L'Atelier delle Modernerie (di Camillo)

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view post Posted on 7/9/2023, 17:05
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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L'Atelier delle Modernerie di Camillo, un tempo un magazzino abbandonato nel quartiere di Brixton, è ora un caleidoscopio di colori e meraviglie tecnomagiche, un'insolita oasi di incanti moderni e antiquati che si fondono in un accattivante calderone di ingegnosità.
All'entrata, i clienti vengono immediatamente colpiti da un'esplosione di luce naturale che si riversa dalle ampie vetrate laterali e dal tetto. Durante il giorno, il sole illumina ogni anfratto del negozio, danzando sulla superficie di oggetti lustri e rilucenti, mentre la notte si illumina con un bagliore caldo e accogliente grazie al lampadario e alle lanterne sospese.
Queste ultime penzolano dal soffitto sgraziate e vivaci, tinteggiano il negozio con mille riflessi, creando un'atmosfera satura e un po' buffa che ricorda un periodo di festa.
Al centro del negozio, troneggia un bancone di legno massiccio, levigato dall'uso e dall'età, che riserva una calorosa accoglienza. Camillo e i suoi garzoni accolgono ogni cliente come meglio gli gira, in mezzo a un delizioso caos di scatole colorate e di articoli esposti in una maniera all'apparenza disordinata, ma in cui è facile orientarsi.
Ogni angolo dell'Atelier sembra raccontare una storia bizzarra, ogni oggetto un segreto. I gadget moderni, dalle forme eleganti e lustra plastometallica, sono affiancati da accessori classici, fatti di legni selezionati, formando un'insolita ma affascinante mescolanza di nuove e vecchie meraviglie.
Delle rampe di scale in legno chiaro portano al secondo piano, dove si apre un altro mondo di scoperte. Le pedane circondano l'intera area, offrendo una vista panoramica di tutto il negozio e del bizzarro miscuglio di articoli in vendita.
L’'Atelier delle Modernerie di Camillo è un'esperienza visiva, un viaggio caotico dentro un mercato inesplorato, un luogo dove le bellezze del passato incontrano le promesse del futuro in un vortice di colori, luce e scoperte. Questo non è solo un negozio, è un luogo di magia, un luogo di sogni, un luogo dove il quotidiano si fonde con l'eccezionale e dove vi ritroverete a chiedervi: tutto apposto???
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La Macchinocamera: Una macchinina giocattolo che si avvia con un colpo di bacchetta e stabilisce una connessione mentale con il proprietario, che può comandarla con la sua volontà e vedere ciò che la telecamera inquadra. È veloce, difficile da acchiappare e quando arriva a destinazione scatta una foto e torna indietro dal proprietario, poi la stampa tipo polaroid. Copre 200m di distanza (influenzata da eventuali pareti e ostacoli). Utilizzabile una volta per quest.
+2 Corpo + 2 Mana
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La Cotterocamera: Come la macchinina, ma questo è un elicotterino/drone. Si alza in volo, avviato sempre dalla bacchetta e comandato con la mente, il proprietario vede ciò che vede la telecamera, va dove deve andare, scatta la foto, torna indietro e la stampa. E’ più facile da individuare della Macchinocamera. Copre 200m di distanza (influenzata da eventuali oggetti e ostacoli) e si eleva fino ad un massimo di 10m da terra. Utilizzabile una volta per quest.
+2 Corpo + 4 Mana
24G
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Catenocchiale: Se lo porti al collo è una catenina di acciaio, se la togli si trasforma in un paio di occhiali, aumenta la stabilità della connessione con la Macchinocamera e la Cotterocamera, inoltre la montatura degli occhiali riceve il segnale e stampa la foto a mo’ di polaroid, per questo non è necessario aspettare il ritorno del veicolo. E’ possibile inoltre impostare delle gestures per scattare foto e stamparle in un secondo momento, con discrezione. Scatta max 1 foto per quest. Tiene 3 foto in memoria.
+2 Salute + 2 Mana
18G
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Minichino: è un manichino di legno alto una trentina di centimetri con proporzioni anatomiche umane. Se gli leggi la descrizione di un incantesimo ti mostra i movimenti da fare per eseguirlo correttamente. Aiuta nell'apprendimento di incantesimi. Sconta un tentativo per incantesimi dalla terza fino alla sesta classe inclusa (maledizioni senza perdono escluse). Un solo utilizzo
24G

FRLtLES
Menichino: è un manichino alto 1.80cm, con proporzioni anatomiche umane. Serve per fare sparring e ha tre modalità:
· Facile: Si limita a schivare e parare
· Difficile: Oltre a schivare e parare ti mena anche indietro. Non ti fa male, ma è rognoso perché è capace di disarmarti e di atterrarti, sempre con un occhio di riguardo al non ferire. Esempio, se il proprietario sta per cadere durante lo sparring si butta per afferrarlo e impedirgli l'impatto col suolo.
·Buona Fortuna!: Schiva, para, ti mena indietro, ma ha un istinto di combattimento elevatissimo, così come lo sono la sua forza e la sua agilità. Prepara tattiche ed è imprevedibile. Come nella modalità precedente non ferisce.
Menichino ha uno spirito sportivo impeccabile, rispetta sempre il suo avversario e gioca pulito, perché vuole vincere senza che l'altro accampi scuse. È orgoglioso e si offende se il suo padrone fa mosse sleali. Inoltre si adatta e cambia spesso stile di sparring.
Menichino non è utilizzabile in quest, né per difendere il luogo in cui è custodito. Combatte solo contro il suo proprietario ed il suo obiettivo è quello di renderlo un combattente migliore, sia a livello fisico che non la precisione nel lancio di incantesimi. Ovviamente lui non può lanciarne, ma se li piglia volentieri, a patto che l'altro sia in grado di ciccarlo.
+8 Salute + 10 Corpo + 8 Mana
99G
jAR0EUD
Bussolacci: sono lacci per le scarpe che trasformano qualsiasi paio di scarpe donandogli un forte tocco di colore. La punta dei lacci indica costantemente un obiettivo specifico, a patto che il proprietario già li indossi quando lo vede (raggio 1km, ottimi per gli inseguimenti) o conosca alla perfezione la sua ubicazione se si tratta di un luogo, così da non perdersi mai.
+2 Salute + 2 Mana
18G
HOfrMKI
Asso Nella Manica: è un bracciale realizzato con legno per bacchette in cui è possibile immagazzinare un incantesimo conosciuto (fino alla terza classe). Per farlo basta lanciare l’incantesimo con L’Asso Nella Manica invece che con la bacchetta, adattando la gestualità della mano all’incantesimo scelto. Il lancio dell’incantesimo è istantaneo, basta protendere il braccio su cui lo si indossa verso l’obiettivo e indicare il bersaglio. Dopo il primo utilizzo, un turno per ricaricarlo con qualsivoglia incantesimo e dal successivo è pronto a sparare di nuovo. [Expelliarmus escluso]
+ 2 Mana
24G
EGScG4B
Skyteboard: come indica il nome, è uno skateboard che vola. Si appiccica alla suola delle scarpe e non si stacca mai, amenoché non sia il proprietario a volerlo. Per prendere quota basta impennare alzando la gamba davanti, per scendere basta alzare la gamba dietro (in relazione alla direzione in cui si sta viaggiando) e per cambiare direzione basta spostare il peso del corpo. Se chi lo usa fa qualche trick prende velocità per un breve periodo di tempo. Se si sta per cadere, il meccanismo di sicurezza con cui è incantato lo fa tornare immediatamente sotto i piedi del proprietario. Di default viaggia alla velocità di una scopa di categoria 3, si alza per un massimo di 6m da terra ed è provvisto di un incantesimo di invisibilità per i non maghi.
+3 Corpo + 3 Mana
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-- Proprietario: Camillo --
-- Garzoni: Niah & Lex --



Edited by Camomillo - 22/9/2023, 18:43
 
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view post Posted on 7/9/2023, 21:58
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- 24yrs | cursebreaker | london
x1 Macchinocamera
x2 Minichino
x1 Menichino
x1 Bussolacci
x1 Asso nella Manica
x1 Skyteboard

Gira voce che un misterioso ed eccentrico mecenate abbia acquistato un vecchio magazzino polveroso a Brixton. Gira voce, sì, ma nessuno sa dove giri.
Fatto sta comunque che io, questa voce, l'ho sentita qualche giorno fa da Ned Lynch. Lì per lì non è stato chiaro se fosse ubriaco o meno –eravamo tutti piuttosto allegri– ma si è espresso con un'emozione così genuina da sembrare un bambino su una scopa giocattolo. Agitava le mani, le allargava, raccontava mirabolanti oggetti magici e Babbani, connubio di chissà quale portentosa Magia e tuttavia, non conoscevamo la fonte da cui proveniva questa leggenda. Quando gliel'abbiamo chiesto, lui con gli occhi un po' lucidi, si è portato il dito sul naso e si è picchiettato la punta chiudendo prima un occhio, poi l'altro. Indubbiamente era più che mezzo ubriaco. Ho riso fortissimo, forse più del necessario, ma quando poi ho capito che era serio mi sono sporto sul tavolo e, togliendogli la birra di mano, mi sono fatto dire l'esatta ubicazione di questo presunto negozio.
Inutile dire che non la sapeva.
Io e Isabella ci siamo quindi guardati e poi abbiamo ghignato: abbiamo scommesso 10 Galeoni (Eloise sarà testimone). Io dico che esiste, 'sto posto; Isa, invece, è convinta sia frutto di quel Bolide che Ned s'è pigliato all'amichevole di Quidditch con quelli del dipartimento.
Comunque, ho girato mezza Brixton ma non ho trovato niente. Giro i tacchi, pronto a Smaterializzarmi alla prima occasione, quando sbatto addosso ad un ragazzino. Lui barcolla, io lo raccolgo prima che si spalmi sull'asfalto e lui mi fissa un po' sbigottito. Mormoro qualche scusa, anche se ad esser pignoli è lui che era in mezzo al marciapiede impettito come un lampione.
« Devo dirlo alla mamma. MAMMAAAAAA!! »
Perplesso lo guardo correre via.
Addirittura?
Prima che compaia qualche matrona che mi spacchi un calderone sulla schiena per avergli travolto il ragazzino, faccio dietro-front e proseguo nella direzione opposta.
Un bagliore mi colpisce improvvisamente l'angolo dell'occhio. Quando mi volto comprendo la reazione del bambino e mi ritrovo a fissare l'edificio con la sua stessa faccia esterrefatta.
Oddio, esiste davvero!
Osservo la stravagante facciata della bottega con crescente curiosità e lascio scorrere lo sguardo verso l'alto. Il cartello –e ciò che dice– mi strappa una risata improvvisa, corale, e faccio sussultare la coppia che sta entrando.
« Questa poi! » Esclamo ad alta voce, mentre entro anch'io nel negozio. Un caleidoscopio di colori sgargianti mi colpisce dritto in faccia nonostante gli occhiali da sole; l'odore di legno appena lucidato mi riempie le narici. Vedo la firma di Camillo in ogni angolo di quest'assurda bottega e percepisco, anche a distanza, l'allegria che permea le pareti. C'è qualcosa nella prospettiva di questo posto che mi confonde e mi faccio largo tra i numerosi clienti che probabilmente, come me, sono rimasti folgorati dalla bizzarria di questo atelier. Gironzolo senza fretta: salgo le scale con le mani nelle tasche e mi godo gli scorci luminosi al di sotto delle piattaforme. Mi sento un po' un turista in un qualche museo d'avanguardia e me la rido. Una parte di me, in quanto ex compagno di Casata e tutto l'ambaradan delle cariche ricoperte, si sente molto orgoglioso di quel che è riuscito a creare Camillo. Non avevo dubbi sulla sua carriera lavorativa totalmente fuori dagli schemi. Del resto, non ce lo avrei mai visto in giacca e cravatta al Ministero; se così fosse stato, avrei pensato fosse finito sotto l'influsso di un Imperio.
In ogni caso, quando raggiungo il bancone, non so né come né perché ho deciso che voglio praticamente mezzo negozio.
Il mio stupore s'accresce quando riconosco la chioma biondissima che svetta al di là del piano nuovo di zecca.
« Lex! » Mi avvicino con un sorriso e mi tolgo gli occhiali da sole. Non credo alle coincidenze e proprio non posso fare a meno di pensare che... « Cavolo, se deve esserci un garzone in questo posto, quello sei indubbiamente tu! » Ripenso al nostro incontro, al suo essere così genuino e spontaneo e indubbiamente mi viene naturale associarlo a Camillo. Mi chiedo solo come si siano conosciuti; ho come l'impressione che la storia sia tanto assurda quanto quella che ha fatto conoscere me e Lex.
« Allora visto che ci sei, avrei giusto un paio di cosine che mi incuriosiscono e di cui vorrei capire il funzionamento... » Un sorriso storto mi piega le labbra, poi mi guardo intorno. « Camillo c'è? » Chiedo, mentre lo affianco per indicargli le trecento cianfrusaglie che alla fine mi rimarranno attaccate alle mani (Isabella mi dovrà ben più di dieci Galeoni).


Look up the sky, not down your feet.
code ©Horus.



Apriamo le danze svaligiando il negozio appena aperto.
 
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view post Posted on 8/9/2023, 10:59
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OH, YOU
Alexander HydrajpgE la grande apertura è il caos. Ma cazzo quanto ti piace.
Contrariamente a molte persone, tu tra la gente stai perfettamente. Forse perché sei talmente alto che non ti tolgono mai il fiato, o forse perché non ti schifa il contatto fisico.
In ogni caso, tra tutte queste persone che si ammassano qui e lì, sai solo essere felice.
Felice per la partenza del negozio di Cam, e felice perché sei tornato a Londra in tempo per godere di tutto questo. Della tempistica puntuale con cui tuo padre ti ha dato un calcione e ti ha detto "fatti una vita".
Beh, eccola, pà: questa è la mia vita.
Una vita che - ripetiamo - è frenetica oggi. Tra una busta e l'altra, tra un incasso a destra ed uno a sinistra, sei piacevolmente confuso. Un po' su di giri, sicuramente cammini a tre metri da terra, con poco spazio per la razionalità. Tieni botta solo perché hai un taccuino.
Si, tu non hai ancora imparato bene i prezzi di tutto, e quindi finisce che hai i bigliettini - come in classe. E fai così anche i calcoli, rigorosamente a mano.

Però si tra una signora che crede di aver trovato in un Menichino il suo nuovo toyboy e un ragazzino che timidamente guarda uno Skyeteboard con gli occhi a cuore, ti trovi davanti il muso di Horus.
Due secondi di stasi per capire dove sei, cosa fai e con chi sei e - beh - tocca un po' alzare la voce ma cazzo quanto gli sorridi.
«MA DAI! OHI CIAO!» non gli chiedi neanche che ci faccia qui, ma gli lasci una carezza su una spalla - si, quella spalla - «E infatti, eccomi qua» un altro sorriso smagliante, allarghi le braccia.
Nel tuo fare spiccatamente teatrale, sfili dal bancone e ti profondi in un inchino da maggiordomo «Ogni tuo desiderio è quasi un ordine»

«Oh ehm, si certo! Questo è indubbiante un-» e si diciamo pure che le tue spiegazioni sono tanto stravaganti quanto l'Atelier. Non manchi di dichiarare le funzioni base di ogni oggetto ma - come se Horus non si stesse già riempiendo le mani con tutto - aggiungi quelle spezie degne di te, nel dirgli che per ogni tesoro trovato c'è anche un secondo uso. O addirittura un uso "segreto" destinato a pochi «- sapessi!»
E quanto ridi di te in questo momento! Sei terribilmente contagioso, o almeno lo speri. Qui dentro immagini che non ci sia mai alcuno spazio per la tristezza. Ma poi, Camillo dov'è?

Lo cerchi con lo sguardo, dall'alto ci vedi abbastanza bene per leggere nei suoi occhi l'incastro diabolico tra mille clienti lì per assediarlo. Sorridi, gli fai giusto un cenno ma ti ha visto per primo. E - guardando Horus, e tutti i suoi acquisti - si prodiga in un «Per mio marito sono gratis», schioccandovi un bacio. Uno a cui tu rispondi con un occhiolino ed un cenno d'assenso.
«Mago fortunato» ridacchi aiutandolo a portare tutta quella roba fino alla cassa «Hai sentito il tuo uomo, questi-» accenni ai Minichini «- erano nella lista nozze»
C'è solo una curiosità che ti prende piano piano, lenta insomma: come si conoscono quei due? Magari lo chiederai a Camillo quando questa ressa sarà finita e potrete fermarvi tutti e tre un secondo solo, a negozio vuoto.
«C-redo di doverti dire che siamo a, ah, però, ok amico» ti gratti la nuca «La prossima birra te la offro io» gli regali un altro sorriso.
garzone | mezzosangue | 23 anni Ricapitolando, Horus, ti sfiliamo: 154G 5F 8Z
Con tantissimo amore ♡
+
i 2 Minichini che acquisti, ti sono offerti e vanno scalati da:
Camillo Breendbergh: 38G 4F 13Z

©Mistake

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Edited by A.Hydra - 11/9/2023, 12:15
 
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view post Posted on 9/9/2023, 12:28
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Frà, Frà
Manilo BestburgerjpgOra di chiusura. Con gli ultimi clienti cacciati fuori attraverso svariati stratagemmi di manipolazione mentale – dall'efficacia discutibile – ma liberi del peso infausto della loro opulenza, Camillo girò finalmente il cartello all'ingresso. Chiuso. E a porta effettivamente chiusa nessuno avrebbe piú messo piede in bottega, se non lo stesso proprietario e i Garzoni che per forza di cose dovevano poter entrare e uscire a piacimento, pena l'inquisizione di questa o quell'altra commissione a tutela dei dipendenti.
Un colpo di mocio in giro per cancellare le impronte – perché le cose fatte alla vecchia maniera erano meglio di un gratta e netta – poi via a riordinare il riordinabile.
A faccende concluse, Camillo si sarebbe prodigato per congedare il personale, non prima di concedersi un acquisto per sé.
L'ex-tassorosso andò in cerca della prima anima disponibile e quando la trovò, domandò con gentilezza:
«Prima di andare, mi venderesti un Minichino per favore?» Sulle labbra aveva il solito sorriso stampato, quello che tirava su quando gli passava per la capoccia qualche idea completamente ingestibile dalle coscienze dei deboli, maledetta fino al midollo da una creatività sadica e maligna. Un diavolo con un grande progetto: il tormento. Qualche cristiano inconsapevole avrebbe presto dovuto fare i conti con la badilata nelle sfere che si manifestava attraverso l'estro di Breendbergh, ma ancora doveva passare una notte. L'indomani avrebbe compiuto l'inevitabile.
«Uh, già che ci siamo, me lo piazzeresti anche in una delle buste? Quelle che sono appena arrivate. Graaazie!». Avevano ufficialmente le buste in cartoncino pastello, col logo dell'azienda stampato su un lato, perché così aveva deciso e immediatamente la macchina di Rube Goldberg era stata messa in moto, abbattendosi su qualche disgraziato perché quel capriccio prendesse forma.
Un bacio schioccato in direzione del garzone designato, poi il pagamento di quanto dovuto, e finalmente tutti sarebbero potuti tornare alle proprie vite, mentre a lui spettava ancora una mezz'oretta buona di contabilità. Creativa.
Se mai qualcuno lo avesse visto pagare anche mezzo centesimo di imposte e tasse al ministero avrebbe dovuto sparargli, per suo decreto, perché in quel caso si sarebbe certamente trattato di un Doppelganger.
proprietario | analisi del sangue non proprio al top | 20 anni Raga ho deciso: abbiamo le buste
©Mistake

 
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view post Posted on 9/9/2023, 14:20
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Carmello Blueberry
Niahndra Alistine
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Lavorare al pubblico non le mancava, per niente. Così come non le erano mancati i sorrisi forzati, la maschera finta, la voce tenuta alta e gioviale mentre illustrava le funzionalità di articolo dopo articolo. Il lato positivo era che finalmente li aveva imparati, più o meno.
Il Wizard Store l'aveva abituata bene, in tal senso. Rispetto alla feccia viscida che inquinava le sale del Paiolo Magico dopo un certo orario, la clientela della gioielleria veniva sottoposta ad un processo di selezione naturale sia dall'ambiente altolocato che dai prezzi a tratti proibitivi. Il che, in soldoni, si traduceva in paghe più alte e meno rogne.
D'altro canto, di rogne, Camillo gliene procurava a iosa. E, di mal di testa, il doppio. Però, in compenso, non si scandalizzava per la sua bocca da scaricatrice di porto né se la prendeva a male per i diti medi che gli rifilava. E poi aveva promesso bonus e cene aziendali, promesse che Niahndra era del tutto intenzionata a fargli mantenere.
«Ci hanno di nuovo annodato tutti i Bussolacci, ci credete?»
Dopo almeno dieci minuti a tentare di districarli a mano, Niah si sentiva ad un passo dal risolverla alla maniera di alessandrina. «Se becco chi è stato gli annodo la lingua e lo appendo al lampadario».
L'arrivo di Breendbergh fu, per una volta tanto, provvidenziale. «Tieni».
Senza battere ciglio gli rifilò il gomitolo di lacci, grata di avere una scusa per piantare la grana a qualcun altro e togliersi da lì.
«Un Minichino, hai detto?» Si stava già allontanando quando si accorse dell'espressione mefistofelica del capo —ugh, bimba, è proprio necessario chiamarlo così?
Continuò a scrutarlo con sospetto da dietro al bancone, mentre premeva la giusta sequenza di tasti sulla cassa. «Cos'hai in mente?»
Credeva davvero che il ragazzo le rivelasse i suoi piani? Per niente, e una parte di lei ne era grata perché significava negabilità plausibile per qualsiasi cosa si fosse messo in capoccia quell'altro. «Anzi, no, non dirmelo».
Il minichino fu imbustato e consegnato al legittimo proprietario; i galeoni sonanti vennero fatti sparire nella cassa. Niahndra si pulì le mani tra loro e poi le alzò a mimare un "non ne voglio sapere niente". «Guarda, meglio ancora, me ne vado proprio così fa quello che ti pare. Non ne voglio sapere niente».
Aveva scoperto che nell'omertà si stava sorprendentemente bene quando si doveva avere a che fare con Camillo.
Aveva un unico rimpianto.
«LEX!» Chiamò a gran voce per farsi sentire dal retro. «Io me la svigno e conviene anche a te. Camillo ne ha una delle sue in mente».
No man left behind.
18 Y.O. | Garzone
Sono 19G 10F 20Z senza fatturaregistrato

 
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view post Posted on 9/9/2023, 21:28
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Edmund Artemis Knight - 12 Anni - Corvonero
« IL POTERE DEL PENSIERO È LA MAGIA DELLA MENTE»



Difficile dire se Edmund fosse il nipote preferito di nonno Barthemius, di certo però la comune passione per la nobile arte delle bacchette, unita al fatto che ogni estate, durante il soggiorno estivo presso la casa dei nonni, il dodicenne spendeva la gran parte del tempo libero aiutando il vecchio mago in bottega, aveva contribuito a creare tra i due un legame speciale.
Era sempre stato così, e il fratello Philippe l'aveva accettato senza troppi problemi, del resto il secondogenito dei Knight era sempre stato più portato nell'aiutare la nonna nell'arte culinaria (e introdurre in bocca tutto ciò che la nonna spacciava per commestibile), che nel levigare pazientemente il legno. Edmund invece, era solito accettare di buon grado qualunque compito il nonno si sognasse dargli; la curiosità indescrivibile per la splendida arte di fabbricazione dei catalizzatori magici gli aveva sempre fatto apparire ogni singola fase di quel lungo processo, come un'attività nobile, preziosa, delicata e fondamentale.
Fino a qualche anno prima le sue principali mansioni consistevano nelle più noiose la mente umana potesse concepire: ordinare scatolette di bacchette, lucidarle, numerarle, trascriverne i numeri di serie e le composizioni, e talvolta pulire i catalizzatori magici, levigare pezzi di legno affettati alla meno peggio, e così via... ma ora che era cresciuto cominciava ad essere incaricato anche di compiti più delicati, compiti che richiedevano forse una quantità minore di pazienza, ma maggiore precisione e maggiori responsabilità: tagliare i legni, assemblarli, inciderli. Quell'estate poi, c'era stato un ulteriore avanzamento nel suo inquadramento al laboratorio, il nonno lo aveva incaricato di preparare i nuclei: una delle mansioni in assoluto più delicate.
Edmund aveva preso con grande serietà il compito impartitogli dal nonno, una sera era rimasto in laboratorio fino alle 20:17, non se ne andò fino a quando non riuscì a tagliare alla perfezione i crini di unicorno per l'indomani. Ma ne era valsa la pena, avevano contribuito alla nascita di esemplari di splendide bacchette delle quali il nonno si era addirittura vantato con un cliente.
Nonno Barthemius era un eccellente maestro, severo, esigente, rigoroso, ma soprattutto molto riconoscente; Edmund lo aveva da sempre adorato perché il nonno non lo trattava da bambino, come facevano gli altri. Lo aveva sempre trattato "da grande", al punto che, come lo stesso mago aveva detto alla figlia Catherine, per scrollarsi di dosso le critiche di fare troppe preferenze rispetto all'altro nipote:
"Edmund se mi fa da garzone, lo pago per quello che vale. Altroché che lo pago, se taglia bene i legni gli do la sua mancia così si prende quello che vuole!"
E così, quell'estate, il lavoro sui nuclei gli aveva fruttato considerevolmente: quando era partito per Londra, nelle sue mani, in un sacchetto di velluto blu, tintinnavano 100 galeoni. Una bella somma, più di quanto non potesse sperare di guadagnare altrove.

E poiché quasi tutto ciò che gli serviva glielo comprava la madre, quasi tutto ciò che desiderava ma non gli serviva glielo comprava il padre, tutto ciò che gli piaceva e nemmeno desiderava glielo compravano i nonni, poteva tranquillamente decidere di spendere quel bel gruzzoletto nelle novità del momento e, ciò che in quel momento aveva stuzzicato la sua attenzione, era il nuovo negozio che aveva aperto a Londra, finalmente un negozio di giochi magici!
Edmund, accompagnato dal padre, vi si recò non appena seppe dell'apertura. Si guardò attorno e raccolse un discreto numero di gadget, una quantità che secondo le somme fatte a mente in modo approssimativo dovevano aggirarsi sui 100 galeoni. Prese tutto ciò che gli piaceva, gli piaceva anche il Menichino in realtà, ma per quello temeva di non aveva abbastanza soldi. Provò a convincere il padre ma non ci fu verso;

«Non venirmi a chiedere altri soldi, direi che tutti i soldi di tuo nonno buttati via in questa baracca sono già abbastanza.» aveva tagliato corto l'uomo.
Il Corvonero si recò quindi al bancone, con le braccia cariche di merce e depose su di esso una macchinocamera, una cotterocamera, un catenocchiale, un asso nella manica e uno skyteboard.
Guardò il commesso di turno e attese gli facesse il conto:


«Buongiorno signore, io prendo questo. Spero i soldi bastino perché è tutto quello che ho.»

concluse svuotando sul bancone il contenuto del sacchetto di velluto.



EDMUND COMPRA:
Macchinocamera: 14G, 14F, 11Z
Cotterocamera: 19G, 10F, 20Z
Catenocchiale: 14G, 14F, 11Z
Asso nella manica: 19G, 10F, 20Z
Skyteboard: 24G, 1F, 3Z

Totale: 93 G, 7 Z

Splendido negozio! :sbrill:


EDMUND ARTEMIS KNIGHT
PER ASPERA AD ASTRA
 
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view post Posted on 10/9/2023, 15:33
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...
Alexander HydrajpgAvete le buste! E che buste, ragazzo mio. Cartone perfettamente riciclabile ed un logo spettacolare da fare invidia a quei matti di Diagon Alley.
Ci sei passato una volta, da che sei qui, perché in fondo sai bene come ti sia stata negata quell'opportunità da bambino.
Te lo sei chiesto tante volte come sarebbe stato andare a scuola con Camillo, o in quale casa vi avrebbero smistati. Pur non avendo la più pallida idea delle loro differenze interne. Forse avreste fatto il caos, come diceva tua madre. Magari andava bene stare distanti tutti quegli anni per non ingaggiare le sciocche dinamiche degli amici che non aprono i gruppi.
Però no, sai che non sarebbe andata così. Vi sareste solo fatti espellere un paio di volte più del dovuto.
E ci ridacchi su, pensando che non ti mancano le vostre estati in Olanda. Ti manca solo l'Olanda, ma un po' di lei resta nei vostri cuoricini.
In alcuni casi forse adesso hai solo esteso l'estate ad ogni giorno dell'anno. Oppure ogni giorno di lavoro.
Incredibilmente, nulla di tutto ciò ti pesa. Tu che non ti sei mai saputo tenere un impieghi, rifiorisci a contatto con il pubblico. Questo smisurato amore per la gente ti rende un affabile accapalppiaclienti. O almeno così ti sei detto, quando ad accoglierli con il sorriso sei sempre il primo.
E sei anche abituato agli sguardi più indignati di alcuni, o più impettiti di altri ma niente ti può cancellare di dosso la fierezza di aiutare un amico.
E che amico... Sospiri, slacciando l'ultimo bussolaccio ingarbugliato.

«Ehi» sorridi al tuo nuovo cliente. Li hai tenuti d'occhio, discretamente, da quando sono entrati. Hai percepito le rimostranze di un padre ed hai sorriso con dolcezza tra te e te. Hans non sarebbe stato tanto diverso, se non fosse che sicuramente una macchinocamera te l'avrebbe comprata. «Ti serviranno un paio di buste ma ci facciamo stare comodamente tutto» affermi, seppur ti sia incastrato un "signore" dritto in gola. «Ecco a lei, Signore» ribatti con un sorriso.
Che poi un pochino si crepa a dirla tutta.
Signore, cielo sembri così vecchio? Forse agli occhi di un ragazzino si... ma diciamo che non ne farai parola con Theo, o non smetterebbe di ridere.
No, non è vero, glielo dirai piagnucolando per lamentarti e chiedergli se conosce qualche antirughe che non lasci i segni dell'età.
E - con la voce di Camillo nella testa - aggiungi distendendoti sul bancone come un gatto: «Pssst, un Minichino è offerto dalla casa, prendi quello che ti piace di più nella fila a destra prima di uscire»
garzone | mezzosangue | 23 anni Conti esatti, mio prode Edward: 93G 0F 7Z
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1 Minichino per Edward da scalare da
Camillo Breendbergh: 19G 10F 20Z

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Edited by A.Hydra - 11/9/2023, 12:14
 
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view post Posted on 10/9/2023, 20:39
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Aveva di nuovo cucinato per tutta la notte?
Assolutamente sì.
Se ne pentiva – anche mentre caracollava per strada con il suo cestino pieno di dolci e squisitezze varie in una mano e un pacco non ancora meglio identificato nell’altra?
Assolutamente no.
Perfetto così.

Dire che Adeline Walker fosse semplicemente dannatamente orgogliosa, felice e con il cuoricino ricolmo di gioia e soddisfazione per i traguardi raggiunti dal suo olandese preferito – era dire assolutamente poco e niente.
Aveva cercato (fallendo miseramente) di limitarsi con le cibarie – stupido canale comunicativo d’affetto! – motivo per cui, ad una certa, aveva semplicemente smesso di opporsi e si era detta, tra un’infornata e l’altra, che anche i ragazzi assunti da Camillo avrebbero potuto benissimo beneficiare delle sue doti culinarie – magari qualche cliente - magari mezza Londra, diciamola per come è dolce Adels.
Ad ogni modo, una volta giunta di fronte al famigerato negozio – la strega era rimasta per almeno un quarto d’ora ferma, in piedi, esattamente di fronte alle porte e all’insegna, con quella lacrimuccia di commozione pericolante a farle luccicare lo sguardo di bosco e di mare – particolarmente di mare oggi (?) visto il rischio-lacrime-da-ommerlino-Camillo-ma-guarda-è-tutto-tuo-questo-posto-è-merito-del-tuo-impegno-e-dei-tuoi-sforzi-e-guarda-accidenti-dove-puoi-arrivare-anzi-potrestiottenereanchedipiùesicuramentelofaraiperilsolofattocheseitueoooooooooooooooh.
Si beh.
Insomma, c’era voluto un po' prima che Londra si riancorasse alla realtà ed entrasse nel negozio in religiosissimo silen –
-Oooooooh ma – ma è meraviglioso, sul serio, è stupefacente - wow!-
Adeline-mamma-cerbiatta-orgogliosa mode decisamente on.
Doveva liberarsi le braccia dei ventordici chili di cibarie che si stava portando appresso, motivo per cui – sebbene ancora con il naso per aria, cosa che rischiò di farla inciampare ad un certo punto – si avvicinò comunque in primis al bancone, lo sguardo bicromo ancora luccicante e commosso.
-Il pacco è per te, il cesto è per te e per i ragazzi e – oh Millo sono così contenta per te!-
Nel pacco, per inciso, una volta aperto il mago avrebbe trovato una costruzione commestibile – nell’idea molto simile alle casette natalizie di marzapane per intenderci – ma 1) decisamente più grande 2) una riproduzione abbastanza fedele – nei limiti delle possibilità zuccherine quantomeno – del negozio dell’olandese. C’era persino un piccolo Millo di fronte alle porte di biscotto, con vicino le riproduzioni dei due ragazzi che Adeline sapeva essere stati assunti come commessi.
A proposito, la cesta ripiena della qualsiasi di cibo, era chiaramente anche per loro.
Londra conosceva Niahndra, una studentessa tra l’altro, ma all’appello mancava il secondo aiutante.
La docente si chiedeva che tipo fosse.
E soprattutto se preferisse il dolce o il salato.
Beh - ad ogni modo la scelta era varia: avrebbero potuto pescare muffin di ogni genere e sorta, dolci con ogni tipo di combinazione ed abbinamento, salati, pizze e focaccette calde, tortini e torte salate, biscotti, rotoli e salatini – Adels si era anche divertita a provare qualche nuova ricetta olandese che alla prima ondata… no, è proprio corretto ondata diretta all’amico non era riuscita a provare (c’erano poffertjes, pannenkoek, di nuovo gli speculaas e una appletaart) – da qualche parte c’era anche una vaschetta di gelato fatto rigorosamente in casa.
E i lecca lecca - perché no in fondo.
E i pop corn dolci.
E uh le girelle!
Era tutto impacchettato con ordine - e in un angolino del cesto, accanto al manico perché non si perdessero nello spazio incantato infinito di quel contenitore in vimini - anche delle forchettine legate con un piccolo fiocchetto.
Una volta libera dai suoi regalini, Adeline si era voltata poggiando le mani sul bancone e rimirando ancora una volta l’intero ambiente.. -Cavoli, è così bello qui che mi dispiace quasi portare via qualcosa!-
Aveva cercato il familiare sguardo nocciola su cui – finalmente un po' più quieta e meno iperattivata come suo solito – si era infine posata, ad ogni modo super sorridente: -Sei felice?-


Adels tra una lacrimuccia e l'altra acquista un menichino, un asso nella manica e i bussolacci :<31:
E niente ragazzi, penso di essere ufficialmente in banca rotta, corro a mangiar pane e acqua per i prossimi mesi ma tanto love nel mezzo :rainbow:

 
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view post Posted on 14/9/2023, 15:27
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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Frà, Frà
Manilo Bestburgerjpg«EbbastaaaaaAAaaaaaA!».
Camillo aveva urlato a Niahndra da una parte all'altra dell'Atelier, mentre lei si era prodigata in una cronaca passo passo dei movimenti della professoressa Walker. S'era appostata alla finestra e senza la minima esitazione era partita. Pareva di assistere – ascoltare in radio – ad una corsa di cavalli.
"C'è la professoressa Walker".
"Sta per entrare"
"Anzi no. È fissa lì."
"Credo pianga".
"Ha roba in mano".
"Ecco entr--- falso allarme".
"Si sta emozionando??".
"Oh ok, eccola".
Breendbergh era esasperato, non sapeva se ridere o piangere. Quello che si appuntò mentalmente di fare fu di ricordarsi di metterla a districare tutti i bussolacci intrigati alla prima occasione utile. Metà dei quali li avrebbe personalmente annodati lui, un Frenonectio alla volta.
Però alla fine si sganasciò dal ridere per l'assurdità della vicenda e per la contrapposizione del tono pacato dell'amica, rispetto ad un evento che – stando a quanto aveva potuto constatare – riteneva meritevole di essere sviscerato pubblicamente.
«Ma stai bene?» Un ragazzetto con due terzi dei suoi anni aveva assistito all'esplosione euforica del titolare e si era premurato di domandare.
«Se fossi uno che sta bene non avrei mai aperto questa bottega». Aveva replicato Camillo, cambiando umore come si spegneva l'interruttore della luce.
«Vabbé a me non me ne frega un cazzo, vado ad aggrovigliarvi i bussolacci». Zero empatia.
«Prego, datti alla pazza gioia».
«Così mi togli pure il divertimento».
«Non ti pago per divertirti, ti pago per annodare quei figli di puttana di nascosto». Un sussurro. Il ragazzino annuì, poi fece pippa ed andò a grindarsi il proprio side hustle. Decise di essere creativo, Mezzicolli e Savoia stavano diventando la sua specialità.

Quando Breendbergh vide Adeline avvicinarsi al bancone con il carico di cibarie, ancora una volta scoppiò a ridere. All'ultimo round gli aveva spedito così tante leccornie che si era fatto il giro di Londra per riuscire a distruibuirle tutte. Distribuirle a qualcuno che potesse effettivamente smaltirle. Ma a questa rimessa aveva Lex, che di sicuro avrebbe apprezzato con sincero entusiasmo, e Niah, che immaginava avrebbe gradito. Aspettò che si sistemasse prima di salutarla.
«Buongiorno Adeline, ma che piacere immenso!» Le aveva dato io benvenuto così, con un ampio sorriso e gli occhi che brillavano come l'egitto in fiamme. Iniziale minuscola per ovvie ragioni.
«Dammi solo un secondo». Si prese quell'attimo per convocare i due fanciulli.
«Ragazziii, è arrivato un carico di rifornimenti! Penso che questa volta vi piacerà!» E così, da bravo babbuino delle foreste di cemento, aveva emesso il suo richiamo. Richiamo che era stato sicuramente percepito dai due Garzoni, i quali non tardarono a sopraggiungere.
Niahndra aveva ringraziato gentilmente la professoressa con il suo solito mood indecifrabile, attingendo dalle scorte. Diede un boccone a qualcosa e nel mentre si disse che doveva dileguarsi, perché avere a che fare con i prof le creava imbarazzo. Era fatta così. E così fece.
Lex d'altro canto pareva piú vivace: i piatti tipici dall'olanda furono per lui una sorpresa inaspettata e si cuccò pure il giro di presentazioni. Se lo prese sotto braccio, nonostante l'altezza del bel biondo rendesse le cose un tantinello complicate. Mancava poco che gli schioccasse un bacio sulla chioma sbarazzina.
«Adeline, lui è Lex. Lex, lei è Adeline». Camillo liberò il suo frà e presentò i due, finalmente. Lex già la conosceva, perché l'ex-tassofrasso gli aveva fatto una testa grande come una casa a furia di parlargli della docente. A lei invece poco era stato rivelato sui commessi, ma le informazioni le erano bastate per produrre il dolce piú bello che avesse mai visto in vita sua. Era… il suo negozio, con tanto di miniaturine dello staff. Non poteva mangiarlo, avrebbe voluto conservarlo così a vita, tant'era stato tenero il pensiero. E avrebbe trovato il modo di farlo, garantito. Si ritrovò qualche istante paralizzato ad osservare l'opera con un'ammirazione senza precedenti, con un fiume di idee in testa per cercare di trovare le parole adatte ad esprimere ciò che stava provando. Alla fine decise di rimanere sul semplice.
«Grazie di cuore Adeline, è stupendo. Tutto».
Commentò così, mentre lo sguardo rimbalzava, come un bimbo su un tappeto elastico, tra il manicaretto e il viso dai tratti delicati dell'insegnante.
«Certo che sono felice!». Rispose alla domanda senza dover nemmeno riflettere, conscio che presto avrebbe trovato il modo di comunicarle quanto. Così tanto che avrebbe potuto svaligiargli il negozio, portandosi via tutto ciò che desiderava senza passare dalla cassa e nemmeno ci avrebbe fatto caso.
«Innanzitutto, i gadget te li regalo io. E poi ..». Disse, tenendo fede all'idea formulata, con una convinzione nella voce che non ammetteva repliche o trattative. Al che si fermò un istante a ragionare. Lo sguardo perso in un viaggio cosmico dei suoi per un paio di secondi.
«Stasera alle otto, io e te, ceniamo insieme! Ti passo a prendere io, ho trovato un posto che sono certo amerai». Spiegò convinto, un po' perché conosceva i gusti della signorina Walker, un po' perché anche lui voleva provarlo e non ne aveva mai avuto l'occasione. Ne aveva sentito parlare talmente bene che già si era imposto di sbrigarsi a prenotare un tavolo. Fu così che, nel presentare il suo grande progetto per la serata, non tenne conto che l'amica avrebbe già potuto avere degli impegni; ma si era anche detto che un no sarebbe stato sufficiente ad arginare il suo entusiasmo, una volta realizzato questo piccolo dettaglio.
In piú gli approvigionamenti non mancavano, i suoi Garzoni avevano il rancio pronto per i tre inverni a venire. I pianeti erano allineati e altre minchiate new age a fare da contorno.
L'unica cosa che non sapeva era quanto Niah avrebbe trascinato avanti quella scenetta. Perché sì, il suo metro e due banane di ironia tagliente tendeva ad essere poco indulgente nei suoi confronti. Uscire a cena? Con una professoressa? Imbarazzo di seconda mano istantaneo, somministrato dritto dritto in endovena. Benzina per le sue battute spiritate.
Qualche colpo di bacchetta e preparò la busta con i due oggetti più piccoli.
«Il Menichino te lo faccio recapitare, l'ultima volta che gli ho tirato un Reducio l'ho inceppato». Annuì convinto, porgendo la confezione a Lì, con il sorriso perennemente stampato sul viso, come un tatuaggio in attesa di un cover-up d'emergenza.
proprietario | analisi del sangue non proprio al top | 20 anni Camillo acquista: Menichino - Asso nella Manica - Bussolacci
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Rarissima occasione in cui compaio.
Le azioni con Niah e Lex sono concordate.
<3


 
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view post Posted on 14/9/2023, 18:48
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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È l’ultimo giro che mi concedo tra le vie della caotica Londra. È la vigilia del tanto atteso rientro ad Hogwarts, il nuovo anno scolastico è ormai alle porte e l’indomani mi attende un lungo viaggio a bordo dell’espresso. Mi sono ripromessa quindi di passare a far visita ad un paio di amici nel pomeriggio, ma non prima di essermi fermata per uno step intermedio.
«Jordan, non azzannare i pasticcini!» ribadisco il concetto con un sonoro schiaffo sul dorso della sua mano, protesa verso il vassoio che tengo in perfetto equilibrio tra le braccia.
«Non se ne accorgerebbero, credimi.» si acciglia, massaggiandosi il punto dove l’ho colpito.
«Lo saprei io, tanto basta lo ricambio con la medesima occhiataccia.
«Guarda, dovremmo esserci.» m’interromper. Svelto indica l’insegna, quella dell’atelier che Camillo ha appena aperto. Mentre la osservo, ammetto a me stessa di essere fiera di quell’adolescente bollato come scansafatiche da tutta la scuola. Ora ha un’attività tutta sua. Come cambiano in fretta le cose, mi dico.
Apro la porta e varco la soglia, ritrovandomi in un locale pieno di vivacità. E inevitabile per me rimanerne ipnotizzata. Lo sguardo vaga senza una meta precisa, difficile non soffermarsi su ogni dettaglio di questo negozio. Stravagante oserei dire, come il proprietario d’altronde.
«Ehi, attento a non rompere niente!» ammonisco mio cugino. Per poco non fa cadere uno delle sagome in legno, per fortuna ha i riflessi pronti e lo ha rimesso al suo posto. Quello che mi circonda è un caos di luci e colori, un caleidoscopio che mi fa sorridere di riflesso. Lo stesso sorriso che rivolgo ai garzoni, mi avvicino a loro con un’espressione raggiante.
«Ciao ragazzi!» li saluto «Niah!» il suo nome mi esce con entusiasmo, felice di vedere una faccia amica «Questi sono per voi!» metto in bella mostra i pasticcini «Ecco, per festeggiare questa nuova avventura.» aggiungo mentre glieli porgo.
«è bellissimo qui, ma ditemi….» sollevo un sopracciglio di scatto «Vi tratta bene Camillo?» mi faccio falsamente sospetta «O vi fa diventare pazzi, come suo solito?» osservo prima l’una poi l’altro «Siate onesti, mi raccomando. Io sarò una tomba, non gli riferirò nulla.» l’ironia è evidente, sono fermamente convinta che sia un ottimo capo.
«Oh a proposito di quel piantagrane di Breendbergh….» sollevo l’indice della mancina per chiedere un attimo di tempo. Dalla tasca dei pantaloni estraggo una lettera, la carta sottile con sfumature carta da zucchero e una stellina adesiva a tenere la chiusura «…questa è per lui.» la affido a loro assieme alla mia più totale fiducia, ma non senza un’ultima raccomandazione «Ditegli che è da parte di Atena!» sono certa capirà, figurarsi se si fa prendere facilmente per i fondelli con i suoi stessi trucchetti.
«Se non vi dispiace diamo una sbirciata tra gli scaffali, non vedo l’ora di scoprire quali diavolerie si è inventato.» con la curiosità che mi divora mi avvio assieme a Jordan, tornando carica di originali articoli in circa cinque minuti.
«Ecco, penso sia tutto per adesso!» sono soddisfatta di ciò che ho scovato, è palese. Portamonete alla mano, sono pronta a saldare il conto.

Camille Donovan | Hufllepuff Prefect | 15 y.o







Sciaoooo belli :ue: Scusate se ho preso in causa sia Lex che Niah, ma non ho resistito :gattello2:

Per prima cosa, Millo Bello riceve la seguente letterina da parte di Atena Camille :mke: :
Caro Ateno
Grazie ancora per la Firebolt. Sappi che l’ho provata con mio cugino quest’estate, ci siamo quasi schiantati contro un albero. Sei sicuro che quella specie di bollino che hai appiccicato al manico non sia una maledizione Azteca? Non è che volevi uccidermi perché troppo nazista, come dici tu, con gli studenti?
Comunque, tentato omicidio a parte , ci tenevo a farti sapere che Caramello e Pancake godono di ottima salute! Si adorano, devi vedere quanto sono carini assieme. Nella busta trovi un paio di foto che li ritrae. Le ho scattate quest’estate in Irlanda, mentre gironzolavano nel giardino dei miei nonni. Caramello è un golosone, si rimpinza continuamente di mele. Pancake invece è molto coccolone, va matto per gli insetti, ruba sempre quelli con cui nutro il mio rospo. Spero che Kermit non lo odi per questo, anche se al momento pare se la spassino alla grande in compagnia.
Mi raccomando, stammi bene e tratta bene i tuoi dipendenti. Buona fortuna con il negozio, con affetto

Atena McLinder Camille.


Per gli acquisti invence, Camille prende

- Macchinocamera (14G, 14F, 11Z)
- Catenocchiale (14G, 14F, 11Z)
- Bussolacci (14G, 14F, 11Z)
- Skyteboard (24G, 1F, 3Z)

Tot: 67 G 10 F 7 Z (spero il conto sia giusto, abbiate pietà :aiuto: )
 
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view post Posted on 14/9/2023, 22:14
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Camille Donovan
Niahndra Alistine
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Da quando aveva aperto, il negozio di Camillo stava attirando un flusso costante di curiosi. Probabilmente dipendeva dall'assortimento peculiare o dai colori caleidoscopici che rendevano la vetrina immediatamente simpatica ai più. Forse dipendeva dall'abitudine che Camillo aveva di regalare oggetti completamente a caso —"È una strategia di marketing, Niah, vedrai". O ancora, era perché il proprietario conosceva una quantità industriale di persone e tutte, prima o poi, passavano di lì per congratularsi portando una bottiglia di vino elfico, dei pasticcini o una piantina d'arredo. Niahndra era certa di aver messo su più di un chilo da quando aveva iniziato a lavorare lì, ma non si lamentava.
«Prefetto Donovan», ricambiò volutamente formale Niah quando vide arrivare la concasata, anche se il suo ghigno divertito tradiva l'ironia. «È qui per togliere punti a Breendbergh in nome dei vecchi tempi?»
Ogni traccia di deferenza forzata svanì poco dopo quando l'attenzione di Niah venne catturata dal vassoio che le veniva porto. «Oh, wow!»
La testa si mosse automaticamente in cerca di Lex per condividere con lui quel ben di Dio, ma non dovette sforzarsi più di tanto: vantando un fiuto incredibile o, più verosimilmente, un bisogno innato di smaltire la sua quota di espansività giornaliera, il collega si era già avvicinato.
«Lei è Camille. Ci ha portato i pasticcini».
I rituali sociali riuscivano sempre a disorientarla, ma in quell'occasione Niah pensò di star facendo un buon lavoro. E, poi, aveva scoperto che con un collega come Lex bastava dare il la e poi potevi anche sederti comodamente e vederlo fare la sua magia.
E infatti: «Alexander», pronunciò cordiale l'altro, una mano a puntarsi il petto e un largo sorriso a illuminargli il volto.
Niahndra inarcò un sopracciglio al sentirlo usare il nome intero, ma evitò di commentare esattamente come evitò di protestare nel vederlo sequestrare la refurtiva dolciaria. Contento come una pasqua, Lex rivolse un mezzo inchino alla Donovan. Niahndra scelse saggiamente di ignorare anche quello e si concentrò piuttosto sul rispondere a Camille.
«Il nostro capo Camillo Breendbergh è un faro di motivazione e gratitudine!», cominciò a recitare come se le fosse stato fatto il lavaggio del cervello. Sulle labbra le si era incastrato un sorriso tirato, assente, visibilmente costruito; il tono di voce fu tenuto monocorde, fatta eccezione per i picchi di allegria forzata. «Qui all'Atelier delle Modernerie il divertimento è garantito, insieme creiamo meraviglie!»
Gli occhi gridavano "salvaci" mentre continuava a snocciolare slogan. «Lavoriamo con un sorriso perché crediamo nel potere del buon umore!» E non di certo perché Camillo li minacciava a suon di gaiudium infundo per renderli sempre allegri e pimpanti.
Lex era nel frattempo ancora in mezzo all'inchino e —quasi avessero coreografato l'intera scena— iniziò a sussurrare all'orecchio del prefetto: «Siamo qui sotto minaccia ma shh». Il volume s'abbassò di altri decibel, il tono assunse un che di melodrammatico. «Grazie per questi,— accennò ai pasticcini —non mangio da giorni». Aveva proprio l'espressione da cucciolo abbandonato in canile, uno di quelli che non viene mai scelto durante le adozioni. Con ancora il suo premio stretto al petto, si tirò su e si dileguò per tornare al lavoro.
L'espressione di Niahndra rimase imperscrutabile per qualche secondo, ma poi la ragazza ruppe gli equilibri schiacciandole l'occhiolino. «Scherziamo, forse. Dai pure a me la lettera».
Per quanto puntuale al mattino e alla sera, Camillo ogni tanto spariva dalla circolazione senza che nessuno sapesse bene dove andarlo a ripescare. Quello era uno di quei momenti, ma la lettera gli sarebbe comunque arrivata secondo le direttive del prefetto.

«Appoggia tutto sul bancone, così te lo imbusto».
I tasti della cassa compilarono una ormai familiare melodia mentre Niahndra passava in rassegna articolo dopo articolo. Tuttavia, prima che Camille potesse andarsene, con un accio attrasse a sé un minichino dall'espositore e infilò in busta anche quello.
«Questo lo offre Camillo», spiegò. «Gli è presa così».
"È una strategia di marketing, Niah, vedrai"

--
Camillo e Lex mossi col consenso dei rispettivi proprietari.
Camillo compra un minichino e lo regala a Camille
18 Y.O. | Garzone
Camille spende 68G 10F 7Zregistrato
Camillo spende 19G 10F 20Zregistrato

 
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view post Posted on 15/9/2023, 16:02
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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Il suo ingresso nell'atelier fu dettato - letteralmente - da quella stramba lettera che le era arrivata da un certo Camillo. Giunse tra le sue mani mentre stava facendo colazione nella sala grande e, improvvisamente, si ricordò chi fosse: come dimenticare il tipo che aveva ruttato in bocca a Narcissa, tanto tempo prima, nel bel mezzo di una lite? A ripensarci, la scena ora le faceva ridere. Tutto quello che era successo al ballo delle fate, ai suoi occhi, era ormai un ricordo superato; un dramma da bambini che si poteva accantonare.
Il fatto che la considerasse come una sorella dal nulla, senza un motivo davvero logico, le fece storcere un po' il naso inizialmente. Ma a quella diffidenza seguì la curiosità, che la spinse a varcare la soglia dell'atelier.
L'intenzione era quella di curiosare in giro, ma anche di conoscere un po' più da vicino questo misterioso Camillo.
Aveva trovato un po' di difficoltà nell'individuare quel dannato magazzino, nel quartiere di Brixton, un po' perché aveva un senso dell'orientamento pessimo - ci aveva messo mesi per capire dove si trovasse il terzo piano del castello - e un po' perché era la primissima volta che usciva da Hogwarts senza la supervisione di un Prefetto o Caposcuola. Si sentì quasi indipendente, a differenza del suo portafogli che piangeva lacrime amare.
Ma che poteva farci? Ormai era già dentro. Si guardò attorno con occhi vispi e curiosi, i colori dati dalle alte vetrate del posto diedero un'atmosfera che le piacque fin da subito. Così, si mise ben presto a dare un'occhiata a tutti - tutti - gli articoli messi in vendita. Solitamente, quando decideva di comprare qualcosa non ci pensava su due volte.
E così fu.
Con il bottino giunse al bancone di legno massiccio, alla ricerca di Camillo: purtroppo per lei, non ricordava proprio il suo viso. C'erano altre persone, evidentemente, a lavorare per lui: una credeva di conoscerla vagamente - forse tra i corridoi di Hogwarts? -, l'altro tipo neanche un po'. Rivolse comunque a chiunque fosse di turno un sorriso di circostanza, sentendosi ora un po' spaesata. E ora?

« Ciao! Prendo questi. » e così poggiò quello che aveva agguantato sul bancone, recuperando il portafogli. E ora?

« C'è Camillo? Sono sua sorella. » ironizzò la Serpina, assumendo però un'espressione ora seria, di chi faceva sul serio.
Ovviamente non era sua sorella, però ogni cosa a suo tempo.



Lyvie acquista:
Bussolacci x1 14G, 14F, 11Z
Skyteboard x1 24G, 1F, 3Z

per un totale di 38G 15F 14Z + 1G di mancia :fru:
spero di aver fatto bene i conti. Congratulazioni per il negozio, bro :rolleyes:

 
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view post Posted on 15/9/2023, 17:12
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entropia.

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I was am a broken child
«Se non si fosse capito, non ho cazzi.»
Me ne libero così, stringendo tra i denti una versione simpatica di lecca lecca ricevuta per posta stamattina dal mio spacciatore di fiducia —l'unico modo in cui qualcuno avrebbe mai potuto convincermi a mangiare una cosa tanto dolce. Il mio compagno di corso mi guarda, più sbigottito che incazzato. Sta tentando di capire se ci sono o ci faccio, scema intendo. Poi mi manda a fanculo sonoramente e si allontana ad ampie falcate in direzione opposta alla mia. Io sorrido, monella, galvanizzata dall'effetto del dolcino che la mia lingua continua a solleticare.
La mia destinazione è lontana dalle mura che imprigionano la mia mente e la mia capacità di muovere mari e monti alla ricerca di guai.

⚜️

In mia difesa, c'è da dire che- no, non voglio dire cazzate. Ho solo la luna storta, non mi va di parlare con lui del modo in cui migliorare in Storia della Magia e soprattutto di averlo tra i piedi mentre mi sto godendo una delle specialità artigianali di chi, i miei galeoni e il mio tempo, se li merita eccome. Londra, inoltre, ha oggi pomeriggio quell'aria frizzantina che invoglia all'ozio. Non esiste una sola ragione che mi invogli a raggiungere la biblioteca per infilare il naso tra appunti e libri polverosi che, di nuovo, non hanno nulla da dirmi.
Sorrido. All’angolo di una via pedonale, na nonnina sta picchiando con una borsa un paio di ragazzino sui dodici anni, colpevoli di averle fatto cadere un paio di acquisti in terra. Nonostante i poverini siano chini nel tentativo di recuperare gli oggetti del contendere, non c'è nulla che possa frenare l'ira funesta della vecchia. Non porteranno un buon ricordo di questa gita di fine estate, mi dico e mi scappa una risata poco partecipe.
Dev'essere l'effetto delle droghe, è questa la mia scusa.
Così, mi decido a saltellare in direzione della strada che meglio conosco, quella che conduce presso uno dei tatuatosi più In della capitale. Sono ancora a metà percorso —e già immagino con soddisfazione quanto e come stuzzicare il latinissimo artista—, quando la mia attenzione viene catapultata verso un campanello di curiosi che staziona fuori da un negozio fresco fresco d'apertura nelle vicinanze. Tolgo il lecca lecca dalla bocca, poggiandolo al labbro inferiore. Sto ponderando se mi ricordi qualcosa, se il nome lasci intendere la tipologia di oggetti venduti, se abbia galeoni (di certo non soldi babbani) da spendere, soprattutto se me la senta di affrontare la calca. Ma, ehi, a qualcosa servirà pure la mini girella che mi sto divertendo a suggere da un buon quarto d'ora; tipo a farmi dare per scontato che sia un’attività magica per dirne una. E, infatti, m'infilo senza farmi troppi problemi nel locale, sfruttando il poco spazio che occupa il mio corpo e tirandomi dietro una sfilza di insulti che riecheggiano nell'ingresso luminoso.
Wow! Che gran figli di un troll coi M.A.G.O.! Questi sì che la sanno lunga!
Socchiudo gli occhi. Diciamo che soffro di una certa fotosensibilità e devo schermarmi con la mano per non cascare come una degli ubriachi del molo, ma c'è un mobile di solido legno che mi aiuta a reggermi quando un capogiro mi prende e, così, evito una caduta. Il problema è che mi va quasi di traverso il lecca lecca e per non soffocarlo lo sputo alla velocità della luce, tossendo con vigore. Decisamente, non la migliore delle mie entrate. Quelli che me l'hanno tirata e che stanno ancora in fila hanno preso la mira bene.
Ho bisogno dei miei tempi per riprendermi, ma mi ricompongo. Recupero il lecca lecca. La parte strafatta di me lo guarda per un lunghiiiissimo istante e non mentirò: ho pensato che il locale fosse abbastanza pulito, dopotutto... Solo un briciolo di coscienza mi ha dissuasa dal tornare a mangiarlo come nulla fosse e a cercare un cestino.
L'esplorazione del negozio si rivela interessante, a tratti complicata, ma conferma le mie supposizioni sopra le righe sulla natura non babbana della location. Le mie sinapsi non riescono a cogliere appieno il significato delle targhette che spiegano il funzionamento degli articoli. Sono più affascinata dai colori e capita spesso che rimanga a osservarne uno per più tempo di quanto sia normale. Sicuramente più di quanto facciano tutti gli altri —"Hai intenzione di spostarti sì o no?".
Quando mi dirigo verso il bancone, ho preso un coso che mi è sembrato moooolto bello e la cui targhetta recitava la parola "volare". «Questo vola» dico con un gran sorriso, poggiandolo sul bancone, quasi che fossi io ad informare chi si trova dall'altra parte della caratteristica dell'oggetto. «È mio».
Strano modo di dire che voglio acquistarlo, forse. Ma abbastanza comprensibile, no?

you can make happiness out of everything, but never be happy


Il "coso" è uno Skyteboard. :*-*:


Edited by ~ Nieve Rigos - 17/9/2023, 15:49
 
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Nonostante su Londra stesse piovendo a dirotto, quando Artemis Claudius Knight entrò nel negozio dalle tinte vivide e cangianti da poco inaugurato, il quasi settantenne era completamente asciutto; vestito di tutto punto, come sempre, si sfilò il cilindro una volta varcato l'uscio e, aiutandosi con l'elegante bastone impugnato con solennità nella destra, si apprestò ad avanzare verso il bancone.

Prima di iniziare a muovere i passi verso l'apparentemente zelante commesso che avrebbe dovuto servirlo, sempre ne avesse avuto voglia, si soffermò per qualche istante a osservare le diavolerie esposte in quel bizzarro esercizio commerciale odorante ancora di nuovo. Nessuna bocca spalancata o espressione di sorpresa nell'uomo, semmai un'indecifrabile sguardo, testimone di quella postuma comprensione, e condivisione, delle perplessità del figlio Joseph, riguardo il finanziare con le loro spese quell'attività poco in linea con gli usuali acquisti familiari dei Knight. Sollevò appena il sopracciglio sinistro nello scorgere oggetti del cui funzionamento non avrebbe mai nemmeno supposto l'esistenza, trasudante di quella diffidenza che l'esperienza di settuagenario gli consentiva di fregiarsi.


"Ah questi giovani, cosa non si inventano pur di fare galeoni facili." rifletté tra sé e sé decidendosi quindi a muovere i passi verso il bancone del negozio. Una camminata lenta e pacata, rintoccata dai colpi sordi del bastone da passeggio sul pavimento del negozio, a condurre l'uomo verso il commesso.
Il signor Knight elargì il suo miglior sorriso, accompagnato da un accennato cenno del capo, dopodiché si mise a rovistare nella tasca interna della giacca. Ne estrasse infine un foglietto ripiegato in quattro il quale, una volta aperto, mostrò una scolastica grafia corsiva.
Il vecchio dopo averne letto il contenuto rialzò lo sguardo verso il commesso e finalmente prese la parola:


«Salve giovanotto, dovrebbe fornirmi uno di questi... ecco, un come si chiama, un Menichino, si dice così non è vero?
Non per me sa, ma per mio nipote Edmund, ha insistito così tanto che ho pensato di accontentarlo... dice che gli torna utile per la scuola, Edmund è un ragazzo coscienzioso e non mentirebbe mai a suo nonno ma sa, vedendo la merce qui esposta, beh... Solo Merlino sa se sia vero... Ah questi bambini come si lasciano affascinare da queste frivolerie...
Beh lei ci vive d'altronde vivendo questi articoli, che le posso dire...»


Il nonno di Edmund inclinò leggermente il capo e scrutò con espressione curiosa e vagamente divertita il commesso, non trattenendosi più di tanto nell'esprimere le proprie opinioni riguardo al negozio.

«Ah poi aspetti, devo prendere qualcosa anche per l'altro mio nipotino Philippe... Cosa vuole, se sarà nonno apprenderà suo malgrado che non è opportuno fare differenze tra i nipoti! Mi consigli pure lei una qualche diavoleria che vendete qui dentro adatta a un bambino di dieci anni! Non me ne intendo affatto»

Artemis Knight ripose il foglietto nella tasca ed estrasse un sacchetto tintinnante di galeoni.

«L'omaggio di Philippe lo porto con me mentre il Menigino di Edmund lo spedisca pure a Hogwarts, alla torre dei Corvonero, la ringrazio!
E faccia in fretta che non ho tutta la mattina!»



Il nonno di Edmund compra un menichino da addebitare nel mio conto.
L'altro acquisto è solo puro contorno quindi non è un acquisto reale.

P.S. Spero così di essermi sdebitato con Alexander per il "Buongiorno signore" dell'altra volta!
Ma al prossimo nome sbagliato avverto che Edmund potrebbe dare fuoco al negozio! :gelato:





 
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view post Posted on 21/9/2023, 09:42
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ELOISE LYNCH TASSOROSSO 17 ANNI
Eloise non sapeva se c’era un limite di decenza al tempo in cui uno poteva attardarsi in un negozio. Da quando era entrata nell’Atelier delle Meraviglie di Camillo non aveva potuto resistere al richiamo degli articoli in vendita, che l’avevano costretta in giri circolari a loop infinito mentre cercava di scegliere cosa acquistare.
Le piaceva tutto. Le piaceva come l’atmosfera del negozio riflettesse le passioni di Camillo, in quel bizzarro mix tra mondo Babbano e mondo magico; che le invenzioni fossero sue e introvabili altrove; che tutto fosse disposto con cura per i dettagli. Il negozio era gremito di gente, ma c’era da aspettarselo in occasione dell’inaugurazione ufficiale: bisognava avere pazienza e, nei momenti di maggiore calca, affacciarsi al parapetto del secondo piano per avere una visione dall’alto.
Il primo articolo che aveva conquistato la sua attenzione era stato ovviamente lo Skyteboard. Aveva strattonato Ned per la manica - era lui il suo accompagnatore per quel giorno - e l’aveva trascinato davanti all’espositore. Dopo aver soppesato l’oggetto, e osservato sotto tutti i punti di vista, aveva deciso che quello sarebbe venuto a casa con lei. Le sembrava un sogno potersene andare in giro a qualche metro da terra senza domande sulle sue capacità elementali e senza la scomodità di un manico di scopa: aveva deciso (e con grande probabilità sarebbe avvenuto per davvero) che non avrebbe mai più camminato sui suoi piedi.
«Nonostante i dubbi di Isa, questo posto non solo esiste, ma è pure favoloso. Ricordati di dire a Horus che ha vinto 10 Galeoni, anche se non credo che se ne sia dimenticato.»
Esortata da Ned aveva spostato la sua attenzione sui Menichini, che le sembrarono subito un sogno ad occhi aperti. «Questo, El, dobbiamo provarlo su Jared. Sono sicuro che lui sarebbe d’accordo… Sai, la sua passione per i pestaggi.»
«Sono d’accordo. Impazzirà di gioia quando conoscerà The Rock.»
«Ah, ecco, mi era sfuggito il suo nome! Piacere signor The Rock, benvenuto in famiglia.»
«Dice che è felice di conoscerti. Che pestare Jared sarà il suo lavoro a tempo pieno…»
Fece una pausa, avvicinandosi all’orecchio del Menichino
«Cosa dici, Rocky? Ah, sì, anche usarti per spaventare qualche primino in Sala Comune è un’ottima idea. Grazie!»
«Ce lo vedo a pazientare tra i cactus o su una poltrona vicino al caminetto! Hai proprio uno spirito Tassorosso!»
«Facciamo un giro e passiamo a riprenderti… Non ti muovere, eh!»
Fece per andarsene, poi si voltò di nuovo, puntando il dito contro di lui come a volerlo cogliere in flagrante. Ma niente, l’orologio di Milano non ticchettava, e quello rimase immobile. Ned rise, mentre già si spostava verso il piano di sopra.

Dopo un primo giro di ricognizione, Eloise insistette per provare lo Skyteboard sotto lo sguardo vigile dal commesso alto con i capelli biondi.
All’inizio non fu facile. Con i piedi ben piantati sulla tavola, provò a sollevare la gamba destra - quella avanti - per prendere quota.«Mmmm, così?» Si chinò in avanti un po’ troppo. La posa laterale e la scarsa abitudine a mantenere l’equilibrio su una tavola la fecero oscillare esageratamente, e sarebbe finita chiappe a terra se non fosse stato per il meccanismo di sicurezza incorporato. Riprovò, questa volta mantenendosi più dritta e con le ginocchia più rilassate, e andò meglio.
Una volta capito che non c’era modo di cadere (a parte desiderarlo), Eloise avanzò di qualche metro, cercando di evitare un frontale con gli altri clienti. Si lasciò andare in fretta, provando un frontside 180 e ritrovandosi con la faccia pericolosamente vicina a una schiena sconosciuta. Anzi, non sconosciuta! Quello era Camillo.
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«Camillo, che hai combinato!» Gli volteggiò attorno a bordo dello Skyteboard, già disinvolta. «Questo posto è magnifico! Mannaggia a te!» Con il solito fare esuberante, soprattutto quando si trattava di Camillo, non si trattenne dal dargli un mezzo abbraccio sbilenco. Poi prese ad armeggiare con le tasche della giacca alla ricerca di qualcosa. «Ecco, ti ho portato questo. Buona inaugurazione!»
Dopo avergli ficcato in mano due spillette, tornò a volteggiare sul suo nuovo, fedele amico.
Abituata com’era ai Tiri Vispi, non sapeva vivere una bottega con la pacatezza di un cliente medio, e le sembrava che l’atmosfera di quel posto incentivasse abbastanza la sua voglia di sperimentare. Dopo una ventina di minuti di salite, discese, inchiodate e guarda cosa faccio, Ned!, aveva percepito che l’interesse del fratello si stava spostando altrove, e aveva deciso di assecondarlo.

Quando finalmente ebbero fatto le loro scelte, e pattugliato ogni angolo dell’Atelier, si avvicinarono al bancone centrale. «Non abbiamo badato a spese!» Esclamò gioviale, rivolta allo stesso commesso di prima quando ebbe finito di servire la strega che la precedeva. Sorrideva molto, ed Eloise si era sentita subito a suo agio.
«Io prendo uno Skyteboard, Menichino e Minichino, una Cotterocamera e un Asso nella Manica.» Fece una pausa, rendendosi conto di aver esagerato e lasciando a Ned il tempo di elencare gli articoli che aveva scelto. «Beh, insomma, ti stiamo svaligiando il negozio.» Rassegnata e un po’ divertita. «Com’è, qui? A noi è piaciuto un sacco! Ti trovi bene con Camillo? È bravo come capo?»
Si era un po’ avvicinata, portando una mano alla guancia con fare cospiratorio, come spesso faceva. Camillo doveva essere un boss incredibile, ed Eloise non aveva dubbi sulla sua abilità negli affari. Sicuramente quel giorno non sarebbero mancati i Galeoni tintinnanti.
Skyteboard, Menichino, Minichino, Cotterocamera e Asso nella Manica.

Quindi, ricapitolando.
Interazioni con Lex e Camillo.
Menzione a Horus.
Mancia di 3G a Lex perché ha pure dovuto badare a sta disperata che svolazza in giro.
 
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