Niahndra aveva l'impressione di aver svegliato il proverbiale can che dorme. Fu un dubbio fugace che le illuminò le sinapsi a giorno per un breve istante, il tempo necessario per scoprirsi intrigata dalla prospettiva più che preoccupata. Lex rispondeva alle sfide —era l'unico pensiero che riusciva a registrare in quel momento. La sua era una resistenza quieta ma testarda, di quelle che alle volte finiscono inosservate; ma c'era, e lei non vedeva l'ora di avere l'ultima parola.
«Adesso, tornare a casa ancora intero mi sembra un'idea poco allettante».
Tra tutti i segnali che avrebbero potuto allarmarlo, il cervello di Niahndra pensò bene di inciampare su quello. Se lo rigirò tra le mani per guardarlo da ogni prospettiva e poi lo aggiunse come pezzo di puzzle al quadro (...) che stava creando in background. D'improvviso, ogni cosa pervenne al proprio posto tutto insieme e a Niahndra giunse soltanto un fermoimmagine, come un
clic da lampadina che si accende: improvvisa chiarezza. Il suo corpo si immobilizzò innaturalmente; chiuso e serrato, perché Niahndra non era più lì, ma da qualche parte rintanata nella sua testa mentre ripercorreva gli ultimi minuti e li filtrava con una lente diversa. Si chiese come avesse fatto a non notarlo prima.
Lex non stava opponendo resistenza alcuna. I passi in avanti, il lampo di interesse, l'espressione scaltra; tutto in lui era aperto e invitante, come un venditore che espone la mercanzia e invoglia i potenziali clienti ad avvicinarsi. C'era almeno una parte di Lex che
voleva essere presa —in quella caccia al topo che Niahndra gli stava offrendo— almeno quanto lei era in fibrillazione all'idea di mettere le grinfie su qualsiasi mistero lui nascondesse.
Possibile che si stesse offrendo come agnello sull'altare sacrificale? La prospettiva le rubò il fiato e ogni singolo altro pensiero. Fino ad un attimo prima Alistine sarebbe stata pronta a usare denti e unghie per ottenere il suo scopo, ma adesso un'immagine nuova stava assumendo forma; potenzialità inedita. Per lei le interazioni erano sinonimo di incursioni e sconfinamenti, trovava inconcepibile che per qualcun altro non fosse lo stesso. Contemporaneamente non poté fare a meno di chiedersi come sarebbe stato se Lex si fosse proposto spontaneamente al macello; se lei glielo avesse reso un'opzione tanto appetibile da non dover nemmeno lottare per cavargli le cose a forza. Docile, mansueto, addomesticato.
Era una vertigine inesplorata, che la lasciò stordita e (per una volta tanto) sprovvista di risposte sagaci. Tornò alla realtà in tensione, aspettandosi che Lex approfittasse del suo momento di
défaillance per assicurarsi il punto in quello scambio; ma c'era misericordia nel modo in cui lui si muoveva e sceglieva le proprie battaglie. Un'altra cosa a cui Niah non era abituata.
Magari fu per quel motivo che lei gli mostrò una cortesia simile poco dopo; o magari, aveva riconosciuto un altro grande classico del suo repertorio, l'autoironia; magari ancora, la disturbava l'idea che potesse essere stato Lex a rimetterci del tutto in quello sfortunato
tête-à-tête col paziente geriatrico.
«
Sì, disperato di approfittarsi del toy boy prima che lui smaltisse la botta dei cuba libre». La nota di disprezzo era tutta per Adam-coso.
Okay, forse doveva ancora prenderci le misure con questa storia della misericordia.
Abbassò lo sguardo e prese un bel respiro, sul viso balenò l'espressione di qualcuno che odiava ciò che stava per dire. Il suo corpo, addirittura, si mosse fluidamente indietro nel tentativo di mettere il bancone tra sé e il suo interlocutore.
«
È stato un momento di debolezza, capita a tutti». A lei era capitato. Che storia, anche quella. Dio santo.
«
È un copione trito e ritrito». Fece uno sventolio con la mano, fintamente annoiata, poi ne portò il dorso alla fronte con fare drammatico, gettò la testa all'indietro e iniziò a declamare nel tono più monotono e monocorde possibile: «
Il nostro eroe valoroso è costretto a scappare dai demoni del suo passato. Approda alla nuova terra, ma il passato continua a tormentarlo: non riesce a dimenticare l'amato che si è lasciato oltre-Manica ed è costretto a ripiegare sui vecchi decrepiti in un attimo di debolezza». Non era sempre quella la storia?
Forse stava proiettando. Di nuovo.
Scosse la testa. «
È una tragedia, davvero». Zero empatia, zero emozioni. Lo disse come avrebbe potuto dire "piove".
Ma la recita non durò a lungo perché fu impossibile frenare il ghigno divertito che spuntava ostinato. Avrebbe spremuto la storia del vecchiardo
per settimane.
Lo sguardò cadde repentino a controllarlo quando Lex si mosse per un terzo passo. Niahndra serrò le labbra e fece spuntare il mento testardo prima di riportare gli occhi su senza fare niente per nascondere che lo stesse soppesando e valutando. L'espressione suggeriva di non proseguire oltre.