Mostri Sacri, Privata

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 22/9/2023, 17:33
Avatar

Weave, weave the sunlight in your hair...

Group:
Tassorosso
Posts:
101

Status:


oie_LMOybBb1C7DA
oie_aZeLSZE1EGus
oie_FVXdaHMAfbJj
S
eduta sulla panchina di fronte a BiblioMagic, Haru riaggiustò le bretelle dello zaino che aveva portato con sé da Hogwarts, francamente incurante di come l’aspetto un po’ dimesso della sua amata cartella cozzasse con l’eleganza quieta del suo outfit. Prima di partire avvolta nella sua giacca preferita, Haru si era infatti scaraventata in un maglione crema dalle maniche svasate che faceva capolino da sotto una morbida salopette nera. Aveva completato la parure con un basco scuro e si era poi scapicollata fino al portone di Hogwarts con la precisa intenzione di visitare un numero imprecisato di negozi (che aveva mentalmente denominato come “quanti più possibile”) a Hogsmeade.

Al momento, il numero di negozi visitati all’attivo era ovviamente zero.


*Classic Haru.* Uscire all’avventura senza neanche uno straccio di piano –giusto giusto armata di un canovaccio molto rozzo, a voler essere gentili– e poi mandare prontamente all’aria anche quello al sopraggiungere di una nuova, grandiosa avventura. La “nuova, grandiosa avventura” in questione aveva in quel preciso istante assunto le sembianze da divo-hollywoodiano-in-vacanza-infrasettimanale-nella-sua-villa-sul-lago-di-Como del suo (tutt’ora innominato) compagno di metaforiche merende.

Haru percorse con lo sguardo il losco figuro che le stava seduto accanto e con cui stava amabilmente discorrendo di mostri sacri della letteratura (che di sacro avevano ben poco, a star a sentire i due) da ormai diverse manciate di minuti. Ce l’avevano entrambi a morte con Hemingway, avevano scoperto. Vagando per le stradine di Hogsmeade, il giovane aveva irrimediabilmente attirato l’attenzione della ragazzina grazie al suo completo impossibile e sgargiante –un trionfo di seta aranciata e floreale e di organza pallida che Haru ancora moriva dalla voglia di elogiare– e all’aria disinvolta che sfoggiava, tipica di chi sembra fregarsene altamente.
*Non si sa bene di chi, né di cosa. Ma ecco.*

Certo, il fatto che lui le avesse fatto una linguaccia senza alcun motivo apparente quando Haru aveva inizialmente incrociato il suo sguardo aveva FORSE contribuito a farlo spiccare nella folla agli occhi della ragazzina.
Chiunque fosse stato dotato di un minimo di istinto di autoconservazione se ne sarebbe tenuto a distanza debita dopo un gesto del genere, era chiaro.

“I cuori sulla tua lingua sono fluorescenti o fosforescenti?”, gli aveva invece chiesto Haru, avvicinandosi a lui con due occhi grandi così. “Ti prego, abbinaci un qualche accessorio, ti starebbero d'incanto”, aveva aggiunto d’impulso, la fossetta già ben visibile all'angolo della bocca.




 
Top
view post Posted on 26/9/2023, 18:30
Avatar

Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

Group:
Negoziante
Posts:
875
Location:
Cioccolatino Amarena Mostarda Idromele Lampone Limone Oreo

Status:


Codice-Incantesimo Invertente
-Cutis Permuto
-Commutus vocus

C'era chi si tuffava tra le pagine dei libri per il cosiddetto piacere della lettura e chi invece leggeva per farsi del male. Stando ai fatti, sia lui che Bing Chill Ling erano proprio bestie di seconda categoria.
«Per non parlare dell'osannatissima "Prosa di Hemingway", una narrazione piú secca di… beh, neanche sto a dirtelo, sei troppo giovane. Diciamo comunque che fossi nato donna, ed ai suoi tempi, non avrei provato interesse per lui. Così, giusto per usare un eufemismo. Fatto sta che secondo me quel taccagno voleva solo risparmiare inchiostro».
S'abbassò gli occhiali da sole e lanciò alla cinesina lì presente uno sguardo d'intesa, scoccato da un paio di occhi azzurri poco rassicuranti. «Tra qualche anno ripenserai a questa conversazione e capirai cosa intendo, o forse non te ne fregherà una mazza e il ricordo sfumerà nell'abisso di una tristezza letteraria priva di consolazioni».
Era giovane, ma pareva aver abbastanza testa da seguire i suoi ragionamenti folli. Dovette solo correggere un po' il linguaggio, perché i reati posti in essere iniziavano a diventare un tantinello eccessivi anche per lui; non voleva che pollo-alle-mandorle diventasse l'ennesima macchia sulla sua fedina.
«A proposito di libri brutti». Si rilassò sulla panchina, sciogliendo i muscoli come gelato al sole nelle afose giornate estive. Lo sguardo era guizzato sulla vetrina di Bibliomagic e si rese conto che non avevano ancora cestinato le copie di quella cagata prodotta da quel disgraziato del folletto Zakzai, ma ancora le sfoggiavano orgogliosamente in un tripudio di agonia. L'imbarazzo di seconda mano era palpabile nell'aria.
Svelto sfilò dal taschino della giacca – incantesimo estensivo irriconoscibile – un libro di pozioni.
«Tassorosso hai detto? Gli ho vinto la coppa delle case l'anno scorso e mi hanno regalato il libro per apprendere una pozione che ti insegnavano durante il percorso di studi, quella della lezione che ho deliberatamente scelto di saltare. Giusto per farti capire con che gente avrai a che fare».
Sventolò il tomo all'aria prima di porgerlo alla fanciulletta pesudo-intellettualoide. Non era finita a corvonero solo perché aveva buon gusto nella lettura ed i neuroni ancora erano collegati.
«Ti confesso che volevo utilizzarlo come un mattone per sfondare la vetrata della libreria, ma penso tornerà piú utile a te. Serve ad ammazzare cristiani, come potrai desumere dal titolo. Fanne buon uso». Aggiunse, poi si alzò e si stiracchiò i muscoli del collo scuotendo qua e là la capoccia bionda.
«È una pozione difficile da preparare, ma penso non avrai problemi, mi sembri una in gamba». Spiegò, con la leggerezza di chi aveva scelto di non mandare giú la pillola rossa. Quello che voleva dire veramente era che fare pozioni era un po' come cucinare, che in quanto donna non avrebbe avuto problemi in tal senso. Bastava che usasse il calderone in peltro misura standard due e non il wok; che leggere le istruzioni di un manuale era comunque più avvincente che leggere Hemingway.
«Se hai problemi comunque puoi chiedere alla prof di Pozioni, sarà lieta di aiutarti. Dille che il tizio con lo strano tatuaggio dei tre cuori sulla lingua la saluta».
Con un cenno della mano invitò muso giallonero ad alzarsi.
«Dai, andiamo, da Bibliomagic non ci sono mai entrato nemmeno io. Magari scopriamo che la letteratura dei maghi è più stimolante. È tutto un forse, te lo dico, ma la speranza è sempre l'ultima a morire».
Un po' come la voglia di spaventare i clienti con la puttanate di Olivia Lee, l'autrice di quel disastro, che tra l'altro era stata pure una sua collega.
Minoranza razziale: esiste.
Olivia: ohmmioddio, devo assolutamente spremerla, voi non avete idea!
Basic white bitch.Warning: Razzismo, Classimo, Casatismo, Materialismo, Misoginia, Violenza, Istigazione alla Violenza, Linguaggio Inappropriato | Outfit pazzesco, buon gusto nella lettura e stile da vendere



Haru riceve: Le Mille Facce della Morte

 
Top
view post Posted on 28/9/2023, 15:17
Avatar

Weave, weave the sunlight in your hair...

Group:
Tassorosso
Posts:
101

Status:


oie_LMOybBb1C7DA
oie_aZeLSZE1EGus
oie_FVXdaHMAfbJj
L
’espressione di Haru era a dir poco comica.
Incapace di formulare una qualsivoglia risposta umanamente comprensibile, accettò il libro –un tomo dall’aria per niente raccomandabile e assolutamente magica intitolato ‘Le Mille Facce della Morte’ che la ragazzina si ripromise di imparare a menadito quanto prima possibile– con occhi e bocca egualmente spalancati. Annuì con fare energico alla menzione della professoressa Walker, appuntandosi diligentemente il promemoria mentale di riferirle i saluti del suo strambo, tricardico e fosforico amico.

Questo ragazzo sta fuori come un cornicione, osservò Haru. Amante dei dettagli com’era (specie quando si trattava di effettuare approfondite analisi di urban types degni di nota), si corresse subito mentalmente, dopo esserlo stata a sentire. No, non fuori come un cornicione. Nello specifico, il giovane era suonato come un pugile arrivato suppergiù alla dodicesima ripresa. Sì, poteva decisamente concedersi una deviazione standard approssimativa di una-due riprese.
Rendendosi improvvisamente conto della piega poco educata che la faccenda stava prendendo, visto come s’era persa nelle sue (altamente discutibili) riflessioni, Haru arrossì violentemente. Le cattive maniere le urtavano i nervi come poche cose al mondo. Specie le sue cattive maniere. Si affrettò quindi a porre rimedio all’imperdonabile gaffe sociale appena commessa.
Come? Beh, discutendole altamente, le sue riflessioni. Guardò l’altro dritto dritto negli occhi e gli disse, con estrema serietà, «Sei davvero suonato come un pugile alla dodicesima ripresa». Sorrise soddisfatta. Ahhh, molto meglio.

Dopotutto, se era pur vero l’adagio che “hard work beats talent when talent sleeps” che Haru aveva desunto da ore ed ore trascorse ad assorbire documentari sulla fauna sotto steroidi anabolizzanti di consumatori seriali di pillole scarlatte nel corso degli anni, il giovane che le stava di fronte era la prova schiacciante del primato indiscusso del talento naturale quando il suddetto talento era associato ad un primate insonne. Poi, chiaro, anche la società voleva la sua parte: qualunque sistema capitalistico oppressivo degno del suo nome non avrebbe mai mancato di prescrivere anche una malsana ed immancabile dose di duro lavoro maniacale per garantire la piena realizzazione di quel talento innato. La particolare declinazione di nonsense genuino che traspariva dalle parole dell’ex Tasso denotava una dedizione alla propria Arte al contempo fuori dal comune ed innegabile.

La nota di ammirazione che colorava le parole di Haru fu inconfondibile.
La pancia le faceva male dal ridere.

Haru avrebbe voluto dirgli che, a stare con lui, si sentiva stranamente al sicuro, come se potesse sentirsi libera di porgergli la fiammella della sua stranezza con la certezza incrollabile che non solo sarebbe stata accolta a braci aperte, ma anche fatta divampare in un glorioso incendio di pura e magnifica follia. Avrebbe voluto dirgli che c’era qualcosa di inspiegabilmente rassicurante nella schiettezza impenitente di quegli occhi che le scoccavano occhiate tanto azzurre da sembrare sovrannaturali. Avrebbe voluto aggiungere che pensava di sapere a cosa si riferisse quando parlava di Hemingway in quei termini. Che Lorca avrebbe ridotto il suo alter ego femminile in condizioni di non dissimile, drammatica disidratazione –se non addirittura peggiore, che Merlino gliene scampasse. Avrebbe voluto dirgli che non aveva mai ricevuto un mattone così bello e letale in vita sua. Se lo strinse al petto. Checché ne dicesse quell'eccentrico sconosciuto, in quel momento le stava di fatto regalando il trofeo della Casata che li accomunava. La commozione che provava Haru di fronte a quel bizzarro passaggio di testimone non era molto diversa da quella di un elfo domestico affrancato impegnato a ricevere il secondo paio di calzini dal suo padrone.

Si asciugò con il dorso della mano i lucciconi spuntati copiosi agli angoli degli occhi a furia di starlo a sentire. Avrebbe potuto dirgli tutte quelle cose. Scosse la testa, incredula e leggera. Gli regalò uno dei suoi sorrisi grandi e senza riserve.

«Andrei a spaccare vetrine con te», rispose invece con semplicità.

La sua prima visita a Bibliomagic sarebbe stata assolutamente indimenticabile, ne era certa.





 
Top
view post Posted on 28/9/2023, 17:01
Avatar

Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

Group:
Negoziante
Posts:
875
Location:
Cioccolatino Amarena Mostarda Idromele Lampone Limone Oreo

Status:


Siamo momentaneamente da Bibliomagic (Click!)
Torniamo presto!

 
Top
3 replies since 22/9/2023, 17:33   163 views
  Share