sunday sushi club, libera

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view post Posted on 31/1/2024, 12:32
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Carissimi Studenti, Docenti ed ex Alumni di Hogwarts, è con piacere che invito tutti Voi ad un vivace raduno in onore dei vecchi e nuovi tempi presso Himiko's Taste. L'appuntamento è il giorno... [...] Si direbbe che un rettangolo di pergamena — attaccato alla rinfusa tra mille e più avvisi sulla bacheca principale scolastica — possa passare del tutto inosservato. Difficile, d'altronde, distinguere la poche righe (benché scritte in calligrafia eccellente), tra un invito al Club degli Scacchi Magici, l'annuncio della riunione del Teatro di Dioniso, l'organizzazione di una partita amichevole di Quidditch, e tanto, tanto altro ancora.
Hogwarts, è risaputo, è caotica. Non è affatto sorprendente che lo siano anche le bacheche che tappezzano le mura. Il punto, però, è il tocco creativo che dipinge l'ultimo foglietto. Vi è un vivace, variopinto Drago in miniatura — un guizzo trasfigurativo di carta e colore. Volteggia tutto intorno come un messaggero d'altri mondi, e all'occasione propizia lancia fiammelle scottanti dalle fauci di cartapesta. Di per sé fa molto ridere, ha le ali violette e... sì, un paio di nigiri di salmone che lo inseguono in ogni spostamento. Fatto curioso, poi, è la possibilità di addentare il sushi d'offerta; un boccone e via, i nigiri tornano alla ribalta. Non ho idea di quanto a lungo possa durare, con tutta probabilità è un avviso provvisorio che ben presto, forse già per le prossime ore, sarà ricoperto da altri bigliettini. Eppure, ha attirato attenzione — in parte per il Drago, in parte per il contenuto. Sembra si tratti di un raduno degli alunni, degli anni passati e presenti. I più si pongono troppe, giustissime domande. È stato il Preside Peverell ad organizzare tutto? Si può portare un accompagnatore? Perché non è stato svolto ad Hogwarts? In effetti, Himiko's Taste è un locale delizioso, ma l'estensione non reggerebbe il confronto con gli spazi della Sala Grande. Molti stridono i denti in una smorfia di fastidio, già convinti d'essere alla mercé dell'ennesima, disastrosa pubblicità commerciale. Perché, è vero, Himiko's Taste ha presentato una revisione del ristorante e del menù... potrebbe essere stato un nipote, un cugino, un ex studente legato al locale ad aver promosso il ritrovo. In verità... ha poi importanza? Bastano poche parole per stregare la folla: All you can eat, Biscotti della Fortuna, Kitsune in volo. La cucina orientale è singolare. Benché io vi sia poco avvezzo, la magia in cornice mi ha sempre affascinato. E, devo ammetterlo, l'articolo di Ayumo alla Gazzetta del Profeta è stato l'ultimo tassello per convincermi a seguire l'onda del momento. C'è poi il discorso tutto personale che ho cercato di ripetermi giorno dopo giorno, fin da quando sono rientrato al Castello di Hogwarts. Mettermi in gioco, rientrare in società. Detta così suona abbastanza ridicolo, lo so bene. In tutta onestà, sento d'essere distratto perfino da me stesso. Le combinazioni, però, giocano a favore: è domenica, non ci sono lezioni; mi trovo già a Londra, appena concluso il turno di lavoro extra allo store musicale; e ho fame. Che poi vi sia modo di beccare un paio di ex studenti, poco mi importa.
«Buongiorno, è qui il raduno di Hogwarts?» All'ingresso di Himiko's Taste, mi accoglie una fila di persone che mi fa immediatamente imprecare. La mia domanda si perde nel cicaleccio d'intorno, e mi pento di esserne effettivamente qui. Ho quasi voglia di tornare subito indietro, una giravolta e potrei Smaterializzarmi così come sono arrivato. Ma... accade tutto in contemporanea, come in risposta al disagio dell'attesa. Sul tetto del locale si scorge un Drago in agguato, con tutta certezza un'illusione per chi mago e strega come noi; e gli interni, oltre la folla, svelano rami di ciliegio in fiore, decorazioni del calendario e dell'anno lunare, infine una schiera di Volpi fiammeggianti. Mi sembra di essere in un acquerello di una e più meraviglie, e tanto mi basta per spingermi a mordere la lingua e resistere. Infilo le mani nelle tasche, e attendo di entrare e di ordinare il prima possibile un piatto di futomaki fritti.
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Ciao, bellocci. In occasione dell'iniziativa di Himiko's (link) ho pensato di aprire una role per tutt* (adulti, studenti, chiunque voglia). La scusante è che vi possa essere un raduno scolastico, vero o meno possiamo scoprirlo insieme. Via liberissima per turnazioni e il resto. Baci e futomaki per voi ♥
 
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view post Posted on 1/2/2024, 18:04
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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«Ehi, hai visto questo?» Abigail entra in gran carriera nella mia stanza, si catapulta dentro senza bussare e sventola con energia un foglio di pergamena davanti al mio naso.
Molti l’avrebbero ripresa per l’invadenza, io ho fatto invece l’abitudine al suo modo di porsi e nemmeno ci faccio più caso «Che cosa?» mi limito a rispondere. Abbasso il libro che sto leggendo comodamente sdraiata, lo ripongo di lato e mi puntello sui gomiti per sedermi e prestarle attenzione. Mi infila il foglio tra le mani, con il dito picchietta sul messaggio che vi è impresso con elegante grafia. In pochi istanti lo assimilo fino all’ultima riga, oltre la quale restano sospese diverse domande a cui evito di dar voce adesso.
«Era di sopra, in bacheca.» mi spiega «E prima che tu dica qualcosa non l’ho rubato, è solo una copia.» si affretta ad aggiungere, mettendo in mostra la bacchetta per specificare come l’ha ottenuta.
«Una festa per studenti a Londra?» al ristorante giapponese, una location bizzarra quanto affascinante come scelta. Non ci sono mai stata di persona, l’unica cosa che so in merito è che ci lavorano come cameriere due nostre concasate «Domenica?» niente lezioni, niente lavoro, niente doveri di sorta. Niente di niente.
Mi sembra piuttosto allettante, il naso si arriccia pensieroso.
«Andiamo?» immaginavo, dritta al punto. Non accetterà mai un no, scommetto che ha già anche una tabella di marcia pronta da propormi «C’è la passaporta delle undici ad Hogsmeade, Norman dice di prendere quella per arrivare il prima possibile.» come volevasi dimostrare «Ha paura di non trovare posto, sai con la scusa dell’inaugurazione potrebbero prenderlo d’assalto.» fa spallucce, come a sottolineare di non dare troppo peso alle paranoie del Corvonero.
«Al massimo troviamo chiuso, aspetteremo facendo un giro di shopping.» scuoto la testa e rido, le do così il mio tacito consenso a prendere parte alla gita «E lo offre Norman, ovviamente.» ci scherzo su, non vedo l’ora di andare a divertirci.

*********


E Londra promette molto divertimento. È viva, c’è gente ovunque lungo le strade e nessuno sembra farsi scoraggiare dal freddo che ancora non cede il passo alla primavera. Quando arriviamo a Soho impieghiamo poco tempo a raggiungere Himiko's, la fila fuori dalla porta è già piuttosto lunga.
«Ecco, lo sapevo!» si lamenta la nostra guida, capitano imperterrito di un battaglione di dieci studenti affamati «Faremo tardi, senza contare che Otis ci sta dando buca come sempre.» sbuffa, allargando le braccia per poi farle ricadere spazientito lungo i fianchi.
«Oh taci Norman, vedrai che in dieci minuti ce la caviamo.» o forse no «E poi Otis si farà vivo tranquillo, altrimenti lo sa che per San Valentino si troverà un due di picche come regalo.» sentenzia Abigail. Per fortuna cominciamo ad avanzare, in meno di mezz’ora intravediamo la soglia e finalmente possiamo godere del tepore all’interno.
È tutto semplicemente meraviglioso, i decori orientali catturano il mio sguardo e m’incantano al punto da farmi estraniare dal resto del mondo. La mia concasata mi scuotete, la sua mano salda sulla mia spalla che mi riporta alla realtà. Mi indica quella che appare come una volpe, sinuosa s’intrufola nella sala dedicata al Giappone. Il resto del gruppo ci invita a sederci, si sono appena accaparrati un angolo tranquillo dove poter chiacchierare in serenità. Tra una parola e l’altra il tempo scorre, del latitante ancora nessuna traccia.
«Sentite, io voglio mangiare qualcosa. Lasciamo perdere Otis?» effettivamente Norman ha ragione, lo stomaco non riesce più a contenere i lamenti «Abi, tesoro, potresti rintracciarlo?» azzarda qualcuno.
«Non sono sua madre per Merlino, frequentarlo non fa di me la sua baby sitter chiaro?» il risultato? Una replica offesa.
«Ok basta, vado io fuori a controllare se arriva!» mi offro volontaria, non sembra ci siano molti altri modi per mantenere la pace. Tiro lo sguardo al cielo e non prendo nemmeno il cappotto, a lunghe falcate supero il bar e imbocco l’uscita. È bello godersi l’aria fresca, soprattutto da sola, senza gli altri che m’infastidiscono con sciocchi diverbi. Come sospettavo quello scellerato non si è ancora palesato, mi guardo attorno e non lo scorgo tra la folla lì radunata. In compenso individuo un altro volto familiare, una sorpresa che mi mette decisamente di buon umore e non posso fare a meno di avvicinarmi. E, inoltre, una parte di me vuole ardentemente salvarlo dalle ere geologiche che gli serviranno per ottenere un tavolo libero «Oliver, sei arrivato finalmente!» lo chiamo. Un occhiolino, la mia espressione dice chiaramente “stai al gioco” mentre lo trascino via «Scusate, lo stavamo aspettando.» provo così a mettere una pezza alle occhiatacce e a qualche epiteto poco carino, mi fingo imbarazzata mentre corro ai ripari dentro il locale «Quello di saltare le file sta diventando un pessimo vizio sai? Se ci beccano prima o poi siamo…beh…ecco….» il pollice che mima un taglio netto lungo la gola, che dopotutto rispecchia perfettamente la fine che vorrebbero farci fare i poveri clienti in attesa. Ma non ci bado troppo, sdrammatizzo con una risata prima di dar sfogo alla mia curiosità «Per caso hai letto anche tu del raduno?» chi sia l’organizzatore resta in effetti un mistero «Perché siamo già in molti, ma non sappiamo chi ha appeso l’annuncio in bacheca.» indico i quattro tavoli che abbiamo occupato, gli altri intanto stanno prendendo finalmente le ordinazioni – alla faccia del povero Otis – e facendo salotto tra loro.
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Ops :secret: :<31:


Edited by Camille Donovan - 1/2/2024, 18:46
 
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view post Posted on 2/2/2024, 23:30
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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Incantesimo Invertente

Cutis Permuto

Commutus vocus

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In sooth, young Camillo Breendbergh, by art's deep weave and secret spell,
Transformed his guise with merry jest, to Korean visage fell.
With motive kind and heart so bold, to closer draw to Min, the child,
Whose roots in Korea's rich soil grew, in manners meek and mild.

Min Haru, she, of name so fair, as daughter dear he did esteem,
Through portal's leap from magic's school, to London's streets she came to dream.
There found she Camillo, changed in look, in garb of pink with trinkets rare,
Sunglasses bold upon his face, a sight most strange, yet debonair.

With magic's touch, he then did cast, on Haru's clothes a minty hue,
A pair of glasses, wild and wide, to match her dress in color true.
«Fair Min», quoth he, «Thou art arrived! Seest thou this form I've donned in jest?
For thee, I've sought to bridge our worlds, in fun, not scorn, at thy behest.
»

«Art ready thou, to venture forth, to Himiko's Taste, where flavors meet?
Where Eastern fare doth grace our tongues, in Soho's heart, a merry feat.
The school hath planned, for us a feast, where cultures blend and spirits soar,
Come, let us hence, and taste delights, from far-off shores and ancient lore.
»

Thus spoke Camillo, jest in eye, a guardian bold, yet full of mirth,
His words, though brief, with laughter laced, to welcome her to this wide earth.
In attire bright and spirits high, they set to tread on London's ground,
With magic's gift and friendship's tie, in shared adventure, joy they found.

Upon the cobbled paths they trod, Camillo and young Haru's gait
Led them unto Himiko's feast, where wonders vast and joy did wait.
Camillo, with a jestful mind, did muse upon her zealous cheer,
Her heritage, once thought Chinese, now Korean truth did clear.

He jested in his thoughts alone, for Min, her surname, once misplaced
As given name, his error fond, with sagely humor was embraced.
Adapting to the truth unveiled, with laughter soft and heart so light,
He welcomed every chance to jest, yet always in her sight so bright.

Arrived at Himiko's grand domain, a spectacle did greet their eyes:
A dragon, vast, 'pon rooftop perched, beneath the wide, unyielding skies.
Its gaze, with ancient wisdom filled, o'er patrons kept a watchful peace,
Within, the decor spoke of joy, the dragon's year with grace did lease.

Cherry trees in bloom stood proud, their petals soft, a sight to charm,
The new year's celebration clear, with every blossom's gentle arm.
The throng of students at the gate, a sight Camillo did foresee,
For Hogwarts' kin had gathered here, in numbers vast as ocean's sea.

'Twas there he spied dear Oliver, a Gryffindor of brave repute,
Their friendship, like a beacon, strong, their bond in joy quite absolute.
A surprise for him, Camillo planned, a gesture of their friendship dear,
Though what it was remained concealed, a secret kept for only near.

To Haru then, his gaze he turned, his voice with gentle query filled,
«Art hungry, child?» he softly asked, as towards Oliver they willed.
Their journey through the London streets, to magical repast they came,
In the Bard’s tongue, their tale unfolds, with friendship, jest, and dragon's flame.

Camillo, in guise transformed, approached young Oliver with cheer,
«Good morrow, Mr. Brillantino», his voice rang bright and clear.
A name, their secret jest and bond, 'twixt only them it held a place,
Yet stood he now in foreign shape, a Korean visage, not his face.

«Doth thou, my friend, discern who speaks, beneath this altered mien?»
He asked, with playful curiosity in his bright eyes seen.
Then launched he into heartfelt speech, his words with fondness fraught,
«Thy absence weighed upon my heart, for thy company I've oft sought».

«Alas, this silence, heavy borne, was not of willful choice,
But toil's demands, which far exceeded, stifling my voice.
Forgive me, friend, for quiet spells, when messages were few,
'Twas work, not lack of love, that kept my words from reaching through.
»

From 'neath his pink attire, he drew, with flourish and with grace,
A satchel small, from pocket deep, a magic space.
«This gift, for thee, from depths unseen, my token of esteem»,
He handed it to Oliver, his eyes with friendship's gleam.

«Pray, open it, and see within, what treasures I've compiled,
A gift of bonds, of memories shared, from days both mild and wild
».
An enchanted pocket, vast inside, though outwardly but small,
Revealed Camillo's thoughtful heart, the dearest gift of all.

Upon this tender exchange of gifts and memories deep and true,
Camillo turned to matters new, a gentle prompt to Oliver threw:
«Hast thou met Haru, my dear child, in mint attire she stands beside?
Like spring's own breath, in green arrayed, my pride, in her, doth wide reside.
»

«Together clad in 'Chic Korea,' our garbs do jest at fashion's tide,
Her presence, like a beacon bright, in my life's voyage, serves as guide
».
Thus, with a flourish, did he bridge the gap 'twixt old friends and new,
Presenting Haru, his cherished kin, under London's sky so blue.

Anon, his gaze did catch another, a visage from days yore,
Camille, a sprite of yesteryears, whom in his heart he bore.
«Eccentric as ever, my dear Camille», with words both keen and droll,
He hailed her with a jesting air, a play on time's unyielding toll.

«Thou art unchanged, not a jot more aged, 'gainst time thou dost rebel»,
His quip implied she ne'er did grow, whilst around them seasons fell.
In this reunion merry, under the dragon's watchful eye,
Friendships old and new did blend, beneath the wide, embracing sky.

Thus, the scene held fast, a tableau of joy, camaraderie, and jest,
With Camillo at its heart, his spirit never at rest.
In vibrant hues and witty words, the tapestry of life they wove,
A moment captured in the weave of magical London's trove.

|| OT: "To Oliver, within this satchel deep, a parcel shalt thou find,
Shaped like a steed of pedals swift, a gift of rarest kind.
This bag, by 'Adduco Maxima' charmed, its depth beyond compare,
Doth hold a treasure from my hands, crafted with utmost care.

The parcel, in its bicycle guise, conceals with artful grace,
An artifact from my atelier, the 'Skyteboard' by its face.
A marvel wrought for skyward jaunts, with magic's touch imbued,
Within this enchanted satchel rests, by spacious spell included."

Thus, with these words, the gift's intent and mystery are unsealed,
A token of camaraderie, in magical fabric veiled.
Let this note, in memeful cloth, to Oliver be guide,
To unveil the wonders Camillo crafted, with friendship's tide.
Chick Korea




Riassunto
—Camille: “Per le rime spiace, attaccati Marcolì *dito medio* se cerchi poeti, resuscita Shakespeare *tié*”
— So i did.

 
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view post Posted on 7/2/2024, 16:50
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Fa un po’ troppo freddo per andarsene a spasso. Respirando a bocca aperta genero nuvolette di fumo che mi fanno dubitare di aver espirato l’ultima boccata di sigaretta, spenta prima che uscissi dal Paiolo. Avrei dovuto vestirmi più pesante; come al solito, prendo sotto gamba l'inverno inglese. Il fatto è che mi piacciono le temperature rigide, mi piace percepire il freddo sulla pelle, ma mi provoca una serie di brividi che mi è impossibile trattenere. Mi stringo nelle spalle, quasi pensassi che basti così poco a ripararmi dal vento. Me lo faccio andare bene, però, e mi convinco che sia effettivamente utile, perché ammettere di essere incapace di adattare il mio abbigliamento alle temperature del periodo mi lede l’orgoglio.
I piedi si muovono per inerzia lungo un tragitto che conosco a memoria, nonostante abbia dovuto deviare dal consueto percorso di ritorno verso la passaporta per il castello. Anche in questo caso, mi lede l’orgoglio ammettere di aver volutamente dimenticato di portarmi il pranzo da Sinister per avere una scusa per andare da Himiko’s Taste, quando in realtà è solo per accaparrarmi il peluche della kitsune. Queste stronzate mi fanno andare fuori di testa. Le adoro.
Ognuno ha il suo guilty pleasure. Non ci trovo niente di male, ma me ne convinco solo pensando che potrei regalarlo a Megan e accontentarmi di averlo attraverso di lei.
D’altronde, non riesco a figurarmi un oggetto del genere nell’arredamento da Serpeverde.
Estraggo lo specchio comunicante quando sono ancora a distanza di sicurezza dal locale e dalla morra di gente che mi aspetto sia presente lì.
«Stella?»
«Hey, che succede? Sono ancora all’Ars.»

Risponde dopo qualche istante, forse indispensabile a recuperare lo specchio dalla borsa scolastica.
Lysander e Sinister sono tra i commercianti più avidi che possano esistere su questo pianeta e, probabilmente, Megan ed io siamo gli unici due stronzi a lavorare a pieno regime anche nei weekend.
«Sì, lo so. Come si chiama quel coso con le alghe che ti piace tanto da Himiko? Sto andando a prendere il pranzo. Te lo porto.»
Vedo i suoi occhi accendersi di entusiasmo e le mie labbra si distendono in un inevitabile sorriso. Ma quanto è carina?!
«Oh! Gli Hosomaki! Ne prenderesti un paio di ciascuno?»
«Ok. Qualcos’altro?»
«Anche un Onigiri, al salmone.»
«Va bene, arrivo tra poco.»
«Grazie!»

La vedo avvicinarsi allo specchio e penso sia per lanciarmi un bacio, invece, sussurra: «Anche del sakè, ti prego. Ci si annoia a morte oggi.»
Scoppio a ridere, ma le annuisco. E, comunque, prima di sparire dalla cornice mi soffia davvero un bacio.
Quando raggiungo il locale, sul mio viso è tornata a palesarsi la solita espressione annoiata che mi contraddistingue. C’è meno gente di quanta mi aspettassi, ma è comunque affollato e mi tocca pazientare in fila.
Seduti a uno dei tavoli trovo Camille Donovan e la sua cricca di amici/amanti. Li saluto con un educato, quanto indifferente, cenno della testa e torno a guardare avanti, con le mani nella tasca della giacca e lo stomaco che inizia a brontolare.

Menzioni: Camille e indirettamente Oliver (nel caso decidesse di aggiungersi al tavolo)
L'interazione con Meganina è stata concordata.
La trollata di Millo è stata volutamente ignorata (con immenso affetto) perché non so gestirla, perdoname por mi vida loca.

 
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view post Posted on 8/2/2024, 19:52
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Himiko's Taste è un paese dei balocchi, oggi. Mi ricorda un teatro itinerante, un circo di colori, di profumi e di sensazioni fuori dall'ordinario. Non si tratta soltanto del Drago che scruta dall'alto in lungo e in largo — finalmente posso adocchiarlo anch'io, un incontro di sguardi che ha un ché di singolare; si tratta, in realtà, della sfilata di clienti (molti in attesa, altri più fortunati già oltre l'ingresso). C'è l'imbarazzo della scelta, in effetti. Maghi, streghe, perlopiù adulti, vestono abiti di stoffe variopinte, in piume, artigli e zanne decorative su cappelli a punta e mantelli lunghi oltre le caviglie. Potrei giurare d'aver scovato perfino una vecchietta con una pelliccia interamente rosseggiante, con una volpe in miniatura già animata dalla magia sulle spalle.
C'è veramente tanta, tantissima gente. Si rafforza in me l'idea d'aver sbagliato giorno, di aver considerato ovvero un'occasione estrema, oltre che gremita. C'è confusione, un cicaleccio di voci, di commenti e gridolini divertiti; c'è anche chi già spazientito, lo si nota dalla tensione che coinvolge il movimento dei corpi e la smorfia costante sul volto. Benché tenti di superare la fila, fintantoché mi sia concesso tra uno spintone e l'altro in modo involontario, resto tutto sommato bloccato in partenza. Non credo di aver macinato neanche un paio di metri, perché il Drago — in alto, quasi sporgente le tegole — insegue la mia figura ancora una volta. Non mi allontano. Non avanzo. Quasi è esasperante.
*Smaterializzati ora...* Il mio è un pensiero costante, un colpo dritto al cuore. C'è una parte di me che mi suggerisce fortemente di scappare, di girare su di me e tornare finalmente in una comfort zone che mi salverebbe seduta stante; c'è poi un'altra parte, più marcata, che mi impone letteralmente di fermarmi, e resistere. Dovrei assecondare l'istinto, lo so bene. I luoghi affollati, oramai, non mi appartengono più veramente; in altre circostante avrei apprezzato tantissimo ritrovarmi in una cornice tanto caotica, ancor più avrei amato la possibilità di ritrovare vecchie glorie scolastiche. Eppure, è una persona differente che abita il mio animo. E, devo ammetterlo, non ho incontrato altri che una vecchina con una volpe stregata, ad ora.
Oliver. La tua voce mi è immediata, oltremodo familiare. Sento il cuore svegliarsi di scatto, un moto di gratitudine e di contentezza che catturo in modo completo. Ti riconoscerei ovunque, Camille. E, in effetti, ti accorgi di come il mio sorriso cancelli un po' buffamente la smorfia di fastidio che la situazione d'attesa e d'impazienza mi ha causato.
«Ti prego portami in salvo, credo di essere arrivato da cinque minuti ma mi sembra di attendere da tutta la vita.» Un saluto stravagante, tutto sommato. Ti seguo velocemente, senza pensarci neanche una volta di più. Hai ragione: saltare le file è un gioco cui siamo avvezzi e che, a malincuore, neanche oggi risparmia ad entrambi la schiera di occhiatacce e commenti infastiditi degli altri tutto intorno. Hey, vorrei dire. Siamo Studenti di Hogwarts: ex Caposcuola e Prefetto.
«Non ho idea, era un annuncio però particolarissimo. Quel Drago aveva un salmone o ho visto male? Sei da sola o hai già trovato qualcuno? Io...» Altri clienti, poco avanti, offuscano le mie parole e in parte sono loro grato. Non avrei voluto dirti, per davvero, di essere in solitaria. Sono arrivato senza compagnia di sorta, né concasato né altri. E forse va bene così, sebbene per me sia qualcosa di atipico, un pizzico imbarazzante. Oltre l'ingresso del ristorante, la folla resiste: non credo d'aver mai visto Himiko's tanto pieno, c'è da dire però che il più delle volte io abbia semplicemente acquistato un pranzo da portare via. Forse... forse è la prima volta, in assoluto, che mi sieda qui (o che tenti di sedermi). Trovare posto sembra un'impresa, mi affido a te. C'è poi un'altra voce che mi raggiunge, di per sé mi lascia di stucco. C'è qualcosa... di noto in chi mi sia accanto. Mi giro meglio, così da incontrare la figura dell'altro. Sì, ho come l'impressione di vedere oltre uno specchio graffiato: frammenti di un volto che giurerei d'aver già adocchiato, una beffa vera e propria della memoria. Io... io ti conosco, vorrei dire. Oppure no? Ha tratti orientali, un outfit color gomma da masticare che gli invidio fin da subito; è una visione d'insieme sorprendente tanto quanto la persona che è con lui, che pure ha un ché di vivace e di conosciuto. Potrebbero essere ex studenti? Lui, forse. Lei... è giovanissima, più di me. Sorrido come un bimbetto, un po' come chi non riesca a mettere a fuoco e cerchi in tutti i modi di evitare figuracce.
«Scusate, io—» Arriva, poi, dritto al cuore. Due parole, un'identità tutta personale: Mr Brillantino. Il sorriso si fa largo, cresce veloce veloce; è una conferma che, in realtà, sentivo intimamente. Alla fine ti riconosco, Camillo. E ti stringo in un abbraccio spontaneo, subito dopo il tuo discorso. Come potrei dimenticarti?
«Squaletto del mio cuore, cos'hai combinato a... tutto.» Vorrei mancare ogni forma di razzismo, ancor più in questi tempi; ti indico il volto, eppure mi riferisco pure alla voce. Quasi è come se tu stessi parlando in una lingua antica, un riverbero di poeti che farebbe impazzire Malécrit (e molti giovinotti come me, senza dubbio). Sposto l'attenzione alla ragazza che ti è accanto, il verde menta le dona tantissimo. Vorrei dirlo ad alta voce, ma...
«Siete perfettamente abbinati.» Sorrido, genuinamente. Il regalo mi ferma di scatto, prima di presentarmi. Mi ritrovo con uno zaino coloratissimo, lo accolgo tra le mani come un tesoro prezioso e inatteso (e forse per questo perfino più apprezzato). Mi scopri contento, in modo sincero. Non mi faccio pregare, affatto. Libero lo zaino dalle cerniere e tiro via, dall'interno, una... bicicletta. Proprio così, è una bicicletta. Riconosco il profilo, dal manubrio alle ruote di cartapesta; eppure c'è qualcosa di più, c'è altro.
«Mi hai già conquistato, posso dirtelo. Fermo restando che nessuna bicicletta potrà sostituire un viaggio in sella ad un coccodrillo e ad uno squalo.» Sotto le mani sento una nuova forma, il contatto abbatte l'involucro voluminoso della bicicletta. Quasi è come se nascondesse altro. Così scarto tutto, guadagnando altre occhiatacce (non è il caso di aprire un regalo in mezzo alla folla di un locale). Oltre il turbinio delle confezioni — lo zaino è in spalla, non voglio separarmene — mi appare finalmente uno skateboard.
«Aspetta: è lo skateboard magico che hai in negozio? Se è così, io l'ho desiderato fin dall'apertura dell'Atelier, te lo dico.» Sono in estasi, e lo si scorge dagli occhi brillanti. C'è poi una confusione folle, chi spinge da un lato e chi dall'altro; faccio cenno di proseguire prima che ci sbalzino via in brutto modo. Cerco te, Camille. Sono pronto a prendere posto, e spero davvero tu sappia dove e con chi. Mi accorgo di altri volti familiari (Draven), e accenno un saluto per poi scovare la tavolata.
«Ciao, Hogwarts. Dietro di voi, proprio ora, sta passando una nave di sushi.» Oh sì, non scherzo. Con poppa, prua e timone di sushimi, nigiri e uramaki.
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Grazie, Milletto bello. Anche se... il tuo post ha richiesto tanta energia.
 
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view post Posted on 12/2/2024, 17:54
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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«Oh lo sai, ormai sono il tuo angelo custode.» faccio spallucce, come a sottolineare una cosa per me ovvia, un modo di agire che mi viene naturale «Basta chiamare e, in un battibaleno, sono lì a salvarti.» sono ironica, ma non più di tanto. Quello che dico, alla fine, non si allontana troppo dalla realtà dei fatti. la fila scorre, le persone che entrano pretendono di passare e per me è il momento di mostrarti il tavolo che abbiamo scelto.
«Vieni, seguimi.» m’incammino facendoti strada, la direzione è l’angolo più tranquillo del locale, il caos non disturberà le chiacchere durante il pranzo «Spero che quel drago non si sia addentato le nostre ordinazioni, sarebbe il colmo dopo la lunga attesa.» il draghetto, poi, è la nostra guida d’eccezione. S’intrufola anche lui nella Sala Giapponese, svolazzando attorno ad una coppia seduta appena oltre l’ingresso «Volevate liquidare anche me?» ammicco ai camerieri, intenti ad aggirarsi per la stanza «Comunque, lui è Oliver.» ti rivolgo subito un sorriso dolce mentre ti presento, ti assicuro che noi hai nulla da temere da loro. Il gruppetto di studenti, nonostante abbia un animo piuttosto esuberante, si mostrano tutti subito gentili e cercano immediatamente di metterti a tuo agio.

«Ehi ciao.» Abigail ti accoglie con calore, per poi scoccarmi uno sguardo interrogativo «E Otis?» il tono vagamente sospettoso.
«Non c’era.» taglio corto. Qualcuno ti chiama, io riporto l’attenzione su di te per rassicurarti «Tranquillo, ti tengo io il posto.» mentre mi accomodo batto il palmo sulla sedia vicina per confermare le mie parole, seguite da un rapido occhiolino prima che ti allontani. La mia concasata intanto mi fissa incuriosita, nemmeno fossi una creatura esotica.
«Che c’è.» la fulmino.
«Niente.» scuote la testa e si affretta a cambiare discorso «Piuttosto, ti ho ordinato del sushi, del succo di mango e qualche piatto a sorpresa ghigna. Non so cosa voglia farmi ingoiare, probabilmente sarò costretta a buttare giù senza fare domande.
«D’accordo.» anche se, una smorfia poco convinta in volto, dice tutt’altro.

Finalmente ti sento tornare «Spero sia per noi!» quando mi giro per risponderti, poco distante noto la figura familiare di Draven che…ci saluta? Mi chiedo se ha ingerito chissà quale pozione, un intruglio che lo rende stranamente socievole. Ricambio, forse leggermente sconvolta perché non ci sono abituata con lui, anzi. Ma non è l’unico, un ragazzo che non conosco invece svetta al tuo fianco. Osservo il nuovo arrivato di sbieco, chiedendomi come faccia a sapere il mio nome se non l’ho mai incontrato prima. Ma c’è un’anomalia nel matrix, qualcosa che in breve tempo fa svanire l’illusione e rivela la realtà «Breendbergh» non basterebbero migliaia di travestimenti. Intercetto infatti Haru, che svela facilmente la tua identità. Ingenuo da parte tua fare il carino con me, considerando che abbiamo un conto in sospeso da troppo tempo.
«Quel courage.» nessuno a scuola, a parte tu Oliver, sa l’origine di un terzo del sangue che mi scorre nelle vene. Mia nonna è un’ottima insegnante, oltre al fatto che sin da piccolissima sento mia madre straparlare in questa lingua tanto musicale quando è nervosa «C'est comme ça que tu as attiré ta petite Mata Hari?» con pacatezza punto il dito contro la Tassina, a cui rivolgo un rapidissimo cenno d’intesa. Sono certa che mi lascerà servire la mia vendetta, fredda come l’acqua in inverno «Avec quelques sorts pour vous déguiser en membre de B.T.S?» o come Merlino si chiama quel gruppo k-pop tanto amato dai babbani. Lo squadro da capo a piedi percorrendo il suo profilo con l’oscillazione della mancina, le sopracciglia che scattano in alto con fare giudicante «Eh menteur?» non importa che tu comprenda, la cosa fondamentale è che tu percepisca chiaramente il tono minatorio che uso.
«Est-ce que tu te moques de Walker aussi?» le voci corrono, sono più veloci dei dannati boccini sul campo da Quidditch. Di norma non me ne curo, ma la buona volontà di rimanere all’oscuro viene meno quando uno studente impiccione te lo spiattella in faccia durante l’ora di Pozioni «Le professeur connaît-il les lettres?» mi sto davvero comportando come un’amante ferita? Non ci credo nemmeno io, ma tant’è.
«Sois au moins honnête avec elle, d'accord ? Ou tu le regretteras, c'est une promesse.» un’amante ferita che fa la paternale, per giunta. Una paternale seguita da quella che definisco una stoccata finale lievemente avvelenata, nella speranza vada a segno «Et comme le dit ma grand-mère, ce n'est pas moi qui reste toujours jeune, c'est toi qui vieillis vite.»
Ti lascio digerire la mia risposta, voltandomi verso di te Oliver e mi accosto al tuo orecchio «Perdonami, ma dovevo vendicarmi di un pessimo scherzo con un altro scherzo.» un segreto che per ora resta tra noi, nessuno può sentirlo. Come nessuno può vedere la mia espressione che da seria muta in divertita, le labbra che s’incurvano mentre una silenziosa risata nasce in petto.
Code • Oliver


Interazioni: tutti (?) :look:

@ Millo come disse un saggio :ihih: :
Dicono che chi ti ama ha spesso una carezza
Chiusa in una mano e un pugno pronto nella tasca
Dicono che tutti i cuori vanno insieme a tempo
E quando non si cercano si trovano lo stesso

Io ti chiamo amore
In una lingua straniera
Tu mi capisci perché
Non serve traduzione :music:


Per le ordinazioni (fatte tramite png nel mezzo delle interazioni :look: ), invece:
- Omurice x 1 (11 F)
- Okonomiyaki x 1 (11 F)
- Sushi Misto x 1 (11 F)
- Succo di mango x 1 (2 F)

Tot: 2 G 1 F
 
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Draghi.
Draghi di carta, di legno, di metallo, di luce. Draghi che decorano le pareti, i pavimenti, i piatti, le tovaglie, i bicchieri. Draghi che si muovono, che sibilano, che sbuffano, che sorridono, che cantano, che ballano. Draghi ovunque!
Ormai sono giorni che non vedo altro che draghi e non posso di certo dire che mi dispiace, figuriamoci. Fin da quando ho saputo che stiamo entrando nell'anno del Drago, non faccio altro che pensare a tutte quelle magnifiche creature. Anzi, a dire il vero è fin da quando si è saputo il tema dell'ultimo ballo scolastico che non faccio altro che pensare ai draghi! Mi perdo in questo modo con gioia, meraviglia e anche un po' di timore, lasciandomi affascinare dalla loro bellezza e potenza.
Per questa inaugurazione sono emozionata e nervosa allo stesso tempo, non è una novità per me essere alle prese di emozioni opposte, ma so che oggi sarà una giornata importante oltre che impegnativa. Il locale è già colmo di gente seduta ai nuovi tavoli e tanti altri sono 'ancora' o 'già' in fila ad aspettare, dipende dai punti di vista. Non serve nemmeno iniziare a contare per mantenere la calma, c'è così tanto da fare che non ho il tempo di pensare. Mi muovo tra gli ospiti il più velocemente possibile, affinando la praticità che ho acquisito con il tempo. Paradossalmente, quando ci sono più cose da fare, la mia capacità di fare cadere qualsiasi vassoio svanisce come se fossi la cameriera più esperta di sempre e in queste situazioni non ho mai il tempo di capire perché, di analizzarmi in qualche modo. Forse il motivo è proprio questo, avere la testa impegnata con obiettivi ben precisi, ma non ne sono sicura. L'obiettivo attuale comunque, è quello di cercare di sorridere ad ogni cliente, specialmente chi mostra l'entusiasmo di questa nostra celebrazione. È più di un semplice gesto di cortesia, ogni sorriso che offro è un segno di benvenuto così come di ringraziamento per la presenza, ma è anche un invito ad immergersi nell'atmosfera incantata dell'evento. Questo atteggiamento, tra le altre cose, è uno di quelli che ho imparato lavorando qui, per tutte le volte che ho cercato di comprendere meglio la cultura orientale. Sono lieta di poter fare parte di questa esperienza e non vedo l'ora di scoprire cosa riserva il futuro per l'Himiko's Taste.
Quando finalmente ho le mani libere da qualsivoglia vassoio, vado spedita verso le persone che ancora attendono con pazienza, pronta a prendere le loro ordinazioni. C'è già un enorme gruppo la cui età media toglie ogni dubbio: provengono sicuramente da Hogwarts e pian piano stanno prendendo posti e spazi, riempiendo gran parte del locale come se volessero conquistarlo! Riconosco diversi volti noti, tra cui la mia concasata e Prefetto Camille, che da quando ho lasciato la spilla vedo sempre indaffarata. Se avesse girato la testa nella mia direzione avrei sorriso cordialmente anche a lei, con lo stesso spirito che riservo a tutti i presenti seppure con un tocco d'intesa in più.
Poi mi ritrovo davanti quello che sembra un Koreano a tutti gli effetti che con i suoi endecasillabi alla Shakespeare sembra pronto a metterci alla prova senza pietà.
Ma io non mi farò cogliere impreparata,
anche se la sua parlantina è affilata.
Così, con il sorriso gentile e sguardo deciso
gli chiedo con eleganza e con tocco preciso
se avesse già scelto un piatto per sé
o per l'altrui carezza abbinata altrochè.

Attendo cercando di dominare l'agitazione che sento crescere in quel momento. Con un movimento rapido estraggo il taccuino ed inizio a fissare le pagine bianche mantenendo la concentrazione, diventando l'ancoraggio principale che penso possa salvarmi da altri occhi.

Dopo aver finito di appuntare quanto richiesto, mi dirigo verso la fila di gente in attesa, passando vicino ad un piccolo drago che, senza un apparente motivo, decide di soffiare un fumo biancastro sopra i miei capelli. Mi fermo di scatto osservando con sorpresa quella creatura la quale, divertita, svolazza via insieme alla sua nuova e strana vittoria. Sollevo appena le spalle e mi avvicino al gruppo di persone che attende che si liberi un tavolo, li accompagno subito verso la destinazione, consegnando i menù e dichiarando che sarei tornata più tardi. Mi viene spontaneo eseguire un Rei, anche se a furia di compierlo ha probabilmente perso il significato profondo che mi era stato spiegato. Dovrei ricominciare a considerarlo con più accortezza, ma oggi non è il giorno giusto. Cerco quindi di tornare alla fila di persone in attesa quando lo stesso impertinente draghetto decide di soffiare di nuovo del fumo, ma questa volta mi prende in pieno volto. «Ehi!» Mi sfugge spontanea l'esclamazione con tono di rimprovero, che non ha ovviamente alcuna valenza e lascia la creatura forse anche più soddisfatta di prima. Sospiro riprendendo a camminare per rivolgermi al prossimo cliente: è un ragazzo (Draven) che non riconosco, anche se credo che qualcosa di lui mi sia familiare. Forse l'ho visto con una spilla verde-argento appuntata sul petto? Non sono sicura, e rimane comunque un ospite da servire: «Irasshaimase» parlo con tono sicuro, il saluto di benvenuto è di certo la cosa che ho imparato più in fretta, «Benvenuto, ha bisogno di un tavolo?» Lui è sicuramente un mio coetaneo, forse avrà solo qualche anno in più di me, ma mi sorge sempre spontaneo il linguaggio formale durante il lavoro.


Salve a tutti! Grazie per la presenza :fru:
La mia Tassina si occuperà di Camillo (purtroppo *colpi di tosse*) e Draven. Per Oliver e Camille ci pensa la mia collega!
Non preoccupatevi per l'omaggio, lo riceverete senza problemi..i vostri post sono stati scritti in tempo!
Ricordatevi solo di ordinare qualcosa che raggiunga almeno 2G :ue:


Confesso senza remore che gli endecasillabi qui presenti non sono tutta farina del mio sacco!
 
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Il brusio di sottofondo inizia presto a darmi sui nervi. Mi accorgo, amaramente, che la folla è più stipata man mano che mi avvicino al bancone. Mi tocca fermarmi a ogni passo in avanti e mi ritrovo a contare i secondi che scorrono lenti; tengo il tempo battendo a terra un piede. Le mani nelle tasche della giacca e lo sguardo che vaga in giro per il locale senza soffermarsi realmente su niente in particolare. Fintanto che nessuno mi sbatte contro, va bene così. Nel momento in cui dovessero iniziare a spintonarmi, beh… Ci penserò se dovesse succedere. Spero di no, vivamente. Non c’è nemmeno la Caposcuola Tassorosso quando serve un’àncora di salvataggio.
Mentre mi chiudo nei meandri della mia testa per consentire alla flebile pazienza di resistere fino alla fine della fila – solo ed esclusivamente perché ho già avvisato Megan che le avrei portato da mangiare, non di certo per la kitsune – riconosco i toni soavi di Camille Donovan pronunciare un cognome che, se dovessi ripeterlo, mi si intreccerebbe la lingua, ma insomma: è quello di Camillo.
Mi volto istintivamente per cercarlo con lo sguardo e mi pare di comprendere, dallo scambio poliglotta, che sia il coreano al fianco della piccola demone Tassorosso.
Ich kann auch eine andere Sprache. Was zum Teufel ist los mit euch?
Ma soprattutto, perché Millo è fissato con le trasfigurazioni di razza?
Torno con lo sguardo perso in giro per il locale, osservo svogliatamente le decorazioni. Avanzo di un altro paio di passi. Paziento. Schivo un paio di clienti. Mi avvicino. Paziento ancora.
La monotonia si interrompe quando mi si affianca una delle cameriere.
«No.» - rispondo secco alla domanda, alternando lo sguardo tra il suo viso e il taccuino che tiene in mano.
«Una porzione di Onigiri e due di Hosomaki. Quindici porzioni di Nigiri. Tutto di salmone. Una porzione di Mochi Daifuku e una bottiglia di Sakè. Da portare via. Grazie.» - procedo a ordinare, meccanicamente.
Riconosco i suoi occhi e, data la presunta età, do per scontato sia una studentessa di Hogwarts, ma di certo non è Serpeverde… O sì?
Non sarei mai in grado di riconoscere tutti i miei concasati.
«Posso aspettare fuori mentre preparate l’ordine?»

Menzioni: Thalia, Megan, Camille, Haru, Camillo
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Quella risposta secca mi stupisce, ma il ragazzo non è il primo, né sarà l'ultimo cliente che decide di ordinare qualcosa da portar via. Inizia subito ad elencare di cosa ha bisogno e recupero svelta le sue parole trascrivendole sul taccuino, accennando un rapido «Certo» prima di concentrarmi sul segno che sto lasciando sopra il foglio.
Non appena termina l'elenco non riesco ad evitare di pensare che il ragazzo non mangerà da solo, altrimenti significa che possiede uno stomaco difficile da riempire. Rileggo a voce alta quello che ho appena scritto, per riepilogare in maniera ordinata ed essere sicura di non aver riportato qualcosa di errato, poi avrei atteso una qualsiasi risposta o cenno per accertarmi che fosse tutto corretto, chiedendo solo dopo, con un accenno di esitazione: «La bottiglia intera di Saké costa un Galeone, le va bene?» Sul menù era riportato il prezzo di un singolo bicchiere da ordinare al tavolo, quindi mi sembra più onesto chiedere conferma del prezzo totale. Parlando di onestà, avrei dovuto chiedergli anche l'età per essere sicura che potesse bere alcolici, ma per l'evento in corso avrei fatto un'eccezione; d'altronde non mi sembra di certo un bambino sprovveduto.

Dopo aver concordato tutto, il ragazzo mi rivolge una domanda che mi lascia impietrita. Adoro tutti gli incantesimi e le decorazioni speciali organizzate per l'occasione, ho notato lo stesso anche da parte di tantissimi clienti che si sono guardati intorno entusiasti, quindi il desiderio di questo ospite mi è giunto davvero inaspettato. So bene però, che le cose non sono mai uguali per tutti. Magari ha impegni più urgenti, già il fatto di non volersi sedere denota che i suoi piani comprendono dell'altro. Oppure è semplicemente un fumatore rispettoso. O ancora, più probabilmente, a lui non piacciono affatto tutte quelle cianfrusaglie e restare fuori è la scelta più conveniente. Forse ha visto cosa succede a chi rimane qui troppo a lungo e preferisce andarsene. Oh accidenti, forse quel drago impertinente mi ha lasciato qualcosa tra i capelli?! Sollevo inconsciamente una mano per accarezzarmi la testa, ordinandomi i capelli nella speranza di non trovare corpi estranei tra di essi. «Può attendere dove preferisce, ci sono anche dei divanetti vicino l'ingresso» Cerco miseramente di proporre le nuove comodità che erano state aggiunte insieme a tutto il resto. Lontane dai tavoli potevano essere considerate più tranquille e magari al ragazzo avrebbero fatto gola, in maniera diversa. Forse è troppo evidente il mio dispiacere per la questione, non posso farci niente, ma rispetto le decisioni di ogni cliente. Torno a sorridergli in maniera gentile, «La chiamerò non appena sarà tutto pronto!»


Riepilogo del tuo ordine, Draven.. (era da un po' che non maledivo Falci e Zellini) :fix:
Onigiri (2×porzione) [5F]
Hosomaki (2×porzione) [10F]
15× Nigiri, solo al salmone (2×porzione) [75F = 4G 7F]
Mochi Daifuku (2×porzione) [5F]
bottiglia intera di Sakè, 1L (grado alcolico: 15%) [1G]

Per un totale di 6 Galeoni e 10 Falci!
 
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Io, te e i Draghi: è un déjà vu, una visione o un pericolo in agguato? Questa è la domanda che mi pongo, un po' sorridente, un po' incuriosito; non posso fare a meno di notare il nugolo alato che ci circonda: alcuni di cartapesta, altri così vividi da ricordare creature in carne ed ossa, i Draghi ci osservano e, chissà, quasi ci giudicano. O almeno è l'impressione che ho in cuore, in parte condizionato dal capogiro dettato dalla fame. Ovunque, difatti, il ristorante è una culla di profumi, essenze e gusti in grado di far venire l'acquolina in bocca. Che sia la nave di sushi, le ciotole di riso fumante oppure i vassoi di gamberetti in agrodolce, tutto è un paradiso vero e proprio. Non ho fatto colazione. Non credo di aver cenato neanche ieri sera. E per pranzo, ora, vorrei divorare pure i Draghi di cartone variopinto. Sento bizzarramente lo stomaco brontolare, un singulto leggerissimo che mi invita ad affrettarmi. Ti seguo, Camille. E intimamente ti ringrazio ancora una volta, perché senza di te avrei tranquillamente potuto perdermi tra la folla. C'è così tanta gente, oggi, da non seguirne il conto: di volti, di nomi, di richiami. In effetti, perfino la lunga tavolata che raggiungiamo è un colpo al cuore: è infinitamente esaltante, senza dubbio.
Riconosco al volo alcune figure più familiari, in parte perché studenti come me, in parte perché fratelli, sorelle o parenti alla lontana di chi abbia intrecciato il suo cammino al mio. Come ex Caposcuola, poi, è un onore assistere ad una forma di ritrovo come questa, che sia voluta o soltanto opera di pubblicità d'eccezione del locale. Non nego di aver tanto desiderato di scorgere Elliott, il fratello di Penny: mi manca anche lui, ex concasato, ma soprattutto sarebbe stato un modo concreto di ritrovarmi finalmente con Penny. Non c'è nessuno, al momento. E mi chiedo se sia per colpa mia, egoisticamente. E, lo ammetto, stupidamente. Ho poi colpa per davvero?
«Abigail, è un piacere conoscerti!» Lo dico con sincerità, con lei forse con più trasporto del solito. Sbaglio o è la concasata che ti ho sentito spesso nominare, Camille? Non ne sono certo, e potrebbe trattarsi di una reminiscenza approssimativa. Ma... ecco, mi è d'impatto simpatica, e mi lascio trasportare — inaspettatamente, ora come ora — dalla verve d'entusiasmo che governa la tavolata. Ho dimenticato molti nomi, un po' come capita in tali situazioni. Mi riprometto, però, di non fare brutte figure e di cogliere di nuovo le identità di chi mi circonda. Ti sorrido, Camille: dapprima per gratitudine, poi per... sorpresa? O meglio dire: ammirazione. Perché è vero, sapevo già della tua conoscenza della lingua francese, ricordo di tua nonna, dei tuoi racconti estivi, perfino del rametto di lavanda che mi hai regalato tempo addietro da una delle tue vacanze più belle. Eppure, un conto è saperlo, un conto è viverlo. Hai l'accento fluente di chi ha dimestichezza con la lingua, in modo profondo: e per me, linguista-per-passione (e d'oltremare, oserei aggiungere), è una rivelazione del tutto incredibile. Io, che ho ammirato il francese dalle tragedie di Malécrit per lunghissimi anni, mi scopro affascinato a sentirti, e sebbene riesca a cogliere il più delle informazioni, resto di stucco a parole, nomi e voci di per sé misteriose. Walker, BTS, qualcosa del genere, è un tripudio di segreti che vorrei indagare. Con il mio zainetto super-incantato, assisto alla scena come uno spettatore e chissà, mi domando come possa coinvolgere Camillo. Se c'è tempo di scambiare altre chiacchiere, ne sarei felicissimo: magari, ecco, non in francese. Non ora che il sushi mi stia dando alla testa.
«Si dice che un brindisi alcolico aumenti le capacità di parlare una lingua straniera, posso offrire un giro di... vediamo...» Ringrazio uno studente, al tavolo, perché indirettamente mi passa un menù cartaceo. C'è l'imbarazzo della scelta: né francese, né inglese, né spagnolo, i nomi chiaramente svettano limpidamente in lingue orientali. C'è per fortuna la traduzione, con tanto di spiegazione di ingredienti e via discorrendo. Mi basta poco per avere almeno una prima intenzione circa cosa ordinare. Appena riesco a scorgere una cameriera, saprò cosa dire.
«Una bottiglia di Huangjiu, se possibile. Prendo poi volentieri... Riso alla Cantonese, Anatra alla Pechinese, Sushi Misto con futomaki fritto assolutamente Sembra la lista dei titoli di un disco musicale, un'occhiata veloce sul menù e di nuovo in alto. Non riuscirò mai a mangiare tutto da solo, assolutamente; ma assaggiare un po' qui e un po' lì non mi dispiace, l'idea è di condividere.
«E... vorrei provare anche una porzione di Gunkan Tobiko, grazie mille.» Torno a voi, e vi parlo un po' genuinamente, quasi fuori dall'ordinario. «Sono uova di pesce volante. Vi ho mai raccontato di quando una Sirena ha sventrato un pesce per darmi delle uova per respirare sott'acqua?» Così, di botto. Una memoria che mi riscalda il cuore, tutto sommato. Prendo posto accanto a te, Camille. E invito tutti voi, chiunque voglia, a seguire l'esempio: è tempo di pranzare, no?

Code • Oliver


Menzioni: todos
Perdonate se ho saltato qualcun*, è per non fermarci troppo.

Riso alla Cantonese 10F
Anatra alla Pechinese 11F
Gunkan Tobiko (uova pesce volante) 5 F
Sushi Misto (4 hosomaki, 4 futomaki, 4 maki) 11F
Huangjiu (se possibile bottiglia, altrimenti 6 bicchieri)
Odio Falci, Zellini e tutto l'ambaradan, arrotondate pure se occorre
 
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Ayumo Vanille
ps: 188/188 PC: 110/110 PM: 117/117 EXP: 25
bCj8RE2
Avevo visto la mia collega dirigersi verso un tavolo per poi tornare indietro con una commessa parziale perché era stata richiamata dalla enorme fila alla cassa, tra chi doveva concludere la propria esperienza culinaria e chi invece ne approfittava unicamente per ordinare da asporto.
Quella giornata non me la sarei mai scordata in tutta la mia vita.
Da quando ci eravamo alzate all’alba per giungere lì a finire i preparativi ed ora che eravamo state travolte da un mare di persone, insieme a tutti i draghi e gli stimoli che il Capo aveva voluto, infine quella sera stessa.
Ero sicura che ne sarei uscita a pezzi, ma con un’esperienza in più e un ricordo magnifico di aver fatto la differenza lì dentro.
Avevo adocchiato qualche mio compagno, alcuni appartenenti alla mia stessa Casa, che aveva deciso di buttarsi a capofitto per approfittare dell’evento e riuscire a gustarsi non solo le novità introdotte nel menù, ma vincere anche la piccole Kitsune che veniva data a tutti coloro che venivano a mangiare durante questo primo periodo di riapertura.
Io mi sarei dovuta ricordare di spendere qualche Geleone per riuscire a garantirmene una, mi erano rimaste fin troppo simpatiche sia per la loro estetica che per il semplice funzionamento.
Avevo recuperato la comanda parziale della mia collega per buttarmi a capofitto a completarla.
Mi ero avvicinata al tavolo riconoscendo i volti che mi erano sfuggiti, con penna e carta alla mano come la più classica delle cameriere babbane, una volta giunta nei pressi del bordo avevo eseguito un piccolo inchino per poi rivolgermi a loro con i piccolo sorriso.
L’unico ad ordinare infine fu Oliver, scrissi o in parte meglio scrisse la penna e ripetei abbastanza velocemente tutto ciò che mi aveva elencato in modo da garantire accuratezza nel mio servizio, non potevo garantire che la cucina fosse perfetta in quella giornata, ma d’altro canto potevo metterci il mio massimo impegno per riuscire a ridurre le possibilità di errore.
U0zOIrn
Non faccio a tempo a girarmi che un Drago mi passa letteralmente sopra la testa scompigliandomi i capelli, svoltato l’angolo mi ritrovo uno sbuffo di fumo in faccia, nella stessa dinamica che poco priva aveva colpito la mia collega.
Io non sono addetta alla cassa per questa parte di turno, quindi un po’ mi dispiace per Gwen che invece si deve dividere tra mille compiti diversi, ma sta sera faremo cambio e avrà modo, forse, di riposarsi un po’ di più.
Il lavoro che è stato eseguito all’Himiko’s Taste è gigantesco e se non ci fosse stata la magia ad aiutarci, probabilmente, saremmo stati ancora in alto mare con la sistemazione dei tavoli, la ricollocazione di buona parte del mobilio.
In qualche modo abbiamo collaborato anche noi, più di quanto ci si potesse aspettare, ma è innegabile che gran parte del lavoro è stata svolta dal Capo.
Abbiamo anche optato per una sottospecie di divisa, in modo da essere facilmente riconoscibili durante il turno e invisibili una volta cambiate di abito.
Lascio la comanda davanti al bancone della cucina, tempo di appoggiarla a scompare magicamente, nel frattempo noto il marasma di padelle che si muovono magicamente e il solito caos che è possibile tra il poco Staff che oggi è ancor più sovrastimolato del solito.
Per fortuna la finestra è stata ben dotata di incantesimo di Disillusione, in modo da permetterci preparazione più celeri e piatti incantati.
A volte è Difficile fare la scelta Giusta
perché o sei roso dai Morsi della Coscienza o da quelli della Fame.


Riepilogo Ordine Oliver:
Riso alla Cantonese | [10F]
Anatra alla Pechinese | [11F]
Gunkan Tobiko (uova pesce volante) | [5 F]
Sushi Misto (4 hosomaki, 4 futomaki, 4 maki) | [11F]
Huangjiu - Bottiglia | [1G]

Totale: 3 Galeoni e 3 Falci

Mi scuso per il ritardo, spero di non avervi imbottigliato la Role :cry2:
 
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view post Posted on 12/4/2024, 18:46
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Nonostante la mia scarsa pazienza, devo riconoscere che l’attesa non è stata così insopportabile. Mi va anche bene che la ragazza che mi sta servendo arrivi subito al dunque senza perdersi in chiacchiere inutili. Continuo ad alternare lo sguardo tra il suo viso – nel vano tentativo di riconoscerla per darvi un nome – e il taccuino su cui sta scrivendo l’ordine – per assicurarmi che non dimentichi nulla. Nell’assoluta padronanza della professione, però, ha il buon intuito di ripetermi a voce alta quanto ho richiesto. Le annuisco una prima volta per confermare la correttezza dell’ordine e poi una seconda per confermarle di voler acquistare la bottiglia di sakè al costo di un galeone. Ci ha tenuto a farmelo sapere come se in passato fosse capitato nel locale di ricevere lamentele per il prezzo; forse per i maghi deve sembrare esoso sborsare un intero galeone per un po’ di sakè, ma se solo sapessero quanto costa nel mondo dei babbani gli verrebbe un accidenti.
Grazie. - concludo educatamente, prima di ritrovarmi ad annuire una terza volta al suo indicarmi i divanetti all’ingresso. Non sarebbe una cattiva idea attendere lì. D'altronde, nel locale non c’è il caos che mi aspettavo di trovare e si sta discretamente bene, il clima è quasi addirittura piacevole.
Nonostante ciò, comunque, non appena si congeda ed io mi sposto dalla fila, mi ritrovo a mirare dritto verso l’uscita pensando che fumare una sigaretta per ingannare l’attesa sia un’idea migliore.
Nel tragitto, uno dei draghetti svolazzanti mi passa così vicino la testa da portarmi d’istinto a voltare lo sguardo a seguire la sua traiettoria. Ci sto tanto bene a stare per i fatti miei e a disinteressarmi di ciò che mi accade intorno, insomma… Mi viene naturale. Però, se capità l’occasione, ecco che la mia curiosità si attiva come un radar. La vicinanza al tavolo delle giovani marmotte mi fa ascoltare il discorso del Grifondoro. La mia mente, inesorabile, si perde a riflettere su come funzionino certe magie: ti spuntano delle branchie? O i polmoni mutano internamente per consentirti di ‘respirare’ acqua? Se non ci fosse tutta quella marmaglia lì con lui, andrei a chiederglielo. Magari lo farò in un’altra occasione.
Per il momento, mi limito a uscire e ad accendermi una sigaretta in prossimità dell’ingresso, abbastanza vicino da farmi vedere dalla cameriera, ma al contempo abbastanza distante da evitare di inondare di fumo gli avventori ancora in fila.
Nel momento in cui la ragazza si fosse ripresentata con il mio ordine, le avrei lasciato 8 Galeoni, arrotondando il prezzo di costo a 7 e aggiungendo 1 galeone di mancia.

Menzioni: "tavolo delle giovani marmotte", Oliver
Interazioni: Susan

Ricapitolando: Dravenino arrotonda a 7 Galeoni per l'ordine e lascia 1 Galeone di mancia a Susanina :fru:
Ma ricorda di dargli anche la kitsune, pls :asd:

 
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view post Posted on 25/4/2024, 11:05
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 Gɯen

 Nieranth
La giornata prosegue in maniera così caotica che ho perso la cognizione del tempo, non so più da quante ore sto già lavorando né quante ancora me ne restano. Ma devo ammettere che non mi dispiace, la mia mente è felice di avere tante cose da fare; forse lo è un po' meno il mio corpo, anche se non mi sembra stia dando richieste di aiuto così opprimenti. Intravedo Ayumo che si sta misurando con le mie stesse questioni e sorrido al solo ricordo delle difficoltà provate per aiutare con il rinnovo. Era stato davvero stressante affrontare tutte quelle sfide, ma la gratificazione provata adesso cancella ogni pena! Noto che la divisa scelta per quel giorno le calza a pennello, so che lei aveva ipotizzato dei colori diversi, ma non può negare che anche con quelli sta benissimo.
Continuo a muovermi tra i tavoli e la cucina, tra la gente in attesa e le vettovaglie da sistemare, il tempo dunque passa e non me ne accorgo. Ecco che poi arriva la chiamata per una comanda da asporto, c'è il mio nome sopra quindi è qualcosa che ho appuntato io e, come una cameriera modello, non ho segnato il nome del cliente che l'aveva fatta. Mi porto una mano sulla fronte mentre cerco di ricordare, è un'ordine che ho letto sicuramente più volte. Quando finalmente mi torna in mente il ragazzo solitario dallo stomaco invidiabile, dispongo tutto ordinatamente nelle buste, aggiungendo la scatola speciale e unica dell'occasione.
Mi dirigo verso l'ingresso dove il nuovo arredo accoglie gli ospiti in maniera tutta nuova. Sono alla ricerca di quel volto senza nome, ma non riesco a trovarlo e penso che sia effettivamente uscito; ovviamente mi dispiace, i divanetti sono davvero comodi, ma forse non troppo isolati per alcune persone, posso capire. Senza contare la possibilità di aggiungere ulteriore disagio con qualche sconosciuto invadente che non sa come rispettare il proprio spazio personale, e che si intromette negli affari altrui curiosando o addirittura sporgendosi per scrutare, come succede in un treno affollato per esempio. A cosa è dovuto un simile comportamento? Noia?
Mi basta un'occhiata verso l'uscita per notare la figura snella e solitaria di quel cliente, che sicuramente ho già visto a scuola ma proprio non riesco ad associarlo ad un nome. Provo ad attirare la sua attenzione, ma non sono sicura che riesca a vedermi. Mi guardo rapidamente intorno per assicurarmi che non ci fosse nulla di troppo urgente e poi filo veloce verso l'ingresso. Da un'occhiata esterna poteva sembrare che stessi fuggendo dal lavoro, oppure che stavo evitando l'ennesimo scherzo dello stesso draghetto, ma in quel momento il mio obiettivo era solo raggiungere il cliente senza nome.
Raggiungo il ragazzo e non so come chiamarlo, schiarirmi la voce mi sembra inappropriato oltre che assolutamente stupido, così opto per un: «Mi scusi» alzando la voce se fosse stato necessario. Avrei atteso qualche secondo per assicurarmi di aver attirato la sua attenzione prima di aggiungere: «La sua ordinazione è pronta!»
Accetto il suo pagamento registrando l'intera transazione, ma rimango sorpresa quando mi viene detto di conservare il resto per me. Di solito mi ritrovo mance da gente seduta al tavolo, che ho servito per ore intere e di età decisamente superiore, quindi sono un po' spaesata quando le monete che ho tra le mani non devo né restituirle né rimetterle in cassa. «Domo arigato gozaimasu. La ringrazio molto!» Un attimo di incertezza rapido prima che mi decido a cedere due grosse buste al ragazzo, contenenti tutti i contenitori della sua ordinazione. Tra questi c'è un pacco decisamente più grande degli altri, difficile che contenga una pietanza di dimensioni normali, certo è che risulta il più leggero di tutti. «Ecco il suo ordine con un piccolo omaggio per l'occasione. Il rito recita "un soffio leggero sul tenero viso", tenga bene a mente il nome che vuole darle mentre lo esegue.» La mia voce è cordiale quando ripeto le istruzioni necessarie ad attivare il peluche, se di attivazione si può parlare! Ultimo, ma non meno importante, saluto il ragazzo con un «Itadakimasu» Che ho iniziato ad evitare di aggiungere la risposta a quel termine, in quanto so non essere solo un semplice "buon appetito", indica un saluto di ringraziamento per il cibo e per chi lo ha preparato, una sorta di omaggio alla vita che è stata concessa attraverso il pasto. Certo, non dovrei essere io a dirlo visto che non godrò di quei sapori, ma mi piace l'idea che venga comunque trasmesso, in un modo o nell'altro.


Come potrei dimenticare un'omaggio così? :fru:
Grazie mille, soprattutto per l'attesa!

EDIT: Mi rendo conto che "Grazie per l'attesa" è, come dire...stupido!
L'intenzione era ringraziarti per la pazienza! :flower:


Edited by Suguni - 26/4/2024, 14:15
 
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