Kauf ich den Himmel und streich ihn mir blau, Privata

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view post Posted on 7/12/2023, 22:27
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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La musica nelle cuffie ha smesso di pompare da una buona mezz'ora mentre i brontolii dello stomaco inizano a trombettare alla ricerca di cibo. Be' la colazione avrà da aspettare a quanto pare, i doveri da prefetto vengono prima. Conduco la mia compagna di casata fuori dalla sala grande, rivolta a cercarci un posto più tranquillo e isolato dove poter parlare. Non so nemmeno io bene come iniziare il discorso anche perché quel tizio mi pare essersi meritato il suo gancio destro ma comunque le regole rimangono regole e Nieve ha dimostrato in più occasioni di avere un comportamento piuttosto sovversivo. Cammino con fare tranquillo, la mia postura è dritta e sicura, i capelli rossi scendono delicati sulla schiena, li ho sciolti dopo aver perso la coda che tenevo su fino a poco prima. Sarà Thalia ad avvermi fatto irritare così tanto da dimenticarmi sia il gommino che la borsa della giacca che avevo buttato su una qualche panca, prima di prender parte a quella stupida discussione. Fatto sta che ho i nervi e i muscoli del corpo in fibrillazione e un paio di leggins e un top sportivo non sono esattamente la cosa più calda della terra, avverto il venticello dei corridoi svolazzarmi sulla pelle scoperta ed arrizzarne i peli, le mie guance sono lievemente arrossate. Non importa. Il fuoco ce lo metto io, basta per autoriscaldarmi. Porto Nieve in un incavo delle scale che sembra più riparato, affaccia sul giardino ed infatti è quello sul quale il mio sguardo vaga per qualche istante prima di poggiarmi con le spalle al muro, poggio le braccia sulle gambe, flettendole appena. Sollevo lo sguardo chiaro su di lei, sono calma mentre le parlo.

Allora, mi racconti cosa è successo?

Di versioni mi sembra di averne lette fin troppe e vorrei proprio riuscire a risalire all'originale. Sono certa che qui nessun professore o peggio Caposcuola verrà a disturbarci, che sia il momento per capirne di più sull'incognita che è Nieve Rigos? Oltre agli allenamenti di Quidditch non ho avuto granché modo di averci a che fare, l'ho solo vista al ballo dell'anno scorso in compagnia di Cas e alla riunione post-Quidditich. Ma per poco tempo. Credo che abbia dei rapporti più stretti con alcuni membri della nostra casata, anche se non saprei dire esattamente di che tipo. So solo che è una testa calda, ma dopotutto quale Grifondoro non lo è? Dio solo sa quante volte ho cercato di tenere gente fuori da risse e pesteggi, io stessa ne ho combinate di belle. Per questo motivo sono piuttosto aperta, non giudico prima di sapere cosa sia successo e non aggredisco, è semplicemente il mio modo di essere prefetto. Non ha senso mettersi sopra tutti gli altri fingendo di essere senza macchia. Gli occhi chiari si soffermano sul suo viso, ne studiano il profilo, le ciocche argentee che lo circondano, sono curiosi e vagano per studiarne le espressioni. La mia postura è piuttosto rilassata, mi sembra di star ancora in cerca d'aria e di poterla respirare solo ora, lontano dallo sguardo giudicante di metà scuola. La pressione è davvero tanta ed essere nei panni di prefetto non è mai stata una mia scelta, mi ci sono più che altro ritrovata. Ho a cuore la mia casata, come se fosse la mia stessa famiglia, ma non penso di essere tagliata per questa posizione. Ci sono troppe cose serie e noiose di cui prendersi cura. A volte mi chiedo se questa sia stata una buona opportunità per riuscire a farmi maturare o se semplicemente mi abbia tarpato lo spirito di fuorilegge. Non sono mai stata una tipa da risse, ma le regole mi sono sempre state strette.





Eccociiii ~ Nieve Rigos :<31:
 
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view post Posted on 5/1/2024, 12:53
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entropia.

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Nieve Rigos

«A knife? Are you flirting
with me?»


T
i devo un favore, Alice, come ne devo uno a Shaw. La situazione dalla quale mi hai portata via costituiva un rischio per me, che non so tenere a bada i miei impulsi. Avrei continuato a lottare per una giustizia fatta di pugni e placcaggi. Mi sarei messa seriamente nei guai, esposta allo sguardo dei Prefetti, Caposcuola e forse dei docenti. Tu, invece, hai preso la palla al balzo per evitare che la situazione degenerasse. Un tempismo perfetto!
Ti seguo, incuriosita. Il nostro rapporto non ha mai avuto modo di approfondirsi, prevalentemente per causa mia. Ho evitato ogni genere di contatto profondo, ho svicolato per tutto l’anno precedente. Ricordo di averti dato qualche consiglio sul ruolo di Cacciatrice, durante il torneo di Quidditch; di aver scambiato un paio di sorrisi con te e una risata o due; di aver apprezzato la tua risolutezza e la tua combattività. Per certi versi, mi ricordi com’ero ai primi anni a scuola: frizzante, energica, più incurante delle regole di quanto imporrebbe la spilla da Prefetto. È forse per questo che ti ho evitata? L’ho fatto senza rendermene conto?
La tua chioma rossastra è la fiamma di una candela che mi fornisce una guida e Dio solo sa quanto ne abbia bisogno. Non importa che tu sia più piccola di me. Non sono quel tipo di persona. So apprezzare la capacità di tenere le redini della situazione, indipendentemente dall’età del soggetto che l’esercita. Mi dispiaccio presto, però, quando ti osservo piegarti leggermente in avanti e prendere fiato. Non volevo esporti a un tale livello di stress e neppure metterti nella condizione di confrontarti con Thalia. So che, per quanto impudenti si possa essere, non è mai semplice scontrarsi con chi ha più autorità di te. Se in passato avessi avuto di che ridire con Amber Hydra, con Emily Rose o con l’Umanoide — mi scappa un sorriso al pensiero di lui —, non sarei stata indifferente a una diatriba che mi avesse visto in posizione di subalternità.
«Ehi! Tutto bene?» Mi accosto a te, chinandomi leggermente per rendere più intimo il contatto, e raggiungo la tua spalla con un tocco lieve della mano. Non mi rendo conto di mostrare più empatia di quanto dovrei in base ai miei piani di solitudine. Non mi accorgo neppure dell’accoramento che mi induce a cercare il tuo sguardo. Sono di nuovo il Prefetto attento ai bisogni degli altri, la piccola Nieve di un tempo. «È tutto finito ora.»
Non ho la presunzione di servirti un’ovvietà come fossi più lucida di te. In fondo, non ti conosco abbastanza per comprendere la ragione della tua fatica. Voglio solo ricordarti che la situazione di stress in cui ci siamo trovate poco prima è oramai lontana; che, qualunque pensiero abbia attraversato la tua mente o emozione il tuo cuore, adesso sei al sicuro. Ho smesso di causare danni.
La tua domanda arriva non proprio inaspettata. Ti do spazio, arretrando di un passo. Non voglio essere invadente, violare il tuo spazio personale troppo a lungo. Intanto, ripercorro mentalmente gli accadimenti in Sala Grande. Ho perso la brocca per più di un motivo, Alice.
«Tra me e Davies non è mai scorso buon sangue, ma non avrei cercato la rissa davanti a tutti per il solo piacere di dargliele di santa ragione. Ho più sale in zucca di quanto si dica» arringo. «Al contrario, penso che lui abbia colto l’occasione per stuzzicarmi e mi costa ammetterlo, ma ha effettivamente raggiunto il suo scopo. L’ho sentito leggere a voce alta una lettera destinata a me. Sai, per il casino che hanno fatto stamattina i gufi. Non è stata tanto l’idea che il contenuto venisse letto di fronte a tutti. Non ho sopportato la sua arroganza, il diritto che si è arrogato di violare la mia privacy come se avesse il potere di farlo senza aspettarsi conseguenze» ti spiego. «So che corrono voci sul fatto che io sia una puttana e nemmeno mi interessa di norma. Però, non mi va di essere mortificata così platealmente. E, poi, è di Davies che si trattava. Da lui, non potevo tollerarlo per nessun motivo al mondo.» Non voglio giustificarmi. Voglio che tu capisca il perché delle mie azioni, fosse anche soltanto per mettere in chiaro che non avrei mai voluto coinvolgerti in tutto quel delirio. «Mi si è chiusa la vena e non è mai bello quando succede.»

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