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| 24 yrs – cursebreaker – Giza |
PS 437 PC 363 PM 430 EXP 101,5 Sarebbe stato ingenuo da parte mia credere che non si aspettassero il mio arrivo. Ciò che mi dà da pensare è perché. La visione di Sitra è stata indotta solamente dal controllo che il Mangiamorte ha esercitato su di lei. Fino a quel momento, sapevo solo che sarei dovuto andare alla piramide di Djoser, a Saqqara; è stato, perciò, un colpo di fortuna apprendere che il vero luogo d’interesse era a Giza.
Eppure quando sento nominare mio padre, serro la mascella, stridono i denti.
Vuoi vedere la maschera di tuo padre?
La voce dell’uomo torna a riecheggiare nella mia testa, annebbiandomi la vista. Più passa il tempo da quando le sue parole sono riecheggiate sul terrazzo di casa di Sitra, più queste si insinuano dentro di me, venefiche. Mi fa così incazzare questa mia reazione. Vorrei essere impassibile, ignorare la provocazione, eppure rimane in qualche parte del mio cervello, si intromette malevola in ogni mio pensiero; persino in questo delicato momento.
Sentirmi chiamare ”il figlio di Osiris” mi procura una commistione di sentimenti che si concentrano dolorosamente alla bocca e dello stomaco .
Una volta ne andavo fiero, perché per me nessuno era al pari della conoscenza che aveva mio padre della storia, nessuno poteva eguagliarlo per intelligenza e bravura e… dolcezza.
Ricordo poco i dettagli ma rimembro chiaramente la sensazione del tappeto sotto le mani e il fuoco del camino sul viso, mentre guardavo e ascoltavo papà raccontarmi di favole e leggende dei luoghi in cui era stato. Amavo il suo viso illuminato dal calore delle fiamme che rendeva i suoi occhi liquidi come il mercurio, i riflessi accesi sui capelli che spesso raccoglieva i in una coda laterale. Quando mi teneva in braccio, mi divertivo a tirare le ciocche rosso scuro, strappandogli di tanto in tanto un lamento o una carezza.
Adoravo additare un punto del suo mappamondo dove i piccoli omini che lavoravano agli scavi dove era collaboratore o direttore si muovevano come tante formiche. E ogni volta, lui enunciava tutti quei nomi strani dei siti che a me suonavano divertenti come fossero filastrocche. E lui rideva, rideva persino quando quel cinghiale mi ha inseguito. Diavolo, quante gliene aveva dette mia madre. E la sua risata… Dio, come mi è mancata la sua risata. Quanto ho sofferto quando, a poco a poco, il suo suono scompariva dalla mia memoria.
E come mi stringeva a sé, più di quanto facesse mia madre, come fossi il suo tesoro più prezioso. Come in quella foto, la cui cornice Nieve ha rotto, generando in me una rabbia pari a quella che sto provando ora.
Il nome di Sahid in un qualche modo non mi è nuovo, ma è così comune che non riesco ad accostarlo a niente. Era amico di mio padre? E quando? Dove? E poi, chi è Sheiva? Anche lui era suo amico? In fondo non so nulla di lui, perché mia madre ha sempre evitato di parlarne, come i miei nonni. So solo che aveva amici di merda, a quanto pare.
Sentire negare il più grande dei due, mi spinge a provare un rinnovato senso d’odio che si rigenera e s’infiamma quando, tramite il mio incanto, riconosco il Mangiamorte dentro la tenda. Percepisco il sangue rombarmi nelle orecchie e se non facessi caso a ciò che sto facendo, spezzerei la bacchetta in due, tanta è la tensione con cui la stringo. Eppure mi concentro, felice di avere qualcosa di diverso dalla vendetta a cui pensare. Memorizzo per quei pochi istanti l’Ankh dorata che si cela tra le pieghe della stoffa che tiene in mano e confermo così i miei dubbi. Poco, ma sicuro, è quella che i due qui davanti non devono toccare.
Socchiudo gli occhi, richiamando alla memoria ciò che è stato disegnato sulla pergamena nascosta.
”Amor ch'a nulla amato amar perdona”
I versi in italiano mi tornano alla mente e ricordo come ho febbrilmente cercato il loro significato.
“L’amore che obbliga chi è amato ad amare a sua volta.”
Che cazzo vuol dire? Che siccome ti amavamo, allora ci facevi il favore a ricambiare? O che devo continuare ad amarti solo perché tu hai amato me?
”Vuoi vedere la maschera di tuo padre?”
Vaffanculo.
Rigido come una statua, torno a guardare i due uomini, scacciando i pensieri via dalla mia mente. Mi devo concentrare, mi dico e così faccio, osservando (o aggrappandomi?) alle figure davanti ai miei occhi. Arriccio il naso in un’espressione di fastidio quando l’uomo chiamato Sahid si allontana, lasciando il più giovane con i cammelli.
Guardo nuovamente quello più chiaro e di nuovo m’assale un dubbio.
Questa volta mi mordo il labbro, indeciso sul da farsi: se voglio raggiungere la tenda del Mangiamorte devo mettere KO il ragazzo, affinché non dia l’allarme.
Allo stesso tempo… Scruto il cammello dal manto chiaro e noto che, a dispetto di quanto creduto inizialmente, non è proprio un albino. Alle fiamme del falò riesco a scorgere il cupo nero dei suoi occhi. Non dovrebbe allarmarmi, è una bestia come tante, ma è così raro, così strano vederne uno…
Lo sguardo saetta da lui al ragazzo ciondolante: ho tre opzioni, tutte e tre plausibili anche se una particolarmente sciocca, forse superflua. In fondo, però, non ho nulla da perdere. La calma placida del campo mi spinge a pensare che non si aspettano la mia presenza così presto.
Come prima, punto la bacchetta sul giovane, senza arrischiarmi ad uscire fuori dalle fronde. Dopo, però, cambio idea e la sposto verso il cammello.
Devo togliermi il dubbio.
Descrivo un cerchio includendo l’intero corpo della bestia. Il mio respiro è calmo, la mia concentrazione è distante da tutti quei pensieri che finora mi hanno annebbiato la mente. Non so se il mio sospetto è fondato, è probabile di no, ma in ogni caso vale la pena tentare.
Se anche il mio incantesimo fallisse, il mio nascondiglio rimarrebbe ancora sicuro e il ragazzo –nonché il campo– non verrebbe allarmato. Se funzionasse… potrebbe essere una semplice instabilità della trasfigurazione, qualcosa che in realtà è meno rara di quanto si creda, soprattutto in determinati momenti di stanchezza; ne so qualcosa. Anche in questo caso, comunque, la mia copertura dovrebbe essere ancora al sicuro. Mi reputo piuttosto fortunato ad essere rientrato nell’incantesimo protettivo eseguito da Sahid ––perché di questo dev’essersi trattato quando ha puntato la bacchetta in alto. Per uno che fa il mio lavoro, non è difficile comprenderlo.
Passo poi alla testa dell’animale, concentrandomi in particolare modo sulla rivelazione di un volto sotto il muso piuttosto ottuso della creatura.
*Animaleus NobODYX* La mia voce, all’interno della testa, sale di tono nell’ultima parte, appellandomi alla Magia.
Lo scrupolo è pur sempre uno scrupolo e avendo tempo –spero– a mia disposizione, posso permettermi anche un fallimento.
– Tell me would you kill to prove you're right –
Abilità – I°, II°, III° no Fattoriam: ✓ – IV°: ✓ Proibiti Colossum – V°: ✓ Proibiti Stupeficium – VI°: ✓ Proibiti Perstringo – I° Chiara: Atlantis Cage – Smaterializzazione; – Abilità Runica; – Animagus Esperto; | Equipaggiamento ▸ ANELLO DIFENSIVO: Pezzo unico. Pietre: Acquamarina. Protegge da danni fisici e incantesimi. Anche dall'Avada Kedavra ma poi si spezza. [1xQuest] (usato come orecchino) ▸ PIETRA PER BACCHETTA: Una pietra sconosciuta che amplifica la potenza del mago. ▸ ANELLO DELLA GORGONE: Se utilizzato contro un avversario umano blocca totalmente o parzialmente i suoi movimenti per 1 turno, non pietrificandolo. ▸ PUGNALE NORMANNO: Argento lavorato, pulizia in linee, disegno essenziale. [Tasca posteriore] ▸ SACCHETTA MEDIEVALE: All'interno è stato praticato un Incantesimo Estensivo Irriconoscibile [x5 oggetti medi][+3 PC +1PM][Agganciata alla cintura] All'interno:
– Generi di viaggio. – Mantello della resistenza: Protegge dalle fiamme. [+8PC] – Guanti Sostegno del Paladino: Guanti ignifughi, impermeabili, resistenti all'acido, alle basi, al freddo... Proteggono le mani da tutti gli elementi naturali e da colpi fisici. – Artiglio di Fenice: Usato come ciondolo protegge parzialmente dalle ferite. [1xQuest] – Polvere Buiopesto Peruviana: Permette, se lanciata in aria, di far calare l'oscurità a proprio piacimento. Ottimo se usata come diversivo prima di una fuga. [x2] ▸ RUNA HAGALAZ DELLA SEPARAZIONE: Utilizzabile in Quest, una volta ogni 5 turni. Rende l'utilizzatore in grado di creare uno o più proiettili di vento, che possono essere scagliati contro i nemici, e provocano gli stessi danni di un proiettile babbano di piccole dimensioni. In alternativa, può essere utilizzata per creare un "muro" invisibile e impenetrabile, della durata di un turno; in questo secondo caso, però, la runa avrà bisogno di sette turni per ricaricarsi. Ad ogni utilizzo, tuttavia, l'evocatore ha un contraccolpo al mana e alla salute pari al 2% del mana e della salute totale, che persisterà fino alla fine della quest. [incastonata in un anello, dito medio sx] |
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