Scarabocchio, [Quest di apprendimento]

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view post Posted on 30/1/2024, 21:08
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Alexander Hydra | 23 annijpg

Tu corri, Lex. Corri verso casa da quando la passaporta ti ci ha portato vicino. Lo fai come se fossi un cane che, abbandonato sul ciglio di una strada, si libera per tornare dai suoi proprietari.
Certo, ecco, non sei un cane. Non sei neanche stato abbandonato, sebbene Hans ci abbia provato ad essere ancora più durò con te. E soprattutto non stai male a Londra, stai davvero bene. La tua vita si è solo un po' rivoltata, non è male. E va bene, in Inghilterra piove troppo - non è un pregiudizio, lo hai visto coi tuoi occhi - ma è un bel posto.
Però cazzo se ami Amsterdam!
Fa anche leggermente più caldo, tanto che ti scopri mentre ti avvicini alla porta. In teoria arrivi prima tu, oggi, di Theo. Mamma mia, ci pensi? Rivedrai Theo. Certo che ci pensi! Che quello ogni anno è più grande, più bravo, più forte. Perfino più bello.

Non vedi l'ora di stritolargli le ossa e farti raccontare tutto. Vuoi sapere se la vecchia Sanchez ha smesso di intossicare con il palo santo tutta la classe. Vuoi sapere se quello scheletro di Alvarez continua a chiudere gli occhi di fronte ai funghi che gli nascono anche sotto i piedi, oppure se ha deciso di aiutare il mondo e lavarsi più spesso. Le classiche cose.
E, soprattutto, vuoi vedere che faccia farà quando gli mostrerai il mega drago che hai al collo. Perché lo sai che impazzirà e vorrà giocarsi una sessione solo su quello.
La tua casina, però, ti rapisce appena entri nel vialetto. E' piccola ma grande, leggermente decorata - preferite le lucine ed il buon cibo, ad addobbi più pesanti - ha ancora i muschio che si arriccia da nord. Ti chiedi se mamma stia provando a richiamare i folletti per spaventare la signora Oshrt oppure se ci abbia rinunciato.
Ma il bello è che potrai chiederglielo di persona! Tanto che entri in casa e sembra che dall'altra parte ci sia qualcuno che scodinzola più di te. «Lexy?!» «Mà!»
Apri le braccia, vai cadere a terra il borsone, ti prepari all'arrivo.
Sono i richiami di un legame profondo, e prima ancora che il calore di casa di scaldi le guance, Loreen ti abbraccia. E tu la stringi, ad occhi chiusi, perché può essere minuta ma cavolo se ti toglie il fiato.
«Ik kan je ribben voelen, non mangi abbastanza» *ti sento le costole.
«Certo, come faccio a mangiare se nessuno cucina come te?» ma ridi, le riempi la testa di baci, anche se poi stai fermissimo quando lei si alza in punta di piedi e ti bacia una guancia.
Vi sciogliete con poco voi due. «Dai, appoggia le cose di sopra, che- AH, LE PATATE!» Un'epifania che la vede allontanarsi verso le pentole che fumano appena. Va beh, anche se le patate avranno più crosta, nessuno se ne lamenterà. Non il tuo stomaco che apre voragini.
Ridacchi comunque nel vederla, un piccolo petardo dai capelli castani legati in una coda scombinata. Ha il grembiule da cucina macchiato di pittura - lo lava sempre ma non ha cuore di togliere le tracce del passaggio dei suoi figli - e quando l'hai stretta hai sentito il profumo del pane caldo. Le dai poco tempo per respirare, mentre si gira a sorriderti e tu sei di nuovo lì vicino. Spii tra le pentole, muori dietro il vapore delle polpette al sugo all'italiana.
Vi innestate bene in questa casa, in un salone aperto con la cucina a vista. I mobili colorati almeno quanto le tue braccia, una bella luce che fa da addobbo perfetto.

«Ik heb honger» *ho fame, mormori, come se non avessi fatto un casino atroce entrando in casa. Ché Loreen ti sente anche se sei nel vialetto, ormai ha affinato un'orecchio assoluto solo per i suo figli.
E tu sei indubbiamente il più rumoroso dei due. Sai benissimo dove sono i mobili di casa, ma ti ostini a prenderti le spigolate sugli angoli, anche quelli smussati.
Però non fa niente, no? Non fa niente se a casa ci torni comunque, se giri per casa a piedi nudi perché ci sei abituato.
Magari avresti potuto salutarla in modo meno invasivo? - sei comunque sufficientemente molesto - è che mamma ti è mancata.
Insomma, sì ti sei fatto i tuoi giri per il mondo, ma è da Marzo che non la vedi. Tranne quando hai fatto un salto veloce per il suo compleanno. Quella volta sei stato con lei qualche ora, un po' vittima delle imposizioni di tuo padre.
Ora però torni a casa vittorioso: hai un lavoro, stai perfino facendo "il mago" come voleva lui, quindi non ha nulla da rompere.
Appoggi il muso su una sta spalla, spiandola ancora. Lei che ancora rimesta l'impasto di patate e rosmarino. Casa, ha il suo profumo.
«Ik mis je». Mi sei mancata.
«Jij ook, ma adesso vai dai, lasciami finire prima che arrivino a casa altri due affamati»*anche tu. Lei ti risponde sorridendo.
Non è un lamento il tuo, forse un miagolio impunito di un figlio che deve crescere per forza, ma che ama la sua famiglia a dismisura.
Ecco, tu neanche in adolescenza hai mai allontanato le coccole. Non come Theo che non si fa più strapazzare senza il giusto preavviso. A te andava bene che ti stringesse perfino davanti a scuola, o lungo i binari del treno. Perfino davanti ai tuoi amici, perché l'amore non deve essere debolezza, ve lo siete sempre detti.

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Stacchi un pezzo di Kerststol dalla sua splendida forma, che hai una fame da lupi anche se è ancora presto. « Porto fu la roba...» ingoi il boccone «... e vengo a darti una mano. Nehomangiatopochissimo, è buono da paura Mà.» Però ti aspetti le sue rimostranze, la risata con cui - teatrale ma un po' affaticata da tutto quel lavoro, ti addita - «Non esiste proprio, non voglio ritrovarmi il sugo sul soffitto» ti piace tanto quando ride, che ridi con lei. «E poi lo so che scalpiti, non staresti attento»
Mamma ha sempre ragione, quanto ti conosce!

Zompi sulle scale a cuor leggero, è vero che la casa in cui stai, a Londra, è bella... ma questo posto è la tua vita, racchiude i segni del tuo passaggio. Come il muro tra le camere, dove ancora sono segnati gli scatti d'altezza che avete raggiunto tu e Theo. I tuoi in verde, azzurro e rosso - rosso per il momento in cui sei quasi arrivato al metro e ottanta in un'estate. I suoi in arancio e viola, a rincorrersi. Sei dannatamente felice. Sorridi anche nel lanciare al volo il borsone sul letto. Tanto starai qui qualche giorno, non puoi restare a contemplare e basta, i tuo piedi scalpitano. Roba che per poco non voli già dalle scale per coprire più spazio possibile nel farle.

STATISTICHE & INVENTARIO
PS 180 | PC 120 | PM 115 ▾ EXP 45.5
Bacchetta: Legno di Vite, Crine di Qilin, 14'' molto flessibile
↳ In un porta bacchetta da fianco.

Caramella d'illusione [in tasca]
↳ Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero!

Maleficium [collana]
↳ Antiche leggende dicono che la magia dei Draghi non smetta d'esistere neanche dopo la loro morte: il Maleficium è un teschio permeato di magia, ha la forma di una testa di Drago in miniatura (come monile) con fauci e zanne. Sacrificando una goccia del proprio sangue come pungendosi sulle corna, il teschio torna in vita, mutando in un Drago scheletrico di circa due metri a propria difesa e attacco (privo di fuoco, ad es. codata, carica, zanne ecc.) per 3 turni. Dopodiché tornerà teschio in attesa di sacrificio. Valido una volta in Quest / Eventi, tempo di ricarica un giorno

Intreccio di scaglie [bracciale]
↳ Bracciale fatto con scaglie di drago, note per essere refrattarie a quasi tutti gli incantesimi. Realizzato sul momento, si potranno scegliere le scaglie del Drago preferito oppure richiedere una combinazione di scaglie differenti (colori, forme e resistenza cambiano). Se indossato, vi proteggerà dalle fatture presenti fino Quarta Classe (esclusi Proibiti). Utilizzabile una sola volta in Quest / Eventi

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view post Posted on 2/2/2024, 19:25
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C’è un legame speciale nelle famiglie come la tua, Alexander Hydra.
È magia, ma non di quella che si produce con una bacchetta. No, questa viene generata dagli abbracci, da un bacio schioccato veloce su una guancia, da un buon piatto di polpette cucinato con amore. Tutto questo non è una fortuna di cui possono godere in molti e questo lo sai.
L’accoglienza di tua madre Loreen è calorosa come sempre, il suo immenso affetto è un sole perenne dentro il tuo cuore, è quella figura che mai potrai dimenticare e che ti riscalderà anche nei momenti più freddi. Del resto è questo che fa una madre: ama incondizionatamente.
E tu e tuo fratello per lei siete le stelle più brillanti del suo firmamento.
Perciò non c’è da stupirsi se il suo umore ha subito un’impennata quando ti ha visto. Si è svegliata così, ma la verità è che è in fibrillazione da giorni, man a mano che la vigilia di Natale si avvicina. Avere te e Theo sotto lo stesso tetto, nuovamente tutti insieme! Una delle più grandi gioie che mai potrebbe chiedere al mondo. Così il profumo di cibo avvolge l’intera casa, la dispensa è piena di biscotti appena sfornati, stroopwafel fragranti, dolci e marmellate.
Quando entri come un crup entusiasta manca poco che scodinzoli, ma Loreen ti asseconda, ti abbraccia e si preoccupa per le tue
costole troppo sporgenti. È la classica frase da mamma apprensiva che sa che nessuno, in fondo, cucina come lei. E ne va anche fiera. Così dopo aver infornato le patate e averti ripreso per aver rubato impunemente un pezzo del kerststol che lei tanto si era impegnata a renderlo perfettamente tondo, ride mentre ti guarda scappare su per le scale come ti ha visto fare una miriade di volte. È già certa che tra poco sarai di nuovo giù da lei in cucina, pronto a rubare qualche altro bocconcino dai vassoi e dalle pentole borbottanti.

Camera tua è come la ricordavi. È riordinata di fresco, le lenzuola odorano di bucato, ma se affondi il viso nel cuscino, senti anche il sentore del profumo di tua madre. È anche il profumo di una serenità che ti si apre davanti per questi giorni a casa, tanto che persino l’eccessiva severità di tuo padre sembra ininfluente. In fondo cos’ha da ribattere, sei un uomo in carriera, no? Beh, insomma, non proprio, ma ci si fa andar bene tutto, l’importante è non morir di fame.
Fuori la finestra c’è un tempo mite, l’azzurro del cielo è lo stesso che colora le tue iridi brillanti e che tanto ammaliano coloro che ti incontrano. Non può andare meglio di così, no?

Il passo leggero di Loreen anticipa il suo arrivo sull’uscio di camera tua prima che tu possa planare nuovamente di sotto. Su un tovagliolo ha messo un altro pezzo di kerststol perché, ormai, la sua forma perfetta è andata a farsi benedire, ma va bene così visto che stai
morendo di fame. Te lo porge sedendosi sul letto. Lo capisci subito, anche se sorride, che c’è qualcosa che la preoccupa, ma lei non sembra voler dire subito cosa. Ti osserva prendere il pane dolce, sembra quasi indecisa sebbene il suo sorriso non tentenni mai. Tua madre è una bellezza genuina, dolce e senza tempo. C'è ancora gente che la guarda con basita incredulità quando lei rivela la sua età; in effetti sembra proprio una ragazzina. Eppure c’è una piccola ruga verticale fra le sue sopracciglia, una ruga che non hai visto spesso se non di tanto in tanto, quando eravate in Perù e lei era sola con tu e tuo fratello piccini. Poi prende un bel respiro e ti guarda intensamente.
«Lexy… prima che tuo padre arrivi…» Esordisce. Tiene le mani in grembo, ha ancora su il grembiule che ha una macchie di sugo in più punti, sembra quasi un quadro di Pollock.
«Per caso…» È palesemente indecisa, ma alla fine butta fuori il rospo e ti mostra della preoccupazione: non abbastanza da farti agitare, s’intende. «Theo ti ha scritto qualcosa in questo periodo? Perché, vedi… » Si porta dietro l’orecchio una ciocca di capelli. «Negli ultimi gufo che mi ha mandato non sembrava particolarmente entusiasta di passare le vacanze qui. Il che è strano lo sai, soprattutto sapendo che tu ti fermerai un po’ di più.» Ecco, ora noti le sue dita arrossate, le unghie un po’ smangiucchiate. Theodore è un adolescente e come tale si comporta. È un’età delicata, lei lo sa, anche se tu non le hai mai dato grandi problemi e, fino ad ora, nemmeno tuo fratello. Tuttavia il suo istinto la porta a indagare, a guardare te perché sa che per quanto lei vi ami, il legame tra voi due è unico e supera qualsiasi cosa.
 
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view post Posted on 5/2/2024, 09:49
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Alexander Hydra | 23 annijpg

Non ti sei mai detto quelle frasi da copertina di un libro. Nulla che centrasse con "è troppo bello per essere vero", no. Tu ti godi il momento, Lex. E se è bello, allora che sia bello. Se è bellissimo, sarà bellissimo, senza quella macchia del "non può durare", per te ogni istante ha valenza per sé.
E forse è il motivo per cui alcuni dei tuoi ultimi... ragazzi, diciamo, non sono rimasti a lungo. Insomma non è facile stare con qualcuno che non sa guardare più avanti di un paio di settimane.
Puoi dirti, sì, che la tua filosofia non è per tutti. E' che poi entrare in camera ti ricorda i primi tempi. Ti appoggi un po' allo stipite della porta, guardi con un sorriso colpevolissimo il tuo letto.
Dio, se la mobilia sapesse parlare, tu dovresti zittirla. Ma sorridi, perché eri comunque piccolino quando hai lasciato questo tetto, e di fretta e furia siete scappati in Perù.
Non che tu te lo sia goduto meno quando poi siete tornati "a casa", nella vostra amatissima Amsterdam. Però certo le cose sono andate diversamente da ogni tua previsione, e poi va beh, lo sappiamo. Poi hai trovato il tuo Van e sei partito, hai fatto il girovago con un piede sempre dentro casa. Non che tu non ci possa più rientrare, ma senti di aver inevitabilmente fatto quel passo ad adulto. Anche se poi non lo sei mai, anche se poi ti pieghi sulle ginocchia per vedere se nel legno basso delle travi del letto si intravedono quelle due lettere che ci hai inciso.

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E sei pronto a scendere, ma tua madre risale con il passo che le riconosci cucito addosso. Quanto è bella quando pensa a te in questo modo, e soprattutto quando si connette al tuo stomaco che borbotta con così tanta precisione. Mica te lo fai dire due volte, e quel pezzo di Paradiso appena sfornato lo accetti immediatamente. Certo, per fare questo ti devi sedere sul letto accanto a lei, ed i tuoi occhi non si scollano dalla sua figura.
Non sei mai bravo a capire cosa qualcuno starà per dirti, ma tua madre la conosci abbastanza da leggere la sua espressione. Non state scendendo, vuole del tempo con te, e non glielo toglieresti mai.
«Lexy… prima che tuo padre arrivi…»Esordisce così, ed una parte di te stringe i denti. Tuo padre. Hans ha ancora qualcosa di sbagliato da dirti? E' ancora deluso dal tuo non essere il mago che dovresti?
Trattieni il fiato, ma ti rendi conto - lasciandola andare avanti nel suo discorso - che avresti preferito parlasse di papà.
Invece qui il punto è Theo. Il vostro Theo. «Che dici, Mà...» però lo senti bene che cosa sta dicendo. Infatti anche il tuo sorriso si incrina un pochino. Ok, Theo ultimamente è un po' vago, ma è cresciuto, sta cambiando e tu lo leggi come una persona diversa da te.
Sai che non vorresti mai un fratello ad immagine e somiglianza, e che forse un po' lo tormenti quando vi vedete, perché non sei in grado di essere distaccato se puoi invece mostrargli quanto lo ami.
Magari sei anche intenzionato a consolarla, è vero, ma qualcosa in te si piega piano. «N-no, non l'ho sentito tanto, ma sapeva che ci vedevamo, quindi insomma, magari si è risparmiato qualche gufo...» stai ragionando, ora, sul perché non abbia scritto a te. Le tue mani, vicino a quelle di mamma, si tormentano un pochino. «Non è che ti fai troppe storie?» Le nubi per te devono essere passeggere, tanto che le spingi una spalla contro per scuoterla dolcemente. «Magari s'è trovato una tipetta, e ci voleva stare di più-» anche se niente ti dà da pensare che Theo abbia una fidanzata, pensi solo che sarebbe un valido motivo per non volerti vedere, più o meno. «Cosa ti ha scritto?»

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Sei preoccupato, questo è chiaro. Theo è un ragazzo di diciassette anni in piena (probabilmente) crisi ormonale. L'ipotesi di una cotta improvvisa è un argomento scottante anche a parlarne con la mamma; soprattutto con la mamma. Però tu, Lex, sei il fratello ideale con cui scambiarsi opinioni e ricevere consigli. È strano che lui non ti abbia detto nulla, non trovi? È la stessa cosa che pensa Loreen, ma non te lo dice perché guarda fuori dalla finestra e non vuole preoccuparti di più, ora che ha scoperto che non ne sai più di lei.
«Sì, magari sono io...» Mormora pensierosa, ma si volta verso di te con un grande sorriso, lo stesso che di certo hai preso da lei e non da tuo padre. No, da lui hai preso i capelli biondi degli Hydra: una fortuna, eh? Ma fanno colpo, tanto basta.
«In realtà non molto, le solite cose.» Loreen alza gli occhi al soffitto, ne chiude uno e arriccia il naso nel tentativo di ricordare. Ora sembra ancora più piccola. «Dunque... mi ha scritto che a scuola va bene, che la Sanchez tormenta ancora gli studenti, che hanno iniziato Cura delle Creature Magiche, che alcune di loro hanno colori così belli che muore dalla voglia di dipingerli... Ah!» Si batte una mano sulla fronte. «Ora che mi viene in mente, mi ha anche detto che non vede l'ora di mangiare l'<i>Appeltaart che preparo io per la Vigilia.. Poi silenzio stampa. » Aggrotta le sopracciglia, interdetta. «In effetti, non ha molto senso, se poi mi dice che è molto impegnato con lo studio, che ha iniziato un corso facoltativo di pittura trasfigurante e che forse dovrebbe tornare prima a scuola. » Ci pensa su, poi si alza in piedi pulendosi le mani sul grembiule infarinato. Il sorriso, comunque, è tornato ancora sulle sue labbra, ma negli occhi... no. Quelli esprimono ancora perplessa preoccupazione, ma c'è poco da fare con l'istinto di una madre. Si avvicina verso la finestra e dopo un po' esclama: «Oh, sono arrivati! Ecco tuo padre e...» Si interrompe bruscamente e si volta con lentezza verso di te. «Dov'è Theo?!» Senza attendere una tua risposta, vola via verso le scale. Senti i passi sui gradini rimbombare nella tua stanza... e nelle tue orecchie.
 
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view post Posted on 8/2/2024, 15:35
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Alexander Hydra | 23 annijpg

Silenzio stampa. Quanto cazzo è brutta come espressione, ancora meno se associata a Theo, che solo attraverso la carta si può esprimere quando siete distanti.
Ti scende un brivido gelido lungo la schiena, la raddrizzi, tieni ben aperte le orecchie ed ancora più spalancati gli occhi. SI possono dire fin troppe cose di te, ma quando si parla della tua famiglia, apri le ali per proteggerli tutti. Ti che ti sei preso il ruolo di tuo padre quando Hans ha commesso i suoi errori e vi ha allontanati.
Un ruolo che non sei più stato in grado di ridargli, che ti tiene sulla graticola ancora. Certo, il bambino che è in te, ha già perdonato Hans, per un abbraccio venderesti anche il tuo paio preferito di scarpe ma... ma quando poi si parla di questioni tra gli uomini di casa, ti innalzi fino a toccare il soffitto e fargli ombra.
E per quanto ti faccia strano vederla così, non sei insolito all'umore di tua madre. Te lo ricordi come è stata quei primi mesi dalla separazione, quando ha forzato se stessa a muoversi in un terreno nuovo, così niente le avrebbe ricordato Hans. Né i muri che tanto amavi tu, né quelle stanze in cui avevate vissuto fino a quel momento.
Ma certo adesso non ti aspetti abbassamenti di morale, anche se - beh - tuo padre in qualche modo lo tieni d'occhio, solo perché non ti va che Mà subisca altri sbalzi. Non quando Theo è un adolescente e, per quanto anche tu ti sia dato parecchio da fare a quell'età, si comporta in modo strano.
Dovrei dire che non accade, che niente nelle parole di Loreen ti colpisce, ma sarebbe una bugia. E neanche tu ne dici, più o meno. Salvo alcuni estremi casi, ecco. Perlopiù bugie bianche.
E ci stai attento a quello che ti dice, quando una cosa in particolare ti resta impressa.

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«Pittura trasfigurante, sembra una figata» ma lo dici senza entusiasmo, immagini solo quanto a Theo possa piacere il combinare i due elementi. Ché lui è più artista di te e mamma messi assieme, di questo ne sei certo.
Ma, ecco, non sei felice di questo. Finora non c'è mai stato nulla che lo convincesse a tornare a scuola prima, anzi.
Da quando tu sei fuori da Castelo, più tempo passa con te e meno ha voglia di strapparsi via per tornare in quel posto isolato dalla famiglia. Lontano da te.
Te lo devi chiedere adesso, sì, se gli hai fatto qualcosa che non ricordi. Ma non ti sembra di essere stato freddo nelle tue lettere, anzi. Forse un po' troppo appiccicoso. Ti pizzica il cuore.

Ma, beh, ma poi arriva Hans. E se c'è qualcosa che non sai essere tu, è rissoso. Non ci riesci, non è da te ringhiare o aggredire, ma quest'assenza monta dentro quasi all'improvviso.
In verità è solo perché se c'è qualcuno a cui addossare le colpe, quello è più probabile che sia Hans.
Soprattutto ora che tua madre sottolinea che non c'è Theo con lui.
E tu sbuchi dalle scale, gli occhi che - fulminei - cercano il volto di tuo padre. Ti si chiude lo stomaco. Sgrani gli occhi prima di assottigliarli. Sei perfino più alto di lui, e forse ora non manchi di rimarcarlo.
«» il tuo più che un saluto è un cenno, mentre cammini verso di lui. Certo che la noti quell'espressione, ma arrivi a fermarti a pochi passi da lui.
Se potessi leggergli la mente faresti di tutto per farlo. Anche se non sai muoverti a muso duro fino in fondo, la tua guardia non si alza mai così tanto.
«Dov'è? Che gli hai detto, mh?»
Nessuno ti ha detto che è colpa sua, l'hai appena deciso tu. Che non vedi traccia di Theodore, e non puoi credere che voglia mancare un appuntamento con te. E' più facile che non voglia vedere vostro padre.
«Che cosa gli hai detto?» l'ho ripeti, stavolta più lentamente, scandisci.

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Che tu sia imprevedibile, i tuoi genitori lo sanno. Soprattutto tua madre che ti ha visto crescere molto più di quanto non abbia fatto tuo padre. Perciò il tuo rancore, anche se tutto particolare quando è provato da te, è comprensibile.
Lui non c’era. Lui ha fatto soffrire la mamma. Lui non ha accettato Theodore, non subito almeno. E questo è difficile da perdonare, pur con tutte le buone intenzioni del mondo; persino per uno come te.
Quando scendi dalle scale, i tuoi non si ravvisano della tua presenza. Stanno parlando a voce bassa e la schiena di Loreen copre in parte la figura di Hans che è piegato in sua direzione, come se volesse dirle qualcosa che tuttavia non deve essere colta da nessuno se non da lei.
Il tuo arrivo li fa entrambi sobbalzare, come due bimbi sorpresi con le mani nel barattolo della marmellata. Mentre Loreen si scansa, rimanendo però vigile (perché l’espressione sul tuo viso non le piace), tuo padre si irrigidisce sull’uscio della porta. La luce alle sue spalle conferisce al suo profilo una certa aria drammatica, di quelle che si vedono nei film Babbani.

«Alexander.» Ti saluta ricambiando la tua freddezza. Non lo fa con astio, questo è certo, ma è risentito dai tuoi modi. Non fa in tempo a mettere piede dentro casa che tu li stupisci. Entrambi ti guardano sbalorditi e ad Hans ci vuole un attimo prima di riprendersi. Sa che il vostro rapporto è complicato, certo, ma non è proprio quello che si aspettava nel rivederti.
«Cosa? Ti sei bevuto il cervello?» Dice a denti stretti. Tuo padre è facile all’ira tanto quanto tua madre è capace di ammansire la più feroce delle bestie: sarà per questo che, in fondo, stavano… anzi, no, stanno bene insieme.
Hans, però, non è un violento e mai lo sarà. Solo il suo sguardo, smeraldo come quello dei suoi avi, si fa pungente come una lama. Si fa avanti, chiudendosi la porta alle spalle, e con sé sembra portare la cupezza di tanti anni lasciati irrisolti, quelli lontano da voi.

«Io non gli ho detto proprio niente, datti una calmata. » Sibila, scoccandoti un’occhiata severa. Ti supera e va in salotto, verso il camino. Ostenta calma, ma le mani gli tremano mentre prende una scatolina di porcellana dalla mensola. Al suo interno, riconosci il bagliore verdastro della Polvere Volante.
«Lexy, tesoro… Stai tranquillo… » Senti le dita calde di Loreen avvolgerti il polso, il suo profumo rassicurarti mentre ti si avvicina. Ti accarezza il braccio, turbata di averti visto andare così diretto contro tuo padre. Nonostante tutto, ha sempre sperato che poteste ricucire il rapporto tra voi.
«All’aerostazione non c’era.» Hans ti guarda duramente, ma lo senti entrare sulla difensiva. Il viaggio da Castelobruxo ad Amsterdam è lungo: ci si muove per il continente tramite una serie di Ziggurat Svanitori che fungono da stazioni distribuite in tutte le città principali del Sud America e dintorni. È una complessa rete quella che li mette in comunicazione, centinaia e centinaia di binari azionati da un’enorme Metropolvere solitamente molto efficiente. Tuttavia per arrivare fino ad Amsterdam bisogna prendere un Aeroccamy, uno speciale dirigibile che sguscia nel traffico aereo Babbano come l’uccello piumato da cui prende il nome. Theodore sarebbe dovuto essere lì, col suo baule e il suo sorriso.
«Mi metto in contatto con quelli di Lima.»
Il vostro è un camino grande poco meno di una porta, come quelli che si trovano nelle case di altre famiglie di maghi. Non c’è da stupirsi se quindi ad Hans basta allungare semplicemente il collo, come se si affacciasse da una finestra. Nel fuoco lancia una manciata di Polvere Magica e mentre lui tenta di comunicare con l’altra parte del mondo –e ci vorrà un po’ prima di stabilire la connessione–, tua madre ti stringe maggiormente il braccio. I suoi occhi fissano il piatto di Appeltaart posto sull’isola della cucina.
 
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Alexander Hydra | 23 annijpg

Il tuo cuore pompa più in fretta del dovuto, come se ogni centimetro dei tuo corpo avesse bisogno di sangue nuovo con cui... beh, grazie al quale magari rivalutare la tua impulsività.
Potresti iniziare ammettendo che l'insinuazione - mentale, tua in primis - che Theo non voglia tornare a casa, né stare con te quei giorni, ti ha fatto malissimo. Ha proprio preso un punto specifico del tuo essere ed ha iniziato ad infilarsi come una spina velenosa.
Una sola, sia chiaro, ti ci vuole molto di più per disincantarti dall'amore che provi per tuo fratello, ma insomma. Per questo è più facile trovare in Hans la fonte del tuo grumo d'astio.
Così, di fronte a tuo padre non arretri.
Non ti va giù e basta che, nel rimettere piede in questa casa, poi si comporti di nuovo come se ne fosse il proprietario. E lo è, se è per questo lo è eccome. In fondo, ci ha vissuto lui quando tua madre vi ha portati in Perù.
E' che l'insieme non ti torna, e quando Hans risponde, tu per poco non mostri i denti. Certo per poi pentirtene subito, scostando il muso e lasciando vagare lo sguardo altrove.
Punti alla porta, come se all'improvvisto Theo potesse gettarvisi contro di corsa, in ritardo e basta sulla sua tabella di marcia.
Lo fai passare perché è Loreen quella che ti chiede di stare calmo, allora magari ti accorgi dei muscoli in tensione, ed avvicini, cauto, piano piano, la fronte alla sua. Solo per trarre un respiro.
Lei è preoccupata, Hans è nervoso, e tu non stai capendo perché Theo non ci sia, non è un buon segno.
Non hai mai pensato che la distanza fosse un problema, ma ora lo sta diventando. Lima è dall'altro capo del mondo, e a te mancano i battiti.

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«... non era neanche a quella di partenza?» forse vuoi sorvolare più velocemente su come l'hai trattato quando scivoli via lentamente dalla presa di mamma sul tuo braccio e ti avvicini a tuo padre.
Sfili il cellulare dalla tasca, magari Theo in qualche area babbana ti ha scritto, magari ti ha lasciato qualcosa che può fare al caso vostro. Sentire quelli di Lima ti sembra spaventoso. Come se a Theo fosse successo qualcosa. Ma non gli è capitato nulla di male, non può, è di tuo fratello che stiamo parlando.
«Forse ha preso quello dopo» allunghi un braccio verso la porta d'ingresso, non ti piace che ora resti chiusa. «Dobbiamo tornare a prenderlo» ti ripeti, sottovoce. Theo non parla e non sente, e per questo - a volte in errore - ti sei sempre preoccupato più del dovuto con lui, perfino se sai che può arrangiarsi da solo. Che magari è vero eh, lui è un ragazzino con le palle, ma il resto del mondo è crudele e basta.

STATISTICHE & INVENTARIO
PS 180 | PC 120 | PM 115 ▾ EXP 45.5
Bacchetta: Legno di Vite, Crine di Qilin, 14'' molto flessibile
↳ In un porta bacchetta da fianco.

Caramella d'illusione [in tasca]
↳ Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero!

Maleficium [collana]
↳ Antiche leggende dicono che la magia dei Draghi non smetta d'esistere neanche dopo la loro morte: il Maleficium è un teschio permeato di magia, ha la forma di una testa di Drago in miniatura (come monile) con fauci e zanne. Sacrificando una goccia del proprio sangue come pungendosi sulle corna, il teschio torna in vita, mutando in un Drago scheletrico di circa due metri a propria difesa e attacco (privo di fuoco, ad es. codata, carica, zanne ecc.) per 3 turni. Dopodiché tornerà teschio in attesa di sacrificio. Valido una volta in Quest / Eventi, tempo di ricarica un giorno

Intreccio di scaglie [bracciale]
↳ Bracciale fatto con scaglie di drago, note per essere refrattarie a quasi tutti gli incantesimi. Realizzato sul momento, si potranno scegliere le scaglie del Drago preferito oppure richiedere una combinazione di scaglie differenti (colori, forme e resistenza cambiano). Se indossato, vi proteggerà dalle fatture presenti fino Quarta Classe (esclusi Proibiti). Utilizzabile una sola volta in Quest / Eventi

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Hans non ti risponde, è troppo occupato a parlare con quelli di Lima. Lo senti chiedere di Theodore e avvisarli che non fosse presente nell’Aeroccamy, ma senti anche loro rispondere che, invece, c’era alla fila d’imbarco e, anzi, era persino tra i primi. Segue un lungo silenzio, interrotto solo dallo scoppiettio delle fiamme smeraldine.
Allora tua mamma geme per la preoccupazione, si copre la bocca con le mani perché mai, mai Theo è mancato da casa. La paura è la stessa che provi tu: lui è diverso da tutti gli altri, ma è forte, indipendente. Solo che, come pensi anche tu
il mondo è crudele. È chiaro che sia tu, che tuo padre, che tua madre pensate la stessa cosa. Per una volta, almeno, tu ed Hans siete sulla stessa lunghezza d’onda: che gran consolazione, eh?
Sullo schermo del tuo cellulare non c’è nulla, né un messaggio né una mail: niente, nada, nisba.

«Sì, d’accordo, vi ringrazio…» La comunicazione si interrompe.«…Grazie un cazzo.» Aggiunge Hans quando il fuoco si spegne. Comincia a camminare facendo avanti e indietro nel salone ed il suo volto ha una sfumatura tanto scura, quanto è pallida quella sul viso di Loreen.
«Lexy ha ragione, tesoro, forse Theo ha dimenticato qualcosa ed è tornato indietro. Forse ha preso quello dopo…» Fa un timido passo avanti, verso il marito che, però, sfugge alla sua presa.
«No, ho aspettato anche quello dopo.» Dichiara, secco. Le sue labbra sono talmente tirate che quasi scompaiono. Mentre tua madre si lascia cadere sul divano, lo sguardo perso nel camino dove, fino a poco fa, s’era palesata una seppur flebile speranza, tuo padre ti fissa. Il suo sguardo gelido ti inchioda sul posto, incrocia le braccia.
«Cosa pensavi gli avessi detto?» Ti domanda improvvisamente con una calma improvvisa. Sembra quasi tastare il terreno, andarci più cauto di quanto, in realtà non vorrebbe, visto come le sue dita stringono la stoffa della giacca color cognac che indossa.
«Ti ha detto qualcosa?
Più o meno la stessa che ti ha fatto tua madre solo pochi minuti fa, prima che questo terrore sei intrufolasse dentro casa vostra come un ospite indesiderato.
 
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view post Posted on 15/2/2024, 21:24
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Alexander Hydra | 23 annijpg

Theo era tra i primi all'imbarco, il tuo cuore riprende a battere. Ecco, quello è tuo fratello. Il primo a farsi strada per tornare a casa, perché è contento di vederti, di riabbracciarsi, di farsi raccontare le tue mille avventure e ti passare all'Atelier per provare gli skyte assieme. Però questo stona con il vuoto sul tuo cellulare, nessuno avviso di Theo, niente che sia d'aiuto. Stringi il metallo tra le dita, azioni la suoneria, ma poi lo rimetti in tasca, a contatto con te, sia mai che suoni e tu per sbaglio non lo senta.
Guardi tuo padre, il volto scuro come le nubi a maggio. E poi tua madre, bianca come un cencio ed allarmata da morire. Theodore è stato cresciuto con la consapevolezza di dover stare attento, più degli altri ragazzini che, parlando, potrebbero cavarsela.
Era questa la tua preoccupazione quando lui ha iniziato il secondo anno a scuola e tu hai finito i tuoi sette. La paura di lasciarlo solo.
Non che Theo non sia uno in grado di cavarsela, insomma, lui stesso non vorrebbe che lo consideraste "non in grado", no? Però se gli è successo qualcosa, è successo dopo che ha preso l'Aeroccamy.

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«No, no ehi Mà vedrai che lo troviamo-» mormori, quasi miagoli nel cercare di rassicurare Loreen, ché non riesci a vederla così. Non riesci a fissare gli occhi nei suoi senza prenderti quei riverberi di preoccupazione, come se tu non stessi esplodendo d'ansia.
Hans però non ha finito con te, e quando ti viene vicino ti rialzi, la coda di paglia quasi ti torna tra le gambe. «Ma no, Pà niente...»
Bugie. Certo Theo non ti ha detto niente, ma non è vero che non alludevi a nulla. «Lo sai, non sei mai gentile con lui e Titi sta-» ti blocchi, non ti piace parlare di questo e non ti piace farlo con Hans, per quanto tu da piccolo gli volessi un bene dell'anima. Lui non ha solo abbandonato Theo, ha lasciato senza problemi anche te. «-...Theodore sta crescendo» come stavi crescendo tu quando lui ti ha lasciato.
Non lo guardi negli occhi, ti allunghi a prendere la giacca dal piolo in ingresso.
«A-andiamo a cercarlo. Se è salito e non è sceso, l'avranno visto gli operatori. Se è sceso e, non so, ha fatto la strada a piedi, lo troviamo lungo la via» Adesso riguardi tuo padre, Mà starà a casa?

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L’espressione di tuo padre si indurisce, Alexander; quella di tua madre, invece, è sorpresa. Lei schiude le labbra, ti guarda intensamente negli occhi e mormora un flebile: «Lexy, ti prego…»
Ciò che hai appena detto ha un peso, anche se forse le tue intenzioni (quelle volontarie) non erano delle peggiori. Il punto è che hai toccato una corda sensibile, un nodo che non si è mai sciolto del tutto, nonostante la fatica che tuo padre ha impiegato per ammettere il proprio errore.
Lo sa perfettamente cos’ha fatto e l’ha sempre saputo, trovando pace dai suoi rimorsi solo tramite una bottiglia d’alcol e qualche donna che non sapeva di niente.
Una vita di merda, ecco quella a cui si era rifugiato. Una vita di merda generata dalla paura, la peggiore delle madri condannando la tua, di madre, a viverne una senza di lui.
Perciò Hans sente un tuffo al cuore, il suo sguardo si fa così freddo che se potesse, Lex, ti ghiaccerebbe sin alla punta delle dita dei piedi. È un meccanismo di difesa, il suo, tipico di chi fa fatica ad ammettere di aver sbagliato per quanto palese sia l’entità del suo errore.
Ma quest’accusa, sai, lo ferisce nel profondo e Loreen lo sa. Si alza di scatto, lo raggiunge con passo leggero e lo prende per un braccio. Stavolta Hans non si scansa. Rimane in silenzio e il peso di ciò che hai detto è un macigno che piomba su casa vostra. Nessuno di loro si muove mentre tu prendi la giacca.
La mano di Hans si posa su quella della moglie, stringe le sue dita calde, ma lui non la guarda. Loreen lo lascia andare mentre tuo padre ti passa accanto con incedere sicuro, la schiena perfettamente diritta.

«Tu non puoi saperlo.» Ti sussurra ostile, quasi in un ringhio. Apre la porta e tu senti un secco “crack!”, tipico della Smaterializzazione. Il luogo di destinazione lo conosci: l’aerostazione.
«I-io rimango qui… nel caso Titi arrivi, sai…» La voce accorata di Loreen ti spezza il cuore. Ti accompagna all’ingresso, ma prima che tu possa andare ti guarda ancora, questa volta c’è della risolutezza nei suoi splendidi occhi nocciola.
«Tesoro, so quanto hai sofferto, ma se io e tuo padre siamo di nuovo insieme, significa che io credo in lui.» Ti sorride, ti accarezza la schiena. «Non ti chiedo di perdonarlo…» Tentenna un secondo; vorrebbe chiedertelo, in realtà, ma solo perché gli mancate tanto, tutti voi, com’eravate una volta. «Ma credi in me, va bene?» Ti lascia un bacio dolce sulla guancia, poi ti apre la porta. «Sono sicura che lo troveremo, sì.» Stavolta ripete la tua promessa, ne è convinta, lo vedi dal brillare del suo sguardo risoluto. Tua madre non è debole e non lo sei nemmeno tu. E, soprattutto, non lo è Theodore.
 
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view post Posted on 22/2/2024, 14:56
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Alexander Hydra | 23 annijpg

«Lexy, ti prego…»
Ti senti morire, basta solo che lei insista un briciolo di più per fa cadere la tua guardia totalmente ai suoi piedi. Tanto che chiudi gli occhi e lentamente avvicini il tuo muso a lei.
Lo sai che cosa intende, Lex. Non sei stupido, è che non sei stato neanche cresciuto per essere così. Sebbene tu sappia di averne di ragioni per mordere, non sei portato a stringere i denti tanto da far sanguinare. Ma lei ti prega, perché - alla fine di tutto - è stata sua la decisione di tornare con Hans. E se l'ha presa, certo la fatto per un suo volere, anche se credi che sia stata solo un po' troppo innamorata cotta di lui.
Eppure tu perdoni tutti, perché non lui? Perché guardando tuo padre farsi avanti ti irrigidisci? Tu che da lui volevi solo quegli abbracci che ha scelto di negare ad entrambi i suoi figli con un solo strappo netto?
Ma lasci che Hans passi, che ti affianchi, che ti dica la sua in un modo che sa andarti bene in ogni caso. Lo fa e tu avvampi, in quel misto di vergogna e tensione. Perché in fondo non sei stato bravo con lui, e magari questo professato amore è ancora spezzato nel tuo cuore.
Sicuramente per tuo padre non hai quell'attaccamento che hai per mamma. Alla quale ti riavvicini appena papà si smaterializza.
«Lo so, Mà... scusa» come un cucciolo, cerchi la sua approvazione dopo averle lasciato un bacio ad occhi chiusi trai capelli. «Se quel disgraziato arriva qui prima di noi, avvisami» vorresti scherzare, ma anche la serietà con cui Hans prende la cosa ti fa credere che non basti la scusa dell'adolescenza con Theo. Ed il nodo in gola stringe da morire.

Prima ancora di lasciare quella piccola stretta, sfili la bacchetta dalla tasca. A guardarla adesso ti chiedi perché l'hai tanto trascurata negli anni dopo la scuola. Forse non ti senti ancora quel mago che tuo padre vorrebbe, ma diavolo se vuoi dimostrargli che ha sempre sbagliato tutto su di te.
Per questo la tua concentrazione sale. Le tre D te le ricordi, così come ricordi le risate di Theo che aspettava tu uscissi con la convinzione che - se avessi preso il patentino - poi come minimo lo avresti portato in capo al mondo.
Riapri gli occhi, li punti verso la porta di casa ma non è lei che vedi. Ti ricordi l'Aerostazione, perché non è mancato molto da quando ci sei stato tu. Ricordi i suoi spazi enormi e la bellezza degli Aeroccamy. E' lì che punti, la vedi lentamente prendere vita davanti a te - serissimo - con il cuore a mille, come un dipinto ad olio che sostituisce l'intarsio legnoso della porta.
Determinazione e decisione si fondono. Ti ci vedi già in quell'area, a seguire Hans ma più che altro a cercare per conto tuo che fine abbia fatto Theo. Ti immagini ricomparire lì, con quella decisione che permea ogni raggio nelle tue iridi chiarissime.
Più di ogni cosa. Vuoi questo più di ogni altra cosa. Ed è su questa base che, bacchetta alla mano, ruoti su te stesso.

** «Ehi, Pà! Aspetta!» con che coraggio, arrivato lì, lo cerchi di nuovo. Beh, forse perché la tensione non è qualcosa che sai tollerare, e forse perché le tue non sono che richieste d'aiuto.
Proprio quelle che non dovresti fargli perché sei adulto, e lui magari voleva insegnarti questo.
«Mi-... mi dispiace, voglio solo trovare Theo» e forse è vero, almeno la prima parte. In verità che non è che tu voglia solo trovare Theo, certo è la cosa più impellente perché scava solchi nel cuore, ma... beh, tu ed Hans avete una questione in sospeso.
Una che ti riguarda in maniera diretta, ma che non c'è tempo di impaginare adesso, non pensi? «Il resto non importa più» menti.

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view post Posted on 1/3/2024, 14:06
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Amsterdam
☞ Aerostazione


L’aerostazione di Amsterdam non si differenzia poi così tanto da un banale aeroporto Babbano: la gente che viaggia, il vociare rumoroso, gli annunci sulle partenze e gli arrivi sono sempre presenti. Poi, certo, chi viaggia qui lo fa su dei dirigibili incantati abbastanza da trasportare molte più persone di quanto non sembri; gli annunci sono pronunciati amplificati con un Sonorus e stormi di Gufi si avvicendano sopra le teste dei passeggeri cercando di portare valigie ed oggetti dimenticati da qualche smemorato in procinto di partire.
Come sempre, quindi, è una grande confusione ad accoglierti, Alexander. Sei passato dalla quieta tranquillità (più o meno) di casa tua ad un ambiente molto, molto più chiassoso.
Quando col sonoro “crack” arrivi davanti le porte dell’aerostazione, vedi tutto questo aprirsi davanti ai tuoi occhi; quel meraviglioso revival di anni ’20 insieme a modernerie di magia avanzata sono pronti ad accoglierti come ai bei vecchi tempi. La grande parete di fronte a te è un ticchettio di decine e decine di orologi da taschino che indicano gli orari di partenza e quelli di arrivo nelle varie città del mondo; i dirigibili sopra di te galleggiano in direzione delle piste, fluttuando sul soffitto come grossi giganti mezzi addormentati… o appariscenti palloncini. Quante volte ci sarai passato durante gli anni a Castelobruxo? Nulla è cambiato da secoli, ma va bene così. Solamente, ora, quella febbricitante eccitazione per un viaggio non c’è più; è mutata in una angosciante preoccupazione che nulla ha a che vedere con la paura di volare.
Tuo padre dista qualche metro da te, lo vedi evitare bagagli volanti e persino uno Snaso rincorso da un paio di agenti. Si dirige a grandi passi verso la biglietteria e lì, scansando bruscamente una vecchia indispettita con un gigantesco cappello di paglia e un minuscolo crup fra le braccia, lo vedi tendersi verso l’addetto. Raggiungendolo, sentirai quest’ultimo dire:

«Non saprei signore, tutti gli Aeroccamy da Castelobruxo sono giunti in
orario… »
Il bigliettaio sembra piuttosto a disagio, lancia occhiate alla Strega dietro Hans che comincia a sbuffare. Probabilmente l’uomo teme una sfuriata che non vuole minimamente affrontare.
«Non è possibile che non abbiate visto mio figlio. È un ragazzino dai capelli rossicci, alto così…» Con la mano segna l’altezza di Theodore e ti stupiresti, Lex, di scoprire che l’ha azzeccata al millimetro, fino alla punta dei ciuffi mossi. «Ed è… sordomuto.» Ecco, qui abbassa la voce, quasi come se se ne vergognasse. Ha i palmi appoggiati al davanzale, la testa sporta verso il bigliettaio che si allontana istintivamente col busto, decisamente spaventato dall’atteggiamento nervoso di Hans.
«Io l’ho visto un ragazzetto del genere!» Con voce stridula, la vecchia col cappello di paglia e il crup minuscolo si avvicina a tuo padre. Ha l’aria spocchiosa, gli occhi ridotti a due fessure. «E a quanto pare ha preso proprio da quel maleducato del padre!» Esclama, lasciando Hans (e te?) completamente senza parole.
 
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view post Posted on 14/3/2024, 15:49
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Alexander Hydra | 23 annijpg

No, Lex. Tuo padre non ha voglia di parlare con te adesso. Avete qualcosa di più urgente da fare che non sia riconnettervi voi due.
In fondo, e lo sai bene, forse questo è uno strappo troppo esteso per essere ricucito in una volta sola. Tanto che ogni discussione non fa che pigiare le dita all'interno della cavità e poi, strappando, riaprire tutto ed estendere il taglio.
Però sei grande e grosso e tutto questo non dovrebbe ferirti, resti solo interdetto per un istante - che è il tempo necessario per tornare a rincorrere tuo padre fino all'avamposto.
Quanti ricordi in questa stazione. Non tutti belli, certo. Non ti piaceva molto tornare in Olanda dopo la separazione dei tuoi genitori e, fosse stato solo per te, avresti preso l'Aeroccamy solo per goderti l'andata ed il ritorno su quei bestioni meravigliosi. Forse per questo hai finito per non visitare i nonni e per tagliare i ponti con l'Olanda del tempo. Tuttavia il muso all'insù lo rivolgi, ti fai travolgere dalla maestosità dei loro motori, anche quando sono spenti.

Lo snaso che passa, a cui lasci spazio facendogli l'occhiolino, ti riporta in qua. Ti riporta a tuo padre che interroga l'uomo in biglietteria.
Lo vedi come scansa quella donna, e per contro tu ti avvicini con più cautela, come se sentissi l'esigenza di lasciar fare a lui, di non intervenire negli scatti che lo contraddistinguono, di non metterti in mezzo o seguire i suoi modi quando hai... i tuoi.
Tant'è che alle rimostranze della signora, tu drizzi le orecchie e - sebbene l'ansia sia palpabile come la tranquillità dell'aver capito che "almeno" Theo non è rimasto in Perù e non è volato giù da un Aeroccamy - ti avvicini a lei con più calma.
Certo non ti è sfuggito come quel pizzico di vergogna nel sottolineare "sordomuto" abbia spinto il tono di voce di tuo padre in una direzione differente. Ma gli occhi cristallini li porti alla donna.
La saluti con un piccolo inchino, anche se dagli occhi a fessura non ti sembra il tipo con cui converseresti volentieri. Tu, almeno, ci provi.
«Di-diceva che ha visto mio fratello?» nei tuoi occhi non c'è solo la gentilezza che Hans non ha avuto con lei, ma c'è quella disperazione docile, quella preoccupazione con cui sei uscito di casa a cuor pesante.

Allungheresti la mano verso il canetto, ma hai la sensazione che ti potrebbe staccare un dito. «Si ricorda per caso dove è andato?» azzardi, tendi le labbra. «E da quanto tempo? La prego è molto, molto importante.» Chissà perché vivi nella convinzione che pregare le persone ti aiuti ad arrivare dove vuoi tu. Da Theodore, tipo.

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La vecchia ti osserva con stizza, Lex, e così fa tuo padre con lei. Lui incrocia le braccia in un chiaro segno di chiusura, l’ennesimo a dimostrazione del fatto che Hans non è fatto per avere a che fare con le persone. È sempre stata tua madre quella in grado di mediare tra un marito ritroso e il resto del mondo.
Forse è per questo che ti lascia fare: perché sa che tu hai preso molto di più da Loreen. A dirla tutta, si chiede senza che tu lo sappia, hai davvero preso qualcosa da lui? Se non fosse per gli occhi degli Hydra e i tuoi bei capelli biondi (oltre al fatto che mai sospetterebbe un tradimento da parte della moglie) Hans avrebbe i suoi dubbi. Non puoi immaginare che questo pensiero –quello per cui non hai preso granché da lui– lo spinge ad incupirsi ancora di più.

Un dolore acuto ti pizzica la punta delle dita
(-2 PS). Il crup pulcioso verso cui hai incautamente avvicinato la mano ha allungato il collo grinzoso per morderti e la sua proprietaria non si preoccupa minimamente della cosa. Probabilmente nemmeno se ne è accorta visto che assottiglia lo sguardo e rinsalda la presa sulla sua bestiaccia che ti lascia andare con un ringhio.
«E che ne so io!» Ti risponde acida, arricciando il naso. «Un’ora fa? Mi ha tirato una spallata così forte che il mio povero Brutus–si premura di carezzare la testa ossuta dell’animale che scodinzola con le due code tanto da sembrare un elicotteroè ancora sotto shock! E nemmeno ha chiesto scusa, quel manigoldo, mentre partiva di gran carriera con quello scatolone più grosso di lui
A giudicare da come torna a ringhiarti contro, però, Brutus non sembra così traumatizzato.
Hans spalanca gli occhi e le sopracciglia si inarcano palesando un’incredulità che è certo di condividere con te. Infatti, lo sguardo che ti rivolge dura solo un secondo, ma è innegabile: ti ha cercato in una briciola di una complicità inesistente.

«È impossibile, Theodore non farebbe mai nulla del genere.» Ed è in effetti molto difficile da credere, ma la vecchia si acciglia e si erge in tutta la sua misera altezza, sistemandosi il cappello con la mano libera ed il crup sobbalza come una pluffa.
«Sta insinuando che stia mentendo?! Trovatevelo da soli il marmocchio!» La Strega alza i toni e tuo padre si pente immediatamente. Alza le mani in segno di scuse e poi, ancora, ti cerca, Alexander: si sta arrendendo alla consapevolezza che lui proprio non ci sa fare. Tu invece sì.



Alexander Hydra
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Alexander Hydra | 23 annijpg

«No, no signora la prego, ci-ci mancherebbe! Non era quello che intendevamo, nessuno dei due.» La pinzata del canetto avresti dovuto aspettartela. Quindi anche se quei pungoli uncinati che ha come zanne, ti perforano, tu non molli la presa sulla vecchia. Questa strega potrebbe trafiggerti con una lama e tu continueresti a prestarle attenzione.
Ché il tuo cuore ha ripreso a pompare sangue a dovere appena hai capito di avere una pista su Theo. E questo ti fa anche buttare un occhio a tuo padre. Che se la indispettisse potreste perdere la possibilità di scucirle ancora qualcosa.
Lo sai che tu che tuo fratello non è scortese, anzi. Lo sai che è il primo che evita di disturbare gli altri, a volte perfino quando sarebbe giusto rompere un po' le scatole. Però è adolescente, e aveva una grossa scatola, e tutto questo deve pur voler dire qualcosa.
Non ti risuona niente, però.
Non ricordi di progetti o cose che andassero contenute in scatole più grandi di lui. Ti mordi un labbro nel chiederti perché diavolo non ti abbia detto niente, neanche che deviava da qualche parte prima di tornare a casa. Ti aggrappi solo al fatto che almeno sia qui, che ci sia passato un'ora fa, e non affogato da qualche parte tra Lima ed Amsterdam.

«Ah, beh io non-» non pensi che sia stato cresciuto così, ma non lo dici. Lo sai perché a differenza di tuo padre, Theodore l'hai cresciuto tu. E siete diversi, questo è vero, ma il cuore che vi guida è lo stesso. Quando gli hai fatto vedere Dragonheart glielo hai detto, è il tuo Bowen lui. Manco a dirlo che il drago che spezza il cuore a metà, sei tu.
Ma ti riprendi in corsa, indurendo il tono - fintamente - nei confronti di Theo. «-non OSO immaginare come sia stato difficile per Brutus e per lei avere a che fare con mio fratello» Quanto ti costa mentire così? Magari si vede, forse tuo padre - che non guardi neanche quando lascia spazio a te - può capire dove vuoi arrivare continuando a prendere parola.
«Lo scatolone, sì, me ne aveva accennato» non è vero neanche questo «Però la prego di perdonarlo» ora invece sei più che sincero, implori nella speranza di cavar fuori altro da lei. «Lui è sordo e muto, e se lo chiamassi non mi sentirebbe... non è che Brutus può ricordare l'odore del suo aggressore?» Provi a giocarla così.

STATISTICHE & INVENTARIO
PS 180 | PC 120 | PM 115 ▾ EXP 45.5
Bacchetta: Legno di Vite, Crine di Qilin, 14'' molto flessibile
↳ In un porta bacchetta da fianco.

Caramella d'illusione [in tasca]
↳ Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero!

Maleficium [collana]
↳ Antiche leggende dicono che la magia dei Draghi non smetta d'esistere neanche dopo la loro morte: il Maleficium è un teschio permeato di magia, ha la forma di una testa di Drago in miniatura (come monile) con fauci e zanne. Sacrificando una goccia del proprio sangue come pungendosi sulle corna, il teschio torna in vita, mutando in un Drago scheletrico di circa due metri a propria difesa e attacco (privo di fuoco, ad es. codata, carica, zanne ecc.) per 3 turni. Dopodiché tornerà teschio in attesa di sacrificio. Valido una volta in Quest / Eventi, tempo di ricarica un giorno

Intreccio di scaglie [bracciale]
↳ Bracciale fatto con scaglie di drago, note per essere refrattarie a quasi tutti gli incantesimi. Realizzato sul momento, si potranno scegliere le scaglie del Drago preferito oppure richiedere una combinazione di scaglie differenti (colori, forme e resistenza cambiano). Se indossato, vi proteggerà dalle fatture presenti fino Quarta Classe (esclusi Proibiti). Utilizzabile una sola volta in Quest / Eventi

©Mistake
 
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