Pumpkin fields forever, Privata

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view post Posted on 28/10/2023, 17:25
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Helena S. Whisperwind | Tassorosso | 12 anni | I anno
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Un pomeriggio libero dalle lezioni e una giornata soleggiata, ad autunno inoltrato, non sono affatto regali da sottovalutare.
In questo periodo è tutto così rosso, giallo e arancione che quasi sembra che il giardino del castello voglia ostentare omaggi esclusivi a Tassorosso e Grifondoro. Il prato Serpeverde è coperto da foglie, secche e ancora croccanti, mentre il cielo Corvonero è nascosto alla vista di Heléna da quelle ancora attaccate ai loro rami.
È da un po’ che la tassina sta con il naso all’insù a fissare una foglia ballerina che sembra voler cadere da un momento all’altro. La osserva, incuriosita, ma la sua forza di volontà è ammirevole e per il momento resta lì, a danzare col suo ramo.
Helena inspira l’aria frizzantina e autunnale e l’odore umido del lago, poco distante dalla panchina su cui siede. Si stringe nel mantello da mezza stagione, leggermente infreddolita nonostante qualche raggio di sole.
Un rumore saltellante di piccole zampette attira la sua attenzione: uno scoiattolo con una folta e morbida coda rossa sta ispezionando una delle tante zucche che la giovane strega ha trasfigurato da una foglia secca, poco prima.
La annusa, la gratta coi piccoli artigli, la accerchia in un girotondo curioso. Quando i suoi piccoli occhietti neri incontrano quelli grandi, cristallini e sorridenti di Helena, si blocca. La scruta in silenzio, immobile, poi dà un morso veloce alla zucca e scappa via, arrampicandosi veloce su uno degli alberi lì attorno.
Lei si chiede se le zucche che ha creato abbiano sapore di zucca, di foglie secche o non sappiano proprio di un bel niente. È una domanda più che lecita dato che ne ha trasfigurate parecchie, quella mattina. Talmente tante che probabilmente si potrebbe sfamare l’intera popolazione di Hogwarts per una giornata, o sicuramente buona parte degli scoiattoli del parco per una settimana.
Sono tutte in fila, una dietro l’altra. La collezione parte all’inizio del sentiero alberato e termina con l’ultima proprio accanto ai suoi piedi.
«Cucurbita»
Di nuovo. Questa volta ne evoca una piccina, ai piedi dell'albero dello scoiattolo, immaginandola con una buccia sottile e una polpa tenera, per poter essere più alla portata del piccoletto dalla coda soffice che ancora la osserva dall’alto della sua visuale privilegiata.
«Dai, scendi. Questa l'ho fatta solo per te!»
Guarda l'arboricolo, guarda la propria opera d'arte e le precedenti sullo sfondo. Poi lo guarda di nuovo, sorride, tace e si immobilizza, in attesa di una sua mossa.
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view post Posted on 31/10/2023, 16:15
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Edward Newgate | Corvonero | 15 anni | I anno
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Un pomeriggio libero dalle lezioni e una giornata soleggiata, ad autunno inoltrato, sono una seccatura da non sottovalutare.
Il tempo libero che si era venuto a creare, sarebbe stato ben accetto se qualche idiota non avesse allagato il bagno della bilbioteca, rendendola inagibile. Ovviamente, il Corvonero aveva esposto tutte le sue rimostranze sulla gestione di questi inconvenienti a Gazza. La risposta del guardiano non era stata però soddisfacente, essendosi limitato ad urlargli contro qualche improperio misto a minacce, con lo scopettone puntato nella sua direzione. Così, Edward, con un paio di libri sottobraccio, aveva analizzato le opzioni che gli rimanevano a disposizione: la sala comune o il giardino. La chiusura della biblioteca, però, aveva portato ogni singolo Corvonero a pensarla esattamente come lui, facendo affollare la sala comune della casata. E perciò, tra la folla e il ronzio incessante, più che un luogo di studio, quello era divenuto un vespaio. L’alternativa non lo esaltava. Il giardino non era certo idoneo al suo scopo ma, se ben ricordava, aveva trovato qualche settimana prima un muricciolo isolato, vicino a degli alberi, che nessuno frequentava. Almeno sarò solo e indisturbato - pensò, tra sé e sé, il ragazzo, mentre attraversava il grande prato.
Un leggero venticello fresco lo travolse, facendo sollevare il tappeto arancione di foglie che cospargevano il manto erboso. Un respiro profondo, con i polmoni che si riempivano d’aria e un senso di libertà che gli sgombrava la mente. Chiuse gli occhi per un secondo, assaporando quella sensazione che di rado riusciva a provare ormai. La scuola, le lezioni, i compagni, i compiti, il negozio di Bibliomagic, gli imprevisti e gli scocciatori. Tutto affollava il suo tempo. Tutto lo distraeva dalla sua passione. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che si era preso un attimo solo per se stesso e i suoi libri? Sembravano trascorsi anni. Lui sdraiato sul tappeto della biblioteca di casa sua, in Irlanda, con Loki accoccolato sulla schiena e un buon libro da divorare. Forse, tutto sommato, è stato un bene avere questo tempo libero.

Costeggiò la riva placida del Lago Nero, mentre le foglie secche portate dal vento generavano delle piccole increspature sulla sua superficie. Da lì a poco sarebbe arrivato nel suo luogo segreto, lontano dal caos e immerso nella pace. Qualcosa però attirò l’attenzione del ragazzo. Un qualcosa di arancione, che ricopriva il suo muricciolo. Affrettò il passo e, avvicinandosi, si accorse che sopra di esso vi era una immensa fila di zucche, sistemate accuratamente una dopo l’altra. Ma chi diamine ha messo tutte queste zucche qui - pensò Edward, infastidito. Avrebbe dovuto rimuoverne alcune, per potersi sistemare con i suoi libri e godersi la mattinata. Ovviamente non avrebbe mai usato le mani, col rischio di sporcarsi e poi lasciare impronte su ogni candida pagina dei suoi preziosi tomi. Tirò fuori la bacchetta, che fece roteare nella sua mano per più di una volta. La sensazione di sicurezza che traeva da essa lo calmava e lo aiutava a riflettere. Potrei farne esplodere alcune, ma gli schizzi potrebbero cospargermi la divisa… - si ritrovò a rimuginare - magari un semplice incantesimo di levitazione potrebbe essere… - un rumore interruppe il flusso. Anzi, non un semplice rumore, una voce. Girò lo sguardo in fondo alla fila di zucche e vide una ragazza che gli dava le spalle. Ecco la responsabile di questa seccatura! - e con passo deciso cercò di mettere meno strada possibile tra lui e lei. Si arrestò per un secondo. Sembrava che la ragazza stesse parlando con uno scoiattolo. Ahhh andiamo bene… - pensò, mentre riprendeva a camminare, scuotendo la testa al pensiero di dover interagire con l’ennesima tipa strana che studiava ad Hogwarts. Sembrava divertita dalla sua conversazione con l’animale. Si accorse in una frazione di secondo che lei si stava girando nella sua direzione e, istintivamente, si nascose dietro il tronco di un albero. Non credo mi abbia visto - pensò, mentre stringeva i suoi libri al petto. Aspetta un secondo. Che vuol dire “non credo mi abbia visto”? - si sorprese del suo stesso pensiero - E anche fosse? È lei che è venuta a disturbare il mio luogo di pace, non il contrario. Sbirciò da dietro il tronco, ma pareva che la ragazza fosse tornata a fissare lo scoiattolo, non avendo notato la sua presenza.

La situazione bizzarra in cui si era cacciato da solo, fece scaturire nel Corvonero una serie di dubbi improvvisi e, forse, anche ingiustificati. Cosa fare? Poteva rimanere lì in silenzio e aspettare che la ragazza finisse il suo colloquio con uno scoiattolo di bosco. No, non poteva rimanere lì immobile. Anche perché uno strano prurito cominciava a scendere lungo la schiena; che fosse a causa della pianta o di qualche formica, in ogni caso, doveva muoversi. Poteva uscire, con naturale disinvoltura, e passare oltre. Si, certo, se non fosse che ormai era dietro quell’albero da un po’. Se la ragazza lo avesse visto uscire da lì, all’improvviso, avrebbe fatto la figura dello stalker. Per Merlino, e io che volevo solo leggere in pace un libro… - pensò scoraggiato Edward. Più ripensava alla sua attuale situazione, più si infastidiva. Cosa diamine ci faceva nascosto dietro un albero. E perché continuava a restare lì, impalato, senza fare un fiato. Non gli era mai importato un granché di cosa gli altri pensavano di lui, figurarsi una sua coetanea. Tra l’altro, se era del primo anno, doveva conoscerla. Insomma, vero che non badava molto ai suoi compagni di classe, ma gli sembrava di averla incontrata a Incantesimi, forse? No, magari era Trasfigurazione. Ma cosa importa ora la lezione? Era una Tassorosso, sicuramente, per via della divisa. Capelli castano scuri, un indizio importante per chiunque, ma non per lui. Forse era il Prefetto? - Bah, sono tutte uguali… - doveva ricordarsi il nome! Qual era? Inutile, non lo avrebbe mai ricordato. Potrei esordire con un colloquiale “Ehi, studentessa” - pensò, ma scosse subito la testa. La stupidità della frase lo fece vergognare per il solo fatto di averla pensata. Ma si, forse se rimango qui ancora un po’... - il pensiero era quasi concluso, quando notò una vespa poggiata sulla sua spalla. Per Merlino! - esclamò senza troppi pensieri, mentre si contorceva su se stesso per liberarsi dalla presenza dell’odiato insetto. Girava vorticosamente sul posto, per verificare che quella dannata vespa fosse volata via e non si fosse infilata in qualche piega del mantello, quando si accorse di aver abbandonato il suo nascondiglio. Si fermò di scatto, tenendo ancora i libri sotto il braccio destro e l’orlo del mantello, in alto, avvolto nella mano sinistra. Girò lentamente la testa in direzione della Tassorosso, nella vana speranza che non avesse notato il suo scomposto tentativo di sopravvivere all’attacco dell’insetto.
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view post Posted on 16/11/2023, 19:28
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Helena S. Whisperwind | Tassorosso | 12 anni | I anno
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Un rumore di passi, stavolta molto più pesanti rispetto a quelli di poco prima, fa rapidamente voltare Helena. Intravede con la coda dell’occhio una sagoma nascondersi dietro un albero, probabilmente di un ragazzo, a giudicare dalla corporatura.
Oh, è arrivato Pollicino. Che fa, il timido?
Si chiede perché se ne stia lì, fermo, dietro quel tronco. Forse è un tipo losco, o impacciato, o qualcuno che vorrebbe farle uno scherzo. O forse è solo un tipo strano che si diverte a nascondersi dietro agli alberi.
C’è chi gli alberi li taglia, chi li abbraccia, chi ci balla attorno e chi invece li usa per nascondersi, come lui e come lo scoiattolo, che appena lo sente esclamare qualcosa corre via terrorizzato saltando da ramo in ramo.
«L’hai fatto spavent…» esclama subito lei, leggermente infastidita, bloccandosi quando lo vede uscire goffamente allo scoperto.
È un corvonero, è un ragazzino del primo anno e sta roteando su se stesso come una trottola. Quando si accorge di essere visto arresta il suo piroettare, un po' come un bambino immobilizzato da 1...2...3...stella! Sì, stella, stai là.
Ad Helena scappa una risata nel vedere la sua posa, con quel braccio in su che regge il mantello e i libri sotto l’altro, così solenne da risultare caricaturale e decisamente comica.
Ecco il motivo di tanta agitazione: c’è un insetto, presumibilmente un’ape o una vespa, che gli ronza attorno con insistenza e sembra intenzionato a volerlo pungere da un momento all’altro, probabilmente impermalosito per qualche motivo sconosciuto.
Per quanto sia divertente osservarlo, di certo una puntura non sarebbe piacevole, senza contare che potrebbe persino essere fatale, se lui ne fosse allergico.
Vorrebbe aiutarlo e con il Cucurbita andrebbe sul sicuro, ma perché non cimentarsi in qualcosa di nuovo?
Non è semplice da quella distanza, ma forse la bacchetta, con un po' di concentrazione, riuscirebbe a comprendere le sue intenzioni. La tassorosso quindi la punta verso l’insetto, la tiene ferma ed inclinata verso il basso, con il polso verso l’alto e il braccio teso: «Pàstor»
L’insetto malefico aumenta di dimensione, perde le sue fattezze e prende velocemente quelle di un cane, cadendo al suolo come un sacco di patate: adesso è un corgi color miele con delle strisce nere proprio sul sedere. Ha una corporatura simile a quella di una vespa, con il corpo allungato e più o meno gli stessi colori. A colpo d’occhio sembrerebbe una trasfigurazione ben riuscita, ad esclusione di quelle strampalate zampette gialle, sottili e allungate, dotate di artigli ed escrescenze simili a spine. Piuttosto creepy, se non fosse per la presenza di ridicoli ciuffetti di pelo sparsi e il tremore che le scuote affaticate sotto il peso del corpo da canide.
Helena lo osserva con una smorfia, l’abominio si guarda attorno stranito e protesta con uno strano verso che suona un po’ come l'abbaiare di un cane dal fondo di una galleria, ascoltato da un orecchio oblungo il cui filo passa attraverso un grosso alveare. «Povero canevespa! Ma almeno ora non punge più»
Ridacchia e si rivolge al ragazzino, un po’ dispiaciuta, un po’ divertita, ma decisamente soddisfatta. «Stai bene? Cosa stavi facendo lì dietro?»
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view post Posted on 23/11/2023, 16:50
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Edward Newgate | Corvonero | 15 anni | I anno
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Sentì la voce della ragazza pronunciare un incantesimo, con la bacchetta diretta verso l’insetto o, peggio, verso di lui. Chiuse per un attimo gli occhi, preso alla sprovvista, aspettando di vedersi schiantare lontano da un bagliore generato dalla sua compagna di scuola, ma non accadde nulla di ciò. Anzi, riaprendo gli occhi vide uno strano cane abbaiare verso di lui, per poi passare ad una protesta contro la ragazza. Non ricordava di averlo visto prima, quindi la spiegazione più semplice e logica era che la Tassorosso, in uno sfoggio di talento, aveva appena trasfigurato la vespa che lo minacciava. Povero canevespa! Ma almeno ora non punge più - esordì la ragazzina, con una risatina sommessa appena percettibile - Stai bene? Cosa stavi facendo lì dietro? - chiese infine.

Si soffermò alcuni istanti a fissare quello strano animale, mentre rifletteva sulle domande che gli erano state poste. Sto bene? - pensò il ragazzo, ancora fermo nella strana posizione che aveva assunto per via dell’insetto - Beh, potevo essere io quello che sta scodinzolando via, diciamo quindi che potevo stare di molto peggio…. Certamente - rispose infine, dandosi alcune pacche sui vestiti per ricomporsi e togliersi un po’ di corteccia lasciata dall’albero dietro il quale si stava nascondendo - ma che sia per merito della tua bravura con la trasfigurazione o della mia fortuna nello schivare incantesimi, nessuno lo saprà mai… - pensò tra sè e sè.

Si mise sull’attenti, sistemò i libri sotto il braccio e fece un passo in direzione della Tassorosso. Per un attimo fissò la bacchetta della ragazzina ancora nella mano di lei. La ragazza era evidentemente più piccola di lui, ma doveva possedere una grande predisposizione nel lancio di incantesimi, vista la facilità con cui trasfigurava qualsiasi cosa le capitasse a tiro. Devo solo evitare di essere il suo prossimo obiettivo…- continuò a pensare Edward, mentre spostava lo sguardo sul volto della compagna di scuola. Cosa facevo… - eh già, cosa facevo? - …auscultavo il cuore dell’albero, ovvio - idiota, ma che dici! - un colpo di tosse, lo sguardo che si abbassa per un secondo, poi fece un nuovo passo prima di arrestarsi ancora - ma cosa facevo io non è importante… - continuò ad avanzare verso la ragazza, ritrovandosi di fronte ad essa e, indicando il muretto pieno di zucche arancioni, aggiunse - …l’importante è cosa stai facendo tu! - scosse la testa, in segno di disapprovazione, con la ritrovata rabbia che stava montando dentro di lui.

Come era potuto diventare così complicato studiare in una scuola? Non riusciva a spiegarselo. Tutto quello che voleva fare quella mattina era mettersi a leggere i suoi libri di storia della magia, eppure tra biblioteche allagate e muretti tempestati da zucche, una cosa così semplice stava diventando impossibile. Ora poteva sfogare tutta la sua frustrazione accumulata sino a quel momento contro una delle cause dei suoi disagi, eppure… Inoltre, la vistosa allegria di quella ragazzina era irritante, eppure… Per non parlare di quello sconsiderato incantesimo di trasfigurazione che avrebbe potuto tramutarlo in un cane, se non fosse stato eseguito correttamente sull’insetto, eppure…. Eppure qualcosa lo tratteneva. Guardò la Tassorosso negli occhi. Comunque… - si sistemò meglio la giacca, tirandosela per un lembo verso il basso - …io sono Edward - lo sguardo si spostò rapido, per evitare di incrociarlo con quello della ragazza, puntando verso il lago, che placido rumoreggiava alla sua sinistra.
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view post Posted on 11/12/2023, 19:58
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Helena S. Whisperwind | Tassorosso | 12 anni | I anno
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Helena non ha la minima idea di cosa significhi il verbo “auscultare”, ma non è su quello che si sofferma. «Il cuore dell’albero» ripete sottovoce, tra sé, con gli occhi scintillanti e colmi di interesse.
È da sempre stata dell’idea che ogni essere vivente, animale o vegetale, sia dotato di un’anima. Ma non ha mai sentito dire da nessuno che sia possibile addirittura ascoltare (perché è più o meno quello che lei immagina significhi, “auscultare”) il cuore dell’albero.
Sposta lo sguardo verso le chiome ingiallite e inspira profondamente il profumo della resina e dell’erbetta umida, con occhi ancora sognanti.
Non vede l’ora di saperne di più ed è pronta per riempire di domande il ragazzino, ma non appena apre bocca per esprimere la sua curiosità, lui assume un’aria colma di disappunto e avanza quasi minaccioso nella sua direzione.
L'entusiasmo sul volto di Helena si spegne repentinamente.
Perché lui ha avuto questo improvviso cambio di atteggiamento? Potrebbe mai essersi arrabbiato perché Helena ha trasfigurato una vespa in un cane(vespa)? Con tutto il rispetto per il benessere dell’insettino, davvero il Corvonero potrebbe essersi arrabbiato per questo, nonostante il favore appena ricevuto?
Magari, pensa lei, si è arrabbiato perché ogni minimo rumore può impedire una corretta auscultazione del… No. Ma dai! Da quando in qua gli alberi hanno un cuore che è possibile udire?
La Tassorosso aggrotta le sopracciglia e sbuffa. Che sciocca!
E pensare che per un attimo aveva interpretato quel colpo di tosse e quel capo chino come sintomo di un lieve imbarazzo per aver svelato così apertamente certi interessi fuori dal comune. Tra una domanda e l’altra avrebbe persino provato a rassicurarlo sul fatto che non c’era nulla di male ad intrattenere un legame così profondo e spirituale con la natura, ma… altro che sacerdote degli alberi!
Per non parlare di quell’improvviso tono inquisitorio che non sembra per niente amichevole, ma anzi, quasi quello di uno svitato o di uno che si diverte a sparare cavolate. In entrambi i casi, il trucco per non avere grane con gli svitati e coi bugiardi, è apparire più svitati e spararle più grosse di loro.
«Ciao Edward, io sono Helena.» cerca il suo sguardo, ma è sfuggente.
«Mah, non sto facendo niente di particolare. Sai, anche a me piace auscultare il cuore degli alberi, ma non solo. Ad esempio prima il cuore della mia bacchetta mi ha consigliato di trasfigurare quel ragazzino indisponente che ha fatto tutto questo…» indica la moltitudine di zucche con la mano «…in uno scoiattolo. E così ho fatto, ovvio. Peccato tu l’abbia fatto scappare via, chissà poi chi lo rivede...» Una smorfia vagamente dispiaciuta, una pausa, e poi aggiunge, cercando di non mostrare più orgoglio del dovuto: «Ah, e ti salvo la vita, ovvio!»
Noncurante di quello che può pensare su ciò che sta per fare, distoglie lo sguardo e fa due o tre passi nella sua direzione. Si accosta al primo albero lì vicino e sfiora la corteggia con una mano, poi anche con l’altra. Avvicina piano l’orecchio, aggrottando le sopracciglia e socchiudendo le palpebre, simulando grande concentrazione. Sgrana poi gli occhi e annuisce piano col capo come se avesse sentito davvero qualcosa, qualcosa di straordinariamente incredibile. Si ferma, poi con gentilezza e teatralità si separa dal vegetale e torna a dedicarsi al ragazzo.
«Tu che tecnica usi per l’auscultazione?» chiede, curiosa ma seria.
Dentro di sé, impaziente, muore dalla voglia di sbellicarsi dal ridere.
Ma... Ferma lì, Helena ridente, non è ancora il tuo momento.
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view post Posted on 4/1/2024, 11:14
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Edward Newgate | Corvonero | 15 anni | I anno
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La Tassorosso cercava insistentemente di incrociare lo sguardo con quello del Corvonero, quando rispose - Ciao Edward, io sono Helena – poi, indicando la schiera di zucche che riempivano il muretto, aggiunse - mah, non sto facendo niente di particolare. Sai, anche a me piace auscultare il cuore degli alberi, ma non solo. Ad esempio prima il cuore della mia bacchetta mi ha consigliato di trasfigurare quel ragazzino indisponente che ha fatto tutto questo…in uno scoiattolo. E così ho fatto, ovvio. Peccato tu l’abbia fatto scappare via, chissà poi chi lo rivede....

Edward sgranò gli occhi per un istante e, perfettamente immobile, cominciò a cercare con lo sguardo lo sventurato “scoiattolo”. Quella ragazza doveva essere molto, molto, particolare oppure lo stava palesemente prendendo in giro, ed Edward non sapeva quale delle due sarebbe stata la circostanza migliore. Senti spesso delle voci che ti dicono cosa trasfigurare? – sussurrò a denti stretti, in modo quasi impercettibile, per timore di come avrebbe potuto rispondere la ragazza, la quale, prima con una smorfia vagamente dispiaciuta, poi con un immotivato moto di orgoglio, aggiunse - Ah, e ti salvo la vita, ovvio!

Il Corvonero aprì la bocca per ribattere, sollevando un dito per precisare quanto stava per dire. Ma quale salvare la vita, era tutto sotto controllo… quando vide la Tassorosso avvicinarsi. Uno, due, tre passi verso di lui. La voce si spense in gola e la mano alzata si stava afflosciando, priva di forza ed incisività. Ora la ragazza gli era stranamente vicina e stava allungando una mano. Per Merlino, vuole uccidermi a mani nude? Poi vide la Tassorosso accarezzare l’albero dietro di lui ed accostare l’orecchio al tronco. Annuisce, come se avesse sentito un’altra delle particolari voci di cui parlava. Tu che tecnica usi per l’auscultazione? - chiese infine in modo serio la ragazza, scostandosi dall’albero.

Edward fece un sospiro di scampato pericolo seguito da una rapida occhiata di preoccupazione all’albero su cui la ragazza si era appoggiata pochi istanti prima. Per la miseria, non posso certo risponderle che era una bugia, farei la figura dell’idiota – pensò a stretto giro, come se invece rispondere alla domanda non lo avesse fatto sembrare un idiota lo stesso. Devo inventarmi qualcosa o chissà cosa mi può capitare con questa. Beh - esordì, con un colpetto di tosse - dei metodi che ci ha insegnato la Professoressa Fiachran… - vago, devi essere vago - preferisco il terzo - ecco bravo - senza alcun dubbio – si avvicinò anche lui all’albero e lo accarezzò con la mano destra. Mostrati pensieroso, come se stessi analizzando quello che ha appena fatto lei - chiuse per un attimo gli occhi, poi li riaprì e guardò la Tassorosso – ma anche il tuo sarà un ottimo metodo, se davvero senti tutte queste voci… - un altro colpo di tosse, questa volta più sonoro, poi, con fare disinvolto, continuò - ma Erbologia non è proprio la mia materia preferitacambia discorso e non farà altre domande scomode - sono più un tipo da Storia della Magia - stava riflettendo, cercando di capire effettivamente quale materia gli interessasse di più a Hogwarts - o Incantesimi…di sicuro non Erbologia… - scosse la testa, per dare un po’ più di enfasi - tu… - Elena? Erena? Come aveva detto di chiamarsi? - …ehm… - Helena! Si, dovrebbe essere così - …Helena, hai una predilezione per qualche materia? Trasfigurazione a parte, si intende… – concluse gettando uno sguardo dietro le spalle della ragazza, ammirando l’opera monumentale di zucche in serie e tentando di trovare uno scoiattolo disperato in cerca di aiuto.
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