La musica nelle cuffie ha smesso di pompare da una buona mezz'ora mentre i brontolii dello stomaco inizano a trombettare alla ricerca di cibo. Be' la colazione avrà da aspettare a quanto pare, i doveri da prefetto vengono prima. Conduco la mia compagna di casata fuori dalla sala grande, rivolta a cercarci un posto più tranquillo e isolato dove poter parlare. Non so nemmeno io bene come iniziare il discorso anche perché quel tizio mi pare essersi meritato il suo gancio destro ma comunque le regole rimangono regole e Nieve ha dimostrato in più occasioni di avere un comportamento piuttosto sovversivo. Cammino con fare tranquillo, la mia postura è dritta e sicura, i capelli rossi scendono delicati sulla schiena, li ho sciolti dopo aver perso la coda che tenevo su fino a poco prima. Sarà Thalia ad avvermi fatto irritare così tanto da dimenticarmi sia il gommino che la borsa della giacca che avevo buttato su una qualche panca, prima di prender parte a quella stupida discussione. Fatto sta che ho i nervi e i muscoli del corpo in fibrillazione e un paio di leggins e un top sportivo non sono esattamente la cosa più calda della terra, avverto il venticello dei corridoi svolazzarmi sulla pelle scoperta ed arrizzarne i peli, le mie guance sono lievemente arrossate. Non importa. Il fuoco ce lo metto io, basta per autoriscaldarmi. Porto Nieve in un incavo delle scale che sembra più riparato, affaccia sul giardino ed infatti è quello sul quale il mio sguardo vaga per qualche istante prima di poggiarmi con le spalle al muro, poggio le braccia sulle gambe, flettendole appena. Sollevo lo sguardo chiaro su di lei, sono calma mentre le parlo.
Allora, mi racconti cosa è successo?
Di versioni mi sembra di averne lette fin troppe e vorrei proprio riuscire a risalire all'originale. Sono certa che qui nessun professore o peggio Caposcuola verrà a disturbarci, che sia il momento per capirne di più sull'incognita che è Nieve Rigos? Oltre agli allenamenti di Quidditch non ho avuto granché modo di averci a che fare, l'ho solo vista al ballo dell'anno scorso in compagnia di Cas e alla riunione post-Quidditich. Ma per poco tempo. Credo che abbia dei rapporti più stretti con alcuni membri della nostra casata, anche se non saprei dire esattamente di che tipo. So solo che è una testa calda, ma dopotutto quale Grifondoro non lo è? Dio solo sa quante volte ho cercato di tenere gente fuori da risse e pesteggi, io stessa ne ho combinate di belle. Per questo motivo sono piuttosto aperta, non giudico prima di sapere cosa sia successo e non aggredisco, è semplicemente il mio modo di essere prefetto. Non ha senso mettersi sopra tutti gli altri fingendo di essere senza macchia. Gli occhi chiari si soffermano sul suo viso, ne studiano il profilo, le ciocche argentee che lo circondano, sono curiosi e vagano per studiarne le espressioni. La mia postura è piuttosto rilassata, mi sembra di star ancora in cerca d'aria e di poterla respirare solo ora, lontano dallo sguardo giudicante di metà scuola. La pressione è davvero tanta ed essere nei panni di prefetto non è mai stata una mia scelta, mi ci sono più che altro ritrovata. Ho a cuore la mia casata, come se fosse la mia stessa famiglia, ma non penso di essere tagliata per questa posizione. Ci sono troppe cose serie e noiose di cui prendersi cura. A volte mi chiedo se questa sia stata una buona opportunità per riuscire a farmi maturare o se semplicemente mi abbia tarpato lo spirito di fuorilegge. Non sono mai stata una tipa da risse, ma le regole mi sono sempre state strette.