| Oltre i Binari: Il Viaggio di Noah verso Hogwarts Era trascorsa ormai una settimana dall'ultimo acquisto di Noah durante la sua preparazione per Hogwarts. Ora si trovava fermo alla stazione di King's Cross, al suo fianco come al solito c'era Edwards, e poco più in là i suoi genitori, con la mamma e il papà di Rose, sua cugina più grande. La famigliola parlava del più e del meno, mentre Noah se ne stava taciturno con le gambe a dondolo sulla panchina. Le sue mani stringevano i pantaloni, il nervosismo era palpabile; d'altronde, non si era mai trovato lontano da casa per così tanti giorni.
In quel momento, Terje, che si trovava nel trasportino, emise un miagolio che indicava che voleva uscire, ma Noah lo ignorò a causa del grande trambusto al binario 9 3/4. << Tranquillo, Terje. Ti do la mia parola che appena giunti al castello potrai scorazzare liberamente. Devi solo resistere un altro po'. >>Il gatto sembrò aver capito le parole del padrone, così tornò a stare calmo e a pazientare, mentre il nervosismo di Noah non voleva attenuarsi. Anzi, più il tempo scorreva, più avvertiva l'ansia salire dentro di sé.
<< Tranquillo ragazzo, sei un ragazzo forte >> udì dalle labbra del padre, che notando il suo silenzio si distaccò dal gruppo di adulti per andare a sedersi di fianco al figlio. << Essere nervosi, figliolo, è normale. Questo passo è importante per la tua crescita. Vivere in quel castello ti rende forte qui, >> gli indicò la testa, << e qui,>> per poi sposare il dito verso il petto. << Rendere forti la mente e l'anima è un passo necessario per un mago, e tu, figliolo, sei un Hunt, un membro di una famiglia rispettata nei secoli.>>
Il padre di Noah era molto rispettato tra gli auror grazie al suo potere magico e al suo essere un bravo Legilimens. << Papà, e se mi smistano a Serpeverde? >> il padre scoppiò a ridere per via della frase assurda del figlio, che pensava di fargli un torto se fosse entrato in quella casa essendo lui un Grifondoro. << Vorrà dire che la casa Serpeverde avrà tra le sue fila un grande mago da coltivare. Figliolo, non è il colore della divisa che definisce il tuo futuro, ma tu che lo modelli a tuo piacimento, con le tue scelte e il tuo modo di vedere il mondo che ti circonda. Il colore di una divisa è insignificante.>>
Grazie a quelle parole, il giovane mago si rilassò un pochino, e grazie a suo padre riuscì a tornare sereno e sorridente. Quel suo entusiasmo ritrovato continuò anche quando finalmente il treno si presentò davanti a lui e, invitandolo a salire, aprì le porte, pronto per portarlo con sé in questa nuova avventura.
Salito a bordo, Noah entrò subito su una cabina vuota e calò il finestrino. Salutò i suoi genitori per l'ultima volta, accorgendosi che sua madre aveva ceduto e stava piangendo aggrappata al padre. << Mamma, papà, ci vediamo presto! >> Il treno ritirò i freni e iniziò a marciare verso Hogwarts, Noah seduto con Terje in braccio, che finalmente poteva sgranchirsi un poco. Pensava a cosa sarebbe successo da lì in poi; ormai Londra era lontana, come era lontana Kingston upon Thames, il luogo dove aveva vissuto da sempre. << Terje, ci aspetta una grande esperienza, >> disse mentre il gatto, contento della libertà, gli faceva l'effusa. << Andiamo a prendere Hogwarts! >> |
