Il Canto del Mare, Quest Vocazione - Parte I I

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 25/11/2023, 19:17
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,915

Status:


Ssono passati quasi tre mesi da quando hai finalmente riabbracciato Kàlha – sono i primi di Aprile, le vacanze di Pasqua ti forniscono il giusto tempo per intraprendere il viaggio. Vi siete incontrati più volte per discutere i dettagli riguardanti il luogo di ritrovo: l’isola di Socotra. Un compromesso perfetto tra i vostri due mondi, il punto strategico più vicino all’area indicata dalle coordinate in vostro possesso. Lei è partita immediatamente, sicuramente è già a destinazione e ti attende. Adesso, a te non resta che raggiungerla per ricongiungervi e partire alla ricerca.

Socotra, come puoi constatare, è un luogo esotico e affascinante nella stessa misura. A differenza del grigio e piovoso Regno Unito, il sole brilla alto nel cielo, bruciando corpo e anima. Sono solo le nove del mattino e i raggi dell’astro carezzano cose e persone come fosse mezzogiorno, le pareti giallastre in grezza pietra delle case – e delle viarie attività commerciali – vengono messe così in risalto. In giro c’è già vita, mentre cammini tra i vicoli della sua pittoresca Capitale, Hadibu, noti i piccoli negozi già in fermento. Un’anziana donna, il volto scurito coperto da un reticolato di rughe, sta mettendo in bella mostra pregiate e variopinte stoffe. Ti sorride con gentilezza, forse nella speranza di conquistare un nuovo cliente. L’insegna lignea che campeggia sulla porta dalla quale si sporge è corrosa dalla salsedine, il nome della proprietà è ormai sbiadito e illeggibile. Ma non ti è concesso distrarti, alle tue spalle un uomo insiste per ottenere spazio per far passare il suo carretto – trainato da un cavallo color cioccolato – carico dei rigogliosi frutti della terra. Comprendi presto che la sua meta è la stessa tua: il mercato centrale. Devi, infatti, attraversarlo da cima a fondo per recarti all’appuntamento con Kàlha.
Seguilo, seguilo finché il silenzio delle vie secondarie non si trasforma in caos appena raggiungi la piazza principale. È lì che esplodono i colori, gli odori e i suoni, ogni senso si accentua e si crogiola in una cultura tutta nuova e da scoprire. È lì che assapori la vera essenza di chi popola quella piccola e meravigliosa città.

Ti trovi circondato da una miriade di bancarelle, sormontate da ogni ben di Dio. I mercanti, appostati dietro di esse, gridano in una lingua che forse ti sarà sconosciuta: è arabo, o un suo dialetto. Le madri sono impegnate a fare compere, mentre i bambini giocano e corrono qui e là senza sosta, le risate cristalline che rallegrano ancor di più l’atmosfera. Uno di loro ti passa di fianco, inseguito da una ragazzina dai capelli neri come la pece. Ci sono persino gli animali, alcuni vanto degli allevatori locali – ne senti decantare le lodi, mentre tentano di venderli al miglior offerente –, altri possiamo definirli semplicemente da soma. Una capretta bela con insistenza, reclamando una mela rossa e matura dalle mani del suo padrone. Il forte aroma di spezie, pesce e sfrutta si mischia a quello dolciastro del mare, la piazza infatti affaccia direttamente su un minuscolo porticciolo. Diversi pescherecci sono attraccati a dei moli traballanti, i proprietari delle imbarcazioni stanno scaricando il lauto bottino raccolto nella nottata precedente. Dirigiti verso di loro, verso la distesa salmastra. Ma non farti catturare da cotanto fascino, rimani concentrato sull’obiettivo, sul motivo per cui ti trovi lì. L’incontro è previsto lungo la costa sabbiosa, appena poco fuori dal centro abitato, in modo da evitare occhi e orecchie indiscreti – che appartengano a babbani o meno. Non avete prefissato un orario preciso, ma non conviene attardarsi oltre. Andando verso est, dopo circa un chilometro, t’imbatti in una spiaggetta completamente isolata. L’unica compagnia è quella degli storni che danzano sopra la tua testa, migrati lì in cerca di un clima più caldo e piacevole. A circa quattro metri dalla riva, dove il mare si fa scuro e profondo, alcune bolle si palesano in superficie. Lo strano ribollire aumenta, aumenta finché non vedi spuntare qualcosa. Ancora non è dato sapere di cosa si tratta però, ma tanto basta ad attirare la tua attenzione.
E lei?
È la Sirena che ti sta chiamando con il suo canto?
Ti sta dicendo: sono qui, vieni da me?

Eccoci arrivati alla seconda parte di quest’avventura!
Come evincerai dal testo, è passato diverso tempo dall'incontro al Lago Nero, in modo da dare ad Oliver la possibilità di studiare la tavola ed organizzarsi. Siamo ai primi di Aprile, durante le vacanze pasquali per la precisione. Ci sono stati inoltre altri incontri con la Sirena, durante i quali avete discusso il da farsi e concordato il luogo di ritrovo una volta studiate le coordinate. Il luogo in questione è l’isola di Socotra – Oceano Indiano –, molto vicina a dove le coordinate vogliono condurvi. Adesso Oliver si trova lì, lungo la costa poco fuori dalla Capitale, Hadibu.
Per qualsiasi dubbio sai dove trovarmi, per adesso non mi resta che augurarti buon gioco e buon divertimento!
 
Web  Top
view post Posted on 28/11/2023, 19:19
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:



BtYOEzl
Sembra ascoltarti la Sirena, a sua volta scandisce il tuo nome nei fumi della sfera di cristallo. E tu, moderno Ulisse, non avere timore e segui la sua voce senza indugiare. Cercala. Trovala.
Trovarla ti suona come un'urgenza, ti toglie il respiro ed il sonno stanotte. [...] ci troverai là dove sfocia il Rosso e le porte d’Oriente si spalancano.
«Il Canto del Mare»
d1x1AkU
LD6lwXY
Ti attende un lungo viaggio.
A distanza di tempo, le parole della Chiromante Morwenna si rendono veritiere. Ho come l'impressione di tornare indietro, di ritrovarmi al banchetto dai ricami arcobaleno — i Tarocchi si svelano ancora una volta. La voce di Morwenna culla le mie notti per lungo andare. Mi si imprime in memoria, talvolta tangibile al punto da insinuarsi al velo del risveglio. Lei è una costante, in questi mesi. Diventa un punto di riferimento, una certezza. Morwenna, d'altronde, è come me.
Il mondo è una giostra spenta, lo è stato per tante settimane. Si consuma in una routine che ora, più che mai, non riesco a ricordare nitidamente. Ne traccio un reticolo piuttosto scarno, di visioni, figure ed impegni di seguito: biblioteca, rive del Lago Nero, Sala Comune. Ho saltato tanti, forse troppi pasti, e i segni si ripercuotono terribilmente sul corpo. Ho perduto peso, più del solito. Gli occhi si sono assottigliati, permeati da una perenne, malinconica tristezza. Perfino l'insonnia si è rafforzata, spingendomi alle più disparate soluzioni. Sei tu, Sirena. Tu sei l'origine di ogni tensione. Ho creduto che il distacco fosse finalmente esauritosi, dopo il nostro ultimo incontro. Se chiudo gli occhi, posso rivivere ogni singolo dettaglio passato: il sospiro del vento d'inverno, l'increspatura del ghiaccio, il tuffo nel cuore degli abissi, e tanto, tanto altro. Posso ritrovare te, in presente. Con Kherné, l'Avvincino, hai rappresentato un'autentica speranza. La stele, il viaggio, la promessa di partire e ritrovarci, tutto è parte di un firmamento che spesso, ahimè, ho ritenuto miraggio. Nei giorni peggiori — appena l'abbandono tornava — ho ritenuto di aver soltanto sognato; eppure, il cappotto che ho lasciato dietro la quercia custodisce un ciottolo del lago, e io ho la Pietra oramai tradotta tra le mani. C'è un sentiero, ora. Il Mar Rosso, l'Oltreoceano. Ho comandato al tempo di seguirti, in eterno. Di vederti, e ritrovarti, e sentirti.
Voce, la tua, che è già più familiare per me. Lingua, la tua, che comincio finalmente a parlare e comprendere meglio. Non basta, Sirena. Voglio di più, voglio che tu diventi presenza. Mi hai chiesto di aiutarti. Tu, che vivi un mondo che mi è lontano, mi chiedi di interrompere la mia vita, di porre un freno e partire all'avventura. Io, che sono... umano, soltanto umano. E tu, Sirena, che hai riposto in me il tuo futuro. Come avrei potuto tirarmi indietro?
Shà, Kàhla. Sempre. Mai avrei potuto rinnegarti, mai. La verità è che questo viaggio sia forse pure per me. Io ho bisogno di fare i bagagli, di gettarmi a capofitto in luoghi misteriosi; ho bisogno di gridare, e perdermi, e allontanarmi. Se fosse dipeso soltanto da me, sarei partito l'indomani stesso: ci sei tu, Sirena, che mi indichi la via. Non potrei metterti in pericolo, pur detenendo — tu, Guardiana — ogni potere maggiore. Accuratamente, allora, ho pedinato stelle, costellazioni e mappe di navigazione; ho circondato il mio mondo di bussole, calendari, carte geografiche. Ho perduto tanto, fino ad oggi. Ho perduto perfino me stesso. Tu, Sirena, sei l'identità che mi resta.

Ho le tasche piene di conchiglie, una più colorata dell'altra. Si uniscono a frammenti di vetro iridescente, a granelli di sabbia e steli d'alghe marine. La giacca a vento che porto con me è più pesante del previsto e sarà la prima cosa, in effetti, di cui presto saprò liberarmi. Il mio viaggio è stato lungo, benché la magia avrebbe potuto favorirmi in più circostanze. Nessuna Passaporta, nessuna Materializzazione, il mio è un viaggio via mare. Ho racimolato l'essenziale, uno zaino oltremarino alle spalle, una schiera di manufatti stregati portati al collo e alle mani, i più invisibili. Tutto, in me, acquisisce infine l'impronta leggera che mi è stata tirata via. Mi è bastato il saluto del mare per ritrovare lucidità, sento difatti d'essere sulla giusta strada e di farcela.
Devo farcela. Ho indagato le acque tormentate, ho trascorso lunghe notti al ponte delle navi. Oltre il volo di rondini in alto, non c'è stato tanto altro. Eppure, è l'inizio: il tempo è in visibilio, lo sento sottopelle. Le rune, tra le conchiglie delle tasche, mi invitano a credervi profondamente. C'è un senso di cambiamento, nell'aria. Di certo è molto intimo, così viscerale da togliermi il fiato. Ma va bene, anzi. La vita si svela in modo nitido, al di là dei banchi di nubi temporalesche. Lasciare le coste britanniche è l'esordio, il primo nodo. Il buio s'offusca come cenere brillante, le stelle impreziosiscono la volta celeste e tutto, ora, mi si porge in benvenuto. Questo è il percorso che ho intrapreso, non desidero più essere altrove.
Così, l'Oriente accoglie anche me — il figlio viandante.
Al porto d'approdo, l'Isola di Socotra è un caleidoscopio. Nulla, ad oggi, mi è mai apparso così bello. Tra la folla scivola un labirinto di colori, di musiche e voci; difficilmente colgo il senso delle loro parole, eppure non importa. Il profilo delle scogliere, della battigia e del mare, tutto è incantesimo. Il mercato centrale, poi, è un idillio a pieno titolo. Vorrei fermare il tempo per davvero, girovagare — come turista, uno tra tanti — via da una bottega all'altra. Vorrei tentare di mescolarmi alla cornice pittoresca, trattare il prezzo di un tappeto orientale, sfiorare con le dita i cumuli di spezie scintillanti; vorrei passeggiare, come mai prima di oggi. Vorrei, vorrei, vorrei. Il Canto del Mare è il richiamo, per me. Mi porto avanti, sguscio in silenzio; divento un'ombra, una stoffa azzurra lungo la fronte: un pirata, un tesoriere, forse un sognatore, nulla di più. Sono tutto, oggi. Guadagno lo spazio più libero, mi isolo così dal resto. Alle mie spalle, è un'oasi d'altri mondi. Infilo le mani in tasca, solletico le conchiglie.
Shà, Kahla. Sono arrivato. Ovunque, ci sono. C'è un ché di differente, lungo il pontile. Scorgo l'orizzonte, lascio che lo sguardo si disperda come in magia; e inspiro l'aria salmastra come un navigante in fervida attesa. Poi, l'acqua mi attira rapidamente. Non dico nulla.
Il Canto del Mare mi chiama.

salute 396/396 • corpo 330/330 • mana 411/411 • exp 79
Inventario
Bacchetta magica
Stele del Lago Nero, Mappa Oriente
Algabranchia – in ampolla, al collo
Ciondolo Pinna di Sirena – per respirare sott'acqua per un'ora, unico
Gigantisticca, Nanosticca – in mokessino impermeabile, ingrandisce e rimpicciolisce per un turno
Porta-Pozione – in vetro infrangibile, al collo: contiene la Pozione dell'Annullamento
Rune consacrate – in mokessino, soltanto: Ingwaz (Terra), Kenaz (Fuoco), Ansuz (Comunicazione)
Anelli – tutti alla mano sinistra: Anello del Potere (blocca due turni); Anello con Acquamarina; Anello delle Sirene (dal Lago Nero, rende resistenti alle fatture)
Bracciale di Damocle – permette di lanciare un doppio incanto in un solo post, ogni sei post
Medaglione Pirata – al collo; ritrovato in una grotta marina, brucia sulla pelle per avvertire di immediato pericolo

oJR5TMk
Qpz0Zvy
Incantesimi
I, II, III, IV Classe completa
V Classe • Claudo, Nebula Demitto, Plutonis, Incanto Patronus
VI Classe • Perstringo
Chiari • Stupeficium, Rituale Perfetto

Abilità & Vocazioni
Divinatore Esperto, Maridese
Materializzazione
Code • Oliver
 
Top
view post Posted on 14/12/2023, 18:28
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,915

Status:


Canta.
Canta il mare, con i suoi moti sinuosi.
Canta la Sirena.
Cantano esclusivamente per te, fedele e appassionato ascoltatore.
Tutto muta in musica in quella spiaggetta isolata, una sinfonia che irretisce i tuoi sensi. Senza che tu te ne accorga ti cattura, guidandoti come un sonnambulo verso l’universo che le acque cristalline celano con cura. È un richiamo ipnotico, ben definito, quello della distesa salata di fronte a te, che si mescola a perdita d’occhio con il cielo terso verso l’infinito dell’orizzonte.

Per poco, solamente un minuto, le bolle tumultuose a largo si placano. Al posto di quel suono caotico, gorgogliante, ora alle tue orecchie giunge di nuovo il dolce fruscio delle onde. Un carezzevole avanti e indietro, uno due. Ti culla con il suo ritmo, cadenzato come quello di un metronomo, che pian piano si armonizza al tuo respiro. Urtano e si spandono sulla battigia, se ti avvicinerai troppo oseranno persino abbracciare le tue caviglie per invogliarti a seguire la risacca. L’acqua è piacevolmente tiepida, non gelida e inospitale come quella del Lago Nero. Tutto ciò può sembrare il paradiso in Terra, letteralmente. La pace invade ogni angolo di quel luogo dimenticato da Dio, una brezza calda e leggera si alza e trascina i pensieri via con sé, lontano chissà dove, oltre i confini che la tua vista si autoimpone. È tutto perfetto, una tranquillità di cui potresti bearti se non fosse il preludio di una tempesta. O almeno, questo percepiscono i volatili che sguazzano nell’azzurro sopra la tua testa. Come tutte le creature, infatti, sono sensibili ai minimi cambiamenti che avvengono attorno a loro.
Gli storni cominciano a volare in circolo, come se avessero individuato un potenziale pericolo. Uno di loro, il più coraggioso – o forse, semplicemente, il più ingenuo in assoluto – si stacca dal gruppo, vola a posarsi sulla superficie umida. Purtroppo, non sa cosa si trova sotto di essa.

Uno dei compagni si preoccupa e prova a raggiungerlo, ad avvertirlo, ma fallisce miseramente. Al contrario di quanto tu possa credere, però, niente tenterà di nuocere alla sua vita. Ma deve prestare attenzione, o rischia di essere accidentalmente colpito da qualunque cosa stia nuovamente alimentando le bolle. Vedi chiaramente, adesso, comparire una coda – o così sembra, considerando il breve frammento di tempo in cui abbandona il nascondiglio sicuro. Non può appartenere alla Sirena, è intuibile dalla dimensione e dalle sue sfumature iridescenti – quella di Lei l’hai ben impressa nella memoria, non è la sua. Le due punte che compongono la cima sono candide e leggermente frastagliate, come la fine trina sull’orlo di un abito da sposa. Oscilla morbidamente, mimetizzandosi con la sottile patina di schiuma. Lo storno schizza via impaurito, lasciando dietro di sé una scia di piume grigiastre. L’altro viene solamente raggiunto da qualche spruzzo e, stizzito, segue il ribelle tornando alla formazione iniziale.
Chi o cosa è, dunque?
Appare una seconda volta, stavolta è un metro più vicina. Le squame che l’adornano brillano, si perdono in uno strano gioco di luci con l’arcobaleno creato dalle gocce a mezz’aria.
È uno spettacolo curioso, troppo bello per essere fonte di pericolo.
È un amico infatti, non temere.
Se tu potessi sbirciare con chiarezza attraverso lo specchio, scopriresti infatti che la creatura misteriosa è lì per te. Sarà la tua guida, ti condurrà dritto da Kàlha. Lei attende paziente in profondità, dove il sole cocente non può ferire la sua pelle diafana e delicata. Ma la sua voce è lì al tuo fianco, puoi sentirla mentre tesse una melodia che tu conosci a menadito. È soave, angelica quasi, sa di casa tanto ti è familiare.
Canta con lei, Oliver.
Spezza il velo che vi separa e canta con Lei.



 
Web  Top
view post Posted on 11/1/2024, 12:47
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:



BtYOEzl
Sembra ascoltarti la Sirena, a sua volta scandisce il tuo nome nei fumi della sfera di cristallo. E tu, moderno Ulisse, non avere timore e segui la sua voce senza indugiare. Cercala. Trovala.
Trovarla ti suona come un'urgenza, ti toglie il respiro ed il sonno stanotte. [...] ci troverai là dove sfocia il Rosso e le porte d’Oriente si spalancano.
«Il Canto del Mare»
d1x1AkU
LD6lwXY
Con anelli, gemme, collane preziose e vestigia di colore, rievoco l'orma dei Viandanti. O forse, mi dico, ricordo più uno dei tanti Cercatori dei Mari. Sono un tesoriere, un pirata, un navigante. Dietro di me, in illusione, il mercato dell'Isola di Socotra — una culla di luce e d'arcobaleno, un porto d'approdo che mi attira come poche altre volte in vita. Potrei essere comparso da un racconto d'Oriente, un principe, un ladruncolo da quattro falci, un contrabbandiere; c'è in me, oggi, una regalità che sospira d'armonia e di pace, è un vincolo d'emozioni cui volgo con tutto me stesso. Mi adagio al momento, alla sensazione d'essere ad un passo dall'avventura. Il cambiamento riverbera lungo le onde del mare, il respiro dell'acqua e la carezza della salsedine sulla pelle; è diverso, chiaramente, dal Lago Nero. Eppure, è più vivido, è nitido. Il tempo è in crescendo, è in evoluzione. Quasi vuole suggerirmi segreti più grandi — del mondo, del confine, della vita stessa. Tutto, in Oriente, è più lucente. Ancora non m'appare veritiero, stento a credere d'essere riuscito in tale viaggio. La terra promessa, in voce di Chiromante, si distende infine a vista d'occhio, in orizzonte. Catturo, di sfuggita, il volo degli uccelli — è come se parlassero a loro volta. Mi rimandano immagini, percezioni e visioni, e mi pizzicano la pelle di un'aspettativa straordinaria. Potrei sbagliarmi, un tuffo alle onde e via verso la fine dei miei giorni. Non sottovaluto il pericolo, non più. Eppure... ho l'impressione di ritrovare me stesso, l'identità perduta del ragazzino alle esperienze d'esordio. Oliver, che corre verso l'ignoto. Oliver, che s'imbatte in armature stregate, in dipinti celanti passaggi, tanto altro ancora.
Tutto, in me, è velocemente felino. Scatto come una creatura d'ombra, mi libero della giacca e dello zaino oltremarino che porto alle spalle; ho tutto l'essenziale con me — anelli, stregamenti, boccette di pietre e di alghe infinitamente preziose. Via le scarpe, via i calzini; il contatto sulla sabbia è una promessa, vi affondo i piedi come a diventarne tutt'uno. Voglio essere parte del mare, parte del mondo che mi chiama a sé. Allora nascondo i pochi oggetti che ho con me dietro il primo scoglio, tronco o punto migliore, e più vicino; non m'importa se dovessero prendere tutto, non è nulla di importante. Vesto, ora, soltanto un paio di pantaloni sottili, scivolano sotto il torace nudo, coperto appena dalla schiera brillante di ampolle e anelli; non mi pesa, affatto. Ho valutato anche questo prima di partire. Ho la bacchetta in una mano, la pietra in un'altra.
Mi rivolgo al Mare ancora una volta, avanzo con il cuore che trabocca d'aspettativa vera e propria. Inspiro, catturo il sale, il vento, il mondo che mi aspetta. Procedo, procedo allora, senza fermarmi. Ben presto l'acqua risale, mi cinge delicatamente, è un ritrovo. Non ho idea di cosa possa nascondersi sotto la superficie, oltre il bagliore di bolle e di raggi poco più oltre. Eppure, non ho più paura.
«*Shà, nemé Oriveh*» La mia voce stride alla lingua d'Abissi. Alzo il tono, richiamo, richiamo di nuovo. Parlo con te, Segreto dei Mari. Entro in Mare, la boccetta d'Algabranchia stretta al collo. Sono pronto, ho voglia di gridare d'essere arrivato.
salute 396/396 • corpo 330/330 • mana 411/411 • exp 79
Inventario
Bacchetta magica
Stele del Lago Nero, Mappa Oriente
Algabranchia – in ampolla, al collo
Ciondolo Pinna di Sirena – per respirare sott'acqua per un'ora, unico
Gigantisticca, Nanosticca – in mokessino impermeabile, ingrandisce e rimpicciolisce per un turno
Porta-Pozione – in vetro infrangibile, al collo: contiene la Pozione dell'Annullamento
Rune consacrate – in mokessino, soltanto: Ingwaz (Terra), Kenaz (Fuoco), Ansuz (Comunicazione)
Anelli – tutti alla mano sinistra: Anello del Potere (blocca due turni); Anello con Acquamarina; Anello delle Sirene (dal Lago Nero, rende resistenti alle fatture)
Bracciale di Damocle – permette di lanciare un doppio incanto in un solo post, ogni sei post
Medaglione Pirata – al collo; ritrovato in una grotta marina, brucia sulla pelle per avvertire di immediato pericolo

oJR5TMk
Qpz0Zvy
Incantesimi
I, II, III, IV Classe completa
V Classe • Claudo, Nebula Demitto, Plutonis, Incanto Patronus
VI Classe • Perstringo
Chiari • Stupeficium, Rituale Perfetto

Abilità & Vocazioni
Divinatore Esperto, Maridese
Materializzazione
Code • Oliver
 
Top
view post Posted on 26/1/2024, 23:02
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,915

Status:


Non c’è cera a proteggere le tue orecchie dalle tentazioni, la melodia zuccherina le solletica.
Il Canto ti attira, così come attirò Odisseo.
Lo segui, tu a differenza sua non hai corde a trattenerti.
Lei ti chiama, tu le rispondi in quel linguaggio antico quanto il Mondo.
Il mare stesso ti reclama e tu, tu ormai diventi definitivamente preda della distesa che ti fronteggia.

L’acqua salata ti lambisce avida, scivola sulla pelle nuda mentre t’immergi completamente. Poco distante, appena sotto la superficie, una figura ti viene incontro con andamento piuttosto celere. È inizialmente abbracciata dalla penombra, ma a mano a mano che si avvicina si fa sempre più nitida: un Ippocampo.
Si mostra subito amico, non ti dà tempo di far nascere timori nei suoi confronti. Si ferma a pochi centimetri da te, reclina curioso la testa – i crini argentati e morbidi fluttuano, leggiadri obbediscono alle correnti – e ti osserva. È meraviglioso, non è vero? Ha la pelle iridescente come il cristallo più puro, di un intenso color petrolio. Gli occhi invece sono due perfette sfere di ghiaccio, ti penetrano con intensità. Un ghiaccio che si scioglie e cola giù, strie lungo la coda che poi mutano in candida neve posata morbida sulle sue punte. È un esemplare piuttosto giovane, pieno di energia di primo acchito. Un treno di bollicine esce dalle narici, il muso che si muove e corre a toccare con gentilezza la tua mano; un silenzioso “seguimi, fidati di me”.
Un delicato invito il suo, come promesso la tua guida è qui e ti condurrà dal suo emissario. Un ultimo sguardo, brillante e vivace, per assicurarsi che tu sia al suo fianco e poi via. S’impenna con audacia sulle zampe anteriori, dandosi così la carica per nuotare rapido verso gli abissi ancora da scoprire.

Si dirige a destra, la profondità cambia di poco, solo un paio di metri di dislivello rispetto al punto di partenza. Ed ecco che la destinazione si staglia davanti a te in breve, diventa chiara in meno di un minuto: è una grotta subacquea. È alle pendici di una scogliera, che all’esterno delimita la zona est della spiaggia. È un antro scuro e tetro, l’ingresso è un arco frastagliato colmo di asperità e circondato da alghe incolte. Ma tranquillo, non dovrai affrontare ciò che si nasconde dietro il velo di tenebre. Lei, infatti, ti attende impaziente al suo esterno.
«Oriveh!» ti chiama, lascia che il liquido trasporti il tuo nome per attirare l’attenzione. C’è entusiasmo nella sua voce, è felice di vederti e la sua espressione te ne dà conferma. Il suo volto diafano s’illumina, come l’avesse colpita uno dei caldi raggi solari provenienti dall’esterno «Tu, venu-» Kherné la interrompe bruscamente, voglioso di darti il suo personale benvenuto. Forse è un po’ irruento mentre guizza qui e là, l’occhiataccia del tuo accompagnatore, o meglio accompagnatrice, glielo fa notare. Kàlha si assicura di mettere pace tra i due, non c’è tempo per le scaramucce «Haérà, Naida.» le dita carezzano amorevolmente la creatura, sorride mentre le parla teneramente e ti lascia intendere la sua identità: Naida, come la più splendida tra le ninfe. Quasi immediatamente, però, torna a te. Prima di agire, di ragionare sulle mosse successive, resta una cosa importante da fare. Con un dito batte delicatamente su un lato del collo, indicando le branchie. Si toglie un bracciale dal polso, è un intreccio di alghe con al centro una perla. Ti accorgerai che l’effetto è lo stesso dell’algabranchia, ti aiuterà a respirare in quell’ambiente ostile per un essere umano per tutto il tempo che ti occorrerà – che tu abbia già assunto la pianta magica che porti come ciondolo, o meno.
È solo il primo passo, l’avventura è appena all’esordio.



 
Web  Top
view post Posted on 31/1/2024, 15:41
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:



BtYOEzl
Sembra ascoltarti la Sirena, a sua volta scandisce il tuo nome nei fumi della sfera di cristallo. E tu, moderno Ulisse, non avere timore e segui la sua voce senza indugiare. Cercala. Trovala.
Trovarla ti suona come un'urgenza, ti toglie il respiro ed il sonno stanotte. [...] ci troverai là dove sfocia il Rosso e le porte d’Oriente si spalancano.
«Il Canto del Mare»
d1x1AkU
LD6lwXY
Il Mare, in respiro, mescola i colori dell'arcobaleno. Le onde carezzano la battigia, si ritirano in granelli di sabbia, conchiglie e memorie. Mi rimanda l'idea di un abbraccio d'eterna bellezza, un'accoglienza che nessun altro luogo — almeno ad oggi — ha mai saputo donarmi per davvero.
Mi invita ad avere coraggio, mi tesse intorno una tela dinamica; è un mondo che contiene in sé altri mondi, è un tempo che si dipana a dismisura, oltreconfine. Ho l'impressione di essere al punto esatto del cambiamento, in ogni modo e in ogni esito. Inspiro l'aria salmastra, accolgo il sale sulla pelle e sulla bocca ridente. Non credo d'aver mai sentito la vita così presente come oggi, e ne sono infinitamente grato. Mi basta un passo in avanti affinché l'oceano porti via ogni sciagura. Mi benedice, mi assolve interamente. Catturo il prezzo della rinascita, il senso delle cose che si ripercuote e che investe il mio orizzonte. Potrei essere chiunque, oggi. Potrei essere il bambino che ha perduto il migliore amico in un pozzo, il ragazzo che ha maledetto il compagno di dormitorio, l'adulto già maturo — in anticipo sui giorni d'arrivo. Potrei essere chiunque, oggi. Allora è facile, mi dico. Facile come un tuffo a ciel sereno, come il tramonto che solletica la nostalgia. Desidero essere tutto.
Ogni identità, ogni volto. Il mio è un disegno più grande, è un viaggio che mi attende da tutta la vita. Oltre le bolle in crescendo, il Mare mi manda un messaggero. Ha in sé l'armonia d'abisso e di cielo, il trionfo di un sortilegio che si rende spirito, carne e infinito. Ho il cuore che si spezza, in una morsa che trattiene l'emozione più a lungo del previsto; mi porta lontano, in estasi vera e propria. Ho paura di poter crollare, di credere di essere parte di un'illusione d'impatto.
Il Mare è custode dei miei sogni: più del lago, più della terra, più di tutto. Occhi d'avorio, d'azzurro, di madreperla — è uno spettacolo, in vita e in movimento. Mi sembra d'essere a mille e più miglia, d'aver percorso una distanza che non potrò più macinare; mi sembra d'essere altrove, e di ritrovare una memoria che è soltanto stata ricamata da pensieri e sogni. Tutto quello che ho sempre voluto, ora, è in arrivo. Di fronte a me, l'Ippocampo è un'entità divina. Ho l'istinto di fermarmi, di volgere il capo in omaggio; in me si racchiude l'immane concordia di qualcosa che mi lascia con il fiato sospeso. Allora... sorrido, timidamente. Come chi s'accinge alla pace, alla consapevolezza d'aver raggiunto un traguardo fino ad ora soltanto in speranza. Abbasso gli occhi in rispetto, e poi torno alla Creatura.
«Grazie per essere qui.» Grazie. Grazie per aver accolto anche me. Suona strano, forse bizzarro: la mia voce è un tripudio di sillabe antiche, di lingua marina. Eppure, è il mio volto che svela la cortese riconoscenza che un animo come il mio non ha mai perduto in definitiva. Cerco di carezzare il musetto dell'Ippocampo, un'onda che bagna la pelle come un soffio di ninfea. Vorrei immortalare il dipinto per sempre, scattare una fotografia vera e propria. Non c'è tempo, però. Sento di essere destinato ad altro, è una vertigine che consuma perfino il momento. Così, pronto, seguo l'Ippocampo ovunque voglia portarmi. C'è così tanta bellezza, in tale creatura. Non una singola volta ho temuto per me. Attivo il potere del Ciondolo della Pinna di Sirena — il profilo d'argento del Maride è come un promemoria piacevole, per me. Mi ricorda Kàhla, e tutto il sentiero che ho inseguito per lei, per me, e per noi.
Appena ho certezza di poter respirare, costringo il mio corpo alla velocità. Non m'importa di tremare, di sentire i muscoli in protesta. La differenza, lo so bene, è nei movimenti: l'Algabranchia mi avrebbe permesso di mutare parte di me in creatura marina, e viverne i vantaggi migliori. Invero, non ho idea di dove sia diretto: e voglio giocare bene i miei assi nella manica. Quanto mi preme, naturalmente, è respirare. Con bracciate ampie, tensione alle gambe e resistenza coltivata nei mesi, seguirò l'Ippocampo verso i fondali. Il mio corpo è un fascio di nervi, ma io... io sono preparato da moltissimo, e non mi fermo, neanche una volta. La grotta subacquea, il riverbero di rocce e di pesci d'intorno, tutto è un appello al senso dei miei giorni. Mi basta poi sentire la tua voce, Kàhla.
La tua voce, la tua presenza. Ogni sforzo si consuma al tuo ritrovo. Vorrei... vorrei dirti tanto. Vorrei raccontarti del viaggio, assicurarti ancora e ancora una volta di seguirti fino in capo al mondo. Vorrei stringerti a me, sfiorarti le spalle, i capelli in danza d'acqua. Vorrei che tu comprendessi l'importanza che hai tracciato in me, fin nel profondo. I miei occhi brillano come in mutamento.
«*Shà, Kàhla*» Kherné. Naida. Ripeto i vostri nomi, l'accento forte della mia voce umana a svelare l'arcano dei vostri confini. Il mio è un omaggio: di parola, di cuore, di spirito.
«*Io mai abbandonare te*» Mano sul petto, mano verso di te. Ti sorrido, accettando il tuo dono: mi auguro non siano uova di pesce, ricordo il nostro primo incontro quando hai sventrato una creatura marina per offrirmi il modo di respirare meglio. Mi fido di te completamente, lascio così che il bracciale scivoli al polso e mi assicuro che sia ben saldo, senza fare pressione.
«*Io felice di trovare tutti. Viaggio...*» Il mio vocabolario è lacunoso, cerco così di mimare tutto quello che vorrei chiederti. Alla fine, però, mi limito ad un cenno del capo. Sono pronto, ovunque siamo diretti.
salute 396/396 • corpo 330/330 • mana 411/411 • exp 79
Inventario
Bacchetta magica
Stele del Lago Nero, Mappa Oriente
Algabranchia – in ampolla, al collo
Ciondolo Pinna di Sirena – per respirare sott'acqua per un'ora, usato
Gigantisticca, Nanosticca – in mokessino impermeabile, ingrandisce e rimpicciolisce per un turno
Porta-Pozione – in vetro infrangibile, al collo: contiene la Pozione dell'Annullamento
Rune consacrate – in mokessino, soltanto: Ingwaz (Terra), Kenaz (Fuoco), Ansuz (Comunicazione)
Anelli – tutti alla mano sinistra: Anello del Potere (blocca due turni); Anello con Acquamarina; Anello delle Sirene (dal Lago Nero, rende resistenti alle fatture)
Bracciale di Damocle – permette di lanciare un doppio incanto in un solo post, ogni sei post
Medaglione Pirata – al collo; ritrovato in una grotta marina, brucia sulla pelle per avvertire di immediato pericolo

oJR5TMk
Qpz0Zvy
Incantesimi
I, II, III, IV Classe completa
V Classe • Claudo, Nebula Demitto, Plutonis, Incanto Patronus
VI Classe • Perstringo
Chiari • Stupeficium, Rituale Perfetto

Abilità & Vocazioni
Divinatore Esperto, Maridese
Materializzazione
Code • Oliver
 
Top
view post Posted on 5/3/2024, 18:31
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,915

Status:


Il tuo corpo si è perfettamente adattato all’ambiente subacqueo, i polmoni attingono con naturalezza dalla fonte d’aria. Segui la tua guida, ti conduce tra braccia amiche. Uno spazio sicuro, dove vieni accolto con estrema gioia. Dall’esterno formate un quadro meraviglioso, tanto da scaldare persino il cuore più duro e scorbutico. Vi siete ritrovati dopo tanto – troppo – tempo, l’affetto trabocca e vi circonda come una soffice nuvola. Chi mai direbbe che siete qui per una missione più grande di voi, anziché per diletto?

Accetti il monile finemente intrecciato, ora ti avvolge delicatamente il polso destro. Così facendo ne trai beneficio, percepisci già i suoi effetti che si palesano sulla tua figura. Non compromette quello del ciondolo – già attivato – che oscilla lento e ti solletica la pelle, ma si andrà ad aggiungere ad esso. Sul collo compaiono delle sottili branchie, rimarranno lì e ti aiuteranno a respirare finché non tornerai definitivamente in superficie «Bothié, fratello mio.» ti rivela così brevemente la storia del bracciale, chi lo ha posseduto in passato «Suo.»
Kherné prende tutto con più leggerezza, è entusiasta, sei di nuovo parte integrante del loro mondo e ciò lo manda al settimo cielo. Naida poi è incuriosita da questa situazione, “buffa” dal suo punto di vista. Si fa avanti senza timidezza, vuole salutarti come si deve, con meno urgenza. Lascia la mano della sua maride e ti viene incontro, reclina la testolina chiedendo una silenziosa carezza anche a te. Kàhla vi osserva intenerita, fa scorrere lo sguardo dalla creatura a te «Noi non dimenticheremo, tu buono.» la gratitudine colma gli occhi della Sirena, i lineamenti morbidamente si modellano in un sorriso gentile. Sarebbe bello restare così a lungo, vero? Facendosi cullare dall’allegria generale e nient’altro. Purtroppo l’atmosfera incantata muta, bastano poche parole per farvi ricadere nella cruda realtà.
Viaggio.
Quello che state per intraprendere non è molto lungo, almeno per adesso «Kàhla kiothià.» e parte subito con qualcosa che la giovane desidera condividere con te, l’unica persona rimasta al suo fianco e che si è messa in gioco per darle il supporto di cui ha bisogno «Novità.» trema di emozione, forse convinta di avere in pugno indizi che potrebbero dare una svolta decisiva ad una ricerca – fino a qualche mese addietro – infruttuosa.

Non attende oltre e ti mostra il profilo sinuoso, allunga il braccio indicando dietro una zona nascosta all’ombra della scogliera sommersa «Là.» l’unica sillaba che accompagna il gesto «Là Kàhla visto…» batte piano il palmo aperto sul petto, come a dirti “i miei simili” «Idé.» solleva la mancina, le dita che lentamente calano finché non ne restano in piedi solo due. Arrivata lì in anticipo, mentre ti aspettava ha fatto un breve giro di ricognizione nelle vicinanze. Poteva essere una ronda tranquilla, invece si è imbattuta in due Tritoni «Armati.» stringevano delle lance affilate, ti spiega. Erano di passaggio e non l’hanno notata, è subito corsa ai ripari confondendosi con le barriere di alghe sul fondale roccioso. Non ha voluto rischiare, non in solitaria e priva di protezioni. Magari possono rivelarsi alleati, o magari possono diventare nemici come quello che vi ha attaccati al Lago Nero. La speranza è che abbiano informazioni utili: vivendo lì è probabile che conoscano la vostra destinazione, quel punto indefinito a largo di mari tutti da esplorare.
«Forse sanno…famiglia preferisce non illudersi però, usa un tono piatto, come se stesse mettendo sul tavolo un’ipotesi come un’altra. È un punto di partenza comunque, tentar non nuoce ti suggerisce con il suo sguardo. Se tu sei d’accordo a partire, a compiere questo primo passo insieme, lei ti condurrà sul luogo dell’incontro. Kherné poi è già in prima linea, non permetterà a nessuno di aggredirvi con facilità. Naida invece vi affianca, pronta ad offrirvi il proprio dorso in caso si renda necessaria una rapida fuga.



 
Web  Top
view post Posted on 18/3/2024, 18:32
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:



BtYOEzl
Sembra ascoltarti la Sirena, a sua volta scandisce il tuo nome nei fumi della sfera di cristallo. E tu, moderno Ulisse, non avere timore e segui la sua voce senza indugiare. Cercala. Trovala.
Trovarla ti suona come un'urgenza, ti toglie il respiro ed il sonno stanotte. [...] ci troverai là dove sfocia il Rosso e le porte d’Oriente si spalancano.
«Il Canto del Mare»
d1x1AkU
LD6lwXY
In passato non avrei mai creduto di vivere un'esperienza del genere, benché io sia stato sognatore per lungo tempo. Il Lago Nero è stato un miraggio — dai giorni da studente fino alle avventure oltre gli abissi. Eppure, è stato un miraggio circoscritto, definito in una versione di per sé stabile, pur atipica per chi umano come me.
Ora che navigo il Mare d'Oriente — in prima linea, verso i fondali — mi scopro quasi un viaggiatore privo di confronto, un viandante che s'accorge già sorprendentemente dell'inaudita mancanza cui era stato abituato. Non c'è metro di paragone, in effetti. Io, che a lungo ho amato e continuerò ad amare le sponde del Lago di Hogwarts, mi rivelo come una conchiglia minuta in un'estensione tanto magnifica quanto questa. Forse, mi dico, è in parte per la cornice d'eccezione in cui sono capitato; il Mare potrebbe apparire come un dipinto iridescente, di certo incantevole ma naturale. Per me, invece, è uno scrigno ricco di segreti: Avvincino, Ippocampo, Sirena, è la triade che accompagna l'orizzonte che fino ad oggi ho soltanto potuto e saputo immaginare. Cos'altro avrei mai da chiedere?
«*Tu — mio cuore*» sussurro, e la mia voce è un arcano liquido; sillabe d'oltremondo si liberano dalla bocca, una bolla d'aria che spezza il confine della mia stessa identità. Ti parlo, Sirena. Ti cerco, in Maridese. Ho il difetto dell'incomprensione, dell'incertezza vocale, ma il mio volto è tuttora limpido. Non credo d'essere mai stato tanto sereno, almeno da molto. A mio rischio, a mio pericolo, ti rispondo in conferma all'affetto — e alla fiducia — di cui mi fai dono prezioso. Non sei tu a ringraziare, vorrei saper comunicarti. Non sei tu. Ma io.
Carezzo l'Ippocampo, appena mi s'avvicina; è un contatto timido, non perché io abbia paura... è più come un'illusione, l'idea che tutto possa sparire intorno e che io resti in dormiveglia. D'altronde, la bellezza fa quest'effetto. Mi piace il modo in cui i colori si riflettano sulla pelle traslucida della creatura; e mi piace che diventi parte del mio percorso, perché — inutile negarlo — è un sogno nel cassetto anche questo, per me. In tale disegno, difatti, c'è parte della mia vita: passato, presente, e soprattutto futuro. Vorrei raccontarlo a te, Kàhla. Vorrei che comprendessi a tua volta quanto tutto questo sia fondamentale, per me. Forse per la lingua disfatta, forse per l'emozione in gola, mi accorgo di non avere parole concrete. Così annuisco, con più energia del solito. Nuoto con leggerezza, mi adeguo alla tensione dei muscoli. Anche il corpo risponde all'elemento, sfuma in movimenti che sulla terraferma non avrebbero esistenza. Quasi divento una creatura d'abisso, un pesce, un delfino, un mistero marino. Ho le branchie che solleticano la pelle, le onde che mi guizzano intorno, tutto è armonia. Non ti perdo d'occhio, Sirena. Né te, né Naida, né Kherné — i vostri nomi risuonano in memoria, è una melodia cui s'aggiunge l'ipotesi di conoscere altri come voi, altri delle vostre specie. Sento il nome che hai pronunciato, Bothié, come un rintocco del tempo: è tuo fratello, mi sembra di aver colto. E mi chiedo se possa essere anche il mio, in un anelito d'egoismo e d'invidia che mi punge sottilmente.
«*Noi andiamo, io proteggo*» Non mi tiro indietro neanche ora che il pericolo si rende più tangibile. Perché tu, Sirena, mi accenni alla presenza d'altri: forse guardie, soldati, pattuglie di controllo. Torno indietro al nostro incontro d'esordio, a come per colpa dei Maridi in armatura io sia stato costretto a scappare via, a tornare in superficie al sicuro. Allora ero inesperto, e non avevo potere con me: né dimestichezza, né stregoneria utile. Eri stata tu, Sirena, a concedermi il modo di trattenere più a lungo il respiro, spingendomi poi a lasciare perfino te pur di salvarmi. Ora non è così, non fuggirò. Non mi nasconderò dietro la disillusione. Voglio tentare la strada della diplomazia, io che sono più vicino a voi di quanto molti altri possano esserlo stato. Parlerò Maridese, è questo il mio vincolo, il mio tassello vincente. E forse è una speranza, lo so bene. Ho la bacchetta stretta nella mano destra, ma quasi la nascondo leggermente indietro, in un movimento della mano; voglio arrivare come un viaggiatore amico, un alleato: io, che ho la pelle bagnata dai colori dei gioielli, anelli e gemme, e tutta la simbologia della vita umana e marina.
«*Andiamo*» ti dico, e non c'è paura. Mi spingo avanti, in prima linea. Certo, con cautela, ma soprattutto con tutto il coraggio che non ho mai avuto prima. Vengo in pace, cerco chiunque possa essere all'orizzonte. Nuoto avanti, pronto all'evenienza. Forse scioccamente, privo di difese: d'altronde, non è questo il senso della vita?
«*Némé Oliver, shà. Noi in pace.*» Questo è il mio vessillo, appena e se riuscirò ad incontrare qualcuno. La mia voce, in Maridese, potrà aprire un varco forse di stupore, ma anche di singolare partecipazione. Non è un umano qualsiasi, un pescatore o un cacciatore di tesori ad essere sceso quaggiù.
salute 396/396 • corpo 330/330 • mana 411/411 • exp 79
Inventario
Bacchetta magica
Stele del Lago Nero, Mappa Oriente
Algabranchia – in ampolla, al collo
Ciondolo Pinna di Sirena – per respirare sott'acqua per un'ora, usato
Gigantisticca, Nanosticca – in mokessino impermeabile, ingrandisce e rimpicciolisce per un turno
Porta-Pozione – in vetro infrangibile, al collo: contiene la Pozione dell'Annullamento
Rune consacrate – in mokessino, soltanto: Ingwaz (Terra), Kenaz (Fuoco), Ansuz (Comunicazione)
Anelli – tutti alla mano sinistra: Anello del Potere (blocca due turni); Anello con Acquamarina; Anello delle Sirene (dal Lago Nero, rende resistenti alle fatture)
Bracciale di Damocle – permette di lanciare un doppio incanto in un solo post, ogni sei post
Medaglione Pirata – al collo; ritrovato in una grotta marina, brucia sulla pelle per avvertire di immediato pericolo

oJR5TMk
Qpz0Zvy
Incantesimi
I, II, III, IV Classe completa
V Classe • Claudo, Nebula Demitto, Plutonis, Incanto Patronus
VI Classe • Perstringo
Chiari • Stupeficium, Rituale Perfetto

Abilità & Vocazioni
Divinatore Esperto, Maridese
Materializzazione
Code • Oliver
 
Top
view post Posted on 21/4/2024, 15:55
Avatar

Il Fato

Group:
Discepolo del Fato
Posts:
10,915

Status:


Il puzzle comincia a comporsi pian piano, avete appena aggiunto un altro pezzettino fondamentale. Intravedi la cornice, un bordo sottile appena accennato. Tassello dopo tassello, con un po’ di fortuna riuscirete a ricostruire il cuore del disegno che il fato ha tracciato per voi. E chissà se i maridi che si aggirano in zona potranno rivelarsi la giusta soluzione.

Accetti l’invito per procedere a rintracciarli, trovare nuove informazioni utili adesso ha la priorità. Lei annuisce e si prepara a fare da guida al gruppetto. Il percorso che traccia non è difficile da seguire, è rettilineo e costeggia l’intera lunghezza della scogliera. Vi muovete nella penombra quasi, i raggi del sole cominciano a filtrare con fatica nelle profondità oceaniche. L’ambiente attorno a voi al contrario si amplia, diventa più brullo e arioso – anche se diminuiscono i ripari da potenziali minacce: la flora verde e rigogliosa – alta e avida di luce – viene sostituita da anemoni basse e urticanti, piccoli pesciolini variopinti si nascondono tra di esse trasformandole nella propria casa.
«Di qua.» ti indica. La mano che con leggerezza ruota a mimare una curva dolce, che prosegue oltre la muraglia sottomarina. Lì dietro c’è una vasta pianura, il terreno è sabbioso e pieno di ciottoli appuntiti, qua e là spuntano colonie di coralli – lucidi, di un colore rosso sangue. Non c’è niente di particolare, non ad un primo sguardo. Sentite però un chiacchiericcio fitto, non vi è chiaro da dove provenga finché i toni non si alzano. La lingua è quella degli abissi, creature impegnate in una discussione piuttosto accesa. Alla vostra destra noterete uno sperone roccioso isolato, da dietro di esso si affaccia una figura. È armata, ma non dovete preoccuparvi. Non presta attenzione alla vostra presenza, è troppo impegnata a fissare il suo compare. Ed eccoli lì i tritoni di cui parlava Kàlha, sono circa ad un paio di metri da voi. Non potete distinguere bene i tratti del viso, ma i loro corpi slanciati e gracili sì. Sono giovani, non sembrano abituati ad usare la forza fisica, non vi causerebbero troppi problemi se tentassero di assalirvi. Entrambi hanno capelli argentati, baciati dalla luna. Uno di loro gli ha corti e scompigliati, l’altro invece più lunghi e legati con un nastro fatto di alghe.

Quando decidete di avvicinarvi non si mostrano per niente pacifici, non reagiscono bene alla vostra intraprendenza. Vi squadrano minacciosi, tu in particolare sei nel loro mirino. Sei umano, a loro non va a genio che uno della tua specie entri a ficcare il naso nel loro territorio. Siete nemici storici dopotutto, no? A lei invece riservano puro biasimo e diffidenza, dai propri simili non si sarebbero mai immaginati un torto del genere. I volti sono contratti, le fronti corrugate. Colui che vi rivolge la parola alla fine è il tritone con i capelli corti, lo stesso che avete udito poco prima. Che sia lui il leader tra i due? «Huàs!» è disprezzo quello che tinge la sua voce, già dura e spigolosa di natura «Yshe jidy?» pretendono delle spiegazioni sincere, vogliono sapere perché avete osato avventurarvi fin lì «kmé’ala.» interviene la Sirena. Il braccio sinistro corre a bloccare i suoi famigli, ormai sul piede di guerra e pronti ad attaccare. Giusto in tempo, non vuole che s’intromettano rischiando di alterare ulteriormente i vostri interlocutori «Kàlha seakà kmé’ala!» prova a giustificarsi, ma non sembra convincerli, non del tutto almeno. Vi concedono il beneficio del dubbio, preferiscono porre la questione davanti a colui che tira le redini della piccola comunità di cui fanno parte «Talay.» pronuncia il nome con solennità «Talay reskha.» Kàlha traduce per te, rapida perché presto la costringono a tacere. Vi puntano i tridenti al petto, con il capo invece vi fanno cenno di andare con loro, senza lasciare a nessuno di voi molta libertà di scelta. In lontananza s’intravedono una serie di colonne e statue, sono particolarmente grandi, veri e propri colossi.



 
Web  Top
view post Posted on 21/4/2024, 16:26
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:



BtYOEzl
Sembra ascoltarti la Sirena, a sua volta scandisce il tuo nome nei fumi della sfera di cristallo. E tu, moderno Ulisse, non avere timore e segui la sua voce senza indugiare. Cercala. Trovala.
Trovarla ti suona come un'urgenza, ti toglie il respiro ed il sonno stanotte. [...] ci troverai là dove sfocia il Rosso e le porte d’Oriente si spalancano.
«Il Canto del Mare»
d1x1AkU
LD6lwXY
Non mi tiro più indietro, è questa la promessa che ho fatto e che rinnovo a me stesso. Non sono più il ragazzino inesperto, immaturo e frenetico di una volta, e benché per alcuni versi ne sia dispiaciuto, d'altro canto ne sono orgoglioso. Non sono il ragazzino che scappa via dagli abissi, pur se costretto. Ho bisogno di riscattare l'identità di un tempo, il prezzo cui ho dovuto sottostare per la mancata possibilità di respirare sott'acqua; ricordo le guardie, il riverbero delle loro armature e delle loro squame, così come il clangore delle armi, delle lance e delle pietre aguzze che hanno rivolto contro di me, contro di noi. Mi hai spinto ad andare via, Sirena.
E lo hai fatto per il mio bene. Per anni, però, mi hai lasciato poi con la convinzione di aver peccato, di aver fatto un errore madornale e di aver, dunque, perduto anche te. Ora che siamo vicini, l'uno così accanto all'altra, vorrei inondarti di domande, di dubbi e di promesse. Vorrei indagare le ragioni della tua lontananza, vorrei chiederti se tu abbia mai udito la mia voce — il mio pianto, il mio grido vero e proprio — fino ad oggi. Ho pedinato il Lago Nero, ho superato ogni barriera umana; ho il gusto dell'Algabranchia, sulla lingua: una memoria che non riguarda il presente, affatto, ma che nel corso della nostra distanza mi è diventata amaramente familiare.
Annuisco, di nuovo. Il mio è un cenno del capo, con decisione. Non mi giro, non mi freno; il corpo è un fascio di nervi in tensione, all'appello di pretesa ed energia. Risponde al comando, scatto in avanti. Mi domando, ingenuamente, se io ti sia d'ostacolo in qualche modo. Certo, hai chiesto il mio aiuto, ma... talvolta, Kàhla, ho come l'impressione di essere stato io a spingerti a farlo. L'idea di voler essere parte di te, della tua vita e del tuo mondo, forse è questo che ti ha posto in circostanze critiche. E se sono stato io, allora, a metterti in pericolo? Se sono stato io a far fuggire la tua famiglia? O a lasciare che potesse essere imprigionata, uccisa perfino? I dubbi sono silenti, per fortuna. Né io né tu abbiamo il dono di leggere la mente, e mai come in questa cornice prego che resti sempre così. Voglio che tu creda di avere una scelta, una possibilità autentica. Voglio credere anch'io che vi sia occasione di festa, di ritrovare chiunque tu abbia perduto per sempre. Non è finita, mi dico. Non lo è neanche per me.
Il Mare è un frammento d'universo, un firmamento che ha in sé colore, estasi e luce. Note di corallo, di pesci e creature marine sfumano intorno. Mi offre il miraggio di un dipinto d'altri tempi, ponendomi ancora una volta di fronte la consapevolezza di vivere un privilegio. Comunque vada, infatti, ho vissuto un'esperienza estremamente rara. Se riuscirò a salvare la pelle — la mia, e la tua — allora ne sarà valsa davvero la pena. Guido lo sguardo da un punto all'altro, tornando sempre a te. Sei il mio unico riferimento, una guida in carne ed ossa. Non ti perdo d'occhio, non una volta. E, difatti, ammiro anche te, Sirena. Il modo in cui i capelli s'adeguino all'acqua, il bagliore delle tue squame lungo la coda... tu sei danza di luce e incanto, e sento il cuore traboccare di meraviglia. Vorrei parlarti, aggiungere voce al canto del mare, ma è una forma di rispetto questa che mi spinge al silenzio. Ovunque, è uno scorcio che deve essere goduto pienamente. Le avvisaglie di pericolo, invero, mi risvegliano, hanno in sé il compito di un allarme. Ho la bacchetta nel palmo della destra, quasi è nascosta nella torsione della mano; mi basterebbe poco, tuttavia, per riportarla ad un obiettivo, e sono pronto ad ogni evenienza. Non agisco d'impulso, non più. Un tempo, forse, avrei seguito una reazione troppo istintiva, ora è diverso. Individuo le Guardie, e... dovrei esserne intimorito, ancora una volta. Curiosamente, ne sono affascinato in modi ineguagliabili: i dettagli — il chiarore argenteo della chioma dell'uno, il canto energico delle loro bocche — mi mandano in visibilio. Sento, di nuovo, di essere inesperto; riesco a cogliere il senso generale, favorito dai movimenti e dalle reazioni dei presenti, così come dal tuo aiuto, Sirena. Ma... vorrei essere capace, oramai, di tessere una conversazione in lingua, e con un moto di coraggio ci provo. Non reagisco male, anzi, cerco soltanto di portarmi leggermente avanti. Voglio essere in prima linea, pormi a protezione tua, dell'Ippocampo e dell'Avvincino. Celo la preoccupazione, sotto il tridente. Non voglio fare del male.
«*Némé Oliver*» ritento, una voce squillante e nitida oltreoceano. Spero che possa valere qualcosa, pur nella semplicità d'insieme: un essere umano che parla la vostra lingua non è d'uso comune, no?
«*Noi cercare famiglia, io amico.*» Frammenti di Maridese, frammenti umani. Il connubio di mondi tra loro in trasformazione.
salute 396/396 • corpo 330/330 • mana 411/411 • exp 79
Inventario
Bacchetta magica
Stele del Lago Nero, Mappa Oriente
Algabranchia – in ampolla, al collo
Ciondolo Pinna di Sirena – per respirare sott'acqua per un'ora, usato
Gigantisticca, Nanosticca – in mokessino impermeabile, ingrandisce e rimpicciolisce per un turno
Porta-Pozione – in vetro infrangibile, al collo: contiene la Pozione dell'Annullamento
Rune consacrate – in mokessino, soltanto: Ingwaz (Terra), Kenaz (Fuoco), Ansuz (Comunicazione)
Anelli – tutti alla mano sinistra: Anello del Potere (blocca due turni); Anello con Acquamarina; Anello delle Sirene (dal Lago Nero, rende resistenti alle fatture)
Bracciale di Damocle – permette di lanciare un doppio incanto in un solo post, ogni sei post
Medaglione Pirata – al collo; ritrovato in una grotta marina, brucia sulla pelle per avvertire di immediato pericolo

oJR5TMk
Qpz0Zvy
Incantesimi
I, II, III, IV Classe completa
V Classe • Claudo, Nebula Demitto, Plutonis, Incanto Patronus
VI Classe • Perstringo
Chiari • Stupeficium, Rituale Perfetto

Abilità & Vocazioni
Divinatore Esperto, Maridese
Materializzazione
Code • Oliver
 
Top
9 replies since 25/11/2023, 19:17   147 views
  Share