...at the origins!, Privata, continua Travel Back

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view post Posted on 24/1/2018, 18:52
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Alice
Lastrange
«E’ proibito piangere senza imparare,
svegliarti la mattina senza sapere che fare
avere paura dei tuoi ricordi.»
Pablo Neruda

Scheda ► III Anno Corvonero ► Continua "Travel Back"


A
vvolta dal caldo abbraccio della sua migliore amica, Alice si sentiva stranamente protetta, invincibile, e le era mancata da morire quella sensazione, lei le era mancata. D'un tratto però era come se tutto fosse svanito, erano pronte per ricominciare, per iniziare una nuova avventura insieme e la corvonero non vedeva l'ora. Tante erano le cose ancora da chiarire, ma il tempo, almeno quel giorno, era loro amico. Si separarono dopo chissà quanto tempo, troppo poco per Alice, che avrebbe goduto un altro pò di quel contatto a lei così caro. Nuovamente una di fronte all'altra, la Corvonero non riuscì a nascondere un espressione inorridita nel sentire pronunciare il nome dell'ex-prefetto, non voleva più saperne di lui, e, nonostante i due avessero "chiarito", Alice sapeva che, in cuor suo, non lo avrebbe mai perdonato, e non solo per il tradimento, quello era già di per se orribile, ma per aver minato l'amicizia tra lei e Jen. Lo sapeva, sapeva che non poteva dare l'intera colpa al ragazzo, ma tra i due rapporti quello tra lei e la prefetta era nettamente più importante e il più longevo.
«No, non capisci. Non...» le parole le si bloccarono in gola, mentre nuove lacrime minacciavano di rigarle il suo viso, già segnato. No, era il momento di parlare, le scacciò giù, tirando un profondo respiro.«Non si tratta di aver diviso me e lui, dopotutto, forse non eravamo nemmeno così uniti come pensavo» avvicinandosi a Jen, prese le sue mani, stringendole tra le sue «Noi. Io e te, nulla è più importante, e so che non te l'ho dimostrato, ti ho abbandonata come non avrei mai dovuto fare, e mi dispiace»
Un sorriso dolce le si disegnò sul viso, una promessa non detta, che, sapeva per certo, lei avrebbe capito.

"Always and forever"


Annuì alla proposta della giovane, due passi avrebbe giovato alle due ragazze, e, come lei, anche Alice aveva da dire alcune cose alla sua migliore amica. Iniziarono ad incamminarsi, e tra gli intrecci del loro discorso si ritrovano in men che non si dica al secondo piano. La donna raffigurata nel dipinto più grande di quel corridoio sorrise loro, e come un fulmine a ciel sereno si rese conto di dove fossero capitate. Li, in quell'esatto punto, tutto era cominciato. Sembrava ieri, eppure erano passati tre lunghi anni da quando le due neo Corvonero si sono incrociate su quelle dispettose scale, che tanto amano cambiare. Tra le mani ricordava ancora il peso di quel braccialetto, di cui aveva imparato a conoscere ogni singolo ciondolo, e che era così prezioso per la ragazza accanto a lei. Felice come una bambina il giorno di Natale, la ragazza sorrise raggiante alla prefetta.
«Te lo ricordi?»
Stentava a credere che potesse esserselo dimenticato. Il ritrovamento da parte sua di quel bracciale, e la successiva restituzione, avevano creato qualcosa di incredibile, che nessuno avrebbe mai potuto solo lontanamente immaginare. I suoi occhi, sprizzanti di felicità, tornarono a posarsi sul viso di Jen
«Allora, dimmi, di cosa volevi parlarmi?»






Edited by Alice Lastrange - 24/1/2018, 22:06
 
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view post Posted on 25/7/2018, 14:23
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La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo.

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Planet Earth ...maybe

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Avrebbe potuto riprenderla, tornare indietro, alterare il discorso, ma Alice non lo fece. Tuttavia il "non capisci" la portò a distogliere lo sguardo. Per quanto le costasse ammetterlo molto spesso arrivava a non capire davvero e a dover sbattere la testa sull'invisibile muro dell'evidenza prima di ricredersi. In quel caso fu l'amica a svegliarla, a dire quello che lei stessa pensava ma al quale non avrebbe mai dato voce in quella situazione. Derek era a parte. Tutti gli altri erano a parte. Non si sarebbero potuti mettere tra loro. Inspirò profondamente, quando, tornando a guardare l'amica, notò chiaramente la probabilità di nuove lacrime. « Siamo qui, non ha più importanza » Accettare scusanti per i propri errori bruciava più dello stessa azione sconsiderata. In un mondo utopico dove tutto avrebbe potuto si sarebbe presa fin da subito anche il suo dolore, lasciandola leggera e affrontando la situazione di cui era causa da sola; ma quel mondo non esisteva e così le sue azioni si ripercuotevano anche sugli altri. Dopotutto non era tanto sbagliato, nulla le avrebbe fatto più effetto degli occhi lucidi della sua amica, vedere il male fatto riflesso in chi vuoi bene è la punizione più atroce. Avrebbe voluto chiederle di non piangere ma si limitò a stringerle la mano.
Quei passi senza meta erano i primi del loro "ripartire da zero", se questo fosse stato davvero possibile. Hogwarts era il luogo amico e l'unico che avrebbe potuto riaccogliere quella riconciliazione. I corridoi che le avevano viste crescere, le aule in cui avevano passate così tante ore a migliorarsi e a stringere il loro legame. Non serviva che le ragazze guidassero il loro passo, per quanto il castello poteva rivelarsi imprevedibile e sorprendente in qualsiasi momento, le corvonero erano sul pezzo pronte a quello che poteva offrirgli. Jenifer sorrise osservando la scalinata. Uno dei suoi primi giorni ad Hogwarts quando aveva conosciuto Alice come qualcosa di più che una semplice concasata.

« Come potrei dimenticarmene? Ero forse la ragazzina più svampita di tutta la scuola » rise incrociando gli occhi felici dell'amica, l'aveva salvata, fin d'allora. Le era mancato, il suo sorriso, quei momenti così semplici che facevano star bene che solo con lei riusciva a tirar fuori. Forse erano frutto della loro complicità o della conoscenza profonda.. ma quanto profonda poi? « C'è una cosa.. successa quell'anno che non ti ho mai raccontato » Esordì incerta. Era il momento delle sorprese, a quanto sembrava il karma le faceva arrivare tutte insieme. Distolse lo sguardo e lasciò la mano dell'amica per frugare nella sua tunica. Nelle tasche non sembrava esserci ma alla fine lo trovò. Era un foglio mal piegato, tanto da sembrare quasi appallottolato e di certo non in buone condizioni, tuttavia la carta non era stata indebolita dal tempo e l'inchiostro ben assorbito non era svanito, il che gli dava un'aria abbastanza recente. Lo aprì delicatamente, cercando di seguirne le pieghe senza strapparlo. Alla fine, dopo aver cercato di allisciarlo per quanto possibile, lo passò alla ragazza. Osservò il volto di Alice, se c'era qualcuno che avrebbe potuto capire ancor prima che lei continuasse a parlare era lei. Il battito del suo cuore si era rallentato nell'attesa di leggere il suo volto. Le somigliava forse? Se l'era sempre chiesto, nei suoi sogni sembrava di sì. Ormai il ricordo era così vago dopo aver creduto per anni fosse tutto frutto della sua immaginazione. Che Alice se la ricordasse? Infondo aveva la sua stessa età e il dormitorio di corvonero non era così grande. Con molta probabilità l'amica non avrebbe saputo darle alcuna risposta, ma non era lì per quello. Per quanto le domande le premessero nel petto era il momento di dare una spiegazione. La fragilità degli eventi di quella giornata non rendevano migliore quel momento. Un passo.. due. Si accasciò ai piedi della scalinata con le spalle al muro. La fine delle lezioni aveva finalmente fatto diradare la presenza di studenti e professori girovaghi per i corridoi.
Lo sguardo perso nel vuoto. Per quanto avrebbe voluto davvero spiegare, tutto le restava talmente incomprensibile.

« La sogno quasi ogni notte ormai »



Edited by Arklys - 25/7/2018, 15:57
 
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