante da vedere ma è proprio come te. Delle volte non te ne rendi nemmeno conto di quanto vi assomigliate voi due. Ma non è ancora il momento di avere Alice nella tua testa no, sei troppo presa a vedere la gioia di Ade al solo nominare la sua materia. È imbarazzante anche ammetterlo ma la guardi e pensi sia bellissima. Bellissima l’idea di amare il suo lavoro così tanto, ecco. Cioè, anche lei è bellissima, cioè, carina, molto carina. Ok.
Vorresti chiederle di più ma ancora una volta saltate da un argomento all’altro come conigli e ti segni mentalmente che vuoi sapere di più di questo suo amore per la pozione.
Comunque, hai freddo. Pensavi di poter resistere a lungo sotto la pioggia ma forse 20 anni sono già troppi per te, forse il tuo corpo ne percepisce 86. «Ah, eri tu?» stai estraendo la bacchetta dal taschino mentre parli ad Ade, non allontani mai lo sguardo dalla sua persona. «Sì, ero la sua accompagnatrice.» o terzo in comodo, dici a te stessa pensando a Casey. «Ma sono andata via presto-» aggiungi infine e lasci che Ade si concentri a parlare di Alice. Sei orgogliosa di ogni parola positiva che Alice possa ricevere, ma sentirle arrivare da un professore ti fa sentire come una mamma fiera dei risultati scolastici del proprio bambino.
Hai la bacchetta in mano, adesso. È rivolta verso te stessa, la punta a toccarti il petto. Ti eri distratta a guardare il movimento delle mani della bionda mente ti chiedeva del Paiolo e hai avuto il tempismo perfetto – o pessimo, punti di vista – di tornare a guardarla negli occhi nello stesso momento in cui hai pensato Fuocòndro. È sempre una sensazione stranissima percepire il calore riempirti il corpo, avere i brividi sulle braccia come reazione immediata. Ma è una sensazione ancor più strana quando ti accade che il tuo sguardo è occupato a guardare qualcosa che già da solo è riuscito a riscaldarti. E pensi che il fuocondro abbia funzionato anche troppo bene perché ora hai caldo. «Scusami, non volevo essere maleducata.» riponi la bacchetta nel taschino, abbassi la testa ed esegui lentamente il movimento per evitare di guardare l’altra. Hai bisogno di un momento, ora. «avevo bisogno di riscaldarmi un attimo» pensi che anche il tuo volto abbia ripreso colorito, ora che alzi la testa. La pioggia sul tuo viso ti appare quasi calda, è una sensazione altamente gradevole.
«Ti va di passeggiare un po' con me e Regn?» «Certo.» rispondi di getto e ti fai da parte ponendoti alla sua sinistra e allungando la mano destra verso il deserto che è Diagon Alley, invitandole a farti strada. Quando la tua mano ritorna al tuo fianco, sfiori la sua: è ora calda in contrasto con quella di Ade, o forse è solo ciò che percepisci. «Scusami» le dici subito, prendendoti un po’ di spazio dai lei, affiancandola. «Ho perso il filo del discorso, scusami. Dicevamo…» Ti aggrappi a ciò che ricordi, pensi di essere rimasta imbambolata per troppo. «Come mai pozioni? È una di quelle cose ereditiere dove uno dei tuoi parenti ne era talmente appassionato e sei rimasta incastrata?» non avresti problemi ad immaginare una piccola Adeline rincorrere la madre con qualche ingrediente orripilante.


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La sensazione è quella che, per ogni dondolio appena accennato sui talloni, la mareggiata nascosta entro il mio costato si muova e respiri ancor più del solito.
O forse è altro ancora, c’è qualcosa – c’è qualcuno (?) – che entro il seno sbircia, segue ogni movimento e gesto, alza appena il muso e annusa nell’aria - -
L’acqua continua a venire giù a ondate, ma io attimo dopo attimo non faccio altro che perdermi tra le gocce limpide che si incastrano tra le ciglia di questa strega – respiro cercando di pensare ad altro, cercando di rimanere concentrata – ma scivolo tra le ciocche bagnate dei suoi capelli, pensando alla sensazione che darebbero se passate tra le mie dita – respiro ancora – ricado inevitabilmente tra le sue labbra – e smetto di respirare, preda di una silenziosa apnea in cui io muta mi batto e dibatto per riprende il controllo su di me – ma a quanto pare è una battaglia di cui sono già preda e – penso, con un tono quasi disperato tra i miei ingarbugliati pensieri – sono anche parte battuta, presa e persa al medesimo tempo.
Era lei.
Ho sorriso dopo la conferma di Mary della sua presenza al Ballo, e mi sono ritrovata a pensare che cosa sarebbe successo se ci fossimo già incontrate.
Bugia.
Penso di più a come poterla ri-incontrare di nuovo – e nemmeno ci stiamo salutando in questo preciso momento, anzi.
Il tempo mi scivola via tra le mani come i litri di acqua che si riversano su di noi e sull’intera Diagon Alley – ho quest’impressione particolare per cui mi sembra di avere tutto e avere niente al contempo.
C’è questo studio reciproco da parte di entrambe – e all’improvviso mi rendo conto di voler sempre più – sempre di più – ogni cosa – ogni sua cosa – e ogni dettaglio – ogni suo dettaglio - che catturo e che faccio mio con una prepotenza che non mi muove da diverso tempo in effetti.
-…avevo bisogno di riscaldarmi un attimo.-
-Ma figurati.-
E’ tutto ciò che riesco a replicare ad un certo punto, sorridendole - deglutisco il vuoto cosmico in realtà mentre quella parte di me che prima alzava appena il muso annusando l’aria circostante, adesso ringhia tanto quanto fa le fusa – e la riconosco accidenti - è in quella parte che individuo anche quella prepotenza per cui d’improvviso voglio e pretendo pressoché ogni cosa di lei – è quella parte che senza il minimo pudore mi serve su un piatto d’argento i mille e uno modi in cui io avrei potuto riscaldarla – ed è quella parte che quando viene presa a secchissime bastonate dalla mia razionalità (o quel poco che ne rimane al momento, a quanto pare) nella vana speranza di riprendere il controllo su e di me stessa – ringhia offesa e insoddisfatta, ma alla fine con qualche difficoltà, capriccio e contrarietà ben espressi si mette a cuccia come il grosso felino che in fondo poi è sarà anche predatore feroce, ma un puma rimane pur sempre un grosso gattino, no?
Prendo un grosso, grosso respiro – sollevo una mano che va a stringere appena il collo, dietro alla nuca, sotto le ciocche fradicie dei miei capelli – un’altra delle mie strategie di ancoramento alla realtà che in effetti non mi capitava di utilizzare da parecchio.
Cerco così di ridirezionare a forza l’attenzione sull’acqua che mi appiccica i vestiti alla pelle, inspiro l’aria umida e profumata, inumidisco delle labbra già bagnate per la pioggia - e quando lei si muove per passeggiare insieme a me –
Ma dai - mi sfiora involontariamente la mano, dopo il suo incanto è incredibilmente tiepida tanto più in confronto alla mia sempre più gelida – e mentre prendo nuovamente a bastonate chi di dovere, strizzo lo sguardo bicromo solo per un istante, cercando di concentrarmi sul suono della sua voce.
Pozioni – mi sta chiedendo il perché di Pozioni.
Ok. I can do it.
Giusto?
Ridacchio appena, un po' per tutta questa mareggiata e giostra – o magari una giostra nel bel mezzo di una mareggiata? – di emozioni completamente inaspettata e decisamente prepotente, un po' perché l’idea di poter essere incastrati dai parenti.. chissà cosa si prova – verrebbe da chiedermi.
-Nessun parente e nessuna eredità.- inizio quindi a risponderle, mentre le sorrido luminosa e inizio a camminare al suo fianco -Ma da piccola..-
Come accidenti le spiego la mia infanzia senza 1) gettarle addosso una mia sofferenza che decisamente non si merita – ne mi pare appropriata ora come ora e 2) senza magari mettere di mezzo mia zia che, disprezzare la disprezzo, allontanare l’ho allontanata.. ma che una criminale rimane?
-Ho avuto tanto tempo a disposizione, tante.. libertà.-
Mi ci metto davvero d’impegno, ma chiaramente il mio passato non è il mio argomento preferito: il sorriso si incrina appena e lo sguardo scivola verso il basso, mentre schivo di poco una pozzanghera.
Mi sbilancio appena per il movimento improvviso e mi avvicino troppo, le sfioro il braccio – questo mi fa risollevare gli occhi di bosco e di mare sui suoi e – come un cerbiatto abbagliato dai fari – sbatto un paio di volte le ciglia prima di recuperare in fretta: -Leggevo molto e mi cimentavo nella pratica ancora di più, con tutto ciò che potevo. Quando ho iniziato con i primi intrugli - è stato amore a prima.. pozione?-
Torno a sorriderle, illuminata da dentro per quel ricordo specifico.
-La pozionistica è anche un’arte di precisione, di combinazione e tempistiche, di elementi che si fondono insieme – e di caratteristiche che combaciano o si bilanciano, di equilibrio, di pazienza.. è magia che prende letteralmente vita sotto i tuoi occhi.-
Mi spiego e gesticolo come sempre, tanto più quando appassionatamente presa da un tema.
-E poi è anche, per certi versi, molto simile al cucinare – che è un altro mio significativo hobby.- scoppio a ridacchiare e per un attimo mi copro il volto con le mani, scrollando appena la testolina dorata.
Poi torno a guardare Mary, lo sguardo ancora grande e luminoso – questo pare ormai una costante con lei:
-E tu perché, un’ Auror?-

Edited by Adeline Walker - 17/9/2023, 22:40
 
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view post Posted on 18/9/2023, 10:13
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Segui il movimento della sua mano, la vedi scomparire dietro al suo collo. Non dovresti sentirti così. È inutile negare quello che sta succedendo dentro di te ma il pensiero ti fa rabbia. È frustrante pensare di avere una cotta per qualcuno appena incontrato. È frustrante perché una parte di te sa di non dover provare questi sentimenti, di non poterli provare. Non avevi una cotta dai tempi della scuola. L’ultima cotta è stata prima che ti innamorassi di Oliver.
Oliver. Ti fa rabbia che Adeline ti stia riscaldando il cuore come solo lui sa fare, inconsapevolmente. E la realizzazione ti spaventa.
Merlino, l’hai appena conosciuta questa strega, che ti sta succedendo?
Scuoti la testa impercettibilmente e guardi diritto davanti a te. Senti già la mancanza dei suoi occhi ma combatti la necessità di guardarla, almeno per un secondo. Quando ti sfiora il braccio ti senti di nuovo tredicenne e un respiro tremolante lascia le tue labbra. Vorresti allontanarti da lei, mettere spazio tra voi due ma accidenti, non ci riesci. Sei felice che le vostre braccia si tocchino, anzi se quasi propensa a farlo succedere di proposito. Incrociate di nuovo lo sguardo e le concedi un piccolo sorriso prima di guardare nuovamente alla distesa desolata che è Diagon Alley.
Annuisci al suo racconto e ti pare di sentire dell’incertezza nella sua voce. La guardi abbassare la testa, prendersi un attimo. Già ti vuoi scusare per averla messa in difficoltà ma ti batte sul tempo e continua il suo racconto.
«È stato amore a prima…pozione?» ti fermo per strada. La guardi quasi incredula prima di portare una mano davanti la bocca nel tentativo di nascondere appena la tua risata. «Oh no, no.» non ti senti in colpa a riderle praticamente in faccia, se lo merita d’altronde. «Questa battuta è terribile Ade…» non te ne rendi neanche conto di come ti sei riferita a lei. Ti ci vuole un secondo per smetterla di ridere e portare in giù la mano. «Ma la tua passione è travolgente…» le dici con sincerità, riportando lo sguardo su di lei. Tracci i lineamenti dei suoi occhi, le rughe che si formano ai bordi quando sorridi troppo. Le piace quello che fa e immagini come sarebbe se ti sentissi anche tu così. «Non posso immaginare come ci si sente ad amare così tanto qualcosa.» il tuo tono è quasi nostalgico ma lo scacci via immediatamente. «Ed è una cosa che hai sempre voluto fare? Cioè, lo hai sempre saputo?» raccontami tutto, Ade. Raccontami ogni singolo particolare. «Se non è chiedere troppo, ovviamente.» è che sei così presa da lei che vuoi sapere ogni suo singolo aspetto. «Ah!» finalmente una cosa in comune, diciamo. La seconda, se si conta Alice. La terza, se si conta il colore dei capelli. «Anche a me piace cucinare. Non so se sono brava, ma ci provo!» usi l’indice per grattarti il naso, poi ti concentri sulla tua risposta. «Non lo so, sinceramente.» abbassi la testa e ridi con leggerezza. «Ho sempre voluto fare tante cose nella vita.» ma non sei capace di essere nulla, davvero. «Volevo fare il medimago-» come i miei genitori. «Volevo insegnare.» ma nessuna strada sembra essere quella giusta. «Voglio aiutare, capisci?» guardi Ade, cerchi di trasmetterle qualcosa mentre porti nuovamente le mani nelle tasche. «Tutta la mia vita io-» ti stai aprendo, forse troppo e troppo in fretta. Ma ormai ci sei dentro, Mary. «-l’ho passata con l’intenzione di aiutare le persone. Penso sia il tratto caratteristico della mia personalità.» forse l’unico. «Come Auror posso farlo. Posso fare giustizia. Posso portare sollievo nel cuore delle persone.» guardi di fronte a te. «Posso assicurarmi che nulla di male succeda. O comunque, posso provarci.» Concludi sorridendo, il tuo sguardo appena su Ade, poi di nuovo in avanti. «Non lo so, devo ancora capire, credo…» non vuoi rattristare la conversazione. Non ti piace parlare di te, quindi, torni a concentrarti sull’altra. Batti le mani, l’acqua schizza nell’aria. «Ma comunque: cosa ti piace fare nel tempo libero?» e lo facciamo insieme?


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view post Posted on 19/9/2023, 20:56
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L’ho guardata fermarsi in mezzo alla strada e prendermi in giro per la mia pessima, lo ammetto anche io, ma mettiamolo in barrato così magari si nota meno battuta e di tutta risposta ho sgranato lo sguardo, battendo appena i piedi per terra come i bambini piccoli, in muta – e chiaramente scherzosa – protesta: l’attimo seguente stavo già mescolando la mia risata con la sua.
Ho quest’assurda impressione, come se io e questa strega già ci conoscessimo – e lei possa quindi di riflesso intendere benissimo le mie rapidissime e personalissime giostre, fatte di espressioni, gesti, movimenti a volte infantili, a volte estremamente seri, a volte vocianti e a volte muti – quasi sempre molto veloci comunque.
Mi costringo a ripetermi – e a ripetermi ancora, e ancora – nella mia testolina bacata dorata, che è una persona appena conosciuta – ”io non so niente di lei e lei non sa niente di me”.
E quanto vorrei che non fosse così, accidenti!
Ho questa silenziosa e assurda lotta entro il costato – una forza motrice luminosa e calda che preme, spinge e tira al medesimo tempo, fa di tutto con caotica e straordinaria forza per portarmi da questa strega – portarmi più vicina, desiderarne ogni singolo particolare e rifinitura dei suoi tratti, della sua voce, della sua storia e sfaccettato carattere e personalità – contro una cristallina e gelida razionalità che mi ricorda a bastonate sui denti che non funziona così Adeline, mi sbatte in faccia il minutaggio di effettiva conoscenza, la superficialità di questa stessa - non sa niente di me, non sa niente della mia solitudine e di come la colpa sia mia, soltanto mia -
Non mi ha fatto bene rivangare - rivangare, Merlino appena solleticare se mai – il mio passato.
Ma Mary mi parla, mi chiede e mi domanda – e io non ce la faccio a non risponderle, non ce la faccio a non darle tutto ciò che possiedo se solo me lo domandasse –
-Assolutamente sì.-
Le rispondo infatti radiosa, un po' per il tema di discussione e un po' perché è lei e basta.
-Ho sempre saputo che sarebbe stata la pozionistica. Poi, per quel che riguarda l’effettiva ramificazione pratica.. Ho amato essere Medimag, per centinaia di motivi. Ma amo anche essere docente, per altrettanti centinaia di motivi.-
-Ah!-
La guardo sorpresa e divertita, ascoltando poi il suo condividere con me l’hobby per la cucina.
Dire che mi brillano gli occhi è dire davvero poco e niente – tanto più quando la strega prosegue nella sua risposta alla mia domanda e..
Incantata – perché sì dannazione, la capisco sul serio, io che dell’aiutare gli altri ne ho fatto primo motore e pressoché unico scopo della mia vita - la ascolto, e quella parte di me tanto propensa alla cura e accoglienza, alla comprensione e attento riguardo, vibra, o forse trema, commossa dalle sue parole.
Sono sinceramente felice per questa strega un attimo – così come quello seguente, quella frase smezzata e il discorso capovolto d’improvviso mi fanno impensierire.
[“Posso assicurarmi che nulla di male succeda. O comunque, posso provarci.”]
-Sono certa che tu ci riesca.-
E ne sono così fermamente convinta, che abbattere questo mio muro di incrollabile certezza credo sia letteralmente impossibile per il chiunque, Mary inclusa.
Se non ci credesse lei a sufficienza – in sé stessa, nelle sue capacità, quasi poco importa il vero soggetto della frase - io potrei comunque farlo benissimo per entrambe – crederci, intendo.
-Ma comunque: cosa ti piace fare nel tempo libero?-
Ad ogni modo – cambia discorso, e io voglio tante cose – forse troppe – in questo momento da questa strega, ma di certo non obbligarla in qualsivoglia modo ad argomenti che non vuole approfondire.
C’è una parte di me che se ne dispiace – così tanto - vorrei solo ascoltarla parlare di sé per ore, giorni interi – ma anche l’altra onnipresente parte opposta della medaglia, di me, che rispetta profondamente l'altro e lascia infinite libertà, motivo per cui.. le sorrido sincera, dondolando appena con il busto, le braccia nuovamente incrociate dietro alla schiena: -Beh, al di là della cucina alla quale dedico davvero tanto tempo – mi piace tanto sperimentare e cucinare per gli altri - spiego brevemente e hai voglia dolce Adels -Leggo molto, potrei essere una secchioncella - ridacchio, con una faccetta buffa tra i lineamenti del viso - poi mi impensierisco per un attimo e di getto aggiungo -Suono – o suonavo (?) - anche il pianoforte, ma in effetti.. non ho alcun testimone (?)-
Perché poi?
Perché non c’era mai nessuno ad ascoltarti, bambina. O quando c’era, ti avrebbe tagliato le dita una ad una al solo primo battere del martelletto sulle corde, dato che il piano era di tua madre..
Mi rendo conto di aver inaspettatamente ceduto una parte di me normalmente celata e nascosta al mondo – velata persino a me medesima, dato che tranne in istintivi movimenti delle dita nei momenti di maggiore turbolenza emotiva, non tocco quei tasti d’avorio da tempo.
Mia zia è riuscita a vincere infine quella battaglia come altre mille potrei commentare, facendomi sentire in colpa persino nei confronti di uno strumento.
E’ Regn che questa volta recupera i miei pensieri dispersi nell’aere – canta sopra le nostre teste e io così cerco di raccogliere in fretta la mia personalissima mareggiata interna e concludo con altri toni, decisamente più leggeri e divertiti: -E il Quidditch! Ho giocato per anni durante la scuola. Ora però lo seguo soltanto, sono secoli che non riprendo in mano la mia mazza, accidenti..-
E sbuffando appena, ridacchio, lo sguardo di bosco e di mare che cerca il simile negli occhi dell’Auror.
-Ora devi dirmi anche tu i tuoi però e – ehi! Anche il tuo piatto preferito se ti va!-

.. La domanda più importante solo alla fine, mannaggia.
 
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view post Posted on 20/9/2023, 09:23
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Le vostre risate si mischiano e trema il tuo cuore all’idea di non aver mai sentito un suono così bello. È il tuo lato da pianista che ti fa percepire melodie che si mescolano tra di voi e con la pioggia e pensi sia bellissima. Guardi Adeline e pensi che sia bellissima e finalmente lo ammetti a te stessa. E forse lo stai ammettendo anche a lei, dal modo con cui la guardi, dalla concentrazione che i tuoi occhi mostrano nel notare ogni suo particolare. Le tue dita lunghe e affusolate, strette dietro la schiena mentre cammini, provano a muoversi nel tentativo di suonare uno strumento immaginario. E ora hai una voglia matta di tornare a casa, sederti di fronte al pianoforte, chiudere occhi, e suonare una melodia che porterà il nome di Adeline.
«Chiederò ad Alice ma sono sicura confermerà che sei una professoressa eccellente, Ade.» le dici con delicatezza, eppure, la tua voce non lascia spazio ad altre possibili opinioni. Torni a guardare di fronte a te, alzi gli occhi al cielo quando senti un leggero tuono in lontananza. «Dev’essere bello sapere cosa fare da quando si è nati. Sono felice che sei riuscita a realizzare il tuo sogno.» Sorridi e ti assicuri di guardarla prima di tornare con gli occhi in avanti.
«Sono certa che tu ci riesca.» non ti fermi, non questa volta, ma le sue parole ti hanno raggiunto davvero. Non sono in molte le persone che credono ciecamente in te. Ma eccola, una sconosciuta – non lo è più, non lo è mai stata – che ti fa sentire come se stessi facendo la cosa giusta. Come se potessi davvero essere un Auror, tu, Mary Grenger. Fai un cenno con la testa e le riservi un sorriso per farle sapere che l’hai ascoltata e quando ti parla di nuovo i tuoi occhi faticano a guardare altro che non sia il modo perfetto con cui le sue labbra distribuiscono ogni parola. Come una carezza. Legge molto, cucina per sé e per gli altri e suonava il pianoforte? La tua sosia? «La sai la teoria dei sette sosia? Penso che tu sia il mio. Eccetto per l’essere secchiona, da brava grifondoro sono sempre stata piuttosto nella media!» Chiarisci, prima di concentrarti nuovamente su ogni sua sfaccettatura. «Potrei essere io il tuo testimone, se ti va. Ho un piano a casa. Abito a Londra.» solo dopo che le tue parole scorrono nell’aria che ti rendi conto di averla invitata a casa tua. Così, dal nulla. «Suono anche io.» Non dai altre informazioni, quelle le riservi per un secondo momento, magari quando non siete sotto alla pioggia scrosciante che vi impone di alzare il tono della voce per sentirvi. «Non ci credo!» Esclami quasi urlando. «Eri battitrice? Che squadra tifi? Io le Portree!» ora sono i tuoi di occhi che si illuminano e ti immagini le tantissime conversazioni che tu e Adeline potreste avere su tutti gli aspetti che avete in comune. «Beh, a me piace quello che piace a te.» La guardi e realizzi che devi correggerti perché è vero che sai flirtare, Mary, ma così è un po’ troppo. «Cucinare, suonare il piano, leggere. Ho partecipato al Torneo di beneficenza come battitrice, ero nella squadra dei T’Assalto, siamo arrivati secondi purtroppo.» da brava grifondoro ti pesa perdere, soprattutto contro un team fatto per di più da serpeverde. Ma scacci via il pensiero. «E le piante. La natura, mi piace tantissimo. Ho diverse piantine a casa, mi piace parlare con loro. Penso che mi ascoltino, sai? E creano una energia positiva in casa.» te le posso mostrare, se vuoi.
«Il mio piatto preferito?» è difficile rispondere a questa domanda, non hai un alimento che ha attraversato la tua vita. «Ho lavorato da Piediburro per molto tempo quando ero ad Hogwarts. È stupido, ma li fanno questa pizza alle verdure buonissima. È a forma di cuore, tra l’altro, se ti va di provarla.» Non sai perché aggiungi quel particolare, ma sono tante le cose che fai senza sapere mentre sei con Adeline, come ad esempio avvicinarti impercettibilmente a lei, fin quasi che le vostre braccia si sfiorino, quando passa un signore con un cappello dal tuo lato; e lo guardi andare via, ne segui il percorso prima di tornare alla vostra conversazione. Ed è perché sei un auror – ti dici – che devi stare attenta ad ogni pericolo. Non per Adeline, no.
«Faccio una torta al limone buonissima. Ok buona, magari. Non lo so, ma penso sia la cosa che mi viene meglio.» i limoni ti ricordano Oliver, ovviamente. La vostra particolare connessione. «Il tuo invece?»


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view post Posted on 24/9/2023, 19:13
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- Chiederò ad Alice ma sono sicura confermerà che sei una professoressa eccellente, Ade.-
O l’essere più emotivo, invadente ed eccessivo di questo universo – che si lega a perfetti sconosciuti a cui in un solo attimo darebbe più o meno letteralmente pezzi di cuore.. senza poi un realistico e concreto perché alla base.
Strizzo rapidissima gli occhi per scacciare echi di una serata non poi troppo lontana con la giovane Rosso Oro.
La cosa peggiore è che probabilmente.. avrebbe assolutamente ragione.
Glielo darei, un pezzo di cuore.
E lo darei anche a Mary, dopo appena – quanti? Dieci, quindici, venti minuti di semplice chiacchierata?
– perché sono stupidamente fatta così –
- perché sono stupida e basta, eddai.
Ma questa strega continua a parlarmi, a guardarmi, a sorridermi – e a me si scalda un po' di più il cuore tutte le volte – sento il sangue pulsare più forte e più veloce, più caldo, nelle arterie e nelle vene, arrivando ad irrorare le guance tutte le volte - sento il mio sguardo di mare e di bosco ricercare la sua pelle, i dettagli dei suoi occhi, della sua bocca - tutte le volte.
La teoria dei sette sosia mi fa scoppiare a ridere cristallina, ancora una volta.
Beh – che ci siano dei punti in comune tra me e questa Rosso Oro a questo punto pare lampante anche a me - -Voi Grifondoro, tutti bravi ad utilizzare gli eccessi di “audacia, fegato, cavalleria” come la migliore scusa per non studiare!-
La prendo un po' in giro e le indirizzo una linguaccia, ridacchiando leggera l’istante successivo.
E’ l’idea di casa sua che poco dopo mi zittisce, facendomi perdere tra i miei pensieri con la stessa velocità di un pulsante premuto nella mia testolina dorata.
All’improvviso mi perdo nell’immaginare casa sua - le stanze, l’arredamento, il profumo – gli oggetti speciali o non, la sua firma unica e indelebile in ogni scelta – in ogni dettaglio.
Impossibile non sorriderle ancora però, special modo quando a quell’immagine fumosa di una casa di fatto sconosciuta, aggiungo lei, Mary che suona al pianoforte.
Forse sorrido un po' troppo – ma cerco di recuperare in fretta sfociando in un ridacchiare ilare quando l’Auror risponde con entusiasmo alle mie parole sul Quid –
-Portree? Viva le Harpies – senza possibilità di discussione!-
Questa volta sono io a fermarmi per appena un battito di ciglia in mezzo alla strada, con un esplicito finto fare scioccato.
-Ma sì, ero battitrice.- E con un sorrisone luminoso tra le labbra torno saltellando appena vicino alla strega, come se così la “discussione” fosse davvero conclusa.
In realtà continuo ad ascoltarla – e mi viene da ridere pensando che, di quel torneo, ho visto effettivamente una partita dopo aver parlato con Alice.
Lo sguardo si illumina invece, a quell’immagine tanto incantevole della Rosso Oro lì davanti che chiacchiera con le sue piantine.
-Anche io ne ho molte in casa! Non ci parlo ma.. condivido il pensiero dell’energia positiva – e mi piace abbinarle ad una marea di candele profumate, ne ho tantissime e le nascondo ovunque!-
Più l’immagine di questa strega si delinea nitida nella mia mente – lei nella sua casa, con il suo pianoforte, e le sue piante, l’attrezzatura per il Quidditch, la cucina entro cui si muove – più mi si amplia il sorriso tra le labbra.
-Amo la pizza! E voglio provarla sicuramente.-
Nonché provare a prepararne una simile e spedirtela via gufo – così, per il solo piacere di farlo.
Le nostre figure dipinte da acquarelli si avvicinano, faccio finta di passeggiare tranquilla sotto la pioggia ma la realtà è che ogni particella di me, ogni fibra e molecolare essenza del mio essere è incredibilmente concentrata e attratta dall’Auror che mi sta accanto.
Torta al limone!
I miei pensieri deviano invece su Camillo, che ama i muffin con il ripieno al limone – nozione che ho memorizzato nella mia testolina sin da uno dei nostri primissimi incontri, avvenuto ormai pressochè due anni fa - e al quale cucino i suddetti dolci non meno di un paio di volte alla settimana.
-Sono sicura sia buonissima.- rispondo così a Mary, contenta -Il mio?-
Conosco bene il mio dolce preferito – ma se si allarga il discorso includendo tutta la parte salata, la questione si complica.
Dondolo un po' la testolina dorata, e rabbrividisco appena quando così facendo percepisco ancor di più l’acqua gelida lungo il collo e la schiena.
-Ho un debole per le torte salate, special modo quelle alla zucca. E i panini caldi!-
Arriccio un po' il naso, ridacchiando.
-Ma se si parla di dolci preferisco le fragole semplici, con zucchero e limone!-
Regn torna ad abbassarsi, gli piace cercare la mia presenza ogni tot – o forse è a me che piace farlo (?)
Gli porgo un braccio e appena posa le zampe, inizia a richiedere coccole come il principino che si crede di essere, sfregando la testolina piumata contro la mia spalla e becchettandomi appena il collo.
Rido perché mi fa il solletico – lo accontento per un po' ma la mia attenzione tanto è sempre e comunque assorbita dalla ex Grifondoro accanto a me.
-Ti piacciono gli animali?-
Non prendo neanche fiato – e così come gli ho spiattellato quel “Ehi, lo sai che mi piaci proprio?!” aggiungo: -E ti andrebbe di rivederci un giorno? Magari.. magari più asciutte?-
 
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view post Posted on 2/10/2023, 11:30
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«Ahm, mi scusi professoressa, guardi che noi studiamo eccome!» Le dici con un tono che fa percepire la tua ironia e sottolinei con forza il suo ruolo. Merlino, solo qualche anno in meno e te la saresti ritrovata come insegnante. Non puoi neanche immaginare quanto sarebbe stato difficile concentrarti durante le ore di pozioni. Va detto, poi, che già da sé ti era difficile concentrarti. Ti spaventa la naturalezza con cui ti senti a tuo agio con lei e pensi che lo stesso valga per l’altra. Lasci passare il suo commento sulle Harpies – non vuoi ritrovarti a mostrarle che sei una fanatica del quidditch – e con una mano fai cenno che ok, va bene, puoi tifare quello che vuoi. Non sei nella posizione di portare in alto la tua squadra, comunque, visto che le Portree stanno disputando partite imbarazzanti da quando hai iniziato a tifare per loro. Forse porti sfiga?

«Oh gargoyle, la zucca!» chiudi gli occhi e quasi riesci a percepirne il sapore sulla lingua. Non è ancora periodo, è vero, ma già non vedi l’ora che arrivi ottobre per farti immergere dal suo sapore. «Potremmo mangiarla insieme una volta, se ti va.» Le dici in riferimento alla pizza. Lo fai quasi sottovoce, quasi come una domanda buttata lì, come se la sua risposta non fosse la ragione per cui potresti essere triste o felice per il resto della giornata. Vedi Regn tornare da Ade ma è troppo lontano da te per tentare di accarezzarlo. Ne hai quasi un po’ timore, a dirla tutta. Molte persone sono così tanto legate ai propri animali domestici che ne valorizzano le gesta. Cosa succederebbe se Regn ti odiasse? Allora ti odierebbe anche Ade? È un rischio che non vuoi correre. «Molto. Penso che delle volte i nostri animali siano l’estensione di noi. Ma ne ho anche un po’ paura.» e dovresti fermarti, lo sai, ma purtroppo con Ade non è possibile. Devi sempre dire di più, devi sempre dirle tutto. «Cosa succede se a Regn non piacessi?» poi non piaccio neanche a te? Scuoti la testa e sorridi facendo passare quella domanda come una battuta. Ti dici che è meglio così, Mary. Forse stai correndo troppo, il tuo cervello sta andando molto più veloce del tempo.

E dovresti smetterla, ma quando lei ti chiede di rivedervi non puoi farne a meno. Non puoi fare a meno di sperare. E speri non per te – ti scopri altruista – ma per lei. Speri di piacerle non per il tuo personalissimo ego ma per la sua felicità. «Mi piacerebbe rivederci.» le dici, il tuo tono sincero, i tuoi occhi a cercare i suoi. «Posso scriverti?» vuoi sapere com’è la sua scrittura, se sottile come la tua o goffa come quella di Kate. Vuoi sapere come si firma, se per te è già Ade o ti becchi ancora il nome completo.

Sai che questo giorno sta per finire perché state per separarvi.


Code • Oliver


Super sorry per questo posticino un po' di me- :c
 
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view post Posted on 8/10/2023, 13:16
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-Potremmo mangiarla insieme una volta, se ti va.-
Percepisco una nuova ondata di calore prendere vita tra il costato e spandersi nell’aria, vibrante, come una silenziosa e invisibile esplosione:
-Sarebbe bello!-
Mi ritrovo così a risponderle, sorridente e dondolando appena la testolina dorata, tutta gongolante, come i bambini piccoli quando si promette loro qualcosa di allettante.
L’attenzione viene ridirezionata dal mio istrionico Augurey, sul quale così mi concentro per qualche istante, coccolandolo come si conviene: lui di certo non si trattiene, mi becchetta il collo, nasconde il becco sotto le ciocche fradicie dei miei capelli, scrolla la testolina piumata solo per tornare a strusciarla contro la spalla.
”L’estensione di noi.”
Ho ascoltato le parole dell’Auror che ha risposto alla mia domanda – e adesso sto scrutando con una nuova curiosità il mio animaletto preferito: un Augurey – una Fenice Irlandese dal piumaggio scuro, tipico della specie, che ama la pioggia – ha un canto lugubre nell’animo e viene spesso e volentieri associato alle peggio disgrazie, come un piccolo e lugubre magico avvoltoio.
E’ questa la mia estensione?
Ma mentre per l’ennesima volta in meno di due minuti il becco di Regn mi infastidisce l’orecchio nascosto sotto la cascata dorata di capelli, alla ricerca di coccole ed attenzioni, mi dico anche che questo animale è anche tante altre cose: estremamente fedele, coccolone, empatico – lo definirei persino sensibile e delicato.
[E’ questa la mia estensione?]
-Cosa succede se a Regn non piacessi?-
-A Regn piacciono tutti.-
.. Sì, è decisamente la mia estensione.
Questo, è uno dei miei principali “problemi”.
Ho risposto vagamente pensierosa a Mary, ma torno a sorriderle l’istante successivo, commentando ancora: -E’ anche facile da comprare, bastano due coccole e qualche bocconcino, in effetti.-
Regn pare quasi offendersi e – vero o meno che sia – scrolla il capo piumato e per qualche secondo decide di iniziare ad ignorarmi, tornando a scrutare curioso la ex Grifondoro.
Augurey o non Augurey, sento il muscolo cardiaco saltare qualche battito quando Mary risponde positivamente alla mia richiesta.
Sorrido luminosa, rispondendole poi quasi di getto: -Certo! Puoi trovarmi al Castello o – beh, anche io vivo a Londra, ma durante l’anno scolastico non ci sono quasi mai.-
Sto di nuovo dondolando appena, le braccia incrociate dietro alla schiena.
Un nuovo brivido mi scuote la spina dorsale, e Regn canta con il suo lugubre verso nel mio orecchio: la realtà è anche che, sebbene una parte di me non vorrebbe affatto – sebbene una parte di me vorrebbe mille altre cose.. forse, è anche giunto il momento di tornarmene all’asciutto.
Scuoto un po' la testolina dorata strizzando appena gli occhi prima di tornare di nuovo su Mary:
-Io..-
Neanche riesco a completare la frase, in un primo momento.
-Dovrei tornare.-
Sondo ancora per qualche infinito attimo i lineamenti di questa strega, cercando di imprimerli a fuoco nella memoria.
-Ehm – non ammalarti, ti prego- Adels-mamma-cerbiatta-sempre-e-comunque-all’attacco, anche mentre mi allontano di un paio di passi da Mary seppur sempre rivolta verso di lei mi serve una distanza fisica da questa Auror, altrimenti rischio di non andarmene mai accidenti -Ci sentiamo, allora!-
E con una caotica tempesta di gelo e fuoco entro il costato - costringo le mie gambe a muoversi e a indietreggiare ancora – la cristallina razionalità che per una volta oggi mi viene effettivamente in soccorso e, alla fine, dopo un ultimo sorriso.. prima mi fa voltare - poi, smaterializzare nel nulla.
 
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