ELOISE LYNCH △ TASSOROSSO △ 17 ANNI
Eloise non sapeva se c’era un limite di decenza al tempo in cui uno poteva attardarsi in un negozio. Da quando era entrata nell’Atelier delle Meraviglie di Camillo non aveva potuto resistere al richiamo degli articoli in vendita, che l’avevano costretta in giri circolari a loop infinito mentre cercava di scegliere cosa acquistare.
Le piaceva tutto. Le piaceva come l’atmosfera del negozio riflettesse le passioni di Camillo, in quel bizzarro mix tra mondo Babbano e mondo magico; che le invenzioni fossero sue e introvabili altrove; che tutto fosse disposto con cura per i dettagli. Il negozio era gremito di gente, ma c’era da aspettarselo in occasione dell’inaugurazione ufficiale: bisognava avere pazienza e, nei momenti di maggiore calca, affacciarsi al parapetto del secondo piano per avere una visione dall’alto.
Il primo articolo che aveva conquistato la sua attenzione era stato ovviamente lo Skyteboard. Aveva strattonato Ned per la manica - era lui il suo accompagnatore per quel giorno - e l’aveva trascinato davanti all’espositore. Dopo aver soppesato l’oggetto, e osservato sotto tutti i punti di vista, aveva deciso che quello sarebbe venuto a casa con lei. Le sembrava un sogno potersene andare in giro a qualche metro da terra senza domande sulle sue capacità elementali e senza la scomodità di un manico di scopa: aveva deciso (e con grande probabilità sarebbe avvenuto per davvero) che non avrebbe mai più camminato sui suoi piedi.
«Nonostante i dubbi di Isa, questo posto non solo esiste, ma è pure favoloso. Ricordati di dire a Horus che ha vinto 10 Galeoni, anche se non credo che se ne sia dimenticato.»Esortata da Ned aveva spostato la sua attenzione sui Menichini, che le sembrarono subito un sogno ad occhi aperti.
«Questo, El, dobbiamo provarlo su Jared. Sono sicuro che lui sarebbe d’accordo… Sai, la sua passione per i pestaggi.»«Sono d’accordo. Impazzirà di gioia quando conoscerà The Rock.»«Ah, ecco, mi era sfuggito il suo nome! Piacere signor The Rock, benvenuto in famiglia.» «Dice che è felice di conoscerti. Che pestare Jared sarà il suo lavoro a tempo pieno…»Fece una pausa, avvicinandosi all’orecchio del Menichino
«Cosa dici, Rocky? Ah, sì, anche usarti per spaventare qualche primino in Sala Comune è un’ottima idea. Grazie!» «Ce lo vedo a pazientare tra i cactus o su una poltrona vicino al caminetto! Hai proprio uno spirito Tassorosso!»«Facciamo un giro e passiamo a riprenderti… Non ti muovere, eh!»Fece per andarsene, poi si voltò di nuovo, puntando il dito contro di lui come a volerlo cogliere in flagrante. Ma niente, l’orologio di Milano non ticchettava, e quello rimase immobile. Ned rise, mentre già si spostava verso il piano di sopra.
Dopo un primo giro di ricognizione, Eloise insistette per provare lo Skyteboard sotto lo sguardo vigile dal commesso alto con i capelli biondi.
All’inizio non fu facile. Con i piedi ben piantati sulla tavola, provò a sollevare la gamba destra - quella avanti - per prendere quota.
«Mmmm, così?» Si chinò in avanti un po’ troppo. La posa laterale e la scarsa abitudine a mantenere l’equilibrio su una tavola la fecero oscillare esageratamente, e sarebbe finita chiappe a terra se non fosse stato per il meccanismo di sicurezza incorporato. Riprovò, questa volta mantenendosi più dritta e con le ginocchia più rilassate, e andò meglio.
Una volta capito che non c’era modo di cadere (a parte desiderarlo), Eloise avanzò di qualche metro, cercando di evitare un frontale con gli altri clienti. Si lasciò andare in fretta, provando un frontside 180 e ritrovandosi con la faccia pericolosamente vicina a una schiena sconosciuta. Anzi, non sconosciuta! Quello era Camillo.
«Camillo, che hai combinato!» Gli volteggiò attorno a bordo dello Skyteboard, già disinvolta.
«Questo posto è magnifico! Mannaggia a te!» Con il solito fare esuberante, soprattutto quando si trattava di Camillo, non si trattenne dal dargli un mezzo abbraccio sbilenco. Poi prese ad armeggiare con le tasche della giacca alla ricerca di qualcosa.
«Ecco, ti ho portato questo. Buona inaugurazione!»Dopo avergli ficcato in mano due spillette, tornò a volteggiare sul suo nuovo, fedele amico.
Abituata com’era ai Tiri Vispi, non sapeva vivere una bottega con la pacatezza di un cliente medio, e le sembrava che l’atmosfera di quel posto incentivasse abbastanza la sua voglia di sperimentare. Dopo una ventina di minuti di salite, discese, inchiodate e
guarda cosa faccio, Ned!, aveva percepito che l’interesse del fratello si stava spostando altrove, e aveva deciso di assecondarlo.
Quando finalmente ebbero fatto le loro scelte, e pattugliato ogni angolo dell’Atelier, si avvicinarono al bancone centrale.
«Non abbiamo badato a spese!» Esclamò gioviale, rivolta allo stesso commesso di prima quando ebbe finito di servire la strega che la precedeva. Sorrideva molto, ed Eloise si era sentita subito a suo agio.
«Io prendo uno Skyteboard, Menichino e Minichino, una Cotterocamera e un Asso nella Manica.» Fece una pausa, rendendosi conto di aver esagerato e lasciando a Ned il tempo di elencare gli articoli che aveva scelto.
«Beh, insomma, ti stiamo svaligiando il negozio.» Rassegnata e un po’ divertita.
«Com’è, qui? A noi è piaciuto un sacco! Ti trovi bene con Camillo? È bravo come capo?»Si era un po’ avvicinata, portando una mano alla guancia con fare cospiratorio, come spesso faceva. Camillo doveva essere un boss incredibile, ed Eloise non aveva dubbi sulla sua abilità negli affari. Sicuramente quel giorno non sarebbero mancati i Galeoni tintinnanti.
Skyteboard, Menichino, Minichino, Cotterocamera e Asso nella Manica.
Quindi, ricapitolando.
Interazioni con Lex e Camillo.
Menzione a Horus.
Mancia di 3G a Lex perché ha pure dovuto badare a sta disperata che svolazza in giro.