Lucas Scott vs Maurizio Pisciottu, Adulto vs adulto | Giornata del duellante

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Il Fato

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La Giornata
del Duellante



Benvenuti, tra breve il duello avrà inizio e il mio compito è quello di arbitrarlo.
Vi prego di postare i punti statistica e gli incanti con i quali vi siete iscritti (N.B. il punteggio massimo per ciascuna categoria è di 300 perciò se eccedete riportate la cifra massima consentita).
Se vincete potrete avere fino a 4 punti statistica per ogni campo.
Se perdete potrete avere fino a 2 punti statistica per ogni campo.
La quantità precisa verrà scelta da me, alla fine, in base ai vostri meriti e demeriti.
Ogni utente ha a disposizione 72 ore per postare, pena la perdita del turno; alla terza assenza si incorre nell'esclusione dall'evento, con conseguente vittoria dell'avversario. Non ci saranno richiami, semplicemente se postate in ritardo la vostra azione non verrà considerata e il turno è ritenuto saltato. Sono concesse fino a 3 proroghe da 24 ore ciascuna a patto che queste vengano richieste prima dello scadere del proprio turno.
Per eseguire un incantesimo siete pregati di seguire le indicazioni che trovate in Descrizione Incanti nel Reparto Apprendimenti della Biblioteca.
Non si possono usare le Maledizioni senza perdono, incantesimi oscuri e incantesimi letali.

Consultate il regolamento dei duelli per tutte le regole, l'ambientazione, l'entità dei danni e le eccezioni d'uso.
Buon divertimento!

Iniziate!

 
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Maurizio Pisciottu ☾ Werewolf
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"Un torneo?!"
Sono state le prime parole che ho detto con ancora il volantino tra le mani. Non sono riuscito a visitare molto spesso la congrega e l'idea di un torneo mi eccita da morire, sopratutto per i due nuovi incantesimi che ho imparato poco prima della fine dell'estate scorsa e che non sono mai riuscito a mettere in pratica. Del resto era da molto tempo che non mi mettevo in gioco in via ufficiale. Chissà cosa avrebbe pensato Alessia di me.

"Voglio fermarmi!"
"Non puoi."
Sono a terra, sento il sudore bagnarmi il viso per intero, sento alcune goccioline abbandonare la mia pelle per andarsi a schiantare sul suolo. La donna è lì, torreggia su di me con quegli occhi spenti e quel sorriso gelido, la bacchetta ancora salda alla sua destra. Il rosso dei suoi capelli spicca in quella sala bianca e priva di mobili; penso, però, che probabilmente una come lei spiccherebbe anche con i capelli più anonimi di sempre, una donna esile col fisico da modella, alta anche quanto una modella, probabilmente è 1,80 o giù di lì. Assurdo come il suo sguardo riesce a riempire il silenzio di quella stanza, severo e impassibile in attesa della mia prossima mossa.
L'unica cosa a rompere il silenzio nella stanza è il mio respiro terribilmente in affanno.
"Andiamo avanti da ore!"
"Non puoi."
Lo ripete ancora una volta, questa volta non ci sarà alcuna clemenza nei miei confronti.

Sono finalmente alla congrega. Porto con me una felpa nera aperta e una t-shirt bianca , sotto un paio di jeans chiari e scarpe da tennis bianche. Occhiali da sole e borsone restano sempre con me. Una volta nella congrega vedo il foglietto.
"Lucas Scott, uh?"
Il nome non mi è nuovo, sono certo di averlo già sentito da qualche parte ma non mi soffermo troppo su questo fatto, finalmente è il grande giorno. Sento i brividi lungo la schiena, il classico momento prima di incanalare tutto me stesso in questo scontro. Sono sempre stato uno molto competitivo, la mia brama di vittoria è incalcolabile e me lo ha dimostrato il duello contro Mireen. Per quanto io abbia provato a trattenermi alla fine ho ceduto e ho iniziato a premere sull'acceleratore nonostante quello fosse solo un allenamento.
Ho un po' paura di spingermi troppo oltre, cedere al lupo non è mai stata un ottima scelta in luoghi formali, eppure ho imparato ad assecondarlo. Entro nella stanza in cui si svolgerà il duello e ho una sensazione di dejavù. Forse nel cuore sentivo che dopo quello che aveva combinato Raven questo posto non sarebbe stato più lo stesso, eppure...
"Identica."
Me lo lascio scappare ad alta voce, ma proseguo il discorso con i pochi presenti per fare un po' di conversazione prima del match, magari qualche giudice alla fine si ricorderà dei miei complimenti.
"Avete fatto un gran lavoro qua, deve esservi costato una fortuna. Assurdo come non sia cambiato di una virgola rispetto all'ultima volta che l'ho visto."
Prendo la bacchetta dalla felpa e metto l'indumento nel borsone salvo poi calciarlo all'angolo proprio come ho fatto l'ultima volta.
Mi dedico a fare un po' di riscaldamento mentre continuo a conversare con i presenti. Mi avvicino alla pedana ed eseguo il solito rito, sull'ultimo gradino liscio la parte della pedana in cui finirà il mio piede prima di salirvici sopra, il primo passo è il più importante.
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Lucas Scott
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Quel giorno avrebbe nuovamente affrontato un duello. Svariate erano le sfide che già aveva superato nella sua recente permanenza ad Hogwarts come studente, una scia importante di vittorie che lo convinsero ad iscriversi alla nuova Congrega dei Duellanti. Ancora rammentava bene il suo ultimo duello contro la sua compagna di casata Jessica Evans. Ricordava perfettamente come aveva posato il suo piede sulla saettante scorbutica testa di quella sciocca Corvonero, che impudente aveva provato a sfidarlo.
Sentiva ancora nel naso l’odore di pollo della carne di quella ragazzina che bruciava e la sua totale incapacità di combattere contro di lui. Aveva usato la tattica giusta, aveva subito aggredito la giovane, mostrandogli supremazia in forza e magia. Nulla poteva contro di lui, non poteva osare sfidarlo nemmeno lì. Lui era il suo capitano, suo Caposcuola, superiore a lei in tutto, e ora anche nei duelli.
Si munì di tutto il materiale necessario per quella particolare giornata e raggiunse l’arena di combattimento. Questa volta però, non aveva indossato la vecchia divisa di Corvonero, ma preferì optare per degli abiti magici acquistati qualche mese addietro da Magie Sinister. I sovrapantaloni aderivano perfettamente ai pantaloni in tessuto nero che indossava, la tunica blu rendeva leggiadro ogni suo movimento e soprattutto gli permetteva di sfruttare al massimo la sua fisicità senza impedirgli o rendere goffi i suoi spostamenti. I resistenti guanti rendevano la presa su ogni cosa inarrestabile. Lucas sentiva che quella poteva essere la volta buona.
Ecco, il portone chiuso della Congrega di fronte a lui, il suo nome e quello del suo avversario incisi sopra. Maurizio Pisciottu, un dipendente del Ministero della Magia che però non aveva mai visto e conosciuto. Chiuse gli occhi per un istante e trasse un profondo respiro. Era calmo, tranquillo, sicuro. Riaprì l’azzurro cielo ed entrò nella sala, un arredamento interno che differiva veramente poco rispetto al club del quarto piano ad Hogwarts.
Salì sulla pedana, fissando per qualche secondo l’ambiente attorno a lui: le lucenti armature, i due armadi, la pedana con il tappeto, gli arazzi. Ogni oggetto, o quasi, ricordava al ragazzo un evento, un turno, una mossa subita o fatta. Non si considerava un buon duellante nonostante tutto, non peccava di questa superbia, ma era consapevole delle proprie capacità e, soprattutto, non temeva il suo avversario. Chiunque esso fosse.
- Salve! -
Salutò con voce decisa l'arbitro e il suo sfidante poco distante. Doveva stare attento a non beccarsi particolari incantesimi, e si chiese se il fuoco potesse tornargli utile in qualche modo. Il fuoco torna sempre utile in qualche modo. Si leccò le labbra mentre continuava a scrutare il suo nemico sul campo di battaglia.


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Quando Kingston Wang era stato informato che la Congrega aveva in programma di organizzare un torneo per una riapertura in grande stile non aveva esitato un momento a sostenere il progetto, proponendosi immediatamente come arbitro per l'evento.

Soprattutto dopo l'ultimo anno e mezzo, trascorso a compilare scartoffie dietro a una scrivania in assenza di tornei da arbitrare. Non era stato proprio una bella esperienza tornare a Londra da un viaggio in Cina a trovare alcuni parenti e trovare la Congrega mezza distrutta dalle fiamme, i suoi colleghi in lutto quando non peggio.

Si era chiesto se qualcosa sarebbe potuto cambiare se fosse stato presente. Se avesse potuto aiutare o se invece avrebbe finito con l'essere tra le vittime. Ci aveva rimuginato per qualche mese prima di realizzare quanto fosse in fondo inutile.

Avrebbe piuttosto usato il suo tempo a ricostruire, a lavorare insieme agli altri perché la Congrega riaprisse al più presto i battenti.

E ora il momento era arrivato. Se non avesse avuto settant'anni e una gamba acciaccata a causa di un brutto incidente con un Erumpent durante un viaggio in Senegal, si sarebbe messo a saltellare sul posto come un'allegra giovincella fra i campi.
Invece si limitò a sorridere tra sé, arrivando addirittura a canticchiare a fior di labbra mentre percorreva i corridoi della Congrega con passo più vivace del solito. Salutò il personale all'ingresso.


"La Sala numero 3" gli ricordarono. "Lucas Scott contro Maurizio Pisciouttu. Giornalista contro ministeriale, squadra antimago. Il signor Pisciouttu ha già duellato da noi."

"Ottimo. Davvero ottimo."

Giornalista contro ministeriale. Ora era curioso di vedere come si sarebbe svolto il duello. La maggior parte della gente sarebbe stata propensa a dare il vantaggio all'anti-mago a tavolino, ma non ci si iscriveva a un torneo di duellanti se non si aveva almeno un interesse nei duelli. Era abbastanza per tenere aperte le possibilità.

"Buongiorno a entrambi" comunicò la sua presenza appena entrato nella sala del duello. "È un piacere avervi qui oggi. VI ricordo che nessun uso di incantesimi oscuri o letali sarà tollerato. Per cominciare, marciotto o avvicino?"


 
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Lucas Scott
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Ansia, ansia gelida lungo il corpo. La fredda sensazione correva disperata sulla pelle del ragazzo dai capelli chiari, smuovendo a tratti il ciuffo spettinato come le fiamme di un caldo fuocherello. Per qualche secondo rimase così, in perfetto silenzio. Erano attimi, quelli, istanti che di lì a poco non avrebbero più avuto motivo di esistere, sovrastati dalla furia della battaglia e del gioco, dalla tattica, dalla Magia, dalla voglia di vincere e dall'Orgoglio.
L’avversario appariva sicuro di sé, lo sguardo cristallino che indugiava sul viso cercandone forse un’emozione, un tremore, un timore. Il nemico sembrava presentarsi con semplicità dinnanzi lo sguardo puramente analitico del giovane giornalista, un espressione tenace e sicura di quei cuccioli che ritengono di essere più forti dei propri padroni e continuano inesorabili a tirare con fierezza il guinzaglio credendo di avere il potere su di essi. Solo dopo si sarebbe accorto di chi teneva l'altro capo della corda. Un sorriso sbieco increspò le labbra, quasi divertito dal fantasticare dei suoi stessi pensieri.
L'arbitro di dilungò per qualche secondo sulle solite spiegazioni, per poi concludere con la classica domanda riguardante il lancio della monetina. Un senso di furore cominciò a scorrere improvvisamente nelle vene di Lucas, il battito del cuore calmo, ma vigoroso. Curioso, si ritrovò a pensare, come la scelta a cui i due contendenti furono chiamati a compiere, gli riportasse alla mente un discorso di tempo addietro. Marciotto o Avvicino, bisognava scegliere in fretta ma il ragazzo già conosceva la risposta nella sua testa. Quando riaprì gli occhi, il suo sguardo si posò sulla figurina che aveva di fronte ed inevitabilmente, quel ghigno si addolcì.
- Scelgo Marciotto! -
disse storcendo le labbra in un sorriso laterale, gli occhi che si assottigliavano ofidici nel guardarlo. La mano destra corse alla bacchetta e la estrasse, il forte ma delicato chiaro legno che pulsava nel suo palmo, bramosa di essere utilizzata dal suo compagno di vita. Fedele e innamorata della sua anima, la bacchetta giaceva in combattiva attesa, pronta e scattante, il respiro fermo, il silenzio intorno a lui.
Il sospiro prima del grande balzo. Fece avanzare il piede sinistro spostando il destro quasi perpendicolarmente rispetto al verso della pedana trovando uno stabile ma scattante equilibrio, mentre il busto seguiva il verso del corpo, lo sguardo che andava dall'arbitro al suo avversario.


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Maurizio Pisciottu ☾ Werewolf
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Ascolto l'arbitro con poco interesse, i duelli non hanno molte regole e l'arbitro non sembra avere voglia di ricordarci molto, se non la regola di non usare incantesimi oscuri. Fortunatamente la luna calante mi restituisce enorme controllo delle mie emozioni, mi sento sorprendentemente freddo e concentrato e mi focalizzo a ripassare alcuni dei miei cavalli di battaglia nella mia testa, sono talmente preso che mi dimentico persino della scelta per iniziare. Infatti alla parola pronunciata da Scott mi limito a rispondere inebetito.
"Uh?"
Come appena uscito da un bagno rilassante mi ritorna in mente la frase dell'arbitro collegata a quella del mio avversario.
"Oh beh, avrei scelto comunque avvincino."
Faccio spallucce e poi guardo l'arbitro concentrato, bacchetta ancora stretta sulla sinistra ma allento la presa su di essa cercando di rilassarmi il più possibile prima del casino che si sarebbe creato di lì a poco. Stranamente il mio pensiero va agli altri partecipanti del torneo che conosco, chissà quanto sarebbe stato divertente affrontare Aiden? Me lo chiedo mentre congiungo le mani dietro la schiena per stiracchiare le spalle.
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view post Posted on 28/6/2020, 13:37
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"Ottimo," disse Wang, estraendo un galeone dalla tasca, le facciate appositamente modificate perché rappresentassero da un lato un Marciotto e dall'altro un Avvicino, una delle tante che circolavano tra gli arbitri dei duelli. Una volta Wang aveva sentito da un collega che i Babbani facevano testa o croce con le loro strane monete, anche quando le monete avevano smesso di raffigurare teste o croci.
Personalmente lo trovava un metodo alquanto stupido e confusionario.

Mise la moneta sul pollice e indice incrociati, dando poi un lieve colpo perché il Galeone schizzasse verso l'alto, curioso di vedere quale faccia sarebbe apparsa una volta afferrata di nuovo la moneta. E come questo avrebbe influito sul duello. Il ministeriale aveva certo l'aria di qualcuno abituato all'azione, cosa che comunque non garantiva abilità con la bacchetta o l'essere un buon duellante.
Quanto al giornalista, stando a Wang, non aveva davvero l'aria di un giornalista. Di certo, non di quelli che passavano la vita dietro a una scrivania della Gazzetta del Profeta a scrivere articoli sull'aumentando della popolazione delle fate nell'Inghilterra meridionale.

Sarebbe stato interessante.

La moneta terminò il proprio viaggio discendente, saltò la mano di Wang e finì dritta sulla pedana. Wang fece gesto ai due avversari di farsi avanti per essere testimoni dell'esito, in una singola moneta con una faccia ben visibile per tutti e tre.

L'incisione di un Marciotto li guardò di rimando.


"Bene, signori. Il primo turno va al signor Scott. Potete cominciare."

Turno a Lucas. Ricordo che ciascuno di voi ha 72 ore di tempo per postare, pena la perdita del turno. Eventuali proroghe vanno richieste prima della scadenza del proprio turno.

 
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Lucas Scott
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La scarica di adrenalina in quel momento così propizio, non portò al giovane giornalista più alcun odore se non il proprio profumo di sacrificio e ricordi, ambizione e determinazione. Lì, il ragazzo dai capelli chiari osservava con sguardo fiammeggiante il suo avversario, attendendo che la moneta spiccasse il volo per decretare chi avrebbe iniziato. La sua mente iniziò a riflettere meccanicamente, rapida come freccia, su cosa fare. Fece arretrare la gamba destra esponendo una guardia sinistra, mentre la bacchetta, lungo il suo fianco, stretta nella mancina, incideva nel suo palmo la sua sottile trama lignea, la rabbiosa magia del veleno di Doxy iniziava a scorrergli nelle vene, attraversando la pallida pelle e raggiungendo ogni parte del magro corpo. Spostò per un secondo lo sguardo dal nemico all'arbitro, che aveva una moneta in mano e la stava facendo roteare. Le scelte erano semplici, o avrebbe iniziato lui, o si sarebbe dovuto difendere. In entrambi i casi, sapeva già cosa fare. Come in una partita di scacchi, Lucas aveva già previsto le tre mosse successive, vedendo nella sua mente ogni movimento come al rallentatore, prevedendo le risposte e le grida, le parole e i sussurri.
Sollevò l'avambraccio sinistro e lasciò il gomito attaccato alla propria vita, ma rimanendo in direzione dell'avversario distanziato a pochi metri da lui. Lo sguardo indugiò su quel bel viso, memorizzandone ogni minimo particolare. I corti capelli neri ben pettinati, lo sguardo duro e impenetrabile. Gli occhi gelidi del giornalista si assottigliarono, il fuoco divampava nel suo animo, la bramosia di vincere più grande di qualunque sentimento di stima o di pietà.
Incalza, incalza, nessuna pietà.
No padre, non ne proverò.
La moneta terminò il suo salto e l'arbitro decretò che sarebbe stato Marciotto ad iniziare. Benissimo. Un rapido ghigno si disegnò sul volto ed il ragazzo non attese nemmeno di riprendere a respirare. Il silenzio si ruppe come un tuono nel nuvoloso cielo, il braccio di Lucas finalmente allungato, la bacchetta di legno chiaro puntata dritta in faccia al suo nemico.
Caratteristica che accomuna ogni essere umano è la capacità di provare dolore. Di soffocare nel dolore, di morire nel dolore.
E quel giorno il Ministeriale sarebbe annegato nel dolore, la testa schiacciata da un piede del giovane accolito, spingendo e spingendo finché l’uomo non si sarebbe più mosso, chiedendo perdono per ogni peccato, arrendendosi all'inevitabile. L’antimago aveva deciso di cibarsi del mago oscuro sbagliato. Il cacciatore sciocco affronta il lupo cattivo e famelico.
Gli occhi cristallini si spalancarono concentrandosi sulla figura che aveva dinnanzi.
Il braccio teso, il polso rigido, fu molto rapido nei movimenti, attento a non sbagliare niente, smanioso di provocare un gran dolore nell’uomo, desideroso di vederlo soffrire all’interno di una morsa letale, impossibilitato nel poter reagire. Così, fece roteare il polso sinistro creando un cerchio immaginario in senso orario velocissimo, direzionando la punta della bacchetta magica in alto a due metri di altezza. Stringendo i denti nell'impegno, lo sguardo fisso e impegnato a tracciare la giusta altezza per coprire l’intera stazza fisica del Ministeriale: l’obbiettivo principale era fermare quelle robuste e possenti braccia, quelle gambe così sottili e scattanti, quegli occhi scuri che trasmettevano troppa sicurezza. Già vedeva la grossa rampicante da lui evocata sbucare dalla pedana di legno, seguire la giusta traiettoria per venir fuori ed attorcigliarsi attorno al corpo dell’avversario. Non sarebbe stata una rampicante normale, nella sua mente era ben chiaro il tipo di pianta che voleva evocare: un rovo, dalle diramazioni sottili e resistenti, ma soprattutto piene di spine pungenti. Dolore, dolore, dolore, sarebbe stato tutto quello a cui avrebbe poi pensato.
*Repsi Genìtum*
pronunciò nella sua testa l’esatta formula dell’incantesimo, ricordandosi di accentare la lettera I di Genìtum. Già prefigurava le molteplici lacerazioni che si allargavano a partire dal naso raggiungendo rapidamente gli occhi del mago offuscandone la vista, gli arti superiori e inferiori limitati nei movimenti successivi. Cercò di eseguire il tutto con la massima rapidità che poteva, ben conscio di quanto la precisione e la concentrazione fosse fondamentale, ben conscio anche di quanto fosse a lui congeniale una fattura del genere. Dolore, odio, freddo odio, bramosia, vittoria. Lui avrebbe ferito, lui avrebbe fatto del male, lui avrebbe vinto.


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Maurizio Pisciottu ☾ Werewolf
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"Non sarai mai il più forte."
Me lo dice come se il prossimo passo fosse uno sputo dritto sulla mia faccia. Lucrezia continua a posare su di me quello sguardo gelido senza muovere nemmeno uno dei suoi muscoli facciali. Provo ancora ad alzarmi ma me lo impedisce, capisco allora che è una risposta ciò che cerca.
"In che senso?"
Lei sogghigna e, per una volta, mi tende la mano consentendomi di rialzarmi. Capisco sin da subito che il colpo che vuole assestare adesso non è fisico ma mentale.
"Non sarai mai il duellante più forte. Non devi mai essere presuntuoso. Inizia sempre uno scontro pensando che il tuo avversario sia più forte. Non lo sarà sempre, è vero, ma almeno sarai pronto." Si prende un secondo per ristabilire le distanze tra di noi e puntarmi ancora la bacchetta contro, incitandomi con un gesto a fare lo stesso. "Ciò che voglio dirti è che, se ragioni in questo modo, inizierai a diventare un duellante più forte perché saprai sfruttare altro a tuo vantaggio. Non sono il più forte, bene! Ma voglio vincere a tutti i costi. Come il poker, sì! Sei certo di non avere una buona mano e il tuo avversario ha tre carte in più. Tu allora che fai?"
Sto quasi per fare spallucce, non capisco dove vuole arrivare. "Gioco le mie car-?"
Non mi lascia nemmeno il tempo di finire che un fascio di luce mi spinge via e mi fa cozzare contro il muro.
"Tu fai saltare il banco! Crei quanto più casino possibile, arraffi tutte le chips che puoi e ti smaterializzi via! Quando sai di essere in svantaggio la tua arma migliore è il caos, ragazzo. Il caos!"

Mi fa così strano pensare a Lucrezia proprio nel momento in cui perdo il lancio della moneta. Le sue parole sono rimaste dentro di me come una delle peggiori ramanzine ricevute in vita mia... ma ne ho fatto uno stile di vita. Sono convinto che oggi, tredici anni dopo, sarebbe fiera di me.
Non penso al mio avversario, non lo guardo nemmeno dritto in faccia. Punto lo sguardo sulle sue braccia, in attesa della sua prima mossa, ma non m'importa davvero. L'unica cosa che conta è il Caos. Ed ecco che faccio la mia.
Ho il tempo di trarre un lungo respiro prima che lui inizi a muovere l'arto e, in maniera quasi complementare, come se il suo corpo avesse bisogno del riflesso del mio per compiere anche l'azione più banale, mi muovo anch'io. Alzo il braccio sinistro per descrivere l'unico, rapido movimento di cui ho bisogno per scatenare il disordine del mondo che tutti, in questa società, sentono l'incontrollabile bisogno di rimettere a posto. Per questo miro alle gambe del giornalista. O, meglio, non sto puntando proprio a lui ma alle assi della pedana giusto tra i suoi piedi.
L'ho già eseguito più volte questo incantesimo, e in un certo senso mi ritengo un artista nell'arte delle esplosioni. Ricordo l'ingresso del cimitero dove, circondato dai licantropi, ho capito che farmi saltare in aria era la scelta migliore, un po' come lo erano il dito medio e il ghigno rivolto ai mannari. Ricordo il duello con Mìreen in cui il Bombarda ha segnato l'inizio della fine e poi la fine stessa dello scontro; e infine ricordo quella maledetta estate quando sono riuscito a fare crollare uno strano edificio di Hogsmeade.
Sono state proprio quell'intima convinzione dovuta all'esperienza e le parole di Lucrezia a convincermi che far saltare il banco, o la pedana che dir si voglia, fosse la scelta definitiva e, in un certo senso, anche l'unica per dare da subito un'impronta al duello. Non so se questo giornalista sia più o meno forte di me, ma dovrà lottare nel mio ambiente, non nel suo.
"Bombàrda!"
Sto ben attento a porre l'accento sulla prima "a", anche quella è una cosa che mi causa divertimento, una parola così simile all'italiano che mette l'accento proprio alla fine della parola "Bomba", come una doppia conferma circa il fatto che questo incantesimo mi è stato cucito addosso.
Se dovessi riuscire nei miei intenti non ci sarebbe più una pedana su cui poggiare i piedi, la lotta cederebbe immediatamente alle regole del Caos e il mio sfidante sarebbe necessariamente costretto a rivedere la sua strategia.
Scala Reale, Lucas Scott. Mi sono appena preso le tue chips, o almeno è quello che spero di fare.
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view post Posted on 3/7/2020, 21:03
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Il duello era cominciato e per un arbitro non c'era molto da fare se non indietreggiare e mettersi a guardare, bacchetta alla mano casomai si fosse mostrato necessario intervenire.

Subito, senza indugiare, Lucas Scott aveva sollevato il braccio per iniziare l'esecuzione dell'incantesimo da lui scelto. Wang socchiuse gli occhi dietro agli occhiali, curioso di sapere quale fosse il piano del mago. Nella sua lunga carriera come arbitro aveva assistito a decine, centinaia di duelli, ma molti incantesimi avevano un'esecuzione simile, almeno all'inizio e l'elemento sorpresa non mancava mai.

Non dovette aspettare molto. Un rapido movimento rotatorio in senso orario e un colpo di frusta verso l'alto. La formula poteva essere rimasta nella mente del mago, ma non gli effetti. Spinti dalla magia, una serie di rampicanti cominciarono a farsi strada a viva forza attraverso il legno e il tappeto che copriva la pedana. Tanti rovi serpeggiarono attorno a Maurizio, sottili e non c'erano dubbi che fossero pieni di spine.

Ma, c'era un ma.

Il Repsi Genitum era un incantesimo che richiedeva un certo tempo perché il rampicante crescesse. Certo, con un mago esperto, si trattava di pochi secondi. Eppure, in un duello anche pochi secondi potevano fare la differenza.

E Maurizio non perse tempo. Mentre i rovi già si attorcigliavano attorno alle sue gambe, fece la propria mossa. Pur con la mira non perfetta, il bombarda andò a segno, colpendo la pedana in un fragore di schegge e detriti, sbalzando all'indietro Lucas con violenza. Il giornalista fece un volo di circa tre metri prima di atterrare di nuovo sulla pedana, disteso di schiena.
Ciliegina sulla torta, la bacchetta era caduta poco distante.

Oh, e c'era anche un buco nella pedana ora, là dove il bombarda aveva colpito.





Lucas Scott
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Il Bombarda ti ha sbalzato via. Hai fatto un bel volo di qualche metro e ora sei sdraiato supino sulla pedana. La bacchetta ti è caduta al fianco. Hai qualche graffio a causa delle schegge.

Maurizio Pisciouttu

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I rovi evocati dal Repsi genitum si sono avvolti attorno alle tue gambe, fino a più o meno sopra le ginocchia. Ti limitano i movimenti. Tuttavia grazie alla tua licantropia il danno dei tagli è ridotto.

Turno a Maurizio
 
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Maurizio Pisciottu ☾ Werewolf
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Osservo compiaciuto la riuscita del mio incanto nel momento in cui vedo il giornalista volare via dal punto della pedana in cui si trova. Posso mettere un altro colpo splendido nella lista dei miei bombarda. Quasi contestualmente sento come un serpente avvolgermi prima i piedi e poi le ginocchia e, infine, fermarsi. L'incanto del mio avversario riesce a crearmi qualche ferita che, un po' per la licantropia, un po' per l'adrenalina, non sento completamente. Ma è un altro il dettaglio che attira la mia attenzione: nella baraonda creata dall'esplosione, mi accorgo che la bacchetta di Lucas Scott non è più salda tra le sue mani ma separata dal suo corpo, seppur di poco. L'istinto mi dice di battere il ferro finché è caldo, di non perdere tempo e sfruttare il vantaggio del Bombarda. E infatti la mia mente sta già scorrendo la lista delle mie conoscenze alla ricerca del giusto incantesimo da utilizzare in un momento così interessante. Non devo poi pensare molto perché, ancora una volta, giungo alla conclusione che la migliore difesa è l'attacco.
Tengo più salda la presa sulla bacchetta e fletto il gomito così che la mano armata raggiunga la mia spalla destra e a quella punti la bacchetta, mentre il mio sguardo è ancora fisso sul giornalista a terra. Sto bene attento a soffermarmi sulla prima sillaba dell'incanto che sto per eseguire.
"IMM-" pronuncio la prima parte della formula col legno di Fico che mira alla spalla destra. Inizio a tracciare un grosso arco fittizio con l'arma e il braccio che la muove, un arco che ha come punti di incontro la spalla da cui deve iniziare il movimento e il corpo di Lucas Scott come se il mio obiettivo fosse quello di creare una linea continua tra l'una e l'altro. Ho in mente di dar vita a un gesto ampio e così faccio, cercando di essere tanto fluido nel movimento quanto dev'essere solida la presa sul Fico che ho tra le mani. "-pedimen-" L'arco si compie e il mio braccio torna dritto verso il mio avversario, il tutto mentre mi concentro sull'ultima sillaba dell incantesimo prescelto e la enuncio: "-tAAAAA!"
Voglio che Lucas Scott faccia fatica persino a raggiungere quella bacchetta, renderlo innocuo cosi da non avanzare nella sua strana offensiva verde. Anche se il duello si sta mettendo in discesa, il rispetto verso il mio avversario è tanto alto quanta la paura di cosa questo sia in grado di fare.
Sono uno sprovveduto la maggior parte del tempo, certo, ma mi piace pensare di non essere del tutto stupido, o almeno di saper svestire i panni del fanfarone quando l'occasione lo richiede.
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view post Posted on 6/7/2020, 09:21
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Lucas Scott
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La furente rampicante scattò uscendo dalla pedana come una saetta infuocata, ma non con la stessa velocità che Lucas si aspettava. Forse aveva sbagliato qualcosa, forse la rabbia e il desiderio di ferire era stato così denso in lui da non permettergli di compiere gesti e parole con estrema precisione.
Era inutile piangersi addosso o pensare al latte versato, ci sarebbe stato spazio e tempo per recuperare, l’importante era non perdere lucidità. Nel frattempo, un potente raggio colorato aveva centrato la base di legno sotto di lui, un fragore assordante che lo fece sbalzare all’indietro di parecchi metri, il corpo che per un lungo attimo smise di sentire la terra sotto i piedi ritrovò il freddo contatto tra schiena e superficie.
Lo sguardo confuso, l’animo in fiamme; durante la colluttazione appena avvenuta, la bacchetta aveva perso aderenza con la sua mano, cadendo lungo il fianco sinistro. Data la distanza piuttosto ravvicinata, tentare di raggiungerla e attuare una disperata sortita difensiva per tempo non sembrava una cosa impossibile. Doveva almeno provare.
Le schegge di legno causate dall’esplosione avevano lacerato diverse parti del suo corpo, un dolore tutto interno che il giovane sembrò non percepire in quel preciso istante, troppo forte il senso di adrenalina che stava ammontando prepotentemente nel suo cuore. Era in una posizione pericolosa, doveva spostarsi subito.
Sollevò lo sguardo e allungo il proprio arto nel modo migliore, cercando disperatamente il contatto con il suo legnetto magico. Una volta afferrato, avrebbe potuto percepire la bacchetta messa a tacere ancora viva, brulicante di energia repressa, assetata di vendetta; non si sarebbe arresa così facilmente, non avrebbe accettato nessun compromesso con quello stato avverso delle cose, libera si sarebbe ribellata scalciando. Perseverante? Forse si, ma se c’era una cosa che padrone e bacchetta condividevano, probabilmente era questa; la voglia irrefrenabile di dominare.
Nella sua testa i pensieri correvano rapidi come fulmini, tanto che quasi il tempo era rallentato intorno a lui. Forse succedeva così quando tieni così tanto a una cosa, forse succede così quando dentro di te la rabbia e la gioia si combattono così aspramente dando luce alla follia, il più succoso dei frutti.
Senza neanche rimettersi in piedi, tese repentinamente la mancina verso la posizione del suo avversario che si apprestava ad eseguire un nuovo attacco. Nessun grido di dolore, solo cieca follia.
*LUMOS MAXIMA*
avrebbe urlato nella sua testa, le palpebre già abbassate in precedenza si strinsero con ancor più forza. la voce interiore di chi non ha niente da perdere, ma tutto da guadagnare, la voce di chi ha un compito da svolgere che farà dannatamente bene, la voce di chi ama, la voce di chi odia. Non si chiese se il proprio incanto avesse funzionato perché non aveva più importanza in quel frangente.
Vuoi la guerra? Guerra sia.


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view post Posted on 14/7/2020, 21:52
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Il Fato

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C'erano rabbia e tensione nell'arena in un duello che già dalle prime mosse aveva stabilito voler essere più improntato alla forza bruta che non alla tattica. Le schegge della pedana sparse tutt'attorno e la rottura della stessa ne erano la prova.
Scott giaceva a terra, ferito tanto nel corpo quanto nell'orgoglio. Sarebbe stato infatti sciocco avere la presunzione di stabilire le sorti del duello in una sola mossa; non quando il proprio avversario era un mago che fino a prova contraria poteva vantare altrettanta esperienza, se non maggiore.
A terra e disarmato, il momento imponeva al giornalista di agire in fretta se non voleva soccombere da subito sotto i colpi del ministeriale. DI sicuro recuperare la bacchetta era la sua priorità e almeno in quel frangente la sorte aveva voluto essere benevola, lasciando che essa cadesse quasi a portata di mano. A Lucas fu infatti sufficiente allungare un po' il braccio perché le dita tornassero a stringersi attorno al prezioso strumento. Poi non ci fu esitazione, nessun dubbio, nel braccio che si stendeva verso Maurizio e nella formula lasciata al pensiero. E al pensiero seguì l'azione, nella una luce accecante che investì il licantropo (- 10 PS). Se esserlo poteva offrire qualche vantaggio rispetto a un comune mortale, questo non era il caso.
Colpito in pieno dalla luce, Maurizio era profondamente disorientato, gli occhi incapaci di mettere a fuoco oltre alla nebbia grigiastra e confusa che li avrebbe avvolti per lunghi minuti.

Ma mentre Lucas recuperava la bacchetta e decideva la mossa successiva, anche Maurizio aveva fatto la sua scelta. Col senno di poi l'esecuzione dell'incantesimo gli aveva fatto perdere in parte il vantaggio ottenuto in precedenza, ma quando la luce invase la stanza, anche l'Impedimenta era stato lanciato. Con una mira purtroppo non più perfetta, andò a colpire le gambe di Lucas (-15 PS) .



Maurizio Pisciottu

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Accecato per un turno dal Lumos Maxima a causa dei sensi più acuti dati dalla Licantropia. Sei disorientato.

Lucas Scott
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Ancora a terra. Sei stato colpito dall'Impedimenta e fai fatica a muoverti per tre turni. Finché l'incantesimo è attivo perdi 4 PC a ogni turno se non poni rimedio.

Turno a Lucas
 
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view post Posted on 16/7/2020, 08:30
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La calma era tornata nel suo animo infuocato, la fiamma si era quietata quel tanto che bastava a farlo ragionare con lucidità e fermezza. La tattica, la strategia, erano tornate come giovani rondini al nido. Forza e brutalità potevano prevaricare nel breve termine, due caratteristiche che alla lunga avrebbero perso d’intensità. Molto più affidabile era la mente umana, la capacità di elaborare logiche di attacco dedite ad annientare con lo scorrere del tempo il nemico di turno.
Poteva sentire l'adrenalina fluire potente nelle vene, come un grosso legno che sbatteva nel letto di un fiume, travolto dall'impetuosa corrente e trascinato senza armi e difese alla cascata. La cascata, però, si sentiva e basta, non si vedeva mai giungere. Un fiume infinito, interminabile, il terrore del salto nel vuoto sempre lì, alla bocca dello stomaco.
Il fugace sguardo del giornalista impiegò pochi attimi per capire i rapidi avvenimenti appena accaduti: la luce da lui evocata riuscì a travolgere lo sfidante, un bagliore grigiastro che tuttavia non causò nella controparte una perdita totale di mira. Un raggio raggiunse infatti le gambe di Lucas, un impatto meno intenso rispetto a quello precedente ma molto fastidioso. Poteva percepire i suoi arti inferiori completamente bloccati, la difficoltà di spostarsi al solo e semplice pensiero immaginario. Non che la cosa cambiasse di molto, vista la situazione attuale che lo vedeva sdraiato a terra. La possibilità di curarsi e mettere fine alla paralisi nella parte bassa del corpo passò subito in secondo piano, dopotutto braccia e busto funzionavano a dovere, un po' rallentate ma funzionavano. Sapeva cosa fare, aveva deciso di cambiare strategia, soprattutto in merito al fatto che il suo avversario sarebbe stato attento e metodico. Non quanto lui, però, che non aveva nessuna intenzione di perdere e l'avrebbe presa con tutta calma. Non era necessario irrompere con la furia della tempesta su uno scoglio, a volte bastava il lento infrangersi di dolci onde, erosive e dannate. Non molto veloce, certo, ma visto lo stato di confusione nel quale si trovava lo sfidante doveva approfittare... Le labbra di Lucas si incurvarono verso sinistra, prendendo un ghigno divertito. Si, si sarebbe proprio divertito a girare intorno alla sua preda avvolgendo ad ogni giro sempre di più le sue spire e stringendo all'ultimo momento, forte e tenace come una morsa d'acciaio, come una trappola per orsi.
La bacchetta stretta nella mano sinistra, senza indugiare oltre, sollevò anche il braccio destro portando a congiungere i palmi delle due mani, tenendo la bacchetta di legno chiaro tra di esse, facendola spuntare dai due indici. Era una posizione insolita. La sua mente era concentrata su ogni movimento del proprio corpo, su ogni respiro.
*Acclamatio*
disse con un sorrisetto, lo sguardo fisso sul ministeriale, attento ad agire con la massima velocità consentita dal corpo ma anche con precisione millimetrica. La strategia era chiara, quell'incanto, se fosse riuscito, avrebbe provocato nello sfidante un lungo, quasi infinito battito di mani. Con le mani in continuo movimento mi dici come fai ad attaccarmi? Vuoi usare la forza? Ti faccio vedere io cos'è la strategia invece.


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view post Posted on 18/7/2020, 17:47
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You are not saving this world, you are preparing it for me.

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Maurizio Pisciottu ☾ Werewolf
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Chiamiamolo caso, chiamiamola fortuna. Eppure da quando sono diventato un Licantropo i Lumos utilizzati verso la mia persona fioccano ad ogni scontro, come se il Caso improvvisamente avesse deciso di rendere note a tutti le mie debolezze.
Ed è proprio la luce, l'elemento al quale sono più sensibile, che mi investe come un autobus a massima potenza causandomi più di qualche problema. La luce è talmente potente da richiamare come ricordo quella del sole stesso e a quel punto la vista mi abbandona: una situazione particolarmente difficile da gestire specie per un mezzo lupo.
Lucrezia mi ha insegnato bene: "prima di tutto viene il rispetto: parti sempre dal presupposto che il tuo avversario sia più forte di te". E forse questo lo è davvero, sembra non aver nemmeno subito il mio impedimenta mentre allo stesso tempo mi ha bloccato i movimenti e inficiato la vista.
Ma è proprio quello l'istante in cui l'istinto mi suggerisce l'incantesimo giusto per liberarmi dalle piante, guadagnare tempo e, se il mio impedimenta lo ha rallentato almeno di poco, di schivare il prossimo assalto.
Utilizzo proprio i rovi per orientarmi perché, verosimilmente, mi hanno impedito di voltarmi e quindi nella cecità mi viene da supporre che Lucas Scott è ancora di fronte a me.
Porto la bacchetta verso il mio corpo stando ben attento a mantenere il gomito alto, come se stessi per lanciare un amo da pesca contro un enorme pesce pronto a tirarmi con forza verso acque più tranquille. Un modo un po' atipico di pensare, ma è anche vero che mi sono sempre ritenuto un tipo fuori dalle righe. Anzi, mi piace proprio assecondare questo lato di me e l'impressione che suscita negli altri.
Subito dopo aver dato vita a questa parte di movimento, quasi all'unisono, voce e corpo rispondono a quello che sembra un unico comando: "Proiècto!" grido più forte che mai, insistendo sulla "e" che mi esce fuori talmente aperta da fare rabbrividire ogni siculo d'Italia. Contestualmente il braccio lancia la lenza immaginaria che ha la mia bacchetta come canna da pesca verso la mia sinistra, un enorme squalo ha abboccato ma stranamente è più amichevole che mai. È lì che voglio andare, a sinistra. È lì che spero l'incantesimo mi proietti.
Immagino già le gambe liberarsi dalla presa del Repsi Genitum e sento il sapore di un timido sospiro di sollievo, che sa libertà.
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36 replies since 16/6/2020, 00:08   1405 views
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