I'm gonna prove you all wrong
Silias è un ragazzo
particolare. Faccio presto ad accorgermene quando mi raggiunge il commento sui miei capelli e risponde alla mia battuta in modo più serio del previsto. Non ho mai pensato che le sfumature della mia chioma potessero essere un discrimine per determinare l’appartenenza a una Casa piuttosto che a un’altra. Eppure, il riferimento all’argento ha un suo senso, un senso che non avevo esplorato prima d’ora. Solo che immaginarmi con la divisa Serpeverde è quanto di peggio possa figurarmi. Sono così lontana dai loro ideali e considero Grifondoro come una piccola famiglia che identificarmi con colori meno caldi m’impressiona.
«Se ami il rischio, ti sei imbattuto nella persona giusta!»Non sto scherzando. Tra la rissa in Sala Grande, le botte che ho tirato all’Umanoide, la presa al collo di Thalia e le labbra che ho spaccato per vendetta qui a scuola, sarebbe difficile definirmi un tipo tranquillo. Ah, quasi dimenticavo l’accapigliamento al ballo anni ’20!
Non aggiungo altro. Lascio che sia Silias a condurre la conversazione. Intanto, prendo posto sulla sedia che mi ha gentilmente indicato. Un sorriso si arricciola sul margine destro delle labbra nell’ascoltare il Serpeverde. I suoi modi sono
particolari, per rifarmi a un aggettivo che ho già usato. Ci tiene a chiarire con quali intenzioni ha chiesto il mio aiuto e suppongo non ne sia al corrente, ma non sono conosciuta a scuola per la mia socievolezza. Quindi, se teme che il mio interesse possa essere quello di approfondire, può dormire sonni sereni. Non penso di essere qualificata per fare da tutor, figurarsi per fare da amica.
«Nieve Rigos, messere» ribatto, presentandomi e adattandomi — magari, con un pizzico di esagerazione nei formalismi — a Silias. Non vorrei mancargli di rispetto, quando lui ne sta mostrando tanto per me.
Certo è che “dolce Nieve” proprio non me l’aspetto. Allora rido un po’ perché, dal ribadire l’intenzione di mantenere distanza a prendersi una simile confidenza, passa un treno lungo quanto l’Espresso di Hogwarts. E la richiesta non è da meno. La precisazione sull’ultimo giorno del secondo anno è buffa.
«Non è che abbia deciso proprio allo scoccare dell’ultimo giorno del secondo anno, eh» gli spiego.
«Ho fatto una riflessione approfondita delle materie che avrei voluto seguire, ma per me è stato molto semplice, in realtà. Magari, c’è chi ci mette di più. Io, invece, sono andata a colpo sicuro. Sento una grande affinità con le creature magiche, perciò Cura era scontata. Quando a divinazione…» “L’ho scelta perché la persona che più abbia amato al mondo era l’insegnante”.
«Be’, mi incuriosiva! C’è tanto da imparare sul modo di interrogare il presente e il futuro. E Divinazione, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, è una materia molto pratica. L’ottanta percento delle volte metti in atto proprio a lezione ciò che ti viene insegnato. Come nel caso della Tasseomanzia, per farti un esempio».
Allora, qualche rimasuglio della studentessa che sono stata è ancora qui, nella mia testa? E io che, zuccona, lo consideravo il termine più appropriato per descrivermi. Non che smetta di adattarmisi, eh.
«Astronomia è una materia troppo teorica, tecnica ed evanescente per me che sono una persona pragmatica. Lo stesso può dirsi di Rune per molti versi, ma trovo affascinante come dei simboli possano evocare tanto potere magico». Non sono andata per lo sbrigativo, il che è sorprendente. Di solito, sono più lapidaria, riassuntiva. Be’, Silias, pare che tu mi abbia beccato in una giornata sì!
«Non so se ho risposto alla tua domanda…»
underestimate me, that would be fun