La vita all'interno del castello si era rivelata migliore di ciò che Lyra immaginasse. Le lezioni erano incredibilmente interessanti, anche se la quantità di compiti era assurda: pergamene su pergamene da scrivere, sui più disparati argomenti. Non che se ne lamentasse, anzi. Era sempre tra le prime a consegnarle, le piaceva mostrare di conoscere gli argomenti trattati a lezione e, per questo motivo, aveva già studiato gran parte dei libri di testo. Questo, probabilmente, la faceva risultare antipatica a molti compagni, ma non le interessava. Aveva gli altri grifondoro con sé, non aveva bisogno di persone appartenenti ad altre case che erano tutti antipatici.
L'ultima lezione del giorno era finalmente terminata e, guardando l'orologio che portava sempre al polso destro, notò l'orario. Non erano neanche le quattro, aveva abbastanza tempo per tornare in camera, lasciare i libri e fare una doccia veloce, prima di scendere in sala comune per la cena. L'unica nota negativa dell'essere una grifondoro era la collocazione della loro sala comune: il quantitativo di gradini da scalare era davvero assurdo: erano in una delle torri del castello, si ripromise di contarne il numero, prima o poi.
Era talmente assorta nei suoi pensieri che, per poco, non si scontrava con altri due ragazzi. Ad occhio e croce dovevano essere più grandi di lei e, dal colore delle loro uniformi capì che erano tassorosso e serpeverde. I tassi non dovevano essere quelli gentili? si chiese perché, dalla posizione che assunsero i due ragazzi, capì che stavano per darle filo da torcere. Le si piazzarono davanti e, cercando di non sembrare intimidita dalle due figure, sollevò il mento e si strinse libri e appunti al petto.
« Per favore, spostatevi. »
Cercò di parlare con voce alta e decisa perché, ne era certa, se non lo avesse fatto l'avrebbero derisa. Non che ciò servì, perché, senza esitare, i due scoppiarono in una fragorosa risata e, scambiandosi uno sguardo, fecero un passo verso la ragazza che, istintivamente, arretrò.
« Ah e quindi vorresti passare di qui ah? Per andare dove principessina? »
Detestava quel soprannome ma, il modo in cui il ragazzo lo disse, come a volerla schernire e deridere, glielo fece detestare ancora di più. Fece per rispondere ma l'altro ragazzo fu più veloce di lei, interrompendola prima che lei potesse controbattere.
« Lo sai che da qui non si passa senza pagare pegno... o forse no, primina? Non te l'hanno detto i tuoi compagni? »
« Ptf giusto perché hai un faccino carino posso farti un po' di sconto, ma due galeoni sono due galeoni. »
« Forza smolla il malloppo, non vorrai forse rovinarti la tua preziosa divisa o... cos'è che tieni in mano? Degli appunti? »
Con la coda dell'occhio notò un movimento alle spalle dei due ragazzi e, allungandosi leggermente, vide una cascata di capelli rossi che, dalla voce, appartenevano decisamente al suo prefetto, Alice. Tirò un sospiro di sollievo e rilassò la postura, ora era al sicuro dai due compagni di scuola. Sollevò gli angoli della bocca alle parole della ragazza e ancora di più quando i due si voltarono nuovamente verso di lei, con una perfetta espressione da cani bastonati. Si grattarono la nuca con la mano e, abbassando lo sguardo, fecero ciò che gli fu intimato, ovvero si scusarono con lei. Non erano decisamente delle scuse sincere ma, in fin dei conti, Lyra sapeva che non lo sarebbero mai state. Annuì alle loro parole ma non li degnò di risposta, non ne meritavano.
Lasciò la sua posizione e raggiunse Alice, rimanendole accanto e, come se fossero sincronizzati, ii tre ragazzini sollevarono lo sguardo verso di lei, attendendo il permesso di potersi allontanare.