Wild Ones, Privatissima

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 30/12/2023, 10:07
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:




5mtQebG
A sua discolpa vorrei dire che Lex non si è ancora abituato alle dimensioni mastodontiche di questa casa. Bella, meravigliosa, si ma con un'eco tremenda se ci doveva girare da solo. Diciamo anche che forse che sgattaiolare nel suo Van, comodamente stanziato in giardino, era la prassi, giusto per non perdere le sue radici nomadi. Però cazzo se gli piaceva l'idea di Camillo.
Un po' meno quella di un elfo domenstico. Certo almeno finché che in Rocky non c'era niente di comune e che lui - a modo suo - se la passava con tutti gli agi di quel mondo.
Alexander si era chiesto molte volte se sua cugina vivesse in un posto simile. Hans gli aveva parlato poco o nulla di Villa Hydra. L'aveva descritta più che altro come una prigione dai cui sotterranei era meglio scappare il prima possibile. Così come aveva fatto, alla fine. Ma tanto ormai l'idea di andare a trovare la cugina è fumosa (vorrei dire "fumata" ma non ancora, dai) .

— Mmmmhf versi lugubri che provengono dal salone. Lex ha ancora gli occhi chiusi, non ricorda benissimo la nottata passata, sa solo che ad un certo punto le sue gambe si sono intrecciate con... cristo! Ha un brivido. Si passa una mano in muso, a toglier via la stanchezza che irrigidisce le ossa. Le sue gambe lunghe pendono da un bracciolo del divano per sedici persone. La testa ciondola adesso, pigramente, giù da una seduta. La colonna vertebrale è ripiegata come quella di un lungo ghepardo spiaggiato. Anche l'altra mano gli finisce in muso. Il sole è alto, ed un fastidioso raggio arriva ad illuminargli dritto il viso. Aprire gli occhi adesso sarebbe come bruciare. Se li chiude, anche se questo lo fa concentrare meglio sul proprio respiro. Si tasta il corpo, come a riprenderne possesso molto, molto lentamente. Sospira di sollievo quando almeno si rende conto di avere le braghe del pigiama men issate in vita. Niente calzini, questo ragazzo è quasi uno scalzista provetto se si tratta di camminare per casa sua. Dio, perché è casa sua, si?
Stiracchiandosi come un micione troppo cresciuto, sbadiglia. Allunga le braccia, stira bene i muscoli, ma poi apre i suoi benedetti occhi. E fu così che Alexander divenne ciec-

Ride. Ride senza sapere il perché, forse per esorcizzare una notte assurda. Lo scoprirà dopo che la sua camicia e la sua canotta sono letteralmente appese tra un quadro ed una poltrona. Però almeno la casa è silenziosa, il che significa che tutta quella ressa se n'è andata. Tende un orecchio, non si rimette ancora dritto, che magari un po' di sangue al cervello sa farlo ragionare meglio. Gli occhi fissi lungo il battiscopa. Non ha il coraggio di chiamare Rocky per chiedergli di alleggerire la nebbia nella sua testa, perché è sicuro che - dio, no! Quell'elfo adesso gli incute ancora più terrore. "Noncidevopensare". Ecco, esatto. Dovrebbe pensare alla colazione, al pranzo, al capire dove sia sparito Camillo, di nuovo. Perché lo sa - anche se ci è abituato - di punto in bianco Millo sparisce, ma è tutto parte del suo fascino. Il cigolio delle grate del cancello, lo fa tremare di nuovo. Lo sente benissimo, e chiude gli occhi contro ogni istinto di sopravvivenza. Almeno dovrebbe avere la decenza di mettere su il caffè. Agita giusto la bacchetta ma non è sicuro di aver centrato al moka ed averle davvero detto di fare da sé.

— ADA? TipregodimmicheseituenonRocky. Tanto la porta la sta guardando, e giura che se non è lei, si defilerà velocemente. Rapido come un fulmine. — Seeeei tu, vero?





Edited by Læx - 30/12/2023, 13:41
 
Top
view post Posted on 30/12/2023, 15:10
Avatar

Group:
Docente
Posts:
420

Status:


Apro solo un occhio quando un timido raggio di sole riesce ad infiltrarsi, silenzioso, tra le persiane semi chiuse della mia camera da letto.
Il letto è grande, caldo, strabordante di cuscini e coperte – ma irrimediabilmente vuoto.
Del mio mago mi rimane giusto lo specchietto comunicante attraverso il quale ci siamo dati la buonanotte ieri sera, dopo gli ultimi recap e gossip delle nostre rispettive giornate.
Non è un risveglio particolarmente felice, il mio, e un piccolo broncetto prende vita tra i lineamenti del viso mentre allungo le braccia solo per afferrare il primo grosso cuscino che mi capita sotto tiro – abbracciandolo nel più completo dei silenzi.
Non mi va però di rimanere imbronciata: non mi va di abbracciare solo un cuscino – non mi va neanche tutto questo silenzio ovattato.
Ho voglia di chiacchiere, di cibo, di luce – ho voglia di parlare di tutto e di niente, di rispolverare qualche libro e di cucinare o pozionare – o entrambe le cose – anzi tutte queste cose assieme.
Necessito di risate leggere e - ah!
Spalanco gli occhioni al mondo ancora stretta al mio cuscino, questa volta però, con un piccolo sorrisetto tra le labbra: ...so esattamente cosa fare.

-BUON- uh - Buongiorno raggio di sole!-
Una volta spalancata la porta di casa e abbandonate le scarpe sulla soglia– casa e soglia di Camillo, specifichiamo, e dopo un indefinito numero di ore e di negozi babbani razziati dalla sottoscritta, specifichiamo - appena lo sguardo bicromo si posa sui lineamenti di Lex, un enorme luminoso sorriso si apre sul mio volto - anche se il suo è al contrario ed io in tutta fretta modulo il volume della voce nell’ipotesi non poi così assurda, considero, mentre scandaglio velocemente l’appartamento che il mago si debba riprendere.. beh, si debba riprendere e basta.
Sono armata di borse e borsine, tutti acquisti freschi freschi che hanno il solo ed unico, dichiarato intento di viziare questa casa ed i suoi inquilini - borse che lascio sul pavimento del salone mentre, per il momento, ne cerco solamente una nello specifico, più piccola rispetto alle altre ma dal profumo inconfondibile: -Tranquillo- ridacchio comprensiva decisamente, comprensiva - Ho visto Rocky solo la settimana scorsa – mentre si portava in camera uno dei suoi bibitoni energizzanti e una moretta mai vista prima.- chiacchiero già nel frattempo, semplicemente contenta di vedere il mago -E sono piuttosto sicura che tenesse parecchio di più al suo bibitone piuttosto che - Ah! - trillo entusiasta quando tiro fuori una bustina di carta – ma in realtà le iridi di bosco e di mare saettano immediatamente alla ricerca di quelle azzurre chiarissime dell’olandese, alla ricerca di un qualsivoglia segno di "alert: dopo-sbronza epocale e circondario in atto": -Ah!- ripeto nel dubbio, ma decisamente più tenue nei toni -Trovati.-
E mi avvicino a Lex corricchiando - e arrivandoci quasi no, proprio in scivolata alla sua postazione sul divano, sventolandogli dei cornetti e muffin caldi sotto al naso - letteralmente sotto al naso, dato che mi siedo così facendo per terra di fronte alla sua testolina ciondolante, e inclino anche la mia, tutta sorridente.
-Qualche giorno fa vi ho rimpolpato un po' le scorte di Pozioni Rigeneranti – per le emicranie sono perfette.-
Giro il busto su me stessa come un fusillo (?) e gli indico uno sportellino della cucina:
-Sono lì – se mai ne avessi bisogno. Te ne prendo una fialetta?-
Attimo di confusionario silenzio – mentre noto solo in questo istante che le tazzine - solitamente ordinatamente impilate accanto a moka e barattolo del caffè – al momento stanno ballando una sorta di polka.
-Perché le tazzine stanno ballando?-
Afferro la mia di bacchetta e la sventolo nella stessa direzione:
adesso così, anche moka e barattolone del caffè ballano la polka sul bancone della cucina.
Molto meglio.
 
Top
view post Posted on 30/12/2023, 19:12
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:




5mtQebG
Adaline ha sempre un buon profumo. E non è sempre lo stesso. A volte sono muffin ai mirtilli, altre invece è il profumo di una torta salata con verdure e carote. Altre ancora è l'aroma dolce dello zucchero a velo, con un brivido amaro del caffè. Alla fine i vaneggi di Lex portano sempre a qualcosa, ad identificare qualcuno che - piano piano - sta prendendo un posticino tra i tanti disponibili nella sua vita.
Magari è perché è venuto a Londra proprio quando lei e Camillo avevano intrapreso la loro cosa. O forse perché tutto questo è quanto di più simile ad un luogo di pace che ha tanto sperato di trovare. Il cuore di Alexander non smette mai di fremere, per una cosa o per l'altra. Che sia la paura di certe uscite di Rocky, o l'interesse sconfinato per tutto ciò che gli accade intorno. — Ti sento prima ancora di vederti, sono un segugio, lo afferma ridendo, con gli occhi che si rivolgono a lei piano piano. E' bella anche al contrario, completamente capovolta. Le rivolge un sorrido largo come il mondo.

— Oh, quella probabilmente era Mirella la tipetta che Rocky si portava avanti e indietro, non che davvero fosse così preso è che poi inevitabilmente tutte finivano a piantarsi davanti a Lex. E certo non è mai stato un tipino selettivo, purché ci fosse sempre il comune accordo, si divertiva con chiunque volesse. Ora però è esattamente il motivo per cui si massaggia una tempia, in un misto di sconforto e divertimento, per quanto si possano unire le due cose. Mirella deve essere stata qui anche stanotte. E' giusto un barlume, la sensazione improvvisa di un neurone che si accende, prima che tutto torni ad assopirsi. Si risvegliano giusto i sensi, e quella mano che si allunga a cercare un Muffin. E' consapevole, il ragazzone, che le briciole ingerite al contrario potrebbero farlo soffocare, ma non gli importa, il concetto è un altro. Pende dall'amore di Adeline per i dolci, e per tutto quello che è la cura del prossimo. — Tu sei meravigliosa, ed io ti amo. Scandisce ridendo ad occhi chiusi, usa il tono più teatrale ed intenso che possa avere nel repertorio di una mattinata post sbronza atroce. — Ho l'impressione che qualcuno con me si sia divertito un po' troppo ieri sera, credo che una costola non sia dove una costola dovrebbe essere... ma ne ha solo un vago sentore, un po' a dirle che si, ha bisogno del suo refill di pozioni per almeno rimettersi a sedere dritto.
I suoi occhi sono fissi in quelli di Ada, un mare di cristallo che si frammenta in un caleidoscopio. Wow. — Se lo facessi, avresti il mio eterno amo... ma non finisce la frase, e stavolta non per pigrizia, ma perché le vede anche lui le tazzine ballerine. Non ricordava di aver aperto un circo, con un incantesimo ma, beh, la cosa lo fa ridere di nuovo, tanto che si tiene il diaframma perché se si sposta fa un male cane. Allungando il collo, quasi mette in mostra una piccola abrasione lungo la scapola, d'altronde sarà anche tatuato come una bambola voodoo, ma quel punto della pelle porta il segno di un succhiotto.
— ...è perché sono un pessimo mago, con una mira ancora peggiore. Afferma quasi con fierezza, cercando piano piano di tornare dritto. A gambe incrociate, seduto di tutto punto davanti ad Adeline. Ok si, forse è meglio guardare le persone da questa prospettiva.

Ciao Delsy, il nostro raggio di luna è attualmente nel nonsappiamodove a fare quel nonsappiamocosa, ma resti lo stesso a farmi compagnia? Perché in fondo la solitudine lo fa stare male, a volte un pochino troppo. E questa casa è enorme, anche quando è piena dei più disparati esperimenti di Camillo - tra cui a volte pensi di esserci anche tu.



 
Top
view post Posted on 30/12/2023, 22:59
Avatar

Group:
Docente
Posts:
420

Status:


-Mirella! Giusto – mh – hai ragione.-
Ridacchio, mentre sbocconcello il mio cornetto al cioccolato tutta contenta.
-Non è la stessa Mirella che ha distrutto il bagno di sopra – con modalità “ignote” - virgoletto con le dita, con una ridarella che mi solletica il muscolo cardiaco - qualche settimana fa?-
Dondolo un po' con il busto come una bambina – continuando a ridacchiare con le guance piene come un cricetino.
Ho sempre questa precisa impressione quando passo del tempo con Lex – anche se lo conosco da così poco in realtà – l’impressione che stare con questo mago, mi faccia bene al cuore.
E io, inizio ad associare questo, a Lex.
-Tu sei meravigliosa, ed io ti amo.-
La pace del –
-… credo che una costola non sia dove una costola dovrebbe essere.-
-Lef mannaffia- inizio con ancora le guance piene, gli occhioni sgranati a dardeggiare tra i suoi cristallini ed il suo costato -fovevi firmelo fubito.-
Mando giù con una pseudo molto pseudo e molto poca dignità l’ultimo boccone del mio cornetto mentre Lex mi dichiara il suo eterno amore ed io prima gli indirizzo una faccetta buffa schioccandogli un bacio nell’aria - poi rapida mi alzo dalla mia postazione per raggiungere le scorte di pozioni ed intrugli vari – quasi tutti di natura rigenerante e curativa, chissà perché.
-Io dico che sei un grande artista segretamente amante della polka.-
Ridacchio anche se in realtà in punta di piedi sto scartabellando tra le fialette ordinatamente riposte nello scaffale in alto, ognuna con la propria precisa etichetta.
-Fai un respiro profondo, se riesci – e in ogni caso dimmi se e quanto fa male – è gonfia la zona o hai ematomi?-
Indago metodica con il naso ancora infilato dentro al mobile.
Adels-mamma-cerbiatta-ex-Medimag-mode-on.
-Ho solo qualche scorta qui – accidenti, devo portare più.. più.-
Rifletto ad alta voce, mentre alla fine torno dall’olandese con la bacchetta stretta nella mancina e un paio di fialette variopinta nella dritta: -Certo che resto a farti compagnia – ma solo se tu la fai a me.-
Gli sorrido luminosa anche se con il catalizzatore gli faccio cenno di mostrarmi il petto, la mano destra che gli mostra gli intrugli pronti: -Dietro ho solo queste di utili, la Rigenerante Uncaria per l’emicrania e un’Anestetica per il dolore..-
Socchiudo appena lo sguardo, concentrata.
-Se si tratta di una o due costole incrinate, un Artum Emendo ed un Ferula dovrebbero bastare, abbinati alle pozioni.-
Poi metto su un broncetto lamentino e con scherzoso tono capriccioso aggiungo: -E poi devi stare bene mh – ho comprato delle robine cariine, volevo preparare il pranzo e giocare con il Menichino – o castare un Glisseo sulle scale e riempire la casa di palline colorate - o tutte queste cose assieme - tu che dici?-
Porgo al mago le due fialette, che in ogni caso dovrebbero quantomeno alleviare, se non parzialmente risolvere, una buona parte delle sue sofferenze.
A dispetto dell’intima preoccupazione che mi pervade al momento – sbuffo con un sorriso e mi risiedo accanto a lui, pronta ad intervenire con la bacchetta appena me lo permetterà: -Avanti, fammi un altro respiro profondo per piacere.
..Potremmo anche preparare una valanga di lecca lecca e sbaffarceli tutti in compenso.-

E scoppio a ridere così, solo perchè mi va.
 
Top
view post Posted on 31/12/2023, 15:43
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:




5mtQebG
Mirella, Mirella, Mirella... Ci ripensa, ed in effetti potrebbe essere la stessa ragazza che combina un disastro ogni volta che sosta troppo a lungo in una stanza. E' il rischio del mestiere, quando si fa entrare la qualunque su buona parola di Rocky.
Addenta il muffin, ma non riesce a godere della sua dolcezza, quando per deglutire il dolore si irradia fitto dal fianco. Come se qualcuno avesse deciso di pugnalarlo e la staticità della notte avesse poi spinto la lama fino al polmone.
Niente di grave, ma cazzo che male. — Ah... io credo che si- ahi. Non è il momento ideale per formulare frasi di senso compito ma tan'è che non se ne fa un cruccio. Ridacchia però all'apprensione di Adeline.
In effetti avrebbe dovuto essere la prima informazione della giornata, ma Alexander non è solito dar peso agli acciacchi del corpo. Si alzerebbe, se ne fosse capace, per andare in giro anche con una costola rotta che gravita scomposta qui e lì.

— Certo che sono un grande artista. Afferma ridendo, lasciandosi andare con la schiena contro la seduta del divano, giusto per appoggiarsi e non avere troppi movimenti improvvisi a ledere muscoli ed ossa sane. Ci crede, anche se la vera artista è sempre stata Loreen, e solo Theodore ha preso da lei quell'estro. Lex è un artista sentimentale, ecco, se glielo chiedeste direbbe che lui è il genio delle relazioni - ovviamente questo è solo il suo punto di vista, agli altri non ho chiesto. — Ah, vedi? Il respiro profondo mi sa che... Cristo gonfia i polmoni, ma la fitta è tanta da fargli chiudere gli occhi e tirare i denti in un piccolo ringhio. Ha del tutto l'aspetto di un cerbiatto finito nella morsa di una trappola per orsi. Un "crack" interno lo fa rabbrividire, spalanca gli occhi.
— Ads, non voglio morire, lo dovevi sapere... tragico, melodrammatico e stupido ragazzo, scherza anche quando il dolore sale di più. Si indica il punto preciso, tra il tatuaggio di un ragazzo che fa street art ed una pagina di fumetto a colori. Q-ui, anche se non vedo niente... tu vedi qualcosa? riapre un occhio, l'espressione piegata in una smorfia. Non si capisce mai se stia per ridere o per gridare dal dolore.

— Mi sa che sono due. Cerca con tutto se stesso di non ridere, perché a quanto pare è stato lui il Menichino di qualcuno la notte precedente. Senza farselo ripetere due volte, butta giù il contenuto delle fialette. Non fiata, come faceva con sua madre: almeno questo del mondo magico gli è rimasto cucito addosso. Purtroppo - o per fortuna? - a lui non è mai stata insegnata l'arte della diffidenza.
L'altro respiro è forse la cosa più difficile di tutta la mattina. Appoggia la nuca alla seduta, chiude gli occhi aspettando l'effetto di qualunque incantesimo Adaline avesse scelto per far finire le sue sofferenze.

— Ti... ti dispiace se facciamo qualcosa di diverso? soffia piano, un mormorio più sciolto e dolce ora che il dolore sembra lentamente svanire. — Dicono che verrà a piovere ed io- Il cielo difatti è andato lentamente ad oscurarsi. Io muoio di paura, ma questo è un altro conto. La guarda con gli occhi imploranti di un cucciolo. Non lo sa se Camillo gliel'ha detto, se ha fatto cenno al terrore dei temporali, ma per quanto si sono visti lei potrebbe ricordare che la tempesta lo manda in panico. — Nachos, Tv e una coperta? Magari ti suono qualcosa, mi sento in vena romantica. Ma non è vero, è che la paura che un fulmine rischiari il salone, batte qualunque idea di divertimento.


 
Top
view post Posted on 17/1/2024, 21:42
Avatar

Group:
Docente
Posts:
420

Status:


-Q-ui, anche se non vedo niente... tu vedi qualcosa?-
-Vedo vedo, con il mio piccolo occhio..- con una piccola litania torna alla mente e affiora tra le labbra un vecchio giochino che riusciva ad occupare intere giornate della piccola Adeline Walker: strizzava forte un occhio, un pugnetto appena aperto andava a sistemarsi davanti a quello spalancato sul mondo a mo’ di piccolo cannocchiale – ed ecco lì uno dei suoi passatempi preferiti al mondo.
Mi rendo conto in ritardo, di un attimo di troppo, di ripensare a questa parte della mia storia, come se appartenesse a qualcun altro.
Anche se persin ora, istintivamente ho comunque portato la dritta a mo’ di cannocchiale davanti all’occhione verde, e chiuso quello azzurro, sbirciando Lex dal minuscolo spiraglio che rimane.
-Vedo un dolce maghetto con due costole incrinate che prima si farà guarire, prima potrà accoccolarsi come si deve su questo divano sbocconcellando dolci come premio!-
Sorrido lieve all’olandese e torno a scrutare lui ed il mondo con lo sguardo bicromo ben sgranato ed attento – e mentre lui butta giù senza un fiato le pozioni messe a disposizione, io altrettanto silenziosa casto i due incanti pensati in precedenza.
Dovrebbero bastare per rimetterlo in sesto – e il Ferula in più, gli avvolge e fascia il costato con delle belle bende bianche che per un istante mi riportano ai tempi del San Mungo.
-Ti... ti dispiace se facciamo qualcosa di diverso?-
Inclino la testolina dorata come un gatto curioso – anche se all’accenno dell’imminente temporale, un lungo brivido mi scuote la spina dorsale: amo la pioggia ma ho il terrore dei tuoni – da sempre.
Da quando in effetti, quella Adeline bambina si divertiva a giocare a “Vedo vedo, con il mio piccolo occhio..”
Annuisco quindi rapida e con un pelo di nervosismo di troppo alla proposta di Lex - decisamente più quieta della mia:
-Io recupero nachos e coperta – tu scegli cosa guardare?-
Corricchio nuovamente sino alla cucina – come se d’improvviso mi aspettassi il cupo rombo di qualche tuono da un momento all’altro.
Verso le patatine in un’ampia ciotola e aggiungo voltandomi verso il mago: -Con o senza formaggio?-

Quando torno verso l’olandese, ho il piatto pronto tra le mani e un’enorme coperta superipermorbidosa tra le braccia tese (sì, stra piena di roba come al solito), appellata da una delle camere da letto.
-Troppa magia inutile per essere a casa di Millo – se ci scopre siamo nei guai, mhmh.-
Borbotto considerazioni a caso annuendo persin convinta mentre mi accoccolo comoda sul divano, e getto la coperta sopra ad entrambi:
-Ho il terrore dei tuoni.-
Sussurro alla fine, perché io questo genere di “segreti” mica li so tenere per me – e poi mi pare persin stupido borbottare cose a caso – sino a cosa, al mio palese prossimo tremore al primo cupo rombo di tempesta?
Prendo una manciata di nachos e me li ficco nervosamente tutti in bocca prima di tornare a guardare Lex.
Le guance piene e il crik crok tentano invano di alleggerirmi il cuoricino dorato mentre nel dubbio mi sistemo meglio tra i cuscini.
-Se sei in vena romantica – aggiungo infine una volta ingollato il tutto, come se con un boccone così potessi mandar giù anche la silenziosa paura che mi stringe appena la gola - potremmo optare per film altrettanto romantici. Lei che dalla grande città torna nel suo paesino natale – e riscopre il suo ex vicino di casa, ormai cresciuto e super wow - un grande classico, mhmh.-



Chiedo perdono e pietà per il ritardooo, zorry davvero :<31:
 
Top
view post Posted on 19/1/2024, 21:57
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:




5mtQebG
Ride, lo fa quando il dolore viene meno e lo sterno può scuotersi senza che ci siano picchi di dolore.
La memoria lentamente torna, le immagini sono meno offuscate, e le persone con cui si è rotolato nelle lenzuola cominciano ad avere un volto. Ce l'hanno perché Lex chiude gli occhi, assecondando le premure di Adeline, lasciandosi cullare come un ragazzino.
Non si è mai capito se lui sia un ragazzino che indossa i panni di un adulto, se sia nel cuore un eterno Peter Pan, o viceversa.
Ma ridere è bello a tutte le età, e lo è ancora di più quando non è da solo - e quindi quando non sembra un folle che si sposta agli angoli di casa. Ma ora è fermo, e nell'esserlo, riapre gli occhi. La magia di un dolore che sa svanire con l'arrivo dei ricordi e delle mani magiche di Adeline.
Riapre gli occhi, la guarda reagire alla sua richiesta. In fondo, il temporale è orribile, e Lex ricorda bene perché. Però che riesce a dirlo, l'immagine è solo quella di un bambino intimorito in camera sua, stretto tra le lenzuola. Il cielo e la grande finestra della stanza, illuminati dai lampi. Ogni lampo, raggiunto dal suo immediato tuono, spacca in due il suo cuore.
Non è diverso da quello che accadrà tra poche ore, peccato che non ci sia nessun bambino, solo un adulto a confrontarsi male con la paura.

— Dici che esistono davvero modi di mangiarli senza formaggio? La gente che problemi ha? le grida dal salone, mentre riesce a rimettersi seduto trai cuscini come un perfetto indiano. Respirare assume un senso tutto nuovo senza costole compresse in posizioni improponibili.
Allunga le mani per aiutare Ada con la coperta, che quella donna ha quattro braccia senza saperlo! La accomoda sulle ginocchia lasciando spazio all'amica di accoccolarsi, compresa la piccola nicchia riservata alla scodella di nachos.
— Per fortuna che noi non glielo direm- ha paura dei tuoni. In genere Lex dovrebbe esserne colpito, insomma non è il solo no? Sono in due, ed anche in questo sono... uguali. Eppure un po' la voce gli muore in gola. — Oh, a- anche io... da sempre.
Continua a guardarla anche quando finisce la frase, allarga un braccio per invitarla a farsi più vicino, a stringersi un po' come due peluches.

- potremmo optare per film altrettanto romantici. Lei che dalla grande città torna nel suo paesino natale – e riscopre il suo ex vicino di casa, ormai cresciuto e super wow - un grande classico, mhmh.-
Certo, non fosse altro che gli occhi si fanno appena più lucidi. Lui che torna dal Perù dopo anni di distanza da quel suo amico che nel frattempo è diventato davvero wow, e-...
— Sì certo! roco, inizia a fare zapping tra fin troppe emittenti televisive e servizi di streaming. — Credo ne abbiano appena fatti uscire un centinaio per noi inguaribili romantici però non riesci a scherzarci davvero. Vorresti che ti facessero ancora male le costole. Il cielo è plumbeo.
Adsy... la chiama, pianino, come se volesse lasciarle un bacio trai capelli, quel segno d'affetto che non manca mai, perché il rancore per Lex non esiste, esiste altro. — Grazie per prima ridacchia, ci prova ché sta pensando troppo alle trame di quegli stupidi film
— Le mie costole ti saranno eeeeeeternamente grate, sono un idiota a non ricordare niente. Vorrebbe darsi dell'idiota per altre cose. — E sappi che non ho alcuna paura di piangere con questi film certo, è proprio per quello, mh mh, sicurissimo Lex.


 
Top
view post Posted on 28/1/2024, 13:14
Avatar

Group:
Docente
Posts:
420

Status:


Mi accoccolo tra cuscini e coperta e una parte del mio analitico cervellino torna su un quesito visto e rivisto: come mai, adulta e vaccinata, ancora mi terrorizzano così tanto i tuoni?
Tra l’altro – io amo la pioggia.
Il ticchettio regolare e al medesimo tempo scoordinato delle gocce d’acqua mi acquieta e rassicura, il profumo di bagnato – di terra ed erba bagnata, di persone e pensieri zuppi – mi riempie l’animo dorato nascosto entro il costato – le gocce, soprattutto quelle grosse, pesanti, che impregnano i vestiti e si srotolano lungo la pelle, mi fanno rabbrividire di piacere.
I tuoni invece esplodono senza preavvisi di sorta – se non talvolta brevi accecanti lampi – e il loro cupo rombo riecheggia nelle stanze, entro il seno - ferendo delle emozioni cui neanche si degnano di considerare.
Detonano nei timpani e deflagrano cuori –
-Sì certo! Credo ne abbiano appena fatti uscire un centinaio per noi inguaribili romantici.-
Ridacchio appena, sommessa.
-E di che. Tra tutti, mi tenete allenata nel mio vecchio ruolo da Medimag.-
Rispondo poi alle parole successive dell’olandese.
Lo sguardo bicromo dardeggia seguendo lo zapping sullo schermo – ma mentirei a me stessa se non riconoscessi che, tra temporali in arrivo e film romantici – l’assenza di Camillo mi fa tremare il già delicato muscolo cardiaco:
continuo a sistemarmi e risistemarmi tra i cuscini come se non trovassi la posizione più comoda – per poi realizzare che, in fondo, per quanto Lex sia dolce e “olandese tanto quanto” (?), mi manca il profumo del mio e le sue mani addosso.
Mi riempio le guance di una seconda manciata di nachos – ma le sottili scariche elettriche sottopelle so bene che non saranno quietate da uno stomaco pieno - anzi, normalmente questo mi si chiude sempre di più mentre le dita iniziano a fremere per muoversi, fare qualcosa, qualunque, cosa -
bugia - finisco sempre con il cucinare chili e chili di pietanze.
-Sai cosa? Ho il terrore dei tuoni – sì – e questo mi agita molto - inizio quindi con voce a metà tra il borbottio e la determinazione, sbuffando appena -E mi manca Camillo e io così non riesco proprio a stare mhmh ho bisogno di cucinare qualcosa.-
Scivolo via da sotto la coperta e mi rialzo in piedi, come se l’elettricità che sento muoversi nervosa entro il costato - ben combinata alla mareggiata perenne che vi abita – riuscisse a muovermi con la medesima energia:
-Adesso preparerò dei biscotti e – no, una torta – una torta a tre piani - anzi una torta a tre piani e dei biscotti – o una torta di biscotti?-
Sventolo mani e parlo un po' da sola e un po' con Lex – apro mensole e tiro giù ingredienti –
nel dubbio sul bancone sto già sistemando il necessario per un pasticcio di carne, uno dei miei piatti preferiti, dei pasticcini al ripieno di crema pasticcera e –
-A te piace il tacchino ripieno? Potrebbe essere un’ottima seconda scelta insieme all’arrosto – al piatto di pesce e quello vegetariano - uh le polpette di melanzane - uh e la zuppa di piselli e i crostini – la pasta fresca - la pizza!-
Ho la testolina ficcata dentro al frigo, i pensieri dissociati completamente dispersi e l’animo in fermento, iperattivo tutt’insieme:
-Poi i cupcake, una cheesecake e qualche ricetta estera – amo la cucina marocchina ma volevo sperimentare qualcosa di diverso, magari un paio di piatti islandesi – ho una studentessa tanto carina a scuola che ha origini islandesi in effetti - mi giro veloce quanto lo sono i miei pensieri, le parole ad essi collegate ed il mio stesso cuoricino:
-Conosci i gusti di Mirella? Potrei preparare un paio di piatti anche per lei, che dici?-
E anche se i timpani sono tesi in pronta risposta alle parole del mago – le mani nel mentre.. ormai stanno già impastando.

Edited by Adeline Walker - 2/2/2024, 16:57
 
Top
view post Posted on 2/2/2024, 10:01
Avatar

Group:
Mago
Posts:
6,492
Location:
Hyperversum

Status:




5mtQebG
Perfino uno come Lex, alla fine, può capire che c'è qualcosa che non va.
Forse perché niente riesce a frenare l'irresistibile neccessità di Adeline di fare qualcosa. Qualunque cosa pur di non stare ferma.
L'esatto opposto di Lexy. Lui quando ha paura si blocca, come i bimbi, si avvolge nelle coperte, alza il volume della musica o della TV e poi chiude gli occhi in attesa che tutto passi.
O che qualcuno - come succede con Theo - arrivi ad abbracciarlo o a regolarizzargli il respiro. Gli occhi su Adsy non si discostano neanche quando lei, come una cavalletta, zompa via da una posizione comoda, per tornare in cucina.
A ben pensarci, l'ha sempre vista aggirarsi selvaggia in quelle colline di pasta frolla e sfoglia con una certa maestria. Molta più di quanta può averne lui, che sa cucinare solo le uova e qualche altra "roba" di sopravvivenza misera. E beh, certo, dovrebbe ringraziare che ci sia qualcuno in questa casa che si mette ai fornelli, oltre a Rocky, ma non è un ragazzone insensibile.

Adsy? La chiama, ma senza chiamarla per davvero. Gli occhi che rincorrono la sua figura anche quando lei è già lontana.
La fortuna di avere a che fare con una persona come lei, è che non mente, a volte si palesa senza il minimo bisogno di andare a cercarsi informazioni qui e lì.
Le manca Camillo. Così non riesce a stare. Deve fare qualcosa. — Ohhh ehi ma guarda che torn- Camillo torna sempre, casomai è stato Lex quello che non è tornato. O che forse è tornato un po' tardi.
Non lo sa bene come si definisca ciò che prova adesso nel leggere in Adeline una bussola senza il Nord. Forse un nodo in gola, forse gli occhi appena più lucidi. Ma in contrasto completo con la dolce follia culinaria dell'amica, Alexander è calmo. Stranamente calmo, considerati i tuoni in procinto di squarciare il silenzio.
Diciamo che forse - a ben pensarci - non è troppo strano, non quando sfila dalla tasca una boccetta sospetta. L'etichetta verde recita qualche controindicazione, ma non è altro che il suo secondo segreto. Un modo per superare l'ansia dei fulmini quando non c'è nessuno che lo può abbracciare: erba, cbd, roba così, importata ovviamente dall'Olanda, come ogni cliché raccomanda.

— Ho paura che Mirella sia scappata dalla finestra stamattina, o che sia il motivo per cui Rocky non c'è... affabile, sorride anche se si avvicina a lei quatto quatto, fino a che non arriva a sovrastarla per guardare l'impasto oltre la sua testa. — Addy, la vuoi un po' d'erba? innocuo, quasi perfettamente innocente, finisce per sorriderle, prima di sussurrare che La pizza andrà benissimo anche se sospetta che a sbatterlo così, l'impasto implorerà pietà tra qualche minuto. — Le possiamo fare in due le cose, non sono un genio, magari rovinerà metà delle cose, ma non mi va di lasciarti trottare da sola.



 
Top
view post Posted on 7/4/2024, 20:20
Avatar

Group:
Docente
Posts:
420

Status:


Affondo le dita nel cuscinetto di pasta morbida, il bancone spolverato di farina, gli ingredienti sparsi – i pensieri persi.
-Adsy?-
In realtà la voce di Lex riesce a superare le invisibili barriere che innalzo più o meno consapevolmente attorno alla mia figura in momenti come questo, ma in quei primi istanti di boh? è ancora troppo il bisogno di scaricare questa fastidiosa energia che mi attraversa sottopelle come scariche elettriche a intermittenza.
-Ohhh ehi ma guarda che torn-
”Torna sempre, Camillo” concludo la frase entro le pareti della mia scatola cranica, restando in silenzio ma ammorbidendo i movimenti sull’impasto.
Torna sempre – torna sempre – torna sempre me lo ripeto come un disco rotto mal sintonizzato su immagini altre, su immagini di chi – i molteplici, dovrei forse dire? - invece, non è tornato affatto.
Rialzo lo sguardo ritrovandomi ad osservare un Lex molto più vicino di quanto lo abbia lasciato poco fa – e mi ritrovo nell’assurda situazione per cui non so se scoppiare a ridere o a piangere all’idea di una Mirella in fuga.
Scappano tutti, alla fine.
Ma forse non è proprio di Mirella che stiamo parlando.
Le iridi di mare e di bosco sono nuovamente scivolate verso il basso, ma si risollevano ancora una volta quando di fronte al naso mi si para una fialetta dall’etichetta verde:
-E se ci facessi dei tortini caldi - quelli al cioccolato con il cuore morbido?-
Chiedo solo – facendo spallucce leggera.
Dondolo un po' la testolina dorata – tamburello le dita ora sul bordo del ripiano imbiancato dalla farina – non ci riesco proprio a stare ferma, ma il sorriso di Lex attenua quantomeno un po' la muta mareggiata in fermento entro il mio costato.
Mi faccio leggermente da parte, lasciando la postazione con l’impasto ancora da allargare all’olandese: è un mio silenzioso modo per invitarlo “ad entrare” – e mentre recupero una ciotola pulita dove iniziare a rimestare cacao e zucchero, erba o non erba da aggiungere poi, dondolo ancora qualche attimo sui talloni prima di riprendere a parlare:
-Vivo da sola da anni - e bastano due tuoni, anzi la sola idea di due tuoni e l’assenza di qualcuno per agitarmi.-
Rifletto ad alta voce, mescolando lo sguardo verde azzurro nel marrone scuro del cacao.
”Un puma, mh?”
Rincara una parte di me, quella con i toni più taglienti e affilati.
-Qual è la tua paura più grande?-
Chiedo quindi l’istante successivo fermando il moto del mio cucchiaio e puntando le iridi chiare sulla figura del mago.
Sono semplicemente curiosa, come mio solito – ma forse c’è anche un q.b. di un’emozione, o di un pensiero, uno stato più o meno cosciente ma sicuramente vivo entro il mio fragile muscolo cardiaco - ancora troppo indefinito però, per potergli dare un nome.
Torno alla mia ciotola solo quando un lampo di paura mi attraversa i lineamenti – solo che qualche mese fa ho ricontrollato ancora una volta le sembianze del “mio” molliccio.
Ce n’è uno a scuola dal quale torno, ogni tot settimane, come una tossico dipendente sempre con l’intima speranza volta a disperata convinzione di vederlo assumere sembianze diverse questa volta.
Sino ad ora, ho sempre ottenuto in cambio solo amare delusioni – e forse è anche un po' per questo che aggiungo un ulteriore cucchiaio di zucchero al mio preparato.
Ridirigo la mia attenzione all’olandese e gli sorrido mite, le guance e le orecchie arrossate dall’imbarazzo:
-Scusami.-
Di cosa, lo so solo io.
Ma d’altronde sono anche una di quelle persone che se ne vanno in giro per il mondo con la radicata convinzione di avere sempre un valido motivo per cui scusarsi.
Quindi..
-Non dovevo.- - chiedere? espormi troppo? agitarmi? esistere?
L’imbarazzo alla fine, è della scelta.
 
Top
9 replies since 30/12/2023, 10:07   272 views
  Share