| Contest a tema Aprile 2024 - Testamento To bring Back Studentessa Grifondoro 15 | Juliet Little Strega | Juliet stringeva la lettera di ammissione a Hogwarts con un misto di gioia e apprensione che le avvolse il cuore come una morsa. Settimane prima aveva ricevuto la lettera e quindi la certezza di essere diversa era così tangibile. Quante volte aveva sognato il momento che qualcuno venisse da lei e dirle che faceva parte di un altro mondo. Quel momento era arrivato e ora non sapeva se essere felice o mostrare quel suo vero sentimento di apprensione. Voleva immergersi nel mondo della magia e della stregoneria. Eppure, nonostante il suo desiderio ardente, una fitta nebbia di timori le offuscava la mente.
Seduta sul letto, la lettera stretta tra le mani tremanti, Juliet fissava lo stemma di Hogwarts impresso sulla pergamena. Le mille possibilità e avventure che attendevano dietro quelle mura secolari si scontravano con il timore persistente di non essere all'altezza. E se non fosse abbastanza brava? E se non riuscisse a tenere il passo con gli altri studenti, nati in famiglie di maghi, con una conoscenza del mondo magico molto più profonda della sua?
Il pensiero di fallire le fece stringere la lettera con maggiore intensità, sentendone i contorni taglienti contro la pelle. Era una sensazione travolgente, quella paura di deludere non solo se stessa, ma anche quei suoi poveri genitori che non capivano, o facevano finta di capire, i suoi mutamenti e ora era venuto tutto alla luce. Era scritto nero su bianco che lei fosse una strega. E se il peso delle aspettative fosse troppo grande da sopportare?
Quel suo troppo pensare l'aveva portata nel parco dell'ambasciata, così silenziosa in quel momento e così di compagnia.
Juliet fissava con sgomento la lettera che teneva tra le mani in mezzo alle piante che filtravano la poca luce presente in quella giornata che ormai volgeva al termine. Hogwarts. Il nome evocava immagini di magia e incanto, ma per lei significava l'inizio di un'avventura spaventosa. Non si sentiva pronta per abbandonare la sicurezza del suo mondo per entrare in quello dei maghi e delle streghe."Non voglio andare," sospirò, mentre le lacrime di frustrazione le offuscavano la vista.
In quel momento, un signore anziano avvicinatosi con passo lento le sussurrò gentilmente: "Non temere, giovane strega. Hogwarts è un luogo meraviglioso, pieno di segreti da scoprire e amicizie da coltivare."Juliet sollevò lo sguardo, trovando conforto nel sorriso del vecchio che le stava dietro le spalle. Trovarsi il vecchio le mise ansia, ma il sorriso dolce e rassicurante dissipò quel sentimento.
Juliet stringeva la lettera di ammissione a Hogwarts tra le mani tremanti, l'ansia serrandole il petto. Il pensiero di dover lasciare tutto ciò che conosceva per un mondo sconosciuto la spaventava profondamente."Mi scusi" sussurrò, gli occhi imploranti. "Ma come posso essere sicura che Hogwarts sia davvero così meravigliosa?" Chiese la piccola di casa Little mentre il vecchio si sedeva accanto a lei sulla panchina.
Il signore anziano sorrise, gli occhi pieni di saggezza e di ricordi. "Oh, giovane strega, lascia che ti racconti di quando ero uno studente a Hogwarts. Ricordo ancora il primo giorno che ho messo piede nel Grande Salone. Le candele fluttuavano sopra di noi, il soffitto sembrava un cielo stellato. E poi ci sono state le lezioni di incantesimi, i duelli tra studenti, le feste nella Sala Comune...""Vuoi sentire la storia di quando sono salito sulla scopa per la prima volta?" chiese, gli occhi pieni di luce mentre il ricordo di quel giorno speciale prendeva forma nella sua mente.
Juliet annuì con entusiasmo, incuriosita dal racconto che stava per ascoltare. Si accoccolò sulla panchina, pronta ad immergersi nelle parole del vecchio signore.
E così iniziò il racconto di un'avventura indimenticabile, un viaggio attraverso il tempo che li avrebbe portati indietro nel tempo fino all'epoca dei suoi giorni di scuola a Hogwarts.*** Era una giornata uggiosa di inizio autunno quando il giovane signore, all'epoca solo un ragazzino con gli occhi pieni di sogni, si trovò di fronte alla Scopa Magica di suo padre. Era un vecchio modello, usurato dal tempo e dalle numerose avventure che aveva vissuto, ma per lui rappresentava molto di più di un semplice oggetto.
Con le mani tremanti di eccitazione, il giovane signore si avvicinò alla scopa, sentendo il cuore battere forte nel petto. Aveva sentito parlare delle gesta dei grandi giocatori di Quidditch, delle acrobazie incredibili che riuscivano a compiere in aria, e ora era il suo turno di provare quelle stesse emozioni.
Con un respiro profondo, il giovane signore salì sulla scopa, stringendo forte il manico mentre sentiva l'adrenalina scorrere nelle sue vene. Si sentiva libero, come se potesse volare via e raggiungere le stelle.
Con un colpo secco, si lanciò in aria, sentendo il vento sulla pelle e il suono del vento che fischiava nelle orecchie. Era un momento di pura gioia, di pura libertà, che avrebbe tenuto nel cuore per sempre.*** Le parole del vecchio signore si persero nell'aria, lasciando un silenzio carico di emozioni nel parco, pure il cinquettio degli uccellini non si sentiva. Juliet guardò il vecchio signore con occhi luminosi, incapace di nascondere l'ammirazione per la storia che aveva appena ascoltato.
Juliet lo ascoltava, rapita dalle sue parole. Ogni descrizione riaccendeva una piccola fiamma di curiosità nel suo cuore spaventato. Forse, forse c'era qualcosa di magico ad attenderla a Hogwarts, qualcosa di più grande di tutte le sue paure.
Il signore continuò a raccontare, trasmettendo a Juliet l'amore e l'emozione che aveva vissuto in quegli anni passati nel castello magico. Alla fine, Juliet si sentì pronta ad affrontare l'avventura, grazie alle parole del signore che erano state come una luce nel buio della sua incertezza."È stato incredibile," disse lei con un sorriso, immaginando la scena vivida nella sua mente. "Grazie per aver condiviso quel momento con me."Il vecchio signore le restituì il sorriso, gli occhi brillanti di gratitudine. "È stato un piacere," disse con voce sommessa. "Spero che tu possa provare le stesse emozioni quando sarà il tuo turno di salire sulla scopa." se ne andò come era venuto, in mezzo al silenzio.
<i>Tra tutte queste paure e queste nuove parole confortanti Juliet sapeva che c'era anche un filo sottile di speranza. Una fiamma tenue, ma persistente, che ardeva nel suo petto. Era la fede in sé stessa, nel suo potenziale, nella sua capacità di superare le sfide che si sarebbero presentate lungo il suo cammino. Era la consapevolezza che, anche se avrebbe potuto inciampare lungo la strada, avrebbe trovato la forza di rialzarsi e continuare a lottare per i suoi sogni.
Con un sospiro profondo, Juliet si alzò in piedi, lasciando che la lettera scivolasse dalle sue mani per cadere leggermente sul prato. Sentì un senso di calma scendere su di lei, come se accettasse il suo destino con tutte le sue incertezze e imperfezioni. Sì, poteva esserci il rischio di fallire, ma c'era anche la possibilità di crescere, di imparare, di diventare la persona che era destinata a essere."Non importa quanto sia difficile," mormorò a se stessa, "non importa quante sfide mi aspettino. Andrò a Hogwarts e farò del mio meglio, perché è ciò che voglio io. Lo devo al signore che ha condiso con me il suo passato"Con quella determinazione nel cuore, Juliet raccolse la lettera, sentendosi pronta ad affrontare tutto ciò che il futuro avrebbe portato, sia che fossero successi o fallimenti. Perché, alla fine, era il viaggio che contava, e lei era pronta a intraprenderlo con tutta la forza che aveva dentro di sé. |
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