But the party don't start 'til we walk in, Privata

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view post Posted on 1/10/2023, 15:55
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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E' una giornata piuttosto soleggiata, il che avviene raramente a Londra, ma alcuni raggi di sole sembrano ostinatamente volersi infilare tra le grosse nuvole passeggere, inondando il parco di chiarore caldo ed energico e creando coni di luce ed ombra come chiazze irregolari di un dipinto astratto. Temporeggio molleggiandomi sui talloni, in mano ho un cupcake al cioccolato con frosting ai lamponi e su una piccola candelina che ho acceso da qualche minuto. Spero con lo sguardo preoccupato che non si vada a liquefare sul dolcino, dato che ci ho messo ore a prepararlo. Alle mie spalle ho allestito sulla panchina un cartello con su scritto Happy Birthday e il resto dei cupcake, affiancati da una (o più) bottiglie di alcool. Mi diverte l'idea di sbronzarci a quelle che sono le quattro o cinque(?) del pomeriggio di una domenica di metà estate. Dopotutto ho l'esatto dovere morale di deviare le menti pure ed innocenti di coloro che mi circondano. C'è uno speaker che intanto fa andare musica a caso in sottofondo. Attendo con trepidante effervescenza di veder sbucare una certa testolina mora. Questa estate è stata più dura del previsto da certi punti di vista e l'idea di poter rivedere un volto familiare mi tranquillizza e rasserena, rastrellando sul fondo dell'anima tutti i demoni e gli scheletri che mi hanno tenuta in ostaggio per troppo tempo. Oggi è una giornata per noi. Oggi si celebra la vita, la bellezza, l'imprudenza. Avverto una brezza leggera solleticarmi le braccia nude, posarsi tra i capelli aranciati che mi sfiorano metà schiena. Il sole ha lasciato qualche segno sul mio corpo, si nota la pelle lievemente abbrustolita, le lentiggini esplodere sulle guance e il naso, ma il solleticare del vento è piacevole, come quello di un abbraccio fresco, che ti avvolge per intero. Al mio collo porto la collana che mi ricorda della nostra amicizia, ogni giorno, non me ne separo mai. E' strano pensare come certe persone entrino nella tua vita e senza che tu te ne accorga, diventino parte di intere avventure che non avreste potuto affrontare diversamente se non insieme. In quel modo che contraddistingue solo voi. Sono sempre lieta di festeggiare coloro che sono parte del mio cuore, di gridare ai quattro venti quanto sia felice ed onorata che abbiano scelto me nella loro vita e di quanto proprio quella vita che mi mostrano, a cui sono disperatamente grata, sia importante celebrare nel giorno in cui tutto ha avuto inizio. I compleanni, sono un grande affare per me.

Alice Wagner | Gryffindor Prefect | 17 y.o | Outfit






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view post Posted on 10/10/2023, 16:57
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Hyde Park.
Festa.
Casini.
Sedici anni.


È tutto ciò che mi ripeto costantemente – un singolare mantra – da quando Alice mi ha inviato la lettera un paio di giorni addietro – assieme ad uno splendido regalo, che adesso ho appuntato al petto –, invitandomi a raggiungerla nel cuore della caotica Londra per il mio compleanno.

“Basta che non torni a casa ubriaca fradicia, sarebbe difficile nasconderlo ai tuoi!” le raccomandazioni di Jordan mi ronzano ancora nelle orecchie, questa la sua genuina reazione quando gli ho fatto leggere la pergamena. Ormai sono abituata al suo essere apprensivo.
“Lo sai che ho già detto loro che dormirò da te, problema risolto.” questa la mia risposta, data con elevato grado di naturale sfrontatezza.
“Tu che cosa?”
“Hai capito benissimo, non fare il finto tonto.” ho chiuso così la questione, procurandomi un rifugio sicuro dove nascondere eventuali malefatte.


Il fatidico giorno è appena stato depennato sul calendario, una calda domenica di fine Luglio. Non so ancora cos’abbia in mente la mia socia, ma onestamente non sono preoccupata, anzi amo alla follia questo suo modo di pianificare l’impossibile. È un lato di lei che ha la capacità di accendere una viva fiamma in me, da persona più misurata quale sono forse tenderei a reprimerla se non l’avessi al mio fianco. Varie ipotesi mi vorticano in mente mentre passeggio tra le vie di Londra, sono talmente distratta che per poco non mi scontro con un passante. Il ragazzo mi rifila un’occhiataccia, io mi scuso frettolosamente, con la testa libera e leggera che galleggia tra le nuvole. Cammino a passo svelto, finché non vedo l’ingresso del parco dall’altra parte della strada. Seguo la fiumana di pedoni, varcando il cancello principale. La giornata è perfetta, la luce del sole mi bacia le guance e m’invita con gentilezza ad immergermi nella meraviglia di quel polmone verde. I raggi filtrano attraversano le fronde danzando sulla mia pelle, donandole una sfumatura meno pallida del solito.
Vago per circa dieci minuti lungo il sentiero prima di trovarla. Noto la chioma rosso fuoco da metri di distanza, è ciò che mi porta a sorridere d’istinto. La raggiungo pronta a sorprenderla, schivando alcuni bambini che giocano a palla – un paio di zaini ad improvvisare una porta in cui segnare i punti. Le loro grida allegre coprono lo scricchiolio della ghiaia sotto i miei piedi, ne approfitto quindi per avvicinarmi di soppiatto. Le arrivo alle spalle, per poi sporgermi fino ad affiancare il mio volto al suo. Tra le mani tiene un dolcetto, sulla cima la tipica candelina accesa. Senza pensarci troppo, arriccio le labbra e la spengo con un leggero soffio prima che si consumi completamente. Forse scioccamente, in contemporanea esprimo anche un piccolo desiderio.
«Tanti auguri a me!?» canticchio piano, un po’ incerta «Tanti auguri a me!» mi allontano quel tanto che basta per riuscire ad allungarmi verso il cupcake e intinge il polpastrello dell’indice destro nella crema, una soffice nuvola che passo infine sul naso di Alice «E la torta a te!» termino così, mischiando le parole ad una sonora risata «Aspetta, forse ho sbagliato qualcosa!?» aggiungo dubbiosa, permeando la frase con l’ironia che mi contraddistingue. Ancora con l’aria divertita stampata in faccia, recupero un’altra punta di crema, ma stavolta lo faccio con lo scopo di assaggiarla «È buonissima, comunque!» le dico con sincerità, prima di farmi falsamente seria «Quindi è davvero giunto il momento di ufficializzare la mia vecchiaia, eh?» ed è allora che la osservo meglio, la squadro con uno sguardo da cucciolo bastonato. Curiosando attorno, mi accorgo con quanta cura abbia organizzato la nostra festa privata: dal cibo all’alcool, accompagnati da un cartello d’auguri. Ammetto di essere commossa, gli zigomi si ammorbidiscono e cedono sotto il peso della tenerezza che sto provando.
«Vieni qua, socia!» allargo le braccia, pronta ad accoglierla e stringerla forte a me. Sono sicura sappia quanto le voglio bene, quanto tenga a lei.
Mi è mancato passare del tempo insieme.

Camille Donovan | Hufllepuff Prefect | 16 y.o | Outfit






 
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view post Posted on 20/10/2023, 20:49
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Il sole caldo, batte sul capo, piccole goccioline di sudore scorrono lungo la nuca, inizio a sentire il bisogno di un po' d'ombra. Quest'estate si è rivelata incredibilmente calda, soprattutto a Londra. Il clima scozzese di per sè è molto più piovigginoso ed imprevedibile e solitamente rispecchia un rigore più ferreo, qui nella capitale invece, le giornate in cui i raggi picchiano forte non sono mancati. La candelina che ho acceso qualche momento prima continua a bruciare rapida, spero vivamente che la Tassorosso si affetti, altrimenti finirà per mangiare un delizioso frosting alla cera. La mia fortuna sfacciata però non mente e mentre mi volto, presa alla sprovvista con le spalle che si tendono improvvise, l'odore della candelina spenta mi colpisce le narici. Un sorriso si allarga ampiamente sul mio volto, gli occhi impiegano un solo istante per ricomoscere la persona appena comparsa al mio fianco. Strizzo il naso e gli occhi per la crema che improvvisamente mi finisce sul viso, una risata leggera segue la mano che va a scompigliarle i capelli.« Eccoti finalmente, nanetta! » Il mio tono ironico ai riferisce ovviamente alla nostra differenza d'altezza, ma anche in un certo senso d'età, anche se ora la piccola Camille entra a far parte ufficialmente del gruppo adolescenti ribelli. Le porgo il cupcake e intanto mi ripulisco la crema con la punta dell'indice destro, automaticamente la porto alla bocca, il sapore è ancora ottimo « Direi! Abbiamo un programma bello fitto, preparati. Eheh.» lascio che ammiri il banchetto che ho organizzato finchè non si avvicina per abbracciarmi, allora mi chino e avvolgo le mie braccia intorno alle sue spalle, la stringo forte e inspiro il suo profumo dolciastro. Penso che mi è mancata e che la sua presenza sappia essere sempre sempre molto rasserenante, in generale penso che sia un esserino fatto di dolcezza e comprensione. Il che fa ridere pensando a quanto io sappia spingerla al suo limite. Mi sporgo appena all'indietro per afferrare una bottiglia di tequila, due bicchierini pronti. La mia espressione non promette niente di buono, ovviamente ho intenzione non solo di assistere, ma anche promuovere attivamente questo comportamento illecito. Le porgo un bicchierino, nell'altra mano tengo un cupcake che ho intenzione di divorare poco dopo. Altro che sale e limone, al diavolo, viva le nuove tradizioni. « Alla nostra, Socia! Alla tua soprattutto. Forza tutto d'un sorso eh. Buon compleanno! » mando giù e sento la gola infuocarsi, espiro uno sbuffo soddisfatto e scoppio a ridere, l'occasione per divertici sembra come ricaricarmi di energia. Torno a guardarla con il mio solito sorrisetto malefico poi lo butto fuori così, come se avessi appena deciso di strappare un cerotto con la naturalezza di un bambino che non sa quanto male possa fare « Andiamo a farci un tatuaggio. Insieme. Ti va? » Così, per festeggiare. Perché non bucarsi la pelle? Sarà divertente, dai.


Alice Wagner | Gryffindor Prefect | 17 y.o | Outfit






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view post Posted on 27/10/2023, 17:06
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«Ehi, nanetta a chi?» è l’unico commento, falsamente indignato e nascosto da un mezzo sorriso, con cui la rimprovero. Non lascio spazio ad altro dopo, solo al cuore che si scalda e diventa leggero quando Alice si avvicina. L’accolgo traendola con gentilezza a me, il volto che affonda nell’incavo tra il collo e la spalla di lei.
È un rifugio sicuro.
Mi è mancata, terribilmente.
La stringo forte, glielo faccio capire così, nel modo più genuino che conosco.
«Un programma fitto eh?» appena sciogliamo l’abbraccio le parlo con tono interrogativo, degno dello stile del classico terzo grado degli sbirri «Devo preoccuparmi?» un sopracciglio scatta scherzoso e, con nonchalance, do un primo morso al cupcake che mi porge. Osservo intanto con attenzione le sue mosse, per provare ad intuire i suoi “progetti segreti”. Scopro che in realtà il primo punto della lunga lista – precedentemente annunciata – non sembra così complicato, anzi. Mi accorgo di star indossando un ghigno malandrino che, come di consueto, fa da specchio al suo. Una complicità che sono felice di rivivere dopo il troppo tempo trascorso senza vederci, è la ventata d’aria fresca condita con la giusta dose di spensieratezza di cui necessito adesso.
Accetto volentieri il bicchiere e le faccio eco con il brindisi «Alla nostra!» lo sollevo in alto, allungandolo poi di poco verso di lei «Altri cento di questi pazzi giorni, socia!» le labbra ne sfiorano infine il bordo, butto giù il liquido limpido al suo interno tutto d’un fiato, senza gustarlo minimante come mi è stato suggerito.
Pessima mossa.
La tequila scorre lungo la gola, una sottile lingua di fuoco che brucia l’esofago e allo stesso tempo carezza e seduce. Brucia al punto da farmi tossire goffamente quando tocca la bocca dello stomaco, allora mi rendo immediatamente conto di quanto io sia una principiante in ambito “grandi bevute” e me ne vergogno. Sento gli occhi pizzicare e inumidirsi agli angoli, ma ingoio le lacrime e pongo rimedio con un secondo boccone di quel delizioso dolcetto che ancora tengo nella mancina. Il sollievo come sperato arriva, ma ho ancora molto da imparare. A quanto pare, però, sono fortunata, il mio Guru personale ce l’ho davanti ed è pronto a mostrarmi la strada. Un Guro che non esita ad imbastire la sua prossima lezione, una materia di cui sono digiuna ovviamente.
«Un tatuaggio!?» per un attimo rischio di strozzarmi nuovamente, senza nemmeno riuscire a nasconderlo oltretutto. Temo di avere lo sguardo vacuo fisso su Alice, un po’ per la tequila che ho ingerito e un po’ per la sorpresa. Batto un paio di colpi leggeri sul petto per ritrovare la lucidità che mi ha già abbandonata, ma soprattutto per costringermi a cancellare l’espressione idiota sulla mia faccia. Immagino istintivamente come possa apparire la mia pelle segnata da linee d’inchiostro, se mi piacerà o meno. Sono palesemente perplessa in principio, ma piano piano la nebbia dei dubbi si dissipa e arrivo a fare chiarezza e pace con me stessa sull’argomento. Mi dico di essere impulsiva, nonostante sia consapevole di averci riflettuto un secondo oltre il dovuto. Ma poco m’importa, l’altra non si sconvolgerà per ciò che dirò «D’accordo…» la risposta definitiva esce spontaneamente, di getto «…probabilmente è l’alcool che parla per me, ma ci sto!» se la maggior preoccupazione di mio di cugino era una sbronza, ho l’impressione che dovrò prepararlo psicologicamente a una malefatta ben peggiore poveretto.
«Hai già qualcosa in mente?» lo chiedo con naturalezza, ormai mi sto già abituando all’idea e comincio a rilassarmi «Niente d’imbarazzante e di cui dovremmo pentirci, mi auguro.» porto le mani sui fianchi, cercando invano di darmi un aspetto rigido e severo. Alla fine dei giochi, infatti, risulto tutt’altro che una giovane responsabile «Tipo un “scemo chi legge” in chissà quale lingua incomprensibile, non so se mi spiego non riesco a trattenere una sonora risata divertita. La verità è una sola e piuttosto semplice da intuire: anche si rivelasse una sciocchezza, la seguirei a prescindere nella bolgia di follie da compiere nel centro della caotica Londra. Oggi non è solo il mio giorno, ma il nostro. Dubito che riuscirebbero a dissuaderci, ci meritiamo un po’ di libertà dopo mesi di rigide regole scolastiche – che noi stesse, in qualità di Prefette, facciamo di norma rispettare – o familiari che siano.

Camille Donovan | Hufllepuff Prefect | 16 y.o | Outfit






 
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view post Posted on 28/11/2023, 19:38
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Tutti i miei più cari amici sanno quanto io sia dispettosa, quanto le mie prese in giro nascondano vero affetto. Diciamo pure che la mia maniera di misurarlo è diversa rispetto a quella degli altri, non mi perdo in smancerie insensate. Anche se gli abbracci sono i miei preferiti, lo ammetto. Semplicemente riescono a trasmettere un calore che mi sembra sempre mancare, ne ho inconsciamente bisogno.

Ptf preoccuparti mai. Divertirti sempre. Sei con me dopotutto.

Annuisco alle sue domande, il programma fitto prevede la pre-sbronza prima di un pomeriggio passato a bucarsi la pelle noninquelsensookay? ed una meravigliosa serata-after in discoteca o ovunque ci conduca la vita quando ci cacceranno fuori dal locale a calci. Chissene importa, l'importante è vivere il presente, ridere, scherzare, ballare e urlare più forte che si può. Siamo giovani, la vita scorre ancora tra le nostre dita come un filo di lana sciolto, pronto per essere intrecciato. Magari le nostre storie andranno di pari passo con qualcun altro, magari rimarranno separate. Sono sicura di voler Cami nella mia vita e per questo la voglio custodire come un fazzolettino ricamato. Scoppio a ridere per la sua reazione dopo il primo shottino e nonostante io stessa non sia una grandissima esperta di bevute ricordo benissimo le prime volte in cui l'alcool ha toccato la mia gola, mandandola in fiamme. Mi scosto le lacrime dalla faccia quando la storia del tatuaggio viene fuori. Ah sì il piano. Alice e il suo piano. Il piano di Alice. Quel piano? QUEL PIANO.

Ach macht dir keine Sorgen, so etwas würde ich nie machen!* Andiamo Donovan, non ti fidi di me forse?

Butto fuori un po' sbruffoncella con il mio sorrisetto sghembo solito e l'occhiolino un po' da mandrillona. Forse sono troppo sicura di me, ma ero certa che avrebbe accettato, insomma chi direbbe no ad un faccino come il mio? In fondo sono certa del fatto che sarà un'esperienza indimenticabile per entrambe. La sua domanda comunque mi lascia un secondo di dubbio nella mente che si manifesta con un'espressione pensierosa sul viso, mi siedo sulla panchina dietro di noi ed incrocio le gambe, azzanno una seconda volta il cupcake con fare famelico e parlotto con la bocca mezza piena.

Hmmm qualcosa che ci rappresenti-- qualcosa di malandrino, le nostre sempre buone e pure intenzioni? Ah ma chi voglio prendere in giro....in fondo noi non abbiamo mai buone intenzion---AH CI SONO!

Balzo in piedi con metà crema che mi sporca parte della guancia, almeno ho mandato giù il boccone è già qualcosa. Punto un dito verso Cami, poi al petto in maniera solenne, come se stessi facendo un giuramento alla patria o che. Assumo una posa onorifica, ma che è il saluto alla patria? vabbè.

I Solemnly Swear That I Am Up to No Good !

Bè che dire, più malandrini di così si muore no? Ridacchio convinta della scelta, ora rimane solo sapere se la mia compagna ne condivide la grandezza. E soprattutto, dove andare a bucarci la pelle semprenoninquelsensohey




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Ah non preoccuparti, una cosa del genere non la farei mai!*
 
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view post Posted on 22/12/2023, 19:37
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Se mi fido.
Gli angoli delle labbra si curvano visibilmente, un guizzo divertito le guida verso l’alto a sollevare le guance arrossate dalla calura estiva. Per me la fiducia è estremamente importante, addirittura fondamentale in un qualsiasi tipo di rapporto io costruisca con l’altra persona. L’ho donata spontaneamente solo ad Alice, da molto tempo ormai, e a poche altre persone – oltre ai miei familiari – che si contano sulle dita di una singola mano. Quanto la stimi e mi fidi ciecamente di lei penso sia chiarissimo a chiunque mi conosca, soprattutto dopo la dura prova notturna che abbiamo affrontato quasi un anno fa all’ombra dei Sotterranei.
«Oh al contrario, qualcuno potrebbe affermare che mi fido persino troppo mi siedo accanto a lei sulla panchina e, prima che aggiunga altro, le rifilo un occhiolino seguito da una leggera gomitata complice nel costato. «Non hai un’idea precisa per il tatuaggio?» mi fingo sorpresa, la bocca che si schiude «Davvero?» rincaro la dose, quel tanto che basta a prenderla un po’ in giro «Ti ho colto in contropiede, è un evento da segnare sul calendario!» commento ironica mentre mi metto comoda, le gambe che morbidamente si accavallano. Con calma termino il cupcake, a piccoli bocconi, e intanto ascolto le sue proposte con sincero interesse. Metaforicamente mi concentro sugli ingranaggi della sua mente che lavorano a gran velocità, ruotano frenetici fino ad arrivare alla soluzione che posso già chiamare definitiva. Adoro il modo in cui ci descrive con una semplice frase, talmente azzeccata da fare istantaneamente centro nel mio cuore. Un sunto perfetto che racchiude lo spirito dei nostri incontri, dal primo fino all’ultimo. Come brevi e vividi frammenti, scorrono davanti agli occhi i momenti passati assieme e non potrei essere più d’accordo con lei di così.
«Ci calza proprio a pennello, socia!» esplicito i pensieri con il mio solito entusiasmo, il naso che si arriccia in un’espressione complice e malandrina. Strofino delicatamente i palmi sulla stoffa dell’abito per togliere eventuali briciole «E, oh, aspetta…» frugo nella borsa, da cui estraggo la mia adorata macchina fotografica «Ho anche con cosa immortalare le nostre facce, probabilmente sconvolte, dopo il misfatto!» la metto in bella mostra per sottolinearlo «Ma intanto, seve un prima degno di questo nome cara mia….» mi alzo anch’io e mi avvicino alla sua figura, invitandola a mettersi in posa con tanto di bicchierini appena ingollati alla goccia. Allungo il braccio con cui reggo lo strumento, l’obiettivo puntato meticolosamente verso di noi «Di cheeseeee!» gli ultimi secondi a disposizione, una smorfia buffa in volto e un sonoro click raggiunge le nostre orecchie. Lo scatto è andato, recupero la polaroid e do un’occhiata veloce per assicurarmi che sia venuta bene e la porgo all’amica «Siamo adorabili, non trovi?» inarco un sopracciglio, nel vano tentativo di dare un responso serio «Con questi visetti angelici nessuno immagina cosa siamo in grado di fare!» le do un buffetto sul mento, lasciandomi scappare una risata. Ripongo poi con cura la macchinetta, concedendo a lei di decidere le sorti della foto in suo possesso.
«Dunque…» batto i palmi sulle cosce, per dare una certa enfasi a ciò che sto per dire «C’è altro che devo sapere sul mondo degli adolescenti scapestrati, mentre andiamo a gettarci nella mischia?» sento di essere completamente impreparata, incapace di affrontare una nuova fase della mia vita così caotica «Qualche consiglio utile da seguire alla lettera?» lo chiedo con genuina curiosità, necessito di sapere se sono sbagliata io, o è normale che mi comporti da stramba davanti a determinate situazioni «Perché ti avviso, al momento faccio davvero pena a gestire tutto questo.» non immagina quanto, uno schifo totale «Sono un disastro annunciato, avrai molto su cui lavorare, sappilo.» mi esce con leggerezza, ma purtroppo è la triste realtà «A proposito, ti ho già raccontato l’ultimo casino in cui mi sono cacciata?» gli occhi ridotti a fessure mentre la osservo, non ricordo se ho mai avuto il coraggio di confessarle qualcosa di cui fatico a parlare, che nascondo persino a me stessa.

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