min haru
“BRO”, Haru trilla felice, mentre il buon vecchio Ambrogio le trotterella lemme lemme al fianco. La ragazza rallenta il passo affinché il bel vagabondo possa sostenere la sua andatura.
“Anzi, Sir Bro”, si corregge subito.
Bisogna portare rispetto ai distinti gentiluomini di una certa età, pensa solenne. Soffia un bacio verso il gattone, il quale, per tutta risposta, le si struscia sulle gambe. Che è
assolutamente adorabile. E che
assolutamente esula dalle capacità di equilibrio e coordinazione regalate ad una certa Min Haru dalla genetica e dagli arti incredibilmente dinoccolati che si ritrova.
La Min Haru in questione rischia di cadere, inciampando malamente sui propri piedi, in almeno sette modi differenti, tutti uno più potenzialmente catastrofico dell’altro.
“Bro, ti scongiuro, non attentare mai più alla mia vita così. C’è gente a giro che non ne ha sette”. Il piccolo lord, per tutta risposta, la guarda in cagnesco. Offeso, senza dubbio, anche dalla vergognosa mancanza di onorifici accanto al suo nome. Haru, devastata dal suo stesso imperdonabile errore, si scusa per l’affronto. Silenziosamente, gli promette razione tripla di coccole.
“SIS”, saluta poi la bella Sistole, che, col suo pelvo fulvo lucidissimo al sole, arriva a reclamare le sue attenzioni.
“ASS”, aggiunge quando anche Diastole le raggiunge in tutto il suo splendore tigrato.
“ZIA”, sorride al siamese a forma di mappamondo che le viene incontro. Per inciso, ‘Zia’ –diminutivo di ‘Sazia’– è ENORME. Di certo, la massima “
nomen omen” sembra non valere granché quando si tratta di Zia, vista la perfetta globosità del suo aspetto. Ad Haru pare impossibile che la micia in questione abbia mai avvertito il senso di sazietà in vita sua. È una
palla perfetta. La adora alla follia. Mr. Chu, tra l’altro, sostiene che si tratti in realtà di un nome di origine araba. Haru non è certa che sia proprio vero, ma al tempo stesso ha una paura dannata di cos’altro la mente dell’anziano gattaro possa partorire in alternativa. Certo, l’etimologia è importante, ma la dignità della felina sferica decisamente di più. Scuote la testa, rassegnata. Ancora non può credere all’ultima proposta dell’uomo e al sorriso sdentato e irresistibile con cui l’ha accompagnata:
“Lee, diminutivo di Clistere”.
Non che la penultima fosse tanto migliore, eh.
“Ross, diminutivo di Blefarospasmo”.
Merlino ipocondriaco e germofobico intrappolato nel bagno di un autogrill di quarta categoria alle quattro di notte, impreca Haru fra sé e sé. Il medico di base di Mr. Chu la deve piantare di parlargli in medichese, perché lo scotto da pagare per i poveri felini in termini di capitale sociale è esorbitante. Il giorno in cui il gattaro scoprirà cosa sono le fistole anorettali, sarà
ufficialmente finita, poco ma sicuro. Un
facepalm al ricordo della questione ad Haru ora non glielo toglierebbe proprio nessuno, se non fosse che la ragazza ha le braccia letteralmente stracolme di cibo per gatti ed un cesto altrettanto traboccante di ogni tipo di torta e pasticcino che è stata in grado di sfornare nottetempo. È tempo di esami ad Hogwarts, ma il cioccolato non si nega a nessuno. O perlomeno questa è la menzogna che Haru si racconta con una convinzione fervida che rasenta il fanatismo religioso per giustificare il
coping mechanism tutto suo che s’è inventata negli ultimi tempi per gestire l’ansia da prestazione legata alle performance accademiche.
“Sir Bro, dai, non te la prendere”, incalza ancora il suo amico a quattro zampe, che la segue tutto impettito e con aria innegabilmente indispettita fino all’uscio di casa di Mr. Chu. Distratta e impensierita dalla faida col suo dinosauro preferito, Haru entra in casa. Prima ancora che possa salutare il proprietario di casa, un altissimo muro tropicale all'invitante profumo di cocco le si para dinanzi, totalmente inatteso.
Il sussulto che le sfugge dalle labbra è inevitabile, la testata pesantissima che caccia inavvertitamente al suddetto muro (stranamente morbido, per essere un muro) è epocale. Prima di cadere rovinosamente a terra all’indietro, appesantita dal carico immane che regge ancora fra le braccia, Haru ha giusto il tempo di pensare:
Beh, questi… saranno boccini amari. L’impatto col suolo si prospetta a dir poco drammatico.
Spero solo che i muffin al cioccolato si salvino.disrespect the cats and i'll eat your spine