Glitch., Privata

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view post Posted on 15/2/2024, 20:00
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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ELOISE LYNCH | 17 YO | GLITCH
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Il sesto rintocco di un campanile a qualche via di distanza la avvisò che era in leggero ritardo. Affrettò il passo, Converse di Hermes sull’asfalto bollente, e si risistemò la borsa sulla spalla sinistra. Stava procedendo spedita per le strade di Londra, mimetizzandosi tra impiegati e turisti che invadevano la città in quel giugno afoso.
La scuola era finita da poco, il castello scozzese era un ricordo lontano, sostituito da un’alternanza di panorama irlandese e negozi di Diagon Alley. E anche se aveva dovuto salutare i panorami verdeggianti e rassegnarsi a convivere con l’afa cittadina, quel periodo dell’anno aveva il suo fascino.
Estate voleva dire vestire panni Babbani molto più spesso di quanto le succedesse nella sua vita ordinaria. Voleva dire - finalmente! - poter esprimere un tratto della sua personalità senza dover necessariamente finire intrappolata nella divisa. (Entrare nella divisa a fine estate stava diventando sempre più difficile. Certe regole rigide di Hogwarts iniziavano a starle strette, complice l’aver visto un assaggio del mondo che c’era fuori.)
Estate voleva anche dire momenti sospesi, noia sana, opportunità di perdersi nei libri e seguire sentieri che non portavano in nessun posto interessante senza dover necessariamente avere fretta di tornare. In quell’atmosfera rilassata, Eloise si adagiava, domandandosi di tanto in tanto se non ci fosse qualcosa di sbagliato in tutta l’impostazione quotidiana e frettolosa della società contemporanea.
E infine estate poteva dire evitare il rischio di incrociare Niahndra in ogni corridoio che attraversava, quindi un’opportunità per porre della distanza fisica e mentale tra sé e quanto era successo alla fine del Torneo di Quidditch poche settimane prima.
Eloise imboccò la via del Ministero della Magia lasciando quei pensieri dietro l’angolo. Bene, si disse, Ned non è ancora arrivato - poteva appoggiarsi a uno dei paletti a bordo marciapiede e fingere di essere sempre stata in orario. Con aria svagata, ignorando i palesi maghi che uscivano dalla cabina telefonica dismessa, cercò di mimetizzarsi con il panorama urbano che la circondava.
Ogni volta che si ritrovava lì si rendeva conto di quanto squallido fosse quel posto, complice la necessità di celarlo alla vista, e di quanto poco avrebbe voluto doverlo vedere ogni mattina. Vero - si rispondeva con la voce di Ned - tecnicamente i Ministeriali prediligevano la Metropolvere o la Smaterializzazione, ma non riusciva comunque a non immaginarsi provare una punta di ansia al pensiero della vita monotona che intravedeva in quella strada.
Aveva insistito per andare a prendere suo fratello più grande perché il suo turno ai Tiri Vispi finiva troppo presto, e non di certo per fare una tappa al negozio di dischi babbano che c’era lungo il tragitto. Aveva gironzolato tra vinili nuovi e usati, cincischiato in zona poster, chiesto informazioni sulla canzone che usciva dalle casse, ma alla fine ne era uscita a mani vuote. Si era limitata a ordinare proprio l’album contenente quella canzone, che probabilmente allo Zufolo sarebbe stato difficile reperire.
Non le sarebbe dispiaciuto presentarsi con un nuovo disco da mettere sul giradischi di Ned (un regalo che si era fatto con il primo stipendio), visto che quella sera avrebbe dormito nel suo nuovo appartamento cittadino. Questo era un altro dei vantaggi dell’estate: assaggiare la parte migliore della vita da adulti - uscire da lavoro, passare una serata a sperperare nelle attrazioni che la grande Londra aveva da offrire.
Non avevano ancora definito un programma della serata, e andava bene così: probabilmente si sarebbero fatti trascinare dall’ispirazione del momento, seguendo qualche consiglio o entrando nei posti in cui i loro nasi li avrebbero guidati. Magari avrebbero incrociato qualche suo coinquilino, o presenziato a qualche concerto tardivo, e recuperato del cibo spazzatura solo in tarda notte. Eloise amava quel tipo di serate: le permettevano di assaporare il gusto di fare scelte autonome e libere senza che ci fosse bisogno di rendere conto a nessuno.
Si aggiustò nuovamente la tracolla stretta che portava in spalla, gettando uno sguardo vagamente impaziente alla cabina telefonica. Un battito di ciglia, giusto il tempo di chiudere e riaprire gli occhi, e finalmente le parve di intravedere una chioma rossa oltre ai vetri sporchi.
Damn be this wind it's still movin' on in | To the bones and the bed of my soul


Ambientata nell’estate successiva al Torneo di Quidditch ~
 
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view post Posted on 2/3/2024, 16:54
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– Glitch –
|| London || June ||

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Siamo londinesi semplici: c’è un minuscolo raggio di sole? Tutti a fiondarsi all’aperto per poterne godere anche solo per quei venti minuti al dì.
Certo, d’estate siamo molto più fortunati, ma siamo ad inizio giugno e nonostante tutto finora c’è stata una settimana di temporali ammazza-umore non indifferente. Perciò in ufficio siamo tutti di allegri, al punto che io, Ned e Isabella non abbiamo fatto assolutamente un cazzo tutto il giorno. Se mi avessero detto, all’epoca delle spille da Prefetto e Caposcuola, che mi sarei lasciato distogliere così da un mio compito, mi sarei indignato moltissimo. Ora, invece, non me ne importa assolutamente niente. Cioè, sì, amo ciò che faccio, ma sul campo. Scrivere relazioni e traduzioni e rotture varie non fa più per me. 
« No, amico. Hai perso la scommessa e adesso paghi pegno. » Sorrido malevolo mentre raccatto i documenti –intonsi– e li ficco dentro la tracolla. Ned arriccia il naso, evidentemente contrariato. « Diavolo, Hor, ma sei uno strozzino! » Si lamenta, incrociando le braccia e chiudendo un occhio come un vecchio guercio. Io rido, poi chiamo Isabella che ci sta aspettando in corridoio; la sua testa piena di treccine ondeggianti spunta oltre lo stipite della porta del mio ufficio.
« Dica? »
« Tu che sei giudice imparziale: mi confermi che Ford ha davvero bevuto quel caffè? »
Dietro di me, Ned fa palesemente di no con la testa, agitando le braccia in aria per attirare l’attenzione della nostra amica. Lei fa saettare gli occhi verso di lui ed io mi giro. Ned, colto in castagna, finge nonchalance mentre Isa se la ride sotto i baffi.
« Confermo e se l’è pure bevuto come uno shottino. Così! Sluuuup! » E mima teatralmente uno che beve, buttando indietro la testa.
Io schiocco le mani in un battito entusiasta, Ned, invece, rotea gli occhi.
Scommetto che se gli avessi chiesto cento Galeoni avrebbe fatto meno storie. Sono tentato di proporglielo, ma decido di tacere. Dobbiamo decisamente darci una regolata con queste scommesse, prima o poi ci ammazziamo (o finiamo sul lastrico).
« Ottimo! Andiamo, ho giustappunto un bel casco in avanzo. » Gli metto un braccio attorno alle spalle e lo conduco fuori come un prigioniero al patibolo.
« Oddio, fammi prendere il cellulare, questa voglio proprio vederla! » Isabella si fruga nelle tasche dei jeans mentre ci trotterella dietro.
« Non osare puntarmi addosso quel coso! » La minaccio, ma lei spinge sia me che Ned dentro l’ascensore senza troppe cerimonie
« Ma senti che stronzo, falso, ignobile, infame che sei! » Ned si ribella, svicolando dalla mia presa. « IO devo salire su quell’affare da pazzo Babbano e TU – Mi punta un dito in mezzo al petto – « non vuoi essere filmato? Falso! » Dal dito passa ad un pugno che mi tira sul braccio. Caspita, non pensavo fosse così restio: questo rende la penitenza ancora più divertente.
« Occhio, ti fai male. » Sbruffoneggio, alzando le sopracciglia piuttosto eloquentemente. Lui replica con un colorito insulto che fa scoppiare a ridere tutti e tre.

Quando usciamo da questo maledetto edificio, il sole ci riscalda il viso e noi rimaniamo per qualche secondo con i musi alzati e gli occhi socchiusi: sembriamo delle talpe.
« Avanti, ho parcheggiato di qua. » Mi incammino spezzando l’idillio e Ned mi raggiunge con una mezza corsetta. « Ma tu muoverti come un vero Mago no? » « Dài Ned, è come andare su una scopa in fondo! » Isabella si intromette e io mi volto allargando le braccia.
« Oooh, grazie! »
Vado avanti, ma Ned esclama: « Aaaah! Giusto! C’è Eloise stasera da me! Ops! » La sua voce è sorprendentemente allegra e agita un braccio in segno di saluto quando, vicino la cabina telefonica dei visitatori, intravede la testolina pel di carota della sorella. « Dai su, dovete, assolutamente prendervi una birra con noi! » Col tipico ghigno che condivide con la Eloise, Ned mi guarda con l’aria di sfida riflessa negli occhi.
« Sei un gran paraculo, Lynch. » Mi lamento, ma in realtà sono felice di vederla.
« Ciao, El! » Con un gran sorriso, Ned saluta la sorella, poi indica me ed Isa col pollice che, dietro di lui, la salutiamo con la mano come due scolaretti. « Che ne dici se vengono anche questi due stasera? » Poi si china leggermente in avanti e le sussurra:
« Salvami da Horus. »

|| You can't live without the fire 'cause you're born to live and fight it all the way ||

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view post Posted on 9/3/2024, 08:36
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Eloise si rese conto immediatamente di essersi confusa. La testa rossa non era una, ma due, accompagnate da una terza estremità ricoperta di treccine nere: un’hydra a tre teste che negli ultimi tempi aveva preso a muoversi simultaneamente, come se facesse parte di un organismo unico.
Non aveva bisogno che qualcuno le spiegasse che quei tre erano Ned, Horus e Isabella, le era bastata un’occhiata per capirlo. Tre vivaci Spezzaincantesimi sulle tracce di reperti magici nelle ore di lavoro, alla ricerca di guai quando erano in pausa. O forse era il contrario. In ogni caso, avevano trovato un loro equilibrio, e non era raro verderli discutere animatamente tra loro, che è anche un modo per dire che erano un terzetto davvero affiatato.
«Ma certo, mi fa piacere.» La figura di Ned le ostruì la vista prima che potesse salutare adeguatamente, così fu costretta a sporgersi di lato per poter rivolgere almeno un cenno di saluto agli altri. «Cosa avete combinato questa volta? Chi si è beccato il Riddikulus mentre era sul gabinetto?» Si rivolse più a Isa, giudice imparziale delle sfide, che agli altri due, che spesso erano troppo coinvolti per essere oggettivi. Aveva tirato fuori la prima delle sfide affrontate che le era venuta in mente, forse una delle sue preferite. «E soprattutto… Qual è la penitenza?»
«Ma niente!» Minimizzò Ned senza riuscire a celare il tono strozzato della sua voce. «È una cazzata, la faremo un’altra volta… Non vorrei certo far aspettare la mia sorellina preferita, no?» Nel dire questo, le passò un braccio sulla spalla e la stritolò in un abbraccio: più un avvertimento che un gesto d’affetto.
Eloise ricambiò stringendolo in vita - a un abbraccio di suo fratello non diceva mai di no - ma non si lasciò ingannare. «La tua unica sorella, vorrai dire.»
«Volevo portarti in un pub pazzesco che sta sul Regent’s Canal, ma dobbiamo muoverci per goderci un po’ di sole prima del tramonto… Diteglielo anche voi che è un posto incredibile! L'altra volta ci siamo presi una sbr-»
Impassibile, la Lynch più giovane sollevò le sopracciglia. «Ned… Il sole tramonta fra tre ore. Se è una cosa breve c’è tutto il tempo di assolvere ai tuoi doveri… No?»
Voltandosi verso Horus, Eloise sfoderò il suo sorriso più sghembo. Le piaceva punzecchiare suo fratello, e in generale le piacevano quei tre. In quel momento erano, probabilmente, tra le sue persone preferite: avevano una spensieratezza che ai suoi coetanei spesso mancava, presi com'erano dalla serietà degli incarichi scolastici e dalla necessità pressante di delineare la propria identità, di sgomitare per avere spazio di respirare e definirsi. A volte le cazzate acquisivano sfumature apparentemente insormontabili. Vedere loro tre la tranquillizzava, le faceva pensare che il mondo del lavoro non era per forza palloso e che non era obbligatorio vivere le cose con rigidità mentale.
«Allora, di che cosa si tratta?» Battè le mani, felice come una bambina davanti a un giocattolo: date a Eloise Lynch una scommessa e lei vi ripagherà con tutto il suo entusiasmo.
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view post Posted on 20/3/2024, 15:18
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« Beh… »
Isa si fa avanti guardando prima me e poi Ned con un grande sorriso, pronta ad esibirsi come suo solito.
« Ti ricordi Ford? Quel… » Si guarda intorno con fare circospetto « …pezzo di merda che tortura Aston. » Continuo io, ma Isabella mi tira una sberla dietro la nuca. « Ahia! » Esclamo massaggiandomi il collo e guardando in tralice la mia amica.
« A’ scemo, metti che era dietro di me? »
« Anche sti cazzi. » Borbotto stringendomi nelle spalle. Isa agita una mano davanti a sé, come a voler scacciare il siparietto appena avvenuto.
« Zitto, fammi finì. Dicevo. » Prosegue schiarendosi la gola. « … Beh, sì, quello là. Insomma, c’è stata un’infestazione di Bundimun giù al quarto livello, non ti dico che isteria. Non chiedermi perché, ma tuo fratello è riuscito a procurarsi una provetta di muco di Bundimun e… » Io, nel frattempo, arriccio il naso per lo schifo e tremo per un lungo brivido che mi scivola lungo la schiena. Ned mi ha minacciato di tirarmelo addosso motivo per cui… « … Horus l’ha sfidato a rovesciarlo nel caffè di ‘sto qua. Lui ha detto che l’avrebbe bevuto, Ned invece ha detto di no. »
Il sorriso di Isabella si allarga e si volta a guardarmi; il suo ghigno si riflette anche sul mio volto.
« E lui –Ford dico, sciiiiiup! » Butta indietro la testa –di nuovo– imitando il famoso shottino. « Ned pensava non sarebbe stato così stupido. Io ho confermato che Ford è proprio il deficiente che pensavo che fosse. » Concludo, amabile.
Mentre Isabella parlava, ho assistito allo scambio di abbracci fra Ned ed Eloise ricordando, d’un tratto, quello che lei mi ha dato quella sera maledetta al ballo ad Hogwarts. Il mio sguardo si fa vacuo per un istante nel ricordare Emily intenta a fissarmi per dei secondi interminabili, ma battendo le palpebre scaccio via la sua sagoma per sostituirla a quella di Eloise e al suo “Ti voglio bene, lo sai?”
Allora il mio sorriso si fa più dolce mentre la guardo e, mentre tutti seguono Ned, io rimango indietro di qualche passo, guardandoli chiacchierare e sentendomi, improvvisamente, molto fortunato. …E molto triste allo stesso tempo.
« Allora, di che si tratta? »
Li raggiungo con un paio di passi veloci, svicolando al fianco di Ned e mettendogli nuovamente il braccio attorno la spalla. Poi gli ficco il casco nero della moto in mano e mi sporgo per guardare Eloise.
« La punizione è che deve venire in moto con me. » Dico innocente. « E proprio non capisco come mai non vuoi, amico caro. » Mi fingo molto offeso, mentre con un ampio e plateale gesto indico il mezzo, parcheggiato poco più avanti.
« Una Firebolt è molto più veloce e tu sei un asso a volare! Quindi che sarà mai un mezzuccio Babbano innocuo come una Scopalinda! » Toh, Ned, beccati ‘sta sviolinata.
« Peccaaaato, El, che tuo fratello si sia fregato da solo dando a Hor il contatto di un tizio… che aggeggia con la roba Babbana. » Isa si china all’altezza dell’orecchio di Eloise, schermandosi la bocca con una mano.
Io lascio la mia presa rapace su Ned e mi metto una mano sul cuore.
« Non so di cosa tu stia parlando! » Pavento indignazione, confidando nel man forte che solo Eloise sa darmi.
Mi sento così leggero da permettermi di rifugiarmi in questo calore che, adesso, col sole ha ben poco a che fare.

|| You can't live without the fire 'cause you're born to live and fight it all the way ||

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Scusi il ritardoOooO
 
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