Ghirigori, [Concorso a Tema: Novembre '23]

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view post Posted on 29/11/2023, 14:23
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LEGENDA DIALOGHI

\\ comunicato in lingua dei segni - °° comunicato in morse - «» comunicato a voce



Dieci anni fa

Alexander corre.
Corre perché Theodore è un artista.

Non è il fratello di un pazzo, non è il ragazzino strano con la testa tra le nuvole. Corre sotto la pioggia, infangandosi le scarpe per ogni pestata sbagliata sull'asfalto. Alexander corre perché nessuno sa capire Theo, e se non lo fanno gli altri, allora deve farlo lui.
Ha solo sette anni, Theo, ma non è questo il periodo più fertile per soffrire? Forse è solo l'inizio, ma Alexander corre ad occhi chiusi, che l'acquedotto sa bene che giro fa. Corre da minuti, ma nei polmoni sembrano passati giorni.
Corre da quando Hethel gli ha detto che avevano preso di mira suo fratello. E non è mai stato un guerrafondaio, ma Theo è piccolo, e non ha che lui. Non capisce altri che suo fratello, perché è solo timido, e per quanto possa aver fatto, certo non è colpa sua.
Allora Alexander corre, perché piove e non vuole che Theo si prenda un accidente solo perché non ha fatto la strada del ritorno con lui. Corre a piedi, che la bici gliela stanno ancora riparando in casa, ci è caduto qualche giorno prima.
Corre perché Theo era andato a cercarlo, e allora se quei ragazzotti l'hanno preso di mira è colpa sua che non è tornato. Che si è trattenuto a progettare razzi spaziali con i suoi amici.
Ed è arrabbiato con mamma, perché è stata Loreen, ingenua, ha spedire il fratellino a portare un ombrello al più grande, così magari tornando avrebbero preso una ciambella assieme.
Corre con la cadenza di un cuore in tumulto, e quando sente le loro voci aggredisce l'asfalto con rabbia, con la forza di quell'uragano alle porte.
Theo non sa piangere.
Theo non può urlare, non ha voce!
Theo non ha fatto niente di male, ha solo urtato quel ragazzo, e la sua gang. E' che gira con i pennarelli ed ogni tanto per farsi capire disegna su pelle qualche ghirigoro, perché la lingua dei segni non si prende la briga di impararla nessuno per lui. Solo la famiglia.

«EHI! ADESSO BASTA!» Grida Lex, affannato, quando ciò che si vede davanti lo manda ai matti. E Theo ha solo sette anni. E se ne sta lì, le braccia dipinte con l'indelebile. Fermo, in piedi, i riccetti rossi che gli cadono mollicci. Starnutisce, ma non piange mai. Theo è forte.
E adesso eccoli, i due stronzi che se la prendono con un bambino. Alexander ha smesso di correre, ed ora li guarda con una rabbia cieca.
Lui che è sempre buono e sulle nuvole: ma niente può toccare chi ama. Niente e nessuno.
Ha rotto lo steccato della Überin per trascinarsi in strada con un ciocco di legno pericoloso, fingendosi un folle, quanto basta per spaventare i bulletti in un accenno di ringhio. E' forse la tempistica perfetta con il tuono che li zittisce. Se la danno a gambe in bicicletta. Allora Alexander corre di nuovo, ma solo per farsi abbracciare velocissimo da Theodore. Lo solleva lui, non ci pensa due volte ad accarezzargli i capelli. «Scusa, scusa scusa... sono andati via, promesso. Non tornano p-più» sussurra.
Lo fa anche se Theo è sordomuto dalla nascita.
E può sentire come il peso stanco del fratellino si appoggi al suo corpo. Lo porta via così, quasi addormentato in braccio. E non importa che pesi, non fa niente, a costo di muoversi come una lumaca, lo porta sotto il pergolato degli Igordorf. Ché piove troppo per tornare a casa.
Si siede, lo tiene lì accoccolato sulle gambe. A ben guardarlo, gli hanno dipinto anche la faccia. Tra scritte oscene, insulti, e quant'altro, è solo fastidiosamente doloroso.
Allora Alexander prende un pennarello lavabile, e ripassa ogni riga, fa spuntare fiori con la delicatezza di un pittore. Trasforma l'orrore in arte, perché niente trascina più dell'amore. Passano due ore.

Theo riapre gli occhi, Alex non li ha neanche chiusi, la pioggia imperversa ma loro sono al sicuro, almeno per adesso. Casa non è così distante, ma loro due non ci vogliono tornare.
\\Ciao\\ \\Ciao, bei tatuaggi osso duro\\ Theo ride, anche se gli occhi tornano lucidi. Lex scuote la testa. \\Ci ho dato dentro mentre dormivi, ti piacciono?\\ Theo li guarda meglio, si guarda le braccia ricoperte di fiorellini colorati, di faccette stupide e quasi non si notano le parole in rosso scritte de quei ragazzini.
\\Non si fanno così le margherite\\ saputello, spinge un dito in petto ad Alexander, e lui, sorridendo tira fuori l'astuccio con gli altri pennarelli.
\\Ah si eh? Dai, fai di meglio su!\\ glieli spinge contro piano piano e tira su le maniche della camiciola per farsi tatuare tutte le braccia e qualunque parte di pelle sia esposta. Sai che divertimento poi tornare da mamma così! E Theo lo fa, stappa il primo pennarello e lo riempie come le aiuole fiorite a maggio.

Cinque anni dopo

\\Dove sono i pennarelli?\\ Alexander sa che quando Theodore inizia così, la giornata è stata una merda.
Allora già si prepara, tira su le maniche, fa spazio in salone, si siede per terra ed apre l'astuccio davanti a Theo.
Entrambi seduti a gambe incrociate. Perché funziona così, perché è bastata quella prima volta per rendere il tutto così ciclico. °°Cosa mi fai oggi?°° chiede, si, ma lo picchietta in morse sulla sua spalla, perché finché Theo non lo guarda, non può usare le mani. Sono in casa da soli, come in quelle bellissime estati olandesi, con la luce che invade dolcemente il salone, e così fa brillare i loro sguardi.
Theo stappa il primo pennarello e comincia.
Con dolcezza, Alexander aspetta. Si lascia tracciare spirali viola, come alberi spogli d'inverno. Niente fiori, è stata veramente una giornata di merda. Ma... ma inizia sempre così. Prima i disegni sono cupi, tristi, piove su paesaggi desertici. Dopo, beh, dopo la natura prende il sopravvento, così come un sorriso che spunta più docile sul volto di Theodore. Le lentiggini spiccano sull'incarnato pallido.
Quando Theodore prende finalmente in mano il verde, Alexander torna a respirare. °°Cerca di rendermi un druido decente, che stasera vorrei passare di livello°° è una cosa bella lunga da picchiettare, ma Lex è diventato bravo da far paura. Tutto pur di saper comunicare con Theodore. Che per lui resta la persona migliore dell'Universo.
Theo che scoppia a ridere in totale ed abbagliante silenzio. Neanche in quel caso le sue corde vocali hanno mai collaborato, ma Alexander giura di sapere con precisione quanto sia cristallina quella risata.
\\Tu non fai un cazzo stasera\\ infierisce, scherzoso, guardandolo che ancora si tiene la pancia. \\Sarà il mio barbaro a salire di livello! Vedrai come ti rubo la vittoria, e torni a casa sulle ginocchia.\\ Lex gli pizzica in fianco e ruba un pennarello rosso per scrivergli "barbaro infame" sul braccio. Vendetta vera. \\Ma davvero! Credi di essere così forte da far fuori il Supremo dei non-morti senza il mio preziosissimo aiuto?\\ Theo ribatte con un pennarello verde scuro, il segno sul polso di Lex: "Sei una pippa". Ed è guerra!
Tra risate che durano fino al tramonto quando, sfatti e stanchi, i due si lasciano andare lunghi distesi sul pavimento. Esattamente dove li troverà la madre qualche minuto dopo.

Oggi

Alexander corre.
Corre perché Theodore è un artista.

Corre perché dovrà lasciarlo ripartire e non esiste che non arrivi a salutarlo per tempo prima della passaporta per il Perù.
E non fa niente se le sue braccia sono già piene di disegni, alcuni di quelli appartengono a Theo. Perché c'è questo strano modo che hanno di fare loro due, soprattutto da quando Alexander non va più a scuola, e allora sembra non tollerare la distanza dal fratello così tanto.
Lo sa che Theo ha i suoi amici, che adesso è grande, che fra due anni sarà di nuovo a casa, o in giro per il mondo, ma non fa nulla.
Nessuno di loro è mai stato la sua tela umana, e nessuno ha mai capito quella cosa che fanno quando guardandosi già si capiscono.
E quindi Alexander corre, con il cuore che batte a seimila. Ha preso il pennarello rosso del barbaro, quest'anno va così, quest'anno ci vuole coraggio per trovare una nuova vita.
Alexander corre, e Theo lo vede appena svolta l'angolo. Lo saluta con un cenno di mano e lo sguardo imbarazzato di chi spera che Lex non lo sollevi anche a diciassette - maturissimi - anni.
Troppo tardi, Lex fa il gesto di sollevarlo, ma solo per scherzare e scoppiare a ridere con lui.
\\Ti odio, sei in riardo e non sarà bello!\\ gli sfila il pennarello dalle mani.
\\Allora vedi di fare un miracolo\\ lo sfida, tira su la manica del braccio destro, per mostrargli uno spazietto tra gomito e polso, qualche centimetro tra "sei una pippa" ed una foglia di edera.
Theo stappa il pennarello e comincia.
Tocca ad una margherita. Theo è concentratissimo.
Lex ride, perché no? Theo soddisfatto si intasca il pennarello e lo saluta con un inchino.
\\Ok, ammettiamo che è decente, si\\ incalza Alexander, spingendo il fratello per una spalla. \\Stronzate, è bellissima! Te l'ho detto che le disegnavo meglio io\\ Ricambia Theo, ancora più fiero di prima.
\\Mi mandi la foto quando lo tatui?\\
\\No\\ Ride
\\Dai, non fare il coglione\\
\\Te ne mando un botto\\ allarga le braccia.

Theo tituba solo perché, beh, insomma, si è fatto grande no? Ma nessuno dei suoi amici è lì a prenderlo in giro. E boh, forse adesso anche se ci fossero non cambierebbe nulla. Si getta su Alexander, si fa stringere ma in modo da non farsi sollevare. E Lex accetta, stavolta, gli sta bene perché Theo gli mancherà. «Ho sempre detto che sei un artista, Titi»



Edited by Læx - 29/11/2023, 14:49
 
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