| Lucas Scott PS 269/269 - PC 213/213 - PM 251/251 - P.EXP. 49.5 La scarica di adrenalina in quel momento così propizio, non portò al giovane giornalista più alcun odore se non il proprio profumo di sacrificio e ricordi, ambizione e determinazione. Lì, il ragazzo dai capelli chiari osservava con sguardo fiammeggiante il suo avversario, attendendo che la moneta spiccasse il volo per decretare chi avrebbe iniziato. La sua mente iniziò a riflettere meccanicamente, rapida come freccia, su cosa fare. Fece arretrare la gamba destra esponendo una guardia sinistra, mentre la bacchetta, lungo il suo fianco, stretta nella mancina, incideva nel suo palmo la sua sottile trama lignea, la rabbiosa magia del veleno di Doxy iniziava a scorrergli nelle vene, attraversando la pallida pelle e raggiungendo ogni parte del magro corpo. Spostò per un secondo lo sguardo dal nemico all'arbitro, che aveva una moneta in mano e la stava facendo roteare. Le scelte erano semplici, o avrebbe iniziato lui, o si sarebbe dovuto difendere. In entrambi i casi, sapeva già cosa fare. Come in una partita di scacchi, Lucas aveva già previsto le tre mosse successive, vedendo nella sua mente ogni movimento come al rallentatore, prevedendo le risposte e le grida, le parole e i sussurri. Sollevò l'avambraccio sinistro e lasciò il gomito attaccato alla propria vita, ma rimanendo in direzione dell'avversario distanziato a pochi metri da lui. Lo sguardo indugiò su quel bel viso, memorizzandone ogni minimo particolare. I corti capelli neri ben pettinati, lo sguardo duro e impenetrabile. Gli occhi gelidi del giornalista si assottigliarono, il fuoco divampava nel suo animo, la bramosia di vincere più grande di qualunque sentimento di stima o di pietà. Incalza, incalza, nessuna pietà. No padre, non ne proverò. La moneta terminò il suo salto e l'arbitro decretò che sarebbe stato Marciotto ad iniziare. Benissimo. Un rapido ghigno si disegnò sul volto ed il ragazzo non attese nemmeno di riprendere a respirare. Il silenzio si ruppe come un tuono nel nuvoloso cielo, il braccio di Lucas finalmente allungato, la bacchetta di legno chiaro puntata dritta in faccia al suo nemico. Caratteristica che accomuna ogni essere umano è la capacità di provare dolore. Di soffocare nel dolore, di morire nel dolore. E quel giorno il Ministeriale sarebbe annegato nel dolore, la testa schiacciata da un piede del giovane accolito, spingendo e spingendo finché l’uomo non si sarebbe più mosso, chiedendo perdono per ogni peccato, arrendendosi all'inevitabile. L’antimago aveva deciso di cibarsi del mago oscuro sbagliato. Il cacciatore sciocco affronta il lupo cattivo e famelico. Gli occhi cristallini si spalancarono concentrandosi sulla figura che aveva dinnanzi. Il braccio teso, il polso rigido, fu molto rapido nei movimenti, attento a non sbagliare niente, smanioso di provocare un gran dolore nell’uomo, desideroso di vederlo soffrire all’interno di una morsa letale, impossibilitato nel poter reagire. Così, fece roteare il polso sinistro creando un cerchio immaginario in senso orario velocissimo, direzionando la punta della bacchetta magica in alto a due metri di altezza. Stringendo i denti nell'impegno, lo sguardo fisso e impegnato a tracciare la giusta altezza per coprire l’intera stazza fisica del Ministeriale: l’obbiettivo principale era fermare quelle robuste e possenti braccia, quelle gambe così sottili e scattanti, quegli occhi scuri che trasmettevano troppa sicurezza. Già vedeva la grossa rampicante da lui evocata sbucare dalla pedana di legno, seguire la giusta traiettoria per venir fuori ed attorcigliarsi attorno al corpo dell’avversario. Non sarebbe stata una rampicante normale, nella sua mente era ben chiaro il tipo di pianta che voleva evocare: un rovo, dalle diramazioni sottili e resistenti, ma soprattutto piene di spine pungenti. Dolore, dolore, dolore, sarebbe stato tutto quello a cui avrebbe poi pensato. *Repsi Genìtum* pronunciò nella sua testa l’esatta formula dell’incantesimo, ricordandosi di accentare la lettera I di Genìtum. Già prefigurava le molteplici lacerazioni che si allargavano a partire dal naso raggiungendo rapidamente gli occhi del mago offuscandone la vista, gli arti superiori e inferiori limitati nei movimenti successivi. Cercò di eseguire il tutto con la massima rapidità che poteva, ben conscio di quanto la precisione e la concentrazione fosse fondamentale, ben conscio anche di quanto fosse a lui congeniale una fattura del genere. Dolore, odio, freddo odio, bramosia, vittoria. Lui avrebbe ferito, lui avrebbe fatto del male, lui avrebbe vinto.
Incantesimi ConosciutiI classe completa II classe completa III classe completa IV classe completa V classe completa VI classe (Homenum Revelio, Illudo Camaleontide, Incarceramus, Specialis Revelio, Repello) Incantesimi oscuri (Crucio, Sectumsempra, Segreto Ombrae, Fyindfire, Lamento Frango, Sicamen) Incantesimi innati (Lapsus, Florikus, Ardesco, Oppugno, Vitreo, Brillium, Vermillius, Veronesi, Flamora, Waddiwasi)
23 ANNI - GIORNALISTA - SCHEDA
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