Caramelized, Privata

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view post Posted on 22/10/2023, 19:44
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Mi piace l’atmosfera autunnale.
L’aria è più fresca e frizzantina, il cielo terso si alterna a nuvoloni gonfi di pioggia, l’anima stessa delle città e dei paesini vibra in maniera diversa - e poi ci sono le zucche e le mele caramellate.
In effetti, guardando allontanarsi Regn con gli ultimi acquisti in fatto di zucche e libri legati alle zampe, rifletto sul fatto che non c’è poi un vero e proprio perché alla mia associazione “Autunno – mele caramellate” – ma c’è anche da dire che mancano anche tanti perché nella mia vita in generale.
Ad esempio - perché a pochi giorni dal compleanno di Camillo – ho sì organizzato una cosina carina per l’occasione, ma di fatto non ho ancora trovato un regalo come si deve per il mio mago?
E poi - perché mi piacciono tanto le zucche?
E ancora - perché questa mattina ho stabilito che fosse una giornata da “abito a salopette in panno verde salvia, maglia a collo alto bianca sotto, calzamaglia in abbinato e occhiali rosa a cuoricino”?
E soprattutto - perché ho comprato due mele caramellate anziché solo una?!
I dubbi, quelli amletici.

In ogni caso – saltellando da una vetrina all’altra in maniera assolutamente randomica in giro per Diagon Alley – sono sufficientemente serena a dispetto di tutti questi miei vuoti, più o meno importanti c’è anche da dire che non vado di certo ad impelagarmi in quei bui e gelidi abissi che in ogni caso mi accompagnano sempre e comunque, o quanto meno, non lo faccio in maniera autonoma e consapevole, ecco.
E lo scrocchiare della mela caramellata, con il sapore dolce dello zucchero che mi riempie la bocca, mi solleva animo e umore più di tanti.. “because” - perdoname italiano, por mi vida loca.
A Camillo potrei sempre regalare una mela caramellata gigante.
Ad ogni modo, due mele per una sola persona sono effettivamente troppe al momento – io non ho ancora il regalo principale (?) per il compleanno del mio olandese – e ho già comprato zucche e libri a sufficienza per questo anno mese.
Lo sguardo di mare e di bosco sorvola leggero il mondo circostante, carezzando lieve le insegne dei negozi, i profili dei passanti, alla ricerca di un qualcosa – senza ancora sapere che cosa però.
Le lenti rosa dei miei occhiali a cuore – un regalo di Breendbergh tra l’altro – in realtà fanno poi parte del mio outfit non completamente a caso - ho questa assurda convinzione per cui questo filtro tutto personalizzato e che (a dispetto di quante volte li abbia già utilizzati) ancora urla “Camillo”, mi aiuterà in qualche astruso modo nella ricerca del regalo perfetto – in fondo, quale modo migliore se non guardare il mondo attraverso quel che “fu il suo sguardo”, poi diventato esso stesso un regalo e quindi un oggetto condiviso tra noi?
Sono davvero a tanto così dal credere che, guardandomi banalmente attorno, ad un certo punto un oggetto in particolare si illuminerà di rosa (?) o compariranno frecce illuminate al neon (?) con cartelloni giganteschi “E’ QUESTO IL REGALO CHE CERCAVI”.
Nel dubbio, continuo a zompettare in giro, curiosa come pochi, nel mio silenzioso e perenne studio di chi e cosa mi circonda.
Mi faccio spesso cullare o trascinare, dipende dal “flow” e banalmente, nel momento esatto in cui le mie iridi bicrome si posano su dei lineamenti conosciuti..
Stabilisco di aver trovato il mio qualcosa – o meglio, il mio qualcuno - e senza la minima preoccupazione, pensiero o tantomeno disagio, mi avvicino tranquilla quanto sorridente.
-Ti va una mela caramellata?-
E allungo il doppione della mia, ancora intonso – a dispetto in effetti sempre della mia che, stretta nella mancina, torna alle labbra per un secondo morso.
-Complimenti per i tuoi ultimi risultati scolastici, Haru.-
Aggiungo infine – forse con quel pizzico di stramberia in meno.
Ma le sto sorridendo squadrandola da dietro le mie super-fighissime-lenti-rosa-a-cuore, nel mio bel vestitino verde salvia a salopette e con una mela rosso fuoco laccata di zucchero: forse la stramberia.. sta comunque di casa.
 
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view post Posted on 25/10/2023, 23:24
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H
aru sorride, orgogliosa dell’ultima aggiunta al suo guardaroba. Incapace di resistere, piroetta sul posto, e la gonna bordeaux segue il suo movimento entusiasta e al tempo stesso temerario. Per qualche inspiegabile motivo, qualche innominato nume (o forse Merlino stesso) le fa la grazia e le consente di non inciampare. Merlino gratias. Il vero protagonista del suo outfit, tuttavia, è palesemente il maglioncino che indossa con la gonna. Un tempo il maglioncino era uno dei fiori all’occhiello del suo armadio, un raffinato capo in cachemire in un modesto rosa pastello. Il sorriso della bimba si fa più profondo, assumendo i contorni di un ghigno.

Ora, il suo amico dorato gliel’ha trasfigurato –su sua esplicita richiesta. Anche se, a dirla tutta, l’ultima volta che si sono incontrati l’ex Tasso era in realtà più bronzeo che dorato, riflette Haru. Con indosso una camicia giallo canarino e un completo rosa acquerellato cool da paura. Non è che lei abbia smesso di farsi domande sulle stramberie del suo co-spaccavetrine preferito, è che lui sembra essere costantemente in grado di sorprenderla in maniera diversa e geniale. Il fatto che paia mutare drasticamente aspetto ogni volta che si rivedono non la preoccupa particolarmente. Haru è fermamente convinta che lo riconoscerebbe ovunque. La parte migliore è che il suo stesso amico sembra intenzionato a farsi riconoscere ovunque da lei, a giudicare da quanto spesso le rivolga quelle sue inconfondibili linguacce tricardiche e luccicanti, indipendentemente da quanto irriconoscibile sia il suo aspetto.

FATTO STA CHE ora il maglioncino di Haru è un trionfo –qualcuno lo definirebbe più un’accozzaglia, ma sarebbe un qualcuno che chiaramente non si intende affatto delle audaci bizzarrie dell’alta moda parigina– di sfumature distinte di rosa shocking, fucsia, magenta, albicocca pallido, zucchero filato, cocomero selvatico, ciclamino, corallo, glicine, malva, cipria. Un intricato disegno di frecce che si rincorrono alla rinfusa e che sembrano indicare tutte le direzioni si estende dal centro del petto di Haru, percorrendone il torso, le clavicole, le braccia, i fianchi, tutto.

La bimba continua a trotterellare felice e rigorosamente senza meta ma leggermente più cauta del solito per le vie di Diagon Alley. Il motivo?
Non è che Haru abbia una qualche vendetta personale contro l’autunno, eh. Assolutamente no. È che l’autunno non può dire lo stesso nei suoi confronti, pensa la bambina con aria torva.
Calca con particolare decisione i passi successivi, come a rimarcare il suo sdegno nei confronti di un’intera stagione. In una I-want-to-speak-to-your-manager-because-this-is-unacceptable kind of way. Che poi se ci pensa davvero, è anche una devo-piantare-per-bene-i-piedi-a-terra-o-finisco-diretta-con-la-faccia-sul-pavimento kind of way. Saggia la solidità del terreno, diffidente. L’autunno ha dei bellissimi colori, ma a che prezzo? Non solo il rischio di spezzarsi l’osso del collo ogni volta che mette piede sui tappeti di foglie umide e scivolose che lastricano le strade di Diagon Alley non è zero per Haru. È pure significativamente più alto, se considera le sue capacità di coordinazione e di concentrazione che lasciano giusto un pochino a desiderare. Scuote la testa, incredula.
E poi la gente osa pure dire che non esistono più le mezze stagioni, oh! Le allergie prettamente primaverili e le scivolate automaticamente autunnali di Haru si permettono di dissentire, grazie prego arrivederci.

È ancora totalmente persa nelle sue fantasticherie (e nei suoi sogni di vendetta sanguinosa contro le condizioni meteorologiche sfavorevoli alla sua costituzione ontologica), quando una mela caramellata dall’aspetto delizioso le si materializza davanti agli occhi quasi dal nulla. Il singulto strozzato che le sfugge dalle labbra è tanto prevedibile quanto lo è il saltello scioccato che fa all’indietro. Incredibilmente, atterra in piedi. Merlino oggi è insolitamente clemente con lei, non c’è che dire.
Lo sguardo di chi si è appena bruscamente risvegliato da un sogno ad occhi aperti corre veloce dalla mela laccata alla persona che gliel’ha offerta. No, niente strega cattiva di Biancaneve. Tutt’altro.
«Professoressa Walker?», chiede, sollevando di poco gli occhi per incontrare quelli della sua affabile interlocutrice. La sua dorata insegnante di Pozioni la sta guardando con quel suo bel sorriso rassicurante che Haru segretamente adora e che cerca in ogni modo di guadagnarsi a lezione a furia di decotti ben riusciti e calderoni ben classificati.

Un aroma dolce e invitante le invade le narici. Timidamente, allunga entrambe le mani per accettare educatamente il dono che le sta venendo offerto. Non sa bene come comportarsi. Si sente stranamente in soggezione, anche se nulla nella posa dell’insegnante suggerisce che si aspetti particolare deferenza da parte sua. Haru non capisce bene l’etichetta della situazione, e teme di fare un passo falso in quello strano limbo sociale.

Non appena la mente della ragazzina registra i complimenti per i risultati scolastici, le guance vanno a fuoco, rivaleggiando col rosso brillante della mela caramellata. Con gli occhi bassi, farfuglia dei ringraziamenti imbarazzati. La voce della professoressa ha in sé il tepore affidabile di un abbraccio, e Haru vorrebbe accoccolarcisi contro.

Poi, un pensiero si fa improvvisamente strada nella sua testa e, limpido e genuino, le sfugge di bocca prima che lei possa anche solo provare a frenarlo. ABITO A SALOPETTE VERDE SALVIA, GIROCOLLO BIANCO E OCCHIALI ROSA A FORMA DI CUORE? MA STIAMO SCHERZANDO? «Come ci si sente ad essere letteralmente un’icona di stile?».





 
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view post Posted on 30/10/2023, 00:25
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Le mie spiccate difficoltà in ambito relazionale – per inabilità ramificate su vari livelli rispetto principalmente alla tematica “confini e strutture pro-forma nelle interazioni sociali” – di primo impatto (o di primo saltello?) mi impediscono di comprendere velocemente la reazione della streghetta davanti alla quale mi sono quasi materializzata.
Le iridi di mare e di bosco per qualche rapidissimo istante saettano tra la Tassina e la mia mela laccata di zucchero, offerta in dono e ancora sospesa nello spazio che ci divide - e mentre entro la mia testolina dorata inciampano rapidamente pensieri che si domandano e chiedono il come mai sia stata questa la prima reazione all’offerta di una mela caramellata – realizzo ancora una volta che non tutti, Adeline - - - amano le mele dolci?
Tiro su muri dal sapore dolciastro e nebuloso di anestetico – anche se per qualche frazione di secondo ho il timore che un minuscolo broncetto a metà tra il dispiaciuto ed il confuso mi attraversi il volto.
Ma nelle giostre always open di Adeline Walker, ogni emozione lascia sempre il tempo e lo spazio che trova, motivo per cui – il battito di ciglia successivo sto già sorridendo contenta alla mia studentessa, lo sguardo luminoso dietro le lenti a cuore:
-Potrei porti la stessa domanda Tassina dolce. E’ splendido questo maglioncino.-
E le schiocco un occhiolino tanto complice quanto zuccherino, con ancora un sorriso lieto tra le labbra. Non so se mi piaccia di più il suo variopinto pullover, la gonna bordeaux o tutto il quadretto nel complesso, visino e frangetta castano-ramata inclusi.
Dato che nel mentre l’offerta di amicizia è stata ad ogni modo accolta – perché accettare le mie offerte dolciarie in fondo è un po' come stringere un segreto patto diabetico - mente e animo dorati ormai sono già volati ben oltre.
-L’elemento più bello alla fine sono gli occhiali, che peraltro sono un regalo.-
Dondolo un po' la testolina dorata, meditabonda, le iridi all’improvviso disperse tra l’aria fresca ed il cielo – come i pensieri, che sto condividendo con la giovane Giallo Nero.
Che poi anche per questo, casca un po' a fagiolo, no?
-Ed io in effetti, sto cercando un regalo proprio per la persona che me li ha dati.-
Torno a scrutare incuriosita quanto pacifica e lieta la mia studentessa.
-Hai impegni? Ti va di aiutarmi? Un brain-storming mi sarebbe utile.-
E sto dondolando appena sui talloni mentre le lancio questa proposta quasi totalmente randomica – per la quale mi potrei anche aspettare un sonoro Ehm – grazie ma no, grazie - e torno a mordere la mia mela.
Ignoro beatamente il fatto che sia in qualità di persona indipendente, sia e tanto più in qualità di alunna della scuola nella quale già è letteralmente costretta a sorbirsi la mia presenza lavoro, Haru potrebbe benissimo repellere persino la sola idea di spendere del tempo in mia compagnia - ma questo mio ignorare è intrinsecamente innocente nella sua essenza – o in altri termini, sono io in questo preciso spazio-tempo, ad avere semplicemente piacere di passare un po' di tempo con questa altrettanto specifica streghetta.
Senza particolari motivazioni o perché - d’altronde della loro molteplice assenza nella mia vita, abbiamo già discusso ampiamente.
Il cric croc dello zucchero tra le guance disperde la mia attenzione tanto quanto la iperfocalizza su dettagli millesimali – e le pupille saettano svariate volte sulle sfumature dello sguardo della Tassorosso.
Nocciola – e il mio sorriso si allarga – anche se questo ha delle note di colore, di sfondo, tutte sue, calde – e il mio sorriso si allarga ancora di più.
-Vieni con me. -
Decreto infine iniziando a zompettare in avanti, nella speranza che la strega segua i miei passi.
-Che cosa regaleresti a un ex Tassorosso, che apparentemente sembra avere tutto e.. se non lo ha, in qualche modo comunque lo ottiene - o lo crea direttamente?-
Lo crea e – considerando gli ultimi tempi – ci guadagna pure sopra.
Ma che sia espressamente orgogliosa del mio olandese.. anche questa in fondo, è nozione ormai nota.

Edited by Adeline Walker - 30/10/2023, 06:55
 
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view post Posted on 3/12/2023, 19:47
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«O
, esordisce Haru.
Wow, Min Haru. Eloquenza veramente da campioni, non c’è che dire.
«È un regalo anche questo», rivela poi tutto d’un fiato, rigirando timidamente i lembi del maglioncino rosato fra le mani. Le sue guance ormai rivaleggiano pure col bordeaux della gonna; quella con Adeline Walker è una guerra persa in partenza, è ufficiale.
Per qualche motivo che non riesce ancora a spiegarsi bene, c’è qualcosa nella professoressa Walker che intimidisce la ragazzina. Ma non nel senso che qualcosa nel fare della sua insegnante di Pozioni sia anche solo vagamente intimidatorio di per sé, proprio no. Nel senso che Haru si sente diventare improvvisamente timida e bambina al suo cospetto. Tutta la dolcezza ed il calore che la giovane docente le regala così apertamente un po’ la atterriscono. Quel sorriso senza riserve promette premure a cui la bambina non è affatto abituata e che è fermamente convinta di non meritare. Messa faccia a faccia con quella tenerezza accogliente e sincera, Haru incespica sulle parole, arrossisce, dondola irrequieta, si confonde, ammutolisce. Brodo di giuggiole totale.

Alla richiesta di aiuto col brainstorming per il regalo, Haru si limita ad annuire energicamente. La gioia e la gratitudine che la pervadono sono troppo grandi per prendere la forma di parole, e le si bloccano in gola. Spera che i gesti siano abbastanza per veicolarle. Rapita, segue la professoressa Walker con lo sguardo, guardandola incamminarsi verso la nuova meta in tutto lo splendore del suo outfit da fashionista.

Il «Vieni con me» dell’insegnante ancora riecheggia nella sua mente, e la bambina vuole aggrapparvisi con ogni fibra del suo essere. Non si è mai sentita così apertamente desiderata –di certo non da qualcuno che lei ammira– e non vede l’ora di scambiare opinioni con lei sul regalo da acquistare, non appena ritroverà il dono della parola.
Il ronzio di mille voci nella testa la implora di non lasciarsi incantare da quelle che teme essere garbate parole al vento, semplici formule di cortesia e distaccati sorrisi di circostanza.
Ma la professoressa Walker è incantevole per davvero, e, prima che possa rendersene conto, Haru ha già allungato un braccio con il preciso intento di sfiorare quello dell’altra per attirarne l’attenzione. Non osa toccarla per davvero, ma neppure si ritrae. La mano di Haru resta lì, sospesa a mezz’aria, piccina e un po’ tremante, indecisa sul da farsi. Combattuta tra la vicinanza che desidera e il rifiuto che teme.

A testa china, Haru farfuglia un impacciato «Possiamo stare a braccetto?». La richiesta suona insolitamente vulnerabile alle sue stesse orecchie, la voce stranamente flebile e incerta, il tono interrogativo il doppio rispetto a quello di una regolare domanda. «No, è che da sola mi perdo spesso», aggiunge sottovoce poi la ragazzina a mo’ di semi-spiegazione. È vero che Haru si perde spesso, quindi non è che stia mentendo. È che sta omettendo un tassello fondamentale di verità per paura. Paura di venire rifiutata, paura di venire punita, paura di venire abbandonata. È solo in quel momento che la bambina si rende conto che si sta ancora fissando le punte delle scarpe e che ha il cuore in gola.

Inspira piano.

Punto uno, la professoressa Walker non le ha dato alcun motivo di pensare male di lei.

Sposta lo sguardo sull’altra mano, quella che tiene stretta la mela caramellata appena ricevuta. Si concentra sul battito impazzito del proprio cuore, intenzionata a tranquillizzarlo.

Punto due, Haru detesta sentirsi una vigliacca.

Espira.

Con uno sforzo immane, si costringe ad alzare gli occhi per incrociare lo sguardo sfaccettato e variopinto della giovane insegnante. Vorrebbe sorriderle, ma non ci riesce. Quando finisce finalmente per dire la verità, il volto di Haru è contratto in un’espressione dolorosamente seria. Le parole le rotolano fuori dalla bocca una alla volta, pesanti come macigni.

«Adorerei perdermi con lei, però».



Trattiene il respiro.




 
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view post Posted on 25/12/2023, 22:04
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Haru annuisce energicamente ed io non riesco a non sorriderle luminosa di rimando.
Quando inizio ad avviarmi però, compio giusto un paio di passi prima di realizzare che la presenza fisica che pensavo di percepire quasi subito accanto a me, non si realizza effettivamente:
mi giro il battito di ciglia seguente, alla ricerca della mia studentessa, e le iridi di bosco e di mare fanno appena in tempo a dardeggiare tra la sua manina sospesa nel tempo e nello spazio e i lineamenti delicati del suo volto - quando un timido -Possiamo stare a braccetto?- mi conquista letteralmente facendomi sciogliere cuore e animo dorati – ancor prima delle parole a seguire.
-Ed io con te!- mi ritrovo a trillare con la voce, un po' troppo commossa da tanta lieve tenerezza e felice al contempo per la proposta tanto sincera.
Azzero le distanze e prendo a braccetto la Tassorosso, dondolando appena tutta contenta e stampandole un bacio leggero tra i capelli i confini dolce Adels, questi sconosciuti..
-Abbiamo un problema non indifferente però – ed è il fatto che anche io tendo a perdermi.. e persin spesso.- rifletto ad alta voce, una smorfia buffa in volto mentre arriccio il naso, pensierosa.
-Ma sai - aggiungo più pimpante mentre dò il via alla passeggiata -così facendo si scoprono anche un sacco di posti interessanti – o si conoscono persone nuove!-
I pensieri volano alle mie tante esperienze e vissuti del caso – dove però, in particolar modo negli ultimi mesi, ho sempre avuto la fortuna di incontrare personalità uniche e, soprattutto, gentilissime con me.
-Qualche settimana fa ad esempio, mi sono persa in un quartiere (di cui ancora non conosco il nome!) nelle periferie di Londra.
Non avevo con me neanche gli specchietti comunicanti per chiedere a Camillo dove accidenti fossi finita - ma un signore super gentile, un senzatetto piccino, mi ha indicato la direzione per tornare nelle vie principali, e da lì ad un locale babbano – che rimane vicino al Paiolo perciò..-
mordo un altro boccone di mela e il cric croc fa ridacchiare il mio cuoricino.
Punto lo sguardo ricercando quello nocciola della streghetta però, tutt’a un tratto molto seria, sventolando la mela caramellata a mo' di dito ammonitore (?) – improvvisamente preoccupata, più che altro: -Ma è anche vero che si può finire in un sacco di pasticci in base a dove si capita e a con chi si parla – devi prendere quantomeno il patentino per la Smaterializzazione il prima possibile. - e nel frattempo ti troverò anche io qualche piccolo escamotage per la sopravvivenza, che non si sa mai.
Ma quest’ultima riflessione la tengo per me, mentre già una parte del mio cervellotico e rapido cervellino corre alla ricerca di soluzioni e alternative valide del caso.
Qualche vetrina nel mentre è già passata neutrale e assolutamente dimenticabile sullo sfondo della nostra passeggiata – ma tra un passo e un altro il ritorno al nocciolo della questione è inevitabile:
-A te cosa piacerebbe ricevere per il compleanno?-
Attimo di pausa dove altri cric croc mi aiutano a pensare in fretta -O qual è stato il tuo regalo preferito in assoluto?-
Torno a scrutare la Tassina e mi viene di nuovo da sorridere.
-Io non ho grandi esperienze a riguardo. E credo anche che Camillo abbia ben più inventiva di me.-
Gonfio le guance e sbuffo appena, sconsolata all’improvviso per la serie “Le giostre di Adeline Walker – always open mentre lo sguardo chiaro dietro le lenti a cuore si cruccia, e alla fine aggiungo: -E se non trovassi nulla?-
 
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view post Posted on 16/4/2024, 10:52
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L
e è chiaro, ormai. L’entusiasmo della strega adulta è qualcosa di così irresistibile e contagioso che anche solo provare ad opporvisi è perfettamente inutile. Adeline Walker è un turbinio variopinto e dorato che sa di buono e promette un porto sicuro a cui approdare. Haru fa appena in tempo ad avanzare timidamente la sua assurda proposta che si ritrova subito a braccetto con la sua adorata insegnante. È vero che la streghetta ha dovuto imparare a sue spese che la sua ansia tende a dilatare i tempi e ingigantire le distanze, ma questa roba(?) le è completamente nuova. Haru ha vissuto mille vite nella scarsa manciata di primavere da che la sua essenza iperuranica ha avuto la brillante idea pun intended di prendere una forma fisica. Eppure, non si è mai ritrovata in una situazione del genere, in cui la rassicurazione delle sue paure giungesse a tempi di record (e pure con gli interessi), prima ancora che il suo proverbiale catastrofismo potesse anche solo pensare di prendere il sopravvento. Quando le labbra della strega le sfiorano leggere i capelli, Haru incassa timida la testa fra le spalle come una piccola tartaruga presa alla sprovvista. Con le guance in fiamme ed il cuoricino impazzito nel petto, la ragazzina si sente contemporaneamente minuscola e gigantesca. Confusa, felice, ed egualmente incapace di dare voce anche ad una sola delle due emozioni. Si limita quindi a stringersi un po’ più vicina alla giovane donna, arrivando quasi a posare il capo sulla spalla di lei. Quasi, perché l’altra parte subito a marciare in avanti, intenzionata a proseguire nella passeggiata, e Haru si sbilancia così tanto in avanti rischiando di perdere l’equilibrio per lo slancio. Ridacchia sottovoce. Per qualche strano motivo, pensa che anche una caduta rovinosa di fronte alla professoressa non sarebbe poi così terribile. Con un sorriso da Stregatto stampato in viso, Haru segue rapita i mille svolazzi pindarici dell’insegnante. Curiosità rispetto alle sue peripezie, preoccupazione per avventure quasi finite male e solenne approvazione rispetto alla raccomandazione di prendere il patentino per la Smaterializzazione si susseguono veloci sul viso della Tassorosso. Non crede di aver mai mostrato un range emotivo così esteso così apertamente e così a lungo di fronte a qualcuno. Per quanto il microcosmo emozionale interiore di Min Haru sia estremamente profondo e in subbuglio perenne, soggetto alle più imprevedibili maree, difficilmente accade che anche una sola piccola percentuale di ciò che prova finisca per essere esternato. Con la professoressa, stranamente, la superficie si increspa invece di emozioni genuine, prima timide, poi via via sempre più sfrontate e spensierate. Haru alterna sorrisi ed espressioni incredule o più meno incantate a generosi morsi alla sua mela caramellata. Il sapore squisito e la consistenza croccante del dolcetto le regalano un mix spettacolare di sensazioni. La ragazzina dondola felice la testa da una parte all’altra. Alla menzione di un certo “Camillo”, le si alzano le antenne. Il nome le giunge nuovo, eppure le suona inspiegabilmente familiare. Una lampadina si accende totalmente a caso nella sua mente: Haru ha un messaggio da riferire alla professoressa da parte del suo amico dorato! Ops. Si accorge di essersi distratta e di aver perso forse una parte del discorso dell’insegnante. Mette momentaneamente in pausa il suo incarico da messo del Fato Turchino. Le buone maniere, Min Haru!, si redarguisce severa.
“A te cosa piacerebbe ricevere per il compleanno?”. La domanda la coglie completamente alla sprovvista. Dopotutto, non le è mai mancato nulla di materiale. Tutto il resto, invece, beh
Sovrappensiero, resta in silenzio per qualche istante di più – abbastanza perché la professoressa possa incalzarla con un “O qual è stato il tuo regalo preferito in assoluto?”. Il ghigno carico di pessime intenzioni si materializza istantaneamente sul suo volto. La risposta a questa domanda è facile.
“Un libro per apprendere ad ammazzare cristiani”, rivela fiera ed impettita. “A proposito”, Haru esordisce. Si interrompe, poi si dà uno schiaffo in fronte: IL MESSAGGIO! “Me l’ha regalato il mio Fato Turchino”, spiega con sguardo adorante e lontano. “E mi ha anche detto di chiedere aiuto alla mia professoressa di Pozioni, in caso di necessità”. Ora, lo sguardo adorante si fa vicino, concentrato sull’insegnante. Haru mette a fuoco le lenti a forma di cuore. “IL FATO TURCHINO MI HA CHIESTO DI SALUTARLA! HA UNA LINGUA TRICARDICA”, spiega intenerita.
Poi, la fronte si rannuvola temporaneamente nel notare l’apprensione della strega. “Troveremo sicuramente qualcosa”, la rassicura. “Sa dirmi qualcosa di più di questo Camillo?”.




 
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